LA SINFONIA DEL CERVELLO - Come è fatto, come funziona, come cambia il nostroorgano più complesso e misterioso

LA SINFONIA DEL CERVELLO - Come è fatto, come funziona, come cambia il nostroorgano più complesso e misterioso

RETROCOPERTINA

Proprio come la prima metà del ventesimo secolo è stata l'era della fisica, e la seconda metà quella della biologia, l'alba del ventunesimo secolo è l'era della scienza che si occupa di mente e cervello.
La ricerca neurologica è uno dei campi scientifici più vitali e dagli sviluppi più rapidi. Sono stati pubblicati molti libri sul cervello rivolti al grande pubblico; patologie come la sindrome da deficit di attenzione e iperattività e il morbo di Alzheimer, potenziamento cognitivo e terapie farmacologiche innovative sono diventati argomenti di grande richiamo. Oggi molti lettori condividono il fantastico viaggio intrapreso dalle neuroscienze.
Il messaggio che rivolgo loro è: buona lettura! Spero che il mio libro vi permetterà di seguire questo percorso.

RISVOLTO COPERTINA

Questo libro parla del cervello, l'organo misterioso che è parte di noi, che fa di noi ciò che siamo, che ci dona le nostre preziose facoltà. In particolare, si tratta della più ampia e aggiornata disamina esistente su uno dei suoi più grandi misteri irrisolti: i lobi frontali.
Si sa che queste ampie aree cerebrali sono per il cervello quello che il direttore è per l'orchestra; che svolgono le funzioni più avanzate e complesse; che a loro sono legate l'intenzionalità, la determinazione e l'attività decisionale, e che raggiungono uno sviluppo significativo solo negli esseri umani. Forse sono proprio loro a renderei umani. Parlando dei lobi frontali, questo libro parla della consapevolezza di sé e degli altri; di talento e successo; di creatività; di differenze tra uomini e donne.
Ma anche della civiltà e della storia, delle analogie fra l'evoluzione del cervello e lo sviluppo delle strutture sociali complesse; e quindi di maturità e di responsabilità sociali. E naturalmente di sviluppo cognitivo, di apprendimento e di invecchiamento, di come potenziare le funzioni cognitive e proteggere la mente dal declino. Scritto da uno fra i maggiori neuroscienziati del mondo, reso ancor più piacevole da aneddoti e racconti di casi clinici, questo è un viaggio appassionante alla scoperta di un cervello sempre più complesso e stupefacente,
in un mondo altrettanto complesso e stupefacente.

