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STORIA DI ISRAELE - Nuova edizione

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Prezzo di vendita38,03 €
Descrizione
Autore: J. ALBERTO SOGGIN
Formato: 15 X 21
Pagine: 525
Anno:  2009
Editore: EDITRICE PAIDEIA

L'Autorejan-alberto-soggin-120 Jan Alberto Soggin (10 Marzo 1926 - 27 ottobre 2010) è stato un leader italiano nello studio della Bibbia. Ha preso la sua prima laurea in Giurisprudenza presso l'Università Sapienza di Roma e in teologia presso il Seminario Valdese Teologico di Roma.
Divenne professore di Antico Testamento, ebraico e greco presso l'Università di Buenos Aires, l'Università Ebraica di Gerusalemme e poi fino al suo ritiro presso il Seminario Teologico valdese e alla Sapienza. Tra le altre cose era insegnante al Princeton Theological Seminary, al College di San Ha tenuto numerose conferenze e pubblicato diversi articoli e libri. E 'stato membro del comitato editoriale di Henoch, Vetus Testamentum e della Zeitschrift für die Wissenschaft Alttestamentliche. 


RETROCOPERTINA

Uscita in prima edizione una quindicina d'anni fa, la Storia d'Israele di Alberto Soggin suscitò al suo apparire l'interesse generale sia in Italia sia all'estero (dove ha conosciuto numerose edizioni: da quella inglese, più volte riedita, alla spagnola, l'ungherese e la tedesca; una traduzione in coreano è in preparazione). Per gli aspetti metodologici fortemente innovativi, questa storia, come si ebbe a scrivere, è da allora considerata un punto fermo di riferimento, rispetto al quale non si può tornare indietro.
La nuova edizione italiana si presenta in una redazione interamente rinnovata. Non soltanto si è provveduto ad aggiornare testo e bibliografie, ma la disposizione del materiale, come già indica il sottotitolo dell'opera, intende render conto della storia di «Israele» e di «Giuda» come di due entità etniche e politiche (e probabilmente anche religiose) distinte, sia pure unite dalla lingua e da numerose tradizioni comuni.
Ne consegue, ad esempio, sia una diversa esposizione dell'insediamento in Canaan sia un nuovo approccio ai tempi di Davide e di Salomone, nel tentativo di ricostruire una storia che non sia pregiudizialmente compromessa da preconcetti ideologici o teologici.


