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PADRE, FIGLIO E SPIRITO SANTO - Teologie trinitarie e non trinitarie a confronto

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Prezzo di vendita13,69 €
Descrizione
Autore: MATTHEW ALFS
Formato:  15 X 21
Pagine: 180
Anno: 2012
Editore: AZZURRA7 EDITRICE

 

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Matthew Alfs, studioso, ricercatore, scrittore e autore di vari saggi di natura sociologica e teologica, specializzato nell'aprire al grande pubblico temi e argomenti di difficile accesso, poco conosciuti ma di grande attualità e rilevanza storica.

 

PADRE, FIGLIO E SPIRITO SANTO - Teologie trinitarie e non trinitarie a confronto

RETROCOPERTINA

La dottrina della Trinità, attestata formalmente nel IV secolo dopo Cristo, è considerata dogma fondamentale dalle principali chiese della cristianità. Al contrario, altri cristiani rifiutano categoricamente tale dottrina. Se si analizza poi la teologia specifica di ogni chiesa, si evince che oltre a queste due principali classificazioni, trinitari e non trinitari, esistono ulteriori distinzioni. Quali sono le differenze fra la Trinità cattolica e quella ortodossa? E che dire della teologia protestante? Quali elementi caratterizzano il monoteismo antitrinitario di mormoni, unitariani e testimoni di Geova? Questo libro è indirizzato a chiunque desidera conoscere le analogie e le differenze teologiche fra le chiese contemporanee, con particolare riferimento alla loro concezione intorno alla figura del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.


INTRODUZIONE all'Edizione Italiana

Sin dai primi secoli della storia del cristianesimo, la deità di Gesù Cristo e il successivo sviluppo del pensiero trinitario sono stati al centro di numerosi dibattiti e polemiche. Nel corso delle epoche si sono scritte numerose opere con l’intento di difendere la divina onnipotenza del Cristo risorto, piuttosto che la sua essenziale distinzione e subordinazione al Dio Padre e, purtroppo, a scorrere non fu solo l’inchiostro.
Non è qui il caso di ripercorrere le tappe storiche che hanno caratterizzato la disputa teologica ma, attraverso questo libro, si prende invece coscienza di quello che è l’attuale status quaestionis.
Il lettore, anche il più esperto, potrebbe fare fatica a comprendere i concetti trinitari che ruotano attorno alla figura del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. In cosa credono i trinitari? E cosa obiettano i non trinitari? Prima di lasciarvi alle pagine scritte da Matthew Alfs, permettetemi di riassumere alcuni dati introduttivi .


Il punto di vista dei trinitari

  • Credo che Dio Padre, la prima persona della Trinità, ordini e disponga tutte le cose secondo il proprio disegno e la propria grazia.

  • Credo che Gesù Cristo, la seconda persona della Trinità, possieda tutte le eccellenze divine e condivida la stessa sostanza ed eternità del Padre.

  • Credo che lo Spirito Santo sia una persona divina ed eterna, che possiede tutti gli attributi di personalità e deità, inclusi intelletto, emozioni, volontà, eternità, onnipresenza, onniscienza, onnipotenza e veracità.

Con le succitate parole del teologo John MacArthur, penso sia possibile esprimere in maniera sintetica e accurata quella che è, o che dovrebbe essere, la posizione teologica di ogni credente che si consideri ortodossamente “allineato” alla classica dottrina della Trinità.

Il dato centrale della dottrina trinitaria è costituito dalla coesistenza di tre persone diverse all’interno di un’unica Deità: Padre, Figlio e Spirito Santo. Queste tre persone “devono” essere considerate aventi pari status divino. Per i trinitari, soltanto l’uguaglianza di essenza tra Cristo, lo Spirito e il Padre, sono compatibili con il monoteismo. Secondo il teologo Luis Francisco Ladaria, l’approccio teologico più adeguato e coerente per comprendere, nei limiti della ragione umana, la Trinità immanente, è quello di partire dall’economia della salvezza così come rivelata nel Nuovo Testamento. Egli afferma che,

[n]ella vita di Gesù, e specialmente nel suo mistero pasquale, ci si rivela il Dio uno e trino. Gesù va al Padre dal quale è venuto; una volta glorificato dal Padre ci manda, insieme a lui, lo Spirito Santo, lo Spirito che in origine era stato inviato su Gesù. A un primo sguardo del lettore sul Nuovo Testamento appaiono innanzi tutto questi “tre”, certamente uniti nella realizzazione dell’opera della salvezza.

Secondo i trinitari, l’unico modo per dare una spiegazione di questa distinzione fra la persona di Gesù, quella del Padre e quella dello Spirito, e al contempo salvare quella reciproca relazione che li lega al punto da parlarne come di “una cosa sola” (Gv 10:30) non può che essere la trinitas in unitate.

