UN ESAME ALLA CRITICA DELLA BIBBIA
Questa opera è un valido aiuto per coloro
che non vogliono essere tacciati come dei
"balbettanti sostenitori biblici"
"I critici della Bibbia in tutto il mondo parlano e scrivono in tono disinvolto dei ben noti “problemi” della storia biblica, dell’armonia interna, dell’archeologia, della moralità, ecc."
"I meno istruiti, o meno informati, sostenitori delmateriale biblico sono spesso messi in ridicolo da antagonisti più preparati."
"I sostenitori dell’ispirazione divina della Bibbia sono spesso tacciati di essere di mente ristretta, bigotti, privi di pensiero critico e specie in via d’estinzione."
Questa rappresentazione degli attori di questa commedia storica viene frequentemente messa in scena dai media e uno può solo provare compassione per il balbettante sostenitore biblico. Raramente viene impiegato il protagonista sostenitore della Bibbia più istruito. Il conseguente risultato è prevedibile.
Affinchè "L'uomo di Dio sia qualificato per insegnare...
a quelli che non sono favorevolmente disposti" [2 Tim. 2:24-25]
PRESENTAZIONE
Il linguista e studioso svizzero Max Wörnhard1, rivolgendosi ai suoi studenti, ha osservato: “La conoscenza delle radici culturali dell’Europa – specialmente dell’antichità classica e della Bibbia – sta diminuendo. Pochi considerano seriamente la Bibbia, e quest’ultima non gode della lettura e della riverenza di un tempo”. Ma questo non è vero solamente per l’Europa. I critici della Bibbia in tutto il mondo parlano e scrivono in tono disinvolto dei ben noti “problemi” della storia biblica, dell’armonia interna, dell’archeologia, della moralità, ecc. I meno istruiti, o meno informati, sostenitori del materiale biblico sono spesso messi in ridicolo da antagonisti più preparati. I sostenitori dell’ispirazione divina della Bibbia sono spesso tacciati di essere di mente ristretta, bigotti, privi di pensiero critico e specie in via d’estinzione. Questa rappresentazione degli attori di questa commedia storica viene frequentemente messa in scena dai media e uno può solo provare compassione per il balbettante sostenitore biblico. Raramente viene impiegato il protagonista sostenitore della Bibbia più istruito. Il conseguente risultato è prevedibile.
La condizione di molti che si proclamano religiosi giudeo-cristiani, è drammaticamente messa a fuoco quando avviene una tragedia che implica la perdita di vite umane e al pubblico è detto che questa è volontà di Dio, che lo dice la Bibbia. In alcuni casi, si odono razzisti che pontificano che i loro punti di vista negativi sugli ebrei e sui neri si basano sulla Bibbia. La reazione generale a queste assurdità è comprensibile. Il messaggio della Bibbia è visto come restrittivo, razzista, tribale, primitivo e ottenebrato. Purtroppo, da entrambe le parti, poche persone conoscono sufficientemente la Bibbia. Molto di quello che si attribuisce alla Bibbia non è contenuto in essa. Anzi, molte opinioni che si reputa siano nella Bibbia, trovano la loro origine in punti di vista personali, norme culturali e ignoranza generale. La Bibbia ha pochi portavoce efficaci perché pochi conoscono adeguatamente il suo contenuto. La si può trovare nelle biblioteche, la si porta nelle chiese e nelle sinagoghe, ma raramente la si studia. Molti sono in grado di citare passi biblici ma non ne conoscono il contesto.
Specialmente nei tempi moderni, la Bibbia è stata sottoposta a critica su diversi fronti. Persone con credenziali, che occupano posizioni in campo religioso e secolare, sostengono con fervore che Isaia non scrisse tutti i 66 capitoli di Isaia, che gli israeliti non migrarono dall’Egitto a Canaan e che Gesù non camminò sulle acque. Inoltre, veniamo messi in guardia sul fatto che il racconto del Diluvio riportato in Genesi echeggia precedenti storie “pagane” d’inondazioni e che Adamo ed Eva sono immaginari, giacché l’evoluzione organica ci narra la vera storia delle origini dell’uomo. Siamo lasciati con un documento crivellato da sfide e attacchi, un avanzo ridotto in brandelli di quella che una volta era una voce letteraria rispettata.