Dalla prefazione alla prima edizione


Questo lavoro non sarebbe mai stato scritto senza una serie di circostanze che lo hanno favorito:
l'invito rivoltomi dall'Università ebraica di Gerusalemme a essere membro dell'Institute for Advanced Studies per l'anno accademico 1982-83, e le molte facilitazioni riservate ai membri dell'Istituto messe generosamente a disposizione dei miei colleghi e mia. Ciò appare, spero, nella dedica; il congedo di studio concessomi dal Magnifico Rettore della «Sapienza» di Roma su parere favorevole del Consiglio di facoltà e la disponibilità dei colleghi dell'allora Istituto di Studi del Vicino Oriente, poi Dipartimento di Studi orientali, a sostituirmi nella didattica e negli esami. Lo stesso vale per i colleghi della Facoltà Valdese di Teologia; l'accoglienza fraterna da parte dell'Ecole biblique et archéologique française di Gerusalemme, del Convento domenicano di Santo Stefano, nella cui splendida biblioteca ho potuto lavorare a mio piacimento.
Molti sono stati i colleghi in Italia e all' estero, i quali hanno di- scusso con me parti a volte notevoli del lavoro e del cui tempo ho potuto largamente approfittare. Di essi non faccio i nomi; ma ricordo particolarmente quelli dell' Università Ebraica di Gerusalemme, alcuni dei quali, pur non nascondendo il proprio dissenso nei confronti di vari punti qui esposti, hanno continuato il dialogo: qinat sòfèrim tarbeh hokmàh, «lo zelo (e forse anche la 'gelosia') degli studiosi accresce la sapienza», come si esprimeva l'antico «padre» talmudico.
Il lettore noterà certamente, qua e là, una certa sproporzione tra l'attenzione dedicata ad alcuni elementi ovviamente non di primaria importanza, e quella minore destinata ad altri, ovviamente più importanti. Me ne scuso in anticipo con i lettori: anche per gli studiosi vale la massima secondo la quale «la lingua batte
dove il dente duole».
Nel corso della trattazione non ho insistito nel parlare dei libri biblici in dettaglio: per essi rimando alla mia Introduzione all'Antico Testamento, Paideia, Brescia 1987. Di quest'opera sono state fatte varie traduzioni inglesi. Ricordo anche che le bibliografie sono sempre «scelte». Essere completi in questo campo (il che significa indicare praticamente ogni titolo) finisce per essere non solo un lavoro non molto utile (vi sono abbastanza studi bibliografici ai quali il lettore potrà ricorrere), ma anche trasformare una storia in un prontuario bibliografico.
Il lavoro si conclude con gli avvenimenti del 70 e del 135 e. v., che hanno condotto alla distruzione di gran parte dell'ebraismo in Giudea e alla dispersione dei superstiti. Ai fini dell'indagine storica non sembra di particolare rilievo il fatto che molte comunità siano riuscite a mantenersi nella Terra Santa e specialmente nella piana di Esdraelon, nella Galilea e sull'altipiano meridionale (e di questa presenza testimoniano i resti delle bellissime sinagoghe scoperti in queste regioni): dopo la distruzione del tempio, mai più riedificato, da parte della soldataglia di Tito nel 70 e il fallimento della rivolta di Bar Kochbà, il centro culturale e religioso ebraico in Palestina sopravviverà in forma molto ridotta e sarà la diaspora, alla quale appartiene ormai anche buona parte della Terra Santa stessa, a essere l'elemento determinante.
Il lettore noterà, infine, che dall'epoca dei Maccabei il discorso si fa più sintetico. La realtà è che, dopo la scoperta dei documenti di Qumran nell'ormai lontano 1947, poche sono le novità da se-gnalare in questo campo. Il lettore viene quindi rinviato alle varie storie d'Israele, delle quali ho cercato di offrire una bibliografia critica (sotto, cap. 2, 5), e alle varie monografie citate nelle bibliografie. Per un tema altamente specializzato qual è la cronologia, rimando al fascicolo di H. Tadmor 1970. Un'appendice a cura dello stesso, pubblicata in questa prima edizione, è stata soppressa nella seconda. Lo stesso vale per le numerose illustrazioni, per le quali ho ringraziato nella prima edizione.
Questa storia lascia irrisolto un problema di notevoli dimensioni: quello dei rapporti dei due regni ebraici prima e del regno di Giuda più tardi, con l'Assiria e la Babilonia poi e con l'Egitto.
Ci confrontiamo qui con uno strano rapporto tra vari attori, che nessuno degli studi moderni è riuscito a chiarire. Ma una cosa mi appare abbastanza probabile: Israele e Giuda prima e poi Giuda non sono mai riusciti a liberarsi totalmente dal rapporto di vassallaggio nei confronti dell'Egitto. Vi sono stati, certo, periodi nei quali il potere egiziano era puramente nominale, di fatto inesistente, ma ciò non ha mai significato il venir meno di una situazione di diritto. Abbiamo così una serie di interventi da parte dell'Egitto, dei quali segnalo i principali: I. l'invasione del faraone Sosenq o Sisaq I alla fine del X sec. a.e.v.; 2. quella del 701 a.e.v.; 3. quella del 609 a.e.v.; 4. quella del 600 a.e.v. e quella (soltanto sollecitata negli ultimi anni del regno di Giuda) nel VI sec. a.e.v. e altre minori. Nei casi 1,3 e 4, nulla di strano che l'Egitto abbia cercato di (e sia parzialmente riuscito a) ristabilire almeno per breve tempo una sovranità più o meno effettiva sulla regione; nei casi 2 e 5 sembra si sia trattato di interventi sollecitati dalle autorità di Giuda, esattamente come i sovrani siro-palestinesi dell'epoca di el-'Amarna nel XV e XIV sec. a.e.v. (cf. sotto, cap. 1, 8). I mercenari kittim menzionati negli ostraka di Arad (cf. Soggin 1987, app. 1, 10) sono stati arruolati dall'Egitto, ma verosimilmente, come sembra, erano a carico del regno di Giuda (Garbini, oralmente).
Come si vede, sono problemi di notevole complessità, tanto che, come praticamente tutti i miei colleghi, non me la sono sentita neanche di cercare una soluzione. Credo però di avere indicato una linea che le future ricerche potranno utilmente seguire. Un'ultima parola. È evidente che questa storia, come tutte le storie del resto, costituisce soltanto un tentativo. Anche quanto Israele e Giuda hanno trasmesso sul proprio passato non è altro che un tentativo, anche se, secondo la dottrina cristiana, divinamente i
spirato. È qui il limite di questo lavoro.
Gerusalemme, estate 1983 - Roma, autunno 1983.

Prefazione alla seconda edizione

Più di quindici anni sono trascorsi dalla pubblicazione della prima edizione italiana di questo lavoro nel 1984 Frattanto sono uscite tre edizioni aggiornate della traduzione inglese, una traduzione spagnola, una ungherese e una tedesca leggermente ridotta. Il successo che l'opera ha ricevuto all'estero mi incoraggia ad acce