Scrittigiovannei

SCRITTI GIOVANNEI E LETTERE CATTOLICHE

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Descrizione
Autore: JOSEP-ORIOL TUÑÍ - XVIER ALEGRE
Formato:  15 X 23
Pagine: 312
Anno: 1997
Editore: PAIDEIA EDITRICE

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Gli Autori JOSEP-ORIOL TUÑÍ - XAVIER ALEGRE

 

 

SCRITTI GIOVANNEI E LETTERE CATTOLICHE


RETROCOPERTINA

Questo volume introduce allo studio del vangelo di Giovanni e delle tre lettere che vanno sotto il suo nome, oltre che dell'Apocalisse e delle cosiddette lettere cattoliche: la lettera di Giacomo, le due di Pietro e la lettera di Giuda. Gli scritti neotestamentari sono illustrati secondo la triplice prospettiva letteraria, teologica e socio-storica. Al pari di quelli che lo hanno preceduto, anche questo nuovo volume, dovuto ad esperti di fama, consente di accedere ai risultati acquisiti della ricerca biblica così come alle diverse tendenze degli studi attuali: all'approfondimento chiaro e analitico dei testi presi in esame si accompagnano ampie e ragionate sezioni bibliografiche.

INTRODUZIONE agli scritti giovannei


I. Gli scritti giovannei

I cosiddetti scritti giovannei, attribuiti alla stessa comunità o scuola, sono il vangelo e le lettere. La tradizione ha individuato una certa vicinanza o affinità tra questi scritti e l'Apocalisse, ma è assai difficile stabilire il tipo di rapporto che li lega. Il genere letterario dell' Apocalisse, molto diverso sia dal vangelo sia dalle lettere, rende arduo un confronto ravvicinato. Sia il vangelo sia le lettere, inoltre, fanno ricorso all'apocalittica con grande parsimonia: anzi ne propongono una versione peculiare che utilizza solo alcuni concetti o immagini con un significato profondamente diverso. Ciò avviene con espressioni consacrate dell' Antico Testamento, come ad esempio «d'ultimo giorno» o la figura del «figlio dell'uomo».
Lo stile dell' Apocalisse è molto diverso da quello del vangelo di Giovanni o delle lettere. Mentre il greco del vangelo e delle lettere è semplice e popolare, ma corretto, il greco dell' Apocalisse mostra numerosi solecismi ed evidenti errori di grammatica che, a dir di molti, rivelano che il greco non era la lingua dell'autore. In ogni caso pare inverosimile che uno stesso autore abbia composto opere stilisticamente tanto distanti come il vangelo di Giovanni e l'Apocalisse.
L'utilizzazione dell'Antico Testamento da parte del vangelo e dell'Apecalisse rivela nei due testi elementi spiccatamente peculiari. Oltre a ricorrere molto di frequente all' Antico Testamento, citato quasi sempre secondo il tenore del testo ebraico, l'Apocalisse impiega molti materiali provenienti dalle visioni profetiche di Daniele ed Ezechiele. Questo genere letterario, come vedremo, rappresenterà un semplice punto di riferimento nel vangelo di Giovanni, il quale non ricorre mai al contenuto di visioni o di audizioni per parlare della rivelazione.
La struttura fondamentale dell' Apocalisse, infine, che individua nella storia un punto di riferimento innegabile e, in certa misura, essenziale, non sembra avere un ruolo di rilievo nel vangelo e nelle cosiddette lettere di Giovanni che, pur non negando la storia, non vi ricorrono come a veicolo centrale per le loro presentazioni teologiche. Questa differenza urne particolare rilievo perché è indice di una sensibilità molto differente, con schemi mentali difficilmente sovrapponibili che, in alcuni casi, rendono particolarmente difficile un parallelo tra queste opere.
Inversamente, i dati che suggeriscono un qualche rapporto tra l'Apocalisse e gli scritti giovannei sono troppo labili per dimostrare una paternità comune. Così, l'impiego di alcuni concetti comuni, come «testimonianza», l'immagine cristo logica dell'agnello - benché i due testi ricorrano a due parole greche differenti -, l'uso di alcuni particolari testi dell' Antico Testamento, ecc. Da ultimo va detto che la paternità dell'Apocalisse - il veggente afferma di chiamarsi Giovanni - non può essere considerata un argomento a favore di una vicinanza tra i testi che, comunque, risulterebbe del tutto estrinseca. L'affinità tra l'Apocalisse e il vangelo di Giovanni non sembra spingersi al di là di alcuni tratti comuni nel contesto di una profonda diversità.
Questa introduzione si limiterà quindi al cosiddetto vangelo di Giovanni e alle tre lettere che tradizionalmente sono state attribuite allo stesso autore. Questo gruppo di testi presenta, peraltro, alcune caratteristiche del tutto peculiari all'interno del Nuovo Testamento. Prima di affrontare l'introduzione a ciascuno di questi documenti sono necessarie alcune osservazioni su questo aspetto.

