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I PECCATI DEL VATICANO - Superbia, avarizia, lussuria, pedofilia: gli scandali e i segreti della Chiesa cattolica

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Descrizione
 Autore:  CLAUDIO RENDINA
 Formato:  14,5 X 22
 Pagine:  335
 Anno:  2009
 Editore:  NEWTON COMPTON EDITORI

 

L'Autore  claudio-rendina-120Claudio Rendina, scrittore, poeta, storiografico e romanista, ha legato il suo nome a opere storiche di successo, tra le quali, per la Newton Compton, I papi.
   Storia e segreti; Il Vaticano.
Storia e segreti; Storia insiolita di Roma;  Storie della città di Roma; Alla scoperta di Roma; Le chiese di Roma; Cardinali e cortigiane; La vita segretea dei papi; Roma giorno per giorno; La santa casta della Chiesa. Ha diretto la rivista "Roma ieri, oggi, domani" e curato La grande enciclopedia di Roma. Attualmente firma per "la Repubblica" la rubrica di storia, arte e folclore " Cartoline romane".
 

PREMESSA

Di' oggi mai che la Chiesa di Roma, per confondere
in sé due reggimenti,
cade nel fango, e sé brutta e la soma.

Dante Alighieri, Purgatorio (XVI, 127-129)

Ho sognato una Chiesa nella povertà e nell'umiltà,
che non dipende dalle potenze di questo mondo.

Carlo Maria Martini, Conversazioni notturne a Gerusalemme

   Il Vaticano, ovvero la Città del Vaticano, è il simbolo territoriale della Chiesa cattolica sotto la sovranità del papa. Che va giuridicamente collegata a quella persona morale di diritto pubblico che è la Santa Sede. Ma dire Vaticano in riferimento alla Chiesa cattolica è in parte riduttivo, sia per la sua struttura, alla quale fanno capo congregazioni, tribunali, commissioni, segretariati, nonché diocesi, prelature, istituti e società di vita apostolica; sia per le persone coinvolte nella vita del mini/maxi Stato come rappresentanti della santa casta, tra i quali cardinali, vescovi, prelati, sacerdoti, suore, diaconi, nonché amministratori e impiegati laici. Il Vaticano non è neanche circoscrivibile a «quel tanto di territorio», come qualificò Pio XI i quarantaquattro ettari entro Roma definiti dai Patti Lateranensi nel 1929, poiché si ramifica anche fuori della Città del Vaticano, tra diocesi, basiliche, abbazie e un immenso patrimonio immobiliare.
   E la sua stessa storia non è limitata agli ottant'anni di esistenza, ma si collega per un verso alle vicende temporali dello Stato Pontificio; e per l'altro a quelle spirituali nate con l'istituzione stessa della Chiesa. «Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa», ha detto Gesù all'apostolo Pietro, come riporta il Vangelo di Matteo (16,18), là dove la Chiesa designa una comunità in quanto "collettività", che si forma dopo la morte di Gesù a Gerusalemme e da lì, a immagine di quella, si irradia in diverse "assemblee" locali, tra le quali Roma. È il concetto-base di una Chiesa universale o "cattolica", identificata nel Vaticano, perché divenuto sede del papa, il quale è tradizionalmente indicato come discendente di Pietro, e ritenuto - peraltro senza alcun fondamento storico - il primo vescovo di Roma.

