MATERIA MEDICA SIMBOLICA

MATERIA MEDICA SIMBOLICA

RISVOLTO COPERTINA

Questa Materia Medica Simbolica e il primo tentativo di interpretazione simbolica dei sintomi fisici, mentali e un onirici più caratteristici di 24 rimedi omeopatici, secondo l'adesione di un medico esperto in omeopatia, agopuntura e medicina psicosomatica.
L'intento dell'Autore è quello di fornire una diversa possibilità interpretativa dei rimedi omeopatici attraverso la potenza significante del simbolo, dell'analogia, della metafora e della mitologia, senza mai perdere di vista le reali proprietà fisiche e chimiche delle sostanze.
Ciò che il Dott. Elio cappello ci offre con questo suo primo libro è un inedito e interessante approccio allo studio del sintomo come espressione simbolica, volto a interpretare i segni della malattia in una veduta d'insieme dell'ammalato; a scoprire la ricchezza tipologica delle manifestazioni simboliche che alcuni rimedi possiedono nella propria natura e che si riverberano nello sperimentatore secondo il codice analogico della legge del simile.
L'autore non interpreta soggettivamente i segni della malattia solo mediante la psicologia del profondo, ma analizza i sintomi delle repertorio e della materia medica omeopatica, trovando in essi la chiave di lettura dell'espressione sintomatologica dell'ammalato; ne decodifica il linguaggio dei segni per risalire al singolo che li comprenda e unifichi entrambi come un denominatore comune, cercando di assegnare un senso compiuto a più segni significativi e significanti.
Ogni metodica terapeutica ha il proprio modo di affrontare la malattia e la sofferenza. Attraverso questo tipo di indagine, il Dott. Levio capello cerca di recuperare l'unità dell'essere umano legandone i sintomi fisici con quelli emozionali e mentali, per arrivare a dare ad essi un senso comune e compiuto, per aiutare il paziente a ritrovare il proprio equilibrio con il rimedio omeopatico che comprenda nella sua patogenesia la comunanza di senso dei diversi sintomi dell'ammalato.
Pensato è scritto per i colleghi che praticano l'omeopatia, il testo vuole anche contribuire a far sì che il medico, già troppo abituato dagli esami strumentali e di laboratorio a osservare sempre meno i segni del paziente, non liquidi con maggior frequenza e leggerezza certi sintomi soggettivi dell'ammalato come fossero astratte inesattezze personali per essere prese in seria considerazione dall'indagine clinica. Perché se è vero che il simbolo non e mai così preciso come il segno di un sintomo obiettivo, tuttavia esso suggerisce una realtà più complessa, più coinvolgente, affascinante e profonda.
Il libro è aperto anche tutti quei pazienti cultori di questa disciplina che sentono l'esigenza di approfondire il proprio vissuto, nell'ambito della cura omeopatica unicista.

RETROCOPERTINA

L'intento di questo libro è di fornire una ulteriore possibilità interpretativa dei rimedi omeopatici attraverso alla simbologia. A questo fine l'autore utilizza la potenza significante della mitologia, della metafora e dell'analogia, senza mai perdere di vista le reali proprietà fisico-chimiche delle sostanze esaminate. Ciò che Dott. Cappello ci offre in con questo suo primo lavoro è un inedito e interessante approccio allo studio del sintomo come espressione simbolica, volto a interpretare il segno della malattia in una veduta d'insieme dell'ammalato e a scoprire la ricchezza tipologica delle manifestazioni simboliche che alcuni rimedi possiedono nella propria natura.

PREFAZIONE

IL SIMBOLO COME METAFORA TRA SEGNO E SINTOMO

"Ogni cosa è un simbolo: mentre si presenta nettamente, indica tutto il resto. In questa modalità io vedo una combinazione della più alta presunzione e della più alta modestia". (Sant'Agostino).

"Un 'idea, nel significato più alto di questa parola, si può comunicare soltanto mediante un simbolo". (Coleridge, "Biographia Literaria").

Conosco l'amico e collega LEVIO CAPPELLO da oltre un ventennio ed ero certo che prima o poi, in qualità di omeopata e psicosomatista, non avrebbe potuto resistere all'affascinante seduzione del mondo dei simboli. Era inevitabile, perché il linguaggio dei sintomi è per sua natura psicosomatico e quindi complesso e globale, come complessa e globale è l'omeopatia. Questa Materia Medica Simbolica è dunque il primo tentativo di interpretazione simbolica dei sintomi fisici, mentali e onirici più caratteristici di 21 rimedi omeopatici, secondo la visione di un medi- co esperto in omeopatia, agopuntura e medicina psicosomatica.