Generalmente viene riconosciuta l’esistenza di un “limite” oltre il quale non ha più senso indagare la natura trinitaria di Dio, che è, e rimarrà sempre Altro rispetto alla ragione umana. Ancora Ladaria afferma:

È chiaro che in Dio unità e trinità sono due dati ugualmente primari. D’altra parte è ugualmente evidente che, data la limitazione umana, non possiamo accedere alla verità tenendo conto al tempo stesso di tutte le implicazioni della medesima.

Il punto di vista dei non-trinitari

Le Sacre Scritture descrivono indubitabilmente un Dio che agisce in maniera “trinitaria”: il Padre che opera attraverso il Figlio con la potenza dello spirito santo. In un certo senso, è quindi teologicamente corretto affermare che in Gesù si rivela Dio; ma chi oggi sostiene le posizioni non-trinitarie si chiede se, dalla triplice maniera della Sua rivelazione, si possa realmente dedurre una triplice struttura interna dell’essere divino. Partendo dalla trinità economica, desumibile dai testi canonici, è lecito giungere alla concezione di una trinità immanente? Secondo molti non-trinitari (e a dire il vero anche secondo alcuni trinitari) la risposta è “no”.

Presupponendo un’unità di Dio declinata trinitariamente si è arrivati a sviluppare una dottrina della pericoresi che si avvale di parole alle quali vengono associati significati differenti da quelli del sistema originario. Ancora oggi, chi sostiene e difende le posizioni non trinitarie si chiede perché mai, discutendo di Trinità, la parola “figlio” debba perdere tutta quella serie di concetti ad essa legati quali l’inferiorità di conoscenza rispetto al padre che è propria di qualsiasi figlio (almeno negli stadi iniziali della sua vita), l’inferiorità di potenza rispetto al padre, l’inferiorità di età, e via dicendo.

Ma se ai termini chiave si associano significati differenti da quelli comunemente riconosciuti, allora si deve obbligatoriamente dedurre che gli scrittori biblici volessero superare i limiti della comprensibilità ordinaria negando di fatto ai loro lettori la possibilità di comprendere ciò che scrivevano. E ciò è assurdo, o almeno lo è per i non-trinitari. A dire il vero, lo è anche per qualche trinitario, come per il teologo Helmut Fischer che in una sua recente pubblicazione afferma:

Quando i termini perdono la loro concretezza e aderenza, e
decollano sulle ali della speculazione filosofica, allora si trasformano in moltiplicatori dei problemi che, in teoria, avrebbero dovuto risolvere.

Il problema che caratterizza i sostenitori della dottrina trinitaria, sempre dal punto di vista di chi evidentemente non la pensa come loro, è la lettura del tutto anacronistica che essi compiono di alcuni passaggi chiave del Nuovo Testamento. Quando l’autore del quarto vangelo riportò le parole del Cristo: “il Padre è maggiore di me”, quale fu il senso colto dai suoi lettori? Possiamo realmente credere che, davanti ad affermazioni simili, il lettore si mettesse a discettare sulla differenza fra subordinazione economica ed ontologica? Le letture che i trinitari offrono a passaggi simili a quelli riportati in Gv 10:28, consistono in giustificazioni del tutto anacronistiche. Si cerca una lettura coerente all’interno di un para6 digma trinitario che viene dato per valido in maniera aprioristica.

Ma i non-trinitari argomentano come sia l’intero paradigma a non avere le carte in regola per essere ritenuto dogmaticamente fondante. Va semplicemente rigettato perché anacronistico. Va rigettata la sua pretesa a conditio sine qua non all’essere definiti e considerati cristiani a pieno titolo.

Ulteriori complicazioni
Ad aggravare il compito di chi volesse migliorare la sua comprensione dei concetti sul Padre, Figlio e Spirito Santo, si aggiunge la confusioni che gli stessi teologi trinitari alimentano attraverso dichiarazioni che si rivelano spesso contradditorie.
Riporto qualche parere espresso da diversi teologi, alcuni ben noti, quali:

Helmut Fischer, già professore al Seminario Teologico di Friedberg, autore di numerosi saggi
teologici.

Marie Emile Boismard, che fu un noto biblista a livello mondiale.
Hans Küng, professore emerito di Teologia presso l’Università di Tubinga, autore di numerose
opere di
teologia dogmatica.
Douglas John Hall, professore emerito di Teologia Cristiana alla McGill Univeristy, in Montreal,
Canada.
Fulvio Ferrario, professore ordinario di Teologia Sistematica presso la Facoltà Teologica
Valdese, a Roma
Marguerite Shuster, professoressa di Teologia al Fuller Theolocal Seminary, in Pasadena,
California.

Sono solo un campione rappresentativo ma l’elenco potrebbe essere assai più lungo. Leggete con attenzione i commenti riportati nella colonna di sinistra, e poi quelli nella colonna di destra.


Tutti i tentativi di derivare ai testi
biblici la dottrina della Trinità
sono inesorabilmente destinati a
fallire, perché negli scritti sacri
non c’è nessuna traccia di una
simile dottrina – H. Fischer.


