11 SETTEMBRE - IL GIORNO CHE CAMBIÒ LA STORIA-Menzogne, lacune, opere e omissioni
RETROCOPERTINA
Alle 8.47 dell'11 settembre 2001 gli Stati Uniti stavano vivendo una giornata come le altre. Nessuno poteva prevedere che, un minuto dopo, l'astronomo la storia avrebbe il re Mida irrimediabilmente cambiato il suo corso.
Chi ha scatenato quell'inferno? E perché?
A ridosso dell'11 settembre, i nomi e i volti dei colpevoli vennero dati in pasto alla stampa e all'opinione pubblica in fretta, troppo in fretta. Come prova, vennero addosso di documenti d'identità - completamente integri - dei presunti dirottatori, dopo un disastro del tale non si salvarono nemmeno le scatole nere degli aerei.
Un aereo si schiantò sul Pentagono alle autorità americane non hanno mai presentato al pubblico una sola immagine dell'aereo che si è che si avvicinavano al quartier generale della difesa americana.
Che sia solo un'incredibile coincidenza il fatto che i militari americani stessero predisponendo piani di guerra contro l'Afghanistan già da mesi prima degli attentati dell'11 settembre? Che sia solo una sorprendente casualità il fatto che i Torri siano crollate verticalmente, come solo gli edifici demoliti in maniera controllata e con una accurata pianificazione riescono a fare? E che sia quasi un miracolo il fatto che dietro a tanta amata macabra precisione, ci sia un uomo in dialisi che impartisce ordini da una caverna a agfana?
Tante, troppe cose non tornano sin dall'inizio. Ed è per questo che, negli anni, scienziati, giornalisti attivisti hanno vagliato ogni lacuna è incongruenza, giungendo a nuove sorprendenti rivelazioni che qui vengono riproposte e riassunte per fornire una cronica generale e completa di una tragedia annunciata.
INTRODUZIONE
Tutto è accaduto in un lampo. Diciannove kamikaze in azione. Aerei carichi di passeggeri trasformati in bombe volanti. New York in fiamme. Le Torri Gemelle sbriciolate. Migliaia di vite cancellate. Il Pentagono colpito. L'uomo più potente del mondo rinchiuso sull' Air Force One. Washington nel caos. Una nazione sotto attacco.
Neanche Hollywood aveva osato tanto immaginando un drappello di mujaheddin che, indisturbato, pugnala al cuore i simboli del potere finanziario e militare dell'unica superpotenza planetaria. Eppure, incollati alle tv, abbiamo visto e rivisto il trailer di quel maledetto martedì di settembre. Le torri sono crollate non una, mille volte. Mezzo mondo ha assistito in tempo reale "alla più grande e sanguinosa operazione di marketing mai inventata"1 , perché chi ha scagliato gli aerei contro le torri "sapeva che ad attenderli c'erano anche gli occhi delle telecamere, e che a nulla o a poco sarebbe servita la distruzione materiale di un pezzo di New York se non si fosse trasformato in uno shock visivo di massa".2
In quei giorni fatali - con altrettanta perizia scenografica - abbiamo anche visto e sentito il comandante in Capo di una nazione ferita, George W. Bush, annunciare con retorica marziale 1'avvio di una guerra infinita per sconfiggere i nuovi nemici: "vogliamo fare giustizia contro tutti i terroristi e chiunque li sostiene e li protegge ovunque nel mondo. L'America è un paese paziente, per riuscirci siamo pronti ad aspettare una settimana, un mese, un anno o, se servirà, anche dieci anni"3 E dal quel giorno la guerra è tra noi: il terrorismo islamico ha soppiantato il comunismo in agonia.
IL TRUST DELL'INFORMAZIONE
Se è vero che non c'è mai stata guerra senza propaganda, l'11 settembre abbiamo anche visto mettersi in moto un gigantesco trust informativo che si è subito incaricato di cancellare qualsiasi dubbio su chi potesse essere il mandante dell' offensiva terroristica. Il leitmotiv: è stato Osama bin Laden, solo il miliardario saudita può aver fatto tutto questo dal suo nascondiglio afghano. Solo lui dispone di un'organizzazione così oliata e spietata e lo ha già dimostrato con le stragi in Africa nel 1998.4 Punto e basta.
