DIO ESISTE, PAPÀ? - LE RISPOSTE DI UN PADRE ATEO
L'Autore Clemente Garcia Novella, nato a sala manca nel 1970, economista e scrittore. Questo è il suo primo libro.
RETROCOPERTINA
Dio esiste?
Che cos'è l'anima?
Che cosa succede quando si muore?
Che cosa significa rispetto?
Si può essere buoni senza credere in Dio?
Un padre ateo e le domande dei suoi figli. Un libro per giovani adulti. Sorprendente come il mondo di Sofia.
I cristiani educano i propri figli ad essere cristiani, e così i musulmani, gli ebrei, gli induisti… Pertanto, gli atei devono educarli all'ateismo? Ecco, benché io stesso sia ateo, credo che la risposta sia no… Ai bambini bisogna insegnare non a essere atei, ma a rifiutare il dogmatismo e le ideologie preconfezionate. Bisogna insegnare loro a coltivare la libertà di pensiero e ad analizzare criticamente qualunque supposizione.
RISVOLTO COPERTINA
Quando i nostri figli ci fanno domande sulla morte, il senso della vita, l'origine del mondo, Dio o l'anima, nonostante siamo agnostici o a te, tendiamo spesso a ricorrere a concetti religiosi, o ci troviamo in imbarazzo, incerti sul da farsi. È così difficile rispondere da una prospettiva critica e razionale?
È possibile spiegare queste questioni a un bambino o una bambina senza riferimenti trascendenti? Per l'autore di questo libro, sì. Dio esiste, papà? È un'opera radicalmente onesta, basata sull'esperienza di un padre che, come tutti noi, si è trovato a rispondere a alle curiosità filosofiche e religiose dei propri figli.
Convinto che solo tramite la ragione è possibile educare alla libertà e allo spirito critico, ha affrontato i grandi temi etici e filosofici sulla base della convinzione che Dio non esista.
Il risultato non è un in un'apologia dell'ateismo, bensì un percorso attraverso i valori e principi che definiscono in fondo la nostra vita. Una delle opere di filosofia divulgativa più coraggiose e accessibili, che ci aiuta a confrontarci sinceramente con i nostri figli, ma soprattutto con noi stessi.
INTRODUZIONE
Perchè questo libro
Non ricordo quanti anni avessero esattamente i miei due figli, ma so che erano molto piccoli quando mi domandarono per la prima volta se Dio esiste. Da bambino non avevo mai avuto questo dubbio. Sono cresciuto in una famiglia religiosa e ho frequentato una scuola cattolica. I,' esistenza di Dio era un fatto certo, sul quale non si avevano tentennamenti. Credevo in un Dio, è ovvio: il Dio dell' epoca e del Paese nei quali sono nato. Non potevo scegliere di non credere, come non può farlo ancora oggi la maggior parte dei bambini. Per i miei figli, tuttavia, c'era un' alternativa: che Dio non esistesse era una possibilità. Ascoltando le loro domande, i loro dubbi, pensai che fossero molto fortunati, perché non c'era nessuno che imponesse loro le proprie convinzioni.
Ho sempre cercato di rispondere con onestà a tutti i loro interrogativi circa l'esistenza di Dio, senza mezzi termini. Allo stesso tempo ho cercato di chiarire loro che, sebbene il mio punto di vista avesse un fondamento razionale, in fin dei conti non era che questo: un punto di vista, un'interpretazione, un modo di vedere le cose fra i molti possibili. Ho sempre voluto che sapessero che la maggior parte dell'umanità non è della mia stessa opinione e che ci sono milioni di persone nel mondo che credono in uno o più dei.
Mentre scrivo queste righe, i miei figli non hanno ancora l'età per comprendere molte delle idee di cui intendo discutere in questa sede, ma mi auguro che, quando verrà il momento in cui potranno capirle, apprezzeranno queste pagine. Che forse sapranno perfino essere loro d'aiuto nella vita.
Così è nato questo libro. Inizialmente, volevo annotare con ordine, per me stesso, ciò che pensavo degli dei e delle religioni, per poterlo spiegare con chiarezza ai miei figli, dar loro risposte sensate. Poi, man mano che si susseguivano i paragrafi, pensai che nell' arco di qualche anno avrebbero potuto leggerli da sé. Mi resi conto, infine, che molti adolescenti, come molti padri, avrebbero potuto avere interesse a leggere quello che stavo scrivendo. Mi sembrò che dovessero essere in molti a trovarsi nella mia situazione: di voler rispondere da una prospettiva agnostica o atea alle questioni che solitamente si risolvono con le risposte offerte dalle religioni.
Le pagine che seguono sono il risultato finale di questo intero processo. Sebbene sia stato tratto dal primo capitolo, il titolo del libro avrebbe anche potuto essere questo: L'ateismo spiegato ai miei figli. Ciononostante, questo testo non pretende di essere un «catechismo ateo». Assolutamente no. I cristiani educano i propri figli a essere cristiani, e così i musulmani, gli ebrei, gli induisti... pertanto, gli atei non hanno il diritto di educare la propria genia all' ateismo? Ecco, benché io stesso sia ateo, credo che la risposta sia no: in quanto atei, non dovremmo educare i nostri figli all' ateismo (né è necessario farlo, perché i bambini nascono atei; sono gli adulti che insegnano loro a credere negli dei imprimendo nelle loro menti le fedi religiose che hanno ricevuto dai relativi padri, e che sono inscindibili dall' epoca storica e dal luogo nei quali sono cresciuti).
