DNA E DINTORNI - Evoluzionismo e prodotti della mente
RETROCOPERTINA
Quando si parla di DNA si parla di vita e dell'uomo, sua espressione più qualificante. Per la scienza, DNA e struttura organica sono un binomio inscindibile: l'uomo è tutto nelle sue molecole. Intelletto, memoria, parola, sono aspetti preminenti della natura umana ai quali la scienza non ha saputo dare sulla loro origine una connotazione condivisa, perché allo stato attuale sfuggono alla ricerca sperimentale, se non nella loro localizzazione e configurazione cerebrale. Se è vero che l'uomo è tutto nelle sue molecole che lo strutturano su programmazione del DNA, è pur vero che i prodotti mentali devono avere qualcosa da condividere col patrimonio genetico, cioè per quelle attribuzioni che non essendo organiche, comunemente definite spirituali, rientrano nei "dintorni" del DNA.
[ ... ] Benché gli attuali strumenti a disposizione dello scienziato ci permettano di confutare l'ipotesi di Darwin, non ho, tuttavia, la presunzione che questo mio libro rappresenti la verità assoluta, ma la speranza che allontani atteggiamenti faziosi e dogmatici di sedicenti studiosi. Le critiche costruttive nell'ambito della scienza medica, l'unica competente, saranno bene accolte.
(dalla prefazione dell'autore)
PREFAZIONE
Finora l'attenzione maggiore della comunità scientifica è stata rivolta all'aspetto somatico dell'individuo, lasciando in ombra la componente mentale, la cui natura sfugge alla ricerca sperimentale, se non nei suoi effetti.
La materia è energia statica che, diventata dinamica per cause sconosciute, ha dato origine alla vita. La vita, quindi, è coesione di due aspetti qualitativi dell'energia della materia: una forma attiva, sensoriale, corporea, con figurata in un essere vivente, e una incorporea o spirituale, rappresentata dalla mente.
Quasi tutti gli studi hanno avuto per oggetto, sotto il profilo genetico, il corpo. Alla mente è stato riservato un posto di secondo piano, che ha interessato più la filosofia e la teologia che la scienza.
Questo mi ha spinto a parlarne in questo libro, non per dare una risposta alle inevase domande dalla scienza che qualcuno di noi si pone, ma per rendere plausibile quello su cui non si pronuncia la ricerca sperimentale.
Le mie sono deduzioni logiche che possono anche non essere condivise. Hanno, però, il vantaggio di scaturire da osservazioni che affondano le radici nelle mie conoscenze scientifiche di medico e non sull'osservazione empirica dei "tuttologi".
Il libro è rivolto a chi, tra la frammentazione del sapere scientifico, voglia districarsi tra il certo, l'opinabile e le mistificazioni imperanti nei media, nella carta stampata, nel mondo telematico e nella televisione, pascolo abusivo di epigoni generosamente foraggiati col pubblico denaro, solo per influire con le loro sciocchezza su chi, fiducioso, crede di accedere alla cultura a buon mercato.
I "tuttologi" ragionano ed agiscono, solo con pratici criteri opportunistici ai quali conferiscono il crisma scientifico senza la verifica sperimentale. Per loro è "scienza" la manifestazione esteriore o quello che si vuol far credere.
E il metodo tanto in voga presso i popoli anglosassoni, tra i quali si distinguono gli statunitensi, tanto all'avanguardia in una tecnologia senz'anima, istintiva, che nulla dice al sentimento, quanto grossolani e incolti in cultura classica e umanistica.
La diffusa imposizione di questa naturale immagine ideologica da per sé vincente nel suo contenuto materialistico del profitto incondizionato, relega nel mondo dei folli chi osa metterla in discussione. Si elimina la pluralità di pensiero e, nel caso specifico della nostra origine, si misconoscono le prerogative umane, per imporre un modello unico di scimmia raziocinante, prodotto di un comunitarismo progettuale evolutivo per selezione naturale in cui l'umano, coerentemente alla configurazione darwiniana, differisce dagli altri per gradualità e non per connaturali, intrinseche qualità di specie.
