QUASI CERTAMENTE C'È UN DIO - La confutazione delle tesi esposte dallo scienziato ateo RICHARD DAWKINS nel bestseller L'illusione di Dio
RETROCOPERTINA
Un arguto e coinvolgente contributo al dibattito in corso tra atei e cristiani, scritto da un credente.
Lo scienziato ateo Richard Dawkins ha recentemente dichiarato che nessun teologo ha mai prodotto una risposta soddisfacente alle sue argomentazioni. Keith Ward, ben noto commentatore televisivo e autore, è uno dei più importanti filosofi e teologi della Gran Bretagna, e come tale e uso dare il benvenuto a tutti coloro che si avventurano nel mondo della filosofia con definizioni chiare, nitide esposizioni e conclusioni coerenti.
Dawkins, purtroppo, sconfinando in questo campo, si è lasciato guidare dalla passione, facendo largo uso di stereotipi e sfoderando l'arma del redicolo e della derisione. Nel raccoglierne la sfida, Ward dimostra non solo che gli argomenti dello scienziato sono inadeguati, ma anche sul piano razionale l'esistenza di Dio può essere dimostrata in maniera abbastanza soddisfacente.
PREFAZIONE
Nel 1991 vivevo felice la mia vita di docente di filosofia al Kings College dell'Università di Londra quando inaspettatamente ricevetti una lettera dall'ufficio del primo ministro, in una busta ufficiale astutamente celata all'interno di una busta normale. La lettera mi diceva che la cattedra regia di teologia a Oxford era vacante e mi chiedeva se il primo ministro potesse comunicare il mio nome alla regina. Non avevo la più pallida idea di che cosa volesse dire tutto questo e dovetti telefonare a Downing Street per chiedere quanti nomi fossero stati comunicati alla regina e che cosa quest'ultima ne intendesse fare. Venne fuori che mi stavano offrendo quell'incarico, ed era un'offerta che non potevo rifiutare.
Così mi presentai a Oxford, trasformato, per opera di Sua Maestà, da filosofo giudicato sorprendente per il fatto di avere qualche credenza religiosa a teologo da cui ci si aspettava, nell' ambito del suo incarico professionale, la difesa di tutto un insieme di credenze religiose. Era un mutamento davvero inatteso.
Quando ero filosofo e difendevo la fede in Dio, tutti dicevano: «Interessante! È un'opinione assai insolita e originale». Ma quando divenni teologo e continuai a difendere la medesima fede in Dio, tutti dicevano: «Che noia! Ti pagano per questo, per cui devi essere qualche sorta di prezzolato lacchè della Chiesa».
Mutò notevolmente il modo in cui venivo percepito dagli altri. Per alcuni, essere titolare della cattedra regia a Oxford (tecnicamente, il docente di più alto grado in quell'università) era grandioso. Invece per altri era decisamente uno scivolone in basso nella scala della rispettabilità accademica. Lungi dall'essere un filosofo radicale e libero pensatore, all'improvviso, da qualche parte lungo la strada fra Londra e Oxford, mi era venuta quella che Richard Dawkins chiama «mentalità teologica». Il che, a suo parere, è più o meno come contrarre qualche sorta di malattia mentale.
Il mio arrivo a Oxford fu preannunciato da una lettera di Richard Dawkins a un quotidiano in cui chiedeva le mie dimissioni, per il motivo che non esisteva una disciplina chiamata teologia e che comunque io ero un esemplare di teologo particolarmente stupido.
La ragione della sua collera era una breve lettera che io avevo scritto allo stesso giornale in seguito a una discussione sulla storia del Natale pubblicata dal quotidiano. Avevo scritto, in quella che era intesa come una battuta, di sapere che i Re Magi erano davvero esistiti perché ne avevo visto la tomba nel duomo di Colonia. Ammetto che non fosse una battuta molto riuscita. Ma si rivelò eccessiva per Richard Dawkins, il quale la prese per il genere di prove su cui si basano i teologi e per quanto di meglio io potessi offrire in fatto di argomentazioni teologiche.
Da quel momento in poi ci siamo presi a pugni. Pur vivendo e lavorando in un'università con una delle più grandi e competenti facoltà di teologia in Gran Bretagna, Dawkins si ostina a rifiutarsi di ammettere l'esistenza di una disciplina chiamata teologia.
Nonostante io e lui avessimo avuto contatti personali del tutto amichevoli e razionali (così come Dawkins li aveva con Richard Harries, ex vescovo di Oxford, col vicario della chiesa universitaria di Oxford e col cappellano del suo college), Dawkins ha continuato a proclamare che tutti i credenti sono stupidi, illusi e pericolosi. Malgrado molti scienziati di Oxford siano cristiani e in questa università vi sia perfino una cattedra di scienza e religione, Dawkins continua a dire che scienza e religione sono incompatibili dal punto di vista intellettivo. E benché diversi di noi abbiano criticato più volte pubblicamente le sue opinioni, Dawkins continua a dire che i teologi non hanno mai risposto alle sue argomentazioni.
