ARMENIA MISTERIOSA - Masis, la madre degli armeni

ARMENIA MISTERIOSA - Masis, la madre degli armeni


RETROCOPERTINA

Che cosa ne sapete, voi, di noi. Voi che vivete nelle vostre calde e accoglienti case! Voi, che i vostri figli hanno ogni sorta di cibo e di gioco. Voi, a cui gli abiti costosi non mancano mai. Non sapete il freddo che noi patiamo. Né capite il caldo, la sete e la fame. Si, la fame, quella vera, dove mangi l'erba, la sabbia, gli escrementi delle bestie, e dopo..., dopo...,mangi anche i fuoi figlioli morti.
A piccoli pezzi, crudi, con i crampi che ti corrodono le viscere, e le lacrime amare che ti scorrono a fiumi. Di ciò che pronammo, vedendo le nostre povere e misere madri violate, fustigate, bruciate vive, crocifisse, sventrate, annegate, fatte a pezzi con le asce, sgozzate con le sciabole, amputate delle loro callose e ruvide mani, gettate come spazzatura sulle letamaie curde, accecate con le lame incandescenti, seppellite ancor in vita nelle sabbie roventi dell'Anatolia!
Voi...! Non avete udito il nostro umile e silente lamento di figli di Masis. Cosa sapete, di ciò che le madri provarono nel vedere amputare le mani a migliaia di piccoli inermi, o nel vederli cospargere di petrolio ed ardere vivi come torce! Implorammo un Dio che non ci udì! Pregammo Nazioni che non si voltarono. Sperammo sin in ultimo che il tiepido vento della Grande Madre ci proteggesse! Ora… tutto è compiuto. Non vi è più alcun pianto, tra i massi dell’Ararat. Non vi è più il doce belare di agnelli, su Masis. Non strodon più le antiche mole di Gregord! Solo un profondo lontano vagito, che tra le rovine dei villaggi abbandonati, ti implora: Ricordaci. “Ricordati di chi e come eravamo, umili figli dell’Ararat! Lascia in eterno su Masis le antiche pietre dei nostri bei villaggi. Conserva nella sua Sacra terra le nostre cadide ossa. Affinchè esse testimonino in eterno al mondo la nostra memoria”.

PRESENTAZIONE

Azad Vartanian.
Un nome che rappresenta le due realtà di una stessa medaglia. Azad, la "libertà" ed il nome del Santo che seppe difenderla.
Il Monte Ararat con le sue doppie vette rappresenta similmente la stessa realtà: l'eterna voglia di libertà e al contempo l'eterna minaccia del ghiaccio che scende pian piano verso la valle, condannato dal sole ardente a sciogliersi in mezzo a polvere e fango.
La storia di una montagna che comincia con gli arbori dell'umanità, della vita animale sopravissuta; scampata al diluvio universale.
La montagna è là. Guarda e aspetta il ritorno di quella umanità, della vita alle sue pendici. E c'era una volta vita ed energia su quei declivi. Per un periodo, un disastro naturale li spopolò: il terribile terremoto del 1800.
Più tardi, di nuovo, la Montagna sacra tornò ad essere un deserto. Era il 1915, quando un popolo volle annullare un altro popolo. I monti Ararat ebbero la triste sorte di essere i testimoni atterriti di quei genocidi e massacri. Noè aveva immolato animali sacri al Dio creatore, per ringraziarlo di aver salvato il resto dell'umanità.
Nel 1915 un popolo immolava un altro popolo, ma per quale motivo?
Il lavoro di Azad si definisce nella lettura biblica: andare a cercare l'Arca di Noè, andare a cercare l'origine di tutta l'umanità senza distinzione di razza, fede, politica. È un'inchiesta sulle origini.
E l'ascesa all'Ararat - alle sue rocce e ai suoi ghiacciai - è allo stesso tempo un desiderio di conoscenza e di liberazione. Ripercorrere i secoli, il vissuto e la tragedia, l'affiizione di un popolo, pietrificata nelle rupi e nelle pareti della Montagna, nei sassi che le ingiustizie della Storia hanno mutato in lacrime, in ferite aperte, ma che solo la verità potrà contribuire a cicatrizzare. Il tragitto dell' autore diventa assieme esplorazione del luogo e della vita, un lungo parallelo che accosta la geografia, il sensibile, il fisico, alla storia. Come il corpo con l'anima. Vartanian ha saputo leggere l'anima, il pneuma, il respiro lacerato e violato, celato dietro i baratri impregnati di dolore.
Ma a cosa serve tutto questo per gli uormru di oggi? Dopo quasi cent'anni, riusciranno a vedere la propria immagine oppure continueranno ad immolare i propri simili sugli altari della discordia e dell'odio? O saranno ancora una volta incapaci di fermare la scia dei "lamenti novecenteschi", di cui le fosse comuni dell' Ararat rimangono plastiche testimonianze, silenziosi e tragici monumenti alle generazioni scomparse e a quelle mai nate, a quei "sangui" di Abele che non vedranno mai la luce?
Sono domande che lascio ai lettori.
L'impresa di Azad Vartanian apre uno spiraglio verso un presente ed un futuro più umano. Il legno che salvò l'uomo nel Diluvio universale, è il simbolo del Legno che redense l'uomo sul calvario. Ritornare alle origini è ritornare alla fonte della salvezza.

