RETROCOPERTINA
"Questo è un testo che tratta della religione non come un'abitudine noiosa, ma come unafebbre acuta". Visionario e carismatico, "innamorato della religione", Huston Smith ci conduce all'incontro con le grandi religioni dell'uomo con l'impatto emotivo di chi sa abbracciarle tutte. Figlio di missionari in Cina e grande viaggiatore, ha intuito prima di chiunque altro il nostro essere "cittadini del mondo" e dunque l'urgenza di conquistare un angolo di visuale più ampio grazie all'ascolto delle religioni altrui. La lettura di questo libro rappresenta un viaggio nel tempo e nello spazio, accompagnati da proverbi cinesi, racconti indiani, aforismi giapponesi, versetti biblici, citazioni shakespeariane e potenti immagini metaforiche. Un vero e proprio pellegrinaggio dell'anima da cui scaturisce una visione globale della vita. Nato come serie televisiva americana, Le religioni del mondo è un libro indimenticabile che spiega perché le grandi religioni del mondo sono nate e perché, soprattutto, continuano a esistere. Con oltre 50 edizioni e tre milioni di copie vendute, tradotto in decine di altre lingue, finalmente questo capolavoro della divulgazione diviene disponibile anche al lettore italiano.
PREFAZIONE [all'edizione del quarantesimo anniversario]
La seconda edizione di questo libro segna il quarantesimo anniversario della sua stampa e la sensazione che ne ricevo mi mette in uno stato d'animo ben preciso. Se mi trovassi a un raduno dei pentecostali - da ragazzo ho partecipato a diversi loro incontri in Kansas e in Missouri - mi alzerei in piedi e testimonierei. Lo schema tripartito di queste testimonianze ci è familiare. Parte prima: «Nessuno era sprofondato nel fango quanto me». Parte seconda: «Ma guardatemi ora», parole accompagnate da sorrisi euforici e una pastura eretta trasudante fiducia e autostima da tutti i pori. E poi ecco la frase a effetto: «Niente è farina del mio sacco! Tutto è arrivato dall'Alto». La parte relativa all' «Alto» la terrò per me, ma colgo l'occasione per documentare quella relativa al «Niente è farina del mio sacco». Se l'emittente di Saint Louis che sarebbe confluita nel Public Broadcasting System non mi avesse chiesto durante il suo secondo anno di programmazione di scrivere una serie televisiva sulle religioni del mondo, non sono certo che avrei mai scritto un libro sull' argomento. Tenevo sì corsi dedicati alle religioni, ma altri lavori di scrittura avevano la precedenza. La risposta dei telespettatori a quella serie modificò le mie priorità. Clic! Non per mia iniziativa. Se anche avessi mai scritto un libro sull' argomento, non sarebbe stato questo. Avrebbe assunto la forma ordinaria di un libro di testo, diretto a un pubblico comune e con una durata normale per quel particolare genere. L'''abbozzo'', invece, fu, per così dire, presentato a un pubblico televisivo, come il regista della serie non mi aveva mai permesso di dimenticare. «Non si tratta di un'aula con del pubblico legato alle sedie», continuava a ricordarmi. «Se perdi la loro attenzione per trenta secondi, cambieranno canale e non li recupererai. Quindi, esponi pure le tue tesi se devi (e sei un professore, per cui devi necessariamente farlo) , però illustrale immediatamente con un esempio, un aneddoto, un frammento di poesia, qualcosa che assocerà l'argomento a cose con cui il tuo pubblico possa rapportarsi». Quel consiglio, che all'epoca suonava più come un ordine, ha fatto la differenza. Ci sono molti libri sulle religioni del mondo che a loro modo sono migliori del mio. Ma, se non hanno avuto lo stesso pubblico, è perché non si sono sviluppati a partire da una serie televisiva con registi severi quanto Mayo Simon. È un miracolo che siamo rimasti molto amici dopo tutti questi anni, considerando come tuttora non riesca a levarmi dalle orecchie l'eco dei suoi verdetti tranchant sul mio programma in fase di postproduzione. «Non mi sembra così trascinante», era solito dire, intendendo che dovevo ricominciare da capo. Clic. Non per mia iniziativa. Se non fosse emerso il movimento femminista - non per mia iniziativa, nonostante le pungenti sollecitazioni da parte di mia moglie - Le religioni dell'uomo (com'era originariamente intitolato il libro) non sarebbe mai stato riscritto in un linguaggio neutro, con la cancellazione del termine esplicativo "uomo" dal titolo. La riscrittura mi ha offerto, come importante corollario, l'opportunità di aggiungere al testo cose che avevo imparato in trent'anni di ulteriore insegnamento. Sono soprattutto grato del fatto che non scenderò nella tomba avendo lasciato sopravvivere un libro sulle religioni che ometteva i suoi rappresentanti primitivi, orali e tribali. Se i direttori della casa editrice londinese Labyrinth e della Harper San Francisco non avessero deciso che erano maturi i tempi per un libro sulla grande arte religiosa e non mi avessero chiesto di sintetizzare Le religioni del mondo in un testo che lo accompagnasse, non sarebbe nato The Illustrated World's Religions. Ancora una volta non per mia iniziativa. Infine, senza l'attento sostegno da parte della HarperCollins, del quale il libro ha beneficiato a ogni passo della sua odissea, mi risulta difficile immaginare che ci sarebbe potuta essere questa felice occasione dell' edizione per il quarantesimo anniversario. Di recente, nel rovistare tra vecchie carte, mi sono imbattuto in una lettera che la curatrice originaria, Virginia Hilu, mi scrisse nel 1958, quando il libro fu pubblicato per la prima volta, e, per documentare la guida sollecita di cui parlo, il modo migliore che mi viene in mente è citarne l'ultimo paragrafo:
Ho riletto il tuo libro parecchie volte durante l'estate. Quando sarai anziano, sono sicura che penserai al suo autore con moltissimo affetto, ammirazione e rispetto.
Ed è così, purché si mantenga salda la parte «non di mia iniziativa». HUSTON SMITH Berkeley, California - dicembre 1998
PREFAZIONE all'edizione del cinquantesimo anniversario
Potrei essere l'unica persona ancora vivente a ricordare il nome di Virginia Hilu, editor della HarperCollins negli anni Cinquanta del Novecento. Tra parentesi, fu lei a rintracciare chi aveva in mano gli scritti di Kahlil Gibran e a trattare i diritti di pubblicazione: le royalty che ne ricavò le permisero di acquistare una grande casa con vista sull'Hudson, ma poi fu improvvisamente stroncata dal cancro. Poco tempo prima che morisse, ricevetti una sua breve lettera che diceva: Caro Huston, questo pomeriggio ho letto Le religioni dell'uomo [il titolo della prima edizione di Le religioni del mondo] e poi sono tornata all'inizio e l'ho letto una seconda volta senza fermarmi. E Huston, sento di dover semplicemente scriverti per dirti questo: un giorno, quando sarai anziano, penserai con moltissimo affetto al giovane che scrisse questo libro. Cordialmente, Virginia Hilu
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