In effetti negli ultimi anni vi è stata a Oxford tutta una serie di dibattiti pubblici, e io non ritengo sia ovvio che Dawkins abbia prevalso. Tali dibattiti hanno coinvolto, da un lato, Richard Dawkins e il suo collega ateo ancora più ingiurioso Peter Atkins e, dall'altro lato, il sottoscritto, Alister McGrath, Richard Harries e Arthur Peacocke.
Negli ultimi anni, Alister McGrath, teologo con un dottorato in biologia molecolare, e John Lennox, docente incaricato di matematica a Oxford, hanno scritto ottimi libri rispondendo alle argomentazioni di Dawkins. Adesso tocca a me replicare nell'ambito del- l' oxfordiano dibattito su Dio. In un certo senso il professor Dawkins l'ha avuta vinta: io mi sono dimesso dalla cattedra regia di teologia. Ma l'ho fatto solamente perché ho raggiunto l'età della pensione, e sono lieto di dire che a subentrarmi è stata un'eminente esperta di filosofia medievale, Marilyn McCord Adams. Pur essendomi dimesso, non mi si è smorzato lo spirito bellicoso, e sono contento di entrare in lizza in un confronto filosofico diretto. Sono ancora più contento di sapere che sono destinato a vincere, poiché quando Dawkins discorre di teologia parla, per sua stessa ammissione, di una disciplina che non esiste. Una tradizionale definizione degli studiosi di Oxford è che sanno tutto di nulla (mentre gli studiosi di Cambridge non sanno nulla di tutto). Così il professor Dawkins si inserisce in una valida tradizione oxfordiana. Ma se una disciplina non esiste nemmeno, non vi è nulla da sapere in proposito.
Presumo pertanto che il professor Dawkins in effetti non sappia nulla di teologia. Questo mi concede un vantaggio. Perciò concludo la mia carriera a Oxford così come l'ho cominciata, con una battuta poco riuscita. Ma che non sia forse vera?
INDICE
Prefazione
PRIMA PARTE - IL CAPITOLO II DE L'ILLUSIONE DI DIO
Capitolo 1 - L'ipotesi di Dio
Laccettazione di una sfida filosofica
La varietà di opinioni filosofiche sulla realtà
Perché il materialismo è dubbio
Il problema della coscienza
L'ipotesi di Dio
La recente ascesa del materialismo
Spiegazioni personali
Una spiegazione personale definitiva dell'universo
L'esistenza di Dio è un'ipotesi scientifica?
Possiamo stabilire mediante la scienza che Dio esiste?
SECONDA PARTE - IL CAPITOLO IV DE L'ILLUSIONE DI DIO
Capitolo 2 - I grandi aeroplani e Dio
L'espediente del Boeing 747
Evoluzione e creazione intelligente
Il programma Evoluzione
Il nuovo argomento del progetto
La ricerca di una spiegazione più profonda
Il semplice è più probabile del complesso?
Tre sensi in cui Dio è semplice e in cui I'ipotesì di Dio è raffinata, economica ed esauriente
Capitolo 3 - Come spiegare Dio
L'ora delle tartarughe
Tartarughe necessarie
Come sterminare le tartarughe superflue col rasoio di Occam
Le leggi di natura sono semplici?
Introdurre Dio significa rinunciare alla scienza?
Interludio su come cambino e si sviluppino le idee riguardo a Dio
Capitolo 4 - Dio e il multiverso
Tre teorie del multiverso
L'ipotesi inflazionaria
Fuoco vitale nelle equazioni
I problemi del multiverso estremo
Perché Dio è meglio del multiverso
Di nuovo le tartarughe
La priorità della mente
Capitolo 5 - Obiezioni e repliche
Può esistere una coscienza pura?
Il necessario può produrre il contingente?
Esistono forme oggettive e universali di bene?
Perché esiste il male?
Questo universo è buono?
L'illusione del materialismo
Il crollo dell' espediente del Boeing 747
TERZA PARTE - IL CAPITOLO III DI L'ILLUSIONE DI DIO
Capitolo 6 - Le cinque vie
Le cinque vie di Tommaso d'Aquino
La prima e la seconda via per dimostrare l'esistenza di Dio
La terza via
Interludio sul presunto paradosso di Dawkins
La quarta via
La quinta via
L'argomento ontologico
Capitolo 7 - L'argomento dell'esperienza personale
Prima parte: visioni e voci
Seconda parte: il senso dell'infinito
Terza parte: il percorso della trascendenza di sé
QUARTA PARTE - L'ESPERIENZA CRISTIANA DI CRISTO E DELLO SPIRITO
Capitolo 8 - Perché Dio esiste
Perché è quasi certo che Dio esiste
Della certezza
Credere in Dio per buone ragioni
Note
Bibliografìa
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