LOGOS O UOMO - Testi antitrinitari di Michele Serveto
RETROCOPERTINA
Le origini dell'antitrinitarismo cinquecentesco restano, a distanza di secoli dalla pubblicazione del De trinitatis erroribus da parte del giovane aragonese Michele Serveto nel 1531 un affascinante enigma storiografico. Quali le sue origini? Siamo in realtà di fronte a un'interpretazione radicale del principio scritturistico, enunciato da Lutero agli albori della Riforma, e frutto dell'umanesimo biblico, in base al quale tutte le asserzioni di fede relative al mistero di Cristo e del Dio unico dovrebbero avrebbero dovuto conformarsi alla graeca et hebraica veritas del testo originale della Bibbia. La critica ai dogmi di Nicea e Calcedonia, con il ritorno alle fonti, venne così a costituire una vera e propria rivoluzione nei confronti del consenso millenario della tradizione teologica occidentale: una minaccia teologica e politica per cattolici e riformati. La persecuzione di Serveto, che lo condusse sul rogo a Ginevra nel 1553, non esaurì tuttavia l'impatto delle sue idee, che in una forma in parte diversa e più radicale sarebbero state riprese e diffuse, sino alle remote piaghe dell'Europa Orientale (Polonia e Transilvania) da uomini come il senese Fausto Sozzini e il saluzzese Giorgio Biandrata.
PREFAZIONI
È questo il terzo volume a venire pubblicato a cura della associazione Giorgio Biandrata. Costituitasi nel 1997 con l'obiettivo di conoscere meglio e far conoscere la figura di Giorgio Biandrata (1515-1588), illustre nostro concittadino, autorevole esponente di una corrente minoritaria sorta nell'ambito della Riforma, la nostra associazione nel corso di questi anni ha promosso, tra le altre attività, due convegni di studi che hanno visto la partecipazione di eminenti studiosi quali Vittorio Marchetti e Claudio Madonia (Università di Bologna), Massimo Firpo (Università di Torino), il pastore valdese Giorgio Bouchard, l'avvocato Guido Fubini della Comunità Ebraica di Torino, Giovanni Franzoni, già abate della comunità di San Paolo fuori le mura di Roma.
Sono stati approfonditi, più in generale, i temi della tolleranza religiosa tra passato, presente e futuro, e più nello specifico quello delle origini e dei caratteri della corrente dell'antitrinitarismo, di cui Giorgio Biandrata fu esponente appassionato e documentato, e del contesto storico in cui tale corrente si sviluppò.
Coordinatori del progetto sono stati i professori Sergio Carletto e Graziano Lingua, che, oltre al presente volume, hanno curato le due opere finora pubblicate: La Trinità e l'Anticristo, L'Arciere, 2001 che reca gli atti del primo convegno svoltosi a Saluzzo il 30 aprile 1999, accanto ad un'antologia di testi latini e traduzioni italiane tratte da scritti attribuiti a Biandrata; Cristianesimo senza roghi, L'Arciere 2003, in cui è riportata una parte delle relazioni del convegno,"Giorgio Biandrata protagonista della libertà religiosa", tenuto a Saluzzo il 21 aprile 2001.
MARIA GABRIELLA CARENA
In questo terzo volume viene presentata la traduzione di alcuni scritti di Michele Serveto (1511-1553) e di Fausto Sozzini (1539- 1604), che furono tra i maggiori esponenti del movimento di cui faceva parte il Biandrata. Purtroppo anche in seno alla Riforma si riproposero gli stessi conflitti e l'incapacità di dialogo che avevano caratterizzato i rapporti fra la chiesa cattolica e i riformati: Michele Serveto fu infatti condannato al rogo e morì arso vivo a Ginevra il 27 ottobre 1553. "Uccidere un uomo significa uccidere un uomo, non confutare una dottrina errata". Così, nel suo De Haereticis an sini persequendi, l'umanista Sebastiano Castellione attaccava Giovanni Calvino, per aver mandato a morte Michele Serveto. Castellione, a nostro parere, avrebbe fatto bene a concludere la sua peraltro giusta riflessione in questo modo" .... una dottrina ritenuta errata". Chi può infatti avere la pretesa di decidere quale sia la verità per imporla ad altri?