2. Il vangelo e le lettere di Giovanni

Il vangelo di Giovanni e le lettere presentano un orizzonte piuttosto ampio e sono percorse da un filo conduttore di notevole importanza. Questi documenti sono molto diversi per quanto attiene al genere letterario, alle sottolineature dottrina li e alle dimensioni. Tuttavia risalgono alla stessa cerchia o comunità. Il lessico peculiare, la mentalità, lo stile e la teologia mostrano affinità notevoli. In questo senso risulta interessante la possibilità di disporli in un ordine cronologico che evidenzi diversi momenti della vita di uno stesso gruppo. Benché non si sia raggiunto un consenso unanime sulle fasi di questa sequenza, tuttavia emerge con crescente chiarezza che il vangelo dev'essere collocato prima delle lettere I e, probabilmente, la prima e la seconda lettera di Giovanni precedono la terza. Senza l'ausilio del vangelo le lettere risulterebbero un vero e proprio enigma. I grandi temi - le professioni di fede, le esortazioni - e lo stesso lessico trovano un punto di riferimento essenziale nel vangelo di Giovanni. Il significato delle lettere dev'essere confrontato con quello del vangelo, perché non può essere in alcun modo dato per scontato. Per questa ragione l'introduzione alla lettura di questi documenti seguirà l'ordine che segue: vangelo di Giovanni, prima e seconda lettera di Giovanni, terza lettera di Giovanni.
Prima dell'introduzione vera e propria è opportuna un'ulteriore precisazione. La sommaria introduzione che presentiamo non aspira ad essere un insieme organico e compiuto. Nel lavoro esegetico il processo di revisione e approfondimento è ininterrotto, appartenendo alla sfera dell'interpretazione. Il mondo dell'interpretazione è per natura aperto a una comprensione sempre più ampia, precisa e adeguata. Il significato dei testi dipende anche dalle domande e dagli interrogativi che s'intendono chiarire. In questo senso il lavoro dell'esegesi biblica sarà perennemente soggetto a revisione. L'esegesi critica, d'altra parte, è una disciplina relativamente recente. Non si dimentichi che i primi lavori che si sono proposti lo studio scientifico dei vangeli non hanno nemmeno due secoli di vita. Non è quindi possibile pretendere che abbiano conseguito una chiarezza e un grado di certezza che, probabilmente, è ancora ben lungi dall'essere raggiunto: i dati e i documenti disponibili sono in larga misura insufficienti.
Peraltro l'esegesi non aspira mai a sostituirsi alla lettura di fede della Scrittura. Non si tratta nemmeno di un'opera parallela o alternativa. Semplicemente, l'esegesi cerca di contribuire a una conoscenza più approfondita dei testi biblici, ponendosi sempre al servizio della lettura di fede, che resta l'obiettivo essenziale. Essa offre, insomma, una base, un primo livello di comprensione. Si tratta di ciò che gli antichi, i Padri della chiesa e i maestri medievali chiamavano il senso letterale: un punto di partenza, un primo significato del testo! In altre parole, essa tenta di evitare due scogli molto importanti: in primo luogo non è finalizzata alla ricerca archeologica; non si tratta di ricostruire la comprensione che i testi esprimono nella loro letteralità originaria. D'altra parte offre un valido ausilio per evitare di trarre dai testi interpretazioni scorrette, ossia estrapolate dal contesto. Essa non vuole essere, dunque, né archeologia né stimolo per moti inconsulti dell'animo umano. Questi sono i due grandi rischi: il fondamentalismo e la lettura puramente carismatica.
In tale prospettiva, e per concludere questa premessa, è più che probabile che nel volgere di alcuni anni l'esegesi corregga molte delle affermazioni che ricorreranno nelle pagine seguenti. Speriamo che sia così. Ciò suonerà come conferma che siamo giunti sin dove era possibile sulla base dei documenti in nostro possesso, con onestà e sincerità. Senza l'intenzione di presentare un'interpretazione compiuta e quindi dogmatica. In questo senso la nostra introduzione è modesta per due motivi: perché dev'essere necessariamente breve e perché non può aspirare a un'esattezza e a una solidità che sfuggono alla sua stessa natura e, per di più, sono assai limitate dai numerosi dati ipotetici cui si deve ricorrere e dalle scarse conoscenze sul contesto e sulle circostanze nei quali ebbe luogo la redazione di queste opere.

INDICE

9 Premessa

11 Abbreviazioni e sigle

13 Introduzione agli scritti giovannei

Parte prima
Il vangelo secondo Giovanni

Capitolo 1
19 Dimensione letteraria: lo scritto e la tradizione narrativa

Capitolo 2
37 Dimensione letteraria: dialoghi, controversie e racconto della passione

Capitolo 3
68 Dimensione teologica

Capitolo 4
110 Storia della ricerca

Parte seconda
Le lettere di Giovanni

Capitolo 5
141 Le lettere di Giovanni

Parte terza
L'Apocalisse di Giovanni

Capitolo 6
177 Dimensione letteraria.

Capitolo 7
211 Teologia e dimensione socio-storica

Parte quarta
Le lettere cattoliche.

Capitolo 8
235 La lettera di Giacomo.

Capitolo 9
262 La prima lettera di Pietro

Capitolo 10
284 La seconda lettera di Pietro

Capitolo 11
297 La lettera di Giuda

305 Indice del volume