LA FORMULAZIONE DELLA DOTTRINA DELLA TRINITÀ - Pagina 2
LA FORMULAZIONE DELLA DOTTRINA
DELLA TRINITÀ
di Lynnford Beachy
Dal libro "The Two Republics" ("Le due repubbliche"), scritto da A.T. Jones e pubblicato nel 1891
(Pagina 2)
Gli eventi in seguito al Concilio di Nicea
"Come è stato sottolineato prima, coloro che sottoscrissero il Credo del Concilio di Nicea contro la propria volontà, volevano in qualche modo redimersi appena potevano ed in qualunque modo possibile; e lo fecero. La storia è curiosa e le lezioni che ci insegna sono di grande valore ...
"Nel 327 d. C. morì la sorella di Costantino, Costanza. Era stata della fazione ariana, avendo avuto un anziano ariano come consulente spirituale, che l'aveva convinta che Ario era stato condannato ingiustamente dal Concilio. Negli ultimi momenti della sua vita ella 'chiese all'imperatore di riconsiderare la giustizia della sentenza contro quell'uomo innocente e maltrattato, secondo le sue parole'. Poco dopo Costantino mandò un messaggio ad Ario, annullando l'allontanamento e promettendo di rimandarlo in Alessandria. Ario venne e presentò una confessione di fede che fu soddisfacente per l'imperatore. Nello stesso periodo circa, Costantino ristabilì anche il favore di altri due Ariani leader, Eusebio di Nicomedia e Theognis di Ptolemais. 'Essi tornarono trionfanti alle loro diocesi, e mandarono via i vescovi che erano stati stabiliti al loro posto' - di Milman 'History of Christianity' ('Storia del Cristianesimo), libro IlI, cap. IV, par. 21. Essendo Hosius ritornato al suo posto in Spagna, Costantino cadde sotto una forza influenza da parte degli Ariani, e i vescovi ariani cominciarono ad usar lo per la realizzazione dei loro scopi.
"Nel 328 d. C. Costantino fece un viaggio a Gerusalemme per dedicare la chiesa che vi aveva fatto costruire, accompagnato sia da Eusebio di Nicomedia che da Theognis" (pg. 355, 356).
Gli Ariani avevano finalmente vinto l'approvazione ed il sostegno di Costantino, che adesso stava persino viaggiando nell'impero con i teologi principali della fazione. Le influenze ariane su Costantino furono davvero molto forti, abbastanza da riuscire a mandare Atanasio in esilio per cinque volte grazie al potere dell'imperatore.
"Atanasio fu ancora condannato e mandato a Treves, in Gallia, nel Febbraio del 336 d. C.
"Il ritorno di Ario in Alessandria fu causa di un continuo tumulto e fu chiamato a Costantinopoli. Sotto richiesta dell'imperatore, Ario presentò una nuova confessione di fede, soddisfacente, e Costantino comandò al vescovo di Costantinopoli di ricevere Ario all'interno dalla comunione della chiesa in un giorno di adorazione pubblica - 'capitò di Sabato - nella quale giornata, così come di Domenica, ci si incontrava per un incontro di adorazione pubblica a Costantinopoli'. - di Neander 'History of the Christian Religion and Church' ('Storia della religione e chiesa cristiana), vol. II, sez. IV, divo IL a, par. 30. Il vescovo si rifiutò categoricamente di accettarlo. Gli Ariani, sotto l'autorità dell'imperatore, minacciarono che il giorno seguente, la Domenica, si sarebbero introdotti forzatamente all'interno della chiesa, obbligando l'ammissione di Ario a piena comunione e regolare posizione nella chiesa. In seguito a questo, la fazione degli Atanasiani si rifugiò in 'preghiera'; il vescovo pregò accoratamente che, piuttosto che essere la chiesa disonorata, potesse Ario morire; e, naturalmente, Ario morì la sera di quello stesso giorno. 'A Costantinopoli, dove gli uomini erano familiari con i crimini asiatici, ci fu più che un semplice sospetto di avvelenamento, ma quando la fazione di Alessandro proclamò che la sua preghiera era stata risposta, dimenticarono cosa poteva essere stata quella preghiera, e che c'è poca differenza fra il pregare per la morte di un uomo e il tramarla' - di Draper 'Intellectual Development of Europe' ('Sviluppo intellettuale d'Europa'), cap. IX, par. 39' (pg. 358, 359).
