ANTICHITÀ GIUDAICHE - Giuseppe Flavio - Vol. I e II

ANTICHITÀ GIUDAICHE - Giuseppe Flavio - Vol. I e II

moraldi

L'Autore LUIGI MORALDI (1915-2001), professore emerito di Lingue semitiche all'Università degli Studi di Pavia, considerato uno dei più importanti studiosi del Cristianesimo antico, è stato autore di contributi fondamentali sullo gnosticismo e sugli Apocrifi del Nuovo Testamento, nonché esegeta tra i più autorevoli dei manoscritti di Qumran. Ha curato numerosi volumi dei Classici delle Religioni editi da Utet.


GIUSEPPE FLAVIO

La prima edizione integrale 
in italiano delle Antichità Giudaiche
con 1'essenziale commento scientifico 
di Luigi Moraldi 


«Il migliore scrittore
che mai abbiano avuto gli ebrei,
il solo stimato dai romani e dai greci»
Voltaire, Dizionario filosofico

«Giuseppe Flavia è, per alcuni versi,
un nostro contemporaneo»
Luciano Canfora

Molte sono le motivazioni che possono spingere uno studioso a scrivere di storia. Tra queste, le ragioni, profondamente radicate, che mossero l'autore delle Antichità Giudaiche furono il bisogno di ordinare in uno scritto eventi ai quali egli prese personalmente parte e il fascino della grandezza di utili imprese rimaste neglette», Imprese ed eventi del passato da mettere in luce «a beneficio di tutti». Nato a Gerusalemme nel 37 d.C., Tito Flavio Giuseppe era figlio di una nobile famiglia di sacerdoti e ricevette un'educazione raffinata, che gli permise di assumere, negli anni della guerra giudaica, l'importante carica di governatore militare di Galilea. Dopo essere sopravvissuto, unico fra i ribelli, all'assedio della fortezza di Jotapata (nei pressi di Nazaret), fu condotto a Roma, dove divenne l'intellettuale di punta alla corte dell'imperatore Vespasiano guadagnandosi così, tra i contemporanei ebrei, la fama di traditore e apostata. Nelle Antichità Giudaiche, suo capolavoro e scritto più ambizioso, Giuseppe si cimenta nell'enorme impresa di presentare alla sua nuova patria romana le antiche vicende del suo popolo e della sua terra d'origine, a partire dalla creazione del mondo, per arrivare fino all'età della casata Giulio-Claudia e alle guerre combattute durante il regno di Nerone.

Gli ultimi dieci dei venti libri di cui è composta l'opera costituiscono una fonte irrinunciabile per far luce sugli eventi dell'antico Israele nelle età ellenistica e romana, che in molti casi Giuseppe è il solo storico a narrarci. Dalle eroiche vicende militari legate alla rivolta dei Maccabei. passando attraverso gli intrighi della dinastia di Erode, fino ad arrivare agli anni di tensione politica e di fermento religioso in cui vissero e predicarono Giovanni Battista e Gesù Cristo, le Antichità Giudaiche raccontano luoghi ed epoche che furono teatro di svolte epocali per la storia del mondo antico.

1 VOLUME (Presenrazione)

I primi dieci libri dei venti di cui è composta l'opera corrono paralleli alla narrazione biblica del Pentateuco e dei Libri Storici, e costituiscono un'irrinunciabile raccolta di materiale di confronto per lo studio della storia del canone vetero-testamentario. Dalla creazione del mondo secondo la Genesi fino alla cattività babilonese e alle profezie di Daniele a Babilonia, Giuseppe ripercorre il momento in cui il mito delle origini del mondo si fonde con la realtà storica dell'antico Israele.

2 VOLUME (Presenrazione)

Gli ultimi dieci dei venti libri di cui è composta l'opera costituiscono una fonte irrinunciabile per far luce sugli eventi dell'antico Israele nelle età ellenistica e romana, che in molti casi Giuseppe è il solo storico a narrarci. Dalle eroiche vicende militari legate alla rivolta dei Maccabei. passando attraverso gli intrighi della dinastia di Erode, fino ad arrivare agli anni di tensione politica e di fermento religioso in cui vissero e predicarono Giovanni Battista e Gesù Cristo, le Antichità Giudaiche raccontano luoghi ed epoche che furono teatro di svolte epocali per la storia del mondo antico.