Questo libro propone un punto di vista contrario. Sostiene che esista credibile evidenza del fatto che il documento chiamato Bibbia, nell’insieme, sia degno di fiducia e fornisca prove di ispirazione divina. È sempre stato facile fare asserzioni; fornire le prove è più difficile. La nostra opera intende fornire il sostegno delle prove. Esiste un lungo elenco di teologi liberali, studiosi della storia antica, agnostici, scettici e altri, che hanno espresso le loro obiezioni e critiche sia in opere pubbliche che accademiche. Noi cercheremo di identificare specifiche aree di controversia e fornire una difesa.
Nell’obiettivo di questo lavoro, abbiamo identificato due gruppi: 1) i critici della Bibbia aperti all’esame d’altre conclusioni e 2) coloro che credono nella Bibbia e che desiderano acquisire maggiore istruzione circa questa disputa.
La nostra metodologia attribuirà grande valore agli elementi storici e archeologici che non sono in discussione. Lo stesso valore sarà applicato alle conclusioni tratte dal pensiero critico.
1Max Wörnhard ha studiato lingue classiche e semitiche. Attualmente è docente di greco antico e latino all’Università di Berna ed è ricercatore al dipartimento di filologia classica della medesima università. Sta lavorando a vari progetti editoriali relativi alla filologia e alla critica biblica.
INTRODUZIONE
L’IMPORTANZA DELLA QUESTIONE
Una dichiarazione importante
Il documento chiamato Bibbia contiene dichiarazioni secondo cui esso fu prodotto dal Creatore dell’universo, attraverso l’impiego d’intelligenti segretari umani. Sia che il lettore accetti o meno tali dichiarazioni, consideriamo questi elementi:
• 2 Timoteo 3:16 “Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile per insegnare, per riprendere, per correggere, e per addestrare nella giustizia, affinché l’uomo di Dio sia completo, preparato per ogni opera buona”. (Revised Standard Version)
• Abacuc 2:2 “E il Signore mi rispondeva, e diceva, Scrivi la visione, E disponila in modo chiaro sulle tavole, affinché ciascuno possa leggerla correntemente”. (The Holy Scriptures di Isaac Leeser)
• 2 Pietro 1:20,21 “Nessuna profezia della Scrittura sorge da privata interpretazione. Poiché la profezia non fu mai recata dalla volontà dell’uomo, ma degli uomini parlarono da parte di Dio mentre erano sospinti dallo spirito santo”. (TNM)
• Geremia 1:1,2 “Le parole di Geremia, figlio di Ilchia, dei sacerdoti che erano ad Anatot nella terra di Beniamino: a cui la parola di Geova fu rivolta ai giorni di Giosia figlio di Amon, Re di Giuda nel tredicesimo anno del suo regno”. (The American Standard Version)
Se vere, queste dichiarazioni hanno implicazioni di grande importanza. Se, d’altro canto, non fossero vere, se ne dovrebbe mostrare l’evidenza a beneficio delle menti indagatrici e interessate, in modo tale da non esagerarne il valore. Ancora, se il documento provvede sapienza umana positiva e importante, tale sapienza dovrebbe essere posta come obiettivo, e divulgata per il pubblico beneficio, come è stato fatto con i consigli pratici di Emerson, Esopo e Aurelio. Tuttavia, se fosse davvero un documento manipolato da Dio, che provvede sapienza e perspicacia divine, questo porrebbe tale materiale ad un livello eccezionalmente alto d’importanza e rilevanza. Presumibilmente, un Creatore intelligente, un Dio, che non è soggetto al trascorrere del tempo e che è prolifico di capacità che “lo” mettono in grado di produrre un universo altamente complesso, sarebbe in possesso d’informazioni e perspicacia che soppiantano persino quelle degli uomini più intelligenti.
Questo passo è critico e importante e non deve essere compiuto frettolosamente da fanatici religiosi o accantonato arrogantemente da colti dissidenti prevenuti. Nel passato, entrambi sono stati trovati in errore in più di un’occasione. Le risposte potrebbero trovarsi in luoghi che non sono compatibili con alcuno dei due. Il laico ha spesso frainteso dogma teologico e pratica, pensando fossero basati sulla Bibbia quando non lo erano. Purtroppo in molti casi, questo è servito a minare l’attendibilità della Bibbia. Vedremo molteplici esempi di ciò in quest’opera.
