GUARIRE DALLE BRUTTE ESPERIENZE - Vivere bene oggi, senza lasciarsi condizionare dalle negatività di ieri

GUARIRE DALLE BRUTTE ESPERIENZE - Vivere bene oggi, senza lasciarsi condizionare dalle negatività di ieri

RETROCOPERTINA

Le esperienze negative lasciano dentro di noi pessimismo, senso di sfiducia, convinzioni limitanti e pregiudizi nei confronti di noi stessi e degli altri. Questo libro già pubblicato con il titolo Non farti fregare dal passato! - propone un metodo rapido e concreto per ripulire la mente da tutte queste scorie psicologiche.
Si tratta di una vera è propria alternativa al percorso della psicanalisi. L'autore non ci chiedi infatti di guardare indietro, di rientrare in contatto con i vissuti dolorosi, ma di capire il perché degli eventi che ci sono ancora capitati. Preferisce fornire al lettore una strategia più pratica, divertente veloce per ristabilire un rapporto positivo con il passato. Gli esercizi e le riflessioni di questo manuale saranno di grande aiuto a chi:

è sfiduciato verso il presente, il futuro, se stesso o gli altri;
non riesce ad uscire dai ricordi negativi;
non crede di meritare granché dalla vita o si sente vittima della sfortuna;
vuole evitare di ripetere gli stessi errori;
desidera trasformare il passato nél suo maestro.


PRESENTAZIONE

Sono lieto di presentare e di consigliare questo libro dal titolo che potrebbe suonare un po' strano, provocatorio. Conosco di persona l'autore, il dottor Rosario Alfano, ne apprezzo la competenza e la professionalità. Nelle pagine che seguono troverete spunti di riflessione preziosi ed esercizi pratici volti a riscoprire ed utilizzare al meglio, per il nostro benessere, quel bagaglio di risorse e di strumenti unici, insiti in ciascuno di noi, nel nostro corpo e nella nostra mente, che molto spesso ignoriamo o trascuriamo.
Il testo di Alfano può farei riscoprire alcune verità che tendiamo a dimenticare. Verità che condivido pienamente e che proverò adesso a sintetizzare.

Siamo tutti quanti, chi più chi meno, contagiati dal mal di fretta e dalla pigrizia mentale che ne deriva. Anziché fermarci ad ascoltare i messaggi che ci giungono dà! nostro corpo, dai nostri sensi, e che ci invitano a vivere più in armonia con noi stessi e col mondo esterno, tendiamo ad arrovellarci il cervello, ricercando tutte le cause del nostro malessere negli eventi sgradevoli del nostro passato o nel modo in cui gli altri ci hanno trattato. Questo può portarci a chiuderei in una sorta di vittimismo lamentevole e rivendicativo, tanto sterile quanto controproducente.
Sarebbe assai più proficuo chiederei piuttosto: «Cosa sto facendo o cosa posso fare di concreto per stare bene?» ed attivarci in prima persona nell'operare scelte positive di cambiamento.
Un'altra domanda che potrebbe aiutarci è la seguente: «È meglio vivere da protagonisti o da spettatori?».
Invece spesso, per non rischiare di «esporci» alla vita, per non farei troppo male, o semplicemente perché ci appare più comodo (e qui torniamo alla pigrizia mentale), ricorriamo al «principio di delega». Finiamo col chiedere ad altri che si espongano e scelgano per noi. Così facendo ci precludiamo il gusto del «giocare», rischiamo di creare dipendenza, di non maturare la capacità endogena di crescere e rafforzarci, di vivere conquistando la nostra libertà interiore.
Il rischio più grande, nella vita, è il non rischiare. È del tutto illusorio pensare che «la soluzione» possa giungerei, sic et sempliciter, dall'intraprendere percorsi terapeutici, pur validi, se non siamo noi a scegliere in modo attivo di risolvere.

L'esistenza è un' alternarsi continuo e dialettico di sofferenza/piacere, tristezza/gioia, luce/ombra ... dal quale non possiamo prescindere. Ognuno di noi deve fare i conti con la sua porzione di «negativo» (errori, limiti, difficoltà, sofferenze, vissuti dolorosi e traumatici). Tuttavia, invece di subire il tutto sentendoci impotenti, possiamo accettare queste cose come parte di noi e rileggerle in chiave diversa, trasformandole in risorsa.
Non è forse vero che l'energia elettrica è prodotta dalla tensione tra un polo positivo ed uno negativo?