Una stampa che avesse fatto semplicemente il proprio mestiere, avrebbe dovuto sollevare anzitutto una serie di interrogativi elementari. Per esempio: i terroristi hanno colpito da soli o qualcuno - un regime, un servizio segreto straniero - li ha aiutati? Oppure, hanno agito magari per conto terzi? Hanno goduto di complicità interne? Nondimeno, altri quesiti avrebbero dovuto accompagnare la cronaca di quelle ore. A partire dal collasso della Difesa Aerea. Perché nelle due ore in cui i quattro jet dirottati rimasero in volo nemmeno un caccia riuscì a intercettarli? Perché l'aereo precipitato in Pennsylvania presenta rottami sparsi su un territorio così vasto? È forse esploso in volo? E chi o che cosa lo avrebbe fatto esplodere? E ancora, come hanno fatto CIA e FBI a presentare la lista dei 19 kamikaze in meno di 72 ore dai fatti, visto che nessun nome sospetto risultava dalla lista dei passeggeri? Per non parlare delle relazioni pericolose fra le famiglie Bush e Bin Laden, da anni assieme in affari, o della non meno ingombrante joint-venture fra lo sceicco del terrore e la CIA, intrecciata dai tempi dell'invasione sovietica in Afghanistan.
Domande forse troppo scomode da far digerire a una opinione pubblica impaurita e in preda a pulsioni di vendetta. Ma quello che forse ha destato maggiore stupore nell'atteggiamento dell'informazione all'indomani delle stragi è stato il trattamento riservato al Presidente degli Stati Uniti. Prima dell'l1 settembre l'inquilino della Casa Bianca veniva in genere descritto come un politico scialbo, un figlio di papà, la pecora nera della famiglia, eletto, per giunta, in modo politicamente dubbio. Nei commenti del giorno dopo gli attentati, la pecora si trasforma d'incanto nel "leone di Manhattan"5, il figlio di papà nel "condottiero di 280 milioni di americani.6
Lodi che raggiungono i toni del tripudio quando, il 14 settembre, Bush salendo sulle macerie delle Twin Towers, con un megafono in mano, incita pompieri e soccorritori che rispondono galvanizzati intonando il memorabile: "Usa, Usa, Usa". Fred Barnes, su "Fox Tv", definirà quella giornata come una svolta storica: "è stato magnifico; credo che Bush sia veramente diventato un Presidente di guerra".7 Uno spettacolo mortificante. Neanche le gaffe commesse seguendo le indagini sulla strage di Oklahoma City8 hanno spinto la stampa ad adottare una maggiore cautela nell'additare subito un colpevole; nel 1995 quando saltò in aria il palazzo federale nella capitale dello Stato dell'Oklahoma subito "si scatenò la caccia all'arabo per poi scoprire che il responsabile era un estremista di destra americano e bianco".9 Anche in quella occasione, è utile ricordarlo, il grosso dell'informazione si compiacque di mettere alla gogna il bombarolo solitario Timothy Mcveigh?10 , evitando con cura di scavare alla ricerca di complicità e mandanti.
LA SVOLTA
I coperchi sono saltati nel 2002, quando il giornalista francese Thierry Meyssan manda alle stampe L'effroyable imposture. Si tratta di un libro-inchiesta con cui 1'autore smonta pezzo per pezzo la ricostruzione ufficiale dei fatti, svelandola per quello che a suo dire è un' incredibile menzogna. La tesi portante sostiene che sul Pentagono non si sia schiantato nessun aereo, ma piuttosto, probabilmente, un missile e che dietro all'11/9 si celino militari statunitensi di estrema destra. Il libro di Meyssan ha rapidamente scalato le classifiche dei libri più venduti. Il resto lo ha fatto il Web dove è divampato il dibattito. Secondo le statistiche rilasciate dal Departement of Homeland Security, nel giugno del 2005 erano oltre 3.000 i documenti pubblicati nel mondo a favore o contro la tesi dichiarata dal giornalista.