Cosa ci aspettiamo se la dichiarazione fosse vera
Non ci aspettiamo che un ingegnere automobilistico sia molto bene informato sul funzionamento di una comune automobile? Non ci aspettiamo che un biochimico abbia familiarità con l’alanina, la valina e la serina? Naturalmente la risposta è Sì. Allo stesso modo, se il Creatore del vasto cosmo fosse un comunicatore, nutriremmo ragionevoli attese su di “Lui”, basate sull’evidenza fisica intorno a noi. L’universo è un fenomeno fisico incommensurabilmente potente, magnifico e altamente complesso. Intellettuali nelle scienze naturali e fisiche hanno raggiunto i loro livelli di superiorità accademica solo dopo anni di studi e ricerche.
La questione della trasmissione
Se il Creatore ha investito energie nella produzione di una comunicazione scritta, sembra ragionevole che ci sia un corrispondente investimento nel mantenere un livello minimo d’integrità della comunicazione stessa nel momento in cui è replicata e resa disponibile ad uomini intelligenti che vivono in luoghi e tempi diversi. Non farlo sarebbe incoerente con il suo interesse a comunicare e la sua capacità di far valere la sua volontà. Un tale Essere sarebbe chiaramente interessato all’integrità del documento e si assicurerebbe del fatto che qualsiasi tentativo di degradare il suo messaggio fosse neutralizzato da fonti che consentano a menti indagatrici e obiettive di distillare il pensiero originale. Questa non sarebbe un’ipotesi irragionevole.
Gli scrittori della Bibbia hanno affermato di aver ricevuto le loro istruzioni in modi diversi. In alcuni casi, fu provveduta una specifica enunciazione, come è illustrato in Esodo 34:27: “E il SIGNORE disse a Mosè, ‘Scrivi queste parole; secondo queste parole ho concluso un patto con te e con Israele’”. (Revised Standard Version). In altri casi, lo scrittore fece esperienza d’eventi simili a sogni e gli fu permesso di usare le sue parole per trasmettere ciò che vide e sentì. Un esempio di ciò si trova in Daniele 7:1 che ci dice: “Nel primo anno di Baldassarre re di Babilonia, Daniele ebbe un sogno e visioni della sua testa mentre giaceva nel suo letto. Allora scrisse il sogno, e riferì l’insieme dei fatti” (Revised Standard Version).
Poiché, talvolta, gli scrittori furono liberi di utilizzare le loro parole per esprimere un’esperienza, ci aspetteremmo naturalmente delle differenze di fraseologia, enfasi, modo e stile. Sfumature di diversità tra scrittori biblici che raccontano lo stesso avvenimento, dipendono spesso da queste variabili. I critici spesso costruiscono troppe congetture su questo, e scrivono volumi esagerando le differenze, cosa che raramente farebbero se analizzassero racconti paralleli contemporanei. In quest’opera esamineremo specifici esempi di questo tipo di critica.
Forse un esempio di ciò che abbiamo detto è illustrato qui di seguito: Norman Graczyk è candidato come sindaco della città di Van Nuys. Tre cronisti sono presenti ad uno dei principali discorsi della sua campagna. Il cronista A prende nota di molte delle sue esatte parole. D’altro canto, il cronista B coglie esattamente i suoi pensieri su determinate questioni, ma non le esatte parole con cui sono espressi. Chiaramente, le parole annotate dal Cronista A non coincidono parola per parola con quelle del Cronista B. Il Cronista C si concentra sul contenuto globale, sul contesto e sulle conseguenze del discorso. Inoltre, il Cronista C analizza come altri hanno reagito al discorso, il luogo e le condizioni meteorologiche di quella circostanza. Immaginate qualcuno che abbia letto tutti e tre i resoconti, concludendo che sono pieni di contraddizioni. Al contrario, immaginate qualcun altro che abbia letto tutti e tre i resoconti, concludendo che sono complementari. Scegliete voi. Come vedremo, questo tipo d’esempio si applica alla Bibbia. Critici molto istruiti ne hanno fatto una questione d’affidabilità della Bibbia.