SOMMARIO

11 Introduzione
17 Una montagna unica
18 La regione dell' Ararat
20 L'ambiente circostante Masis
22 Le risorse naturali
25
La fauna della regione

28 La grande gola di Ahora
37 La zona glaciale
39 Carahunge "I sassi bucati" di Masis
41 Gli Hurriti e gli Urartei abitano Masis
45 I luoghi proibiti di Masis
47 Kereblag
48 Ardzap-Icog
50 Kazana
53 Ortulu
53 Ishak Pasha
56 Cevirmè
59 Ely
62 Madre di vita o madre di morte?
62 Gregord lo splendore di Masis
69 Una regione da sempre movimentata
70 I grandi massacri insanguinano Masis Il sultano Rosso
72 I giovani turchi: traditori di Masis
78 Il sangue di Masis: il genocidio dei suoi figli
83 Le colpe della Germania
87 Sull' Ararat continuano i massacri: le fosse comuni del piccolo Ararat
94 Un incontro indimenticabile
96 I Kurdi dell' Ararat
101 I bambini di Masis
103 La via normale alla cima
106 E l'Arca di Noè?
122 Note Finali
123 Ringraziamenti

125 Masis - Poesia di Azad Vartanian

127 Principali fonti di ricerca consultate

NOTE FINALI

Nel cercare di rendere fluida e concreta la grande mole di materiale raccolta negli anni, potrei avere omesso dei particolari storici importanti. Certamente ho dovuto evitare alcuni nomi di amici, alcuni curdi di origini armene, che nel corso degli anni mi hanno aiutato nella ricerca storica della verità, soprattutto in zone ad "alto rischio". La catalogazione dei villaggi armeni situati sulle pendici di Masis, e di ciò che resta di essi, è a buon punto, ed il libro ne espone una discreta rassegna, anche fotografica. Alcuni villaggi secondari, o praticamente scomparsi con il tempo, non sono qui elencati, anche a motivo del fatto che non è più possibile risalirne ai nomi.
Inoltre, molti luoghi dell' Ararat, in cui tutto era armeno, ed in cui vi sono innumerevoli resti ancora oggi, sono situati in zone irraggiungibili. La scoperta e la mappa tura delle fosse comuni ed i luoghi delle stragi hanno richiesto notevoli rischi, essendo molti luoghi situati in zone sotto la sorveglianza militare, o abitati da membri del PKK curdo! Questi sono alcuni dei motivi che per molti anni i cosiddetti "luoghi proibiti" dell' Ararat non erano stati documentati.
Il materiale fotografico ha lo scopo di rendere minimamente credibile che i luoghi degli eccidi, qui per la prima volta ben visibili e documentati dai resti umani e dalle costruzioni armene, sono effettivamente situati sulla montagna sacra agli armeni. L'archivio fotografico è molto ben fornito, ma non tutte le testimonianze potevano essere riprodotte in questo lavoro. Alcuni luoghi riprodotti in fotografie, soprattutto per ciò che concerne fosse comuni armene, sono già stati cancellati con l'ausilio di mezzi militari, ma ciò non toglie che essi siano stati ben mappati e documentati prima che ciò avvenisse! Altri luoghi sono in zone impervie e sconosciute alle autorità turche, e conservano ancora molto bene i segni degli eccidio Va aggiunto che molti luoghi "cancellati" dai mezzi militari, hanno riportato alla luce dopo anni i resti umani.