Scrive il medico genetista Renato Dulbecco, Nobel per la Medicina:
Molti eventi sono dati per scontati senza una prova diretta. Per la mancanza di prove decisive si potrebbe sostenere che il concetto di evoluzione è astratto, teorico, forse frutto dell'immaginazione.
Di fronte alle attuali testimonianze scientifiche, tuttavia, anche i più noti evoluzionisti, ammettono, per correttezza, la fragilità del darwinismo.
Il genetista evoluzionista Luigi Luca Cavalli Sforza della Stanford University School of Medicine, Department of Genetic, Usa, scrive:
La selezione naturale non ha niente da vedere con l'interpretazione dello stesso Darwin o dei neodarwinisti. Quando voi sostenete che tutto è dovuto alla selezione naturale, in molti casi non vi è nessuna prova inconfutabile di un processo evolutivo. Vi sono stati tentativi di dimostrare che la mutazione non è sempre causale, ma tende ad essere adattativa, ma ciò non è stato ancora provato nonostante numerosi tentativi.
Afferma Roberto Cafiso, medico-psicologo:
Prestigiatori del sapere imbastiscono, irretiscono, manipolano. Soprattutto congetturano e vendono con fare sacerdotale le loro ricette di vita spacciandole per la vera verità. Cionondimeno hanno proseliti nel gregge dei confusi, e i profughi dell'esistenza, in coloro che, disorientati cercano ad oltranza centri di gravità stabili. Sono gli assetati di certezze che si accontentano anche di illusioni, purché accreditate dall'enfasi di un imbonitore che come un mago le dispensa saziando un po' la loro ansia conoscitiva ed esistenziale.
Per dissertare su un determinato argomento è necessaria una solida e specifica base generica e specialistica, ignorata da questi saprofiti del sapere. Se si parla di evoluzionismo in cui sono coinvolti aspetti totalizzanti della disciplina medica, è competenza del medico la disanima scientifica che, condotta con rigore e logica sperimentale per conoscenza completa del corpo umano nei suoi aspetti normali e patologici, gli consente di esprimere con autorevolezza il proprio parere, per cui la presunzione dell'onniscienza dei "tuttologi", pedissequi discepoli dell'esasperato e parcellizzato empirismo anglo-sassone, alla fine si rivela competenza in nulla.
DNA e dintorni. Evoluzionismo e prodotti della mente ho intitolato il libro.
Quando si parla di DNA si parla di vita e dell'uomo, sua espressione più qualificante. Per la scienza, DNA e struttura organica sono un binomio inscindibile: l'uomo è tutto nelle sue molecole. Intelletto, memoria, parola, sono aspetti preminenti della natura umana ai quali la scienza non ha saputo dare sulla loro origine una connotazione condivisa, perché allo stato attuale sfuggono alla ricerca sperimentale, se non nella loro localizzazione e configurazione cerebrale. Se è vero che l'uomo è tutto nelle sue molecole che lo strutturano su programmazione del DNA, è pur vero che i prodotti mentali devono avere qualcosa da condividere col patrimonio genetico, cioè per quelle attribuzioni che non essendo organiche, comunemente definite spirituali, rientrano nei "dintorni" del DNA.
Questo aspetto permette due diverse opinioni: una localistica per la quale nulla è concepito al di fuori del nostro cervello, ma, per il fatto che non offre spunti sperimentali, apre le porte alla seconda, definita trascendentale perché valica i limiti della nostra conoscenza. E un punto di vista recepito per fede, intesa non come intima convinzione o che si fonda sull'autorevolezza altrui, ma come risultato di un attestato razionale logico, coerente e consequenziale, che, in assenza di altri riscontri di pari valori, può essere condiviso, o considerato plausibile.
Discutere su tali argomenti senza avere una conoscenza sommaria sul DNA, comporterebbe ignorare l'aspetto unitario della nostra essenza in spirito e materia.
Il DNA, per gli incompetenti, richiama Darwin nella componente fisica del nostro corpo. Siccome spirito e materia sono una realtà unitaria essenzialmente identica, non si può parlare di spirito senza alcune premesse conoscitive sulla materia organica, di cui, secondo i neodarwinisti, lo spirito sarebbe un epifenomeno. Questo aspetto mi ha spinto ad accennare, nei primi capitoli, alle attuali conoscenze scientifiche in contrapposizione a quelle empiriche evoluzionistiche, in modo da chiarire la correlazione tra la nostra struttura fisica e i prodotti della mente.
