ARTICOLI DI TUTTO IL NEGOZIO

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ARTICOLI DI TUTTO IL NEGOZIO (249)

2013 - LA FINE DEL MONDO O LA RINASCITA - Miti, predizioni e profezie sul 2012 e sul mondo al suo inizio

RETROCOPERTINA

Nel calendario mayia, l'era presente, che abbraccia un arco temporale di oltre 5000 anni, terminerà bruscamente il 21 dicembre del 2012, data che secondo molti preannuncerebbe un immane trasformazione globale.
A detta di altri, invece, segnerebbe la fine o, meglio, l'inizio della fine del mondo. Altri ancora associano a un significativo progresso nel campo dell'umana consapevolezza, ossia agli albori della tanto agognata New Age, la nuova era del mondo...

Questo volume ben documentato esamina, a partire dalle credenze dei maya, i miti popolari, le profezie e le predizioni concernenti il 2012 riguardo all'accelerazione del tempo e al risveglio globale della coscienza. Si occupa inoltre anche di oracoli assai meno conosciuti, oltre che delle sfide che la scienza dovrà affrontare negli anni a venire.

Ecco alcune delle domande alle quali si propone di rispondere:

Il caos che precederà la fine del mondo sarà annunciato da una serie di segni: macchie solari, eruzioni vulcaniche che, uragani, collisione di asteroidi o altro?
Il progresso tecnologico ci metterà in condizione di produrre esseri umani bionici, computer pensanti e forse di vincere la morte
I potentati economici e politici si sposteranno dall'Occidente alla cosiddetta Eurasia, sullo sfondo di nuove guerre per il controllo delle risorse e sotto la minaccia del riscaldamento globale del pianeta?
Ci attende quell'apocalisse che molti temono o piuttosto una rinascita del genere umano?

PREFAZIONE

È singolare che abbiano chiesto a qualcuno che non crede nelle profezie del 2012 di scrivere la prefazione di un libro sui possibili mutamenti che si dovrebbero verificare intorno al 23 dicembre di quell' anno. Mi aspetto fiducioso che il 24 dicembre 2012 sia più o meno uguale al 23. Mi aspetto anche che un gran numero di persone preveda la fine del mondo in quella notte, e che un numero ancora più grande preveda profondi cambiamenti nell'umana coscienza: eventualità che non si realizzeranno.
Ciò premesso, va comunque detto che esistono dei motivi per cui così tanta gente sta cominciando a interessarsi alla data che segna la fine del calendario maya a Lungo Computo. Per i maya questa era, in senso letterale, la fine della realtà come essi la conoscevano. Dopo tale data ci sarebbe stata un'altra concezione dell'universo. Gli studiosi di questo popolo ci dicono che i maya non sapevano dell' esistenza delle galassie, per non parlare della teoria secondo la quale il nostro sistema solare potrebbe passare attraverso il punto centrale del piano della nostra galassia proprio nel 2012.
Tuttavia è evidente che, facendo uso dei loro sistemi di calcolo e precorrendo decisamente i tempi, essi furono in grado di determinare correttamente i solstizi. Questa non è cosa da poco, e sta a indicare che le loro nozioni in fatto di astronomia erano già estremamente sofisticate. La nostra erudizione profondamente eurocentrica si basa sul presupposto che noi siamo in tutto e per tutto una cultura superiore (per quanto riguarda la scienza, la conoscenza della natura e il discernimento), oltre a essere molto meno superstiziosi delle civiltà che ci hanno preceduto.
Che sia vero oppure no, questo contribuisce purtroppo a ridurre la nostra capacità di accettare appieno le implicazioni di antiche forme di pensiero, oltre che di raccogliere e utilizzare il sapere che ne deriva. Perciò è decisamente possibile che lo studioso nativo americano [osé Arguelles, la cui geniale decodificazione del calendario maya ha portato al nostro attuale interesse per il 2012, abbia ragione nell' affermare che questo popolo sapesse dell' esistenza di sistemi come le galassie, e che fosse consapevole della posizione della Terra.
L'idea che quella civiltà potesse conoscere le galassie non è inverosimile. Il fatto è che la galassia più vicina alla Via Lattea, Andromeda, può essere vista (da una persona dotata di un'acuta capacità visiva) come un disco con minuscole stelle ai margini. So questo in modo aneddotico, perché conosco un astronomo dilettante che possiede una vista altrettanto acuta: riesce persino a scorgere le lune di Giove a occhio nudo.
Tenendo conto dell' atmosfera molto più tersa e delle notti più buie dei tempi dei maya, è facile capire perché la loro conoscenza del cielo fosse incredibilmente avanzata, malgrado la mancanza di telescopi. Essi attribuivano molta importanza al firmamento e lo osservavano con estrema diligenza, conservando le loro annotazioni per le generazioni a venire.
Tra le cose che essi e altri compresero, probabilmente fin dai primordi dell' antichità, figura l'importanza della precessione degli equinozi, il lento moto retrogrado del Polo Nord terrestre lungo un'immaginaria circonferenza nel cielo, dovuto al fatto che il nostro pianeta ha un asse di rotazione leggermente inclinato sul piano del-
l'eclittica.
Il motivo per cui posso affermare con certezza una cosa del genere è che lo Zodiaco, vecchio di 2.000 anni, registra questa precessione. Che esso sia molto più antico viene dimostrato da scritti babilonesi e sumeri, oltre che da incisioni dell'Età della Pietra, secondo le quali la costellazione del Toro era conosciuta più di 10.000 anni fa.
I maya certamente sapevano della precessione, e qualcosa di estremamente insolito riguardo allo Zodiaco pare suggerire che alcuni popoli dell'antichità lo vedessero e lo utilizzassero come una sorta di calibro per misurare il grande schema dell' esistenza umana e, in alcuni casi, simboleggiare la loro conoscenza del posto che occupavano in quello schema.
Gli ultimi tre segni dello Zodiaco attraverso i quali è passato il Polo Nord sono, in ordine crescente, il Toro, l'Ariete e i Pesci. Stiamo ora per entrare nel quarto segno, quello dell' Acquario. Per quanto sorprendente possa sembrare, esiste la prova che le nostre prime civiltà occidentali erano ben consapevoli della loro posizione nello Zodiaco. Nell' arco di tempo compreso tra i 4.000 e i 6.000 anni fa, durante l'Età del Toro, il mondo mediterraneo era dominato dal culto di questo animale, come testimoniano le forme artistiche lasciateci dai cretesi e dai micenei. Gran parte dei dettagli giunti fino a noi della famosa Tauromachia raffigurata sulle pareti del palazzo di Cnosso, nell'isola di Creta, trova ancora oggi analogie nei combattimenti con i tori, uno sport tuttora popolare in Spagna.
L'età successiva, quella dell' Ariete, ebbe inizio circa 4.000 anni fa e venne rappresentata allegoricamente nel Vecchio Testamento, dove l'ariete è citato molto più spesso di ogni altro animale: ben 72 volte.
L'Età dei Pesci cominciò agli albori dell' era cristiana, e non deve sorprendere troppo il fatto che Cristo stesso venisse chiamato pescatore di uomini; inoltre egli raccolse intorno a sé i pescatori per diffondere il suo vangelo di cambiamento, e diventò famoso nella poesia e nella mitologia come il Re Pescatore. il più antico simbolo cristiano era rappresentato da un pesce, che viene ancora comunemente usato ai giorni nostri.
Tutto ciò sta certamente a indicare che gli antichi riconoscevano la loro posizione nello Zodiaco, e che forse comprendevano a un livello più profondo i famosi insegnamenti del mitico padre dell' alchimia, Ermete Trismegisto: «Come sopra, così sotto». Si dà il caso - e forse non accidentalmente - che il 2012 cada nel periodo di transizione dall'Età dei Pesci a quella dell' Acquario.
Naturalmente, le nozioni che inducevano gli antichi a costruire il loro mondo attorno al significato interiore dei segni dello Zodiaco in cui si trovavano sono andate perse. Tuttavia, sta diventando evi- dente che la più vasta realtà in cui viviamo non ci ha seguito nell'ignoranza e nell' arroganza del non sapere, e che saremo - e siamo - interessati dalla più ampia implicazione del movimento tra i vari segni, che ci piaccia o no.
I pesci cui fa riferimento il segno dello Zodiaco sono creature acquatiche, che da questo elemento ricevono tutto quanto è necessario alla loro vita: dallo spazio in cui crescere, al cibo e persino all'aria da respirare. L'acquario invece riversa l'acqua all'esterno, lasciando i pesci all' asciutto, dove non avranno alcuna possibilità di sopravvivere. L'acqua della vita non li sosterrà più. A questo punto dovranno cambiare o morire.
Ed ecco che, improvvisamente, ci troviamo davanti al motivo per cui questo libro è così importante. Anche noi, mentre l'Età dei Pesci si conclude e inizia quella dell' Acquario, siamo giunti a un punto cruciale nella storia della nostra evoluzione. La Terra non può più sostenerci. Dobbiamo cambiare le nostre abitudini di vita o morire.
Questo libro è focalizzato sui modi in cui realizzare tale cambiamento, in mancanza del quale saremmo certamente destinati a morire, o comunque a constatare con sgomento che la Terra - la nostra acqua - non è più in grado di sostentarci. Questo non è un evento destinato a verificarsi in un punto lontano, lungo l'immenso corridoio del tempo. È qualcosa che incombe su di noi proprio adesso. Qualcosa che sta già accadendo. E io prevedo un cambiamento entro il 2012: ciascun abitante di questo pianeta saprà con certezza che l'acqua si sta metaforicamente «riversando fuori»; in altre parole, l'ambiente che ci ha fedelmente sostenuto in tutti questi anni sta cedendo.
Nel mese di gennaio 2008, mentre questo libro era in preparazìone, il Dipartimento dell' Agricoltura americano ha annunciato un'ulteriore restrizione nelle forniture di frumento, e i prezzi, in continua salita da un anno a questa parte, molto probabilmente raddoppieranno prima della fine del 2009. Essi non torneranno mai più ai livelli attuali, ed entro il 2012 (se non prima) molti abitanti delle zone più ricche del pianeta non avranno abbastanza di che nutrirsi.
Il nostro clima è in subbuglio, e ci sono prove che la causa sia dovuta a un subitaneo e inatteso aumento dei gas serra rilasciati nell'atmosfera terrestre. Senza contare poi che lo scioglimento spettacolare e senza precedenti dello strato dei ghiacci della Groenlandia e della calotta del Polo Nord sta facendo affluire grandi quantità di acqua nell' Atlantico settentrionale, rendendo inevitabile il blocco della Corrente del golfo. Gli effetti del suo indebolimento si sono già visti «nell' anno senza estate» che le Isole Britanniche hanno vissuto nel 2007, e nell'inverno straordinariamente crudo verificatosi a livello mondiale tra il 2007 e il 2008.
Inoltre la NASA ha annunciato che il prossimo periodo di maggiore attività solare, con un picco previsto tra il 2011 e il 2012, figurerà probabilmente tra i più potenti mai registrati, il che significa che i suoi effetti si faranno sentire sul nostro pianeta e anche sul nostro clima.
Economicamente parlando, l'umanità si trova con una vera e propria spada di Damocle sospesa sopra la testa, mentre i cambiamenti ambientali vanificano consolidati sistemi commerciali, soprattutto per quanto riguarda le risorse alimentari, e ci sono segni sempre più evidenti che i giacimenti petroliferi del Kuwait e dell'Arabia Saudita hanno raggiunto il loro massimo di produzione, proprio nel momento in cui l'India e la Cina si stanno facendo avanti con massicce richieste di combustibile.
Senza poi contare che l'instabilità di alcuni paesi in possesso di armi nucleari rende più concreta la minaccia che tali armi possano finire nelle mani dei terroristi ed essere usate per creare un sorprendente capovolgimento nell' asse delle potenze mondiali.
Di certo, mentre l'Età dei Pesci cede il posto a quella dell'Acquario, il mondo si trova in uno stato di profondo sconvolgimento e grande cambiamento, in sintonia con il significato del movimento tra i due segni. I maya hanno quindi collocato la fine di un'era nel periodo giusto. Non solo il loro calendario, ma anche tutto quanto ci sta intorno sembra direi che l'epoca in cui viviamo sta davvero giungendo alla conclusione.
Intanto, la negazione di quanto sta accadendo - ossia la situazione in cui ci troviamo adesso - darà origine a una condizione di confusione, quindi di sbalordimento e di terrore, e infine di accettazione per ciò che non può essere cambiato. Proprio ora, ci stiamo ancora sforzando di credere che se modificassimo qualche particolare del nostro stile di vita, come per esempio preoccupandoci maggiormente dell' ambiente, saremmo in grado di salvarci. Ma la situazione è già fuori controllo. Ancora nel 2007, gli scienziati dichiaravano fiduciosi che al Polo Nord non si sarebbero verificate estati senza ghiacci prima del 2050. Oggi invece sembra inevitabile che questo succederà tra soli pochi anni e che, in effetti, la nostra prima estate senza ghiacci potrebbe addirittura presentarsi nel 2012.
Secondo il National Snow e Ice Data Center, nel 2007 si è registrata un'incredibile diminuzione della superficie dei ghiacci marini al nord. Uno strato di ghiaccio delle dimensioni della Florida si è sciolto in appena pochi giorni. Le conseguenze prodotte da quest' enorme quantità di acqua che affluisce nell' Atlantico del Nord sono le stesse di quando il lago Agassiz vi si riversò circa 8.000 anni fa. Il gigantesco flusso di acqua bloccò la Corrente del Golfo. Il risultato fu un brusco calo di lODC nelle temperature medie degli anni successivi. Ci vollero cento anni prima che la Corrente del Golfo riprendesse il suo regolare andamento.
Un tale abbassamento di temperatura - fenomeno che sembra già in corso - ridurrebbe drasticamente le stagioni dei raccolti nei paesi attualmente considerati i maggiori produttori di grano a livello mondiale: Stati Uniti, Canada e Ucraina.
Perciò, la speranza del movimento New Age che qualche sorta di magico cambiamento colpisca l'umanità il 23 dicembre 2012 potrebbe avere fondamento oppure no. Ma l'idea che il mondo finirà letteralmente quel giorno pare improbabile. Tuttavia, non possiamo negare che stiamo davvero vivendo un periodo di sconvolgimenti profondi che porteranno a trasformazioni radicali nella vita dell'uomo e nella società. Su questo non c'è dubbio. Il dado è già stato tratto.
E se le cose stanno così, allora anche questo potrebbe essere vero: da qualche parte nel lontano passato, oltre le nebbie della storia, qualcuno potrebbe davvero aver creato una vasta tabella graduata che viene misurata in modi diversi dal calendario maya a Lungo Computo e dallo Zodiaco, ma che giunge alle stesse conclusioni.
Questo periodo sarà un tempo di grandi cambiamenti.
Quali che fossero gli artefici di quell' opera, il loro sapere e le loro capacità sono sepolti nelle profondità della dimenticanza, ma ciò che hanno realizzato vive ancora. Guardate nelle loro trascrizioni e lo vedrete. Così tanti secoli addietro, qualcuno spinse la propria conoscenza talmente a fondo nella natura dell' esperienza e nello scorrere del tempo da essere in grado di stabilire una data a distanza di migliaia di anni nel futuro, creando un calendario che avrebbe predetto gli eventi. E sembra proprio che questo qualcuno ci sia riuscito.