Lato A - Copertina Vol. I

GIUSEPPE FLAVIO
ANTICHITÀ
GIUDAICHE
a cura di Luigi Moraldi

"Vedendoli così stranamente impazziti, Dio pensò di non doverli distruggere, visto che dall'eccidio dei primi non avevano ancora imparato a fare senno. Gettò in loro la discordia delle lingue, facendoli parlare lingue diverse, e tale varietà li rese l'un l'altro ìnìntellegìbìlì. Il luogo ove fabbricarono la torre adesso si chiama Babilonia per la confusione sorta nella parlata primitiva allora comprensibile a tutti; gli Ebrei infatti chiamano "babel" la confusione". (pag. 67)

volume primo

Lato A - Copertina Vol. II

GIUSEPPE FLAVIO
ANTICHITÀ
GIUDAICHE
a cura di Luigi Moraldi

"In quel tempo visse Gesù, uomo saggio, se pure uno lo può chiamare uomo; poiché egli compì opere sorprendenti, e fu maestro di persone che accoglievano con piacere la verità. Egli conquistò molti Giudei e molti Greci. Egli era il Cristo. Quando Pilato udì che dai principali nostri uomini era accusato, lo condannò alla croce. Coloro che fin da principio lo avevano amato non cessarono di aderire a lui. Nel terzo giorno, apparve loro nuovamente vivo: perché i profeti di Dio avevano profetato queste e innumeri altre cose meravigliose su di lui. E fino ad oggi non è venuta meno la tribù di coloro che da lui sono detti Cristiani". (pag. 1116 - 1117)

volume secondo

Dal Vol. II - Morte di Giacomo fratello carnale di Gesù Cristo (pag. 1246 - 1247)

Dinastia da Anano, martirio di Giacomo fratello di Gesù

IX, Venuto a conoscenza della morte di Festo, Cesare inviò Albino80 come procuratore della Giudea. Il re poi allontanò Giuseppe dal sommo sacerdozio e gli diede come successore nell'ufficio il flglio di Anano, il quala di chiamava anch'egli Anano | Del vecchio Anano81 si dice che fu estremamente felice; poiché ebbe cinque figli e tutti, dopo di lui, godettero di quell’ufficio per un lungo periodo, divenendo sommi sacerdoti di Dio; un fatto che non accadde mai ad alcuno dei nostri sommi sacerdoti. | Il più giovane Anano che, come abbiamo detto, designato al sommo sacerdozio, era una persona di indole franca e oltremodo adirata. Seguiva la scuola dei Sadducei, che, in verità, quando sedevano in giudizio erano più insensibili degli altri Giudei, come già82 accennato.

Con il carattere che aveva, Anano pensò di avere un’occasione favorevole alla morte di Festo mentre Albino era ancora in viaggi: così convocò i giudei del Sinedrio e introdusse davanti a loro un uomo di nome Giacomo83, fratello di Gesù, che era soprannominato Cristo, e serti altri, con l’accusa di avere trasgredito la legge, e li consegnò perché fossero lapidati. | Ma le persone più equanimi della città, considerate le più strette osservanti della legge si sentirono offese da questo fatto. Perciò inviarono segretamente (legati) dal re Agrippa supplicandolo di scrivere una lettera ad Anano che il suo primo passo non era corretto, e ordinando gli di desistere da ogni ulteriore azione.

Alcuni di loro andarono a incontrare Albino che era in cammino per Alessandria informandolo che Anano non aveva alcuna autorità a convocare il Sinedrio senza il suo assenso. | Convinto da queste parole, Albino inviò una lettera sdegnata ad Anano minacciandolo che ne avrebbe portato la pena dovuta. E il re Agrippa , a motivo delle sua azione depose Anano dal sommo pontificato che aveva da tre mesi, sostituendolo con Gesù figlio di Damneo.

 

83. Giacomo ... e certi altri: si tratta dei primi membri dell’incipiente comunità giudeo-cristiana; non vi sono dubbi sull’autenticità del testo: è il più antico inquadramento storico del martirio di Giacomo, spiega l’assenza del legato, e il suo sdegno per il grave atto compiuto: cfr. Atti 12:17; 15:13; 21:18; non solo, ma illumina la brevità delle parole di Luca, autore degli Atti degli Apostoli. Su Giacomo vedi anche L. MORALDI, Apocalissi gnostiche cit. pp. 34-61

Ultima modifica il: Nov 26, 2018
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