CERCANDO DIO NELL'UNIVERSO - Un grande astronomo tra scienza e fede
RETROCOPERTINA
"Questo libro - intelligente, provocatorio, e rispettoso dei differenti punti di vista - mostra come uno scienziato contemporaneo possa sostenere sia l'evoluzione sia il disegno intelligente, e offre, più in generale, un terreno favorevole all'incontro fra scienza e religione."
Alan Lightman, fisico e saggista
"Scrivendo in uno stile accessibile, costellato di interessanti aneddoti storici, Owen Gingerich ricorre sia alla propria competenza in materia di astronomia e di storia dell'astronomia sia alle proprie intuizioni di credente cristiano per fornire una spiegazione, estremamente convincente, del ruolo del genere umano nel cosmo."
John Polkinghorne, fisico e saggista
"Owen Gingerich illustra quanto siano esigue le probabilità che in seguito al Big Bang potesse formarsi un pianeta idoneo ad ospitare la vita e che su questo pianeta si sviluppassero forme di vita intelligenti. Le riflessione di Gingerich (da cristiano liberale) sul significato teologico di tutto ciò sono sensibili e profonde. Una lettura estremamente affascinante."
Hilary putman, folosofo
"Un'opera provvidenziale e importante, grazie alla quale Gingerich offre un ampio e autorevole resoconto del nostro ininterrotto processo di presa di coscienza e di comprensione nei confronti dell'universo a cui apparteniamo."
Frank rhodes, preside emerito, Cornell University
PREFAZIONE di Peter J. Gomes
Durante i trenta e rotti anni del mio incarico a Harvard, ho avuto il piacere di ricoprire il ruolo di coordinatore delle William Belden Noble Lectures. Fondata da Nannie Yulee Noble allo scopo di sostenere una serie di conferenze universitarie aperte al pubblico, concernenti il rapporto tra la religione cristiana e le questioni al momento più scottanti, tale istituzione risale agli ultimi anni del XIX secolo; da allora questa docenza ha visto alcuni fra i più notevoli pensa tori del mondo, spesso ecclesiastici e teologi, occuparsi di tematiche di estrema importanza.
Negli anni, tuttavia, alcune delle lezioni più significative sono state tenute da laici esperti nei loro rispettivi campi, il più illustre dei quali - nella prima decade della docenza - fu l'ex presidente Theodore Roosevelt. Più di recente sono intervenuti personaggi politici come i senatori Eugene McCarthy e Mark Hatfield; Alan Paton, scrittore e riformatore sociale sudafricano; lo psichiatra Armand Nicholi, che tenne una lezione su Freud e Clive Staples Lewis; lo scienziato Francis S. Collins, direttore del National Human Genome Research Institute; e il commentatore televisivo Timothy Johnson.
In realtà, non era nostra consuetudine proporre a un membro del corpo insegnante di Harvard di tenere le Noble Lectures - il professor Harvey Cox, qualche anno fa, aveva rappresentato in questo senso un'eccezione, ma nell'estendere l'invito al professor Owen Gingerich sapevo che ci saremmo trovati di fronte a una seria e affascinante presentazione di una delle più urgenti questioni dei nostri giorni, quella cioè del rapporto tra scienza e religione. Quel che segue ne è il felice risultato.
Alla Memorial Church di Harvard, il professor Gingerieh parlò per tre sere di fronte a un ampio pubblico di studenti, docenti ed esperti della materia; a Harvard, del resto, egli gode di un certo prestigio, avendo rivestito a lungo la carica di professore di astronomia e di storia della scienza, durante la quale tenne numerosi çorsi estremamente apprezzati. Vista la considerazione in cui Gingerich è tenuto come studioso della vita e dell'opera di Copernico, e conoscendo la sua sorprendente capacità di suscitare nei profani intellettualmente curiosi un notevole interesse verso i grandi temi dell'astronomia, non vi era dubbio alcuno che il suo pubblico lo reputasse a tutti gli effetti una delle figure più prestigiose dell'università. Era invece meno noto il fatto che il professor Gingerich fosse anche un devoto mennonita, per il quale fede e scienza non erano mai entrate in conflitto.
