LA CULTURA DELLA VITA CONTRO LA CULTURA DELLA MORTE
Morte contro vita e vita contro morte
Le strutture biologiche degli esseri viventi vengono sistematicamente edificate e successivamente demolite in un processo continuo. Il significato della vita procede in un avvicendamento antagonistico fra la vita e la morte. Tuttavia l’uomo è l’unico essere vivente per cui la morte costituisce una tragedia esistenziale. Che cosa significa nell’uomo, il desiderio naturale di immortalità, questa irrefrenabile aspirazione di sconfiggere la morte? Questo sogno esprime la volontà di sfuggire alla presa dei processi biologici che vogliono sopprimere la vita, una continua determinazione di vivere, di non voler morire. Non solo sopravvivere, ma sempre più svilupparsi, conoscere, progredire in conoscenza. Se la morte fosse un processo naturale, perché l’uomo dovrebbe avere questa innaturale aspirazione verso la continuità della sua vita a tempo indefinito?
E’ innegabile il fatto che tutti possono costatare questo continuo sforzo dell’essere umano per non morire, salvo i casi di suicidio di coloro che sono disperati e che scelgono la morte per non continuare a soffrire. È interessante notare che un passo veterotestamentario della Bibbia fornisce una spiegazione razionale e logica di questo particolare fenomeno umano, contrario allo stato delle cose presenti in natura, dove tutti gli esseri viventi sono soggetti al ciclo naturale della vita e della morte. Si tratta di una dichiarazione sorprendente per gli straordinari obiettivi che pone in essere a tutti gli esseri umani. Si legge quanto segue:
Opera di Zdzislaw Beksinski
“Anche il tempo indefinito [Dio] ha posto nel loro cuore, affinché il genere umano non trovi mai l’opera che il [vero] Dio ha fatto dall’inizio alla fine”. ? Ecclesiaste 3:11, TNM.
Riferendosi sempre a Dio, un’altra versione biblica traduce: “Ha messo l’eternità nel cuore degli uomini”. ? Ecclesiaste 3:11, The Amplified Bible.
Se la spiegazione dell’esistenza dell’uomo fosse un impersonale e casuale processo evolutivo biologico, non si spiega perché si sarebbe dovuto sviluppare il desiderio dell’eternità, cioè di non morire. È altresì un fatto che gli esseri umani non solo desiderano vivere a tempo indefinito, ma possiedono anche il potenziale per vivere per sempre.
Infatti la ricerca scientifica ha indicato che non c’è limite alla capacità umana di imparare e questo per un altro fatto sorprendente, cioè che in natura non c’è niente di simile al cervello umano per complessità e capacità di recupero. Diversamente dagli animali, noi umani abbiamo una mente creativa capace di ragionare e considerare concetti astratti. La scienza si trova ancora in uno stadio di limitata comprensione del potenziale del cervello umano, ma è significativo notare che tale potenziale si conserva anche in tarda età. Gli scienziati hanno compreso che la maggioranza delle funzioni cerebrali non vengono deteriorate dal processo di invecchiamento. Questa situazione cosa vuole farci capire? Un fatto fondamentale: l’esistenza dell’uomo sulla terra deve necessariamente avere uno scopo grandioso.
Ma per conoscere questo scopo occorre emanciparsi dallo stato di ignoranza che facilmente può farci credere che lo scopo della vita sia la vita stessa. Fedi dogmatiche e irrazionali come agnosticismo, ateismo e perfino religionismo inducono fatalmente a commettere proprio questo clamoroso errore. Negando il fatto che tutto ciò che esiste sulla terra in quanto natura (dai vegetali, agli animali fino all’uomo) non è il frutto del caso né di una lenta e progressiva evoluzione biologica guidata da un Dio misterioso ma è il risultato di un’antica creazione divina, diventa inevitabile farsi un’opinione completamente sbagliata della nostra stessa esistenza.
I fatti della vita dimostrano senza ombra di dubbio che la nostra presenza sulla terra è stata voluta da Dio. Di conseguenza il nostro creatore risulta essere anche il massimo garante della vita in senso generale e, specialmente, della vita umana. Giudicare le cose in modo diverso rispetto a questa conclusione è l’errore più stupido che un essere umano possa commettere. Triste a dirsi molti rifiutano questa conclusione a motivo del male e della sofferenza che vedono nel mondo. Nel tentativo di trovare una spiegazione, molti negano l’esistenza di Dio, mentre altri credono che porsi il problema di Dio sia assolutamente inutile.
Oggi il punto di vista della maggioranza delle persone sulla vita e sulla morte si è talmente allontanato rispetto ai fatti reali che per loro è impossibile esprimere un giudizio corretto su temi così importanti. I nuovi sacerdoti dell’ateismo (Richard Dawkins, Sam Harris, Christofer Hitchens e Daniel Dennet) hanno influenzato negativamente la facoltà di ragionare di milioni di persone, le quali hanno finito per ignorare o prendere per scontati molti aspetti che rendono possibile la vita sulla Terra che dimostrano inequivocabilmente un proposito divino. La cura protettiva di Dio verso la vita umana si può infatti anche notare da come la cultura della vita, che caratterizza la cultura di Dio, operi a livello fisico.
Come la cultura della vita opera a livello fisico
Per rendercene conto esaminiamo due straordinari schermi protettivi che garantiscono la nostra esistenza e la nostra conservazione in vita: (1) l’atmosfera terrestre e (2) il campo magnetico terrestre.
Il primo schermo protettivo, rappresentato dall’atmosfera terrestre, è assolutamente indispensabile per sostenere la nostra vita, e consiste in una miscela ottimale di vari gas nelle proporzioni ideali: 78% di azoto, 21% di ossigeno e 1% fra argo, vapore acqueo e anidride carbonica. Per mantenere l’equilibrio è necessario l’uso ed il rinnovo continuo di questi gas per mezzo di piante, suolo, vita animale ed umana.
Ma quest’aria respirabile non servirebbe a nulla se nella nostra struttura fisica non esistesse un delicato meccanismo che ci permette di respirare questa miscela di gas per sostenere la nostra vita: la molecola dell’emoglobina.
Dobbiamo sapere che il semplice fatto di respirare non basterebbe in sé a tenerci in vita se non fosse per la presenza della molecola di emoglobina, un capolavoro di ingegneria molecolare e indiscutibile opera del nostro amorevole Creatore che ancora una volta mostra d’essere il massimo garante della vita.
