LA MELA DI ADAMO LA MELA DI NEWTON
RETROCOPERTINA
La mela di Adamo è il simbolo di un evento mistico, narrato dall'antico testamento, che definisce la condizione morale dell'uomo e la sua posizione nella natura e nel cosmo. La mela di Adamo allude alla caduta originale, è il fondamento di qualsiasi riflessione sulla condizione umana e sulla storia. Invece la mela che, cadendo, ispirò a Newton il principio della gravitazione universale, inagura il mondo delle astrazioni matematiche, il mondo della scienza esatta, nel quale l'uomo, con le proprie qualità, è un estraneo e un intruso.
In quest'opera, che riprende e sviluppa il discorso iniziato con il Crepuscolo dello Scientismo, pubblicato nel 1971 e rieditato nel 2002 in questa collezione, Giuseppe Sermonti, scienziato e biologo di notorietà internazionale, esclude che la scienza possa offrirci indicazioni etiche. Essa non tende neppure a farci comprendere il mondo; né si presta a soddisfare le richieste pratiche dell'uomo. Anzi, essa diviene “pura” e “adulta” nel momento in cui il suo linguaggio diviene specialistico ed essa volta le spalle ai bisogni dell'uomo. “La scienza e la concezione del mondo che esclude dalla propria prospettiva tutto ciò che è umano”,scrive M. Macdeile Dixon in The Human Situation, “E intenzionalmente inumana, poiché suppone, per quanto strano possa sembrare, che più ci allontaniamo da noi stessi, tanto più ci avviciniamo alla verità, più ci allontaniamo dalle nostre simpatie più profonde, da tutto ciò che amiamo, tanto più ci avviciniamo alla realtà, al cuore di pietra dell'universo scientifico”.
Quando la scienza moderna disumanizzata torna a rivolgersi verso il mondo, lo fa per rivesarvi i suoi prodotti non richiesti, trasformando la vita in un gioco meccanico e la natura e un immenso laboratorio sperimentale. Quando poi si assume il compito di amministrare la società, la scienza esatta realizza la sua vocazione statistico-matematica nel mondo inpersonale e imperturbabile della burocrazia. Liberata la scienza dai luoghi comuni e dalle sue indebite ingerenze nella società, Sermonti si impegna a ricondurla alla sua originale altitudine, in una “valle senza lacrime”, dove il pensiero astratto può giungere ma la vita non può trovare dimora, dove l'uomo a dire di Einstein, “cerca di formarsi un'immagine del mondo semolice e chiara e si sforza di trionfare sul mondo reale sostituendolo con questa immagine”.
Un libro di straordinario interesse, che aiuta ad avvicinare l'universo della scienza contemporanea e a comprendere il mondo in cui viviamo. Così dopo aver annunciato il Crepuscolo dello scientismo, Sermonti propone un metodo per recuperare il senso smarrito della scienza.
PREFAZIONE ALLA SECONDA EDIZIONE
Un libro a tesi ha sempre qualcosa di ostinato. Suona come una campana da un solo rintocco, non ha il canto-controcanto della dialettica. Questo libro confronta due tesi, simbolizzate da due pomi famosi, uno biblico, quello d'Adamo, ed uno scientifico, quello di Newton. È molto probabile che nessuno dei due pomi sia mai esistito. Con queste due metafore il libro compone un teorema: Quanto più una verità si astrae dal reale, tanto Più si adatta alla matematica superiore e tanto meno si rende comprensibile e utilizzabile per l'uomo.
L'astrazione scientifica ci offre un' isola nel nulla, una fantasia matematica. Essa, ha scritto Einstein, ci presenta un'immagine semplice e chiara del mondo e "ci aiuta a trionfare sul mondo reale sostituendolo con questa immagine". Quando, con questa immagine virtuale, ci apprestiamo a sostituire la realtà viva e dolorosa del mondo, entriamo nel reame dello Scientismo, dove un re Mida trasforma tutto ciò che tocca in teoremi, numeri e moneta. Nell'opera che fa da introduzione a questo lavoro ho preconizzato "Il Crepuscolo dello Scientismo". In questa prospetto due sfere, quella del riscatto dallo scientismo (la mela di Adamo, prima del morso) e quella della caduta gravitazionale nello scientismo (la mela di Newton, sospesa nel vuoto).
