IL RESPIRO DELL'ANIMA - Distinzione teologico-filosofica tra anima e spirito
Autore: | ALESSIO BROMBIN |
Formato: | 17 X 24 |
Pagine: | 185 |
Anno: | 2014 |
Editore: | ARACNE EDITRICE |
L'Autore, Alessio Brombin, dopo studi scientifici all'Università degli Studi di Padova, ha conseguito il Baccalaureatum in Theologia presso la Facoltà teologica dell'Italia settentrionale, sezione di Padova, con una tesi sull'arte paleocristiana. Con quest'opera è alla sua prima pubblicazione. Laico e già docente di Religione cattolica nella scuola secondaria di secondo grado dal 2005, rivolge il suo interesse all'Antropologia teologica, in special modo al legame essenziale tra il mistero di Dio e la comprensione che l'uomo ha di sé. Appassionato di arte e musica, dopo studi di Conservatorio, si dedica a svariate esperienze nel mondo della tastiera che lo portano a conoscere realtà e persone straordinarie. |
IL RESPIRO DELL'ANIMA - Distinzione teologico-filosofica tra anima e spirito
RETROCOPERTINA
Il respiro dell'anima
Qual è la differenza tra anima e spirito? Spesso questi termini vengono confusi o usati col medesimo significato, sminuendo così l'inesauribile ricchezza dell'interiorità umana. In un tempo in cui la materialità prevale sulla spiritualità diventa importante riscoprire la dimensione della corporeità, quella della spiritualità e ciò che lega queste due. Il presente lavoro esamina l'evoluzione che le due locuzioni hanno avuto nel corso della storia del pensiero e della riflessione teologica.
INTRODUZIONE
Anima e spirito. Nel discorrere quotidiano questi due termini vengono spesso utilizzati come sinonimi, magari anche confusi tra loro, senza fermarsi a riflettere se essi indichino effettivamente la medesima o due diverse realtà. Il problema principale che soggiace è però quello, molto più ampio, dell'unità del soggetto umano conoscente. In un tempo in cui la materialità prevale sulla spiritualità c'è il rischio come già sottolineava Edith Stein - che il corpo diventi «in misura maggiore o minore una maschera che copre l'interiorità, invece di manifestarla»1.
Ciò a cui pensiamo anche oggi quando parliamo di "spirito" è un concetto formatosi soprattutto nel periodo romantico. Questo termine, in Occidente come in Oriente, suggerisce l'idea di un principio creatore dal quale scaturisce la vita. Essa comincia sempre inspirando (i bimbi vengono sculacciati per riempire loro i polmoni appena nati). L'azione del respirare la conserva, la trasmette e ne permette l'espressione (gli stati emozionali sono spesso associati ad una modifica del ritmo respiratorio: ansimare per una paura improvvisa, avere il fiato corto per una fatica, ecc). Questo movimento di spirito è azione indispensabile al metabolismo corporeo che permette, a sua volta, il movimento. Tutta la vita dell'uomo è azione creativa in quanto, attraverso il suo re-spirare, continua quella iniziata dal creatore. Alla fine si spira, o si esala l'ultimo respiro, riconsegnando questa piccola ma continua azione creativa umana a quel Qualcuno da cui tutto deriva, compresa la vita stessa che l'uomo ha ricevuto in dono.
Il presente lavoro nasce, prima di tutto, da un' esigenza personale di approfondimento sull'interiorità umana che, come tutte le investigazioni di questo tipo, interroga direttamente il senso della vita; in secondo luogo da una serie di domande che mi sono posto durante la mia esperienza di docente IRC nella Scuola Secondaria di Secondo grado. Quale differenza c'è dunque tra anima e spirito? A questa domanda cercheremo di dare risposta senza pretendere però di esaurire completamente l'argomento. L'irrinunciabile punto di partenza è il riconoscere che la conoscenza alla quale possiamo ambire, con riguardo all' anima e allo spirito, sarà sempre frammentaria e parziale a causa dell' infinita profondità ed inesauribile ricchezza di Dio, della cui natura esse partecipano. Partiremo con la nostra indagine dall' analisi etimologica ed evoluzione semantica nella lingua e cultura semitica veterotestamentaria, per passare poi a quella greca neotestamentaria. Dai dati contenuti nella sacra Scrittura passeremo in seguito ad analizzare le riflessioni che la Tradizione e la speculazione teologico-filosofica ci hanno consegnato per approdare infine agli interventi del Magistero soprattutto recente.