L’emoglobina, che si trova all’interno di ognuno dei nostri 30.000 miliardi di globuli rossi, trasporta l’ossigeno dai polmoni ai tessuti dell’organismo. Senza l’emoglobina noi moriremmo quasi all’istante. Tutti i nostri ambiziosi progetti e desideri verrebbero cancellati se non fosse per la presenza dell’emoglobina. Come fanno le molecole di emoglobina a legarsi alle molecole di ossigeno, a trattenerle saldamente e a rilasciarle, e tutto questo al momento giusto? Entrano in gioco altri prodigi di ingegneria molecolare.
Si potrebbe paragonare ogni molecola di emoglobina presente in una cellula ad un’autovettura a quattro porte, con spazio per quattro “passeggeri”. Tale vettura molecolare non ha bisogno di qualcuno al volante, dato che viaggia all’interno di un globulo rosso, che potremmo immaginare come un container carico di molecole di emoglobina.
Il viaggio della molecola di emoglobina inizia quando i globuli rossi raggiungono gli alveoli polmonari, l’“aeroporto”. Quando introduciamo aria nei polmoni con l’inspirazione, arrivano tante piccole molecole di ossigeno che iniziano subito a cercare un passaggio in un’autovettura. Si disseminano velocemente nei globuli rossi, i “container”.
In questo momento all’interno di ogni globulo rosso le “porte” della vettura dell’emoglobina sono ancora chiuse. Tuttavia non passa molto tempo prima che nello scompiglio generale una molecola di ossigeno riesca ad introdursi in una vettura e a prendere posto. A questo punto succede qualcosa di molto interessante.
All’interno del globulo rosso la molecola di emoglobina inizia a cambiare forma. Non appena il primo passeggero di ogni vettura sale, tutte e quattro le “porte” si aprono automaticamente, e questo consente agli altri passeggeri di salire a bordo con più facilità. Questo processo di cooperazione è così efficiente che nel tempo di un solo respiro il 95% dei “sedili” di tutte le vetture di un globulo rosso vengono occupati.
Complessivamente, gli oltre 250.000.000 di molecole di emoglobina di un solo globulo rosso possono trasportare un miliardo di molecole di ossigeno. Ben presto il globulo rosso che contiene tutte queste vetture è pronto a distribuire il suo prezioso carico di ossigeno ai tessuti dell’organismo che ne hanno bisogno. Ma cosa impedisce alle molecole di ossigeno di “scendere” prima del tempo? Entra in gioco un altro prodigio della creazione divina. All’interno di ogni molecola di emoglobina le molecole di ossigeno si legano agli atomi di ferro che sono lì ad attenderle.
Lo scienziato Max F. Perutz, premio Nobel nel 1962 per i suoi studi sulla molecola dell’emoglobina, ha osservato: “Sembra così facile respirare, eppure a quanto pare questa elementare manifestazione della vita esiste grazie all’interazione che c’è fra i molti tipi di atomi di una grande molecola estremamente complessa”.
Solitamente, quando ossigeno e ferro si combinano in presenza di acqua, si forma l’ossido idrato di ferro, conosciuta come la ruggine. Quando il ferro arrugginisce, l’ossigeno si lega permanentemente in un cristallo. Ma allora come fa la molecola di emoglobina a permettere a ferro e ossigeno di legarsi in modo reversibile nel globulo rosso, dove è presente acqua, senza che si formi la ruggine?
Per rispondere a questa domanda esaminiamo più da vicino la molecola di emoglobina. È costituita da atomi di idrogeno, carbonio, azoto, zolfo e ossigeno, circa 10.000 in tutto, opportunamente legati intorno a 4 atomi di ferro. Perché i quattro atomi di ferro hanno bisogno di essere inseriti in tale struttura?
Innanzi tutto i quattro atomi di ferro sono dotati di carica elettrica e devono rimanere sotto stretto controllo. Se vagassero liberamente all’interno del globulo rosso, gli atomi dotati di carica, detti ioni, potrebbero fare molto danno. Pertanto ognuno dei quattro ioni di ferro è incastonato al centro di una rigida struttura protettiva.
Inoltre le quattro strutture sono opportunamente posizionate all’interno della molecola di emoglobina in modo tale che gli ioni di ferro possano essere raggiunti dalle molecole di ossigeno, ma non dalle molecole d’acqua. E non essendoci acqua non possono formarsi cristalli di ruggine.
Il ferro presente nella molecola di emoglobina non può legarsi da sé stesso all’ossigeno e dividersi da esso. Occorre notare che senza i quattro ioni di ferro il resto della molecola di emoglobina sarebbe inutile. L’ossigeno può essere trasportato attraverso il torrente sanguigno solo al condizione che questi ioni abbiano la loro precisa collocazione all’interno della molecola di emoglobina.
Quando lasciano le arterie e si spostano nei capillari all’interno dei tessuti dell’organismo, i globuli rossi trovano un ambiente diverso. Infatti qui la temperatura è più elevata rispetto a quella della regione polmonare; inoltre c’è meno ossigeno e più acidità a motivo dell’anidride carbonica che circonda i globuli.
Tutto questo segnala alle molecole di emoglobina, cioè le metaforiche vetture, all’interno delle globuli rossi che è arrivato il momento di rilasciare i passeggeri, cioè le molecole d’ossigeno. Quando l’ossigeno esce dalle molecole di emoglobina, queste cambiano di nuovo aspetto. Cambiano quanto basta per “chiudere le porte” e lasciare fuori l’ossigeno laddove è necessario.
Il fatto di aver chiuso le porte impedisce anche all’emoglobina di riportare per sbaglio dell’ossigeno ai polmoni. Per il viaggio di ritorno viene invece fatta salire a bordo l’anidride carbonica
Ben presto i globuli rossi privi di ossigeno fanno ritorno nei polmoni, dove le molecole di emoglobina rilasciano l’anidride carbonica e vengono ricaricate con il prezioso ossigeno. Nel corso della vita di un globulo rosso, che è di 120 giorni circa, questo processo si ripete migliaia di volte. L’emoglobina è davvero straordinaria. Si tratta di una grande molecola estremamente complessa. Proviamo senz’altro ammirazione e siamo grati al Creatore per questo prodigio di micro-ingegneria che Lui stesso ha ideato (e non certo il demiurgo del cieco caso) per rendere possibile la vita.
