L'Autore: SERGIO GABBRIELLI (Firenze, 1939-2007) fu intellettuale poliedrico e appassionato. Medico specialista in pneumologia - e autore di opere sulle affezioni dell'apparato respiratorio - affiancò alla pofessione l'esercizio della pittura: molti suoi dipinti, che ne attestano le qualità di brillante originale allievo di Pietro Annigoni, sono ospiti in chiese (Santa Maria Scandicci, Badia a Settimo, San Pietro a Radicofani) ed edifici pubblici Palagio di parte Guelfa, Casa di Dante). Come biblista e storico della Chiesa, ha pubblicato una traduzione italiana del Qohelet, l'oratore, Firenze 2004) del cantico dei cantici (La più bella canzone scritta da Salomone, Firenze 2005), il saggio le trombe dell'apocalisse (Arezzo, 1994; insignito del premio Fiorino d'Oro per la saggistica 1998) e, con la nostra casa editrice, Pio XII: tutta la verità (Firenze 2007).
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PREFAZIONE
Il cantico è una canzone e, come spesso accade ancora oggi, è una canzone d'amore. Anche nell'antichità veniva cantata con l'accompagnamento di strumenti musicali e i greci la chiamavano "lirica" perché la cantavano accompagnandosi con la lira. L'espressione "cantico de' cantici" con cui inizia questo libro dell'Antico Testamento non è che un superlativo ebraico, come "re dei re", "secoli dei secoli", "cieli dei cieli", "santo dei santi" ecc. Vuol dire semplicemente "il cantico più bello" o meglio ancora "la più bella canzone". Più bella di quali altre canzoni? L'aggiunta "che è di Salomone" non solo definisce chi ne è l'autore, ma restringe il campo di paragone: è la più bella fra quelle scritte da Salomone. E non erano poche. Secondo I Re 4:32 ne produsse 1005 ma nessuna di queste fu ritenuta degna di essere preservata nelle Sacre Scritture. Quella che entrò nel canone biblico fu composta dal re quando aveva solo 60 mogli e 80 concubine (Cantico 6:8) e perciò all'inizio del suo regno quarantennale (1040-1000 a.Ci) e non alla fine, quando aveva ben 700 mogli e 300 concubine. In essa il re, sotto ispirazione, tracciò le linee di un amore ideale, che non riuscì mai a trovare nella realtà. Infatti poco prima di morire scrisse: "Per tirare le somme, guarda cosa ho trovato: dopo aver esaminato le (mie) donne ad una ad una, quella che la mia anima desiderava non l 'ho trovata; un (vero) uomo su mille l 'ho trovato ma una (vera) donna su tutte queste (mille) non l'ho trovata" (Ecclesiaste 7:27,28). Da accenni contenuti nel Cantico si comprende che, quando questo fu scritto da Salomone, il tempio di Gerusalemme era già stato edificato. Siccome la costruzione del santuario fu completata nel dodicesimo anno del suo regno, cioè nel 1029 a.C., possiamo datare la compilazione del Cantico poco dopo tale data. Esso contiene espressioni d'amore tra una pastorella e un pastore, promessi sposi. Israele inserì il Cantico nel canone dell'Antico Testamento, considerandolo un testo sacro e un mashàl, cioè un'allegoria. "Il mondo intero non è tanto prezioso quanto il giorno in cui fu dato a Israele il Cantico dei Canti ci, perché tutti gli Scritti sono sacri, ma il Cantico dei Cantici è sacro per eccellenza" scrisse Rabbì Akivà (Mishnà Jadàim 3, 5). Nessuno degli antichi ebrei e dei cosiddetti "padri della chiesa" dubitò mai che il Salomone fosse l'autore del Cantico. Oggi invece non c'è un libro della Bibbia che si salvi dal dubbio e dalla critica demolitrice della fede di moderni "teologi" e di saccenti professori universitari. Interpreti recenti vogliono dimostrare che il Cantico non è altro che un elogio dell'amore coniugale. (Continua)
INDICE
Introduzione 5
L'autunno 15
La primavera 25
La portantina e il corteo 31
Elogio della sapienza della sposa 35
n giardino 39
L'incubo 43
Elogio dello sposo 47
Elogio della potenza della sposa 53
Il popolo d'Israele 57
Elogio della giustizia della sposa 59
Riepilogo finale 63
Elogio dell'amore della sposa 67
Epilogo 71
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