Sono dell'idea che ai bambini debba essere insegnato non tanto a essere atei, quanto piuttosto a rifiutare il dogmatismo e le ideologie preconfezionate. Bisogna insegnare loro a coltivare la libertà di pensiero e ad analizzare criticamente qualunque supposizione. Condivido totalmente le parole che il filosofo scozzese James Beattie scrisse più di due secoli fa: «Lo scopo dell' educazione dovrebbe essere di insegnare come pensare, prima ancora di insegnare che cosa pensare». In generale, dobbiamo proteggere i nostri bambini da qualunque indottrinamento e qualunque convincimento imposti da altri.
Ogni bambino dovrebbe sentirsi libero di applicare in maniera imparziale il ragionamento e il buonsenso a qualsiasi ipotesi, compresa quella, al pari di tutte le altre (perché no?), che esista un dio onnipotente che ha concepito e creato il mondo nel quale viviamo, e che sia capace di alterare il funzionamento delle leggi naturali dell'universo se noi glielo chiediamo attraverso la preghiera.
L'ipotesi dell'esistenza degli dei è sempre stata considerata un assunto metafisico. «La fede e l'intelletto sono territori separati. In materia di fede la ragione non può avere voce in capitolo», ci dicono talvolta i sacerdoti di fedi diverse o molti fra coloro che abbiano princìpi religiosi. È una forma di protezione molto arcaica, una sofisticheria che mette al riparo da qualsiasi critica ragionata. Per come la vedo io, non siamo obbligati ad accettare questo scudo invisibile. TI tipo di educazione che voglio che i miei figli ricevano non deve porre alcun ostacolo alla loro capacità di giudizio nel considerare qualunque questione. Compresa quella che riguarda l'esistenza degli dei.
Inoltre, sono convinto che i bambini possano imparare a pensare senza restrizioni, liberamente, e senza che per questo le persone che nutrono una fede religiosa e scelgono modi di vivere diversi debbano sentirsi attaccati in alcun modo.
Se, dopo aver ricevuto una tale educazione, crescendo i miei figli sentiranno la necessità di abbracciare una qualsivoglia fede religiosa, avranno gli strumenti per farlo in assoluta libertà. E io, come padre, sarò certo che le mie convinzioni non avranno influenzato le loro.
Apprezzo che i miei figli ascoltino il pensiero di persone di fede che credono in qualcosa in cui io non credo, perché, come scrisse Montaigne, «Bisogna sfregare il proprio cervello con quello degli altri per incoraggiare la riflessione». Il fatto che nella stessa classe scolastica dei miei figli ci siano altri bambini cui venga insegnata una religione mi sembra sia proficuo: è una buona occasione perché si confrontino direttamente con altri modi di vedere il mondo. Bene o male, molte delle persone con le quali dovranno convivere nell' arco delle loro esistenze condurranno la propria secondo una prospettiva teista. Non sarebbe utile per loro non aver alcun contatto, fin da bambini, con le convinzioni religiose degli altri. Non comprenderebbero che la gran parte di ciò che succede nel mondo, o delle ragioni che spingono le persone ad agire in un modo piuttosto che in un altro, può essere spiegata soltanto se si tengono in considerazione i fenomeni religiosi.
Credo che l'intolleranza si curi viaggiando, che il fanatismo con cui si difendono le proprie opinioni si risolva viaggiando attraverso le opinioni degli altri. Nella matematica, la geologia, la chimica, la letteratura, i miei figli potranno trovare la conoscenza, il sapere, la certezza. Nelle questioni che riguardano gli dei, invece, soltanto opinioni.
E qui propongo le mie.
INDICE
Introduzione. Perché questo libro
Parte prima. SUGLI DEI
1. Dov'è Dio, papà?
2. Perché inventarsi gli dei?
3. Perché la gente continua a credere negli dei?
4. Chi furono i primi a credere negli dei?
5. Si può dimostrare che Dio non esiste?
Parte seconda. SUL MONDO E LE SUE CREATURE
6. Chi ha creato il mondo, quindi?
7. Che cos'è la teoria dell'evoluzione?
Parte terza. SULLE ANIME E I LORO VIAGGI
8. Che cos'è l'anima?
9. Il paradiso esiste?
10. L'inferno esiste?
Parte quarta. SULLE PREGHlERE E I MIRACOLI
11. Che cosa vuol dire pregare?
12. Che cosa sono i miracoli?
Parte quinta. SULLE RELIGIONI
13. Che cosa sono le religioni?
14. Che cosa ci dicono le religioni?
15. Che cosa ci danno le religioni?
16. Quante religioni ci sono?
Parte sesta. SUGLI AGNOSTICI E GLI ATEI
17. Che cosa vuoI dire essere agnostici?
18. Che cosa vuoI dire essere ateo?
19. Anche l'ateismo è una religione?
Parte settima. SUL RISPETTO
20. Che cosa significa rispettare?
Parte ottava. SUI BUONI E I FELICI
21. Si può essere buoni senza credere negli dei?
22. Si può essere felici senza credere negli dei?
Parte nona. SU ALTRE COSE
23. Che cos'è il libero arbitrio?
24. Perché in questo libro compaiono così poche donne?
Epilogo. Lasciamo la luce accesa
Ringraziamenti
Bibliografia
- GRANDE LESSICO DELL'ANTICO TESTAMENTO (PAIDEIA) - 10 Volumi
- LA VITA EMOTIVA DEL CERVELLO - Come imparare a conoscerla e a cambiarla attraverso la consapevolezza
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