A lato: Biodisponibilità dell’ossido di azoto e malattie. L’importanza dell’ossido di azoto e fondamentale per la vita, essendo una molecola strategica per i sistemi antiossidanti dell’organismo.
Il nostro sangue rivela infatti uno straordinario segreto. L’emoglobina è oggetto di studi approfonditi da oltre 60 anni e si dice che possa essere la proteina più studiata in biologia. Da tempo si sa che nel viaggio di andata trasporta ossigeno dai polmoni ai tessuti e nel viaggio di ritorno trasporta anidride carbonica e monossido d’azoto. Tuttavia, medici e scienziati sono rimasti sorpresi da scoperte recenti che indicano che l’emoglobina ha anche un altro ruolo: quello di trasportare a tutte le parti del corpo una forma di monossido d’azoto legata in maniera diversa, chiamata “super ossido d’azoto”.
Il super ossido d’azoto in realtà svolge un ruolo importante per la salute e per mantenere vive le cellule e i tessuti, compresa la conservazione della memoria e dell’apprendimento, le erezioni sessuali e la pressione del sangue. Regolando la quantità di monossido di azoto che arriva ai vasi sanguigni del corpo, l’emoglobina può far espandere o contrarre i vasi sanguigni. L’autorevole quotidiano New York Timesha affermato: “È probabile che la scoperta abbia ripercussioni significative sulla cura della pressione del sangue e sullo sviluppo del sangue artificiale”. Attualmente quasi tutti i sostituti del sangue tendono a far salire la pressione del sangue. Questo, secondo i ricercatori, potrebbe essere dovuto alla mancanza di super ossido di azoto.
Altri provvedimenti di Dio
a favore della vita
Ritorniamo ora al primo scudo e schermo protettivo per la vita: l’atmosfera terrestre. Tale atmosferanon si limita a provvederci aria da respirare ma svolge un’altra preziosa ed importante funzione protettiva per la vita: ci salvaguarda anche dalla maggior parte di quei detriti che, vagando nello spazio, entrano in rotta di collisione con il nostro pianeta. Il nostro sistema solare non comprende solo il sole, i nove pianeti e le loro lune. Vi orbitano anche comete (agglomerati di ghiaccio e polvere), asteroidi (pianetini o pianeti minori) e meteoroidi (in gran parte frammenti di asteroidi). Gli scienziati sanno che la Terra è soggetta ad un continuo bombardamento cosmico.
Basta guardare la superficie della Luna cosparsa di crateri attestanti l’impatto con gli asteroidi per capire che i detriti cosmici sono una realtà. Se non fosse per l’atmosfera e per il continuo rinnovarsi della superficie terrestre dovuto ai movimenti tettonici e all’erosione, la superficie della terra sarebbe costellata di crateri come quella della Luna.
Gli scienziati calcolano che ogni giorno nell’atmosfera terrestre siano visibili ben 200 milioni di meteore. In genere gli oggetti che entrano nell’atmosfera sono piccoli e si disintegrano praticamente senza essere notati. Alcuni, però, resistono al tremendo calore e vengono rallentati dall’attrito dell’aria a una velocità di poco più di 300 chilometri orari.
I loro resti si abbattono al suolo sotto forma di meteoriti. Visto che di solito cadono in mare o in zone disabitate, è raro che causino danni alle persone. Si calcola che gli oggetti che entrano nell’atmosfera facciano aumentare il peso della Terra di centinaia di tonnellate ogni giorno.
A contatto con la nostra atmosfera, infatti, frammenti di roccia che potrebbero causare notevoli danni alla vita sulla Terra si inceneriscono, generando bellissime scie luminose nel cielo notturno. Sulla superfice del nostro pianeta sono presenti grandi crateri a riprova che nel lontano passato ci sono stati impatti con oggetti cosmici di grandi dimensioni.
Ad esempio in Arizona una meteorite ferrosa ha scavato lo spetta colare Meteor Crater: un buco largo più di un chilometro e profondo quasi 200 metri. (vedi foto a lato) Cosa accadrebbe se una meteorite del genere colpisse una città? Una famosa ricostruzione esposta all’American Museum of Natural History di New York mostra che se un oggetto del genere colpisse Manhattan la distruggerebbe completamente.
In base alle evidenze disponibili risulta che nel corso del cataclisma mondiale del diluvio che avvenne ai giorni di Noè, circa 45 secoli or sono, una serie di violenti impatti di corpi cosmici si sono verificati sulla superfice terrestre, come ad esempio l’impatto nel golfo del Messico che ha causato un cratere di enormi dimensioni. Tale cratere, noto con il nome di Chicxulub, ha creato sulla superficie della Terra una cicatrice del diametro di 180 chilometri.
Si ritiene che questo enorme cratere, situato vicino alla punta settentrionale della penisola dello Yucatán, in Messico, sia quanto resta dell’impatto di una cometa o di un asteroide del diametro di 10 chilometri. C’è chi sostiene che i cambiamenti climatici provocati da questo impatto abbiano causato l’estinzione dei dinosauri e di altri animali terrestri e marini.
Non dimentichiamo che il diluvio noetico è consistito in un cataclisma di gigantesche proporzioni che, oltre a forti piogge, comprendeva altri eventi naturali come terremoti, maremoti, sollevamenti e abbassamenti della crosta terrestre e impatti di asteroidi che, tutti insieme, hanno provocato enormi inondazioni sul nostro pianeta.
Secondo alcuni scienziati le fosse oceaniche, alcune delle quali profonde oltre 6300 metri, potrebbero essere la conseguenza di alcuni asteroidi che avrebbero bombardato la Terra. In questo caso la terribile violenza dell'impatto dovette modificare l’inclinazione dell’asse terrestre, provocando cambiamenti di clima e l’esondazione delle acque oceaniche sui continenti esistenti.