Il Cinquecento fu dunque un secolo di serrati dibattiti nel mondo cristiano, di grande passione per la lettura dei testi biblici e la loro interpretazione; accanto alle divisioni e alle reciproche scomuniche, che sfociarono anche in eventi cruenti, di cui abbiamo portato l'esempio più celebre, si fece strada l'idea della tolleranza che ebbe una suo importante riconoscimento, grazie anche al ruolo svolto da Giorgio Biandrata, nella Dieta di Torda (1568), nella quale Giovanni Sigismondo, principe di Transilvania, riconobbe piena libertà alle confessioni religiose diffuse (cattolica, luterana, riformata) incluso l'Unitarismo.
Certo il cammino era ancora lungo perché alle dichiarazioni di principio facesse seguito una loro costante ed effettiva applicazione, e soprattutto una convinta adesione di tutti al rispetto delle diversità, in qualunque settore esse si manifestino; la strada tuttavia era indicata. La storia ci insegna che non sono le persecuzioni e i roghi a impedire la diffusione delle idee e, in questo caso, dei diversi modi di leggere e interpretare i testi biblici.
L'unitarismo (o antitrinitarismo) venne diffuso nel corso nel 1600 in Inghilterra da John Biddle e fra coloro che condivisero convinzioni vicine all'unitarismo ci furono il grande poeta inglese John Milton (1608-1674) e Isaac Newton (1642-1727), uno dei più grandi scienziati della storia. Nel 1773 il liberale anglicano Theophilus Lindsey uscì dalla Chiesa d'Inghilterra e fondò a Londra, nella Essex Chapel, la prima comunità autonoma unitariana.
Nel Nord America le dottrine unitariane si diffusero solo negli ultimi anni del secolo XVIII. La King's Chapel, a Boston, divenne nel 1785 la prima Chiesa unitariana nel nuovo mondo. Dopo la rivoluzione, l'unitarismo americano conobbe un ritmo di crescita piuttosto rapido ed ebbe un largo influsso nella classe dirigente americana. Nel 1816 venne fondata la famosa scuola di teologia di Harvard, che in breve divenne il centro del pensiero unitario. Il grande filosofo statunitense Ralph Waldo Emerson fu per alcuni anni pastore unitariano a Boston. In Europa le comunità unitariane sono ancora presenti in Inghilterra, in Norvegia, in Svizzera e in Transilvania.
Siamo lieti, con la pubblicazione di quest'opera, di aggiungere un ulteriore tassello alla conoscenza del pensiero di Giorgio Biandrata e più in generale delle idee di cui, con molti altri, fu sostenitore, nella convinzione che la conoscenza, e il libero confronto, costituiscano un percorso di crescita personale e di arricchimento e miglioramento della società. In proposito, nell'atto costitutivo della nostra Associazione si legge: "L'Associazione persegue finalità di promozione della cultura e dell'arte, della solidarietà sociale e del libero confronto di opinioni e tradizioni culturali, di opposizione al pregiudizio, all'intolleranza etnica, razziale e religiosa."
Concludendo, esprimo un vivo ringraziamento al Comune di Saluzzo, che ha sempre patrocinato ed anche sostenuto economicamente le nostre iniziative, e alla Fondazione della Cassa di Risparmio di Saluzzo che, con il suo generoso contributo, ha reso possibile la prosecuzione di questo importante lavoro di ricerca storica.
Per l'Associazione "Giorgio Biandrata"
Maria Gabriella Carena
PAOLO ALLEMANO
A nome dell'Amministrazione Comunale di Saluzzo, e mio personale, saluto con soddisfazione la pubblicazione di questa nuova raccolta, dopo la precedente edita nel 200 l presso l'Arciere di Dronero, di testi essenziali dell'antitrinitarismo cinquecentesco. Il volume viene pubblicato su iniziativa dell' Associazione culturale "Giorgio Biandrata", fondata e instancabilmente animata per oltre un decennio dall'amico Gigi Ferraro. Essa, sin dal suo sorgere, si è fattivamente impegnata, a fianco di una serie di altre preziose iniziative sui temi della libertà religiosa e del dialogo interreligioso e interculturale, nella riscoperta e nella valorizzazione della figura del medico, diplomatico e teologo saluzzese Giorgio
Biandrata (1515-1588). Il Biandrata, emulo nelle sue idee del medico aragonese Miguel Servet, fu non soltanto una figura eminente della cultura e della storia del Cinquecento, ma anche un convinto profeta della lotta per la libertà religiosa in Polonia e Transilvania. Accanto a lui figure importanti come il senese Fausto Sozzini, di cui insieme a Serveto vengono qui presentati alcuni testi in traduzione italiana.