Questo è accaduto a causa di vari fattori, come le piogge abbondanti, le nevicate, e il lavoro di scavo degli animali selvatici. Si può dire che il premio, se così possiamo chiamarlo, di tanta ricerca, è stato il seguente: scoprire le prove e le testimonianze locali che il monte Ararat, il quale aveva dato simbolicamente 1'esistenza al popolo armeno nell'antichità, con il genocidio degli armeni del 1915-16, era anche divenuto la tomba di questa straordinaria civiltà cristiana antica, perlomeno in tali luoghi Sacri! Il tributo di morte, pagato dai circa duecentomila armeni della zona dell'Ararat, implora oggi, a noi tutti, un "riscatto" morale, anche se tardivo!
Questo lavoro, intende anche, in conclusione, fornire delle schiaccianti prove aggiuntive sulle stragi degli armeni, avvenute in luoghi inaccessibili e resi pericolosi da molti decenni a questa parte, a causa delle guerre intestine tra curdi e turchi, dalla mili tarizzazione della montagna, e dai sequestri da parte dei militanti del PKK curdo. Era il minimo che potessi fare per dare voce a migliaia di voci innocenti, che mi imploravano da luoghi impervi e da molto tempo! Per fare conoscere le loro storie anche atroci, e perché quelle migliaia di donne, vecchi e soprattutto bambini avessero in tale modo una seppur tardiva memoria e "sepoltura", anche se soltanto simbolica.
Perché mai più si possa ripetere ciò che accadde su Masis e nella Grande Armenia. Perché si possa tutti insieme operare, un giorno, turchi, armeni ed ogni popolo civile, affinché ove si accenda anche un solo focolaio di odio razziale o religioso, il fronte unito dei popoli soffi e spenga l'incendio al suo inizio! Possa il supremo Giudice ricordarsi di tali misere anime perite tra indicibili sofferenze, e dare ancor oggi memoria al mondo di ciò che accadde sul Grande Masis degli armeni! Ed ora, al termine di questa fatica che racchiude molti anni di ricerca, vorrei lasciarti, caro lettore con un monito: se nella tua vita avrai la fortuna di andare a vedere il Grande Ararat, mentre lo osserverai dalla pianura in tutta la sua imponenza, forse nelle tinte rosee di un tramonto, ricordati di chi lo abitò, e rifletti sui fiumi di sangue innocente che ne tinse i suoi fianchi in un tempo non lontano!

ECCO COME IN MODO GRANDIOSO, YeHoWaH
ANNULLERÀ TUTTA QUESTA SOFFERENZA!


Questo è uno dei tanti risultati del dominio umano governato da una creatura sovrumana perfida di nome Satana.
Ma con la sua grandemente varia sapienza, YeHoWaH annullerà tutto il male e le sofferenze che hanno patito questa e altre persone. Come: Mediante il suo Regno di 1000 anni! Il candidato premier di questo Governo, Gesù Cristo, riscusciterà tutte queste persone alle quali verrà data la possibilita, se ubbidiranno alle nuove disposisioni allora emanate da questo Governo, di poter vivere per sempre assieme ai sopravvissuti ad Harmaghedon. (Questo è il programma di governo di mille anni)

L'Editore di AZZURRA7 EDITRICE

Ultima modifica il: Feb 28, 2018
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