La catastrofe del diluvio
preservò la vita
Nel cap. decimo del libro L’errore di Darwin di Hans Joachim Zillmer, nel cap. 4 del libro L’incredibile scoperta dell’arca di Noè di Charles Sellier e David Balsiger e nel cap. sei del libro Il Diluvio universale tra mito e scienza della Narkas (Associazione archeologica e scientifica) è menzionata una serie di violenti impatti di asteroidi che si abbatterono sulla superfice terrestre in concomitanza con il diluvio dei giorni di Noè. Viene detto che questi impatti contribuirono alla devastazione che si scatenò sulla Terra con l’esondazione delle acque diluviali e alla variazione dell’inclinazione dell’asse terrestre che provocò notevoli cambiamenti climatici sull’intero pianeta. Nella Bibbia si legge: “E le acque prevalsero tanto grandemente sulla terra che tutti gli alti monti che erano sotto tutti i cieli furono coperti. Le acque prevalsero su di essi di quindici cubiti e i monti furono coperti”. — Genesi 7:19, 20, TNM.
Qualche critico potrebbe affermare che la distruzione menzionata nel diluvio biblico sarebbe stato un evento scatenato da un Dio crudele e privo di considerazione per la vita umana e animale. Nella Bibbia si legge infatti che il diluvio mandato da Dio causò una strage di immense proporzioni tra esseri umani e creature animali. Nella Bibbia si legge questo resoconto:
“Spirò dunque ogni carne che si muoveva sulla terra, fra le creature volatili e fra gli animali domestici e fra le bestie selvagge e fra tutti gli sciami che sciamavano sulla terra, e tutto il genere umano. Tutto ciò nelle cui narici era attivo l’alito della forza della vita, cioè tutto ciò che era sul suolo asciutto, morì. Così egli cancellò ogni cosa esistente che era sulla superficie del suolo, dall’uomo alla bestia, all’animale che si muoveva e alla creatura volatile dei cieli, e furono cancellati dalla terra; e sopravvivevano solo Noè e quelli che erano con lui nell’arca”. — Genesi 7:21-23, TNM.
Per poter esprimere un corretto giudizio su Dio bisogna considerare le motivazioni che indussero Dio a scatenare tutta questa distruzione della vita, come si legge:
“Di conseguenza Geova vide che la cattiveria dell’uomo era abbondante sulla terra e che ogni inclinazione dei pensieri del suo cuore era solo cattiva in ogni tempo. E Geova si rammaricò di aver fatto gli uomini sulla terra, e se ne addolorò nel suo cuore.— Genesi 6:5, 6, TNM.
“E la terra si rovinò alla vista del [vero] Dio e la terra si riempì di violenza. Dio vide dunque la terra, ed ecco, era rovinata, perché ogni carne aveva rovinato la sua via sulla terra”.— Genesi 6:11, 12, TNM.
Questa espressione è impressionante: “la terra … era rovinata, perché ogni carne aveva rovinato la sua via sulla terra”. Geova cancellò quel mondo violento, demonico, sessualmente sfrenato. Mandando quel grande Diluvio, Dio spazzò via tutto ciò che era cattivo. Allora, gli uomini rovinarono la Terra con la loro corruzione morale e con la loro violenza, facendo della Terra una cosa impura e ripugnante alla vista di Dio. C’è da notare che Dio non aveva creato animali violenti e carnivori, ma pacifici ed erbivori, come si legge:
“E Dio proseguì, dicendo: “Ecco, vi ho dato tutta la vegetazione che fa seme che è sulla superficie dell’intera terra e ogni albero sul quale è il frutto di un albero che fa seme. Vi serva di cibo. E a ogni bestia selvaggia della terra e a ogni creatura volatile dei cieli e a ogni cosa che si muove sopra la terra in cui è vita come un’anima ho dato tutta la verde vegetazione per cibo”. E così si fece. Dio vide poi tutto ciò che aveva fatto, ed ecco, [era] molto buono”.— Genesi 1:29, 30, TNM.
Tuttavia, stando ai ritrovamenti fossili, nel lontano passato ci furono animali violenti che si nutrivano di altri animali. Cosa era accaduto di così terribile per trasformare la loro naturale indole mite in una violenta e bramosa di nutrirsi di carne? La Bibbia non lo dice ma possiamo pensare che la crudeltà degli angeli ribelli materializzati unita alle loro capacità e conoscenze superiori possono averli spinti non solo a generare, attraverso l’accoppiamento con le donne, esseri mostruosi ed estremamente violenti (i giganteschi e malvagi nefilim menzionati in Genesi 6:4) ma anche a manipolare certe specie animali per farle diventare crudeli, sanguinarie e affamate di carne.
Che dire degli esseri umani contemporanei di Noè? La maggioranza di loro preferì rischiare la violenza e sopportare le condizioni che andavano peggiorando perché amavano il modo di vivere esistente, in quanto lo prediligevano alla sottomissione alla giusta volontà del loro Creatore. Il diluvio universale spazzò via la generazione di quel tempo che aveva sfidato Dio. Di loro Gesù descrisse l’indifferenza morale:
“Poiché come furono i giorni di Noè, così sarà la presenza del Figlio dell’uomo. Poiché come in quei giorni prima del diluvio mangiavano e bevevano, gli uomini si sposavano e le donne erano date in matrimonio, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e non si avvidero di nulla finché venne il diluvio e li spazzò via tutti, così sarà la presenza del Figlio dell’uomo".— Matteo 24:37-39, TNM.
La distruzione portata dal diluvio tolse il male dalla Terra e preservò la vita umana e animale per un nuovo inizio. La Terra, benché fosse stata completamente sommersa dalle acque, sussisté, come sopravvisse nell’arca costruita da Noè un piccolo rimanente di viventi del genere umano e degli animali. Ancora una volta Dio si dimostrò il massimo garante della vita. La cultura della vita aveva prevalso sulla cultura della morte. Per completare il nostro esame della cultura della vita consideriamo altre evidenze fisiche che mostrano la cura protettiva di Dio per la vita: il campo magnetico terrestre e i cicli naturali della Terra.
Il secondo schermo o scudo
a protezione della vita
Al centro del nostro pianeta c’è un nucleo di ferro e nichel allo stato fluido, il quale genera un potente campo magnetico che avvolge la Terra estendendosi di molto nello spazio. Questo schermo o scudo protettivo salvaguarda tutta la vita dalle radiazioni cosmiche, impedendo che colpiscano con tutta la loro forza e dalle conseguenze potenzialmente letali di alcuni fenomeni legati all’attività solare.
Fra questi fenomeni ci sono il vento solare, i brillamenti solari e le esplosioni solari che avvengono nella regione più esterna del sole, la corona, le quali proiettano nello spazio miliardi di tonnellate di materia. Il vento solare consiste nell’ emissione incessante di particelle ad alta energia, i brillamenti solari consistono in sprigionamenti di energia di miliardi di bombe all’idrogeno, e le esplosioni che avvengono nella regione più esterna del sole, la corona, proiettano nello spazio miliardi di tonnellate di materia.