PREFAZIONE

Oggi viviamo in un mondo sempre più complesso e stupefacente, fatto di cambiamenti rapidissimi e problemi nuovi. Senza considerare l'annosa e ben nota questione del riscaldamento globale, la preoccupazione che assilla molti di noi riguarda le difficoltà dell' attuale crisi economica. Perché una catastrofe finanziaria dovrebbe avere una qualche rilevanza diretta per la ricerca neurologica? È interessante notare come perfino il presidente americano Obama abbia suggerito che potrebbero essere in gioco alcuni fattori psicologici - in particolare, avidità e imprudenza. Se da una parte i meccanismi cerebrali alla base di tratti umani così caratteristici sono sempre stati motivo d'interesse, dall'altra non c'è dubbio che mai come oggi sono al centro della nostra attenzione.
Probabilmente non ci sorprende il fatto che il libro di Elkhonon Goldberg non si proponga di risolvere la recessione globale, né tantomeno spiegare in che modo un certo atteggiamento mentale possa avervi contribuito. Piuttosto, il viaggio in cui l'autore vuole condurvi propone un punto di vista inedito su uno dei più grandi misteri irrisolti del cervello, un mistero che non affascinerà soltanto gli «addetti ai lavori», ma chiunque intenda comprendere la mente umana, soprattutto oggi.
Nelle pagine che seguono scoprirete alcuni segreti dei lobi frontali.
Queste ampie aree cerebrali, cbe occupano quasi un terzo dello strato esterno del cervello umano - quasi il doppio rispetto al primate più vicino all'uomo, lo scimpanzé - costituiscono un vero e proprio enigma. Da molto tempo sappiamo che, in presenza di un danno cerebrale, il paziente sembra non subire conseguenze, almeno per quanto riguarda le funzioni motorie e sensoriali fondamentali: l'esempio più famoso di lesione al lobo frontale risale all'Ottocento, quando per un'esplosione accidentale una barra di ferro di oltre un metro di lunghezza attraversò le tempie di un operaio, Phineas Gage. Come divenne chiaro nei mesi successivi, il problema causato da tale lesione non era affatto ovvio: si trattava infatti di un sottile cambiamento nella personalità per cui, ad esempio, il soggetto si dimostrava assai meno attento alle circostanze e alle conseguenze delle proprie azioni.
Ma dal momento che la sindrome «ipofrontale» è, appunto, uno spettro complesso di comportamenti, per molti ricercatori i lobi frontali sono divenuti un modo con cui spiegare e una zona dove localizzare pressoché qualsiasi funzione complessa: qualunque cosa si chieda di fare a un paziente o al soggetto di un esperimento, immancabilmente i lobi frontali «si attivano», come mostrano gli studi di neuroimaging. Goldberg affronta in maniera articolata il tema del fascino esercitato dalle tecniche di neuroimaging e la fuorviante, quanto malriposta superficialità con cui quei dati vengono interpretati. Malgrado possa essere comodo pensare al cervello in termini modulari, ossia individuando un centro per ogni funzione sofisticata, un simile punto di vista è anacronistico quanto la vecchia frenologia ottocentesca.
In questo libro scoprirete un approccio del tutto nuovo al problema dei lobi frontali. È utile innanzi tutto notare come il cervello umano non solo abbia conosciuto una notevole espansione nel corso della sua evoluzione, ma anche come tale evoluzione si rifletta nello sviluppo individuale, dato che i lobi frontali non raggiungono la piena maturazione prima dei vent'anni d'età. Se occupano una parte così importante del nostro cervello, ma al tempo stesso svolgono una funzione relativamente irrilevante nella prima infanzia, a cosa servono? Elkhonon mostra come le aree cerebrali siano strettamente interconnesse fra loro, e quindi non debbano essere considerate come «mini-cervelli» indipendenti. In realtà, i lobi frontali sono maggiormente connessi a tutte le aree cerebrali di qualunque altra regione: ecco perché quest' area così complessa è al tempo stesso più sensibile e vulnerabile in una vasta gamma di disturbi cerebrali, dalle forme neurologiche a condizioni più sottili come la schizofrenia e il disturbo da deficit d'attenzione e iperattività (ADHD). Uno studio recente mostra perfino una correlazione fra l'attività dei lobi frontali e l'indice di massa corporea!
Sapendo che chi ha subito lesioni frontali è particolarmente avventato nei test per il gioco d'azzardo patologico, e che anche i soggetti obesi mostrano scarsa cautela nelle medesime prove, rimane tuttavia difficile immaginare quale potrebbe essere l'elemento comune in grado di stabilire un nesso fra schizofrenia infantile, gioco d'azzardo patologico e overeating. A mio avviso, si tratta di una grave compromissione dell' area frontale, che emerge quando viene meno il controllo sulla pressione sensoriale che il mondo esterno esercita sull'equilibrio fra esperienze passate e ricordi.
Tuttavia, anziché sostenere una teoria così peculiare come quella cui ho appena accennato, Elkhonon propone un testo ricco e autorevole che permetterà al lettore di sviluppare una propria opinione, intraprendendo un vero e proprio percorso intellettuale reso ancor più piacevole da aneddoti e racconti di vita personale e non semplicemente assimilando una serie di nozioni disparate. Spesso noi ricercatori veniamo visti come individui noiosi e solitari: perciò è davvero confortante assistere ai trionfi personali, alle discussioni, ai problemi e ai riconoscimenti che rendono vitale non solo l'impresa scientifica, ma anche gli scienziati stessi.
Torniamo al mondo solo apparentemente distante della politica e dell'economia: Elkhonon conclude tracciando un interessante parallelo fra lo sviluppo delle nazioni e l'evoluzione del cervello. L'autore mostra come i lobi prefrontali, a tutti gli effetti il culmine della creazione, siano tuttavia intrinsecamente deboli se non in relazione con molte altre aree cerebrali a cui sono connessi e a cui a loro volta offrono coesione. il lettore potrà accettare o meno le stimolanti analogie con l'Unione Europea: se da una parte simili paragoni, per quanto validi, possono benissimo rimanere argomenti di conversazione a cena, dall' altra ritengo che il lavoro di Elkhonon contribuisca in modo profondo e diretto alla comprensione del mondo. L'autore ci permette di chiarire questioni fondamentali come la coscienza e la responsabilità individuali, aspetti che non dovrebbero interessare solo i neuroscienziati ma chiunque nutra la speranza di rendere il mondo del XXI secolo un mondo migliore.

Susan Greenfield
Oxford, aprile 2009

INDICE

7 Prefazione di Susan Greenfield

11 Introduzione

19 1. Una fine, un principio e una dedica
33 2. Uno sguardo d'insieme ai lobi frontali: i vertici dell'organizzazione cerebrale
39 3. L'architettura del cervello: una breve introduzione
53 4. I primi violini del cervello: la corteccia
87 5. Novità, routine ed emisferi cerebrali
120 6. Il direttore d'orchestra: un esame più attento ai lobi frontali
153 7. Emozione e cognizione
164 8. Lobi diversi per gente diversa: stili decisionali e lobi frontali
196 9. Quando il leader è colpito
226 10. Maturità sociale, senso morale, legge e lobi frontali
250 11. Disconnessioni fatali
302 12. «Cosa potete fare per me?»
333 13. Benvenuti nella scatola nera
360 14. I lobi frontali e il paradosso della leadership

369 Epilogo

379 Note

407 Bibliografia

Ultima modifica il: Mar 18, 2018
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