IL PREZZO DELLA DIVERSITÀ - Una minoranza a confronto con la storia religiosa in Italia negli scorsi 100 anni - IL LIBRO

IL PREZZO DELLA DIVERSITÀ - Una minoranza a confronto con la storia religiosa in Italia negli scorsi 100 anni - IL LIBRO

PREFAZIONE

Una minoranza a confronto
con la storia religiosa in Italia negli scorsi 100 anni

Lo scopo di questa pubblicazione è quello di proporre al lettOre una narrazione corretta circa l'origine e la storia del movimento dei testimoni di Geova in Italia - narrazione basata prevalentemente su documenti e fatti - e un approfondimento dei motivi per cui è stato ed è tuttora al centro di critiche spesso pesanti, e del fondamento delle critiche stesse. Questa storia è stata corredata di un'abbondantissima documentazione attinta presso L'Archivio Centrale dello Stato, presso l'Archivio storico del Ministero degli Affari Esteri e presso vari Archivi di Stato provinciali, ai quali va un sentito ringraziamento per la gentile e fattiva collaborazione. Con questi documenti del periodo fascista e del dopoguerra fino al 1975, si è potuto ricostruire la storia del movimento su un fondamento di notevole accuratezza, che speriamo sarà apprezzata anche dagli studiosi e dai lettori non Testimoni, tanto più che essa è stata sviluppata nel contesto generale della storia religiosa in Italia. Per essi saranno di particolare interesse i riferimenti bibliografici e i documenti citati. Si tenga presente che quasi tutta la documentazione privata dei singoli Testimoni come pure quella presso gli uffici rappresentativi del gruppo, operanti prima del 1945, venne sequestrata e in parte dispersa dal regime dittatoriale. Perciò la documentazione rinvenuta presso gli archivi pubblici consente di completare la loro storia con vari particolari e date altrimenti sconosciuti.

Le vaste ricerche di archivio si sono protratte per alcuni anni. È stato molto stimolante verificare che i racconti di episodi remoti, accaduti anche oltre novant'anni fa, hanno trovato puntuale conferma nella documentazione rinvenuta. Per quanto riguarda il periodo fascista, comprensibilmente, i documenti delle autorità riportano le dichiarazioni dei testimoni di Geova rielaborate con termini burocratici e riferiscono sulle loro vicende riflettendo il pregiudizio degli uomini del regime. Anche i comportamenti e le dottrine dei Testimoni vi sono spesso male interpretati. Nonostante tale pregiudizio dei compilatori, la documentazione ha un grande valore probatorio perché da essa emergono comportamenti dei testimoni di Geova che, riprovati allora, oggi sono una testimonianza della loro lealtà alla Bibbia e del coraggio che li rese capaci di resistere ai regimi oppressivi. Al lettore non sfuggirà certamente come la storia del gruppo è stata contrassegnata da una continua battaglia legale da cui sono scaturite - qui citate solo in parte - centinaia di decisioni giurisprudenziali, anche a livello europeo, che riguardano la libertà di riunione, di evangelizzazione, il diritto all'obiezione di coscienza al servizio militare e di rifiutare terapie indesiderate, il diritto all'eguale libertà delle confessioni in relazione alla costruzione di edifici di culto e a varie esenzioni e agevolazioni attribuite dall'ordinamento a diverse, ma non a tutte, le confessioni, la questione della separazione fra coniugi di diversa fede e dell'affidamento dei loro figli.

Oltre a ciò, sono citati numerosi pareri di giuristi e sociologi. Per cui riteniamo, ci sembra non presuntuosamente, che gli studiosi, per effettuare un'analisi obiettiva del panorama religioso degli scorsi cento anni, e dello sviluppo della libertà religiosa, non potranno prescindere dalla documentazione e dalle fonti qui raccolte. Molte informazioni interessanti e anche inedite sono contenute nelle note in calce e nelle appendici che raccomandiamo all'attenzione del lettore. Tanto per anticipare, dovrebbero essere inediti, per citarne soltanto alcuni che i cultori della storia ecclesiastica apprezzeranno, i documenti rinvenuti in ASMAE (citati nel cap. 6) da cui risulta che la Segreteria di Stato della Santa Sede fece pressioni a fine degli anni' 40 e all'inizio degli anni '50 del secolo scorso per modificare l'art. 11 del trattato di amicizia italo-americano che pareva concedere troppe libertà ai culti acattolici, e per espellere dal paese i missionari protestanti americani.