NOTE
1. E. STEIN, Introduzione alla filosofia, Città Nuova, Roma 20012, p. 191.
Etimologia dei due termini
Anima: il significato ebraico di nefes
Nell' Antico Testamento il sostantivo ebraico nefes, imparentato con il verbo semitico napas (soffiare, esalare), viene convenzionalmente tradotto con "anima". Esso compare 754 volte, 680 delle quali reso con il greco psyché nella Bibbia dei Settanta e con il sostantivo latino anima nella Vulgata di Girolamo2. In realtà nefes non designa l'anima nel senso comune attribuito da noi oggi al termine. La traduzione greca dell' Antico Testamento lo ha reso con psyché reinterpretando però la nozione veterotestamentaria alla luce dell'antropologia greca basata sul binomio antinomico anima-corpo. Esso indica più precisamente il "SOffiO"3 della respirazione, e in particolare l'azione di tutti quegli organi ed apparati che concorrono a quest' attività fisiologica: la gola, la trachea e il collo4. Sostanzialmente gli organi che permettono la vita in senso prettamente biologico. Infatti, nel pensiero ebraico non ancora ellenizzato, nefes designava la vita in quanto tale di un individuo. Poteva corrispondere, in maniera più ampia e generica, all'idea di "essere vivente" o di "creatura", cioè in pratica di chi vive in quanto animato da questo principio vitale. Ecco allora che nel linguaggio veterotestamentario esalare la propria nefes significa morire; salvarla, significa salvare la propria vita5. Dall' osservazione che l'uomo, il cui sangue viene versato muore e non respira più, si pensava che la nefes fosse nel sangue o addirittura fosse il sangue stesso6. Anche le bestie, in quanto esseri viventi, hanno una nefts come l'uomo (cfr. Gen 7, 21-22). Si comprende così perché prendano il nome di animali: si riconosceva in esse quella che la filosofia classica definì, come vedremo più avanti, anima "vegetativa" e "sensitiva".
Il significato greco e latino del "soffio"
Nel tradurre nefes con psyché la Bibbia dei Settanta non si è comunque allontanata dal significato del sostantivo ebraico, in quanto psyché significa proprio "soffio", "forza vitale"7. L'idea comune ai due sostantivi è quindi sempre quella del respiro quale movimento d'aria indispensabile per la vita. Platone rintracciò l'etimo di psyché in due possibili radici verbali greche: ana-pnein ("respirare")8, oppure anapsychò ("refrìgero" o "faccio asciugare")9. La particella comune ana in greco significa "su"; nei due casi individuati da Platone indicherebbe un qualcosa di leggero che sale, proprio come il soffio del respiro che, uscendo riscaldato dai polmoni, tende a salire.
Aristotele invece, analizzando le teorie tramandate intorno al significato del termine" anima", ne individuò l'origine etimologica in kata-psyxis ("raffreddamento")10.
Al di là di queste oscillazioni semantiche, possiamo notare come gli antichi avevano associato questo "soffio, forza vitale" al freddo, constatato che con l'abbassarsi della temperatura questo diventa visibile. Di fatto il soffio e la respirazione sono per eccellenza ciò che contraddistingue l'essere vivente.
