8 - PICCOLA ENCICLOPEDIA STORICA SUI TESTIMONI DI GEOVA - VOL. VIII - 1946 ÷ 1949
RETROCOPERTINA VIII° VOLUME
La storia contemporanea dei Testimoni di Geova in Italia, tra il 1946 e il 1970, può interamente prefigurarsi in autentici atti di: audacia, caparbia ed intrepida lotta per la conquista e la difesa della libertà religiosa nella nazione. Vale a dire, per il diritto stesso del libero esercizio della loro fede e della loro dottrina. Una lotta che inizia nell'immediatezza del 1948, coincidendo con la nascita della Costituzione repubblicana, dopo una lunga e triste parentesi, dal 1925 al 1943, di dure persecuzioni ad opera del regime fascista.
Negli anni seguirono il 1948, in un'Italia amministrata da governi a forte indirizzo clericale, abusi ed illeciti delle Istituzioni furono prassi quotidiana per i fedeli della Denominazione, i quali vissero in un clima poliziesco, se non addirittura persecutorio, nonostante la Carta Costituzionale garantisse loro certi diritti innegabili ed inalienabili.
Nel decennio 1950, fu messo in discussione in Italia, da parte delle Istituzioni, la libertà religiosa dei Testimoni di Geova, inoltre fu oggetto di controversia ai vertici dello Stato sulla liceità del diritto all'esercizio della fede e della dottrina. Ci furono così nei loro confronti delle durissime resistenze, si registrarono forti dissensi, aperte ostilità con vere vessazioni, queste, addirittura incoraggiate dagli organi centrali dello Stato, spinti ad agire in tal senso dall'intemperante clero cattolico.
A partire dal 1956-1957 la Corte Costituzionale, iniziò lentamente a dar respiro ai Testimoni di Geova, iniziando a cancellare il “residuo” della dittatura fascista, quando iniziò a chiarire e a riaffermare che, la Costituzione specificava in una serie di norme i diritti alla libertà quali quelli: di pensiero, di riunione, di stampa, di associazione, di circolazione sul territorio nazionale, libertà che, per anni, dal 1948, era stato in qualche modo negato ai Testimoni di Geova.
In questo volume e in quelli che seguiranno, saranno affrontati fino all'anno 1960, la storia della Denominazione, tracciata in quadro intenso di fatti ed eventi che, dal 1946 e al 1960, interessa anche l'affermazione ed il consolidamento dell'apparato organizzativo del Movimento, nella nazione.
PRESENTAZIONE VIII° VOLUME
La storia contemporanea dei Testimoni di Geova in Italia, tra il 1946 e il 1970, può interamente prefigurarsi in autentici atti di: audacia, caparbia ed intrepida lotta per la conquista e la difesa della loro libertà religiosa nella nazione. Vale a dire, per il diritto stesso del libero esercizio della loro fede e della loro dottrina.
Una lotta che inizia nell'immediatezza del 1948, coincidendo con la fine della seconda guerra mondiale e la nascita della Costituzione repubblicana, dopo una lunga e tristissima parentesi, dal 1925 al 1943, di durissime persecuzioni ad opera del totalitario regime fascista.
Nei 24 anni che seguiranno il 1946, fino al 1970, in un'Italia amministrata da governi a forte indirizzo clericale e totalmente succubi di un clero indisponente; governi non laici, come dalla neo Repubblica Italiana ci si aspettava, governi dominati da intrighi politici e da molte inadempienze costituzionali, dove abusi ed illeciti era e fu, prassi quotidiana, si rese dura, proprio di un clima poliziesco, se non addirittura persecutorio, la vita ai fedeli della Denominazione: Testimoni di Geova, nonostante che, la Carta Costituzionale, garantisse loro certi diritti innegabili e inalienabili.
Ma, bisogna riconoscere anche che, lo Stato italiano, sorgeva nascendo, dalle ceneri del fascismo portandone quell’impronta etica ed ereditando tutte le sue leggi, tutti i suoi uomini, dislocati nei vari apparati istituzionali, centrali e non e, con questi, anche l’autorità costituita a cui spettava ora tutelare i cittadini e non vessarli e perseguirli nuovamente.
Tutti questi elementi istituzionali riciclati dal passato regime fascista, divennero ora membri di rilievo nello Stato democratico e repubblicano, posto operare a fianco di altre chiarissime figure antifasciste, ma quest’ultime tuttavia in minoranza.
Bisogna rilevare anche che, la maggioranza degli aderenti alla fede dei Testimoni di Geova, il buon 90% d’essi, nel periodo tra il 1946 e il 1970, erano per lo più appartenenti ad un ceto sociale umilissimo, soprattutto quello agricolo italiano, proprio dei contadini, gente umilissima, con nessun retroterra culturale, spesso analfabeti, tuttavia sensibili al fattore religioso, animanti da profonde motivazioni dottrinali come lo era stato per gli appartenenti dei movimenti ereticali del rinascimento.