"Furono presentate a Costantino una petizione dopo l'altra a favore del ritorno di Atanasio al suo posto in Alessandria, ma l'imperatore continuò stabilmente a denunciarlo come superbo, turbolento, ostinato ed intrattabile, rifiutando tutte le petizioni. Nel 337, in punto di morte, Costantino fu battezzato da un vescovo ariano; e così si concluse la vita di colui al quale una chiesa riconoscente ha affidato il titolo di 'il grande', sebbene, 'per carattere, certamente, dovrebbe essere considerato fra i più piccoli fra quelli a cui l'epiteto è stato attribuito, sia nei tempi antichi che in quelli moderni' - 'Encyclopedia Britannica' ('Enciclopedia Britannica'), articolo 'Costantino" (pg. 359).
Nuovi imperatori
"Costantino fu succeduto dai suoi tre figli: Costantino, ventun'anni; Costanzo, vent'anni; Costante, diciassette anni. Questi si suddivisero il regno fra loro. Costantino II ebbe Costantinopoli ed alcune porzioni dell'occidente, con preminenza di rango; Costanzo ottenne la Tracia, l'Egitto e tutto l'oriente; e Costante ebbe la maggior parte dell'occidente. Costanzo fu un Ariano zelante, mentre Costantino e Costante dei Cattolici altrettanto zelanti" (pg. 359).
"In questo stesso anno (340 d. C.), Costantino II fu ucciso in una guerra con suo fratello Costante, lasciando, quindi, l'impero e la religione ai due fratelli - Costanzo a Costantinopoli e in oriente, Costante in occidente. Nelle zone dominate da Costante tutti gli Ariani erano considerati eretici; in quelle dominate da Costanzo erano i Cattolici ad essere eretici. La guerra religiosa continuò e si andò inasprendo sempre più" (pg. 360).
"Nel Febbraio del 350 d.C. fu assassinato Costante dall'usurpatore Magnenzio, e nel 353 d.C. Costanzo divenne l'unico imperatore, in seguito alla sconfitta finale ed alla morte dell'usurpatore. Non appena Costanzo si sentì sicuro dell'unica autorità imperiale, decise di fare vendetta contro Atanasio e di far diventare la dottrina ariana la religione dell'intero impero. Ma stabilì di realizzare questo soltanto nello stile ortodosso, tramite un Concilio generale, visto che era così che suo padre aveva stabilito la dottrina di Atanasio, che tutti i Cattolici dicevano essere ortodossa, e voleva stabilire la dottrina ariana con un procedimento simile, poiché non poteva essere per nulla meno ortodossa" (pg. 366).
"Gli ufficiali cominciarono immediatamente, con la massima segretezza possibile, a raccogliere le truppe necessarie all'interno della città. Vennero trascorsi così ventitre giorni, ed una forza di cinque mila truppe prese possesso delle parti più importanti della città. La notte prima di una festività solenne della chiesa, Atanasio stava presiedendo ai servizi nella chiesa di San Theonas, quando, all'improvviso, a mezzanotte, si udì tutt'intorno nella chiesa il suono di trombe, di un movimento di cavalli e di armi. Le porte furono forzate e spalancate, e con il lancio di una nuvola di frecce, i soldati, a spade tratte, intervennero ad arrestare Atanasio. 'Le grida dei feriti, i lamenti di coloro che erano calpestati nel tentativo di farsi strada verso l'uscita in mezzo ai soldati, le voci assordanti degli assalitori, formavano insieme un frastuono triste e selvaggio' - di Milman 'History of Christianity' ('Storia del Cristianesimo'), libro III, cap. 5, par. 28. Nel tumulto, Atanasio riuscì ancora una volta a fuggire" (pg. 372, 373).