Non sfuggirà neppure il continuo raffronto, che potrebbe sembrare assillante, tra le prassi di culto dei testimoni di Geova con quelle delle chiese tradizionali. Lo scopo tuttavia è evidente, quello cioè di sottolineare che lo Stato, nella sua laicità, non dovrebbe fare valutazioni nel campo delle dottrine religiose e, meno ancora, discriminare i gruppi in base alle loro diversità cultuali. Si prega di considerare la narrazione alla luce di alcune considerazioni che possono essere condivise. La prima, per dirla con le parole del noto sociologo Bryan Wilson: «L'opposizione alle nuove religioni risale al lontano passato. Nel mondo romano, la nuova religione dei cristiani fu condannata e i suoi seguaci furono perseguitati. Furono accusati di spezzare le famiglie, di nutrire scopi veniali, di partecipare a orge sessuali. Si diceva inoltre che cercassero di infiltrarsi nelle élites della società per perseguire sinistri intenti politici. Nel corso dei secoli si sono sentite esattamente le stesse accuse man mano che le autorità statali condannavano i quaccheri, i metodisti, i salvazionisti e i Testimoni di Geova» (B. Wilson, «Tolleranza religiosa e diversità religiosa», in Futuribili, 2-3, 1999, p. 46).

Occorre dunque essere cauti nel respingere a priori la storia di un gruppo e nell'etichettarlo negativamente. Atteggiamenti diversi, ma positivi, possono scaturire da piccoli gruppi che originariamente sono stati oggetto di sole critiche (si pensi a chi ha avuto il coraggio di sostenere l'obiezione di coscienza al servizio militare anche sotto le dittature). Tenendo presenti le illuminanti parole di Norberto Bobbio, «il nerbo dell'idea di tolleranza è il riconoscimento dell'egual diritto a convivere che viene riconosciuto a dottrine opposte, e il riconoscimento, da parte di chi si ritiene depositario della verità, del diritto dell'errore» (per il solo uso di «armi spirituali», e l'intolleranza «civile» che prevede l'intervento del «potere pubblico» per limitare tutti coloro «che contrastino ai dogmi della religione» [La libertà religiosa, Feltrinelli, Milano, 1967, pp. 8, 9]).

Un sentito ringraziamento va al personale dei vari Archivi consultati e, in particolare, agli amici Luca Zucchini, che ha curato gli approfondimenti e la stesura dei capitoli 5 e 11, e Antonio Delrio, che ha profuso validi pareri sulla ricerca, e a quanti hanno collaborato con i loro suggerimenti e consentito di raccogliere le notizie concernenti la Congregazione cristiana dei testimoni di Geova e di promuovere la pubblicazione di questa storia. Sono anche riconoscente ai familiari che hanno collaborato sopportando il mio sottrattivo impegno.

Paolo Piccioli
Empoli, maggio 2010

PREFAZIONE ALLA SECONDA EDIZIONE

L'autore e amico Paolo, scomparso nel settembre 2010, pochi mesi dopo aver redatto la prefazione alla prima edizione di questo volume e pochi giorni dopo averne tenuto tra le mani la prima copia stampata, non ha potuto vedere la realizzazione di due desideri che gli stavano a cuore: la rapida distribuzione del volume (che ha già visto anche la pubblicazione di una versione succinta in lingua tedesca iniziata ancora insieme e poi portata a termine dallo scrivente") e l'integrazione di diversi indici per agevolare la ricerca e l'uso della mole di informazioni così scrupolosamente raccolte. Le instancabili premure di Biagio Martino, sostenuto da diversi collaboratori, meritano l'esplicita riconoscenza nostra. Abbiamo anche apprezzato lo spirito positivo dei familiari dell'autore, la moglie Elisa e la figlia Ilaria. Auspichiamo perciò l'accoglienza benevola dei lettori anche per questa seconda edizione aggiornata e abilmente ampliata.

Max Wornhard
Empoli e Berna (Svizzera), maggio 2014

Ultima modifica il: Mar 07, 2018
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