Fu principalmente tra queste umilissime genti, tra questi onesti cittadini delle campagne italiane, partecipi ad una vita religiosa dipendente alla sola influenza
del prete, rappresentante ancora dell'oscurantismo clericale, il quale divenne localmente, dopo il 1948, una vera potenza sul piano politico e civile nella società italiana; a) politico: per quei voti destinati alla balena bianca che riusciva ad esigere, mungendo il proprio gregge; b) civile: bastava una segnalazione del parroco all'autorità politica locale, per decidere le sorti e l'avvenire del cittadino, troppo spesso legate ingerenze del lavoro. Quindi un clero despota che costituiva per molti cittadini un vero e proprio “Stato nello Stato”, di qui, alcune persone, disgustate dalle ingerenze nella vita privata e sociale, si diedero con zelo alla ricerca di una nuova più coerente fede religiosa, una nuova e più consona spiritualità, approdando di fatto nella dottrina e nella fede dei Testimoni di Geova.
Così, il clericalismo cattolico, al fine di conservare la sua influenza sulle masse popolari, dopo il 1948 diede vita a numerosissime istituzioni di carattere meramente terreno proponentesi fini esclusivamente secolari, dove si difese maggiormente i venali interessi terreni, con il vigore legislativo dello Stato democratico.
Il 18 aprile 1948, nelle prime elezioni politiche generali in Italia, la Democrazia Cristiana ottiene la maggioranza assoluta con l'intervento massiccio delle gerarchie ecclesiastiche. Ha inizio un lungo periodo di prevalenza dei democristiani al potere dello Stato, mantenuto spesso, è il caso di sottolinearlo,
con sistemi polizieschi.
Accade così che, nel decennio 1950-1960, fu messa in discussione in Italia da parte delle istituzioni statuali, la libertà religiosa dei Testimoni di Geova, inoltre fu oggetto di controversia ai vertici dello Stato sulla liceità del loro diritto all'esercizio della fede e della dottrina, proprio quando essi iniziarono a non essere più quattro gatti nella nazione, ma quando i fedeli alla Denominazione cominciarono a crescere numericamente in adesioni costanti, anno dopo anno.
Si ebbe così nei loro confronti delle dure resistenze, si registrarono forti dissensi, aperte ostilità con vessazioni poliziesche, addirittura queste, incoraggiato dagli organi centrali dello Stato, dagli apparati istituzionali spinti ad agire in tal senso dall'intemperante clero cattolico del momento.
La crescita dei Testimoni di Geova e il loro affermarsi, rappresentò per il clero cattolico diocesano, per i singoli parroci, ma anche per alcune curie d’Oltretevere, il pretesto, la causa scatenante per promuovere opposizione, contrastando e avversando con ogni mezzo non solo la dottrina, ma anche i singoli individui detentori della dottrina, ricorrendo, sovente, al “potere governativo” per tentare di azzittire e debellare la fede dei Testimoni di Geova, spesso avvalendosi di fermi di P.S. e/o carcerazioni, di sapore e stampo fascista, anche se praticate ed attuate ora, da una autorità dello Stato repubblicano.
Il destino della fede dei Testimoni di Geova in Italia tra il 1946 e il 1970, fu segnato spesso ed in senso negativo, proprio dalla politica dei vari governi del momento.
Il 23 gennaio 1956, ci fu la prima seduta della Corte Costituzionale, un frutto del processo legislativo esasperatamente lento, ciò dopo 9 anni dalla sua “istituzione”.
Il compito della Corte Costituzionale, era la trasformazione strutturale dello Stato, facendo capo alla Costituzione, dove trovavano riconoscimento le varie libertà, politiche, civili, sociali, religiose e i diritti di uguaglianza, affermati il 1° gennaio 1948, con l'entrata in vigore della Carta Costituzionale, quali diritti inviolabili, inderogabili dei principi su cui il nuovo Stato doveva sorgere.
A partire del 1956-1957 la Corte Costituzionale, iniziò lentamente a dar respiro ai Testimoni di Geova, in particolare, iniziando a cancellare il “residuo” della dittatura fascista, quando iniziò a chiarire, riaffermando che, la Costituzione specificava, in una serie di norme i “diritti alla libertà” quali quelli: di pensiero, di riunione, di stampa, di associazione, di circolazione sul territorio nazionale, libertà che, per anni, dal 1948, era stato in qualche modo, vessandoli, negato ai Testimoni di Geova.
Se fin qui ho riassunto sinteticamente cenni positivi delle attività della Corte Costituzionale, vedere ora, nel 2016, cosa è stato effettivamente realizzato dallo Stato costituzionale nei confronti dei Testimoni di Geova, comporta un discorso assai meno idilliaco.