WHITLEY STRIEBER
autore di Warday, Communion: la nuova minaccia che viene dal clima, La tempesta globale (da cui è stato tratto il film L'alba del giorno dopo), 2012: The War for Souls, e di molte altre opere.

INTRODUZIONE: IL GIORNO DOPO

Questa non è una prova generale per 1'apocalisse. Questa non è una simulazione. Questa è la realtà. Non è un esperimento. Questa è l'ultima possibilità che ci viene data prima che le cose si mettano talmente male che non ci sarà più alcuna possibilità di rimediare.
TERENCE McKENNA

Le cose cambiano spontaneamente in peggio, se non le si cambia in meglio di proposito.
FRANCESCO BACONE

Non è finita finché non è finita.
YOGIBERRA

L'anno 2012: tutti ne parlano. Alcuni ne hanno paura, immaginandosi che sia l'inizio della fine. Altri lo attendono con gioiosa aspettativa, convinti che agisca da catalizzatore per un periodo di trasformazione che introdurrà un nuovo modo di essere ... un mondo del tutto nuovo. L'alba di una nuova era.
Altri si chiedono se succederà davvero qualcosa (ricordate Y2K, il millennium bug?), o se tutto questo «enigma del 2012» altro non sia che un'invenzione di alcune menti fantasiose, desiderose di avere qualcosa per cui vivere, a cui guardare o persino ... di cui avere paura.
Mentre i metafisici e i cultori della New Age discutono animatamente sull'allineamento delle forze cosmiche; gli storici riflettono sul significato che si nasconde dietro al calendario maya a Lungo Computo e sul perché esso finisca proprio in concomitanza con quella data; i biologi, gli scienziati e i genetisti si meravigliano di fronte al ritmo sempre più incalzante delle informazioni e conquiste tecnologiche e si domandano come tutto questo potrebbe salvarci da noi stessi (o distruggerci completamente), il mondo continua a girare, dirigendosi verso un futuro che molti considerano buio quanto la notte eterna. Altri credono invece che questo porterà il ritorno della luce. In entrambi i casi, c'è qualcosa nell'aria, qualcosa di cui occorre parlare, discutere e dibattere ... e a cui essere anche preparati individualmente e collettivamente.
Il presente libro prenderà in esame tutti questi miti, queste credenze e profezie, e descriverà tutte le forze che ora - oggi - sono in gioco e in grado di cambiare e plasmare il futuro, così come i molti paradigmi che aspettano solo di resistere, o di cadere, a mano a mano che ci avviciniamo «all'anno di cui tutti parlano». Esso esporrà anche le previsioni di alcuni tra i più importanti scienziati, filosofi e pensatori del nostro tempo riguardo a ciò che i prossimi anni potrebbero avere in serbo per l'umanità: sconvolgimenti terrestri, disastri naturali, minacce dal mare e dal cielo, conflitti politici, questioni legate alla sopravvivenza, e un pianeta che grida per richiamare la nostra attenzione mentre viene prosciugato indiscriminatamente delle sue risorse. Tutto questo svolgerà un ruolo nel modo in cui tale mistero si paleserà, culminando magari in una presa di coscienza da parte di ciascuno di noi, uomo, donna o bambino, che al momento abitiamo questa terra.
I venti del cambiamento stanno soffiando. Su questo siamo d'accordo. Ma se tali venti ci annienteranno o ci trascineranno verso un nuovo domani, solo il tempo sarà in grado di dirlo con certezza.
E mentre la maggior parte di noi si chiede cosa succederà in quell' anno, nel 2012, questo libro cercherà di compiere un audace e coraggioso passo avanti, chiedendosi come sarà il 2013.
Ci sarà l'Apocalisse che molti temono... o una rinascita del mondo e una trasformazione dell'umanità?

INDICE

Ringraziamenti
Prefazione
Introduzione: il giorno dopo

PARTE I - PROFEZIE E PREDIZIONI
1. Storie di accelerazione
2. La fine del mondo
3. La nascita di una nuova alba
4. Chi c'è dietro il sipario?

PARTE II - LA RIVALSA DI GAIA

5. Gaia si ribella
6. Le esplosioni di oggi
7. Giochi di potere

PARTE III - L'ASCESA: L'IMMINENTE EVOLUZIONE-RIVOLUZIONE

8. I miracoli della medicina
9. Salti quantici
10. Gli artefici del cambiamento

CONCLUSIONE - FINE DEL MONDO O NUOVO ORDINE MONDIALE? PREPARANDOCI AL BIG ONE


Visioni del 2013: saggi e opinioni
Bibliografia


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2 - PICCOLA ENCICLOPEDIA STORICA SUI TESTIMONI DI GEOVA - VOL. II - 1925 ÷ 1930

RETROCOPERTINA - VOLUME II

Tra gli anni 1925-1930, la Denominazione, Studenti Biblici, conobbe tre importanti fasi repressive ad opera, inizialmente, delle autorità periferiche e poi, successivamente, da quelle centrali dello Stato totalitario.
Una prima fase, lo si ebbe nei riguardi dell'opera evangelizzatrice, svolta da colportori nel nord-ovest della nazione tra la fine del 1925 e la primavera del 1926, quando essa lentamente cessò del tutto all'inizio del 1927 nella sua forma organizzata, ciò, per le forti pressioni e controlli delle autorità locali, un'opera iniziata nel 1923.
Immediatamente seguì una seconda fase, dalla metà dell'anno 1927, con l'intervento repressivo dei poteri centrali dello Stato che, inizialmente ostili alla stampa WTS-IBSA, iniziarono a censurarla e, dall'anno 1928, la misero gradualmente al bando nella nazione, mostrando per essa un'inusitata idiosincrasia.
La repressione attuata nei confronti della stampa WTS-IBSA, nel 1928, si tramutò in aperta persecuzione verso la persona ricettore delle dottrine e/o del fedele del Movimento, concretizzando così una terza fase repressiva, chiaramente più tenace e dolorosa delle prime due.
Tuttavia fu il 1929, l'anno evidente della persecuzione degli Studenti Biblici in Italia, e fu l'anno delle più importanti indagini dell'autorità centrale dello Stato nei loro confronti.
Il 1930 fu un anno, definiamolo di “riflessione” per la gestione e l'organizzazione della Denominazione in Italia, dove si cercherà, da parte dei vertici WTS, di far revocare dal bando la stampa WTS-IBSA tentando di chiarire e spiegare presso le autorità centrali dello Stato.
Il 1931 (e gli anni successivi oggetto di approfondimento nel III volume), fu un'anno storico ed emblematico in quanto la Denominazione, a livello internazionale, si attribuì un nome identificativo, quello di: Testimoni di Geova.
I Testimoni di Geova in Italia, supportati dalla sede filiale Svizzera e dai vertici della WTS negli Usa, usando molto buon senso, tentarono nel 1932, di avvicinare elementi rappresentativi dello Stato totalitario fascista, al fine di far conoscere la loro attività cultuale ed evangelizzatrice. Contatti ci furono solo nel 1932, per precisare la posizione dottrinale dei fedeli del Movimento, i quali non avevano alcun fine politico, ma esclusivamente religioso, ma nulla fu concluso in loro favore, tutto fu precluso dai gerarchi del regime.
Per contro, dopo l'anno 1932 gli eventi persecutori peggiorarono sempre più, la stampa WTS-IBSA entrò lentamente, ciò già dal 1928, nella clandestinità, mentre la persecuzione fisica nei riguardi dei singoli fedeli si concretizzò ampiamente a partire del 1934, con i primi provvedimenti di deportazione al confino di PS, ad inizio anno 1935, una dura persecuzione che si concluse solo nell'autunno del 1943, poco dopo la caduta del regime fascista.
Tuttavia lo spirito di profonda abnegazione per le attività pastorali e cultuali, poste in essere tra il 1925 e il 1930 in Italia, rimane oggi motivo di fierezza, intrepidezza e somma dignità, dimostrata in quegli anni dagli appartenenti al Movimento religioso.

