RETROCOPERTINA
All'inizio e alla fine abbiamo il mistero. Potremmo dire che abbiamo il disegno di Dio. A questo mistero la Matematica ci avvicina, senza penetrarlo. Ennio De Giorgi
Capitolo 1
Scopi di questo volumetto
Tempo fa una studentessa di giornalismo scientifico mi fece un'intervista. Abbiamo parlato della mia passione per la Matematica, degli argomenti delle mie ricerche e dei riconoscimenti ricevuti dalla comunità internazionale. A un certo punto, non ricordo bene perché (forse avevo fatto io un breve accenno, forse era stata colpita dal crocifisso che è in bella evidenza nel mio ufficio alla SISSA, alle spalle della mia scrivania) la ragazza mi chiese se fossi un credente. Alla mia risposta affermativa, domandò: «Ma come fa, uno scienziato, anzi un matematico come lei, a credere in Dio?» Le risposi stupito, forse anche un po' irritato, che l'equazione razionalità = ateismo è del tutto errata, come è dimostrato dal grande numero di illustri pensatori del passato e del presente, grandi matematici compresi. Riflettendo su questo episodio, mi sono reso conto che questo luogo comune, che risale all'illuminismo, è molto di moda e sono tanti coloro che la pensano come quella studentessa. Troppo spesso noi cristiani siamo restii a testimoniare con forza la nostra fede. Abbiamo paura di non rispettare le sensibilità degli altri e così viviamo 1'essere cristiani come una cosa intima e riservata. A volte, forse, abbiamo paura di esporci a ritorsioni, specie ai nostri giorni in cui siamo una minoranza. Anch'io ho fatto così molte volte e ho sempre sentito questa come una mia mancanza. Allora ho pensato che avrei dovuto scrivere qualcosa sull' argomento. Tuttavia il progetto è stato rimandato, perché al momento ero troppo impegnato nelle ricerche con i miei dottorandi, per poter dedicare tempo a un compito impegnativo come quello. Recentemente sono apparsi vari saggi in cui si cerca di dimostrare la inconciliabilità tra fede da una parte e ragione e razionalità dall' altra. Di solito vengono usati argomenti di Logica o di Calcolo delle Probabilità. Ne parleremo più avanti. Su questi argomenti, l'ultimo libro in ordine di tempo che mi è capitato tra le mani è il volume di J.A. Paulos, edito dalla Rizzoli, dal titolo La prova matematica dell'inesistenza di Dio [7]. Come cercherò di spiegare in seguito, non sono possibili dimostrazioni matematiche che provino o neghino l'esistenza di Dio. Comunque la lettura di questo libro mi ha fatto tornare in mente quell'idea di scrivere qualcosa controcorrente, anticonformista, forse politicamente scorretta, come si dice ora. Una voce fuori dal coro, insomma. Non essendo né un teologo, né un logico, non ho la presunzione di insegnare nulla a nessuno e meno che meno convertire qualche ateo, agnostico o scettico che sia. Cercherò di rispondere a questa domanda: che cosa può fare la Matematica per verificare qualcosa sul mistero di Dio? Dimostrerò che Matematica e Dio riguardano due campi distinti e non ci sono prove matematiche né a favore né contro la Sua esistenza. Cercherò anche di illustrare con esempi concreti come in tanti scienziati, inclusi i matematici, possano coesistere la fede in Dio e il rigore scientifico che essi mettono nelle loro ricerche. Anzi, come le due cose siano non solo conciliabili, ma addirittura feconde. Questo breve saggio si articola in 11 capitoli, completati da un glossario in cui sono riportate le definizioni di alcuni termini tecnici usati nel testo, dalle biografie essenziali dei matematici citati e dalla bibliografia. I rimandi ai termini del glossario sono del tipo [G1], [G2] eccetera; quelli relativi alla bibliografia sono del tipo [1], [2] eccetera. In breve, parlerò di questi argomenti. Dopo aver accennato al libro di Paulos che è stato uno dei motivi che mi ha spinto a scrivere questo saggio, cercherò di spiegare cosa si debba intendere per matematico, termine troppe volte abusato. Parlerò poi di due grandi matematici, Giovanni Prodi ed Ennio De Giorgi, nei quali si può verificare come possano convivere il rigore del pensiero matematico e la profonda fede in Dio. Parlerò anche dei rapporti tra cristianesimo ed ebraismo, accennando alle mie personali amicizie con due matematici ebrei: Paul Rabinowitz e e Haim Brezis. Entrerò quindi nel vivo del discorso e mi sforzerò di spiegare come le dimostrazioni matematiche possano ben poco nei riguardi dell' esistenza di Dio e, meno ancora, della Sua non esistenza. Vorrei anche far capire come, lungi dall' esserci incompatibilità tra scienza e fede, la prima (e, in particolare, la Matematica) possa fornire delle suggestioni, delle intuizioni che aiutano il credente a rinsaldare la propria fede. Un breve cenno sarà dedicato a sfatare il luogo comune che i credenti siano dei creduloni con scarse capacità di ragionamento. Mi piacerebbe che queste mie riflessioni su Matematica e fede in Dio possano essere un'utile testimonianza per i credenti, nella speranza che siano aiutati a rafforzare e accrescere le loro intime convinzioni. Ma confido anche che questo breve saggio possa fornire degli spunti di riflessione a chi è ateo o agnostico o, comunque, «irreligioso», facendo intravedere anche a loro il mistero grandioso di Dio.
INDICE
9 1. Scopi di questo volumetto 13 2. Il libro di Paulos 17 3. Chi sono i matematici 21 4. I matematici e la fede in Dio 29 5. Limiti dei matematici 35 6. Le dimostrazioni matematiche 47 7. Teoremi e realtà 55 8. La matematica ci avvicina a Dio 61 9. Una testimonianza personale 67 10. Irreligiosità: riflessioni su certi luoghi comuni
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