L'ESISTENZA DI DIO - Prove filosofiche, scientifiche e teologiche
RETROCOPERTINA
Perché non il nulla?"
Nolan Kaiser, filosofo
"Se c'è un Dio, è certo che dovrebbe farsi conoscere.
Perché non si fa vedere?
David Meister, docente di ergonomia
In una società che considera la scienza trionfante e vincente, si può ancora essere credenti?
Il mondo moderno del sapere e della ragione può far posto a Dio?
C'è stata una lunga guerra del positivismo e dello scientismo contro l'idea dell'esistenza di Dio. Oggi, però, proprio alla luce dei risultati che ha raggiunto, la stessa scienza ammette di non poter spiegare tutto richiamandosi al solo intelletto calcolatore.
Il noto scienziato Antonino Zichichi ha affermato recentemente: “Non esiste alcuna scoperta scientifica che possa essere usata al fine di mettere in dubbio o di negare l'esistenza di Dio”.
Fede e scienza non sono in alcun modo in contrasto l'una con l'altra, ma doni distinti di Dio, espressioni delle due componenti di cui tutti siamo fatti: il trascendente e immanente.
Le conquiste della scienza non oscurano le leggi divine, ma le rafforzano, contribuendo a risvegliare lo stupore e l'ammirazione per il meraviglioso spettacolo del cosmo, che va dal cuore di un atomo ai confini dell'universo.
Il filosofo inglese Bacone disse: “Una scarsa scienza può anche rendere l'uomo incredulo, ma molta scienza necessariamente conduce l'uomo a Dio”. Questo perché il mondo è segno di Dio, insegna Dio.
E’ ancora attuale la riflessione dell’apostolo Paolo: “Da un solo uomo Dio ha fatto discendere tutti i popoli, e li ha fatti abitare su tutta la terra…Dio ha fatto tutto questo perché gli uomini lo cerchino e si sforzino di trovarlo, anche a tentoni, per poterlo incontrare. In realtà Dio non è lontano da ciascuno di noi” (Atti degli Apostoli).
In questa libro il professor Hal Flemings evidenzia le ragioni filosofiche, scientifiche e teologiche per credere in Dio e poter in tal modo afferrare fermamente la vera vita ora offerta.
PREFAZIONE
Mia madre e mia nonna materna mi hanno cresciuto in un quartiere operaio di Detroit abitato prevalentemente da messicani, europei dell'Est e una piccola comunità nera. Nella prima adolescenza, ho cominciato a interessarmi di scienza, filosofia, lingue straniere e religione. All' epoca il mio amico di sempre, Frank Askew, ed io facevamo a gara nel leggere libri presi in biblioteca su queste materie. Anche se in seguito, al contrario di Frank, sono riuscito ad andare all'università, lui mi è sempre stato davanti per quantità e, forse, per qualità di volumi letti e studiati. Non avrei mai pensato che tali interessi precoci sarebbero stati al centro delle mie riflessioni sulla questione dell'esistenza di Dio.
Durante l'ultimo anno di scuola superiore, attraversai un periodo di crisi che incise profondamente sulla mia vita. Le lezioni di biologia evidenziarono le discordanze tra evoluzione organica e idee creazioniste. Poi fui profondamente colpito dal contrasto tra geologia e racconto del Diluvio come si legge nella Genesi. La tensione crebbe ulteriormente con l'inizio della mia carriera universitaria e le prime lezioni di filosofia. Le sottigliezze intellettuali di David Hume, Anthony Flew, Bertrand Russell e altri indebolirono la mia credenza nell'esistenza di Dio proprio come le idee dell'evoluzione organica hanno minato la mia accettazione della visione creazionista non evoluzionistica. Fu allora che decisi di riservare del tempo per studiare attentamente le varie argomentazioni dei diversi punti di vista e quindi tirare le mie conclusioni. Inoltre, poiché avevo visto o letto di atti di disonestà nei vari campi del pensiero, decisi di lasciare che a decidere per me fossero i fatti e non le credenziali o la popolarità. Mi sono attenuto a quel criterio fino ad oggi.