Scene come questa non erano poco comuni. Il matrimonio della chiesa con lo stato portò ad ogni tipo di violenza. I vescovi erano eletti ed ordinati mentre circondati da guardie pesantemente armate per proteggerli dalle folle rivoltose che avrebbero poi dovuto presiedere.
Il Concilio di Rimini
"Nell'estate del 359 d.C. più di 400 vescovi si incontrarono in assemblea a Rimini, dei quali 80 erano ariani. In Seleucia si riunirono 160 vescovi, di cui 105 semi-ariani; circa 40 Ariani, mentre i Cattolici erano ancora in numero inferiore. Fu stabilito un ufficiale civile di alto rango per rappresentare l'imperatore ad ogni Concilio, e quello stabilito a Rimini era diretto a non permettere ad alcun vescovo di ritornare a casa finché non fossero 'tutti giunti ad un unico parere circa la fede'. In modo che potesse essere il meno difficile possibile giungere ad un'unità di mente, fu ideato un Credo e mandato al Concilio per essere firmato. Presenti al momento con l'imperatore a Sirmium c'erano cinque vescovi, uno dei quali era Giorgio di Alessandria, e dei quali erano tutti ariani o semi-ariani. Essi fecero un Credo, di cui i punti principali erano i seguenti:
"Noi crediamo in un unico e vero Dio, il Padre e Governatore di ogni cosa, Creatore e Demiurgo di tutto, e in un solo Unigenito Figlio di Dio, generato dal Padre senza cambiamenti prima di ogni epoca, di ogni inizio, di ogni concezione temporale e di ogni sostanza comprensibile ... Dio da Dio, simile al Padre, che lo ha generato secondo l'insegnamento delle Sacre Scritture, il modo in cui è stato generato del quale nessuno conosce (comprende) eccetto il Padre che lo ha generato ... Le parole 'ousia', poiché erano usate dai Padri in semplicità (cioè, con buone intenzioni), senza essere comprese dalle persone, sono motivo di scandalo e non sono contenute nelle Scritture, devono essere messe da parte, ed in futuro nessuna menzione deve essere fatta delle 'usia' a proposito di Dio ... Ma affermiamo che il Figlio è simile al Padre in ogni cosa, come anche le Scritture insegnano ed affermano'" (pg. 377, 378).
Costanzo usò il suo potere per persuadere tutti a firmare. Proprio come suo padre prima di lui, Costanzo minacciò di allontanamento ed esilio tutti coloro che non volevano firmare il suo Credo. Notate ciò che è scritto a proposito del Credo di Milano, pochi anni prima di questo Concilio:
"Poi dichiarò che chiunque non avesse firmato avrebbe dovuto aspettarsi. A questo i vescovi ortodossi alzarono le mani verso il cielo, chiedendo aiuto dall'alto, e pregarono l'imperatore di 'temere Dio, che gli aveva affidato il dominio, che non facesse in modo che Egli dovesse toglierlo dalle sue mani, e di temere il giorno del giudizio, di non confondere il potere secolare con la legge della chiesa, né di introdurre nella chiesa l'eresia ariana' - di Hefele, 'History of the Church Councils' ('Storia dei Concili della chiesa'), sez. 74, par. 6.
"Essi dimenticarono che essi stessi, almeno molti di loro, avevano unanime mente approvato in Costantino al Concilio di Nicea lo stesso comportamento che adesso stavano condannando in Costanzo al Concilio di Milano. Nella loro approvazione dell'azione di Costantino nel forzare su altri quello che essi credevano, si stavano mettendo in condizione da non avere più il diritto di protestare se poi Costanzo o chiunque altro avesse scelto di obbligare altri ad accettare il proprio credo. Non potevano pensare male se si raccoglieva quello che si era seminato" (pg. 368).