La nostra vita è fatta di attimi e l'unico che abbiamo veramente a nostra disposizione è l'attimo presente: il passato è passato e il futuro deve ancora arrivare. Ed è proprio e soltanto nel presente (
«presente» significa anche «dono») che possiamo scegliere di rinascere, di ricostruirci, di progettare e creare un futuro migliore per noi e per gli altri, di «cambiare canale», passando dalla morte alla vita. Non ho usato i termini «morte» e «vita» così, a caso, e ci terrei a chiarirmi meglio: nei processi di cambiamento dobbiamo lasciar «morire» qualcosa in noi, o rinunciarvi, per far «vivere» qualcos'altro.

Possiamo comunicare e trasmettere agli altri, soltanto quel che siamo realmente, e ciò che, di autentico, proviamo dentro di noi. Il nostro corpo, la postura, le espressioni del nostro viso rivelano la verità essenziale del nostro atteggiamento interiore. Ragion per cui, se vogliamo essere ben voluti dalle persone, ciò che veramente conta non è fingere di essere felici, bensì agire come se lo fossimo davvero. In questo modo diventeremo «contagiosi» e ci arriveranno feedback sempre migliori dagli altri.

È indispensabile acquisire quell' apertura e flessibilità mentali che ci rendono più ricettivi, docili, elastici: disponibili ad ascoltare l'altro, a valorizzarne la diversità, ad andare oltre le apparenze, ad arricchirei e crescere «insieme»,attraverso uno scambio/confronto autentico. La rigidità mentale ci rende più fragili.

Dobbiamo imparare a ridere di noi stessi. L'autoironia è quell'ingrediente che ei consente di metterei veramente in discussione, di mettere in discussione quelle nostre «sicurezze» e schemi mentali «inattaccabili» (che paiono proteggerei ma che invece ci imprigionano e soffocano).

Insomma, la vita è bella: giochiamola, viviamola!
Cerchiamo soprattutto di cogliere, di interiorizzare e di mettere a frutto tutti gli spunti positivi da qualunque parte essi ci giungano, senza pregiudizi e preconcetti.
Non dimentichiamo che anche una sola frase, detta al momento giusto e nel giusto modo, può accendere una scintilla, innescare una motivazione ... e questo libro, ve l'assicuro, ne è pieno zeppo.
Non mi rimane che augurarvi buona lettura e, soprattutto, «buon cambiamento».
Un caro saluto,

PIETRO ADORNI Presidente Nazionale LIDAP Onlus
(Lega Italiana contro i Disturbi d'ansia, da Agorafobia e da attacchi di Panico)


PREFAZIONE

Un giorno entra nel mio studio una donna sui quarantacinque anni. Si siede, resta qualche secondo in silenzio, poi mi fa la seguente richiesta:

Voglio perdere la memoria! Mi aiuti! Me ne sono capitate tante che non ne posso più! Ho sempre il passato davanti agli occhi. I miei fallimenti, le persone che ho perso, quelle che mi hanno fatto soffrire. Se non cancello una volta per tutte quello che mi è successo non riuscirò più a stare bene.

Le rispondo che per dimenticare è più economico darsi all'alcol. Le spiego che non condivido il suo proposito e, in alternativa, provo ad offrirle un'altra soluzione: costruire col suo passato un diverso rapporto, non più opprimente, bensì armonico e positivo.
Sentendo queste parole mi chiede, quasi spaventata, se le stessi prospettando una specie di psicanalisi; afferma di averla già provata senza nessun risultato, a parte quello di continuare a rivangare e ravvivare i dolori vissuti.
La tranquillizzo immediatamente, dicendole che non faremo nulla di simile, che non cercheremo di capire le cause originarie del suo problema. Le assicuro che ci concentreremo unicamente sui modi più rapidi per farla stare finalmente bene.
Ottenuta questa delucidazione la donna decide di accettare la mia proposta, pur conservando una certa dose di perplessità.
Iniziamo quindi la prima delle sei sedute che sono state sufficienti a raggiungere l'obiettivo.