Se è vero che la vita si esprime attraverso leggi inequivocabilmente costanti, se è vero che il DNA è sempre stato DNA anche prima che l'uomo ne prendesse coscienza, è anche vero che essa può manifestarsi in modi diversi in relazione agli strumenti a disposizione dello Scienziato. (Ida Pucci Minafra, già Professore Ordinario d'Istologia ed Embriologia all'Università di Palermo)
Benché gli attuali strumenti a disposizione dello scienziato ci permettano di confutare l'ipotesi di Darwin, non ho, tuttavia, la presunzione che questo mio libro rappresenti la verità assoluta, ma la speranza che allontani atteggiamenti faziosi e dogmatici di sedicenti studiosi. Le critiche costruttive nell'ambito della scienza medica, l'unica competente, saranno bene accolte.
CAPITOLO I (le prime 2 pagine)
DNA
È la più grande molecola complessa del nostro organismo, costituita da acido desossiribosio, fosforo e da una base azotata scelta tra le quattro, denominate Adenina, Citosina, Guanina, e Timina, Il suo compito consiste nel trasmettere agli eredi le caratteristiche genetiche dell'organismo originario.
Il prodotto finale prende nome di acido desossiribonucleico (nucleico perché si trova nel nucleo cellulare di ogni organismo vivente), conosciuto con l'acronimo DNA.
La basi azotate sono responsabili dell'informazione genetica; le altre molecole hanno funzione strutturale. Quindi, in riferimento alla base prescelta, abbiamo quattro molecole di DNA, ognuna con caratteristiche genetiche diverse.
Quando parliamo di base o nucleotide intendiamo riferirei ad una molecola di DNA, che, in effetti, è una sequenza di polinucleotidi, costituita cioè dalla somma di diversi nucleotidi che servono a caratterizzare e a distinguere il DNA da un altro: il numero di molecole diverse di acidi nucleici in sequenze codificanti per un carattere che così possono esistere è praticamente infinito, com'è praticamente infinito il numero di molecole proteiche che possiamo immaginare.
Il DNA si costituisce in tutti gli organismi viventi in unità corpuscolati, denominati cromosomi, localizzati nel nucleo di tutte le cellule.
Ogni specie presenta un numero costante di cromosomi, che si ricostituisce ad ogni generazione. Ogni cromosoma ha una sua morfologia rigidamente costante. Ogni piccola alterazione eromosomica (le cosiddette mutazioni, fondamenta su cui è costruita l'ipotesi evoluzionistica di Darwin e dei suoi seguaci) può portare conseguenze spesso drammatiche alla cellula e a tutte quelle che da essa deriva.
(Ida Pucci Minafra, Istologia, voL I, p. 178).
Il loro numero varia nelle diverse specie: nella nostra sono 46 disposti a coppia lungo una struttura lineare a doppia elica avvolta attorno ad un sostegno proteico, denominato istone: un'elica d'origine materna e l'altra d'origine paterna, in modo che ad un cromosoma paterno ne corrisponda di fronte uno materno, per un totale di 23 coppie. I due cromosomi posti l'uno di fronte all'altro, costituiscono una coppia di cromosomi omologhi.
I cromosomi sono suddivisi in tratti denominati geni che indicano l'entità ereditaria che trasmette ai figli i caratteri (forma e struttura del corpo).
I geni si esprimono mediante loro parti circoscritte denominate alleli ai quali è devoluto il compito di codificare per il singolo carattere, in base alle leggi di Mendel (cfr. cap. X, alla voce Si nasce intelligenti).
L'aspetto visibile corporeo, configura il fenotipo, in osservanza a quanto previsto e programmato nel DNA (genotipo).
La dinamica dell'espressione genica
La dinamica genica consiste nel mettere in atto il complesso delle direttive programmate nel genotipo per esprimere il fenotipo. In parole semplici, attivare l'intervento dei geni per dare corpo ad un organismo, mediante il controllo della sintesi delle proteine.
L'organismo appartenente alla stessa specie è un complesso unitario chimicamente omogeneo, costituito dalle stesse proteine, per cui il codice d'informazione deve essere contenuto nello stesso DNA.