Nel greco neotestamentario si trova spesso il sostantivo psyché - soprattutto nei vangeli Sin ottici e nel libro degli Atti degli Apostoli - con il significato molto ampio di ciò che è vitale nell'uomo. Esso viene utilizzato per indicare quella forza, caratterizzante la vita stessa, che lo rende capace di sensazioni e sentimenti11. Si ipotizza che il sostantivo latino animus o anima derivi dal greco an-aimos che significa "senza sangue", "esangue" (ciò che sopravvive al corpo esangue, morto:
l'anima appunto), anche se la provenienza semantica più accreditata rimane quella da ànemos ("vento" o anche "respiro"), che a sua volta discende dalla forma verbale sanscrita àniti, cioè "egli soffia"12.
Spirito: il ruah ebraico
Nell'Antico Testamento il sostantivo ruah ricorre 378 volte in ebraico e II in ararnaico13. Letteralmente significa "vento", "respiro", ma, in senso più estensivo, indica un qualcosa che si muove e che a sua volta ha la forza di mettere in movimento: una forza imprevedibile, la cui presenza e azione sono scaturigine di vita. Il vento solleva, muove, e possiede il carattere di ciò che è ineffabile e fuggevole. Nell'uso scritturistico è spesso strumento dell'agire concreto di Dio nella storia. La sua provenienza, quindi, è ben al di là dell'umano14.
Originariamente in ebraico indicava senza dubbio l'aria, l'atmosfera, e il grande spazio tra la terra e il cielo, nonché quella realtà impalpabile che si manifestava talvolta con la forza devastante della tempesta, realtà da cui la vita dell'uomo dipende e che egli non può assolutamente governare. Il pensiero biblico veterotestamentario è inevitabilmente portato a legare questa realtà a Dio, unico creatore dell'universo15. Il Ruah designa quindi esplicitamente lo Spirito di Dio che opera come forza vitale e quindi come forza creatrice di vita16, ma è anche il soffio. Come il soffio del vento, anche quello del respiro è una forza che solleva ed anima il corpo: esso però non indica il mero processo biologico, ma esprime la profonda "dinamica del comportamento umano"17, cioè l'energia e la vitalità interiore dell'uomo. Il respiro è ciò che vi è di più intimo e personale, ma di questo soffio l'uomo non è padrone - pur non potendone fare a meno - e muore quando questo si spegne. Come il vento, ma in modo molto più immediato, il soffio del respiro umano viene da Dio e a lui fa ritorno con la morte18.
Il significato greco e latino dello spirito-vento
Il sostantivo ebraico ruah viene tradotto nella Scrittura con pneuma (pneuma nei testi greci e con spiritus in quelli latini. Pnèuma significa "soffio", "esalazione", ed anche spirito nel senso di ardore, forza interiore. Il termine deriva da pneo ("respirare"), composto da anapnèo cioè attrarre l'aria dentro i polmoni e poi rimandarla fuori. Anche il corrispettivo latino spiritus indica il movimento che l'aria e il soffio compiono a livello polmonare19,
L'idea comune alle tre lingue bibliche è quindi quella del movimento dell'aria: l'uomo dipende dallo spostamento di questo fluido che può controllare solo in parte ma del quale non può fare a meno. Sia il termine pneuma nella lingua greca che spiritus in quella latina possono infatti indicare anche una sostanza volatile, un vapore, un' esalazione20. Nel Nuovo Testamento pneuma viene utilizzato complessivamente 379 volte. Esso, nella maggior parte dei casi, è associato a Dio, oppure all'uomo. Negli altri pochi casi usato con riferimento a spiriti di defunti. Indica comunque sempre qualcosa che va al di là della mera vita biologica e della semplice "fisicità" del respiro.
NOTE
2. Cfr. E. JENNI, C. WESTERMANN, «Anima», in Dizionario Teologico dell'Antico Testamento, L. PRATO (a cura di), II, Marietti, Casale Monferrato 1982, colonna 66.
3. Cfr. G. FHORER (a cura di), «Nefesh», in Dizionario di ebraico e aramaico dell'Antico Testamento, Ed Piemme Teologica, Casale Monferrato (Al) 1996.