PRESENTAZIONE II° VOLUME

L’autore, con questo suo lavoro, “Piccola Enciclopedia Storica sui Testimoni di Geova in Italia” ha voluto tracciare essenzialmente un percorso orientato verso un’unica precisa meta: dare riscontro, ampiezza e profondità, ai fatti che la cultura dell’uomo conserva sotto l’appello dell’antropologico e del tradizionale.

Picc.-encicl.-vol.2-325Tutta una materia, da sempre, per la quale bisogna lottare per attestarne la giusta e adeguata significazione. Lottare ieri, come oggi. E non si consideri questo mio dire un’esagerazione. La storia dei Testimoni di Geova è anche lotta contro sistemi totalitari per la libertà di culto e di religione e triste a dirsi anche contro chi il cristianesimo avrebbe dovuto professarlo.

Alcune vicende, anche se poco note, sulla persecuzione dei Testimoni di Geova sotto il regime fascista, presenti nell’archivio centrale dello stato, assumono un aspetto che non sorprende e inquieta. Dimostrano come l’uso strumentale e spregiudicato della disinformazione ha avuto ieri ed ha oggi, l’interesse a creare confusione influenzando negativamente le Autorità e a generare nell’opinione pubblica discriminazione e razzismo.

La ricerca dell’autore, più interessante e sulfurea, ci dà la possibilità di seguire una riflessione antropologica costruita per offrire una lettura organica della storia di questo gruppo religioso e dell’organizzazione sociale su cui è cresciuto.

Sulla base dell’indagine e della ricerca scrupolosa, il Pace ci dà uno strumento di lettura della diversità, individuale, sociale e cultuale di un gruppo, in origine piccolissimo, che ha saputo crearsi uno spazio non soltanto dove altri avevano fallito ma anche in territori vergini, dove gli autoctoni per la prima volta hanno potuto beneficiare del riscatto del Cristo.

La documentazione raccolta evidenzia la discriminazione e la persecuzione verso un gruppo che con spirito di abnegazione, in lungo e in largo ha fatto opera di proselitismo come mai nessuno aveva fatto dai tempi dell’apostolo Paolo. Un’opera d’istruzione e insegnamento che ha dato, in assoluto, il più alto tasso di accrescimento.

Questa Enciclopedia Storica, che può essere considerata punto di riferimento per ulteriori conoscenze, tratteggia delle novità storiche perlopiù sconosciute alle fonti ufficiali. Materiale inedito che risulta, alla luce di attente ricerche, d’importanza storiografica.

Analizzarne la natura e la storia vuol dire affrontare il problema della sua influenza sull’opinione pubblica. L’iniziale opera dei Testimoni di Geova non è stata mera illusione, semmai è da considerarsi una “rivoluzione” del cristianesimo che boccheggiava notevolmente sotto l’influsso della religione di Stato, “professata” dalla stragrande maggioranza degli italiani.

La Chiesa Cattolica ha agito come gruppo di pressione tendente a influenzare i poteri dello Stato, come ben evidenziato da Sergio Lariccia, Dottore in diritto canonico e Avvocato della Sacra Romana Rota in un suo studio sul pluralismo confessionale. Questa pressione, in parte palese, è stata esercitata non solo a danno dei Testimoni di Geova ma contro tutti i “protestanti” accusati di minare le convinzioni della Chiesa Cattolica, convinta di essere l’unica vera chiesa per ordinazione divina.

Lo smarrimento della vecchia religione, avrebbe dovuto lasciare spazio al diritto inalienabile della professione religiosa dei gruppi minori, nel ricordo di un’uguaglianza cristiana abbandonata, senza disagio dagli studiosi, dai teologi e dai giuristi i quali venendo meno alle loro riflessioni etico-religiose, decisero restare muti e ciechi. La storia sarebbe stata diversa e non sarebbe sfociata nelle sue fragili posizioni che ancora oggi sopravvivono.

Pertanto, leggendo il primo volume si rivisitano gli albori di una confessione religiosa in una società complessa come quella italiana che presentava grandi stratificazioni socio-religiose e poco orientata ad aperture che si affacciavano dal “nuovo mondo”.

Purtroppo va detto che la nuova proposta, inizialmente, di fatto, era debole, nonostante le buone intenzioni. Nel 1891, Charles Taze Russell, che soprintendeva all’attività mondiale di predicazione degli Studenti Biblici, visitò per la prima volta alcune città italiane. Egli stesso dovette ammettere che i risultati non erano stati esaltanti, e disse: “Non abbiamo visto nulla che ci incoraggi a sperare in qualche raccolta in Italia”.

Un approccio critico quello di Russell. Gli esiti, nel complesso, ebbe a scrivere, si rivelarono deludenti.

Partendo proprio da questa constatazione, il libro evidenzia l’assenza di un processo d’interazione tra la religione di appartenenza e quella di accoglienza, col forte rischio di sparizione.

Le cose cambiarono dopo la seconda guerra mondiale. Alcuni missionari dedicarono la loro attenzione alla “terra di vitelli”.

Le alte gerarchie vaticane chiesero al governo dell’epoca che fossero espulsi, come risulta da un carteggio rinvenuto negli archivi statali. Salvo rare eccezioni, i missionari dovettero lasciare il paese.

Nonostante gli ostacoli però, gli Studenti Biblici si resero visibili, conformi a quell’immagine che il “potere” della tradizione religiosa italiana non era disposta a concedere, tant’è che si ponevano l’accento e le loro diversità in forme sempre più decontestualizzate.

Il Pace, sulla scorta dell’ordine cronologico che ha voluto favorire nell’offrire quest’opera, stralci di documenti considerati “rari e introvabili”. Non si tratta di semplici citazioni ma di varie annotazioni sempre più particolareggiate, sempre più esito di attente e appassionate ricerche e catalogazioni che hanno richiesto anni di studi e impegno.

Gli attenti lettori, probabilmente vi troveranno alcune inevitabili ripetizioni concettuali pur se espressi in contesti diversi ma sempre col taglio fenomenologico. Inoltre l’autore ha mantenuto il più possibile intatte le citazioni per salvaguardarne il valore storico per evitare strumentalizzazioni da parte di revisionisti senza scrupoli.

Un’opera affidabile per il materiale contenuto che anche allo studioso non lascia sbavature o sbiadite pagine di un passato senza storia.

È chiaro dunque per tutto questo che per Emanuele Pace, il suo lavoro non è un’avventura o un capriccio, ma la realizzazione di un progetto capace di parlare e di farsi ascoltare.

Non sarà “una voce nel deserto” ma sarà un documento d’inestimabile valore utile soprattutto alle generazioni a venire.

Una cosa è certa, l’autore non si pone sullo “scranno del giudice”, ma un giudice che intende valutare attentamente le fonti, prima di acquisirle a piene mani. Una riprova, questa, di un Pace studioso oltre il limite del ricercatore/raccoglitore.

Dott. Christian E. Maccarone
Presidente del Centro Studi Storico-Sociali Siciliani
Tourcoing (F) 24 settembre 2012

INDICE II° VOLUME

CAPITOLO V
1925 un anno di speciale attività e l’inizio della repressione fascista (1925) - La prima importante visita pastorale - Milano - Vicenza - Udine - Porto Sant’Elpidio (AP) - Ofena (AQ) - Pratola Peligna (AQ) - Ortona (CH) - Lentella (CH) - Cerignola (FG) - Bernalda (MT) - Messina - Floridia (SR) - Canicattini Bagni (SR) - Siculiana (AG) - Alimena (PA) - Napoli - Roma - Marradi – Firenze (FI) - Savona (SV) - Torino - Reazione positiva alla visita pastorale - Commemorazione – 8 aprile 1925 - La prima assemblea degli Studenti Biblici in Italia - La stampa WTS-IBSA e la sua distribuzione in Italia - Inizio delle vessazioni fasciste contro gli Studenti Biblici .Primo arresto di due Studenti Biblici – 22 settembre 1925 - Primo rapporto ufficiale WTS di servizio degli Studenti Biblici - Rientri degli Studenti Biblici in Italia – 1925 - Note

CAPITOLO VI
Fine dell’opera colportrice in Italia (1926) - Restrizioni per gli Studenti Biblici in Italia - Roseto degli Abruzzi una prima indagine - Le Leggi “fascistissime” 1925-1927 - Il Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato - Il confino di P.S. – “La villeggiatura” - Riorganizzazione dei vertici di P.S. - L’ Ovra, espressione di Bocchini, volontà di Mussolini - Il Casellario Politico Centrale - Opera nazionale balilla
Ultime esperienze e fine nell’opera evangelizzatrice organizzata - Rapporto commemorazione 1926
Rapporto generale sulla commemorazione delle classi di lingua italiana negli Usa – 1926 - Rapporto annuale del servizio in Italia – 1926 - Rapporto nel campo di lingua italiana negli Usa - 1926 - Rapporto Annuario WTS inglese 1927 - Rientri di Studenti Biblici in Italia – 1926 - Note

CAPITOLO VII
Le autorità centrali dello Stato totalitario ostili alla stampa WTS-IBSA (1927) - Rosselli E. Olimpio - Aprile 1927 – Autorizzazione negata sequestro stampa - Perquisizione nell’Ufficio filiale WTS a Pinerolo - Indagini in Italia - Indagini negli Usa - Rapporto Annuario WTS inglese 1928 - Rientri di Studenti Biblici in Italia – 1927 - Note

CAPITOLO VIII
Dentro la repressione la censura della stampa WTS-IBSA (1928) - Sequestri della stampa WTS-IBSA - Sequestro nell’ufficio Poste Ferrovia di Bologna - Rapporto sull’IBSA - Diffidato il responsabile italiano WTS Cuminetti Remigio - Divieto d’introduzione della stampa WTS-IBSA in Italia - Bando della rivista La Torre di Guardia - 1° dicembre 1928 la prima grande indagine - Rapporto Annuario WTS inglese 1929 - Note


CAPITOLO IX
Dalla repressione alla persecuzione (1929) - La chiesa cattolica strumento di Governo - I “Culti Ammessi” - Dalla repressione alla persecuzione - 1° maggio 1929 la seconda grande indagine - 24 maggio 1929 la terza grande indagine - Sequestro elenco abbonati anno 1929 - 1° novembre 1929 la quarta grande indagine - Rapporto Annuario WTS inglese 1930 - Note

CAPITOLO X
Indicazioni dal Dipartimento italiano WTS (1930) - 18 febbraio 1930 la quinta grande inchiesta - Indicazioni dal Dipartimento italiano WTS - 1930 rientri di Studenti Biblici - Le adesioni agli Studenti Biblici dal 1925 al 1930 - Rapporto Annuario WTS inglese 1931 - Note

CAPITOLO XI
La Stampa WTS-IBSA, in Italia (1925-1930) - Note

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11 SETTEMBRE - IL GIORNO CHE CAMBIÒ LA STORIA-Menzogne, lacune, opere e omissioni


RETROCOPERTINA

Alle 8.47 dell'11 settembre 2001 gli Stati Uniti stavano vivendo una giornata come le altre. Nessuno poteva prevedere che, un minuto dopo, l'astronomo la storia avrebbe il re Mida irrimediabilmente cambiato il suo corso.

