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DARWIN - Origine dell'uomo e la selezione sessuale

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Descrizione
Autore: CHARLES DARWIN
Formato:  13,5 X 22
Pagine: 470
Anno: 2010
Editore: GRANDI TASCABILI NEWTON

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L'Autore Charles Darwin nacque nel 1809 a Shrewsbury da una famiglia legata per tradizione professionale alle scienze naturali. Studiò medicina a Edimburgo e teologia a Cambridge, finché nel 1831, superando le resistenze del padre, riuscì a imbarcarsi come naturalista a bordo del Beagle per un viaggio durato cinque anni che costituì l'avvenimento più importante della sua formazione. Nel 1838 la lettura del Saggio sui principi della popolazione di Malthus gli fornì l'idea per quella teoria della «selezione naturale» che tanto peso avrebbe avuto sul pensiero scientifico e filosofico. Morì nel 1882.
Di Darwin la Newton Compton ha pubblicato L'origine delle specie, L'espressione delle emozioni nell'uomo e negli animali, Viaggio di un naturalista intorno al mondo e il volume unico L'origine delle specie, L'origine dell'uomo e altri scritti sull'evoluzione.


DARWIN - Origine dell'uomo e la selezione sessuale


RETROCOPERTINA

Nel corso dello sviluppo della civiltà, l'uomo acquistò una posizione di predominio sulle creature compagne del regno animale, ma non contentandosi di una tale supremazia, prese a scavare un abisso tra la sua natura e la loro ( ... ) Le ricerche di Charles Darwin e dei suoi collaboratori ( ... ) posero fine a questa presunzione umana», ha scritto Freud.
La grandezza e l'importanza de L'origine dell'uomo e la selezione sessuale appare chiaramente proprio oggi che l'uomo è impegnato nella ricerca di una nuova armonia con le leggi naturali. La grande opera che ha permesso all'uomo di riscoprirsi parte della Natura, «animale» tra gli altri animali.

INTRODUZIONE DELL'AUTORE

La natura della seguente opera sarà meglio compresa attraverso un rapido accenno a come è stata scritta. Per molti anni ho raccolto appunti sull'origine o la discendenza dell'uomo, senza nessun intento di pubblicazione al riguardo, ma piuttosto con la determinazione di non pubblicare, in quanto
pensavo che altrimenti avrei solo aggiunto pregiudizi contro le mie opinioni. Mi sembrava sufficiente aver indicato, nella prima edizione della mia Origine delle specie, che da questa opera si sarebbe irradiata luce «sull'origine dell'uomo e sulla sua storia», il che implica che l'uomo deve essere incluso con gli altri esseri viventi in qualsiasi conclusione generale, per quanto riguarda il modo di comparire sulla terra. Ora la situazione si presenta in modo del tutto differente.
Quando un naturalista come Cari Vogt si avventura a dire nel suo discorso di presidente della Società Nazionale di Ginevra (1869): «Nessuno, almeno in Europa, osa più sostenere la creazione indipendente sia dei tipi che delle specie», è chiaro che almeno un gran numero di naturalisti è costretto ad ammettere che le specie siano i discendenti mutati di altre specie; e ciò è considerato valido particolarmente dai più giovani ed eminenti naturalisti. I più accettano il fattore della selezione naturale; tuttavia qualcuno sostiene che ho troppo esagerato la sua importanza, del che renderà giustizia il futuro. Sfortunatamente molti dei più vecchi ed eminenti esponenti delle scienze naturali sono ancora contrari alla teoria dell'evoluzione sotto qualsiasi forma.