Possiamo imparare un'importante lezione da questo episodio. Ogni volta che qualcuno usa la forza, per mezzo del governo o per mezzo di qualunque altro metodo, per persuadere altri a credere quello che si vuole, si sta certamente seguendo il corso di Satana e di tutti i suoi seguaci. Non esiste nella Bibbia alcuna sanzione o lasciapassare che motiva l'uso della forza per persuadere gli altri a credere una determinata cosa o avere un dato Credo. Questo spirito si è manifestato nella Chiesa Cattolica molte volte nel periodo del Medioevo (periodo buio). Questo spirito è lo spirito del diavolo. Ricordiamo sempre questa grande lezione.
La dottrina ariana diventa ortodossa
Nel 360 d.C. Costanzo riuscì a rendere la dottrina ariana una dottrina ortodossa.
"La confessione dell'imperatore fu poi pubblicata in tutto l'impero ed a tutti i vescovi fu comandato di [irmarla, con la pena dell'esilio in caso si fossero rifiutati. 'Quest'ordine fu eseguito col massimo rigore in tutte le province dell'impero, e ve ne furono pochissimi che non firmarono con la mano quello che condannavano col cuore. Molti che fino a quel momento erano stati considerati invincibili furono, invece, piegati e si adeguarono alla situazione; quelli che non lo fecero furono portati e spinti, sotto gli occhi di tutti, in esilio; altri furono relegati alla loro stanza, essendo la firma di quella confessione un requisito ed una qualifica indispensabili sia per ottenere che per mantenere la dignità episcopale. Così sembravano le cose in tutto l'impero, sembrava pieno di Ariani, tanto che in tutto l'oriente non era rimasto nessun vescovo ortodosso, e nell'occidente sembrava esserne rimasto uno solo, cioè Gregorio, vescovo di Elvira, in Andalusia, e sembra con ogni probabilità che fu obbligato ad assentarsi dal suo gregge ed a stare nascosto: di Bower 'History of the Popes' ('Storia dei Papi'), Liberius, par. 24, 25.
"In questo modo Costanzo era riuscito molto più pienamente di suo padre, a stabilire 'l'unità della fede'. Questa fu la fede Ariana originale. E l'Arianesimo era adesso tanto interamente ortodosso, e, se si usa il benaccetto senso della parola, quanto interamente cattolico, come lo erano stati gli Atanasiani" (pg. 381, 382).
Questo periodo della storia è abbastanza ignorato dalla maggior parte dei Cattolici. Pochi sono pronti ad ammettere che la dottrina ariana è stata considerata ortodossa in un dato periodo della storia della Chiesa Cattolica.
La dottrina della Trinità è ristabilita
Ma questa non è stata la fine della controversia. Come vedremo, la dottrina di Atanasio fu di nuovo stabilita nella Chiesa Cattolica.
"Nel 375 Valentino morì e fu succeduto dai suoi due fratelli: Graziano, di sedici anni, e Valentino II, di quattro anni.
"Graziano non era che un mezzo in mano ai vescovi. All'epoca Ambrogio era vescovo di Milano, e mai l'ambizione vescovile fu tanto arrogantemente asserita quanto lo fu da questo prelato insolente. Presto la mente del vescovo asserì la propria supremazia al di sopra di quella dell'imperatore ragazzo, ed Ambrogio 'sottomise alla sua volontà quella del debole ed irresoluto Graziano' - di Milman 'History of Christianity' ('Storia del Cristianesimo), libro III, cap. VIIL par. 28). Ma oltre a tutte le altre cose che Graziano fece, quello che portò maggiore gloria alla Chiesa Cattolica fu la scelta di Teodosio come associato imperatore. Nel 378 d.C. Valente fu ucciso in battaglia contro i Goti. Ci voleva una mano più forte di quella di un giovane di diciannove anni per mantenere le redini del governo in oriente.
