A SUA IMMAGINE - Cristo, la sua divinità e la trinità - Analisi di una dottrina
RETROCOPERTINA
Come l'immagine di un puzzle, diventa chiara, quando l'insieme dei singoli pezzi vengono avvicinati l'uno accanto ali 'altro, così è la Bibbia, formata da espressioni incastonate all'interno di un concetto, che va esaminato alla luce dell' intero contesto, poiché ogni sua espressione, ogni parola ogni respiro d'essa, proviene dalla stessa Fonte ispiratrice, come parte di un unico progetto divino.
L'immagine di Cristo, è stata oggetto di travagliate controversie, spesso motivate da speculazioni millenarie, basate su parole e concetti, piuttosto che sull 'armonioso corpo delle Scritture.
Sulla base dei Testi ispirati, e alla luce del loro contesto immediato e globale, in questo libro viene tracciata l'identità del Gesù biblico, partendo dagli sviluppi che hanno portato all'affermazione della dottrina trinitaria, per finire con l'analisi dettagliata di aleuni passi Cristologici controversi.
PRESENTAZIONE
Carlo Siracusa, appassionato studioso di teologia biblica e ricercatore delle dottrine principali del Cristianesimo primitivo. Ha avuto il suo primo approccio con i Testi sacri, già sin dalla sua adolescenza.
Studi liceali; agente di commercio, imprenditore; ha sviluppato competenze nel campo dell'informatica, della comunicazione, riscattando il tempo per la sua principale passione: lo studio, la lettura, l'approfondimento delle Scritture, nelle quali si è immerso totalmente, dedicandovi molte ore al giorno.
Sollecitato dalla sostanziale differenza che si evince al confronto tra l'insegnamento delle religioni cristiane e quello del primitivo Cristianesimo, ha dedicato il suo tempo e le sue energie allo studio e all'approfondimento della letteratura apologetica, biblica e teologica, allo scopo di indagare sugli sviluppi storico-teologici che hanno prodotto un mutamento evolutivo nella dottrina cristiana d'origine.
Adesso, l'autore ha pensato di mettere insieme tutti i suoi appunti, i suoi studi e le riflessioni apologetiche scaturite dall'analisi biblica, realizzando così questa sua prima opera, che ha dedicato all'identificazione della figura di Cristo, e nella quale risponde a domande come:
• "Chi era realmente Gesù?"
• "In che senso Gesù e il Padre sono uno?"
• "Gesù è stato creato o generato da Dio?" .
• "Gesù fa parte di una Trinità?"
• "Quali sviluppi hanno portato all'affermazione della dottrina trinitaria?"
L'autore non vanta titoli accademici. Per questa ragione ha preferito dar credito alle sue affermazioni, inserendo nei suoi scritti molte citazioni di autori esperti, competenti e titolati.
Il concetto Cristologico, sviluppato in questo libro, eli certo non troverà il favore eli tutti i suoi lettori, e darà sicuramente aelito a critiche e elisappunti. Tuttavia, resta il fatto che l'autore ha voluto estrapolare dai Vangeli, l'immagine eli Cristo così come appare agli occhi eli colui che, senza preconcetti e indottrinamenti, si accosta allo stuelio delle Scritture; un'immagine indubbiamente eliversa, rispetto a quella presentata dalle dottrine ufficiali della Cristianità.