Chi ha scatenato quell'inferno? E perché?

A ridosso dell'11 settembre, i nomi e i volti dei colpevoli vennero dati in pasto alla stampa e all'opinione pubblica in fretta, troppo in fretta. Come prova, vennero addosso di documenti d'identità - completamente integri - dei presunti dirottatori, dopo un disastro del tale non si salvarono nemmeno le scatole nere degli aerei.

Un aereo si schiantò sul Pentagono alle autorità americane non hanno mai presentato al pubblico una sola immagine dell'aereo che si è che si avvicinavano al quartier generale della difesa americana.
Che sia solo un'incredibile coincidenza il fatto che i militari americani stessero predisponendo piani di guerra contro l'Afghanistan già da mesi prima degli attentati dell'11 settembre? Che sia solo una sorprendente casualità il fatto che i Torri siano crollate verticalmente, come solo gli edifici demoliti in maniera controllata e con una accurata pianificazione riescono a fare? E che sia quasi un miracolo il fatto che dietro a tanta amata macabra precisione, ci sia un uomo in dialisi che impartisce ordini da una caverna a agfana?
Tante, troppe cose non tornano sin dall'inizio. Ed è per questo che, negli anni, scienziati, giornalisti attivisti hanno vagliato ogni lacuna è incongruenza, giungendo a nuove sorprendenti rivelazioni che qui vengono riproposte e riassunte per fornire una cronica generale e completa di una tragedia annunciata.


INTRODUZIONE

Tutto è accaduto in un lampo. Diciannove kamikaze in azione. Aerei carichi di passeggeri trasformati in bombe volanti. New York in fiamme. Le Torri Gemelle sbriciolate. Migliaia di vite cancellate. Il Pentagono colpito. L'uomo più potente del mondo rinchiuso sull' Air Force One. Washington nel caos. Una nazione sotto attacco.
Neanche Hollywood aveva osato tanto immaginando un drappello di mujaheddin che, indisturbato, pugnala al cuore i simboli del potere finanziario e militare dell'unica superpotenza planetaria. Eppure, incollati alle tv, abbiamo visto e rivisto il trailer di quel maledetto martedì di settembre. Le torri sono crollate non una, mille volte. Mezzo mondo ha assistito in tempo reale "alla più grande e sanguinosa operazione di marketing mai inventata"1 , perché chi ha scagliato gli aerei contro le torri "sapeva che ad attenderli c'erano anche gli occhi delle telecamere, e che a nulla o a poco sarebbe servita la distruzione materiale di un pezzo di New York se non si fosse trasformato in uno shock visivo di massa".2
In quei giorni fatali - con altrettanta perizia scenografica - abbiamo anche visto e sentito il comandante in Capo di una nazione ferita, George W. Bush, annunciare con retorica marziale 1'avvio di una guerra infinita per sconfiggere i nuovi nemici: "vogliamo fare giustizia contro tutti i terroristi e chiunque li sostiene e li protegge ovunque nel mondo. L'America è un paese paziente, per riuscirci siamo pronti ad aspettare una settimana, un mese, un anno o, se servirà, anche dieci anni"3 E dal quel giorno la guerra è tra noi: il terrorismo islamico ha soppiantato il comunismo in agonia.

IL TRUST DELL'INFORMAZIONE

Se è vero che non c'è mai stata guerra senza propaganda, l'11 settembre abbiamo anche visto mettersi in moto un gigantesco trust informativo che si è subito incaricato di cancellare qualsiasi dubbio su chi potesse essere il mandante dell' offensiva terroristica. Il leitmotiv: è stato Osama bin Laden, solo il miliardario saudita può aver fatto tutto questo dal suo nascondiglio afghano. Solo lui dispone di un'organizzazione così oliata e spietata e lo ha già dimostrato con le stragi in Africa nel 1998.4 Punto e basta.
Una stampa che avesse fatto semplicemente il proprio mestiere, avrebbe dovuto sollevare anzitutto una serie di interrogativi elementari. Per esempio: i terroristi hanno colpito da soli o qualcuno - un regime, un servizio segreto straniero - li ha aiutati? Oppure, hanno agito magari per conto terzi? Hanno goduto di complicità interne? Nondimeno, altri quesiti avrebbero dovuto accompagnare la cronaca di quelle ore. A partire dal collasso della Difesa Aerea. Perché nelle due ore in cui i quattro jet dirottati rimasero in volo nemmeno un caccia riuscì a intercettarli? Perché l'aereo precipitato in Pennsylvania presenta rottami sparsi su un territorio così vasto? È forse esploso in volo? E chi o che cosa lo avrebbe fatto esplodere? E ancora, come hanno fatto CIA e FBI a presentare la lista dei 19 kamikaze in meno di 72 ore dai fatti, visto che nessun nome sospetto risultava dalla lista dei passeggeri? Per non parlare delle relazioni pericolose fra le famiglie Bush e Bin Laden, da anni assieme in affari, o della non meno ingombrante joint-venture fra lo sceicco del terrore e la CIA, intrecciata dai tempi dell'invasione sovietica in Afghanistan.
Domande forse troppo scomode da far digerire a una opinione pubblica impaurita e in preda a pulsioni di vendetta. Ma quello che forse ha destato maggiore stupore nell'atteggiamento dell'informazione all'indomani delle stragi è stato il trattamento riservato al Presidente degli Stati Uniti. Prima dell'l1 settembre l'inquilino della Casa Bianca veniva in genere descritto come un politico scialbo, un figlio di papà, la pecora nera della famiglia, eletto, per giunta, in modo politicamente dubbio. Nei commenti del giorno dopo gli attentati, la pecora si trasforma d'incanto nel "leone di Manhattan"5, il figlio di papà nel "condottiero di 280 milioni di americani.6

Lodi che raggiungono i toni del tripudio quando, il 14 settembre, Bush salendo sulle macerie delle Twin Towers, con un megafono in mano, incita pompieri e soccorritori che rispondono galvanizzati intonando il memorabile: "Usa, Usa, Usa". Fred Barnes, su "Fox Tv", definirà quella giornata come una svolta storica: "è stato magnifico; credo che Bush sia veramente diventato un Presidente di guerra".7 Uno spettacolo mortificante. Neanche le gaffe commesse seguendo le indagini sulla strage di Oklahoma City8 hanno spinto la stampa ad adottare una maggiore cautela nell'additare subito un colpevole; nel 1995 quando saltò in aria il palazzo federale nella capitale dello Stato dell'Oklahoma subito "si scatenò la caccia all'arabo per poi scoprire che il responsabile era un estremista di destra americano e bianco".9 Anche in quella occasione, è utile ricordarlo, il grosso dell'informazione si compiacque di mettere alla gogna il bombarolo solitario Timothy Mcveigh?10 , evitando con cura di scavare alla ricerca di complicità e mandanti.


LA SVOLTA

I coperchi sono saltati nel 2002, quando il giornalista francese Thierry Meyssan manda alle stampe L'effroyable imposture. Si tratta di un libro-inchiesta con cui 1'autore smonta pezzo per pezzo la ricostruzione ufficiale dei fatti, svelandola per quello che a suo dire è un' incredibile menzogna. La tesi portante sostiene che sul Pentagono non si sia schiantato nessun aereo, ma piuttosto, probabilmente, un missile e che dietro all'11/9 si celino militari statunitensi di estrema destra. Il libro di Meyssan ha rapidamente scalato le classifiche dei libri più venduti. Il resto lo ha fatto il Web dove è divampato il dibattito. Secondo le statistiche rilasciate dal Departement of Homeland Security, nel giugno del 2005 erano oltre 3.000 i documenti pubblicati nel mondo a favore o contro la tesi dichiarata dal giornalista.
Le teorie di Meyssan, seppure discutibili, hanno avuto il merito di funzionare da apripista. Da allora coloro che cercavano di comprendere le omissioni, subito battezzati complottisti nel tentativo di screditarli, si sono riuniti in convegni, hanno realizzato una decina di documentari, scritto oltre 3.000 fra libri e saggi. Nella primavera del 2005 il film-inchiesta Loose Change, considerato la bibbia della informazione indipendente sugli attentati, diventa il file più scaricato sulla Rete. A oggi sono oltre 17 milioni i siti che, a vario titolo, si occupano degli attacchi dell'11 settembre. Un americano su tre è convinto che il Governo abbia a che fare con gli attentati. La versione ufficiale non convince. La sensazione è che manchino ancora troppi tasselli per mettere insieme un quadro credibile di quanto è accaduto nei cieli sopra New York e Washington. Indizi, sospetti, contraddizioni, manipolazioni sono così finiti sotto la lente d'ingrandimento di centinaia di ricercatori indipendenti, accademici, operatori dell'informazione, senza trascurare l'incalzante attività esercitata dalle associazione dei parenti delle vittime nell'inchiodare alle proprie responsabilità la Casa Bianca.

SULLE SCENE DEL CRIMINE

Lo scopo di questo lavoro sarà essenzialmente quello di selezionare l'enorme mole di contro-prove accumulatesi in 6 anni di indagini indipendenti. Si tenterà di tracciare una mappa ragionata d'elle contro-inchieste più accreditate, escludendo le ipotesi apparentemente più improbabili.
Torneremo sulle scene del crimine. per riesaminare punto per punto verità e bugie che circondano un massacro così mostruoso che ha aspetti così tanto inattendibili.
Incomprensibile che due grattacieli alti più di 400 metri in acciaio siano crollati a causa dei danni subiti e degli incendi divampati. Inspiegabile che a distanza di 7 ore, anche il WTC 7 si sia accartocciato su se stesso come le Twin Towers, senza che nulla l'avesse colpito. Improbabile che un boeing alto 14 metri e largo 38 abbia provocato solo uno squarcio di 6 metri nel muro del Pentagono.
Inammissibile che 19 aspiranti kamikaze abbiano potuto frequentare scuole di volo e circolare impunemente per anni negli Stati Uniti. Queste sono solo alcune delle lacune più vistose che esamineremo mettendo insieme dati, circostanze e testimonianze dirette.
Ripercorreremo le rotte e le tempistiche dei voli aerei 11, 175,77 e 93. Vaglieremo le ragioni della mancata risposta della difesa aerea, soffermandoci anche sul ruolo giocato dalle esercitazioni militari che ebbero luogo in quelle stesse ore. Si procederà analizzando da vicino la meccanica dei crolli del WTC e del grattacielo numero 7. L'attenzione poi si sposterà su quello che è stato ribattezzato il mistero del Pentagono.
Passeremo ai raggi X la vita dei presunti dirottatori. Accenneremo anche alla storia di Zacarias Moussaoui, l'unico imputato condannato negli Stati Uniti. Metteremo in risalto le omissioni e le manipolazioni che hanno contrassegnato i lavori e le conclusioni della 9/11 Commissiono In una sezione verranno documentati i fiaschi e le negligenze addebitati alle agenzie d'intelligence.
La figura di Osama bin Laden sarà al centro di una riflessione sui legami fra politica, affari e servizi segreti che fanno da sfondo all'intera vicenda dell'11 settembre. Infine, questo libro affronterà una vicenda solo apparentemente slegata alle stragi: le abnormi oltre che insolite speculazioni finanziarie effettuate nei giorni precedenti gli attacchi, che peraltro hanno messo a nudo il cinismo e la spregiudicatezza di poteri più o meno occulti che si annidano nel ventre dell' America.
"Se l'assassinio Kennedy è ancora un mistero circondato da menzogne, l'11 settembre è ancora un insieme di menzogne, circondate dal mistero.11