Tutti, in ogni caso, si aspettavano che nell'acceso dibattito concernente i concetti di creazionismo e di Disegno Intelligente e il presunto scontro culturale tra scienza e religione, Gingerich avrebbe avuto da dire qualcosa di interessante e provocatorio.
Nel riportare in questo libro le sue Noble Lectures, niente del brillante incontro con tali idee fra loro in conflitto è andato perduto, e il fatto che ora in molti possano accedere al penetrante discorso di Gingerich è una grande fortuna. Attingendo a un'ampia esperienza e a una profonda cultura, e armato di un understatement spesso disarmante laddove altri lanciano giudizi categorici, Gingerich contribuisce a rendere le questioni trattate talmente chiare che ci scopriamo alla fine del dibattito a pronunciare il massimo complimento accademico: «Perché non ci avevo pensato?».
A qualcuno, l'umiltà intellettuale con cui Gingerich affronta il tema potrebbe sembrare persino esagerata: nel suo discorso, infatti, né gli scienziati «senza dio» né i devoti creazionisti troveranno di che alimentare i loro attacchi. Ma Gingerich in realtà è tutt'altro che insicuro, né la sua umiltà è da interpretarsi come il timore di dire qualcosa. Consapevole di quanto sia serio il suo compito, egli mantiene piuttosto un atteggiamento di grande modestia. Ed è modesto nel senso in cui lo era Albert Einstein, da lui spesso citato. Proprio quest'ultimo disse: «Le esperienze sensibili sono il soggetto dato. Ma la teoria che le interpreterà è opera umana; [...] mai interamente conclusiva, sempre soggetta a problemi e dubbi». Parlando dei limiti della scienza, un concetto familiare agli scienziati puri ma estraneo a coloro che della scienza si servono per altri scopi, Gingerich nel prologo osserva:
Nel creare la sua brillante raffigurazione della natura, la scienza si muove all'interno di una struttura prestabilita. Mentre la realtà si spinge molto più a fondo. Gli scienziati lavorano con la fisica, ma (forse senza volerlo) possiedono un sistema di credenze più vasto: la metafisica, un termine che letteralmente significa «oltre la fisica».
Pur discutendo dunque di quello che chiama un «arazzo scientifico del mondo fisico», Gingerich sottolinea subito come gli scienziati «si confrontino anche con la struttura meta-fisica al cui interno è possibile interpretare l'universo».
Quanto al Disegno Intelligente, egli ritiene che presentandolo come un'alternativa alle spiegazioni naturalistiche offerte dalla scienza - che non richiedono esplicitamente la mano di Dio - [...] venga frainteso. E che, di per sé - prosegue, - il fatto che all'interno della sua struttura la scienza non possa funzionare altrimenti non significa necessariamente che l'universo sia privo di un dio.
Ascoltare le parole di Gingerich, uomo di fede e di scienza, rende verosimile l'idea che questi due grandi modi di pensiero non debbano per forza ritrovarsi in conflitto l'uno con l'altro, a meno che una delle due controparti sia nei confronti dell'altra avida, invidiosa o male informata. Questo libro, come le conferenze a cui esso deve la sua esistenza, affronta con chiarezza e capacità di persuasione alcune delle più controverse questioni dei nostri giorni, e laddove di risposte chiare non ve ne siano, Gingerich non ha la presunzione di fornime. Il capitolo conclusivo è intitolato «Domande senza risposta»: come a suggerirci che in questo pellegrinaggio di cuore e di mente il viaggio è sempre in fieri, la meta ancora da raggiungere. E come fu fortunato Dante a trovare in Virgilio la sua guida, accompagnati da Owen Gingerich noi lo siamo altrettanto.
INDICE
5 Ringraziamenti
7 Prefazione di Peter J. Gomes
CERCANDO DIO NELL'UNIVERSO
13 Prologo e pellegrinaggio
21 1. La mediocrità è una buona idea?
51 2. Osa uno scienziato credere nel disegno?
87 3. Domande senza risposta
119 Epilogo
127 Bibliografia
133 Indice dei nomi
- DIO ESISTE? - Hans Küng
- DIO ESISTE - Le riflessioni su Dio di ancuni dei più grandi filosofi e intellettuali della storia
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