Se è vero che ogni forma ed espressione di linguaggio funge da portatrice e mediatrice di significati, anche il linguaggio dei simboli vive della tensione tra significante e significato. Ma vi è una differenza sostanziale: mentre le espressioni linguistiche, come ad esempio il vocabolo dell'oggetto di volta in volta inteso, sono soltanto attribuite, il simbolo lega insieme significante e significato in modo quasi totalizzante. Vi fu un tempo in cui - soprattutto nella visione mitico-magica del mondo - questo legame fu così intimo e serrato da equivalere quasi sempre a una ben precisa identità. Numerosi significati, da noi oggi percepiti e sentiti solo come simboli, erano all' origine concepiti direttamente come messaggi relativi a delle realtà ben precise; così in origine il Sole non era simbolo di luce divina ma era esso stesso un Dio; il serpente non era inizialmente l'immagine simbolica del maligno, ma era esso stesso maligno e cattivo. Si comprende pertanto come i confini tra l'immaginario, il mitico o il magico e il pensiero simbolico, raramente possono essere delineati con estrema precisione, soprattutto se consideriamo che il simbolo - come portatore di significati - possiede un'ambivalenza così fortemente marcata al punto da rappresentare significati opposti in una sola immagine simbolica. È' pertanto difficile tradurre l'ambivalenza di un simbolo in descrizioni coerenti; la ricchezza dell'immagine simbolica alla fine può rimanere intraducibile, salvo che per lo sguardo interiore. Questa dualità simbolica rappresenta infatti la difficoltà maggiore per tutti coloro che si occupano di simboli.

Il termine "Simbolo" dal latino syrnbolus e syrnbolurn significa "accostamento", "segno di riconoscimento". L'etimologia greca del sunbolon significa invece "mettere insieme, far coincidere". Infatti, presso gli antichi Greci il simbolo era il mezzo di riconoscimento, di controllo, costituito da ognuna delle due parti ottenute spezzando irregolarmente in due un oggetto, in modo tale che le due persone che possedevano ciascuna una metà dell'oggetto (anello o tavoletta) potessero riconoscersi e assicurarsi delle rispettive identità anche dopo molto tempo, ponendo insieme i due pezzi dell'oggetto. In senso più generico e figurato si intende per simbolo qualsiasi elemento, segno, gesto, oggetto, animale o persona atti a suscitare nella mente un'idea diversa da quella offerta dal suo immediato aspetto sensibile, ma capace di evocarla attraverso qualcuno degli aspetti che caratterizzano lo stesso elemento, il quale viene pertanto assunto a evocare in particolare entità astratte, di difficile espressione. Ecco perchè nell'esoterismo il simbolo è considerato come una porta attraverso cui gli esseri umani possono comunicare con il mondo immateriale, mettendoli in relazione con le radici incomunicabili della realtà.

Se la simbologia è la disciplina che studia i simboli e i loro valori, la semeiotica è la "scienza dei segni", la dottrina dei segni, del testo e dell'interazione tra testo e ricevente. Più anticamente la simbologia era la dottrina della conoscenza simbolica in generale, strettamente correlataalla gnoseologia. Solo più tardi la semiologia (o semeiotica) entrerà a far parte del corpus della medicina come interpretazione dei segni delle malattie. La parola "semeiotica" deriva infatti dal greco semeion che significa "segno" ed è la disciplina che studia - in ogni suo aspetto - i segnali utilizzati dagli uomini per comunicare tra loro, dai più evidenti come le parole, la scrittura, i numeri e i segni convenzionali, ai più celati o marginali. Parlavano già di segni PLATONE, ARISTOTELE, gli Stoici e SAN TOMMASO D'AQUINO.

Solo apparentemente il segno e il simbolo sono uguali. Mentre è vero che il segno e il simbolo sono simili in quanto entrambi indicano 'qualcos'altro' al di là di se stessi, il simbolo è l'elemento che "indica" o "rappresenta" anche un accostamento, un segno di riconoscimento che ci permette di far coincidere e mettere insieme nella nostra mente un'idea diversa da quella offerta dal suo immediato aspetto sensibile, ma capace di evocarla attraverso qualcuno degli aspetti che caratterizzano l'elemento stesso, il quale viene pertanto assunto a evocare particolari entità astratte di più difficile espressione. È anche vero che il 'qualcos'altro' che il simbolo 'indica' o 'rappresenta' pur essendo definito e specifico, può rappresentare e significare una grande varietà di cose in tempi e luoghi diversi. In altri termini, esso ci svela una relazione di rapporto uno a molti, mentre I'interpretazione del segno ci dà una relazione di uno a uno; come a dire che il segno sta al personale come il simbolo all'universale.