NOTE


1. "Buon 11 settembre" di Alessandro Ribecchi, Il manifesto, 10 settembre 2006.
2. Barlozzetti Guido, L'evento puro in Eventi e riti della televisione dalla Guerra del Golfo alle Twin Towers, Milano, Franco Angeli, 2003.
3. George W. Bush.
4. 7 agosto 1998 attentati contro le ambasciate americane di Nairobi e Dar Es-Salam.
5. "La nuova voce del Presidente" di Vittorio Zucconi, la Repubblica, 12 ottobre 2001.
6. "Bush trascina l'America" di Vittorio Zucconì, la Repubblica, 22 settembre 2001.
7. Eric Klinenberg, I danni della diretta permanente.
8. 19 aprile 1995 un'autobomba contenente circa 2.300 chili di esplosivo viene fatta esplodere ad Oklahoma City davanti al palazzo che ospita gli uffici dell'FB!. L'attentato costa la vita a 168 persone.
9. "Solo Bin Laden può aver fatto tutto questo" di Guido Olimpio, Corriere della sera, 12 settembre 2001.
10. Timothy McVeigh, un 27enne ex veterano della Guerra del Golfo affiliato ad alcuni gruppi neonazisti.
11. Laurent Eric, La verità nascosta sull'11 settembre, Milano, Baldini Castoldi Dalai, 2004.

INDICE

Introduzione
Il trust dell'informazione
La svolta
Sulle scene del crimine

Capitolo 1 - Cronaca di una tragedia annunciata
Unità Able Ranger: soppressa
Avvertimenti
Progetto Bojinka
Praga
Lezioni di volo
I preparativi
Tra Corano e vodka
L'uomo con la valigia
Nome in codice Penttborn

Capitolo 2 - Legami pericolosi
I suoi primi cinquant' anni
Il combattente per la libertà
Goldfinger
Affari di famiglia

Capitolo 3 - Speculazioni criminali
La pista

Capitolo 4 - Il crack della difesa aerea
Procedure standard
Intercettazioni di routine
Due cronologie in cambio di una
Una cronologia nuova di zecca e un volo fantasma
Depistaggi?

Capitolo 5 - War games
Vigilant Guardian e Northern Vigilance
Caccia spediti altrove, falsi segnali nei radar e voli fantasma
Mastermind

Capitolo 6 - Il volo AA11
L'orario del dirottamento
L'aviazione civile prende tempo troppo
Il decollo dei caccia

Capitolo 7 - Il volo UA175
Disorganizzazione o caos organizzato?

Capitolo 8 - Il Pentagono: vero come la finzione
Perdere un boeing nei cieli più sorvegliati del mondo
Due verità e troppe bugie
La base più lontana
Il bunker
Il fortino
L'impatto "ufficiale"
"Pilots for 911 Truth"
Controdeduzioni
Il terzo foro
Pali e bobine
Turbolenze pericolose
"Non sapeva proprio volare"
L'unica facciata in via di ristrutturazione e sernivuota
Rottami
Testimionianze
A nord della stazione di benzina Citgo
I video
Comuni passeggeri?
Autopsie

Capitolo 9 - Il volo UA93
La ricostruzione ufficiale dei fatti
L'aereo è rimasto sotto il controllo dei dirottatori
L'ora ufficiale dello schianto
Le telefonate
La buca vuota
Spargimento di rottami
L'aereo bianco 148
Il fungo e la foto
Il rebus delle testimonianze

Capitolo 10 - Il crollo delle Torri
Gli impatti
Teoria ufficiale
Crolli o esplosioni?
Esplosioni
Pozze di acciaio fuso
Don't panic, stay where you are
Gas e mascherine
Il crollo della terza torre
Tirarlo giù
Una questione di polizze

Appendice I Documenti fotografici

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1 - PICCOLA ENCICLOPEDIA STORICA SUI TESTIMONI DI GEOVA - VOL. I - 1891 ÷ 1924


RETROCOPERTINAI° VOLUME

E' una rara ed originale storia del movimento religioso i Testimoni di Geova, dalla loro primissima presenza in Italia, quali Studenti Biblici, fino all'inizio degli anni sessanta dell'immediato secondo dopoguerra, riproposto e raccolto in più volumi, nella Piccola Enciclopedia Storica sui Testimoni di Geova in Italia.
In questo primo volume si andrà a descrivere, dall'anno 1891 e fino all'anno 1924, con specifici dettagli ed inediti particolari, quella poco nota e troppo spesso confusa storia sui Testimoni di Geova in Italia, i quali, dal 1903, in circa un quarto di secolo, hanno tracciato con estrema fatica nella nazione.
Quello che maggiormente colpisce oggi l'osservatore, è il rapido sviluppo e il rilevante interesse che la fede dei Testimoni di Geova ha avuto per molte persone nel nostro paese. Tuttavia essi ignorano la vera e reale storia del movimento, nel contesto socio-culturale italiano.
Con questo primo volume, si inizia gradualmente a descrivere, tracciare e ripercorrere fatti storici, alcuni noti, altri completamente sconosciuti, che hanno animato la fede e la crescita numerica dei Testimoni di Geova nella nazione.
Nel successivo secondo volume, che abbraccerà un periodo di anni tra il 1925 e il 1932, si approfondirà la storia di umili credenti e di come, nella fase pastorale, si cercò di aiutarli nella dottrina.
Ma, si scriverà anche, del completo declino dell'opera di evangelizzazione, iniziata nel 1923 e conclusasi nel 1926, a motivo dell'inizio della forte avversione delle autorità del regime fascista verso i credenti di questo movimento, che sfociò in repressione della loro letteratura nel 1927-1928, per poi avviare nel 1929 il corso di una drammatica fase persecutoria.
Ricche saranno, nel secondo volume, le notizie sui fatti intercorsi tra il 1925-1932 e di come lo Stato totalitario, considerò sia la fede che il credente Testimone di Geova nella nazione.
I volumi presenteranno dei fatti reali e ben documentati, notizie che hanno carat-terizzato quell'impegno di fede dei primi Testimoni di Geova in Italia e per oltre 50 anni, circa i loro risultati in termini di raccolta che, solo successivamente, dopo il 1950, porterà all'affermazione numerica del gruppo religioso nella nazione, noto oggi come: Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova.

PRESENTAZIONE I° VOLUME

L’autore, con questo suo primo lavoro, “Piccola Enciclopedia Storica sui Testimoni di Geova in Italia” ha voluto tracciare essenzialmente un percorso orientato verso un’unica precisa meta: dare riscontro, ampiezza e profondità, ai fatti che la cultura dell’uomo conserva sotto l’appello dell’antropologico e del tradizionale.

Picc. encic.vol.1 325Tutta una materia, da sempre, per la quale bisogna lottare per attestarne la giusta e adeguata significazione. Lottare ieri, come oggi. E non si consideri questo mio dire un’esagerazione. La storia dei Testimoni di Geova è anche lotta contro sistemi totalitari per la libertà di culto e di religione e triste a dirsi anche contro chi il cristianesimo avrebbe dovuto professarlo.

Alcune vicende, anche se poco note, sulla persecuzione dei Testimoni di Geova sotto il regime fascista, presenti nell’archivio centrale dello stato, assumono un aspetto che non sorprende e inquieta. Dimostrano come l’uso strumentale e spregiudicato della disinformazione ha avuto ieri ed ha oggi, l’interesse a creare confusione influenzando negativamente le Autorità e a generare nell’opinione pubblica discriminazione e razzismo.

La ricerca dell’autore, più interessante e sulfurea, ci dà la possibilità di seguire una riflessione antropologica costruita per offrire una lettura organica della storia di questo gruppo religioso e dell’organizzazione sociale su cui è cresciuto.

Sulla base dell’indagine e della ricerca scrupolosa, il Pace ci dà uno strumento di lettura della diversità, individuale, sociale e cultuale di un gruppo, in origine piccolissimo, che ha saputo crearsi uno spazio non soltanto dove altri avevano fallito ma anche in territori vergini, dove gli autoctoni per la prima volta hanno potuto beneficiare del riscatto del Cristo.

La documentazione raccolta evidenzia la discriminazione e la persecuzione verso un gruppo che con spirito di abnegazione, in lungo e in largo ha fatto opera di proselitismo come mai nessuno aveva fatto dai tempi dell’apostolo Paolo. Un’opera d’istruzione e insegnamento che ha dato, in assoluto, il più alto tasso di accrescimento.

Questa Enciclopedia Storica, che può essere considerata punto di riferimento per ulteriori conoscenze, tratteggia delle novità storiche perlopiù sconosciute alle fonti ufficiali. Materiale inedito che risulta, alla luce di attente ricerche, d’importanza storiografica.

Analizzarne la natura e la storia vuol dire affrontare il problema della sua influenza sull’opinione pubblica. L’iniziale opera dei Testimoni di Geova non è stata mera illusione, semmai è da considerarsi una “rivoluzione” del cristianesimo che boccheggiava notevolmente sotto l’influsso della religione di Stato, “professata” dalla stragrande maggioranza degli italiani.

La Chiesa Cattolica ha agito come gruppo di pressione tendente a influenzare i poteri dello Stato, come ben evidenziato da Sergio Lariccia, Dottore in diritto canonico e Avvocato della Sacra Romana Rota in un suo studio sul pluralismo confessionale. Questa pressione, in parte palese, è stata esercitata non solo a danno dei Testimoni di Geova ma contro tutti i “protestanti” accusati di minare le convinzioni della Chiesa Cattolica, convinta di essere l’unica vera chiesa per ordinazione divina.

Lo smarrimento della vecchia religione, avrebbe dovuto lasciare spazio al diritto inalienabile della professione religiosa dei gruppi minori, nel ricordo di un’uguaglianza cristiana abbandonata, senza disagio dagli studiosi, dai teologi e dai giuristi i quali venendo meno alle loro riflessioni etico-religiose, decisero restare muti e ciechi. La storia sarebbe stata diversa e non sarebbe sfociata nelle sue fragili posizioni che ancora oggi sopravvivono.

Pertanto, leggendo il primo volume si rivisitano gli albori di una confessione religiosa in una società complessa come quella italiana che presentava grandi stratificazioni socio-religiose e poco orientata ad aperture che si affacciavano dal “nuovo mondo”.

