L'Autore Antonio Socci, di famiglia proletaria, negli anni del liceo milita negli ambienti della sinistra per poi approdare nel 1977 a Comunione e Liberazione. Frequenta quindi l'Università degli Studi di Siena, dove segue i corsi di critica letteraria di Franco Fortini e dove, nel 1983, si laurea in Lettere moderne con una tesi in filologia romanza sulla Divina Commedia. Nel 1984 inizia a lavorare al settimanale Il Sabato e si sposa. Torna tuttavia a Siena per tre anni a dirigere l'ufficio cultura della Provincia, avendo vinto il relativo concorso pubblico. Nel 1985 arriva la prima figlia, Caterina, l'anno successivo la seconda e nel 1997 il terzo figlio. Rientrato a Il Sabato, a causa dell'inchiesta giornalistica in tre puntate sulla crisi del mondo cattolico "Tredici anni della nostra storia", nel 1987 viene denunciato con Roberto Fontolan al tribunale ecclesiastico della diocesi di Milano dall'associazione di cattolici progressisti Rosa Bianca per alcune affermazioni negative su Giuseppe Lazzati. Il cardinal Martini fa opera di mediazione, cui Il Sabato aderisce ripubblicando l'inchiesta con una prefazione in cui il filosofo Augusto del Noce afferma che non vi è contenuta alcuna critica "per la figura morale di Lazzati". Dirige per alcuni mesi la rivista internazionale 30 Giorni. Poi torna a Il Sabato e, dopo la sua chiusura nel 1993, passa a Il Giornale come editorialista. Ha collaborato e collabora con Il Foglio, Libero e con Panorama. Nel 2002 è chiamato in Rai, come vicedirettore di Rai 2. È stato autore e conduttore del programma Excalibur (2002-2004), ottenendo risultati assai modesti in termini di audience (9,83% di share la prima puntata, 5,8% in seguito), nettamente inferiori rispetto al programma che andava a sostituire, Sciuscià di Michele Santoro. Socci viene anche accusato di faziosità da Antonio Di Pietro perché, a suo dire, il presentatore avrebbe evitato di concedergli la parola per quasi tutta la puntata in cui era ospite. Dal 2004 è direttore – per conto della Rai – della Scuola di Giornalismo Radiotelevisivo di Perugia.
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RETROCOPERTINA
Il 13 maggio dell’anno giubilare 2000 il Vaticano rivela al mondo, con una ufficialità senza precedenti nella storia della Chiesa,il terzo segreto di Fatima: la visione di un “vescovo vestito di bianco” chesale in mezzo ai cadaveri verso una croe, dove viene ucciso da alcuni soldati. Subito collegato all’attentato del 13 maggio 1981, l’annuncio tanto tteso delude molti. Possibile che un messaggio tenuto nascosto così a lungo, e con tanta cura, si riferisca a un evento già accaduto? Perchè l'aspettare quasi altri vent'anni prima di comunicarne il contenuto? Chi è realmente del con vestito di bianco? Perché quel lungo silenzio e quell’isolamento imposti a suor Lucia dal 1960? E come si spiegano certe sue parole? C'è un Papa martire nel futuro prossimo le della chiesa? Perché tanti particolari della ricostruzione ufficiale sono stati contestati? Pian piano le domande imbarazzanti cominciano ad accumularsi e molti indizi delineano un altro quadro, un’altra scottante verità: forse una parte del messaggio della Madonna non è mai stata pubblicata perché è troppo sconvolgente. E Vaticano, con in Giovanni Paolo II, potrà avere scelto una strada informale per farla conoscere l'umanità. Antonio ciò ci fa emergere in questo libro-indagine le verità in ombra. I retroscena, gli intrighi e le polemiche che avvolgono il terzo segreto, e soprattutto svela il dramma dei papi del Novecento di fronte all'enormità dell'evento e della profezie di Fatima. Finché gli indizi raccolti si uniscono inaspettatamente a comporre i contorni di un massaggio cruciale per le sorti del mondo, che riguarda tutti gli uomini del nostro tempo e interroga soprattutto i cristiani. E che ha come chiave la domanda terribile di Gesù del vangelo di san Luca: “Quando il figlio dell’ uomo ritornerà, troverà ancora la fede sulla terra?”
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