4. La correlazione nefd-collo venne codificata anche dall'arte. In alcune icone, Maria, viene rappresentata con un grosso collo a simboleggiare la pienezza dello Spirito in lei.
5. Cfr. ISam 19, II; IRe I, 12; Sal 34, 23; 72, 14. Le citazioni scritturistiche contenute in questo volume sono tutte tratte da La Bibbia di Gerusalemme, Edizioni Dehoniane, Bologna 200218.
6. Lv 17, 14: «Perché la vita di ogni essere vivente è il suo sangue, in quanto sua vita; perciò ho ordinato agli Israeliti: non mangerete sangue di alcuna specie di essere vivente, perché il sangue è la vita di ogni carne» (Cfr. anche Lv 17, 10 e Dt 12, 23).
7. Psyché è connesso etimologicamente alla radice indoeuropea bhs che significa appunto fiato, alito di vita, respiro. Questa radice è ancora oggi riscontrabile nel verbo tedesco blasen che significa appunto "respirare" (Cfr. L. COENEN, E. BEYREUTHER, H. BIETENHARD, (a cura di), «Anima», in Dizionario dei concetti biblici del Nuovo Testamento, Edizioni Dheoniane, Bologna 1976, p. m).
8. Cfr. PLATONE, Timeo, VIII, 34-37.
9. Cfr. PLATONE, Crati/o, 399.
10. Cfr. ARISTOTELE, De Anima, I, 2, 405b.
11. Cfr. A. SAND, «Anima», in Dizionario Esegetico del Nuovo Testamento, O. SOFFRITTI (a cura di), Paideia Editrice, Brescia 1998, colonna 1988.
12. È interessante notare, a tal proposito, che nella cultura sanscrita si giunge all'anima attraverso il respiro poiché il ritmo del respiro è il ritmo vitale dell'anima stessa. L'Induismo e il Buddismo possiedono, alla base della loro dottrina sull' anima, l'atman che indica l'essenza o il "soffio vitale". Secondo la dottrina induista, dal naso di Vishnu esce il soffio vitale il cui controllo porta all'illuminazione (Cfr. D. OLIVIERI, «Anima », in Dizionario etimologico italiano, concordato coi dialetti, le lingue straniere e la topo--onomastica, Casa Editrice Meschina, Milano 1953, p. 40).
13. Ruah appartiene probabilmente al gruppo dei vocaboli onomatopeici in quanto, nella sua pronuncia ebraica, imita il fischiare del vento. (Cfr. E. JENNI, C. WESTERMANN, «Spirito», op. cit., colonna 654).
14. Il vento può essere strumento di salvezza nell'agire di Dio. (Cfr. Es 14, 21 e Num II, 31).
15. «Sempre c'è nella forza misteriosa operante nel vento e nel respiro l'agire di Dio» (E. JENNI, C. WESTERMANN, «Spirito », op. cit., colonna 668).
16. Essa inoltre conferisce doti particolare o ispira determinate persone. Sarà soltanto in periodo post-esilico che il sostantivo indicherà anche il concetto di "Spirito Santo" (Cfr. K. KREMER, «Spirito». in Dizionario Esegetico del Nuovo Testamento, O. SOFFRITTI (a cura di), Paideia Editrice, Brescia 1998, colonna 1012).
17. Cfr. E. JENNI, C. WESTERMANN, « Spirito », op. cit., colonna 661.
18. Cfr. Gen 2, 7; 6, 3; Gb 33, 4; 34, 14-15; Qo 12, 7; Sap 15, Il. Ci si rivolge a Dio definendolo come "colui che dà il soffio di vita ad ogni carne" (Nm 16, 22; 27, 16).