In semiologia, secondo il pensiero e la terminologia del pragmatista CH. S. PEIRCE (1839-1914) "Il simbolo significa il suo oggetto per mezzo di un'associazione d'idee", il simbolo è il segno il cui significante è in rapporto puramente convenzionale con la cosa significata, alla quale si collega in virtù di una regola costante, e in genere nota e accettata dai più (per esempio, la bilancia come simbolo di giustizia). Questa definizione di simbolo, seppur limitativa, fu accettata e condivisa da pragmatisti e filosofi analitici. Ma se il simbolo è "svelato" ecco che allora esso diventa segno, indicando, a qualcuno che lo sa interpretare come tale, ciò che sostituisce qualcosa. Il segno è dunque "qualcosa" attraverso la conoscenza del quale noi apprendiamo qualcosa di più. Esso infatti, a differenza del simbolo, è qualcosa di più "leggibile", più visibile o sensibile di un qualche cosa, di un fatto, di un evento, di una manifestazione o un fenomeno da cui possiamo trarre indizi, deduzioni e conoscenze. Il simbolo, infatti, è simbolo autentico solo nel caso in cui sia perenne e sconfinato per significato, quando presenti nel suo misterioso linguaggio, allusioni e suggestioni che esprimono sull'oggetto qualcosa di indefinibile, di inadeguato alla 'parola esteriore'. "La percezione del simbolo - scrive J. CHEVALIER - esclude un atteggiamento da semplice spettatore ed esige una partecipazione da attore".

In medicina il segno è diventato termine equivalente a sintomo obiettivo, spontaneo o provocato con particolari artifici o manualità ed è solitamente indicato col nome dell'autore che lo ha per la prima volta descritto o valorizzato ai fini diagnostici. Il sintomo soggettivo invece, è solitamente considerato di minore importanza in medicina convenzionale. Pertanto, nel linguaggio medico il segno è diventato il sintomo e quest'ultimo indica ciascuno dei fenomeni elementari con cui si manifesta lo stato di malattia. La sintomatologia diviene dunque il complesso dei sintomi di una malattia o di un gruppo di condizioni morbose. Non sempre però la manifestazione sintomatologica esprime una sindrome ben definita e non tutte le malattie si presentano inizialmente con sintomi evidenti e ben inquadrabili in una determinata sindrome. A parte i sintomi e le sindromi che sono già ben definite dalla semiologia medica convenzionale, sappiamo infatti che esistono molti sintomi variabili, instabili e complessi e che i sintomi dell 'ammalato rivelano spesso la sua peculiare sensibilità e reattività individuale. A queste considerazioni dobbiamo aggiungere il fatto che la comparsa di determinati sintomi rappresenta una delle precoci manifestazioni della malattia o del disagio esistenziale del paziente e che l'espressione degli stessi sintomi da parte del paziente non è sempre facile e chiara.

Talvolta è difficile scegliere e gerarchizzare per importanza i sintomi che sono più legati alle dinamiche-chiave del soggetto e comporre un quadro d'insieme che sia il più oggettivo possibile. Esistono inoltre malattie funzionali che sono ricche di sintomi talora marcati e spettacolari e vi sono malattie lesionali gravi come il cancro che inizialmente possono non manifestare alcun sintomo. Riguardo l'analisi, l'interpretazione e la gerarchizzazione dei segni in medicina, grandi sono le differenze tra la medicina omeopatica e quella convenzionale. Anche se mancano ancora vere e proprie valutazioni statistiche nella costruzione delle materie mediche, l'omeopatia ha suddiviso i sintomi statisticamente rilevanti in diversi gradi1 e portato al massimo livello la differenziazione dei sintomi oggettivi attribuendo un grande valore e significato all'espressione dei sintomi soggettivi.