In seguito alle opinioni ora adottate dalla maggioranza dei naturalisti e che alla fine, come sempre, saranno seguite da altri che non sono scienziati, sono stato spinto a riunire i miei appunti, per vedere fino a che punto le conclusioni generali raggiunte nelle mie prime opere fossero applicabili all'uomo. Questa mi sembrava la cosa migliore, in quanto non avevo mai deliberatamente applicato queste teorie alle specie prese singolarmente. Quando rivolgiamo la nostra attenzione alla singola forma siamo privati del complesso di argomenti dedotti dalla natura delle affinità che collegano interi gruppi di organismi, cioè la distribuzione geografica nel passato e nel presente, e la successione geologica. Rimangono da considerare la struttura omologa, lo sviluppo embrionale e gli organi rudimentali di una specie, sia dell'uomo che di qualsiasi altro animale, cui si debba rivolgere la nostra attenzione; ma queste grandi classi di fatti offrono, per lo meno mi sembra, un'ampia e decisiva prova in favore del principio dell'evoluzione graduale. Il forte appoggio fornito da altri argomenti dovrebbe tuttavia essere sempre tenuto presente.
Il solo scopo di questo lavoro è di considerare, in primo luogo, se l'uomo, come ogni altra specie, sia disceso da qualche forma preesistente, in secondo luogo, il modo di questo sviluppo, ed in terzo luogo il valore delle differenze tra le cosiddette razze umane. Poiché mi limiterò a questi punti, non sarà necessario descrivere particolareggiatamente le differenze tra le diverse razze - argomento enorme, già pienamente trattato in molte opere pregevoli. La remota antichità dell'uomo è stata dimostrata dai lavori di una quantità di eminenti studiosi, a cominciare da Boucher de Perthes, ed è base indispensabile per comprendere la sua origine. Prenderò perciò queste conclusioni per buone e rimanderò i miei lettori agli ottimi trattati di Sir Charles Lyell, di Sir John Lubbock ed altri. Né avrò altro da fare se non allusioni al complesso di differenze tra l'uomo e le scimmie antropomorfe; infatti il prof. HuxIey, secondo il parere dei giudici più competenti, ha definitivamente dimostrato che l'uomo in ogni carattere visibile differisce dalIIe scimmie superiori meno di quanto queste differiscano dai membri inferiori dello stesso ordine di primati.
Quest'opera contiene solo qualcosa di originale riguardo all'uomo; ma, poiché le conclusioni cui sono giunto dopo aver tratteggiato un primo abbozzo jni sono parse interessanti, ho pensato che potessero interessare anche altri. E stato spesso e fiduciosamente asserito che l'origine dell'uomo non potrà mai essere conosciuta; ma l'ignoranza genera, più spesso della conoscenza, certe convinzioni: coloro che sanno poco e non quelli che sanno molto asseriscono tanto fermamente che questo o quel problema non sarà mai risolto dalla scienza. La conclusione che l'uomo ha l'origine in comune con qualche antica, infima ed estinta forma non è in nessun grado nuova. Lamarck giunse molto tempo fa a questa conclusione che è stata sostenuta da parecchi eminenti naturalisti e filosofi; per esempio da Wallace, HuxIey, Lyell, Vogt, Lubbock, Buchner, Rolle1 e specialmente da Hàckel, Quest'ultimo naturalista, oltre alla sua grande opera Generelle Morfologie (1866) ha recentemente pubblicato (1868, con una seconda edizione del 1870) Natùrliche Schopfungsgeschichte in cui discute a fondo la genealogia dell'uomo.
Se questo lavoro fosse apparso prima che scrivessi il mio saggio, probabilmente non lo avrei mai completato. Ho trovato confermate da questo naturalista, la cui conoscenza in molti punti è più completa della mia, quasi tutte le conclusioni cui sono pervenuto. Ovunque abbia aggiunto fatti o opinioni tratti dagli scritti del prof. Hackel, lo cito nel testo; ho lasciato altri particolari come stavano originariamente nel mio manoscritto, richiamandomi occasionalmente nelle note alla sua opera, come conferma di punti più dubbi o interessanti.
Per molti anni mi è sembrato assai probabile che la selezione sessuale avesse avuto una parte importante nel differenziare le razze umane; ma nel mio Origine delle specie (prima edizione, pag. 199) mi sono accontentato di accennare soltanto a questa opinione. Quando sono giunto ad applicare questa teoria all'uomo, ho trovato indispensabile trattare l'argomento completo in tutti i particolari2. Di conseguenza la seconda parte della presente opera, che tratta la selezione sessuale, si estende sproporzionatamente rispetto alla prima parte, ma ciò non si poteva evitare.

Avevo intenzione di aggiungere a questo volume un saggio sull'espressione delle diverse emozioni nell'uomo e negli animali inferiori. La mia attenzione era stata richiamata su questo argomento molti anni fa dalla pregevole opera di Sir Charles Beli. Questo illustre anatomista sostiene che l'uomo è dotato di certi muscoli solo per esprimere le sue emozioni. Poiché tale opinione è ovviamente opposta a quella per cui l'uomo è derivato da qualche altra forma inferiore, era per me necessario considerarla. Parimenti desideravo accertare quanto le emozioni fossero espresse nella stessa maniera dalle diverse razze di uomini. Ma per la lunghezza del presente lavoro ho pensato che fosse meglio riservare il saggio per una pubblicazione separata.

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1. Poiché le opere degli autori nominati per primi sono ben conosciute, non è necessario che ne riporti i titoli. Darò quelli degli ultimi, meno noti in Inghilterra: Sechs Voriesungen ùber die Darwin 'sche Theone, Il edizione 1868 del dott. L. Buchner; trad. francese, Conférences sur la Théorie darwinienne 1869. Der Mensch, im Lichte der Darwin' sche Lehre, 1865 del dott. P. Rolle. Non cercherò nemmeno di citare tutti gli autori che hanno assunto la medesima posizione nei confronti del problema. Cosi G. Canestrini ha pubblicato (Annuario della Soc. d. Nat., Modena 1867, p. 81) uno scritto molto singolare sui caratteri rudimentali, in merito all'origine dell'uomo. E stata pubblicata dal don. Francesco Barrago un'ulteriore opera (1869) che in italiano si intitola L'uomo, [atto a immagine di Dio, fu anche] atto a immagine della scimmia.
2. Il prof. Hackel fu il solo autore che, quando apparve questa opera per la prima volta jabbia discusso l'argomento della selezione sessuale, e abbia individuato la sua piena importanza fin dalla pubblicazione dell'Origine; e lo fece nelle sue diverse opere molto abilmente.

INDICE

7 Introduzione eli Giuseppe Montalenti
17 Nota biobibliografica

L'ORIGINE DELL'UOMO E LA SELEZIONE SESSUALE

23 Introduzione dell' Autore
26 Parte prima. La discendenza od origine dell'uomo
162 Note sulla rassomiglianza e sulla differenza nella struttura e nello sviluppo del cervello negli uomini e nelle scimmie (del pro! Huxl membro della Royal Society)
169 Parte seconda. La selezione sessuale
419 Parte terza. Selezione sessuale in relazione all'uomo e conclusione