IL MISTERO DELL'INIQUITÀ
RETROCOPERTINA
Quest'opera, scritta da Thomas Helwys nel 1612 e tradotta per la prima volta in italiano, è uno dei primi testi in difesa della libertà di religione e di coscienza.
L'edizione originale fu inviata dall'autore al re Giacomo I, accompagnata da un appello manoscritto che rivendicava per tutti il diritto di praticare liberamente la propria religione. Si tratta dunque di un documento di grande importanza per capire la genesi storica di problematiche fondamentali per la cultura e il pensiero occidentali.
AL LETTORE
Il timore dell' Altissimo (per mezzo dell' opera della sua grazia) ci ha finalmente aiutato a vincere il timore dell'uomo che fino ad oggi ci aveva paralizzato. Grazie alla guida della Parola e dello Spirito di Dio i nostri cuori e mani sono stati rafforzati per confessare il nome di Cristo dinanzi agli uomini, e per dichiarare con franchezza al principe e al popolo le loro trasgressioni, affinché tutti possano ascoltare e vedere la loro spaventosa condizione e pentirsene per ritornare al Signore, prima che il decreto sia adempiuto, e giunga per loro il giorno della visitazione, e perché siano a loro manifeste le cose che appartengono alla loro pace e che ora ignorano. Diciamo a nostra giustificazione che quanto abbiamo ora scritto in questo libro con umile lealtà dinanzi al nostro signore il re, lo abbiamo fatto perché Dio ci insegna a presentare suppliche, preghiere, intercessioni e ringraziamenti per il re nostro signore (1 Tm 2:1-2). Ci insegna altresì la Bibbia che Dio nella sua grazia celeste (per la quale lo stesso re governa) vuole che il re sia salvato e giunga alla conoscenza della verità; questo vogliamo anche noi, umili servitori del re, poiché siamo obbligati ad adempiere con tutta l'anima e il corpo tutti i nostri doveri per la salvezza del re, anche a rischio delle nostre vite. Perché se noi vedessimo che la persona del re è in pericolo, sia per una cospirazione privata che per un attacco diretto, saremmo obbligati a procurare la salvezza e preservare la vita del re, anche a costo delle nostre stesse vite, e se non lo facessimo saremmo passibili di essere condannati come traditori.
Quanto più siamo obbligati a procurare la preservazione e la redenzione del corpo e dell' anima del nostro signore, il re, vedendo che si trova in un così grande pericolo spirituale. Se qualcuno si scandalizza perché avvertiamo il re di questo pericolo è perché non ama il re; se a scandalizzarsi è il re contro noi, suoi servitori, allora il re non ama se stesso. Anche se il re e tutti quanti si offendono contro di noi (Dio non voglia), noi invece sappiamo che Dio ci approverà perché con tutte le nostre forze abbiamo fedelmente obbedito al suo comandamento di esortare tutti gli uomini in tutti i luoghi, perché si pentano, e ciò è la nostra speranza e la nostra consolazione. Fino ad oggi noi abbiamo (come è nostro dovere) confessato il nome di Cristo dinanzi agli uomini con i nostri scritti, da oggi (con l'aiuto di Dio) siamo pronti a confessarlo con le nostre parole (considerandolo nostro dovere), senza timore (con l'assistenza della grazia di Dio) di quelli che possono uccidere il corpo ma non possono fare altro. Dobbiamo confessare che fino ad oggi abbiamo mancato in questo nostro dovere verso Dio e il suo popolo, ma ora siamo pronti, perché il Signore ci dà la forza, a essere sacrificati per la proclamazione del Vangelo di Gesù Cristo, e per il servizio della vostra fede, piuttosto che continuare a mancare ai nostri doveri verso Dio e verso di voi.
Questo solennemente promettiamo a Dio e a voi. In noi è presente il desiderio di farlo, ma non si trova in noi la capacità di realizzare questo servizio e dovere. Noi sentiamo che la legge della nostra carne si ribella fortemente contro la legge della nostra mente. Però la nostra fiducia e speranza sono poste nella sola grazia di Dio che realizzerà in noi quello che da parte nostra è impraticabile. Per questo diciamo come l'Apostolo Paolo: "Se Dio è per noi chi sarà contro di noi? Chi ci separerà dell'amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la nudità, il pericolo o la spada?" No, in queste cose il Signore in cui confidiamo ci fa vincitori (Rom 8:31, 35, 37). Anche se "il nostro uomo esteriore perirà" (2 Cor 4:16), o soffrirà molte afflizioni (e saremmo dei folli se non ce le aspettassimo), il popolo di Dio giudicherà la verità cui rendiamo testimonianza, e rifletterà con cuore saggio e santo sul buon mandato che abbiamo ricevuto, un comandamento a rendere testimonianza e questo facciamo ora, anche se saremo sempre indegni di un tale servizio. Ascoltiamo quel che il Signore dice, "Uscite da essa, o popolo mio" (Ap 18:4), e se lo Spirito che governa tutti quelli che ascoltano dicesse: "Venite", non andremmo tutti?