Purtroppo, l’“approccio scientifico” non è completamente utile per determinare la verità in questo contesto, e il motivo non è sempre l’elemento chiamato “fede religiosa”. Avvenimenti raccontati in modo veritiero possono essere accusati di essere contraddittori quando, nei fatti, sono complementari. Possono non essere “scientificamente” in linea, poiché si riferiscono a fatti non riportati in altri documenti. Ciò non li pone in contrasto, ma li mette nella posizione di provvedere una tridimensionalità non altrimenti percepita dal lettore. In ogni caso, un critico sostiene:
L’erudizione storico-critica [della Bibbia] si basa su una metodologia falsa e conduce a conclusioni false. [Questo] semplicemente significa che possiamo non curarci di 200 anni d’erudizione biblica e gettarla nel bidone della spazzatura. Vale a malapena la carta su cui è stampata… La descrizione biblica dell’antico Israele non concorda ma è contraria a qualsiasi immagine dell’antica società Palestinese possa essere stabilita sulla base d’antiche fonti della Palestina o che si riferiscono alla Palestina. In nessun modo, quest’immagine della Bibbia può essere riconciliata con il passato storico della regione. E nell’eventualità, dovremmo abbandonare la speranza di poter ricostruire la storia pre-ellenistica sulla base del Antico Testamento. Esso [l’Antico Testamento] è semplicemente storia inventata con solo alcuni riferimenti a cose che accaddero o esisterono realmente. Da un punto di vista storico, l’antico Israele è una creazione mostruosa. È qualcosa che salta fuori dalla fantasia degli storiografi biblici e da chi, nei tempi moderni, li ha parafrasati, per esempio, gli eruditi storico-critici degli ultimi 200 anni. – Da una conferenza alla Columbia University tenuta dal preminente erudito Niels Peter Lemche dell’Università di Copenaghen. Pubblicata in Journal of Hebrew Scriptures, volume 3, 2000.
Prima di occuparci della critica moderna, offriamo una prospettiva storica di questa battaglia. Il contesto è un insegnante di gran valore.
1Si veda H. Flemings, L’esistenza di Dio. Prove filosofiche, scientifiche e teologiche; Azzurra7 Editrice, Venezia, 2004.
ll prof. Hal Flemings si è laureato in lettere e filosofia alla Wayne State University di Detroit e ha studiato lingue classiche (greco e latino) e semitiche. Docente di ebraico al San Diego Community College, in California (USA), è autore di numerosi articoli di teologia biblica e apologetica. Fra i suoi libri ricordiamo: “L'Esistenza di Dio, prove filosofiche, scientifiche e teologiche” e “La Tua Parola è verità”.
INDICE
PREFAZIONE 7
RINGRAZIAMENTI 10
INTRODUZIONE 11
CAPITOLO 1
La storia dei testi15
CAPITOLO 2
Presunti errori storici e archeologici 101
CAPITOLO 3
Presunte contraddizioni interne 143
CAPITOLO 4
Varie forme di critica biblica 165
CAPITOLO 5
Letterale o simbolico? 203
CAPITOLO 6
Il libro di Genesi e la Scienza 209
CAPITOLO 7
Esistono davvero profezie bibliche? 247
CAPITOLO 8
La questione dei miracoli citati nella Bibbia 257
CAPITOLO 9
Dilemmi morali: la guerra, la donna e gli schiavi 295
CAPITOLO 10
Questioni banali o della massima importanza? 317
SOMMARIO CONCLUSIVO 329
APPENDICE 1
Analisi della settimana creativa (Genesi 1 e 2) 333
APPENDICE 2
La religione d’Israele: una religione unica 365
APPENDICE 3
I fossili e la teoria dell’evoluzione 373
APPENDICE 4
L’intelligenza nascosta dell’universo 377
APPENDICE 5
Datazione al radiocarbonio 391
APPENDICE 6
L’attacco della teologia liberale ai Vangeli 401
APPENDICE 7
L’archeologia e la Bibbia 407
APPENDICE 8
Il creazionismo della “terra giovane” ― è cristiano? 413
APPENDICE 9
Risposte a Domande 439
INDICI529
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