Alle antiche classificazioni dei sintomi si sono aggiunti i termini più moderni e più recentemente si è inserita - da parte di alcune scuole - l'interpretazione psicoanalitica dei sintomi omeopatici per lo studio del personoide. L'interpretazione in chiave psicoanalitica dei sintomi, talvolta utilizzata in omeopatia, può però rappresentare una trappola per il terapeuta poiché si rischia di assegnare significato e valenza simbolica ad un "segno" che simbolo non è, in quanto solo frutto dell'espressione tossico logica e patogenetica del rimedio sullo sperimentatore. Il rischio è dunque quello di assegnare valenza simbolica ad un segno che è sintomo di malattia o di natura sindromica. Pertanto, l'interpretazione psicoanalitica del sintomo-simbolo può essere fornita solo laddove la sua relazione con il pensiero della psicologia del profondo è particolarmente eclatante, anche se è ovvio che ogni interpretazione simbolica ha rilevanza psicoanalitica. Per non cadere in questa trappola, per navigare in questo mare magnum il Dottor Levio Cappello si è munito di bussola e sestante, ovvero della materia medica e del repertorio. Egli non interpreta soggettivamente e non decodifica i segni dell'ammalato solo secondo la psicologia del profondo, ma analizza i sintomi contenuti nel repertorio e nella materia medica, trovando in essi la chiave di lettura dell'espressione sintomatologica dell'ammalato; ne decodifica il linguaggio dei segni per risalire al simbolo che li comprenda e li unifichi entrambi come un denominatore comune. In questa duplice veste di decostruzionista che "smonta" il testo del repertorio per trovarvi elementi primari e significativi, e di ricercatore di tracce del soggetto enunciatore tali da guidare chi legge secondo una direzione ben precisa,l'Autore attua un processo di semiosi simbolica cercando di assegnare un senso compiuto a più segni significativi o significanti.

L'intento dell' Autore è dunque di fornire una diversa possibilità interpretativa dei rimedi omeopatici attraverso la potenza significante del simbolo, dell'analogia, della metafora e della mitologia, senza mai perdere di vista le reali proprietà fisico-chimiche delle sostanze. Ciò che il Dottor Cappello ci offre con questo suo primo lavoro è un inedito e interessante approccio allo studio del sintomo come espressione simbolica, volto a interpretare il segno della malattia in una veduta d'insieme dell'ammalato; a scoprire la ricchezza tipo logica delle manifestazioni simboliche che alcuni rimedi possiedono nella propria natura e che si riverberano nello sperimentatore secondo il codice analogico del Similia similibus curentur. Ci auguriamo che questo libro possa contribuire a far sì che il medico, già troppo abituato dagli esami di laboratorio e strumentali a osservare e prediligere sempre meno i segni del paziente, non liquidi con sempre maggior frequenza e leggerezza certi sintomi soggettivi dell'ammalato come fossero inesattezze preastratte o manifestazioni troppo personali per essere prese in seria considerazione dalla clinica quotidiana. Perché, se è vero che il simbolo non è mai così preciso come il segno, come il sintomo e la parola astratta, tuttavia esso suggerisce, certamente assai più di questi, una realtà più complessa, più coinvolgente, affascinante e profonda.

Genova, li 8 Aprile 2004
Prof. Dott. Fernando Piterà
Professore a contratto di Medicine Non Convenzionali e Tecniche Complementari - Facoltà di Medicina e Chirurgia Università degli Studi di Milano

NOTA

1. L'omeopatia ha portato al massimo livello la differenziazione dei sintomi distinguendoli in: abituali, accessori, acuti, altalenanti, alterni, anziani, aspecifici, caratteristici, casuali, causali, comuni, complessi, concomitanti, contrari, cronici, esterni, eziologici, fisici, frammentari, funzionali, generali, incrociati, individuali, iniziali, instabili, interni, larvati, latenti, lesionali, locali, localizzati, luesinici, mentali, miasmatici, migranti, morbosi, nuovi, obbiettivi, occasionali, organici, opposti, particolari, parziali, patogenetici, patognomonici, primitivi, principali, profondi, psicosomatici, psorici, rari, secondari, sicotici, simili, soggettivi, soppressi, specifici, superficiali, terminali, vaghi, variabili. l'Autore attua un processo di semiosi simbolica cercando di assegnare un senso compiuto a più segni significativi o significanti.

INDICE

Prefazione del Prof. Femando Piterà 9
Introduzione dell 'Autore 15

SOMMARIO DEGLI ARGOMENTI 31
CADMIUM METALLICUM 33
CADMIUM SULPHURATUM 39
CALCAREA CARBONICA 43
CARCINOSINUM 63
CHOCOLATE 73
COFFEA CRUDA 81
COFFEA TOSTA 89
CONIUM MACULATUM 93
CUPRUM METALLICUM 107
HYDROGENIUM 117
IODUM 125
KALIUM BICHROMICUM 133
LYSSINUM (HYDROPHOBINUM) 139
MEDORRHINUM 145
NATRUM CARBONICUM 153
PSORINUM 171
SELENIUM 183
SULPHUR 193
TELLURIUM 221
TUBERCOLINUM 227
ZINGIBER 239
CONCLUSIONE 243
FONTI ICONOGRAFICHE 245
INDICE DELLE ILLUSTRAZIONI 246
INDICE SINTETICO 247
BIBLIOGRAFIA 249

Ultima modifica il: Mar 18, 2018
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