Purtroppo va detto che la nuova proposta, inizialmente, di fatto, era debole, nonostante le buone intenzioni. Nel 1891, Charles Taze Russell, che soprintendeva all’attività mondiale di predicazione degli Studenti Biblici, visitò per la prima volta alcune città italiane. Egli stesso dovette ammettere che i risultati non erano stati esaltanti, e disse: “Non abbiamo visto nulla che ci incoraggi a sperare in qualche raccolta in Italia”.

Un approccio critico quello di Russell. Gli esiti, nel complesso, ebbe a scrivere, si rivelarono deludenti.

Partendo proprio da questa constatazione, il libro evidenzia l’assenza di un processo d’interazione tra la religione di appartenenza e quella di accoglienza, col forte rischio di sparizione.

Le cose cambiarono dopo la seconda guerra mondiale. Alcuni missionari dedicarono la loro attenzione alla “terra di vitelli”.

Le alte gerarchie vaticane chiesero al governo dell’epoca che fossero espulsi, come risulta da un carteggio rinvenuto negli archivi statali. Salvo rare eccezioni, i missionari dovettero lasciare il paese.

Nonostante gli ostacoli però, gli Studenti Biblici si resero visibili, conformi a quell’immagine che il “potere” della tradizione religiosa italiana non era disposta a concedere, tant’è che si ponevano l’accento e le loro diversità in forme sempre più decontestualizzate.

Il Pace, sulla scorta dell’ordine cronologico che ha voluto favorire nell’offrire quest’opera, stralci di documenti considerati “rari e introvabili”. Non si tratta di semplici citazioni ma di varie annotazioni sempre più particolareggiate, sempre più esito di attente e appassionate ricerche e catalogazioni che hanno richiesto anni di studi e impegno.

Gli attenti lettori, probabilmente vi troveranno alcune inevitabili ripetizioni concettuali pur se espressi in contesti diversi ma sempre col taglio fenomenologico. Inoltre l’autore ha mantenuto il più possibile intatte le citazioni per salvaguardarne il valore storico per evitare strumentalizzazioni da parte di revisionisti senza scrupoli.

Un’opera affidabile per il materiale contenuto che anche allo studioso non lascia sbavature o sbiadite pagine di un passato senza storia.

È chiaro dunque per tutto questo che per Emanuele Pace, il suo lavoro non è un’avventura o un capriccio, ma la realizzazione di un progetto capace di parlare e di farsi ascoltare.

Non sarà “una voce nel deserto” ma sarà un documento d’inestimabile valore utile soprattutto alle generazioni a venire.

Una cosa è certa, l’autore non si pone sullo “scranno del giudice”, ma un giudice che intende valutare attentamente le fonti, prima di acquisirle a piene mani. Una riprova, questa, di un Pace studioso oltre il limite del ricercatore/raccoglitore.

Dott. Christian E. Maccarone
Presidente del Centro Studi Storico-Sociali Siciliani
Tourcoing (F) 24 settembre 2012

AI LETTORI

Senza mezzi termini, il docente definì il mio materiale pubblicato su

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VIVERE MEGLIO PIU' A LUNGO - Gli straordinari benefici delle sostanze antiossidanti naturali

RETROCOPERTINA

Le OPC (proantocianidine oligomeriche) sono tra le antagoniste dei radicali liberi più potenti e promettenti note alla scienza moderna. Si tratta in realtà di una famiglia di antiossidanti, presenti nei vinaccioli, nel vino rosso e nella corteccia del pino marittimo francese, molto più potenti delle vitamine C ed E da tempo considerate antiossidanti di altissimo livello. La forza unica delle OPC deriva dalla capacità di riciclare la vitamina C, di salvare la vitamina E dall’ossidazione e di estinguere una gamma di radicali liberi più ampia rispetto alla maggior parte degli altri antiossidanti.
Studi scientifici hanno dimostrato la capacità delle OPC di ridurre il rischio di malattie cardiovascolari, cancro, diabete, artrite, perdita di memoria e persino disfunzione erettile. Anche se queste malattie possono sembrare non correlate, il loro tratto comune è un livello inadeguato di antiossidanti.
Questo libro spiega in che modo i radicali liberi provocano le malattie, offrendo un'analisi approfondita delle miriadi di benefici teraupetici offerti da questi potentissimi antiossidanti nella lotto contro le malattie killer dei nostri tempi e nella protezione dei miliardi di cellule che compongono il nostro corpo.

INDICE

Introduzione

Capitolo 1 - la battaglia della salute: OPC e malattie causate dai radicali liberi
Prime scoperte su radicali liberi e antiossidanti
Danni da radicali liberi
Antiossidanti
Bioflavonoidi
Proantocianidine
Proantocianidine oligomeriche (OPC)
Sinergia tra le OPC
Sinergia delle OPC con altri antiossidanti
Un antiossidante unico con significativi benefici per la salute

Capitolo 2 - Protezione del cuore e della circolazione
Prime ricerche su patologie cardiache e antiossidanti
Radicali liberi e patologie cardiache
OPC, flusso del sangue e vasi sanguigni
OPC e pressione sanguigna
OPC ed effetti nocivi della pressione alta
OPC e infiammazioni delle arterie
OPC e buona circolazione sanguigna
OPC e salute e benessere generali del cuore
Estratto di vinacciolo e salute del cuore
Estratto di vino rosso e salute del cuore

Capitolo 3 - Riduzione del rischio di cancro
Radicali liberi e cancro
OPC e prevenzione del cancro
Estratto di vinacciolo contro il cancro
Estratto di vino rosso contro le cellule cancerose
Il mirtillo contro i meccanismi del cancro

Capitolo 4 - Rallentamento del processo di invecchiamento
Radicali liberi e invecchiamento
I benefici anti-età delle OPC
Estratto di vino rosso e invecchiamento

Capitolo 5 - Salute e gioventù della pelle
Radicali liberi e invecchiamento della pelle
Altri benefici delle ope per la pelle

Capitolo 6 - Salute delle vene
OPC e salute dei capillari
OPC e sintomi dell'insufficienza venosa cronica
OPC e coaguli venosi

Capitolo 7 - Salute degli occhi
OPC: i risultati "saltano all'occhio"
Mirtillo e visione notturna

Capitolo 8 - Protezione da patologie non legate all'invecchiamento
OPC e diabete
OPC e artrite
OPC e asma
OPC e funzione sessuale, fertilità, sindrome premestruale e disturbi mestruali
OPC e memoria
Vivere meglio, più a lungo

Capitolo 9 - Allergie
La reazione allergica
OPC e allergie

Capitolo 10 - Sindrome da deficit di attenzione e iperattività
Capire l'ADD
Non solo bambini
Problemi terapeutici
Picnogenolo e ADD
Brani tratti dagli studi sull'ADD

Conclusione

Bibliografia

Indice analitico

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SCIE CHIMICHE E SIGNOREGGIO - "Un diabolico piano per ammalare e affamare il mondo + La truffa del debito pubblico

2 VIDEO ILLUMINANTI
IN UN UNICO DVD

scie-chimiche-280
Un diabolico piano per ammalare ed affamare il mondo con la compiacenza ed il silenzio di chi ci governa

signoreggio
La truffa del debito pubblico italiano: un popolo di schiavi senza catene al servizio di una ristretta elite bancaria


Best before 2012

di Eugenio Benetazzo

Siete tutti presi dalla preoccupazione dovuta al rialzo dei tassi di interesse e del possibile inasprimento del conflitto militare tra Israele e il Libano, ma nel nostro imminente futuro qualcosa di più nefasto ed apocalittico aspetta il genere umano con il suo be- nessere e certezze costruite.
E su cosa sono costruiti questo benessere e queste certezze? Su quello straordinario fluido nero che abbiamo chiamato petrolio che ha consentito alla civilità umana di prosperare ed evolversi con una fenomenologia sorprendente senza precedenti storici.
Pochi sono a conoscenza del fatto che tra il 2001 ed il 2004 si è con molta probabilità raggiunto quello che i geofisici chiamano il picco di produzione mondiale del petrolio. Con questo termine si individua un momento storico della civiltà umana alquanto buio e drammatico: per la prima volta dopo circa un secolo dalla nascita dell' era petrolifera, la quantità estratta ed offerta dai Paesi OPEC e NON-OPEC non è più in grado di soddisfare la domanda complessiva dei Paesi industrializzati, creando un deficit giornaliero di circa 2/3 milioni di barili al giorno (destinati a crescere esponenzialmente anno dopo anno).
La presenza di questo deficit quotidiano di qualche milione di barili lo paghiamo già da alcuni anni con il lento e progressivo rialzo del greggio che nei prossimi trimestri è destinato a varcare la soglia dei 90 USD: scordatevi di rivedere in futuro il petrolio sotto i 50 USD. A compromettere ulteriormente lo scenario mondiale ci hanno pensato anche Cina ed India, che svegliati da un lungo letargo ancestrale, hanno completamente modificato il fabbisogno di approvvigionamento mondiale di greggio.
Attenzione, evitiamo di fare confusione: il petrolio non sta terminando dal punto di vista quantitativo, si sta semplicemente esaurendo nella sua migliore consistenza qualitativa. Quello che infatti viene volgarmente chiamato petrolio e che estrattivamente parlando viene indicato con il termine LCO (light crude oil), indentifica una convenzionale qualità di greggio priva di zolfo e' molto fluida: talicaratterisitiche lo rendono pertanto molto facile da estrarre e raffinare. Questo tipo di greggio costituisce solitamente il 35/40% di ogni giacimento: il restante è composto da petrolio pesante (ricco di zolfo), bitumi e sabbie oleose (oli sands). Si sta esaurendo il greggio leggero, quello che 140 raffinerie su 150 in tutto il mondo sono in grado di poter raffinare.
Questo tipo di greggio è quello tra l'altro più redditizio industrialmente parlando, mentre il rimanente è addirittura antieconomico, il che significa che si spenderebbe più denaro ad estrarlo e raffinarlo di quanto se ne potrebbe ottenere dal suo usuale sfruttamento.
La maggior parte di noi è abituata a pensare che una carenza di greggio sui mercati comporti, per esempio, un minore ricorso all'utilizzo dei mezzi automobilistici, un po' quello che avvenne durante le due crisi petrolifere del '73 e del '79. Peccato però che quei due momenti di contrazione dell' offerta petrolifera avevano natura politica e non strutturale come oggi.
Dobbiamo immaginare il sistema economico mondiale come un organismo umano: per il primo, il petrolio è come l'acqua per il secondo, perciò di importanza vitale. Un essere umano è composto per circa il 70% di acqua, quindi circa 50 litri su una corporatura media di 70 kg. Per soccombere non è necessario perdere tutti i 50 litri di acqua, ma è sufficiente una mancanza del 5%, quindi poco meno di 3 litri, per far collassare e morire l'organismo in seguito a disidratazione.
Il sistema economico mondiale è analogamente uguale: per collassare se stesso è sufficiente che venga a mancare appena un 5% della sua linfa vitale: il petrolio. Preparatevi perciò a LATOC ovvero alla Life After The Oil Crash, un impensabile ridimensionamento e trasformazione della vita umana per come siamo abituati a concepirla.
L'utilizzo dei mezzi automobilistici per trasportare merci e persone è in realtà un problema secondario in quanto la prima area di attività umana profondamente modificata sarà l'attività agroindustriale. La produttività e fertilità dei terreni agricoli sono cresciute in 3/4 di secolo al tasso medio del 5% all'anno proprio grazie al fenomenale contributo della petrolchimica. Fertilizzanti, pesticidi, pompe di irrigazione ed ogni sorta di attrezzatura agricola hanno consentito di ottenere raccolti quantitativamente abbondanti ed impensabili rispetto ai cicli naturali imposti dalla natura, raccolti che hanno permesso di sostenere il tenore alimentare degli allevamenti intensivi e poter quindi disporre e consumare generi alimentari di derivazione animale un tempo impensabili.
Pensate solamente ai consumi di carne di 50 anni fa e rapportateli a quelli odierni (tralasciando l'aspetto qualitativo). Pensate a quanti generi alimentari raffinati e preconfezionati vengono resi disponibili sottocasa grazie ai processi di surgelazione e di trasporto dai lontani luoghi di confezionamento.
Questa è la vera essenza del traumatico mutamento epocale che ci attende: l'insostenibilità dell'attuale sistema alimentare, e non parlo di chi è abituato a vivere con un dollaro al giorno ed uno pseudo pasto caldo alla settimana, ma della totalità dei Paesi occidentali industrializzati, che hanno potuto prosperare proprio in virtù di una straordinaria abbondanza, ricchezza e varietà alimentari, mai viste nei secoli precedenti.
Chi pensa di poter muovere un trattore J ohn Deere da 900 CV o una mietitrebbia New Holland del peso di oltre 15 tonnellate con i pannelli fotovoltaici sul tetto della cabina del conducente è un povero illuso. Illuso proprio come chi ritiene che le fonti di energia alternativa (in realtà pienamente dipendenti nello sviluppo proprio dallo stesso greggio) possano consentire di mantenere il nostro attuale status evolutivo, in cui il 2% della popolazione mondiale sostiene dal punto di vista alimentare il restante 98%.
Mi fanno sorridere ancor di più le fantomatiche risorse del futuro, come l'idrogeno o il bioetanolo, spacciate come la salvezza del genere umano. Non possono essere implementate come strategie sostitutive senza la presenza abbondante ed a buon mercato del greggio. Per ottenere 3.000 litri di etanolo ne dovete spendere 7.000 per arare, seminare, irrigare, raccogliere e trasportare il raccolto ottenuto. Stesso dicasi per l'idrogeno, in realtà un vettore di energia e non una fonte di energia: per ottenere l KWh di energia dalla combustione dell'idrogeno ne devo consumare 1,5 KWh per produrre quello stesso quantitativo di l'idrogeno che bruciando mi eroga l KWh.
Per circa 75 anni un'abbondanza smisurata ed irripetibile di greggio convenzionale disponibile a costi irrisori ha consentito al genere umano di esplodere demograficamente attraverso uno slancio evolutivo senza precedenti storici che ha permesso il raggiungi mento di elevati standard di vita: ma quest' epoca sta per finire. Quest'epoca è ormai giunta al suo naturale declino.
Già entro i prossimi cinque anni (2012) potremmo percepire le prime conseguenze macroeconorniche sull'intero pianeta che colpiranno prima la sfera economica della nostra vita e successivamente la nostra capacità di sostentamento alimentare conosciuta fino a qualche anno prima.