È nato in tal modo il "Progetto Biandrata" (1997), diretto dai dott. Sergio Cadetto e Graziano Lingua, che ha prodotto nel corso degli anni, oltre ad iniziative pubbliche, convegni e incontri nelle
scuole la pubblicazione di tre volumi. Le diverse amministrazioni comunali che si sono succedute in questi anni non hanno mai mancato di sostenere tali iniziative, in questi ultimi anni con un contributo finanziario per l'attività di ricerca che si è affiancato a quello assai generoso della Fondazione CRS.
Abbiamo seguito con attenzione questo lavoro perché crediamo che ancor oggi, in questa nostra Europa e altrove nel mondo, il tema della promozione della libertà religiosa, come diritto essenziale di cittadinanza, richiamato con forza dalla Costituzione, e l 'implementazione di uno spazio, sempre minacciato, di libera espressione delle proprie idee e posizioni anche in materia religiosa, costituiscano una vocazione ineludibile per chi riveste funzioni pubbliche a ogni livello.
Paolo Allemano
Sindaco di Saluzzo
GIANNI RABBIA
Con la pubblicazione di questo volume, che raccoglie trascrizioni latine, e testi in traduzione italiana, di alcuni tra i più significativi esponenti dell' antitrinitarismo cinquecentesco (lo spagnolo Michele Serveto e il senese Fausto Sozzini), la Fondazione Cassa di Risparmio di Saluzzo, porta a compimento un cospicuo impegno finanziario, durato per oltre un decennio, che ha consentito all'Associazione Culturale "Giorgio Biandrata" di rendere onore, con convegni, pubblicazioni (tre volumi) e lezioni per gli studenti a un concittadino illustre, medico, diplomatico e teologo. Giorgio Biandrata (1516-1588) fu protagonista attivo della lotta per la libertà religiosa negli anni turbolenti della seconda metà del XVI secolo, esule a Ginevra e poi nell 'Europa Orientale, in paesi come la Polonia e la Transilvania, che vissero una singolare stagione di tolleranza nell'Europa dei roghi e dell'intolleranza. Il Biandrata non avrebbe tuttavia potuto far tutto da solo, se non fosse stato parte di un più vasto movimento, costituito dagli eredi più genuini del nostro Rinascimento, quegli "eretici italiani", anime inquiete e in ricerca di Dio, della scienza e della verità, scoperti da Delio Cantimori, nei primi anni Trenta del Novecento. Di qui la necessità, da parte degli amici dell' Associazione "Biandrata" e dei dott. Carletto e Lingua, di mettere in cantiere un ulteriore volume che offrisse, al lettore non solo saluzzese, elementi preziosi per meglio approfondire lo sfondo su cui si stagliò la figura del Biandrata, alla ricerca delle origini del dissenso religioso antitrinitario. Esprimo pertanto a nome di una istituzione che si prefigge di valorizzare il retaggio storico-culturale di Saluzzo, e delle terre del suo antico Marchesato, il mio compiacimento per questa simolante novità editoriale, pubblicata presso l'Arciere di Dronero.
Gianni Rabbia
Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Saluzzo
INDICE
PREFAZIONI
1. Da Serveto a Biandrata
2. Serveto giovane: la redazione del De trinitatis erroribus e dei Dia/agi de Trinitate
3. MICHELE SERVETO (1511-1553)
4. DE TRINITATIS ERRORIBUS LlB. VII
5. Michele Serveto, alias Revés, spagnolo dell' Aragona Anno 1531 Gli errori della
Trinità
Libro VII
6. DIALOGO RUM DE TRINITA TE LIBRI DUO
7. DIALOGI LIBER DUE
8. Due libri di dialoghi sulla Trinità di Michele Serveto, alias Reves, spagnolo
dell'Aragona Anno 1532
9. Dialoghi Libro Secondo
10. Fausto Sozzini EXPLlCATIO PRIMAE PARTIS PRIMI CAPITIS IOHANNIS
11. Introduzione alla Explicatio di Fausto Sozzini
12. Explicatio Primae partis primi capitis Evangelistae Johannis
13. Commento alla prima parte del primo capitolo di Giovanni sino al versetto 15
14. Bibliografia generale
- LE PRIME COMUNITÀ CRISTIANE - Tradizioni e tendenze nel cristianesimo delle origini
- VITA E MORTE DI MICHELE SERVETO
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