Grazie al campo magnetico terrestre queste potentissime emissioni di energia vengono assorbite e deviate, il che scongiura l’estinzione della vita sulla Terra. Ci sono segni visibili che ci ricordano come beneficiamo della protezione del campo magnetico terrestre. I brillamenti solari e le esplosioni nella corona producono intense aurore polari, ovvero spettacolari fenomeni luminosi visibili nell’alta atmosfera vicino ai poli magnetici della Terra.
Il nostro pianeta è un grande magnete. Gli scienziati hanno scoperto che il campo magnetico terrestre svolge un ruolo fondamentale nella protezione della vita sulla Terra, a dimostrazione del fatto che il divino Creatore è una persona amorevole che si interessa vivamente della sua creazione materiale. Le cose stanno proprio come è scritto nella Bibbia:
“Poiché così dice Jahve che ha creato i cieli; egli è Dio, che ha plasmato e fatto la terra; egli l’ha fissata; non l’ha creata per il caos, l’ha formata perché fosse abitata”. — Isaia 45:18, Garofalo.
Riassumendo, l’atmosfera della Terra e il suo campo magnetico sono veramente il risultato di un progetto meraviglioso che ancora la scienza non comprende sino in fondo. Lo stesso può dirsi dei cicli naturali che rendono possibile la vita sulla Terra e che sono stupende espressioni della cultura della vita.
Cicli naturali
che sostengono la vita
Se in una casa o in una città non ci fossero o non funzionassero il ricambio dell’aria, il rifornimento idrico ed il sistema di smaltimento dei rifiuti organici umani, cioè le fognature, in poco tempo diventerebbe impossibile viverci. Sotto certi aspetti, il nostro pianeta è come quella casa o quella città. L’aria e l’acqua pulite di cui abbiamo costantemente bisogno per vivere non arrivano da un altro pianeta ed i rifiuti non vengono inviati fuori dell’atmosfera terrestre. Allora come fa il nostro pianeta a mantenere le condizioni necessarie alla vita? La risposta a questa domanda è: grazie a cicli naturali come quelli dell’acqua, del carbonio, dell’ossigeno e dell’azoto, di seguito illustrati in maniera semplificata.
Il ciclo dell’acqua
L’acqua è essenziale alla vita. Senza di essa si muore in pochi giorni. Grazie al ciclo dell’acqua l’intero pianeta è costantemente rifornito di acqua pura, con il continuo riciclo di quella sporca ed inquinata. Tale ciclo si esplica sostanzialmente in tre stadi: (1° stadio) L’energia solare causa l’evaporazione e la conseguente purificazione dell’acqua nell’atmosfera. (2° stadio) Quest’acqua evaporata purificata si condensa con la formazione delle nuvole. (3° stadio) Le nuvole scaricano l’acqua evaporata con le precipitazioni in forma di pioggia, grandine, nevischio oppure neve. L’acqua purificata ritorna al suolo ed il ciclo si ripete incessantemente: evaporazione e successiva precipitazione. Qual è il volume dell’acqua che viene riciclata in questo modo ogni anno? Secondo gli scienziati, una quantità tale da formare su tutto il pianeta uno strato dello spessore di circa un metro.
Il ciclo del carbonio
e il ciclo dell’ossigeno
Per miliardi di esseri umani e per miliardi di animali vivere significa respirare: inspirare costantemente ossigeno ed espirare costantemente anidride carbonica. Nonostante questo consumo incessante di ossigeno, perché l’ossigeno non si esaurisce e l’aria non si satura di anidride carbonica? La risposta sta nei cicli del carbonio e dell’ossigeno. Con un processo naturale complesso e supertecnologico chiamato fotosintesi, le piante assorbono l’anidride carbonica che noi e gli animali espiriamo e grazie all’energia solare la trasformano in carboidrati e ossigeno. Inspirando ossigeno il ciclo viene completato. L’intero processo produce vegetazione e aria pura in maniera pulita, efficiente e assolutamente silenziosa. Si tratta di un capolavoro della creazione divina.
Il ciclo dell’azoto
Per la vita sulla terra sono essenziali anche molecole organiche come le proteine. Per produrre queste molecole occorre l’azoto, che non a caso costituisce circa il 78% dell’atmosfera terrestre. Fulmini e batteri trasformano l’azoto in composti che le piante riescono ad assorbire. A loro volta le piante utilizzano questi composti per produrre molecole organiche. Gli animali che mangiano le piante assimilano così l’azoto. Infine, quando le piante e gli animali muoiono, i batteri scompongono i loro composti azotati. Questo processo di decomposizione restituisce l’azoto al terreno e all’atmosfera, chiudendo così il ciclo.
Il ciclo del fosforo
Nelle nostre cellule e in quelle degli animali il fosforo svolge un ruolo essenziale nel trasportare l’energia. In che modo uomini e animali si procurano il fosforo? Nutrendosi delle piante. Queste ultime assorbono i fosfati inorganici dal terreno e li trasformano in fosfati organici. Noi e gli animali mangiamo i vegetali che contengono il fosforo in questa forma e usiamo questo elemento per le nostre attività fisiologiche. poi il fosforo ritorna al terreno quando uomini e animali eliminano i loro rifiuti organici, che le piante possono nuovamente assimilare.
Il ciclo della materia
La materia viaggia, per così dire, tra gli organismi viventi e l'ambiente proprio come l'energia ma, diversamente dall'energia che percorre l'ecosistema senza poter tornare alla fonte che l'ha generata che è il Sole, la materia è incessantemente riutilizzata passando dagli esseri viventi all'ambiente e viceversa. L'utilizzo e il riutilizzo dei materiali che costituiscono gli organismi viventi è chiamato ciclo della materia o ciclo biogeochimico, così denominato perché le sostanze chimiche appartengono, seppure in tempi diversi, sia al sistema biologico, bio, sia al sistema abiotico, geo.