"Nella stabilizzazione della Chiesa Cattolica, il posto di Teodosio è secondo soltanto a quello di Costantino. All'inizio dell'anno 380, egli fu battezzato dal vescovo cattolico di Tessalonica, e subito dopo stabilì il seguente editto:
"E' nostro piacere che le nazioni che sono governate dalla nostra clemenza e moderazione, devono aderire stabilmente alla religione insegnata da S. Pietro ai Romani, la cui fedele tradizione è preservata e che è oggi professata dal pontefice Damasus, e da Pietro, vescovo di Alessandria, un uomo di santità apostolica. Secondo la disciplina degli apostoli e la dottrina del Vangelo dobbiamo credere alla sola Deità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo: sotto una eguale maestà, e una pia Trinità (questa è, che io sappia, la prima menzione della parola 'Trinità' in qualunque dei Credo o degli Editti). Noi autorizziamo i seguaci di questa dottrina ad assumere il titolo di Cattolici Cristiani e, nel giudicare che tutti gli altri sono pazzi stravaganti, li brandiamo con l'infamante nome di 'eretici', e dichiariamo che i loro luoghi d'incontro non devono più usurpare l'appellativo rispettabile di 'chiesa'. Oltre alla condanna da parte della giustizia divina, devono aspettarsi di soffrire delle severe penalità che la nostra autorità, guidata dalla sapienza celeste, penserà bene ed appropriato infliggere loro'.
"Questa legge fu stabilita nel nome di tre imperatori: Graziano, Valentino II e Teodosio. 'Quindi la religione dell'intero mondo romano fu messa in atto da due deboli ragazzi e da un rude soldato spagnolo' - di Milman "History of Christianity' ('Storia del Cristianesimo), libro III, cap. IX, par. 1.
“A Costantinopoli i Cattolici erano così pochi che alla salita al potere di Teodosio non avevano alcun posto regolare per gli incontri, né avevano alcun pastore" (pgg. 387, 388).
Il Concilio di Costantinopoli
"All'inizio dell'anno 381 Teodosio dichiarò un editto espellendo da tutte le chiese nel suo dominio tutti i vescovi ed altri ecclesiastici che avrebbero rifiutato di sottoscrivere il Credo di Nicea. Da un ufficiale incaricato con una forza militare, l'editto fu applicato in tutte le province dell'oriente. Avendo in tal modo stabilito la propria religione in tutto l'impero, un'altra cosa da fare era di stabilire un Concilio generale tramite il quale creare un punto di riferimento per le sue azioni, controllare le dispute che disturbavano la stessa fazione cattolica, e stabilire nuovamente qual era la fede della Chiesa Cattolica. A questo fine fu indetto un Concilio generale da incontrarsi a Costantinopoli questo stesso anno, 381 d.C.
"Il Concilio si incontrò nel mese di Maggio ed era composto da 186 vescovi - 150 Cattolici e 36 Macedoni" (pgg. 391, 392).
" ... 150 vescovi formarono il seguente Credo:
"Noi crediamo in un unico Dio, il Padre Onnipotente, Creatore del cielo e della terra, e di tutte le cose visibili e invisibili. E in un unico Signore Gesù Cristo, l'unigenito Figlio di Dio, generato dal Padre prima di tutti i tempi (epoche). (Notate che credevano ancora che il Figlio di Dio era generato dal Padre prima di tutte le epoche), Luce dalla Luce, vero Dio da vero Dio, generato, non creato, della stessa sostanza col Padre, dal quale tutte le cose sono state create, che per noi uomini, e per la nostra salvezza, è sceso dal cielo ed è stato incarnato ad opera dello Spirito Santo nella Vergine Maria, ed è stato fatto uomo, che è stato crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, ha sofferto ed è stato sepolto, ed il terzo giorno è risorto secondo le Scritture, ed è asceso al cielo e si è seduto alla destra del Padre; e ritornerà con gloria per giudicare sia i vivi che i morti, il cui regno non avrà mai fine. E crediamo nello Spirito Santo , il Signore e donatore di vita, che procede dal Padre, che insieme al Padre e al Figlio è adorato e glorificato, che ha parlato per mezzo dei profeti. Ed in una Santa Chiesa Cattolica e apostolica. Riconosciamo un solo battesimo per la remissione dei peccati. Attendiamo una resurrezione dai morti e la vita del mondo che ha da venire. Amen'" (pg. 396).