La dottrina della Trinità non è

esplicitata nelle Scritture, ma è
richiesta da ciò che in esse vi
leggiamo - M. Shuster


Nella Bibbia lo Spirito non è
mai concepito come una persona,
ma semplicemente come la
manifestazione della potenza di
Dio – M.E. Boismard.


[Lo Spirito Santo] è la terza
Persona della Santissima Trinità.
È Dio, uno e uguale al
Padre e al Figlio
CCC Comp., n. 46.


Nel Nuovo Testamento non v’è
traccia dell’affermazione secondo
la quale ci sarebbero tre Persone
in un unico Dio, il Padre, il
Figlio e lo Spirito Santo
M.E.


La Chiesa esprime la sua fede
trinitaria confessando un solo
Dio in tre Persone: Padre e
Figlio e Spirito Santo
CCC Comp., n. 48


In tutto il Nuovo Testamento
non c’è un solo passo in cui
venga detto che il Padre, Figlio e
Spirito sono “consostanziali” -
H. Küng.


Le tre Persone divine sono un
solo Dio perché ciascuna di
esse è identica alla pienezza
dell’unica e indivisibile natura
divina
CCC Comp., n. 48.


Questa dottrina è frutto, dunque,
di riflessione umana e di
pressione politica. È meglio
stendere un velo pietoso su
quella ricostruzione strumentale
che spiega come quegli ecclesiastici
riuniti [a Nicea] sarebbero
stati illuminati da Dio, in virtù
delle loro cariche ecclesiastiche,
nei loro feroci dibattiti e nelle
votazioni di dubbia trasparenza
H. Fischer.


Con le sue solenni affermazioni
sul Figlio; “Luce da luce,
Dio vero da Dio vero, generato,
non creato, della stessa sostanza
del Padre”, Nicea insegna
alla chiesa di tutti i tempi
che nella storia di Gesù di Nazareth,
essa incontra il Dio di
Israele…
F. Ferrario.


La dottrina della Trinità non
può neanche rappresentare una
conoscenza essenziale per la salvezza,
perché altrimenti, a tutte
le generazioni cristiane anteriori
al 381 d.C. sarebbe mancato
qualcosa di essenziale per la salvezza.
H. Fischer.


Soltanto l’uguaglianza di essenza
tra Cristo e lo Spirito
con il Padre sono compatibili
con il monoteismo
K. Barth.


Quando sentite dire che “Gesù è
Dio”, dovreste ricordare la fonte
di tale dichiarazione: non è la
Bibbia, come si afferma di consueto,
ma il ragionamento metafisico
di una dottrina cristiana
post-biblica
D. J. Hall.


È contraria alla fede l’opinione
secondo cui la rivelazione ci
lascerebbe un dubbio […]
sull’eterna esistenza dello Spirito
Santo come persona distinta,
in Dio, dal Padre e dal
Figlio
DH 4522


Credere nello Spirito santo significa
credere nella potenza e
nella forza di Dio che opera
nell’uomo e nel mondo
H. Küng


Il Padre è Dio, il Figlio è Dio,
lo Spirito Santo è Dio
DH 573

È possibile che a questo punto il lettore si senta veramente confuso. Come stanno realmente le cose? Hanno ragione i trinitari? Oppure sono i non-trinitari a leggere la Bibbia in maniera corretta? Chiariamo subito che Matthew Alfs non vi darà alcuna risposta in tal senso.
Però vi aiuterà a far luce sui vari concetti di Padre, Figlio e Spirito Santo e sulla relazione che li lega. Vi offre cioè gli strumenti affinché possiate cercare autonomamente le vostre risposte.
Alla prima parte del libro, un po’ tecnica ma indispensabile per comprendere il “problema” trinitario, fa seguito una seconda parte molto più scorrevole che esamina il pensiero delle più diffuse denominazioni religiose. Un libro che mostra d’essere uno strumento utile per chiunque voglia coltivare un dialogo interreligioso che non può prescindere dalla conoscenza e dal rispetto delle idee altrui.
Francesco Arduini

INDICE


Introduzione all’edizione italiana
Introduzione

Prima parte – Trinitarismo

La Trinità secondo il Credo di Atanasio

Cattolicesimo e dottrina della Trinità
Cattolicesimo e la dottrina della Incarnazione
Il grado di accoglienza nel protestantesimo delle forme di trinitarismo del credo di Atanasio
La variante protestante delle forme trinitarie del Credo di Atanasio
Il trinitarismo delle Chiese Ortodosse Orientali

La Trinità della subordinazione filiale
La Trinità della non-processione divina
La Trinità della rivelazione
Il triteismo o trinitarismo triteistico

Seconda parte – Non-Trinitarismo

Forma non trinitaria della famiglia di Dio

La Chiesa di Dio (Settimo Giorno)
La Chiesa Universale di Dio
Forma monade-monoteistica del non-trinitarismo
Gli unitariani
I cristadelfiani
La Chiesa di Dio (Fede Abramitica)
La Via Internazionale
I testimoni di Geova
Movimento delle Chiese del Vangelo del Regno

Conclusione

Bibliografia

Indice analtico