Business schools: fabbriche di replicanti clonati
di Eugenio Benetazzo

Dove pensate siano osannate le teorie economiche su cui si basa la globalizzazione? Che centri universitari pensate si siano fatti portavoce di quelle delocalizzazioni produttive che stanno affossando il nostro Paese e lo stanno conducendo alla morte economica in seguito ad una emorragia di posti di lavoro?
Guardatevi molto bene, mamma e papà, prima di iscrivere vostro figlio in uno di questi atenei universitari che si definiscono la culla dell'eccellenza accademica, quando in realtà non sono altro che mere fabbriche di replicanti donati.
Teorie economiche che vengono imposte come se fossero il vangelo della vita, teorie economiche assolutamente apportatrici di ricchezza ed opportunità, a loro modo di vedere. Certo, ricchezza ed opportunità per una piccolissima parte della popolazione: proprio l'essenza della globalizzazione ovvero i ricchi ancora più ricchi ed i poveri ancora più poveri. Ecco a che cosa mirerà, anche inconsciamente, un laureato donato in una di queste così dette università di prestigio.
Intere generazioni di giovani ragazzi trasformati in sciacalli globalizzati che decidono della sorte economica di migliaia di persone o del futuro economico di altre vite, pur di fare arricchire ancora più spudoratamente i loro padri padroni. Non sono managers, ma schiavi del denaro, i servi più infimi di quella diabolica creatura che ha inventato il genere umano: il profitto indiscriminato. Intere generazioni di giovani ragazzi donati per replicare e diffondere il verbo del loro padrone da queste università che si proclamano creatrici di leader d'azienda.
Guardatevi bene dal far diventare vostro figlio uno di questi leader: veri e propri filibustieri disposti a tutto per il profitto. Disposti persino a compromettere il futuro dei loro stessi figli pur di vedere la loro azienda aumentare il valore in borsa; disposti a ideare prodotti di gestione del risparmio spazzatura pur di ottenere una supermega promozione; disposti a lasciare a casa migliaia di lavoratori pur di implementare strategie di ottimizzazione aziendale (così le chiamano).
Purtroppo in queste business schools viene insegnato tutto, tranne l'umiltà ed il buon senso: dalle loro aule fuoriesce una nuova razza di cafoni finanziari (per dirla alla Maurizio Blondet), signori di tutto e sapienti di nulla; prima di pensare di riempire il loro portafoglio, qualcuno pensi di riempire la loro testa con il buon senso e l'integrità morale.
Fate bene attenzione, mamme e papà, a che genere di leaders vengono creati in questi sfarzosi castelli gestiti da baroni dell'antico feudo: persone intellettualmente stuprate disposte a svendere tutto quello che sono pur di raggiungere il profitto indiscriminato, senza considerazione sociale alcuna per le scelte di cui si fanno responsabili.
Purtroppo sarà troppo tardi per questi giovani doni, figli del dollaro facile, quando a cinquant'anni si renderanno conto di come sono stati abilmente plagiati da illusorie teorie economiche e sarà troppo tardi quando si accorgeranno di come il loro cervello sia stato influenzato con termini e teoremi che sono stati loro imposti senza alcuna riflessione o consapevolezza sociale.
State ben attenti, mamme e papà, perché al posto di una persona di valore, leale ed integerrima vi troverete con un frankenstein finanziario disposto a tutto per compiacere il suo unico falso dio, il profitto indiscriminato.

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PADRE, FIGLIO E SPIRITO SANTO - Teologie trinitarie e non trinitarie a confronto

RETROCOPERTINA

La dottrina della Trinità, attestata formalmente nel IV secolo dopo Cristo, è considerata dogma fondamentale dalle principali chiese della cristianità. Al contrario, altri cristiani rifiutano categoricamente tale dottrina. Se si analizza poi la teologia specifica di ogni chiesa, si evince che oltre a queste due principali classificazioni, trinitari e non trinitari, esistono ulteriori distinzioni. Quali sono le differenze fra la Trinità cattolica e quella ortodossa? E che dire della teologia protestante? Quali elementi caratterizzano il monoteismo antitrinitario di mormoni, unitariani e testimoni di Geova? Questo libro è indirizzato a chiunque desidera conoscere le analogie e le differenze teologiche fra le chiese contemporanee, con particolare riferimento alla loro concezione intorno alla figura del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.


INTRODUZIONE all'Edizione Italiana

Sin dai primi secoli della storia del cristianesimo, la deità di Gesù Cristo e il successivo sviluppo del pensiero trinitario sono stati al centro di numerosi dibattiti e polemiche. Nel corso delle epoche si sono scritte numerose opere con l’intento di difendere la divina onnipotenza del Cristo risorto, piuttosto che la sua essenziale distinzione e subordinazione al Dio Padre e, purtroppo, a scorrere non fu solo l’inchiostro.
Non è qui il caso di ripercorrere le tappe storiche che hanno caratterizzato la disputa teologica ma, attraverso questo libro, si prende invece coscienza di quello che è l’attuale status quaestionis.
Il lettore, anche il più esperto, potrebbe fare fatica a comprendere i concetti trinitari che ruotano attorno alla figura del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. In cosa credono i trinitari? E cosa obiettano i non trinitari? Prima di lasciarvi alle pagine scritte da Matthew Alfs, permettetemi di riassumere alcuni dati introduttivi .


Il punto di vista dei trinitari

  • Credo che Dio Padre, la prima persona della Trinità, ordini e disponga tutte le cose secondo il proprio disegno e la propria grazia.

  • Credo che Gesù Cristo, la seconda persona della Trinità, possieda tutte le eccellenze divine e condivida la stessa sostanza ed eternità del Padre.

  • Credo che lo Spirito Santo sia una persona divina ed eterna, che possiede tutti gli attributi di personalità e deità, inclusi intelletto, emozioni, volontà, eternità, onnipresenza, onniscienza, onnipotenza e veracità.

Con le succitate parole del teologo John MacArthur, penso sia possibile esprimere in maniera sintetica e accurata quella che è, o che dovrebbe essere, la posizione teologica di ogni credente che si consideri ortodossamente “allineato” alla classica dottrina della Trinità.

Il dato centrale della dottrina trinitaria è costituito dalla coesistenza di tre persone diverse all’interno di un’unica Deità: Padre, Figlio e Spirito Santo. Queste tre persone “devono” essere considerate aventi pari status divino. Per i trinitari, soltanto l’uguaglianza di essenza tra Cristo, lo Spirito e il Padre, sono compatibili con il monoteismo. Secondo il teologo Luis Francisco Ladaria, l’approccio teologico più adeguato e coerente per comprendere, nei limiti della ragione umana, la Trinità immanente, è quello di partire dall’economia della salvezza così come rivelata nel Nuovo Testamento. Egli afferma che,

[n]ella vita di Gesù, e specialmente nel suo mistero pasquale, ci si rivela il Dio uno e trino. Gesù va al Padre dal quale è venuto; una volta glorificato dal Padre ci manda, insieme a lui, lo Spirito Santo, lo Spirito che in origine era stato inviato su Gesù. A un primo sguardo del lettore sul Nuovo Testamento appaiono innanzi tutto questi “tre”, certamente uniti nella realizzazione dell’opera della salvezza.

Secondo i trinitari, l’unico modo per dare una spiegazione di questa distinzione fra la persona di Gesù, quella del Padre e quella dello Spirito, e al contempo salvare quella reciproca relazione che li lega al punto da parlarne come di “una cosa sola” (Gv 10:30) non può che essere la trinitas in unitate.

Generalmente viene riconosciuta l’esistenza di un “limite” oltre il quale non ha più senso indagare la natura trinitaria di Dio, che è, e rimarrà sempre Altro rispetto alla ragione umana. Ancora Ladaria afferma:

È chiaro che in Dio unità e trinità sono due dati ugualmente primari. D’altra parte è ugualmente evidente che, data la limitazione umana, non possiamo accedere alla verità tenendo conto al tempo stesso di tutte le implicazioni della medesima.