Fino a questo momento la parte principale della controversia era a proposito del rapporto del Padre con Suo Figlio, ma con questo nuovo Credo venne fatta l'aggiunta dello Spirito Santo quale terzo individuo, e fu così che l'effettiva dottrina della Trinità venne inizialmente presentata in un Credo.
Anche se la dottrina della Trinità fu votata dalla maggioranza, molti non avrebbero sottoscritto a favore degli insegnamenti della Chiesa Cattolica a proposito di quest'argomento.
"Nessuno considererà colpevoli gli Evangelici per non essersi affiancati al punto di vista del Papa riguardo la Trinità, quando la storia mostra che i loro punti di vista erano abbastanza forti da spingere due Papi a firmare dei decreti contrari alla politica del papato in rispetto a Nicea" (Benjamin G. Wilkinson, 'Truth Triumphant' - 'Verità trionfante', pg. 93).
Coloro che si ritrassero dalle estreme speculazioni e dalle conclusioni dei cosiddetti Trinitariani, credevano in Deuteronomio 29:29, che dice che le cose segrete appartengono al Signore nostro Dio; ma le cose che sono rivelate appartengono a noi ed ai nostri figli per sempre'" (Ibid., pg. 93, 94).
I Cristiani Valdesi, che erano rimasti legati al vero Vangelo in tutto il periodo oscuro del Medioevo, non credevano nella dottrina della Trinità.
"Non c'è da meravigliarsi che i Celti, i Goti, i Valdesi, le chiese arminiane e la grande chiesa dell'Est, così come altri gruppi, differivano profondamente dal Papato nelle sue concezioni metafisiche della Trinità e, di conseguenza, nell'importanza dei Dieci Comandamenti" (Ibid., pg. 94).
"Evidentemente Claude, pur credendo che Cristo fosse divino per natura, non accettò le estreme speculazioni riguardanti la Divinità votate dal primo Concilio di Nicea. Questo valeva per la maggior parte dei gruppi evangelici che differivano dalla chiesa di Roma" (Ibid., pg. 222).
Quelli che respinsero la dottrina della Trinità lo fecero perché influenzava molte altre dottrine.
"Essa (la dottrina della Trinità) aveva, comunque, un tale profondo effetto su altre dottrine riguardanti il piano della salvezza e sugli atti esteriori di adorazione, che si creò come una voragine fra il Papato e le istituzioni della chiesa che Patrick aveva fondato in Irlanda" (Ibid., pg. 92).
La dottrina centrale della Fede Cattolica
"La questione bruciante dei decenni che successero al Concilio di Nicea era in che modo affermare ed indicare i rapporti intercorrenti fra le Tre Persone della Divinità: Padre, Figlio e Spirito Santo. Il Concilio aveva deciso ed il Papa si era appropriato della decisione come fosse propria" (Ibid., pg. 91).
Fino ad oggi il Papato ammette che la dottrina della Trinità è stata una propria formulazione.
"Il mistero della Trinità è la dottrina centrale della Fede Cattolica. Su di essa sono basati tutti gli altri insegnamenti della Chiesa...
"La Chiesa ha studiato questo mistero con grande attenzione e, dopo quattro secoli di chiarimenti, ha deciso di affermare la dottrina nel seguente modo: nell'unità della Divinità vi sono tre Persone, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo... " ("Handbook for Today's Catholic" - "Manuale per il Cattolico di oggi", pg. 11).
"I nostri oppositori (i Protestanti) a volte affermano che nessun credo deve essere tenuto come un dogma, che non sia esplicitamente indicato nelle Scritture (ignorando che è solo per autorità della Chiesa che riconosciamo alcuni Vangeli come veri, respingendone altri). Eppure anche le chiese Protestanti hanno accettato dei dogmi come quello della Trinità a sostegno dei quali non esiste una precisa autorità indicativa nei Vangeli... " (Life Magazine - Giornale Life, 30 Ottobre 1950).
