LA VITA SEGRETA DELLE PIANTE
Autore: | PETER TOMPKINS - CRISTOPHER BIRD |
Formato: | 14 X 19 |
Pagine: | 370 |
Anno: | 2009 |
Editore: | IL SAGGIATORE |
L'Autore Peter Tompkins (1919-2007), giornalista e scrittore statunitense, è stato corrispondente per il New York Herald Tribune. Durante la Seconda guerra mondiale è stato arruolato dall'Oss e ha partecipato a numerose missioni in appoggio alle forze partigiane italiane. Tra i suoi numerosi saggi, in Italia sono stati pubblicati La magia degli obelischi (20m). Una spia a Roma (20021. Dalle carte segrete del Duce (200-4). L'altra Resistenza (2005). |
LA VITA SEGRETA DELLE PIANTE
RETROCOPERTINA
«Quando tocco quel fiore, tocco l'infinità.
Esso esisteva molto prima che sulla terra vi fossero esseri umani e continuerà a esistere per milioni di anni futuri. Attraverso il fiore, io parlo all'infinito.»
Le piante sono molto importanti per la nostra esistenza e qualità della vita, influenzano positivamente il nostro umore perché anche loro hanno un'anima. Una lunga tradizione di studi e ricerche dimostra che provano emozioni come noi, comunicano attraverso i profumi e i colori, entrano in contatto con l'uomo grazie a una misteriosa percezione
extrasensoriale. Come in un romanzo appassionante, Peter Tompkins acconta gli studi, le sorprendenti scoperte, si awentura nei meccanismi sottili e invisibili del mondo vegetale. Fin dalla sua pubblicazione La vita segreta delle piante è stato un libro che ha suscitato uno straordinario interesse internazionale; un long seller che ha dischiuso anche ai lettori più scettici i segreti di un nuovo, incredibile universo.
PREFAZIONE di Grazia Francescato
Vita che scorre tra terra e cielo, come la nostra. Così il grande pensatore C.G. jung definiva «il senso dell'albero», che non risiede «né nelle radici né nell'alta chioma», ma appunto nel misterioso flusso vitale che circola in egual misura nel ventre del pianeta e al disopra, nel micro come nel macrocosmo. Maestro di archetipi, capace come pochi altri di decifrare il codice primigenio che giace sepolto nel profondo di ogni essere umano e di riportarlo alla luce, Jung ha colto d'un sol colpo - con la folgorante intuizione propria dei poeti e dei profeti (in ogni autentico poeta, d'altronde, abita un autentico profeta e viceversa) - le ragioni essenziali della nostra «simpatia» con il mondo vegetale, della nostra sorprendente affinità con gli alberi, questi esseri viventi sospesi come noi tra terra e cielo, i piedi saldi al suolo e la testa nelle nuvole.
Siamo alberi che camminano e non lo sappiamo. Mentre le piante sono «umani con foglie e radici» ... e lo sanno. Un vero rapporto di conoscenza tra noi e loro ci regalerà una consapevolezza nuova sulla natura autentica dell'esistenza d'entrambe.
Purché la conoscenza sia - come la definiscono gli indigeni dell' America Latina - «un sentiero con un cuore», capace di coniugare emozioni e ragionamenti, dati statistici e intuizioni sottili. Insomma, in grado di mettere insieme l'emisfero destro e quello sinistro del cervello, sempre più divaricati a causa del prevalere dell'elemento razionale, privilegiato (specie negli ultimi tre secoli, dall'Illuminismo in poi) dalla civiltà occidentale.
Questo affascinante libro di Peter Tompkins e Christopher Bird è appunto un sentiero di conoscenza con un cuore, capace di sollevare il velo di Maia e di introdurci in livelli occulti e profondi dell'universo, dove le tre dimensioni del mondo cosiddetto «reale» incontrano la quarta, dove il labile confine tra fisico e merafisico si stempera e si scioglie nell'Unità finalmente ricomposta.
Pubblicato nel 1973, ha destato un'eco straordinaria in tutto il mondo, ben al di fuori del cerchio ristretto degli addetti ai lavori, grazie al suo coraggioso e rivoluzionario approccio.
Gli autori, infatti, utilizzano la scienza per convalidare la visione poetica che le piante sono «creature in grado di vivere, respirare, comunicare, dotate di personalità e di attributi dell'anima». E di instaurare relazioni consapevoli e collaborative con gli esseri umani che si rendono disponibili.
Tompkins e Bird passano in rassegna valanghe di dati, esperimenti e rapporti prodotti nei secoli e nei decenni scorsi da legioni di scienziati e studiosi all'avanguardia e li incrociano con le folgoranti e sorprendenti intuizioni di scrittori, poeti, filosofi e psicologi.
Da questo inatteso ma convincente matrimonio tra scienze e humanities, tra fisica e metafisica, da questo taglio scientifico sia ortodosso che eretico, scaturisce appunto quella conoscenza intuitiva ed emotiva in grado di illuminare gli archetipi junghiani dell'universo vegetale e di farceli riconoscere così felicemente simili ai nostri.
Un'intelligenza «calda», quella dei due autori, che unisce soggetto indagatore e oggetto dell'indagine e che supera di slancio l'intelligenza fredda della scienza ortodossa, rea di porre invece tra i due una distanza incolmabile.