Le teorie di Meyssan, seppure discutibili, hanno avuto il merito di funzionare da apripista. Da allora coloro che cercavano di comprendere le omissioni, subito battezzati complottisti nel tentativo di screditarli, si sono riuniti in convegni, hanno realizzato una decina di documentari, scritto oltre 3.000 fra libri e saggi. Nella primavera del 2005 il film-inchiesta Loose Change, considerato la bibbia della informazione indipendente sugli attentati, diventa il file più scaricato sulla Rete. A oggi sono oltre 17 milioni i siti che, a vario titolo, si occupano degli attacchi dell'11 settembre. Un americano su tre è convinto che il Governo abbia a che fare con gli attentati. La versione ufficiale non convince. La sensazione è che manchino ancora troppi tasselli per mettere insieme un quadro credibile di quanto è accaduto nei cieli sopra New York e Washington. Indizi, sospetti, contraddizioni, manipolazioni sono così finiti sotto la lente d'ingrandimento di centinaia di ricercatori indipendenti, accademici, operatori dell'informazione, senza trascurare l'incalzante attività esercitata dalle associazione dei parenti delle vittime nell'inchiodare alle proprie responsabilità la Casa Bianca.
SULLE SCENE DEL CRIMINE
Lo scopo di questo lavoro sarà essenzialmente quello di selezionare l'enorme mole di contro-prove accumulatesi in 6 anni di indagini indipendenti. Si tenterà di tracciare una mappa ragionata d'elle contro-inchieste più accreditate, escludendo le ipotesi apparentemente più improbabili.
Torneremo sulle scene del crimine. per riesaminare punto per punto verità e bugie che circondano un massacro così mostruoso che ha aspetti così tanto inattendibili.
Incomprensibile che due grattacieli alti più di 400 metri in acciaio siano crollati a causa dei danni subiti e degli incendi divampati. Inspiegabile che a distanza di 7 ore, anche il WTC 7 si sia accartocciato su se stesso come le Twin Towers, senza che nulla l'avesse colpito. Improbabile che un boeing alto 14 metri e largo 38 abbia provocato solo uno squarcio di 6 metri nel muro del Pentagono.
Inammissibile che 19 aspiranti kamikaze abbiano potuto frequentare scuole di volo e circolare impunemente per anni negli Stati Uniti. Queste sono solo alcune delle lacune più vistose che esamineremo mettendo insieme dati, circostanze e testimonianze dirette.
Ripercorreremo le rotte e le tempistiche dei voli aerei 11, 175,77 e 93. Vaglieremo le ragioni della mancata risposta della difesa aerea, soffermandoci anche sul ruolo giocato dalle esercitazioni militari che ebbero luogo in quelle stesse ore. Si procederà analizzando da vicino la meccanica dei crolli del WTC e del grattacielo numero 7. L'attenzione poi si sposterà su quello che è stato ribattezzato il mistero del Pentagono.
Passeremo ai raggi X la vita dei presunti dirottatori. Accenneremo anche alla storia di Zacarias Moussaoui, l'unico imputato condannato negli Stati Uniti. Metteremo in risalto le omissioni e le manipolazioni che hanno contrassegnato i lavori e le conclusioni della 9/11 Commissiono In una sezione verranno documentati i fiaschi e le negligenze addebitati alle agenzie d'intelligence.
La figura di Osama bin Laden sarà al centro di una riflessione sui legami fra politica, affari e servizi segreti che fanno da sfondo all'intera vicenda dell'11 settembre. Infine, questo libro affronterà una vicenda solo apparentemente slegata alle stragi: le abnormi oltre che insolite speculazioni finanziarie effettuate nei giorni precedenti gli attacchi, che peraltro hanno messo a nudo il cinismo e la spregiudicatezza di poteri più o meno occulti che si annidano nel ventre dell' America.