La Chiesa Cattolica non ha acquisito la dottrina della Trinità dalla Bibbia, l'ha piuttosto adottata dalle religioni pagane.
"La trinità platonica, in sé stessa riorganizzazione di altre trinità più antiche, risalenti ai primi popoli, sembra essere la trinità filosofica razionale di attributi che hanno dato vita alle tre ipostasi o persone divine insegnate dalle chiese cristiane ... Questo concetto della trinità divina del filosofo greco (Platone, IV secolo a.C.), .. può essere trovato in tutte le religioni (pagane) antiche" (Paris, 1865-1870, "Nouveau Dictionnaire Universel", edito da M. Lachatre, vol. 2, pg. 1467).
Testimonianza di autori della chiesa primitiva
Giustino Martire, citando da Proverbi 8, fa riferimento a Cristo nella seguente affermazione:
"Il Signore ha creato me all'inizio di tutte le Sue vie per le Sue opere ... Ha generato me prima di tutte le colline". Aggiunge: "Voi percepite, miei ascoltatori, se ponete attenzione, che le Scritture hanno dichiarato che questo Essere è stato generato dal Padre prima che tutte le cose fossero create; e, tutti saranno d'accordo sul fatto che ciò che è stato generato è numericamente distinto da chi lo ha generato" (Giustino Martire, "Dialogue with Trypho" - "Dialogo con Trifo", cap. CXXIX).
Ireneo di Lione scrisse:
"Poiché la Chiesa, anche se dispersa in tutto il mondo fino all'estremità della terra, ha ricevuto dagli apostoli e dai loro discepoli la fede in un unico Dio, Padre Onnipotente, il creatore del cielo e della terra e del mare e di tutto ciò che è in essi; ed in un unico Gesù Cristo, il Figlio di Dio" ("Contro le eresie" 1:10:1, 189 d.C.).
Tertulliano scrisse:
"Noi crediamo senza dubbio che c'è un unico Dio, ma crediamo che sotto questa dispensazione, o, come diciamo, oikonomia, c'è anche un Figlio di questo unico Dio, la sua Parola, che è proceduta da lui ed attraverso il quale tutte le cose sono state create e senza il quale nessuna cosa è stata creata" ("Adversus Praxean" - contro il modalismo 2, 216 d.C.).
Origene scrisse:
"I punti specifici che sono stati chiaramente tramandati tramite la predicazione apostolica sono i seguenti: Primo, che esiste un unico Dio che ha creato ed organizzato tutte le cose, e che, quando nulla esisteva ancora, ha chiamato ogni cosa in esistenza, e che alla fine, questo Dio, proprio come aveva promesso tramite i profeti, ha mandato il Signore Gesù Cristo. Secondo, che lo stesso Gesù Cristo, che è venuto, è nato dal Padre prima di tutte le creature; e dopo ha servito il Padre nella creazione di tutte le cose, poiché per mezzo di lui tutte le cose sono state create" ("Le dottrine fondamentali" 1:0:4, 225 d.C.).
Novaziano scrisse:
"Dio il Padre, fondatore e creatore di tutte le cose, che è il solo a non aver avuto inizio, che è invisibile, incommensurabile, immortale ed eterno, è un unico Dio. Né la sua grandezza, né la sua maestà, né il suo potere possono assolutamente essere superati, poiché non possono neppure essere eguagliati. Da lui... è nata la Parola, suo Figlio... E quest'ultimo, dal momento che è nato dal Padre, è sempre nel Padre. E dico sempre ... Colui che esiste prima dei tempi deve essere indicato come sempre esistente nel Padre, poiché colui che esiste prima del tempo, non può essere descritto e considerato in rapporto al tempo ... Sicuramente, egli (il Figlio) è Dio, procedendo da Dio, causando, come Figlio, una seconda persona dopo il Padre, ma senza togliere dal Padre il fatto che Dio è unico" ("Trattato sulla Trinità", 31, 235 d.C.).