Fin qui nulla di speciale: una cliente si rivolge ad un terapeuta per stare meglio, e il terapeuta riesce ad aiutarla in poco tempo. Se si trattasse solo di questo, non avrei mai pensato di scrivere un libro.
Ma c'è dell'altro. Quando mi si presentano casi interessanti chiedo alla persona il consenso di registrare gli incontri, per riascoltarmeli con calma dopo qualche tempo. Lo faccio perché spesso, durante gli incontri, emergono spunti e modelli operativi che possono essere riutilizzati in altre occasioni e con altri soggetti.
Ebbene, quando ho iniziato a sbobinare le sedute in questione, ho scoperto che il materiale raccolto aveva una grande potenzialità. Infatti, non si limitava a descrivere i passaggi fatti da una donna per risolvere il suo problema.
Stavolta non si trattava solo di sporadici spunti. Gli esercizi, le riflessioni e tutti gli schemi che avevo adoperato - se applicati in quella precisa sequenza - potevano rappresentare uno strumento di cambiamento molto potente. Una vera e propria strategia, utilizzabile da chiunque, per arrivare allo stesso risultato della mia cliente:

instaurare una relazione più vantaggiosa con la propria storia personale (brutte esperienze comprese.


Il libro che vi accingete a leggere vuole offrirvi la possibilità di sperimentare l'efficacia di questa strategia.
Ho preferito riportare il più possibile del materiale originario, così com'era. Lo stile è quindi quello del linguaggio parlato.
Insieme al mio collaboratore Rocco Americo ci siamo limitati a snellirlo, eliminando i passaggi non rilevanti e quelle ripetizioni concettuali che avrebbero interferito con la scorrevolezza del testo.
In alcuni casi abbiamo preferito sostituire la formula del dialogo terapeuta-cliente con più sintetiche descrizioni di quanto stesse accadendo. Scelta dettata dalla volontà di trascrivere il tutto nel minor numero di pagine possibili. Così, nell'ipotesi che il testo non sia di vostro gradimento, ci sarete almeno grati per non avervi rubato troppo tempo.

IL METODO

Ho definito il metodo: psico-ecologia retroattiva.

Psico, perché interviene sul nostro cervello.

Ecologia, perché permette di ripulirlo da inutili condizionamenti, falsi timori e convinzioni limitanti.

Retroattiva, in quanto permette di agire nel presente in direzione del passato.

La prima parte contiene la trascrizione delle sei sedute. Alla fine d'ogni seduta troverete inoltre un breve riepilogo dei suoi concetti chiave.
La seconda parte contiene invece gli schemi di tutti gli esercizi suggeriti alla mia cliente nel corso del trattamento. Effettuandoli potrete sperimentare su voi stessi l'efficacia della strategia.
La terza parte raccoglie storielle appartenenti alla saggezza popolare di svariate civiltà, passi tratti da un seminario e da una conferenza da me tenuti, un paio di episodi realmente accaduti, parecchi aforismi e riflessioni celebri.
Ho inserito questo materiale perché ritengo che possa:

rafforzare i messaggi contenuti nelle prime due parti;

motivarvi ad abbandonare schemi comportamentali svantaggiosi;

stimolarvi a creare più armonia fra ieri, oggi e domani.

Buon lavoro.
ROSARIO ALFANO

INDICE

Prefazione
Introduzione

PARTE PRIMA - CAMBIARE a RAPPORTO COL PASSATO

Prima seduta - Il passato come freno
Seconda seduta - Che ne sapete voi della sfortuna?
Terza seduta - La gente è cattiva?
Quarta seduta - Le sabbie mobili
Quinta seduta - Può sempre piovere
Sesta seduta - Il segreto

PARTE SECONDA - ESERCITAZIONI

Esercizi della prima seduta
Esercizi della seconda seduta
Esercizi della terza seduta
Esercizio della quarta seduta
Esercizi della quinta seduta
Esercizio della sesta seduta

PARTE TERZA - ... PER RIFLETTERE

La disgrazia dell' asino
La cavalla
I due angeli
Il cervo e la freccia
L'elefante legato
L'eco
La via
Il nascondiglio della potenza divina
Il senso della vita
Devo, devo, devo!
Un miglio in quattro minuti
Fai la focena, non fare il somaro!
I conti
Aforismi

Ultima modifica il: Mar 18, 2018
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