Tuttavia, non sempre i cicli delle varie sostanze sono caratterizzati da un flusso regolare. Spesso, infatti, la materia organica viene immagazzinata e fermata e, per periodi di tempo più o meno lunghi, non viene più riciclata. Un esempio di accumulo e immobilizzazione del carbonio ci è dato dai cosiddetti "combustibili fossili" quali carbone, torba e petrolio. L’origine del petrolio risulta essere abiogenetica, cioè di origine non biologica. Queste sostanze derivano da grandi accumuli di organismi che, in condizioni ambientali particolari, non sono stati decomposti ma si sono trasformati in una lunga serie di reazioni chimiche. Questo carbonio, imprigionato nel suolo e nelle rocce, può nuovamente entrare nel ciclo biologico quando i combustibili fossili vengono bruciati liberando nell'aria anidride carbonica.
Tra i cicli biogeochimici esistenti in natura particolare importanza hanno quelli del carbonio, dell'azoto e del fosforo, alcuni dei principali costituenti della materia vivente. I composti inorganici (sali minerali, acqua, anidride carbonica) vengono trasformati dai produttori in sostanze organiche che vengono utilizzate come cibo dai consumatori. I decompositori trasformano le sostanze organiche nuovamente in composti inorganici. Un'altra via di demolizione di composti organici è la respirazione, ossia il processo attraverso il quale gli organismi "bruciano" gli alimenti liberando anidride carbonica.
Il ciclo della fotosintesi
Quando alla luce del giorno mangiamo una foglia di lattuga appena colta, consideriamo che 8 minuti prima qualcosa di ciò che ingeriamo era parte del Sole. Questo è il tempo che impiegano le particelle della luce solare denominate fotoni per raggiungere il nostro pianeta. La trasformazione dell'energia solare in nutrimento per le piante richiede solo un’ulteriore frazione di secondo. A parte la straordinaria velocità a cui si compie, il processo della fotosintesi è la vera e propria chiave della vita sulla Terra.
Esso si verifica tra l'alba e il tramonto in ogni alga del mare e in ogni foglia della terraferma. Un continuo scambio, un’incessante interazione tra il cosmo e la Terra. Attraverso il processo del mondo vegetale chiamato fotosintesi, utilizzando l’energia solare le piante assorbono l’anidride carbonica contenuta nell’atmosfera e la scindono in carbonio e ossigeno, liberando l’ossigeno nell’aria e fissando il carbonio nei propri tessuti.
La luce solare rappresenta per le piante la principale fonte di energia, il motore del loro metabolismo. Soltanto in presenza di luce sono possibili i processi di fotosintesi e di assimilazione svolti dalle foglie verdi, grazie ai quali l’energia luminosa si trasforma in energia chimica. La funzione mediatrice tra i raggi solari e le materie prime terrestri è svolta dalla clorofilla, un pigmento verde contenuto nei cloroplasti.
L'intero processo di trasformazione biochimica (perché da sostanze inorganiche vengono create sostanze organiche) a cui partecipano l'energia solare e la clorofilla prende il nome di"fotosintesi clorofilliana (dal greco photos=luce, syntesis=sintesi, cloros=verde, phyllon=foglia). Le piante, attraverso piccole aperture, dette stomi, situate sulla pagina inferiore delle foglie, assorbono dall'aria anidride carbonica. In presenza di luce ed acqua, che raggiunge le foglie salendo dalle radici in un complesso sistema di vasi, l'anidride carbonica viene scissa in carbonio e ossigeno mentre l’acqua scomposta in idrogeno e ossigeno.
Con questi elementi chimici di base, così isolati, la pianta sintetizza una nuova sostanza fondamentale: il glucosio (idrato di carbonio), uno zucchero. L'ossigeno invece, viene liberato nell'atmosfera attraverso gli stomi, arricchendo d’esso l'aria che respiriamo. Il glucosio sarà poi utilizzato per la crescita della pianta stessa; la cellulosa, il principale elemento delle piante, è formata da molecole di glucosio unite a formare lunghe catene. Una parte del glucosio verrà trasformato in amido e accumulato come materiale di riserva per tempi difficili. Magazzini naturali sono le radici e i tuberi (le patate e il sedano rapa ne sono evidenti esempi). Riassumendo, la fotosintesi clorofilliana svolge due fondamentali funzioni:
1) rende le piante autosufficienti in quanto capaci di fabbricarsi le sostanze nutritive di cui hanno bisogno per vivere,
2) purifica l'aria, sottraendole anidride carbonica e arricchendola di ossigeno.
Cultura della morte
e cultura della vita a confronto
Nonostante tutta la tecnologia di cui dispone, ogni anno l’uomo produce tonnellate e tonnellate di rifiuti tossici non riciclabili: un’evidente manifestazione della sua cultura della morte. La Terra, invece, ricicla alla perfezione tutti i suoi rifiuti, trasformandoli grazie a ingegnosi processi chimici: un’evidente manifestazione della cultura della vita del suo Grande Creatore.
Un perfetto sistema
di riciclaggio
Dopo questa panoramica sulla cultura della vita, il lettore potrebbe farsi questa domanda: come sono venuti all’esistenza i sistemi di riciclaggio della Terra? Sentiamo che risposta ha dato Michael Anthony Corey (1957-2011), che scriveva su argomenti sia scientifici che religiosi: “Se l’ecosistema terrestre fosse davvero frutto di processi evolutivi puramente casuali, non avrebbe mai potuto raggiungere un così perfetto equilibrio ambientale”. — God and the New Cosmology — The Anthropic Design Argument, Rowman & Littlefield Publishers, 1993, pp. 144-145.
Ovunque guardiamo sulla Terra vediamo continue manifestazioni della cultura della vita, cioè di quell’insieme di conoscenze, princìpi di verità e norme che caratterizzano la mente di Dio, la sua intera Persona. Il Creatore ha uno stile superlativo, speciale, morale e sublime.
Dio è il grande artista dell’universo e la sua personalità è pura, santa e amorevole. In quanto tale Dio odia il male in tutte le sue manifestazioni ed intende eliminarlo completamente. Per farlo, nel rispetto dei suoi elevati princìpi, Dio ha scelto la via della moralità e della legalità
La Bibbia descrive Dio in modo speciale e spiega anche perché molti esseri umani non lo apprezzano: “Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore”.(1 Giovanni 4:8, TNM) Coloro che sono animati da cattivi sentimenti ed errati motivi non possono conoscere Dio perché la loro natura corrotta non consente loro di poterlo apprezzare. Questo può senz’altro spiegare perché certe persone sono così irriducibilmente scettiche riguardo all’esistenza del Dio della Bibbia, un Dio che ama e premia i giusti ma che detesta e giustizia i malvagi. Molti respingono l’idea di un Dio morale perché non vogliono dover rendere conto ad un’autorità superiore.