Se la parola del Signore ordinasse di chiamare gli arcieri contro Babele, e a tutti quelli che tirano d'arco di accamparsi contro di lei tutti attorno perché nessuno scampi e abbia dunque come castigo il doppio del male che ad altri ha inflitto (Ger 50:59; Ap 18), risparmieremmo noi le nostre frecce, anche se sono deboli? Se lo Spirito del Signore dicesse: "Tutti voi che amate il Signore, non tacete" (Is 62:12), dovremmo rimanere in silenzio perché non siamo eloquenti? No, no, abbiamo già trascurato i nostri doveri per troppo tempo, e adesso, assistiti dalla grazia non osiamo più tacere. Per questo ora noi gridiamo così dinanzi a tutti voi, popolo di Dio, dicendo: "Babilonia è caduta, è caduta! Uscite da essa, uscite" (Ap 18:2,4), perché se partecipate ancora ai suoi peccati, avrete anche voi una parte delle sue piaghe. Pertanto diciamo: "Chi ha sete, venga: chi vuole, prenda in dono dell'acqua della vita" (Ap 22:17). Chiamiamo dunque tutti i valorosi arcieri che tirano d'arco a cingere d'assedio la grande città. Preghiamo tutti quelli che amano il Signore di non tacere, di non dare tregua al Signore finché non avrà restaurato Gerusalemme per fare di essa la lode del mondo. Non cesseremo di pregare affinché il Signore illumini la vostra intelligenza, faccia risuscitare gli affetti delle vostre anime e dei vostri spiriti, perché possiate tutti voi dedicarvi a queste cose, diretti dalla Parola e dallo Spirito, e non più dai falsi profeti, che fino ad oggi vi hanno ingannati e sedotti, che profetizzano pace quando la guerra e la distruzione sono alle porte, e perché il Signore riporti alla luce voi e loro e siate condotti alla salvezza e alla liberazione. Amen.
Tho Helwys
Le materie principali di cui tratta questo libro
L'affermazione, con le prove necessarie, che questi giorni corrispondono alla grande tribolazione di cui parlò Cristo (Mt 24,15), quando l'abominio della desolazione sarebbe stato istaurato nel luogo santo.
Che si è verificato un allontanamento generale dalla fede e una completa desolazione della vera religione.
Che la profezia della prima bestia (Ap 13) si compie sotto il dominio spirituale e il governo papisti.
Che la profezia della seconda bestia si compie sotto il dominio spirituale e il governo degli arcivescovi e dei signori vescovi.
Come i re devono odiare la prostituta e abbandonarla a se stessa.
Quali grandi poteri e autorità, quali onori e nomi e titoli, Dio abbia dato al re.
Che il Signore ha dato al re un regno terreno con tutti i poteri mondani a cui nessuno può opporsi, ma tutti devono ubbidire volontariamente in tutte le cose o soffrire la dovuta punizione.
Che solo Cristo è il re d'Israele e siede sul trono di Davide e che il re deve essere un suddito di questo regno.
Che nessuno dovrebbe essere punito con la morte o imprigionato per trasgredire le ordinanze spirituali del Nuovo Testamento, e che tali offese dovrebbero essere punite soltanto con la spada spirituale e le censure.
Che, siccome la gerarchia papista afferma a parole di non potere errare, e che la stessa pretesa di essere senza errore è sostenuta con i fatti dalla gerarchia degli arcivescovi e dei signori vescovi, entrambi si smentiscono vicendevolmente.
Sarà mostrata la falsa professione del cosiddetto Puritanesimo e dunque svelato il falso profeta.
Sarà confutato il doppio argomento falso che usano per giustificare la loro pretesa opposizione a quello che dicono di combattere.
Sarà mostrata la falsa professione del cosiddetto Brownismo, scoperti i suoi falsi profeti e la loro falsa separazione dal mondo.
Sarà mostrata la loro vana e subdola distinzione tra una falsa chiesa e nessuna chiesa (sul quale poggia l'intera loro costruzione) e la vera chiesa.
Saranno confutati alcuni errori nel libro di Robinson sulla giustificazione della separazione.
Che non potrà essere salvato un uomo che giustifichi qualunque errore o falsa via, neppure per ignoranza.
Che le parole del nostro Salvatore Cristo in Matteo 10, "se vi perseguitano in una città fuggite in un'altra" sono state gravemente travisate, contro il significato chiaramente mostrato da Cristo.
INDICE
Introduzione
Al Lettore
Libro I
Libro II
Libro III
Libro IV
Appendice
Postfazione
Bibliografia
- 6 - PICCOLA ENCICLOPEDIA STORICA SUI TESTIMONI DI GEOVA - VOL. VI - 1940 ÷ 1942
- NÈ POVERTÀ NÈ RICHEZZA - Una teologia biblica dei beni materiali
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