19. Cfr. VIRGILIO, Eneide, VI, 726 "Spiruus intus alit... ".
20. Con il termine "spirito" si indica quella sostanza allo stato gassoso ottenuta per distillazione che, seppure rientra nell' ordine della materialità, si distingue da ciò che è solido o liquido per la sua sottile ed impalpabile consistenza nonché per la facile e veloce volatilità. Interessante notare che nella scrittura greca, lo spirito è quel segno diacronico che si pone sulle vocali iniziali di parola per indicare il suono aspirato.
INDICE
Introduzione
Etimologia dei due termini
Parte I
Antico Testamento
Capitolo I
Il libro di Genesi
1.1. Libro di Genesi: la nefes di tutte le creature - 1.2. La nefes dell'uomo - 1.3. Il Ruah del creatore nell'uomo: immagine e somiglianza.
Capitolo II
Anima e spirito nella letteratura poetico-sapienziale
2.1. Giobbe - 2.2. Il libro dei Salmi - 2.3. Proverbi: il Ruah come lampada 2.4. Qoèlet e Sapienza: il ruah negli animali e quello nell'uomo - 2.5. I profeti: Isaia ed Ezechiele.
Parte II
Nuovo Testamento
Capitolo I
Anima e Spirito nel Nuovo Testamento
I.I. I Vangeli sinottici.
Capitolo II
La letteratura giovannea
2.1. Il Vangelo e le lettere - 2.2. L'Apocalisse.
Capitolo III
L'antropologia tricotomica di San Paolo
Capitolo IV
Le lettere cattoliche
Parte III
Sezione storico-filosofica
Capitolo I
La filosofia antica
1.1. La natura divina dell'anima umana da Omero all' orfismo - 1.2. La psyché e il concetto di pnèuma nei presocratici - 1.3. L'anima umana come sostanza individuale: Platone e lo spirito infinito - 1.4. La comprensione dell'anima umana e il ruolo dello spirito nel pensiero di Arisrotele.
Capitolo II
I Padri della Chiesa
2.1. I Padri dei primi tre secoli: Giustino, Ireneo e Tertulliano - 2.2. Origene e la visione tricotornia dell'uomo - 2.3. La spiritualità dell'anima in Plotino - 2.4. Agostino .
Capitolo III
Tommaso e la scolastica
3.1. L'anima umana come forma del corpo - 3.2. La natura spirituale dell'anima.
Capitolo IV
La filosofia moderna
4.1. Il razionalismo di Descartes - 4.2. L'anima in Spinoza e il principio razionale dello spirito in Leibniz - 4.3. Lo spirito e l'idea: Locke e Berkeley - 4.4. L'empirismo di Hume e la critica di Kant- 4.5. Lo spirito nell'idealismo tedesco: da Fichte a Hegel.
Capitolo V
Spirito e anima tra Ottocento e Novecento
5.1. Lo spiritualismo di Fichte e Lotze - 5.2. Bergson e la Filosofia della coscienza - 5.3. Martin Heidegger - 5.4. Ludwig Wittgenstein, II6.
Capitolo VI
L'anima e lo spirito nel Novecento
6.1. Max Scheler - 6.2. Il Neoreahsmo di Benedetto Croce e Giovanni Gentile - 6.3. Il contributo di Edith Stein - 6.4. Dalla psicologia sperimentale alle odierne teorie sull'anima e la mente - 6.5. Lo spirito nella ricerca filosofico-scientifica.
Parte IV
Sezione teologica
Capitolo I
Il catechismo della Chiesa cattolica
Capitolo II
Il Concilio Vaticano II. La Gaudium et spes
Capitolo III
La concezione dello spirito in Giovanni Paolo II
Capitolo IV
Il magistero di Benedetto XVI
Capitolo V
La lettera enciclica Lumen fidei di Francesco
Parte V
Per uno sguardo d'insieme
Capitolo I
Anima e spirito nella Scrittura
Capitolo II
L'anima dalla tradizione storico-teologica ad oggi
Capitolo III
L'anima è spirituale
Capitolo IV
L'anima spirituale e la resurrezione del corpo
Biografia