L’assurda fede
nel NULLA
Riconoscere l’esistenza di Dio li metterebbe in contraddizione con se stessi e pertanto costoro preferiscono il NULLA a DIO. È significativo quanto ha dichiarato il noto fisico Antonino Zichichi, professore emerito dell’Università di Bologna, già presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e della Società Europea di Fisica: “Il messaggio della scienza è che c’è una logica, e se c’è allora ci dev’essere anche un Autore. Coloro che negano l’esistenza dell’Autore sono in contraddizione logica. L’ateismo quindi atto di fede nel nulla, non è un atto di ragione”. Al riguardo Zichichiha ricordato l’atteggiamento di Margherita Hack,la celebre astrofisica atea scomparsa nel 2013, “quando a Siena mi disse che preferiva il Nulla”.— http://www.uccronline.it/tag/antonino-zichichi/
Eppure, ha spiegato Zichichi, “se l’universo subnucleare non fosse retto da una logica rigorosa io sarei disoccupato. Non saprei cosa fare domani. Né avrei mai potuto far niente nella mia carriera di fisico impegnato a decifrare la logica scritta nel libro della natura. Se c’è una logica deve esserci un'Autore. Ecco perché io credo in Colui che ha fatto il Mondo. L’ateismo nega l’esistenza dell’Autore. Negare l’esistenza di questa logica corrisponde a negare l’esistenza della Scienza. L’ateismo non sa dimostrare com’è possibile l’esistenza di una logica senza che ci sia Colui che di questa logica è l’Autore. Ecco perché io dico che l’ateismo non è atto di ragione ma di fede nel Nulla”. — http://www.uccronline.it/tag/antonino-zichichi/
Atreyu dialoga con l'uomo di roccia mentre il Nulla avanza. Dal film "La storia infinita".
La Hack ha risposto così al fisico siciliano, durante un dibattito pubblico: “Sono d’accordo con ciò che ha detto il professore Zichichi. Io, Margherita Hack, preferisco l’atto di fede nel Nulla all’atto di ragione che mi porterebbe a credere in Dio”.(http://www.uccronline.it/tag/antonino-zichichi/)
In riferimento a Margherita Hack, il prof. Piero Benvenuti, ordinario presso il Dipartimento di Astronomia dell’Università di Padova, dove è anche direttore del CISAS (Centro Interdipartimentale di Studi e Attività Spaziali), e consigliere d’amministrazione dell’ASI (Agenzia Spaziale Italiana), ha detto:
“Il suo limite era che per lei tutto era meccanismo, materia. Nel suo “infinito” non c’era spazio per l’amore, per una prospettiva di amore extratemporale, per la speranza. E quando è così, anche se lei non lo ha mai ammesso, c’è solo la disperazione, lo insegna anche la storia. L’amore non è un fatto chimico, né un algoritmo: è qualcosa di più”. (http://www.uccronline.it/tag/antonino-zichichi/) Per tutti coloro che non vogliono spazio e posto dentro di loro e fuori di loro per l’amore verso il divino Creatore non può esserci alcun Dio. Non si tratta affatto di un atteggiamento scientifico, cioè razionale, ma di una scelta filosofica e come tale inescusabile.
Ateismo, agnosticismo e religionismo non hanno nulla a che fare con la realtà, ma appartengono al regno dell’immaginario umano, della sua sfrenata e insana fantasia. Sotto certi aspetti ricordano il Regno di Fantàsia, il luogo immaginario in cui sono ambientate quasi tutte le vicende del romanzo La storia infinita dello scrittore tedesco Michael Ende. Assai vario e complesso, in esso valgono leggi molto diverse da quelle del mondo reale. Gmork, l’enigmatico personaggio di questo romanzo, così descrive il Regno di Fantàsia:
“Fantàsia non ha confini, è il mondo della fantasìa umana. Ogni suo elemento, ogni sua creatura scaturisce dai sogni e dalle speranze dell'umanità, e quindi Fantàsia non può avere confini. Fantàsia muore perché la gente ha rinunciato a sperare e dimentica i propri sogni, così il Nulla dilaga. Il Nulla è il vuoto che ci circonda, è la disperazione che distrugge il mondo e io ho fatto in modo di aiutarlo perché è più facile dominare chi crede in niente. E questo è il modo più sicuro di conquistare il potere. Sono il servo del potere che si nasconde dietro il Nulla”. —
http://it.wikipedia.org/wiki/La_storia_infinita_%28film%29.
Si avvicina
la resa finale dei conti
I mondi fantastici dell’ateismo e del religionismo (o falsa religione) richiamano alla mente i paesaggi fantastici del pittore surrealista americano Chris Buzelli, popolati da creature mitologiche, luoghi dove gli oggetti della vita quotidiana appaiono in contesti incredibili e inaspettati. E l'improbabile o l’impossibile dei sogni umani che cercano di diventare realtà. Ma attenzione: una volta trasportati nei mondi impossibili dell’ateismo e della falsa religione è molto difficile uscirne ed esserne liberati perché alto è il potere seduttivo, emotivo e sentimentale dei loro inganni e delle loro menzogne.
Nell’illustrazione in alto di Chris Buzelli si osservano due ignari ed ingenui personaggi diretti verso in un misterioso edificio che sembra produrre energia, inviata poi all’esterno tramite un sistema di cavi elettrici. Si tratta probabilmente di una centrale termo-elettrica che brucia combustibili fossili altamente inquinanti. Ma evidentemente nessuno si preoccupa dell’effetto che ha sull’ambiente circostante tutto quel veleno immesso nell’atmosfera. La cultura della morte non si cura di queste conseguenze. Ai tempi del profeta Geremia, in un messaggio di denuncia contro la corruzione del suo popolo Dio disse:
“Ma i vostri peccati hanno sconvolto le stagioni, per le vostre iniquità non godete i frutti del paese'.'Infatti tra il mio popolo c'è gente cattiva: sta in agguato come i cacciatori di uccelli, mette trappole, ma per farci cadere gli uomini. Come gabbie piene di uccelli, le loro case sono piene di merce rubata. È per questo che sono diventati potenti e ricchi, grassi e ben pasciuti. Non c'è limite alla loro arroganza, non rispettano nessun diritto, nemmeno quello degli orfani, non rendono giustizia agli oppressi. Eppure prosperano sempre.'Io, il Signore, non dovrei forse punirli per questi delitti, non dovrei forse vendicarmi di gente come questa? Cose terribili e spaventose avvengono nel paese: i profeti parlano a nome di falsi dèi, i sacerdoti ne approfittano e il mio popolo è contento di tutto questo. Ma che cosa faranno quando arriverà la fine?'". — Geremia 5:25-31, TNM.
