TITANI - OLIVI MONUMENTALI DEL SALENTO

TITANI - OLIVI MONUMENTALI DEL SALENTO

PREMESSA

Ho avuto il piacere di ricevere dopo la presentazione ufficiale della prima edizione di questo volume, tenutasi il 31 gennaio 2013 nelle sale di palazzo Rovito in Ugento, numerosi apprezzamenti per il contenuto e richieste da ogni parte d'Italia, tanto ché le copie stampate sono state esaurite nel giro di pochi mesi.
La mia soddisfazione più grande è stata però quella di essere riuscito a scuotere l'opinione pubblica, e non solo salentina, che ha proclamato l'olivo salentino, pugliese, l'albero con la A maiuscola, perché con la sua unicità costituisce un'opera singolare e irripetibile della natura, un patrimonio botanico-culturale-paesaggistico inestimabile a cui tutti si sono affezionati e awicinati.
Attraverso le immagini di questo volume ho suscitato in tanti la voglia di andare a trovare questi titani. Hanno toccato i loro tronchi imponenti e scavati, a volte dalla forma bizzarra e tortuosa, che sorreggono grandi chiome, apprezzando la loro silente storia, rimanendo meravigliati di fronte alla loro ragguardevole età millenaria.
Per questo senza non pochi sforzi ma con entusiasmo abbiamo voluto portare alla stampa una seconda edizione con l'aggiunta di nuovi dati e nuove immagini di olivi millenari rinvenuti successivamente durante le mie escursioni naturalistiche nella sconfinata campagna salentina e grazie a preziose segnalazioni di vari amici.
È opinione di molti ormai che la tutela di questi titani arborei deve essere universale, ogni sforzo deve essere fatto come lo si fa per salvare il panda del Tibet, le grandi balene, i rinoceronti, le grandi sequoie americane, le testuggini delle Galapagos.

Sono troppo belli i nostri olivi, uno diverso dall'altro, che tutti ci invidiano, tanto da essere ancora oggi trafugati illegalmente, venduti per poche migliaia di euro per abbellire le ville del nord Italia.
Altri ancora sono decapitati, resi martiri da potature scellerate che ne hanno deturpato l'architettura delle grandi chiome e messo a repentaglio la loro funzione eco-paesaggistica ed agronbmica!
Nessuno dei nostri Avi si sarebbe mai permesso di sacrificare un albero di olivo in questo modo, neanche se fosse stato attaccato dal più temibile dei batteri1, ma lo avrebbe curato amorevolmente, così come ha sempre fatto per millenni!
Nell'antica Grecia l'olivo era considerato l'albero sacro, e chi riconosciuto colpevole per avere danneggiato o sradicato un olivo era condannato con la pena di morte!
Questi nostri patriarchi, piantati nella notte dei tempi, sfidando il tempo, sopravvivendo alle intemperie, all'estate cocente e siccitosa, ai parassiti e all'uomo, hanno annotato nel loro libro, la storia univoca, ancestrale, indissolubile tra l'albero e l'uomo.
Così rammentava nel lontano 1879 il conterraneo Giacomo Arditi, geografo, nel vedere abbattere una dietro l'altra le imponenti querce secolari (per farne legname e carbone) che caratterizzavano gli immensi boschi del Salento: "L'asino solo guarda il presente, l'uomo sta in piedi, sta tra gli uomini, può e deve guardare ogni onde per se e per i suoi simili, e il sapere sta nel prevedere". Quanta saggezza e quanto dolore in quelle parole. A distanza di 135 anni però, siamo ancora asini!
Da tempo ormai la consapevolezza della tutela del "simbolo" del Salento si manifesta attraverso comitati spontanei e da vari gruppi sorti sui diversi social network per dare voce a questi muti testimoni del tempo: i nostri olivi non si toccano!
Una petizione partita on-line sul web richiede il riconoscimento, da parte dell'Unesco, degli antichi olivi pugliesi, quale Patrimonio dell'Umanità.
I nostri olivi, così come ogni pietra del Salento, ogni pianta, ogni animale che qui vive, non sono souvenir da portare via! Qui nel nostro Salento tutto è sacro!
Chi li vuole apprezzare e goderne della loro bellezza deve venire qui nel Salento!
Non possiamo permettere a nessuno, di stravolgere la nostra identità culturale, storica e paesaggistica in nome di una falsa green economy e di un progresso che vuole cementificare ulteriore territorio!
Non possiamo permettere a nessuno di fare della nostra terra ricchezza per pochi! Non possiamo permetterei ulteriori oltraggi.
Mi auguro, che chi leggerà queste righe nei prossimi cento anni, non abbia ancora a rammentare come l'Arditi!
L'Autore