"Se l'assassinio Kennedy è ancora un mistero circondato da menzogne, l'11 settembre è ancora un insieme di menzogne, circondate dal mistero.11
NOTE
1. "Buon 11 settembre" di Alessandro Ribecchi, Il manifesto, 10 settembre 2006.
2. Barlozzetti Guido, L'evento puro in Eventi e riti della televisione dalla Guerra del Golfo alle Twin Towers, Milano, Franco Angeli, 2003.
3. George W. Bush.
4. 7 agosto 1998 attentati contro le ambasciate americane di Nairobi e Dar Es-Salam.
5. "La nuova voce del Presidente" di Vittorio Zucconi, la Repubblica, 12 ottobre 2001.
6. "Bush trascina l'America" di Vittorio Zucconì, la Repubblica, 22 settembre 2001.
7. Eric Klinenberg, I danni della diretta permanente.
8. 19 aprile 1995 un'autobomba contenente circa 2.300 chili di esplosivo viene fatta esplodere ad Oklahoma City davanti al palazzo che ospita gli uffici dell'FB!. L'attentato costa la vita a 168 persone.
9. "Solo Bin Laden può aver fatto tutto questo" di Guido Olimpio, Corriere della sera, 12 settembre 2001.
10. Timothy McVeigh, un 27enne ex veterano della Guerra del Golfo affiliato ad alcuni gruppi neonazisti.
11. Laurent Eric, La verità nascosta sull'11 settembre, Milano, Baldini Castoldi Dalai, 2004.
INDICE
Introduzione
Il trust dell'informazione
La svolta
Sulle scene del crimine
Capitolo 1 - Cronaca di una tragedia annunciata
Unità Able Ranger: soppressa
Avvertimenti
Progetto Bojinka
Praga
Lezioni di volo
I preparativi
Tra Corano e vodka
L'uomo con la valigia
Nome in codice Penttborn
Capitolo 2 - Legami pericolosi
I suoi primi cinquant' anni
Il combattente per la libertà
Goldfinger
Affari di famiglia
Capitolo 3 - Speculazioni criminali
La pista
Capitolo 4 - Il crack della difesa aerea
Procedure standard
Intercettazioni di routine
Due cronologie in cambio di una
Una cronologia nuova di zecca e un volo fantasma
Depistaggi?
Capitolo 5 - War games
Vigilant Guardian e Northern Vigilance
Caccia spediti altrove, falsi segnali nei radar e voli fantasma
Mastermind
Capitolo 6 - Il volo AA11
L'orario del dirottamento
L'aviazione civile prende tempo troppo
Il decollo dei caccia
Capitolo 7 - Il volo UA175
Disorganizzazione o caos organizzato?
Capitolo 8 - Il Pentagono: vero come la finzione
Perdere un boeing nei cieli più sorvegliati del mondo
Due verità e troppe bugie
La base più lontana
Il bunker
Il fortino
L'impatto "ufficiale"
"Pilots for 911 Truth"
Controdeduzioni
Il terzo foro
Pali e bobine
Turbolenze pericolose
"Non sapeva proprio volare"
L'unica facciata in via di ristrutturazione e sernivuota
Rottami
Testimionianze
A nord della stazione di benzina Citgo
I video
Comuni passeggeri?
Autopsie
Capitolo 9 - Il volo UA93
La ricostruzione ufficiale dei fatti
L'aereo è rimasto sotto il controllo dei dirottatori
L'ora ufficiale dello schianto
Le telefonate
La buca vuota
Spargimento di rottami
L'aereo bianco 148
Il fungo e la foto
Il rebus delle testimonianze
Capitolo 10 - Il crollo delle Torri
Gli impatti
Teoria ufficiale
Crolli o esplosioni?
Esplosioni
Pozze di acciaio fuso
Don't panic, stay where you are
Gas e mascherine
Il crollo della terza torre
Tirarlo giù
Una questione di polizze
Appendice I Documenti fotografici
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- IL SETTIMO SEPOLCRO
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