Un'intelligenza calda che viene da lontano, che era in epoche remote patrimonio di tutta l'umanità, espressa nel reticolo di miti, leggende e simboli che da sempre hanno intessuto le relazioni tra mondo vegetale e umano. Di questa conoscenza dell'anima sono rimaste tracce caparbie in quelle culture indigene che non sono state del tutto travolte dall'omologazione con la civiltà occidentale, che hanno tentato di conservare la loro «diversità» in un mondo sempre più globalizzato.
Sono sicura che il testo di Tompkins e Bird troverebbe entusiastica accoglienza tra i miei amici della tribù colombiana degli UWA, che da tremila anni vivono nella foresta al confine con il Venezuela, deliberatamenre e tenacemente conservando «d'alta tecnologia spirituale» (così la definiscono) capace di metterli in contatto con il «corazén de la Madre Tierra», e di mantenerli in sintonia con la Natura.
Uguale affettuoso riscontro questo libro ha trovato - e continuerà a trovare, grazie anche a questa provvidenziale nuova edizione - nel vasto arcipelago che unisce gli amanti delle piante, i naturalisti, gli ecologisti, ambientalisti, difensori dei diritti umani e dei viventi, movimenti di e post Seattle, drappelli di seguaci della New Age e delle tante discipline spirituali che mettono al centro l'Unità del tutto e l'urgenza per l'umanità (impegnata ahinoi a distruggere la terra e se stessa) di ritrovare la perduta armonia con il tutto.
Un pubblico vasto e variegato, destinato ad ampliarsi - ci scommetterei - con l'adesione, ieri sporadica ma oggi sempre più diffusa, di schiere di studiosi e scienziati sempre meno convinti della validità di un approccio scientifico rigidamente ortodosso e pronti ad accettare invece una visione olistica della scienza.
Sono sempre più numerosi, infatti, gli studiosi disponibili a sottoscrivere «dichiarazioni di fede» che fino a qualche tempo fa sarebbero state considerate eretiche e avrebbero scatenato anatemi su chi si fosse azzardato a pronunciarli. Come quella nitidamente espressa da uno studioso ecologista italiano, il prof. Aldo Sacchetti, fra i più stimati maestri del movimento ambientalista, anticipato re appassionato della necessità dell'unione tra fisica e metafisica.
Nel suo libro Scienza e coscienza, pubblicato nel gennaio del 2002, Sacchetti scrive a chiare lettere: «Il paradigma materialistico della scienza moderna, da quasi quattro secoli basato sull'idea di una natura priva di intelligenza e di finalità (vittima predestinata di ogni aggressione utilitaristica) appare ormai inaccettabile». Prima di tutto perché inadeguato a cogliere la stupefacente complessità del cosmo, «il coordinamento immediato e unitario dei sistemi viventi». Inadatto, insomma, a cogliere il ritmo occulto, la musica segreta che fa trapelare la presenza omnicomprensiva dell'Anima Mundi, cui è legata l'anima individuale di tutti gli esseri viventi (uomini donne, animali, piante, minerali). «Alla certezza delle "cose"» scrive lo studioso ecologista «si è sostituita la certezza delle interconnessioni totali ... della non separabilità tra oggetto (particella) e movimento, tra essere e divenire.» Dunque tra chi osserva e chi è osservato, tra indagatore e indagato.
Con un tocco poetico, Sacchetti - che ha scritto un libro emotivamente caldo ma densissimo di dati, relazioni, formule chimiche e fisiche (insomma «scientifico» al cento per cento anche dal punto di vista ortodosso) - traduce la sua visione della nuova scienza con queste parole: «La biosfera è un tessuto di sole trapunto di creature».
Tra queste creature, Tompkins e Bird hanno prescelto gli alberi, le erbe, i fiori, il mondo vegetale perché portassero testimonianza di questa verità, perché ci aiutassero ad aprire gli occhi sulla sorprendente realtà del visibile e dell'invisibile.
Questo stupendo libro che svela i segreti delle piante, svela anche i nostri segreti. Ci rende più «vegetali», dunque più umani. Ci insegna a ritrovare quel perduto battito del cuore che potremo risentire identico, se decidiamo di ascoltarlo, sotto la corteccia di una quercia e nello stelo di un fiore.
INDICE
Prefazione all'edizione 2002 di Grazia Francescato
Nota all'edizione 2002 di Peter Tompkins
Introduzione
Parte prima
LA RICERCA MODERNA
1 - Le piante e le percezioni extrasensoriali
2 - Usi meccanici delle piante
3 - Le piante sanno leggervi nel pensiero
4 - Visitatori dallo spazio cosmico
5 - Recenti scoperte sovietiche
Parte seconda
PIONIERI DEI MISTERI DELLE PIANTE
6 - La vita delle piante ingrandita cento milioni di volte
7 - La metamorfosi delle piante
8 - Le oiante cresceranno a piacere
Parte terza
IN SINTONIA CON LA MUSICA DELLE SFERE
9 - La vita armonica delle piante
10 - Piante e elettromagnetismo
11 - Campi di energia, esseri umani e piante
12 - TI mistero dell'aura invisibile di piante e uomini
Parte quarta
FANCIULLI DEL SUONO
13 - TI suolo: bastone della vita
14 - I prodotti chimici, le piante e l'uomo
15 - Piante vive e pianeti morti
16 - Alchimisti in giardino
Parte quinta
LA RADIANZA DELLA VITA
17 - Usate la bacchetta magica con le piante per avere salute
18 - Insetticidi radionici
19 - La mente al di sopra della materia
20 - Findhorn e il Giardino dell'Eden
Bibliografia
Indice dei nomi