Mi è capitato giorni fa di incontrare, a Firenze, GINO GIROLIMONI (Kino), del quale mi aveva parlato SERGIO QUINZIO ai tempi del loro consorzio ad Isola del Piano. Aveva una sorpresa per me, una lettera del 25 settembre 1971, che Sergio gli aveva scri tto a proposito del "Crepuscolo" appena uscito. Lo ringrazio per avermi permesso di riportarne un brano. Carissimo Kino, ... credo che farebbe bene al dottor M. se gli facessi leggere il libro che ho appena finito di leggere, dove uno scienziato (biologo professore all'università di Palermo) fa la critica del mito della scienza. Costa 1500 lire: GIUSEPPE SERMONTI, Il crepuscolo dello scientismo.(ed. Rustoni), appena uscito. Potrebbe essere utile a molti altri: se puoi, cerca di farlo leggere, perché sblocca in maniera chiara e convincente uno dei punti che impediscono a molti di alzare gli occhi verso il Signore, obbligandoli ad aderire ad un mito; ... Ti abbraccio, Sergio.
"Alzare gli occhi verso il Signore" è l'atteggiamento di Adamo nell'Eden, prima di abbassarli, colpevole di aver praticato un esame sperimentale. Quando Adamo, pescato con la bocca piena, lasciò cadere la mela morsicata, c'era pronto un Newton a scoprire la gravitazione universale. Questi scoprì le leggi della caduta cosmica, ma non si può dire che le cercasse, giacché esse furono un'ipotesi peregrina nel corso dei suoi studi alchimisti ci sulle congiunzioni del "leone verde" (I'antirnonio), Questa faccenda della ricerca scientifica che porta alle scoperte scientifiche non mi ha mai convinto. Le leggi non sono la verifica delle nostre astratte congetture, altrimenti la natura e il cosmo sarebbero ben povera cosa. Sono gli incontri imprevisti di uomini ispirati, capaci di ascoltare le bisbigliate confidenze del mondo. "lo non cerco, io trovo", diceva Pablo Picasso. E gli scienziati sono ben consapevoli che le formule e le invenzioni più importanti citate nei testi di scienza le hanno scoperte senza ricercarle. Qualche anno fa andava di moda la storia dei tre principi di Serendip (Sri Lanka), Questi cavalcarono la terra in cerca di un'inezia e trovarono un tesoro. L'avventura si ripete nella storia di FLEMING, FlOREY e CHAIN , che cercavano il lisozima della saliva (Fleming, 1928) e scoprirono la magia della penicillina (Premi Nobel 1945). Una scoperta casuale si chiama "serendipica".
C'è poi quell'altra faccenda dell'''immagine semplice e chiara" che la scienza ci darebbe del mondo. Nessun discorso è complicato e incomprensibile come quello degli scienziati, che non si capiscono con il collega della stanza accanto e ben si guardano dal chiedere un giudizio ai passanti sul marciapiede sotto la finestra. Non è per loro incapacità di esposizione, è perché proprio non vogliono essere comprensibili. Non vogliono più usare il linguaggio dei profeti e dei maghi. Per secoli tutto il loro sforzo si è concentrato nel liberarsi dei luoghi comuni, del lessico dozzinale, nell'evitare le sciocche domande di sempre, e ora li vorremmo accessibili e discorsivi? Fu proprio Newton a dichiarare la resa e ad ammettere di non essere riuscito a spiegare le sue leggi col linguaggio comune. I suoi lettori si dovevano adattare al linguaggio matematico. E le vostre antiche domande del Chi) Dove? e Perché? dovranno essere riformulate nel modo in cui gli scienziati vi avranno insegnato a porle, anche se poco le capite e poco vi interessano. L'uomo non deve pretendere di adattare a sé la scienza, che si è posta il compito di cambiare l'uomo.