Questa domanda risuona attualissima oggi: “Che cosa faranno quando arriverà la fine?” Cosa faranno tutti coloro che si ostinano a vivere come se Dio non esistesse quando l’Onnipotente giudicherà questo mondo corrotto? Sia i potenti della Terra che le masse popolari credono di poter continuare ad ignorare la sovranità di Dio. Un intellettuale italiano, socialmente e politicamente molto impegnato, alcuni anni fa disse: “Dio non esiste, è un’invenzione umana e noi siamo figli del caso. L’idea che Dio possa avere una sua sovranità mi è del tutto incomprensibile”. Similmente, un esponente del popolo italiano di recente ha dichiarato: “Dio non esiste, è un’invenzione umana. Se non esistesse la morte nessuno menzionerebbe più l’argomento ‘Dio’”.
La storia si ripete. Al tempo del profeta Geremia “Cose terribili e spaventose avvengono nel paese: i profeti parlano a nome di falsi dèi, i sacerdoti ne approfittano e il mio popolo è contento di tutto questo”. (Geremia 5:30, 31, TNM)Allora gli esponenti della classe politica, religiosa e popolare erano accomunati dalla stessa mentalità: tutto sommato, nonostante nella società di fossero ingiustizia e oppressione, il popolo nel suo complesso era contento di come andavano le cose. E oggi? C’è sfacciata corruzione nel mondo politico, ingiustizia sociale dilagante, populismo e falsità nel mondo della religione, disonestà nel mondo dell’alta finanza, ma ovunque le masse popolari oppresse e sfruttate amano il presente sistema e non cercano Dio.
La situazione attuale rispecchia quella del tempo di Giobbe, uomo che visse in medio oriente oltre tremila seicento anni fa: “Molti piangono per le violenze subite, invocano la liberazione dagli oppressori, ma non si rivolgono a Dio, il creatore”. (Giobbe 35:9, 10, TILC) La cultura della morte continua produrre i suoi frutti di morte mentre la cultura della vita, cioè la sapienza di Dio, pur essendo disponibile, viene respinta, come si legge:
“La vera sapienza stessa continua a gridare forte nella medesima strada. Nelle pubbliche piazze continua a far sentire la sua voce. All’estremità superiore delle vie rumorose essa chiama. Agli ingressi delle porte in città dice i suoi propri detti: “Fino a quando voi inesperti continuerete ad amare l’inesperienza, e [fino a quando] dovete voi schernitori desiderare per voi stessi il completo scherno, e [fino a quando] voi stupidi continuerete a odiare la conoscenza? Volgetevi alla mia riprensione. Quindi farò certamente sgorgare per voi il mio spirito; vi farò certamente conoscere le mie parole.
“Poiché ho chiamato, ma voi continuate a rifiutarvi, ho steso la mano, ma non c’è nessuno che presti attenzione, e voi continuate a trascurare tutto il mio consiglio, e non avete accettato la mia riprensione, anch’io, da parte mia, riderò del vostro proprio disastro, mi farò beffe quando verrà ciò che vi incute terrore, quando ciò che vi incute terrore verrà proprio come una bufera, e il vostro stesso disastro giungerà proprio come l’uragano, quando verranno su di voi angustia e tempi difficili.
“In quel tempo continueranno a chiamarmi, ma io non risponderò; continueranno a cercarmi, ma non mi troveranno, per la ragione che hanno odiato la conoscenza, e non hanno scelto il timore di Geova. Non hanno acconsentito al mio consiglio; hanno mancato di rispetto a tutta la mia riprensione. Mangeranno dunque del frutto della loro via, e si sazieranno dei loro propri consigli. Poiché il rinnegare degli inesperti è ciò che li ucciderà, e l’indolenza degli stupidi è ciò che li distruggerà. In quanto a chi mi ascolta, risiederà al sicuro e sarà indisturbato dal terrore della calamità”. — Proverbi 1:20-33, TNM.
“Questa buona notizia del regno sarà predicata in tutta la terra abitata” (Matteo 24:14) Si predica a Bo-Kaap, quartiere di Città del Capo, capitale legislativa del Sudafrica.
Il vero Dio ha fatto mettere per iscritto la vera sapienza nella sua Parola, la Bibbia, che è ampiamente disponibile. E oggi i suoi servitori sono impegnati a dichiararne pubblicamente il messaggio in ogni luogo. Dio ha davvero proclamato la sua sapienza agli orecchi di tutti. Il suo messaggio avverte che la cultura della morte ha i giorni contati e presto si potranno vedere in tutto il mondo le benedizioni terrene per coloro che hanno scelto di amare la cultura della vita, la sapienza di Dio.
Nel XVII secolo il filosofo, teologo, fisico e genio matematico Blaise Pascal (1623–1662) scrisse: “Le grandezze e le miserie dell’uomo sono talmente evidenti da rendere necessario che la vera religione ci insegni che c’è nell’uomo qualche principio di grandezza, e un grande principio di miseria e che ci dia la spiegazione di queste stupefacenti contraddizioni. Per rendere felice l’uomo, essa deve mostrargli che esiste un Dio, che siamo obbligati ad amarlo, che la nostra unica felicità consiste nell’essere in lui, e il nostro unico male nell’essere separati da lui; essa deve riconoscere che siamo pieni di tenebre, che ci impediscono di conoscerlo e di amarlo; e che, poiché i nostri doveri ci impongono di amare Dio, e la nostra concupiscenza ce ne distoglie, siamo pieni di iniquità. Essa deve darci la spiegazione di queste resistenze a Dio e al nostro bene, deve insegnarci i rimedi a questa impotenza, e i mezzi per ottenere quei rimedi”. — Pensieri, trad. di L. Collodi, Newton Compton Editori, Roma, 1993, pp. 128-129.