Di tutte le persone che ho incontrato, due si distinguono nel contesto di questo lavoro. La mia interazione con loro nel corso del tempo ha contribuito a formare il mio pensiero sulla questione di Dio. Negli anni '70 mi sono regolarmente confrontato con Nolan Kaiser di Mt. Pleasant, nel Michigan. È un noto filosofo e amico di vecchia data. Un po' più tardi, a metà degli anni 90, ho fatto conversazioni simili con David Meister di San Diego, in California. È noto a livello internazionale per gli studi di ergonomia ed è, lui pure, un caro amico. Con entrambi, nel corso degli anni, abbiamo riesaminato il dibattito in senso storico, filosofico e scientifico. Non dimenticherò mai i preziosi
momenti spesi a dialogare con loro.
Ben fornite biblioteche cittadine e universitarie contengono molte informazioni sulla questione de1l'esistenza di un Dio. Inoltre, internet e la sua banca dati in rapida espansione offrono abbondanti informazioni sul tema. Ciò che ho presentato in questo libro non sarà certo l'ultima parola. Nuove conoscenze e intuizioni certamente modificheranno il nostro pensiero, magari aprendo nuovi percorsi di pensiero.
Quest' opera cercherà di affrontare diverse domande importanti: Che cosa si intende per "Dio"? Cos'hanno sostenuto al riguardo varie scuole di pensiero in conflitto tra loro? Qual è stata la storia del dibattito? In quale direzione puntano le prove e il pensiero attuali?
Dal punto di vista teologico, la mia metamorfosi da battista "nato di nuovo" a scettico e, infme, a testimone di Geova mi ha offerto un caleidoscopio di opinioni, spesso in netto contrasto tra loro. Ma mi ha insegnato a esaminare tutti i punti di vista in maniera critica, a considerare attentamente tutte le prove e quindi a selezionare quanto sembra ragionevole, anche se non è alla moda.
Spero che questa sia per voi una valida esperienza di lettura.
HaI Flemings
San Diego
PREFAZIONE ALL'EDIZIONE ITALIANA
Una volta Napoleone chiese a Laplace, l'illustre astronomo francese, perché nella Mèchanique céleste, appena pubblicata, non aveva menzionato Dio. L'astronomo rispose: "Sire, non avevo bisogno di questa ipotesi!" Ovviamente Laplace non fu né il primo né l'ultimo ad assumere un'idea così sprezzante di Dio.
Eppure l'universo, il "libro della natura", rivela molte cose su cui riflettere. Non a caso il premio Nobel per la fisica, Carlo Rubbia, ha affermato: "Noi scandagliamo la struttura della materia con la massima precisione, sperando di scoprirvi l'unità e la semplicità di un mondo che a prima vista sorprende per la sua diversità e complessità. Quanto più la nostra ricerca si approfondisce, tanto più ci confondono la semplicità, l'universalità e la bellezza delle leggi della natura".
Per comprendere pienamente il senso di questa frase bisogna ripercorrere il cammino della scienza almeno dagli inizi dell"800 quando cominciò a delinearsi uno dei falsi miti del nostro tempo, lo scientismo, ovvero l'illusione di poter comprendere la natura in tutti i suoi aspetti e le sue manifestazioni facendo ricorso a leggi di tipo deterministico. Il positivismo scientifico, proclamando il dominio della ragione sulla superstizione religiosa, decretò la 'morte di Dio' ritenuta un'ipotesi non necessaria. Ciò serve anche a spiegare l'immediato successo tributato alla teoria evoluzionistica di Darwin sull' origine delle specie per selezione naturale.
Tuttavia le orgogliose promesse di quella cultura scientista cresciuta con la rivoluzione industriale hanno fatto il loro tempo. Oggi gli scienziati si rendono conto - vista la complessità della natura - di essere ancora ben lontani dall'aver compreso tutto e di non avere ancora tutti gli strumenti concettuali per comprendere la realtà nel suo insieme. Si pensi alla difficoltà di defmire cosa sia la materia.
