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L'EVOLUZIONE DI DIO - Una lucida analisi di come la dottrina e le pratiche religiose siano cambiate nei secoli, generalmente in meglio

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Prezzo di vendita19,46 €
Descrizione
Autore: ROBERT WRIGHT
Formato: 15 X 21
Pagine: 480
Anno:  2010
Editore: NEWTON COMPON EDITORI

L'Autore robert-wright-120Robert Wright ha insegnato filosofia a Princeton e religione all'università della Pennsylvania. È membro della New America Foundation e collabora con la rivista «The New Republic», ma suoi articoli sono apparsi anche su «Ti me», sull'«Atlantic Monthly» e sul «New Yorker».
Finalista del National Book Critics Cirde Award, è autore di saggi selezionati dal «New York Times» fra i migliori libri dell'anno. Anche L'evoluzione di Dio è stato per diverse settimane nella classifica del «New York Times». Uno dei più recenti successi di Wright è il sito di video-dibattiti bloggingheads.tv


INTRODUZIONE

Una volta sono stato ammonito dal pulpito della chiesa frequentata da mia madre. Era il 1994. TI mio libro The Moral Animai era appena stato pubblicato, e avevo avuto la fortuna di vederne inserito un estratto in un numero della rivista «Time».
Il brano parlava dei vari modi in cui la nostra natura umana evoluta può complicare il progetto del matrimonio. Una di tali complicazioni è la tentazione - naturale e universalmente umana - di concedersi delle scappatelle, e proprio questo era l'aspetto che i redattori del «Time» avevano scelto di mettere in evidenza in copertina. Accanto alla brutale immagine di una fede nuziale spezzata spiccavano le parole: «Infedeltà: potrebbe essere nei nostri geni».
Il pastore della Prima Chiesa Battista di Santa Rosa, in California, considerò quell' articolo come un' empia difesa delle relazioni extraconiugali, e una domenica mattina ne parlò in chiesa. Dopo la funzione, mia madre gli disse che l'autore dell' articolo era suo figlio. Sono pronto a scommettere che - tali sono i prodigi dell'amore materno! -lo dichiarò con orgoglio.
Come ero caduto in basso! A circa nove anni, alla Chiesa Battista Immanuel di El Paso, in Texas, avevo sentito la chiamata di Dio, e quando un predicatore di passaggio di nome Homer Martinez aveva pronunciato l' «invito» dall' altare - la chiamata rivolta ai peccatori ad accettare Gesù come il loro salvatore - mi ero alzato e mi ero fatto avanti. Alcune settimane più tardi fui battezzato dal pastore della chiesa. Adesso, quasi trent'anni dopo, un altro pastore battista mi collocava in una posizione di prossimità con Satana.
Dubito che, se avesse letto attentamente il mio scritto pubblicato sul «Time», quel sacerdote sarebbe stato così severo (in realtà, infatti, io sostenevo che l'impulso adulterino, benché naturale, può e dev'essere tenuto a bada). D'altro canto, ci sono persone che non hanno letto solo l'estratto ma l'intero libro, e sono giunte alla conclusione che io fossi, per un verso o per un altro, ateo. Sostenevo che gli aspetti più edificanti e sublimi dell'esistenza umana (l'amore, il sacrificio, il nostro stesso senso della verità morale) fossero il risultato della selezione naturale. TI libro fu accolto come un trattato assolutamente materialista: materialista nel senso di "materialista scientifico" , nel senso di «la scienza può spiegare tutto in termini materiali, quindi chi ha bisogno di Dio? Specialmente di un Dio che, in qualche modo, trascende magicamente l'universo materiale».
Credo che "materialista" non sia un termine del tutto inadatto a definirmi. In effetti, in questo libro parlo della storia della religione, e del suo futuro, da un punto di vista materialistico. Ritengo che l'origine e lo sviluppo della religione possano essere spiegati facendo riferimento a cose concrete e osservabili: la natura umana, fattori politici ed economici, il cambiamento tecnologico e così via.
Non penso, però, che una spiegazione "materialistica" dell'origine, della storia e del futuro della religione - come quella che mi accingo a fornire qui - escluda la validità di una concezione del mondo religiosa.
In effetti, io sostengo che, per quanto materialistica, la storia della religione esposta in questo libro affermi in realtà la validità di una visione del mondo religiosa; religiosa non nel senso tradizionale, ma comunque, sotto alcuni importanti aspetti, religiosa.
La cosa può sembrare paradossale. Da una parte sono convinto che le divinità siano nate come illusioni e che la successiva storia dell'idea di dio sia, in un certo senso, l'evoluzione di un'illusione.
D'altro canto:

(1) la storia di questa evoluzione di per sé indica l'esistenza di qualcosa che si può significativamente definire divinità;
(2) nel corso dell' evoluzione, l'"illusione" ha subito una semplificazione che l'ha resa più plausibile. Tanto in un senso che nell'altro, l'illusione è diventata sempre meno illusoria.
È tutto chiaro? Probabilmente no. Spero che alla fine del libro lo sarà.
Per il momento, mi limiterò ad ammettere che il tipo di divinità rimasto credibile, dopo tutte queste semplificazioni, non è quello che ha oggi in mente la maggior parte dei credenti.
Ci sono altre due cose che spero possiate vedere sotto una nuova luce alla fine di questo libro, e sono due aspetti della situazione mondiale contemporanea.
Uno è quello che alcuni defmiscono "scontro di civiltà" , cioè la tensione tra l'Occidente giudaico-cristiano e il mondo musulmano, che ha raggiunto il suo apice l'11 settembre 2001. Da quel giorno in poi, la gente non ha smesso di chiedersi se e in che modo le religioni abramitiche possano convivere in un contesto in cui la globalizzazione le costringe a un contatto sempre più stretto.
Del resto, la storia è piena di esempi di civiltà che si scontrano, ma anche di civiltà che convivono pacificamente. E la storia del ruolo svolto dalle idee religiose, che attizzano le fiamme o le smorzano, e che spesso si modificano durante lo svolgimento dei fatti, è istruttiva: credo che ci insegni che cosa possiamo fare per aumentare le possibilità che l'attuale "scontro" abbia un lieto fine.
Il secondo aspetto della situazione mondiale contemporanea di cui mi occuperò è un altro tipo di scontro: lo «scontro», di cui molto si discute, tra scienza e religione. Come il primo tipo di scontro, anche questo ha una storia lunga e istruttiva. Si può far risalire almeno all' antica Babilonia, dove si scoprì che le eclissi, da lungo tempo attribuite a esseri soprannaturali irrequieti e malevoli, si verificavano a intervalli prevedibili, sufficientemente prevedibili da mettere in dubbio che a provocarle fosse realmente qualche essere soprannaturale irrequieto e malevolo.
Da allora, si sono verificate molte di queste scoperte inquietanti (dal punto di vista della religione), ma l'idea del divino è sempre riuscita a sopravvivere all'incontro con la scienza. Tale idea ha dovuto subire dei cambiamenti, ma ciò non ha implicato che la religione fosse messa sotto accusa. Dopo tutto, la scienza è cambiata incessantemente nel corso della storia, rivedendo se non abbandonando le vecchie teorie, e nessuno per questo motivo mette in dubbio la sua validità; al contrario, ci sembra che questo continuo adattamento la avvicini alla verità. Forse, lo stesso accade alla religione. Forse, in fin dei conti, una spiegazione implacabilmente scientifica della nostra condizione - come quella che mi è costata un rimprovero dal pulpito della chiesa di mia madre - è in realtà compatibile con una visione del mondo autenticamente religiosa, e fa parte del processo di affinamento di tale concezione, perché la avvicina alla verità.
Questi due grandi argomenti di «scontro» possono essere sintetizzati in una domanda: le religioni del mondo moderno potranno mai riconciliarsi tra di loro e con la scienza? lo ritengo che la loro storia indichi che ciò è possibile.
Quali caratteristiche avrebbero le religioni dopo un adattamento di questo tipo? In realtà è facile rispondere a questa domanda, almeno a grandi linee. In primo luogo, dovrebbero occuparsi delle sfide che il mondo moderno pone al benessere psicologico dell'uomo (altrimenti rischierebbero di non essere accettate); in secondo luogo, dovrebbero evidenziare qualche "scopo superiore" , un qualche tipo di argomento o schema più elevato che si possa utilizzare per orientare le nostre vite quotidiane, per distinguere il bene dal male e comprendere tanto la sofferenza che la gioia (diversamente, non sarebbero religioni, almeno non nel senso in cui intendo io la parola "religione").
Poi, ci sono le domande a cui è veramente difficile dare risposta. Come faranno le religioni a riuscire in questa impresa? (Ammesso che si impegnino in questo senso; in caso contrario, tutti noi - credenti, agnostici o atei - potremmo essere nei guai). In che modo si adatteranno alla scienza e le une alle altre? Quali caratteristiche avrebbe una religione adeguata a un'epoca di progresso scientifico e rapida globalizzazione?
A che tipo di scopo si dedicherebbe, che ti