    Il Vaticano, in fondo, ha duemila anni e pertanto alla base della Chiesa e della santa casta ci sono le regole millenarie della cosiddetta morale cristiana che hanno definito la sua istituzione e il comportamento dei suoi ministri ecclesiastici dalle origini a oggi. Attenersi a quelle regole signi-fica vivere secondo l'insegnamento di Cristo; ovvero secondo l'interpretazione che la Chiesa stessa ha dato di quell'insegnamento, per essere veri cristiani e, in senso più restrittivo, cattolici. Perché, nonostante le divisioni create al suo interno da scismi, riforme e controriforme, al di là delle diverse esegesi dei sacramenti e della rivelazione divina nei dogmi, che hanno determinato una differenziazione delle dottrine catechistiche, la Chiesa in senso lato resta unita nel messaggio originario di Cristo.
     È accaduto però che la sua santità si è incrinata nel corso del tempo, perché la santa casta, che la dirige e gestisce, è incorsa in azioni di carattere temporale non in linea con la spirituale dottrina cristiana, cadendo in peccato, ovvero nella trasgressione della legge divina secondo l'interpretazione catechistica data dalla stessa Chiesa. Cosa comprensibile, certamente, dal momento che papi, cardinali, vescovi, sacerdoti, suore, diaconi e membri laici della vita apostolica sono esseri umani, e come tali naturalmente portati a peccare, allo stesso modo degli esseri umani che stanno fuori di essa, i cosiddetti fedeli. Ma è accaduto che, mentre la santa casta non ha mai riconosciuto i propri peccati, i fedeli peccatori, invece, sono stati colpiti da scomuniche, allontanati dalla Chiesa e perfino condannati a morte. Del resto questa sorte è toccata anche ad alcuni dei rappresentanti della santa casta, condannati da ecclesiastici più accreditati, in molti casi anche loro peccatori, ma insindacabili nella loro autorità al di sopra di ogni sospetto.
    Sulla base di questi elementi il libro si propone di passare in rassegna l'operato peccaminoso della Chiesa nei suoi due mila anni di esistenza a fronte dei dieci comandamenti, dei sette sacramenti, nonché degli aristotelici sette vizi capitali, mediati da san Tommaso d'Aquino, e dei cosiddetti sette vizi capitali del terzo millennio, segnalati come tali dalla Santa Sede nel corso del 2008.
   E questi stessi vizi ci faranno ripercorrere la storia della Chiesa seguendo un percorso peccaminoso, che parte dalla concezione del potere temporale, fuso in maniera sacrilega con quello spirituale, all'insegna di una teocrazia contaminata dalla superbia dell'infallibilità, segnato dalla relativa lotta per il soglio pontificio e articolato nella ierocrazia, ovvero nella gestione del potere divisa tra le persone della gerarchia ecclesiastica.
      È il cammino della santa casta della Chiesa. Nel quale sono stati evidenziati certi aspetti propri del potere che agisce in nome di Mammona, praticando quelle attività peccaminose come il traffico delle reliquie, la vendita delle indulgenze e dei titoli ecclesiastici, la vendita di uffici, loculi e cappelle e la somministrazione a pagamento delle funzioni funebri e del sacramento del matrimonio, nonché del suo eventuale annullamento. Peccati rivisitati in riferimento agli eventi e ai dati storici, e collegati ai peccati paralleli, vizi capitali e non, che hanno portato la Chiesa alla guerra e al genocidio, determinando la strage di musulmani, cristiani e albigesi nelle sante crociate, la persecuzione degli ebrei, la caccia alle streghe e agli eretici, lo sterminio degli indios.
    Peccati che, in defmitiva, si collegano tutti tra loro e che possono essere unificati nel mitico numero sette, come appunto sono presentati nel libro. Una classificazione che accosta comandamenti e vizi capitali di ieri e di oggi: Falsa testimonianza, Avarizia, Lussuria, Gola, Omicidio, Superbia, Accidia. Così che in definitiva resta valida la raffigurazione della Chiesa che ci ha offerto Dante nel suo Purgatorio (XXXII, 142-150) in riferimento agli storici sette vizi capitali:


    Trasformato così, l'edificio santo

    mise fuor teste per le parti sue,
    tre sovra 'l temo e una in ciascun canto.
    Le prime eran cornute come bue,
    ma le quattro un sol como avean per fronte;
    simile monstro visto ancor non fue.
    Sicura, quasi rocca in alto monte,
    seder sovr'esso una puttana sciolta
    m'apparve, con le ciglia intorno pronte;

   In definitiva, una storia del Vaticano al negativo, un'antistoria della Chiesa, di fronte alla quale suona quanto mai ironica la sentenza del Dictatus Papae, emessa da Gregorio vn nel marzo del 1075 come base dell'ideologia teocratica, e fino a oggi mai abrogata: «La Chiesa romana non ha mai sbagliato né mai in futuro sbaglierà, come testimonia la Sacra Scrittura» .