IL PRIMO CRISTIANESIMO - Rileggere il libro degli Atti
Autore: | DANIEL MARGUERAT |
Formato: | 15 X 20 |
Pagine: | 145 |
Anno: | 2012 |
Editore: | CLAUDIANA - TORINO |
|
IL PRIMO CRISTIANESIMO - Rileggere il libro degli Atti
RETROCOPERTINA
Con gli Atti degli apostoli Luca affronta la questione - attualissima anche nei tempi di grandi cambiamenti in cui viviamo - dell'avvenire del cristianesimo.
Alla fine del I secolo d.C., infatti, la situazione dei cristiani - una miri ade di piccole comunità dagli orientamenti contraddittori - è tutt' altro che invidiabile: consumata la rottura con gli ebrei, essi vivono in un contesto sovraccarico di culti e religioni e sono oggetto di pesanti vessazioni romane.
Con il suo sguardo a un tempo da profeta, pastore e storico, Luca scommette sul cristianesimo e mira a ridare coraggio ai suoi lettori, convincendoli che il messaggio di Cristo non ha perso il suo valore.
PREFAZIONE
Si può ritenere il cristianesimo «sorprendente» pur rimanendo politicamente corretti?
Si può osare proclamarsi fieri dell'evangelo senza essere bollati di affiliazione a una setta?
Posso rallegrarmi di essere un cristiano senza passare per un integrali sta impaziente di veder bruciare all'inferno quelli che non sottoscrivono il mio credo?
In breve, è possibile parlare di un «cristianesimo sorprendente» senza farsi rinfacciare la lunga storia dei crimini commessi nel nome di Cristo?
lo vorrei provarci.
E ci provo seguendo una traccia vecchia di diciannove secoli. Intorno all' anno 80 della nostra era, un uomo - lo chiameremo Luca, senza sapere se questo sia stato davvero il suo nome - ha scritto la prima storia del cristianesimo. A quel tempo quello che più tardi sarà chiamato «cristianesimo» si riassume in una rniriade di piccole comunità. Una folla di gente perduta nell'immensità delle città e delle campagne dell'impero romano. Questi gruppuscoli più o meno oscuri - in effetti, piuttosto di più che di meno - vivevano all' ombra delle istituzioni religiose riconosciute e rispettate, i cui luoghi di culto erano sotto gli occhi di tutti: templi dedicati all'imperatore, santuari dei guaritori, sinagoghe ebraiche, templi consacrati a Zeus, Ermes, Artemide, Dioniso, Iside e così via.
A quel tempo, la cristianità era soltanto un gruppo non strutturato, una manciata di conventicole dagli orientamenti contraddittori. Si potevano trovare alla rinfusa il giudeo-cristianesimo di Giacomo legato a Israele, il cristianesimo di Pietro con estensioni missionarie, le chiese di Paolo aperte alla cultura greco-romana, le assemblee di Giovanni in conflitto con l'ebraismo, coloro che credevano nell' apocalisse i quali coltivavano l'odio per il potere politico romano, le consorterie gnostiche dalla spiritualità elitaria.
All'epoca, chi avrebbe scommesso un sesterzio sull' avvenire di questo start-up religioso? Luca l'ha fatto. Oggi, a distanza di tempo, facciamo fatica a misurare la straordinaria audacia del suo gesto. L'osare una tale scommessa sull' avvenire è un atto visionario. Significa vedere, al di là di un presente nebuloso, ciò che emergerà nel futuro. Luca ha la stoffa del profeta.
E tuttavia sorprende scoprire che Luca è uno storico. Egli non ha niente del personaggio divinatorio. Con cura e minuzia ha percorso in lungo e in largo la memoria del passato, i primi cinquant'anni del cristianesimo. Il risultato del suo lavoro di ricerca è un racconto scevro da condiscendenza sugli inizi del movimento di Gesù. Ciò nonostante, attraverso questo ritratto-verità, Luca fa capire ai cristiani suoi contemporanei che non devono vergognarsi delle loro origini. Mostra loro che sono gli anelli di una catena umana, bella, coraggiosa, degna, intellettualmente rispettabile, in una parola sorprendente.
Il suo messaggio ha, a mio parere, di che rinforzare il nostro cristianesimo stanco. Per le nostre chiese che medicano le ferite e rinserrano le truppe invecchiate, lo sguardo che l'autore degli Atti degli apostoli volge sul cristianesimo funge da tonico. Il suo testo riemerge dal passato più profondo, ma l'orizzonte che disegna parla del nostro futuro.
INDICE
Prefazione
1. Un atto di memoria
1.1 Il primo storico
1.2 Il grande choc dell' anno Settanta
1.3 Resi fragili dal divorzio religioso in corso
1.4 La sorpresa
1.5 E, malgrado tutto, la rottura
1.6 La differenza cristiana
1.7 Israele, prima di tutto
2. Una moltitudine di testimoni
2.1 L'era dell' assenza
2.2 L'umano e il divino si incontrano
2.3 Una Disneyland religiosa?
2.4 Due modi per dire Dio
2.5 Dio non ha altre parole al di fuori delle nostre
2.6 Una moltitudine di testimoni
2.7 A rischio dello Spirito santo
2.8 Chi è il protagonista?
2.9 Fierezza della Parola
3. Cronaca della risurrezione
3.1 Tutte le lingue del mondo
3.2 Democratizzazione dello Spirito
3.3 Lo Spirito, traccia di risurrezione
3.4 Gesù Cristo ti guarisce
3.5 La presenza nascosta della risurrezione
3.6 Una forza vitale attraverso la sconfitta
3.7 L'universalità,
3.8 Una commistione enigmatica
3.9 Condividere la stessa tavola
4. La faccia nascosta di Paolo
4.1 Molte divergenze
4.2 Luca è stato un compagno di Paolo?
4.3 Uno storico che scrive a distanza
4.4 Tramandare la memoria di Paolo
4.5 Nessun altro apostolo oltre i Dodici
4.6 L'importanza del tempo passato
4.7 Un Paolo sconosciuto
4.8 Come un angelo di Dio
4.9 Senza rinnegare la fede di Israele
4.10 Un Paolo dai tanti volti
5. L'evangelo e le religioni
5.1 Li hanno presi per dèi
5.2 Comprendere la religione degli altri
5.3 Di fronte agli intellettuali di Atene
5.4 Un discorso a doppia valenza
5.5 Non si può trovare Dio senza aver trovato il Cristo
5.6 Contro la manipolazione della religione
5.7 Un esorcismo sorprendente
5.8 Per non farsi incorporare
5.9 La collera degli orefici a Efeso
6. Storie di denaro
6.1 «Guai a voi ricchi»
6.2 Coesistenza sociale
6.3 Una comunione dei beni
6.4 Non c'è vergogna nel possedere
6.5 Dramma all'interno della chiesa
6.6 Un romanzo ad alta tensione
6.7 Quando la chiesa è in gioco
6.8 Hanno sbagliato a far finta
6.9 Un nuovo peccato originale
Conclusione
Bibliografia