IL BATTESIMO DEI BAMBINI - Un'ipotesi sulle origini

IL BATTESIMO DEI BAMBINI - Un'ipotesi sulle origini


RETROCOPERTINA

Ma i primi cristiani battezzavano i neonati? Nella letteratura paleocristiana non c'è alcuna evidenza diretta o indiretta di una simile pratica, almeno fmo al 180 d.C. Questo silenzio è coerente con le fonti evangeliche e la teologia originale? La prima chiara testimonianza scritta del battesimo dei bambini risale a Tertulliano ed è del 200 d.C.
Ma allora cosa accadde a ridosso del 180 d.C.? Ci fu una "rivoluzione teologica" sul significato del battesimo? E fu possibile solo nell'arco di un ventennio? O avvenne qualcosa in quegli anni che determinò un improvviso e rapido cambiamento di direzione e di prospettive?
L'autore, dopo un'attenta e approfondita ricognizione storica sulla letteratura cristiana di quel periodo, formula un'originale e ardita ipotesi che ha il suo fondamento in un evento verificatosi proprio negli anni della svolta.

L'ipotesi è suggestiva e sembra aprire una pista rilevante.
MASSIMO INTROVIGNE

Una tesi coraggiosa e innovativa che merita attenzione.
LOTHAR VOGEL

PRESENTAZIONE

Il passaggio dal battesimo di credenti confessanti a quello dei neonati costituisce una delle trasformazioni più importanti che si sono verificate nel corso della storia nei costumi e nella prassi religiosa del cristianesimo. Allo sfondo di questo sviluppo noi scorgiamo cambiamenti categoriali nella concezione del rapporto fra la dimensione personale della fede cristiana e il suo essere riparato in una realtà collettiva e sociale protettrice, rappresentata innanzitutto dalla familia (nel senso latino), ma anche dalla progressiva integrazione dei cristiani nella società dell'Impero romano. Questo tema acquisisce ancora maggiore attualità dal fatto che dal XVI secolo in poi ci sono chiese cristiane che sono ritornate al rigore dei tempi apostolici amministrando il battesimo esclusivamente ad adulti pronti a confessare pubblicamente il loro credo.
Dato che ogni chiesa che si vuol chiamare cristiana è tenuta ad attribuire al messaggio apostolico dell' evangelo una normatività teologica, la loro prassi rimane sempre un tipo di sfida per gli altri.
Questa tesi di laurea, elaborato nell' ambito degli studi di "Scienze bibliche e teologiche" presso la Facoltà valdese di teologia, si dedica interamente ai primi passi di questa trasformazione, ossia al dibattito circa la presenza di pedobattesimo già ai tempi apostolici e poi alle prime testimonianze esplicite di questa prassi, che sono databili all'incirca dall'anno 200 e risalgono a Tertulliano e alla "Tradizione apostolica" attribuita ad Ippolito.
Metodo-logicamente, Francesco Arduini fa un riesame dei testi classici presi in considerazione a questo proposito, analizzandoli molto attentamente nei loro contesti e nelle loro intenzioni comunicative ed arrivando così a valutazioni convincenti circa la possibilità di desumere da loro accenni alla prassi battesimale. Serve a un approfondimento di queste riflessioni la sua scelta di confrontare le visioni del battesimo con le relative concezioni di peccato. Mentre dal V secolo in poi la teologia cristiana è dominata dall' idea del peccato "ereditario", che esige e giustifica un battesimo dei neonati, gli scrittori ecclesiastici del periodo qui preso in esame fanno intravvedere una teologia dell'infanzia ancora molto diversa.

Per quanto concerne i risultati di questa ricerca, Francesco Arduini condivide il consenso quasi unisono secondo cui non è possibile rintracciare ai tempi apostolici un battesimo dei neonati, datando gli inizi di questa prassi a cavallo del 200. Ma perché il pedobattesimo fu introdotto proprio in questo periodo? Nel tentativo di rispondere a questa domanda la tesi di Francesco Arduini arriva alla sua maggiore originalità. Accanto ad argomenti generici come quelli della crescita del cristianesimo, della perdita del rigore originale e della trasformazione del posto delle comunità all'interno della società romana, egli introduce nel dibattito la "Peste antonina" che dal 165 al 180, ossia nel periodo immediatamente precedente, provocò la morte di un quarto o perfino un terzo degli abitanti, devastando in alcune regioni il 90% della popolazione.
Sotto le condizioni del tempo, contraddistinte sempre da un' alta mortalità infantile, la pandemia colpì innanzitutto i bambini, e questo fu probabilmente, secondo Arduini, l'''evento catalizzatore" che spinse, partendo da presupposti sociali e teologici già esistenti, le comunità cristiane a modificare la loro prassi battesimale, rassicurando la salvezza anche ai piccoli. La tesi coraggiosa e innovativa qui presentata merita attenzione, approfondimento e discussione critica. Non ci si può nascondere che finora il collegamento fra gli inizi del pedobattesimo e la Peste antonina si muove ancora su un livello ipotetico, dato che nessuna fonte letteraria esprime esplicitamente questo legame. Proprio allo scopo di poter dare inizio alla discussione critica di questa teoria molto interessante, la pubblicazione in stampa della tesi di Francesco Arduini sarebbe un evento molto auspicabile.

Lothar Vogel
Professore ordinario di Storia del Cristianesimo Facoltà Valdese di Teologia

INDICE

Abbreviazioni bibliche
Altre abbreviazioni
Presentazione
Prefazione
Ringraziamenti
Introduzione
La disputa sul pedobattesimo
L'analisi storica

Capitolo I
Agli inizi del II secolo
Didaché
Lettera di Barnaba
Pastore di Erma

Capitolo II
A metà del II secolo
Apologia di Aristide di Atene
Apologie di Giustino Martire

Capitolo III

Dalla fine del II all' inizio del III secolo
Contro le eresie, di Ireneo di Lione
Il passaggio al pedobattesimo
Il battesimo, di Tertulliano
Tradizione Apostolica, di Ippolito

Conclusione

Ultima modifica il: Feb 28, 2018
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