Epifanio di Salamina scrisse:
"Noi crediamo in un unico Dio, il Padre Onnipotente, creatore di tutte le cose, sia visibili che invisibili; e in un unico Signore Gesù Cristo, il Figlio di Dio, generato da Dio il Padre, unigenito, cioè, della sostanza del Padre; Dio di Dio, Luce di Luce, vero Dio di vero Dio; generato, non creato ..." ("Ancoratus" - "La persona ben ancorata", 120, 374 d.C.).
San Patrizio scrisse:
"Non c'è altro Dio, né ce n'è mai stato, né ce ne sarà mai, eccetto Dio il Padre non generato, senza principio, dal quale ogni cosa ha avuto inizio, che sostiene ogni cosa, come diciamo, e suo Figlio Gesù Cristo ..." ("Confessione di S. Patrizio", 4, 452 d.C.).
La testimonianza degli scrittori della Chiesa primitiva chiarisce che il concetto della Trinità era estraneo al Cristianesimo finché non fu adottato al Concilio di Nicea. Da quel momento la dottrina ha subito delle alterazioni fino a giungere oggi come dottrina centrale della Fede Cattolica.
I Protestanti affermano di essere liberi dalla tradizione cattolica, eppure la maggior parte delle chiese protestanti abbraccia la dottrina della Trinità, insieme a molti altri insegnamenti cattolici, pur non avendo alcuna chiara evidenza biblica a supporto.
Molti incoraggiano a credere che la dottrina della Trinità è stata sempre parte dell'insegnamento cristiano, ma è chiaro, invece, che quest'insegnamento è stato adottato dalla Chiesa Cattolica molto tempo dopo la morte di Cristo e dei Suoi apostoli. È chiaro anche che i primi Cristiani non si attenevano a questa dottrina.
Sin dall'inizio dei tempi fino al giorno di Cristo ed oltre, il popolo di Dio ha creduto che Cristo è venuto (nato) prima di ogni tempo e che Dio, Suo Padre, Lo ha dato per noi. "Poiché Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il Suo Unigenito (nato) Figlio, affinché chiunque crede in Lui non perisca, ma abbia vita eterna" (Giovanni 3:16).
Questo era il credo degli apostoli, questo è il credo che il popolo di Dio ha portato con sé e trasmesso fino al quarto secolo, questo è il credo che il popolo di Dio ha preservato nel periodo buio del Medioevo, e questo è il credo che la vera chiesa di Dio sosterrà ed abbraccerà al ritorno di Cristo.
"Come errori fondamentali, potremmo classificare insieme a questo il sabato contraffatto altri errori che i Protestanti hanno preso dalla Chiesa Cattolica, come l'aspersione battesimale, la Trinità, la consapevolezza dei morti e la vita eterna in miseria. La massa che ha sostenuto questi errori fondamentali, l'ha fatto senza dubbio per ignoranza; ma può essere che la Chiesa di Cristo porterà con sé questi errori fino al giorno in cui sopraggiungerà il giudizio? Noi pensiamo di no" (di James White, "Review and Herald", 12 Settembre 1854).
Abbandoniamo dunque l'errore fondamentale della Trinità, che può essere fatto risalire a non più tardi del quarto secolo se non consideriamo le religioni pagane. La mia preghiera è che possiate prendere una posizione con i pochi ma fedeli che respingono questa dottrina non scritturale; non perché vogliamo contrastare la Chiesa Cattolica a proposito, ma perché questa dottrina ha delle conseguenze negative sull'espiazione, sulla riconciliazione e su molti altri aspetti della nostra fede cristiana.
"Il mio popolo infatti ha commesso due
mali: ha abbandonato me, la sorgente
d'acqua viva, e si è scavato delle
cisterne, delle cisterne screpolate, che
non tengono l'acqua" (Geremia 2: 13)
La formazione della dottrina della trinità scritto da Lynnford Beachy, e pubblicato da Smyrns Gospel Ministries.
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