Benché la ricerca sulle origini dell'universo sia antica quanto l'uomo, soltanto nel secolo scorso è uscita dal campo delle pure speculazioni metafisiche per assumere il carattere di scienza che
si basa sui fatti osservati. L'idea che l'universo non esista da sempre, secondo la concezione aristotelica, ma che invece abbia avuto un principio, e sia in continua espansione, è stata avanzata
per la prima volta da E. Hubble nel 1929 sulla base dei suoi calcoli dello spostamento delle righe spettrali della radiazione emessa dai corpi celesti verso il rosso (Red Shift). Si dovette attendere il 1964, con la scoperta, in verità del tutto casuale, di A. Penzias e R. Wilson, per avere una prima conferma dell'ipotesi dell'espansione dell'universo: da ogni parte del cosmo è possibile captare un debolissimo segnale (radiazione fossile di fondo a 3 K) che rappresenterebbe la lontana eco dell'esplosione iniziale, il cosiddetto big bang, il primo respiro dell'universo, quando tutta la materia era concentrata in una capocchia di spillo.
Siamo comunque ben lontani dall'aver appreso tutto sul nostro maestoso universo. Per dirla come una famosa risposta di Einstein a chi gli chiedeva a che punto siamo nella conoscenza dell'universo: "È come quando qualcuno sale sul tetto di casa convinto di poter osservare meglio la luna".
Insomma, oggi l'uomo non può avvicinarsi al grande libro della natura con la stessa supponenza ed arroganza intellettuale con la quale un docente universitario pensa di poter sfogliare un abbecedario. E ciò in quanto la natura si rivela - come ben dice Rubbia - a prima vista complessa, come l'intricatissima trama di una stupenda tela dove ogni punto-fenomeno è collegato ad un altro attraverso una fitta rete di connessioni. Ciò che gli scienziati tentano di scoprire è quell'unica e semplice legge che consenta di capire come si passa da un punto della tela ad un altro. Vi deve essere un unico e semplice principio che sottintende la diversità e la complessità, dalla struttura dell' atomo, allo sbocciare di un fiore, all'esplosione di una supernova. Ed è nell'affascinante ricerca di questa semplicità che unifica tutti i fenomeni naturali che gli scienziati, come guardando attraverso le maglie al di là della tela, intravedono una presenza, per alcuni scomoda ed indesiderata.
Questa semplicità e quest'ordine, di fronte alla cui bellezza gli uomini di scienza come Rubbia si sentono confusi, da dove proviene? È possibile che dal disordine molecolare si sia creato - in contrasto con il principio dell' entropia - un mondo strutturalmente diverso e complesso regolato da leggi semplici ed uniche?
"In principio Dio creò ì cieli e la terra". Con questo linguaggio semplice e solenne la Bibbia introduce la storia della creazione. Una storia che non è una leggenda senza tempo ma che invece ha un principio. Una verità che viene da molto lontano e sulla quale non si rifletterà mai abbastanza.
Qualcuno ha obiettato che un processo casuale, come ad esempio la formazione spontanea di un organismo unicellulare, per quanto assai poco probabile può aver luogo se viene concesso al caso un sufficiente periodo di tempo. È ben noto l'aforisma della scimmietta posta davanti alla macchina da scrivere che, dopo un tempo lunghissimo e battendo a caso i tasti, prima o poi riuscirà a comporre la Divina Commedia. Sarà, ma sembra molto di più un atto di cieca creduloneria. C'è chi ha paragonato un simile evento (la formazione spontanea di un organismo unicellulare) alla probabilità di montare un Boeing 747 per opera di un tornado che attraversi un deposito di rottami.
Di fronte alle speculazioni filosofiche ed evoluzionistiche e alle fragili certezze della scienza antropologica, oggi accolte con entusiasmo e domani rinnegate con imbarazzo, ben venga quest'opera di HaI Flemings, un caro amico che con onestà intellettuale e profonda umiltà fa una difesa filosofica, scientifica e teologica dell'idea che Dio esiste.