Poiché il DNA ha il compito di trasmettere inalterata l'informazione genetica originaria e necessariamente deve potersi trasmettere immutato alle cellule figlie, si duplica in molecole identiche nelle varie generazioni di una stessa specie. Quindi, quanto maggiore è la diversità proteica fra due specie, tanto maggiore sarà la diversità del DNA da cui derivano.
La funzione principale del DNA è quella di essere il responsabile della sintesi delle proteine che caratterizzano...(continua)
INDICE
Prefazione
Capitolo I
DNA
La dinamica dell'espressione genica
Stabilità dinamica del DNA
DNA computer umano unico e irripetibile
Capitolo II
Risposta alle obiezioni degli evoluzionisti
Differenziazione non è uguale ad evoluzione
Relazione tra causa ed effetto
I trasposoni
La specie
Differenze organolettiche della carne
Specificità proteica della conduzione degli stimoli elettromagnetici
Diversità delle specie e calcolo matematico
La vita: proprietà dinamiche e strutturali dell'atomo
Capitolo III
L'autocoscienza
Stabilità dinamica della cellula
Ovocita fecondato, prima cellula staminale
L'autocoscienZf1 garantita dal neurone
La coscienza
Capitolo IV
L'uomo copia imperfetta della donna?
La risposta della genetica
Danvinismo e capitalismo
Capitolo V
Materia e spirito
Universi paralleli. La forza oscura
Origine dell'atomo
Formulazione della materia matematicamente programmata
La materia, aspetto qualitativo dell'energza elettromagnetica
Dominio dei poteri forti
Capitolo VI
Chi siamo
Ritorno a scuola
Il ruolo dei Normanni
Collocazione della Sicilta nel contesto nazionale
Primato culturale dell'Italta centro-meridionale
Capitolo VII
L'abitudine
Omeostasi e ciclo circadiano
EsterioriZiflifone dell'abitudine
Divagazione
Capitolo VIII
L'istinto
Psicodinamica dell'istinto
Conflitti emotivi e stimmate
Sensazione e percezione
Capitolo IX
L'emozione
Controllo dell'espressività emotiva
Risposta genetica e ormonale allo stress
Organizzazione degli istinti e degli stati emotivi
Capitolo X
L'intelletto
Natura dell'intelletto o intelligenza
Significato funzionale dei centri cerebrali
Ruolo della sostansp. bianca
L'energia oscura del cervello
Volume del cervello, intelligenza, ricordi genetici ed epigenetici
Intelletto qualità dell'energia elettromagnetica
Vita, intelletto e onde elettromagnetiche
Cablatura della rete neuronale e sue connessioni
L'Universo, la materia, la forza forte e la forza debole
Indice di cefalizzazione e universalità del conoscere
DNA e intelligenza
Si nasce intelligenti
Capitolo XI
Furore messianico dei seguaci di Darwin
Capitolo XII
La memoria
Sede della memoria
I diversi aspetti della memoria
Memoria primaria, secondaria e te'ifaria
Ruolo dell'apprendimento e della rete neuronale
Capitolo XIII
La cultura
Capitolo XIV
La parola
Parola e trascendente
DNA e trascendenza
Evoluzionismo e trascendenza
Organizzazione del linguaggio
Apprendimento del linguaggio
Capitolo XV
La dottrina filosofica e teologica della creazione
Considerazioni finali
Bibliografia
- SCIENZA ED EVOLUZIONISMO
- 8 - PICCOLA ENCICLOPEDIA STORICA SUI TESTIMONI DI GEOVA - VOL. VIII - 1946 ÷ 1949
About Author
AZZURRA7 EDITRICEUltimi da AZZURRA7 EDITRICE
- 404 Pagina non trovata :(
- I TALLONI DI ACHILLE DELL'EVOLUZIONE - 15 Scienziati spiegano i difetti fatali evoluzionistici nei loro punti di forza
- IL FASCINO DELL'UNIVERSO: La risposta intelletualmente onesta della scienza
- Cookies
- 10 MOSSE: TENERSI AL PASSO, CON LA RIVELAZIONE DIVINA, SIGNIFICHERÀ VIVERE