Poco dopo la pubblicazione della prima edizione di questo libro (Rusconi, marzo 1974) ho pubblicato una raccolta di 30 favole "scientifiche" (Il Ragno, il Filo e la Vespa, Mondadori, novembre 1974). Con essa mi parve di aver provato che ogni legge o esperimento o algoritmo scientifico cela una fiaba. Anche il principio di indeterminazione o le funzioni trigonometriche. Di seguito provai, in modo che a me parve persuasivo, che reciprocamente ogni fiaba nasconde un processo scientifico. Nonostante si avversino, scienza e fiaba sono della stessa natura. E allora, la favola di Adamo e quella di Newton contengono la stessa logica. Nella mela di Adamo è palese il simbolo della caduta ad opera del peccato, e celata la legge della caduta dei corpi materiali verso il basso. La mela di Newton obbedisce alla gravitazione universale e sottintende la favola del capitombolo ad opera di una tentazione dalla distanza.
Ogni narrazione storico-scientifica ha ascendenze mitiche. Gli antichi greci, che calcolavano con esattezza le eclissi della luna, raccontavano, sullo sfondo, del sole (Zeus) che insegue e inghiotte la luna (Metide) al novilunio. La mitica spada tratta dalla roccia - da Teseo, da Artù, da Galahad - narra l'inizio storico dell'età del ferro. "E così. Chi è colui che distacca il metallo dalla roccia? - chiede HEINRICH ZIMMER - ... L'eroe di una civiltà, il magico fabbro che liberò il mondo dall'età della pietra, (paragonabile a) il moderno inventore, chimico e ingegnere, che crea nuove armi per il suo popolo." ROBERT MUSI L rimprovera la Chiesa di aver trattato con troppa indulgenza il "moderno inventore" pisano..., "giacché Galileo non era soltanto lo scopritore del moto della terra ma era anche un inventore al quale si interessava, come si direbbe oggi, il gran Capitale." Era il mitico fabbro di Zimmero Il suo modo di considerare le cose, continua Musil, "ha dato origine agli orari ferroviari, alle macchine utensili, alla psicologia fisiologica e alla corruzione morale del tempo presente, e ormai non può più porvi rimedio." Dal suo canto, il vecchio Newton, lasciò la cattedra di Cambridge per divenire direttore della Zecca di Londra.
Mentre assistiamo alla scienza che si trasforma in arrogante statistica e in fabbrica di moneta, voglio ricordare un'altra scienza, fatta di ossequio alla natura, di partecipazione e di mistero, umile nei suoi magri bilanci e nella sua delicata entomologia. Scienza che non ha avuto alcun eroe e alcuna fondazione, perché ha seguito da sempre il cammino dell'uomo.
Roma, 31 marzo 2003
Giuseppe Sermonti
INDICE
Prefazione dell'Autore alla seconda edizione
CAPITOLO PRIMO
Lo scheletro di Adamo
Il bambino di Taungs
Il pomo di Adamo
Prometeo
Le tre rivolte dell'uomo
Il mito evoluzionista
CAPITOLO SECONDO
Il magazzino della Scienza
Utilitarismo fossile e attuale
L'invenzione come profanazione
Le grandi invenzioni
De medicina
Scienza e tecnologia
CAPITOLO TERZO
Come nasce una scienza
La scienza applicata è una finzione
Come è nata la immunologia
Breve storia della genetica
Se io fossi un ratto
CAPITOLO QUARTO
La fine del cosmo
L'abolizione del cosmo
L'impegno di non farsi capire
La scienza e la fiaba
CAPITOLO QUINTO
Scienza e burocrazia
Ragione e burocrazia
Facciamo un'ipotesi
La registrazione della realtà
La realtà archiviata
La cultura garantita
In fin dei conti
Nota Biografica
Indice delle illustrazioni
Indice Generale
Indice Analitico
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