Vorrei concludere questa prefazione all'edizione italiana con il bel discorso dell'apostolo Paolo nel mezzo dell' Areopago: "Uomini di Atene, vedo che in ogni cosa voi sembrate dediti al timore delle deità più di altri. Per esempio, passando e osservando i vostri oggetti di devozione ho anche trovato un altare sul quale era stato inciso 'All'Iddio sconosciuto. Perciò quello al quale rendete santa devozione senza conoscerlo, quello io vi proclamo. L'Iddio che ha fatto il mondo e tutte le cose che sono in esso, essendo, come Questi è, Signore del cielo e della terra, non dimora in templi fatti con mani, né è servito da mani umane come se avesse bisogno di alcuna cosa, perché egli stesso dà a tutti la vita e il respiro e ogni cosa. Ed egli ha fatto da un uomo ogni nazione degli uomini, perché dimorino sull'intera superficie della terra, e ha decretato le stagioni fissate e i limiti stabiliti della dimora degli uomini, perché cerchino Dio, se possono brancolare per lui e realmente trovarlo, benché, infatti, non sia lontano da ciascuno di noi. Poiché da lui abbiamo la vita e ci muoviamo ed esistiamo, come certi poeti fra voi hanno detto: 'Poiché siamo pure sua progenie" (Atti 17:22-28).
Dio è morto per chi non lo cerca.
Dott. Steno Sari
INDICE
PREFAZIONE
PREFAZIONE ALL'EDIZIONE ITALIANA
RINGRAZIAMENTI
CAPITOLO 1
FINO A CHE PUNTO È RILEVANTE
Che cosa significa "Dio"?
Dio dedotto logicamente e Dio dedotto teologicamente
Perché preoccuparsene?
Può esserci un Dio interagente?
Il "terzo gruppo"
CAPITOLO 2
I VARI PUNTI DI VISTA
Le argomentazioni dei deisti
Le argomentazioni dei teisti
Le argomentazioni dei panteisti
Le argomentazioni degli atei
Le argomentazioni degli agnostici
CAPITOLO 3
STORIA DEL DIBATTITO
Dall'antichità al 500 AEV
Dal 500 AEV al 500 EV
Dal 500 al 1500
Dal 1500 al 1900
Dal 1900 ad oggi
CAPITOLO 4
GLI ARGOMENTI CONTRO DIO
Il problema delle contraddizioni
Il problema del male e della sofferenza
Il problema di conoscere l'ignoto
L'argomento psicologico
L'avanzare della scienza e l'eclissi di Dio
CAPITOLO 5
GLI ARGOMENTI A FAVORE
L'argomento cosmologico
L'argomento teleologico
L'argomento antropologico
L'argomento ontologico
L'argomento scientifico
CAPITOLO 6
COSA SI DEDUCE DALLA CREAZIONE CIRCA LA NATURA DI DIO
CAPITOLO 7
RISPOSTE AGLI ATEI E AGLI AGNOSTICI
La brutta storia della religione
Solo le proposizioni a priori sono logicamente certe
Un Dio amorevole e potente?
Esiste davvero un Essere immateriale?
Gli uomini possono comprendere Dio?
Se Dio sa tutto, perché pregarlo e perché ci mette alla prova?
Il progetto: un argomento contro Dio?
Un Dio buono torturerebbe i dissidenti?
Dio come "superpater" freudiano
Il problema del "silenzio" di Dio
CAPITOLO 8
DI NUOVO SUL PROBLEMA DEL MALE E DELLA SOFFERENZA
La risposta socio-psicologica
E le calamità naturali?
Risposte teologiche
CAPITOLO 9
L'ESISTENZA DI DIO E LA BIBBIA
Anticipazioni scientifiche
Anticipazioni storiche
CAPITOLO 10
PERCHÉ NON GLI ALTRI TESTI SACRI?
Una questione di correttezza
La letteratura sacra buddista
La letteratura sacra hindù
Il libro Scienza e salute di Scienza Cristiana
Il Corano
La letteratura sacra baha'i
L'Avesta
Conclusione
CAPITOLO 11
YESH ELOHIM
Che cosa ne pensate?
Rivediamo il viaggio
INDICE DEI NOMI E DELLE COSE NOTEVOLI
- OMEOPATIA - Guida medica ai rimedi omeopatici per la cura delle più comuni malattie
- MICROBIOTA INTESTINALE - Preservare il corretto equilibrio dell'intestino
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