L'autore conta eli presentare al pubblico quanto prima, le sue prossime opere, intitolate: "Nèfesh, un'indagine biblica sulla natura dell'uomo e sul concetto d'immortalità", e a seguire: "Maria, un'ebrea benedetta da Dio"
INTRODUZIONE
Esistono cose che alla natura razionale e mortale sono incomprensibili, a causa della loro grandezza e superiorità sull'uomo e dell'infinita trascendenza sulla nostra caduca condizione. Esse però diventano intellegibili per volontà di Dio in virtù della copiosa ed infinita grazia divina effusa sugli uomini per mezzo di Gesù Cristo - ministro di immensa grazia verso di noi - e dello Spirito cooperante. Essendo dunque impossibile alla natura umana il possesso della sapienza con cui tutto fu fatto (erutto» infatti, secondo Davide, «Dio fece nella sapienza»), da impossibile diventa possibile per mezzo del Signore ostro Gesù Cristo «che è stato fatto da Dio sapienza per noi, e giustizia e santificazione e redenzione». «Qual uomo infatti conoscerà il consiglio di Dio? O chi potrà intendere quel che il Signore vuole? Poiché ragionamenti dei mortali sono timidi ed incerte le nostre opinioni. Infatti il corpo corruttibile grava sull'anima e la terrestre dimora deprime la mente che ha molti pensieri. E con difficoltà consideriamo le cose della terra; ma quelle del cielo, chi le scoprirà?». Chi non direbbe infatti che è impossibile all'uomo investigare le cose del cielo? Tuttavia ciò che è impossibile non lo è più per l'infinita grazia di Dio: colui che fu rapito al terzo cielo, probabilmente scoprì quel che v'era nei tre cieli, per aver udito «ineffabili parole che non è concesso a uomo udire». Chi poi potrebbe affermare che è possibile all'uomo conoscere la mente di Dio? Ma anche questa grazia Dio concede per mezzo di Cristo [lacuna] non è più la volontà del loro Signore, quando Egli insegna la volontà di Colui che vuol essere il Signore e si trasforma in amico per coloro di cui era già prima il Signore. Ma come anche nessun uomo «conosce le cose dell'uomo all'infuori dello spirito dell'uomo che è in lui, così le cose di Dio nessuno conosce se non lo Spirito di Dio». Ma se nessuno conosce le cose di Dio se non lo Spirito di Dio, è impossibile all'uomo conoscere le cose di Dio. Ora considera come ciò sia possibile. «Noi però», dice Paolo, «abbiamo ricevuto non lo spirito del mondo, ma lo spirito che è da Dio affinché conosciamo le cose che ci sono state donate da Dio, anzi ne parliamo non in dotte parole di umana sapienza, ma come ammaestrati dallo Spirito»".1
Con queste parole, Origene sosteneva quanto fosse inaccessibile per l'uomo, avere la completa conoscenza di Dio e della Sua mente. Ma grazie alla Sua sconfinata misericordia, e per mezzo della sua Parola scritta e del suo Verbo divenuto carne, ha voluto farci dono della conoscenza, della sapienza e dell'intendimento, affinché fossimo in grado di comprendere "quale sia l'ampiezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità, e conoscere l'amore di Cristo che sorpassa ogni conoscenza". (Ef 3, 18-19)
A motivo del mistero che lo avvolge, Dio ha voluto parlarci di sé, e lo ha fatto inizialmente attraverso le Scritture, poi ha scelto di presentarsi all'uomo attraverso la sua immagine riflessa nel Figlio, il quale, ha rappresentato il Padre in modo ineccepibile, sì da renderlo visibile con gli occhi della fede.
«Ora ... ha parlato a noi, per mezzo del Figlio. Per mezzo di lui Dio ha creato l'universo, e ora lo ha stabilito come Signore di tutte le cose. Egli è lo specchio della gloria di Dio, l'immagine perfetta di ciò che Dio è».2
E' in Gesù che si riflette l'immagine della gloria di Dio; è attraverso lui che vediamo Dio riflesso come in uno specchio, "il fulgore del vangelo della gloria di Cristo, immagine di Dio".3 Cristo ha personificato in sé Colui che è invisibile, l'Onnipotente, e quale suo inviato e rappresentante, ha spiegato il Padre, facendo ne conoscere le eccelse qualità e la sua straordinaria personalità.
"lo sono nato e venuto nel mondo per essere un testimone della verità",4 disse Gesù. Sì, Cristo è venuto a direi "la Verità" intorno a Dio. Pertanto, chi vuole conoscere Dio, deve affidarsi al Figlio e alle Scritture, strumenti attraverso i quali Dio si è spiegato.
Una peculiarità della Bibbia è l'armonia contenuta tra i libri che la compongono. Benché siano stati scritti in epoche diverse, da parte di scrittori con cultura, istruzione e provenienza differenti, ciascun libro biblico, ciascun capitolo e ogni verso, fanno parte di un armonioso intreccio di 'trama e ordito' che forma quel tessuto che noi chiamiamo 'Sacra Scrittura'. Per comprenderla, non ci si può limitare ad osservare con sguardo miopie una sola parte del 'tessuto', trascurando ciò che segue e ciò che lo precede. E' l'insieme dei 'fili' che si incrociano e s'intersecano tra loro, che compongono l'intero 'tessuto'.