NOTA

1. Nel marzo del 20 13 in alcuni oliveti presenti a sud di Gallipoli nelle località denominate "Li Sauli" e "La Castellana", sono stati riscontrati i primi focolai della fitopatologia denominata "complesso del disseccamento rapido dell'olivo", presentandosi inizialmente con una serie di disseccamenti della chioma, di giovani rami e di foglie.
il disseccamento degli olivi, dalle ricerche condotte (Dipartimento di Scienze del Suolo della Pianta e degli Alimenti dell'Università degli Studi di Bari, CNR - Istituto di Virologia di Bari) sembrerebbe essere potenzialmente causato dal fungo Phaeoacremonium e dal pericoloso batterio Xilella fàstidiosa, patogeno da quarantena mai prima d'ora riscontrato in Europa, la cui diflusione avviene tramite insetti vettori dalle dimensioni di pochi millimetri appartenenti al gruppo dei Cicadellidi, che con il loro apparato boccale lo inoculano nei vasi xilematici della pianta (apparati conduttori di acqua e sali minerali) e che qui proliferando causano una serie di alterazioni, come la bruscatura delle foglie (leaf scorching), disseccamento dei rami e dei germogli, fino a determinare anche il totale disseccamento dell'albero.
Come sia arrivato nel Salento è ancora un mistero, ma tra smentite e lacunose diagnosi, (così come sostengono gli accademici dei Georgofili non vi sono al momento elementi che facciano ritenere Xilella fastidiosa come l'agente primario del disseccamento rapido dell'olivo, inoltre le indicazioni molecolari acquisite a Bari forniscono buoni motivi per ritenere che il ceppo salentino di Xilella fastidiosa appartenga ad una sottospecie (o genotipo) che non infetta né la vite né gli agrumi, e che esperienze statunitensi (California) indicano come dotato di scarsa patogenicità per l'olivo) e prescrizioni dell'Osservatorio Fitosanitario Regionale su indicazioni della Commissione Europea, nelle zone più colpite del Salento, nel tentativo di contenere e non diffondere gli agenti fitopatogeni,centinaia di olivi, anche secolari e in piena fioritura primaverile (e non secchi!) sulle cui foglie, nell'autunno precedente, da un prelievo effettuato era stato rinvenuto il batterio, sono stati drasticamente capitozzati ed estirpati
con grande incredulità dei proprietari, dall'Agenzia per le Attività Irrigue e Forestali sotto la sorveglianza degli ispettori dell'Osservatorio Fitosanitario Regionale.
Nel frattempo in altre zone alberi che avevano disseccato la loro chioma hanno incominciato a ricacciare nuova vegetazione dalle branche secondarie e polloni alla base dei tronchi.
La fitopatia, o qualunque altro evento che sta colpendo i nostri ulivi rischia quindi di rimanere ancora avvolta nel mistero, augurandoci quanto prima di poter trovare una cura per salvare il nostro agro-ecosistema forestale, le foreste di olivi millenari!

INDICE

5 Premessa

9 Presentazione di Piero Medagli

11 Introduzione

17 L'olivo: caratteri botanici

22 La coltivazione dell'olivo nel Salento, tra storia e mitologia fino ai giorni nostri

26 La biodiversità degli oliveti storici

29 I frantoi ipogei di Antonio Piccinno

31 Alla scoperta dei muti testimoni del tempo

35 I Titani

103 L'olio extravergine di oliva
Caratteristiche chimico-fisiche,
Proprietà salutari e nutrieionali dell'olio extravergine di oliva,

La conservazione dell'olio di oliva,
L'etichetta,

113 Appendice

119 Bibliografia e sitografia consultata

Ultima modifica il: Nov 27, 2018
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