A tutt'oggi, per i Testimoni di Geova, la Costituzione è ancora largamente inattuata, o per essere seri nello scrivere: attuata in modo da alterare notevolmente lo spirito, il fine, il dettato stesso voluto dai “padri costituenti”.
Malgrado l'insediamento della Corte Costituzionale, tra il 1956 e il 1963, a motivo di anni bui di governi di centro-destra, i diritti alla libertà di pensiero, di associazione, di riunione, di stampa, di religione, per i Testimoni di Geova, furono sistematicamente violati e duramente colpiti, ancora con metodi polizieschi apertamente applicati in virtù di articoli del Testo Unico della Leggi di P.S., provocatoriamente tenuti in vita.
Solo dopo l'anno 1965, si potè iniziare a contare su un maggior rispetto dei diritti costituzionali.
Il clerico-fascismo degli anni cinquanta e del primo quinquennio degli anni sessanta, fu sempre una minaccia reale e buona parte operante verso i Testimoni di Geova, poichè si configurava ancora in uno Stato, confessionale e cattolico, partendo dall'errato presupposto che in base all'art. 7 della Costituzione “la religione cattolica sia la religione dello Stato italiano”.
E, chi scrive, ricorda sulla propria pelle la sua condizione di “emarginato”, di “ghettizzato” da scolaro acattolico, studente poi, nella scuola pubblica italiana, il cui carattere laico, come stabilivano le norme costituzionali, fu ritenuta pura utopia, lo dico bene: “Fu pretesa dei governi clericali lasciare la Costituzione in un cassetto ad ammuffire”.
L’ultimo quinquennio che va dal 1965 al 1970, con prevalenza in Italia di governi non più monocolore, ma di centro “sinistra”, si sentì, come fu anche in altri Stati nel mondo, momenti di “vero” cambiamento e di profonde innovazioni sociali, culturali e politici.
Tra il 1966 e il 1970, per i Testimoni di Geova in Italia, ci furono momenti di vere opportunità favorevoli, per il loro culto, i tempi delle dure vessazioni stava lentamente cedendo il passo alle più serie e durature libertà.
In Italia, lo sviluppo in termini numerici dei Testimoni di Geova dopo il 1946, avvenne per gradi costanti, conoscendo importanti momenti per l'adesione alla fede. Fino all'anno 1945, non ci fu nessun rapporto ufficiale sull'evangelizzazione e sull'opera dei fedeli alla Denominazione in Italia. Lo si cominciò ad avere solo dall'anno 1946.
Dalle poche centinaia di testimoni nel 1946, si arrivò in un solo decennio, nel 1956, a 3.491 aderenti attivi, tutti evangelizzatori. Storico, fu l'anno 1950, quanto in Italia si superò per la prima volta i 1.000 evangelizzatori.
Maggiore fu la crescita nel decennio successivo, tra il 1957 e il 1967, quando il numero delle adesioni, in termini di evangelizzatori, superò abbondantemente le 7.800 unità e, in solo 3 anni, dopo il 1967, ci furono oltre 7.300 nuovi adesioni, per attestarsi nel rapporto ufficiale dell'anno 1970 a 18.636 evangelizzatori attivi in Italia.
Tra gli anni 1948 e 1960, ci fu un consolidamento dell'apparato organizzativo nonchè della dottrina professata dalla Denominazione. Ciò fu dovuto molto alla presenza di esperti confratelli missionari che, dagli Stati Uniti, vennero a promuovere l'evangelizzazione e il culto, in alcune regioni d'Italia.
Dal 1960, quindi, ci fu un'evoluzione continua per la fede dei Testimoni di Geova, che da semisconosciuta, predicata per lo più da umili contadini e, sviluppatesi inizialmente in questo ceto sociale, si andò affermando nella società medio-borghese italiana.
I Testimoni di Geova, tra il 1965 e il 1970, conobbero migliori condizioni in quanto a libertà e a diritti garantiti, merito questo dell'operatività della Corte Costituzionale, che apportò, come già scritto, un certo respiro alle varie fedi religiose in Italia, compresa quella dei Testimoni di Geova.
Ultimissimo rilievo doveroso fare, è sul versante del reperimento del materiale storiografico tra il 1946 e il 1970, lavoro di ricerca eseguito prevalentemente nell'ACS (Archivio Centrale dello Stato – Roma) e negli AS (Archivi di Stato) provinciali; nella BNC (Biblioteca Nazionale Centrale – Roma), BNC (Biblioteca Nazionale Centrale – Firenze) e in alcune altre biblioteche provinciali, nonchè in archivi privati.
Pace Emanuele
Montesilvano (PE), 17 gennaio 2016
INDICE VIII° VOLUME
Introduzione
- DNA E DINTORNI - Evoluzionismo e prodotti della mente
- DIO PERCHÈ - L'angosioso interrogativo sull'origine della sofferenza
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