Così, non possiamo leggere un passo della Bibbia, cercando di afferrarne il senso, senza aver prima analizzato il suo contesto. "Tutta la Scrittura infatti è ispirata da Dio e utile per insegnare, convincere e correggere". (2 Tm 3, 16)
Proprio come l'immagine di un puzzle è resa inequivocabilmente chiara grazie all'insieme dei singoli pezzi avvicinati l'uno all'altro, allo stesso modo le Scritture vanno considerate alla luce di tutti gli elementi che compongono il contesto biblico, senza trascurarne alcuno.
I versetti biblici sono espressioni incastonate all'interno di un concetto, che a volte dura un solo capitolo, altre volte si estende a tutto il libro biblico, ma che va letto alla luce dell'intero contesto della Bibbia, poiché ogni espressione e ogni parola in essa contenuta proviene dalla stessa Fonte ispiratrice, e segue un filo conduttore, così che ogni respiro d'essa va contemplato come parte di un unico progetto divino.
"lo sono il Signore, non cambio", dice Dio di sè, attraverso il profeta Malachia (3, 6). Il Dio del NT è lo stesso Dio del VT. Egli è sempre l'Iddio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, l'Iddio dei patriarchi. Dio è Spirito (Gv 4, 24), e in quanto tale è un mistero inafferrabile, irraggiungibile per l'uomo mortale, che a stento ha imparato a conoscere se stesso, se pur con fatica immane. Dio dice: «I miei pensieri non sono come i vostri e le mie azioni sono diverse dalle vostre. I miei pensieri e i vostri, il mio modo di agire e il vostro sono distanti tra loro come il cielo è lontano dalla terra»5
La teologia ha fatto i suoi sforzi per semplificare all'uomo la comprensione di Dio, spiegando e interpretando ciò che le Scritture dicono intorno a Lui, ma in questo suo lavoro ha speculato troppo su espressioni e parole, preferendo una chiave interpretativa basata sulla tradizione, piuttosto che sulla logica contestuale. Avrebbe dovuto fare in modo che fosse Dio a spiegare Dio, invece dando spazio alla tradizione e alla speculazione, la teologia politico-filosofica ha fatto la sua parte nel rendere ancora più velata l'identià della Divinità, falsando quell'immagine di sè che Dio ha voluto che Cristo riflettesse.
Era compito della teologia rendere intelligibili quei concetti biblici a volte espressi con linguaggio ambiguo, spesso per le difficoltà traduttive e interpretative che si incontrano nel trasferire il senso delle parole ebraiche e greche, nelle nostre lingue moderne. Ma la teologia non ha saputo adempiere al suo scopo. Così, per l'uomo Dio è diventato un 'problema', e piuttosto che unire ha diviso, anzichè avvicinare ha allontanato, favorendo da una parte l'evoluzione dell'ateismo moderno, e dall'altra un concetto di Divinità misterico-trascendentale, distante dall'uomo e dai problemi dell'uomo.
NOTE
1. Origene, "La preghiera, capitolo 1
2. Ebr. 1,2-3
3. 2 Cor. 4,4
4. Gv 18,37
5. Is 55,8-9 - T1LC
INDICE
Presentazione
Introduzione
Sezione I - Sviluppi storici della teologia trinitaria
1. Le varie correnti di pensiero
2. I primi Padri della Chiesa
3. Concili Ecurnenici per l'affermazione della Trinità
4. Il Cristianesimo primitivo e il concetto trinitario
5. Origine della dottrina trinitaria
6. Una dottrina influenzata dalla filosofia
Sezione II - Esegesi Cristologica
1. Lo Spirito santo di Dio
2. In principio era la Parola
3. E la Parola era Dio
4. In forma di Dio
5. Un riscatto equivalente
6. Un prezzo pagato a Dio
7. Gesù e le tentazioni
8. La Parola era con Dio
9. Dio è il Padre
10. Il Padre è maggiore di me
11. Gesù, mediatore e sommo sacerdote
12. Il Dio di Gesù
13. lo e il Padre siamo uno
14. Gesù, capo delle schiere angeliche
15. I due Testimoni
16. Creato o Generato
17. Gesù e la preghiera
18. E voi, chi dite ch'io sia?
19. Attribuzioni che riguardano Dio e Gesù
Riferimenti bibliografici
- QUANDO GESÙ DIVENNE DIO? - La grande controversia sulla divinità di Cristo negli ultimi giorni dell'impero romano
- I CRISTIANI HANNO UN SOLO DIO O TRE? - La trinità nascita e senso di una dottrina cristiana
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