L'Autore Ibn Warraq Rajkot, 1946) è uno scrittore indiano autore di libri critici nei confronti dell'Islam. Nato in seno ad una famiglia musulmana in una repubblica islamica non araba, oggi vive negli Stati Uniti d'America. Ibn Warràq è il suo pseudonimo. Ibn Warràq è una delle voci critiche che considerano l'Islam (e la religione in generale) come oppressivo. La sua opera più nota è Why I Am Not a Muslim (tradotta in italiano come: Perché non sono musulmano), concepita sulla falsariga di Perché non sono cristiano di Bertrand Russell, cui è seguito nel 2007 Defending the West. A Critique of Edward Said's Orientalism. Per la sua condizione di apostata e di critico dell'islam è costretto a nascondere la sua identità e di lui si conoscono pochi dati biografici. Di lui si sa solo che è nato nel 1946 a Rajkot (India) e che, all'indomani della nascita del Pakistan, la sua famiglia si trasferì a Karachi.
|
RETROCOPERTINA
"I musulmani sono le prime vittime dell'Islam. Innumerevoli volte nel corso dei miei viaggi in Oriente ho osservato che il fanatismo ha origine da un ristretto numero di uomini pericolosi che costringono gli altri alla pratica religiosa attraverso il terrore. Liberare il Musulmano dalla propria religione è il miglior servizio che una persona possa rendergli." - E. Renan
Pochi libri di argomento religioso meritano l'appelltivo di "corraggiosi". Questo libro, sono contento di poterlo affermare, invece si. È corraggioso perchè (come denotava originariamente il termine) è pieno di cuore (coeur) ed è corraggioso perchè è un atto di onestà e audacia intelletuale, un atto di fede piuttosto che miscredenza. Sarà senza dubbio considerato un libro controverso perchè tratta in modo personale e diretto di un argomento ampiamente frainteso da teisti e non teisti di vario genere. Quest'argomento è la fede islamica.. Eblematicamente questo libro è un resoconto del tardo XX secolo riguardante il restringimento della cultura religiosa, universalità della conoscenza e l'inevitabilità della cultura umanistica, che sopravviverà a qualsiasi forma particolare di religone nel XXI secolo. Se quel processo che appare inevitabile, sarà segnato dalla violenza o accettato con illuminata rassegnazione dai difensori dei vecchi ordini e regimi religiosi dipenderà, a me sembra, dal modo in cui i libri come questo verranno letti ed accettati. (Dalla premessa)
|