Il punto di vista dei non-trinitari

Le Sacre Scritture descrivono indubitabilmente un Dio che agisce in maniera “trinitaria”: il Padre che opera attraverso il Figlio con la potenza dello spirito santo. In un certo senso, è quindi teologicamente corretto affermare che in Gesù si rivela Dio; ma chi oggi sostiene le posizioni non-trinitarie si chiede se, dalla triplice maniera della Sua rivelazione, si possa realmente dedurre una triplice struttura interna dell’essere divino. Partendo dalla trinità economica, desumibile dai testi canonici, è lecito giungere alla concezione di una trinità immanente? Secondo molti non-trinitari (e a dire il vero anche secondo alcuni trinitari) la risposta è “no”.

Presupponendo un’unità di Dio declinata trinitariamente si è arrivati a sviluppare una dottrina della pericoresi che si avvale di parole alle quali vengono associati significati differenti da quelli del sistema originario. Ancora oggi, chi sostiene e difende le posizioni non trinitarie si chiede perché mai, discutendo di Trinità, la parola “figlio” debba perdere tutta quella serie di concetti ad essa legati quali l’inferiorità di conoscenza rispetto al padre che è propria di qualsiasi figlio (almeno negli stadi iniziali della sua vita), l’inferiorità di potenza rispetto al padre, l’inferiorità di età, e via dicendo.

Ma se ai termini chiave si associano significati differenti da quelli comunemente riconosciuti, allora si deve obbligatoriamente dedurre che gli scrittori biblici volessero superare i limiti della comprensibilità ordinaria negando di fatto ai loro lettori la possibilità di comprendere ciò che scrivevano. E ciò è assurdo, o almeno lo è per i non-trinitari. A dire il vero, lo è anche per qualche trinitario, come per il teologo Helmut Fischer che in una sua recente pubblicazione afferma:

Quando i termini perdono la loro concretezza e aderenza, e
decollano sulle ali della speculazione filosofica, allora si trasformano in moltiplicatori dei problemi che, in teoria, avrebbero dovuto risolvere.

Il problema che caratterizza i sostenitori della dottrina trinitaria, sempre dal punto di vista di chi evidentemente non la pensa come loro, è la lettura del tutto anacronistica che essi compiono di alcuni passaggi chiave del Nuovo Testamento. Quando l’autore del quarto vangelo riportò le parole del Cristo: “il Padre è maggiore di me”, quale fu il senso colto dai suoi lettori? Possiamo realmente credere che, davanti ad affermazioni simili, il lettore si mettesse a discettare sulla differenza fra subordinazione economica ed ontologica? Le letture che i trinitari offrono a passaggi simili a quelli riportati in Gv 10:28, consistono in giustificazioni del tutto anacronistiche. Si cerca una lettura coerente all’interno di un para6 digma trinitario che viene dato per valido in maniera aprioristica.

Ma i non-trinitari argomentano come sia l’intero paradigma a non avere le carte in regola per essere ritenuto dogmaticamente fondante. Va semplicemente rigettato perché anacronistico. Va rigettata la sua pretesa a conditio sine qua non all’essere definiti e considerati cristiani a pieno titolo.

Ulteriori complicazioni
Ad aggravare il compito di chi volesse migliorare la sua comprensione dei concetti sul Padre, Figlio e Spirito Santo, si aggiunge la confusioni che gli stessi teologi trinitari alimentano attraverso dichiarazioni che si rivelano spesso contradditorie.
Riporto qualche parere espresso da diversi teologi, alcuni ben noti, quali:

Helmut Fischer, già professore al Seminario Teologico di Friedberg, autore di numerosi saggi
teologici.

Marie Emile Boismard, che fu un noto biblista a livello mondiale.
Hans Küng, professore emerito di Teologia presso l’Università di Tubinga, autore di numerose
opere di
teologia dogmatica.
Douglas John Hall, professore emerito di Teologia Cristiana alla McGill Univeristy, in Montreal,
Canada.
Fulvio Ferrario, professore ordinario di Teologia Sistematica presso la Facoltà Teologica
Valdese, a Roma
Marguerite Shuster, professoressa di Teologia al Fuller Theolocal Seminary, in Pasadena,
California.

Sono solo un campione rappresentativo ma l’elenco potrebbe essere assai più lungo. Leggete con attenzione i commenti riportati nella colonna di sinistra, e poi quelli nella colonna di destra.


Tutti i tentativi di derivare ai testi
biblici la dottrina della Trinità
sono inesorabilmente destinati a
fallire, perché negli scritti sacri
non c’è nessuna traccia di una
simile dottrina – H. Fischer.


La dottrina della Trinità non è

esplicitata nelle Scritture, ma è
richiesta da ciò che in esse vi
leggiamo - M. Shuster


Nella Bibbia lo Spirito non è
mai concepito come una persona,
ma semplicemente come la
manifestazione della potenza di
Dio – M.E. Boismard.


[Lo Spirito Santo] è la terza
Persona della Santissima Trinità.
È Dio, uno e uguale al
Padre e al Figlio
CCC Comp., n. 46.


Nel Nuovo Testamento non v’è
traccia dell’affermazione secondo
la quale ci sarebbero tre Persone
in un unico Dio, il Padre, il
Figlio e lo Spirito Santo
M.E.


La Chiesa esprime la sua fede
trinitaria confessando un solo
Dio in tre Persone: Padre e
Figlio e Spirito Santo
CCC Comp., n. 48


In tutto il Nuovo Testamento
non c’è un solo passo in cui
venga detto che il Padre, Figlio e
Spirito sono “consostanziali” -
H. Küng.


Le tre Persone divine sono un
solo Dio perché ciascuna di
esse è identica alla pienezza
dell’unica e indivisibile natura
divina
CCC Comp., n. 48.


Questa dottrina è frutto, dunque,
di riflessione umana e di
pressione politica. È meglio
stendere un velo pietoso su
quella ricostruzione strumentale
che spiega come quegli ecclesiastici
riuniti [a Nicea] sarebbero
stati illuminati da Dio, in virtù
delle loro cariche ecclesiastiche,
nei loro feroci dibattiti e nelle
votazioni di dubbia trasparenza
H. Fischer.


Con le sue solenni affermazioni
sul Figlio; “Luce da luce,
Dio vero da Dio vero, generato,
non creato, della stessa sostanza
del Padre”, Nicea insegna
alla chiesa di tutti i tempi
che nella storia di Gesù di Nazareth,
essa incontra il Dio di
Israele…
F. Ferrario.


La dottrina della Trinità non
può neanche rappresentare una
conoscenza essenziale per la salvezza,
perché altrimenti, a tutte
le generazioni cristiane anteriori
al 381 d.C. sarebbe mancato
qualcosa di essenziale per la salvezza.
H. Fischer.


Soltanto l’uguaglianza di essenza
tra Cristo e lo Spirito
con il Padre sono compatibili
con il monoteismo
K. Barth.


Quando sentite dire che “Gesù è
Dio”, dovreste ricordare la fonte
di tale dichiarazione: non è la
Bibbia, come si afferma di consueto,
ma il ragionamento metafisico
di una dottrina cristiana
post-biblica
D. J. Hall.


È contraria alla fede l’opinione
secondo cui la rivelazione ci
lascerebbe un dubbio […]
sull’eterna esistenza dello Spirito
Santo come persona distinta,
in Dio, dal Padre e dal
Figlio
DH 4522


Credere nello Spirito santo significa
credere nella potenza e
nella forza di Dio che opera
nell’uomo e nel mondo
H. Küng


Il Padre è Dio, il Figlio è Dio,
lo Spirito Santo è Dio
DH 573

È possibile che a questo punto il lettore si senta veramente confuso. Come stanno realmente le cose? Hanno ragione i trinitari? Oppure sono i non-trinitari a leggere la Bibbia in maniera corretta? Chiariamo subito che Matthew Alfs non vi darà alcuna risposta in tal senso.
Però vi aiuterà a far luce sui vari concetti di Padre, Figlio e Spirito Santo e sulla relazione che li lega. Vi offre cioè gli strumenti affinché possiate cercare autonomamente le vostre risposte.
Alla prima parte del libro, un po’ tecnica ma indispensabile per comprendere il “problema” trinitario, fa seguito una seconda parte molto più scorrevole che esamina il pensiero delle più diffuse denominazioni religiose. Un libro che mostra d’essere uno strumento utile per chiunque voglia coltivare un dialogo interreligioso che non può prescindere dalla conoscenza e dal rispetto delle idee altrui.
Francesco Arduini

INDICE


Introduzione all’edizione italiana
Introduzione

Prima parte – Trinitarismo

La Trinità secondo il Credo di Atanasio

Cattolicesimo e dottrina della Trinità
Cattolicesimo e la dottrina della Incarnazione
Il grado di accoglienza nel protestantesimo delle forme di trinitarismo del credo di Atanasio
La variante protestante delle forme trinitarie del Credo di Atanasio
Il trinitarismo delle Chiese Ortodosse Orientali

La Trinità della subordinazione filiale
La Trinità della non-processione divina
La Trinità della rivelazione
Il triteismo o trinitarismo triteistico

Seconda parte – Non-Trinitarismo

Forma non trinitaria della famiglia di Dio

La Chiesa di Dio (Settimo Giorno)
La Chiesa Universale di Dio
Forma monade-monoteistica del non-trinitarismo
Gli unitariani
I cristadelfiani
La Chiesa di Dio (Fede Abramitica)
La Via Internazionale
I testimoni di Geova
Movimento delle Chiese del Vangelo del Regno

Conclusione

Bibliografia

Indice analtico

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MATERIA MEDICA SIMBOLICA

RISVOLTO COPERTINA

Questa Materia Medica Simbolica e il primo tentativo di interpretazione simbolica dei sintomi fisici, mentali e un onirici più caratteristici di 24 rimedi omeopatici, secondo l'adesione di un medico esperto in omeopatia, agopuntura e medicina psicosomatica.
L'intento dell'Autore è quello di fornire una diversa possibilità interpretativa dei rimedi omeopatici attraverso la potenza significante del simbolo, dell'analogia, della metafora e della mitologia, senza mai perdere di vista le reali proprietà fisiche e chimiche delle sostanze.
Ciò che il Dott. Elio cappello ci offre con questo suo primo libro è un inedito e interessante approccio allo studio del sintomo come espressione simbolica, volto a interpretare i segni della malattia in una veduta d'insieme dell'ammalato; a scoprire la ricchezza tipologica delle manifestazioni simboliche che alcuni rimedi possiedono nella propria natura e che si riverberano nello sperimentatore secondo il codice analogico della legge del simile.
L'autore non interpreta soggettivamente i segni della malattia solo mediante la psicologia del profondo, ma analizza i sintomi delle repertorio e della materia medica omeopatica, trovando in essi la chiave di lettura dell'espressione sintomatologica dell'ammalato; ne decodifica il linguaggio dei segni per risalire al singolo che li comprenda e unifichi entrambi come un denominatore comune, cercando di assegnare un senso compiuto a più segni significativi e significanti.
Ogni metodica terapeutica ha il proprio modo di affrontare la malattia e la sofferenza. Attraverso questo tipo di indagine, il Dott. Levio capello cerca di recuperare l'unità dell'essere umano legandone i sintomi fisici con quelli emozionali e mentali, per arrivare a dare ad essi un senso comune e compiuto, per aiutare il paziente a ritrovare il proprio equilibrio con il rimedio omeopatico che comprenda nella sua patogenesia la comunanza di senso dei diversi sintomi dell'ammalato.
Pensato è scritto per i colleghi che praticano l'omeopatia, il testo vuole anche contribuire a far sì che il medico, già troppo abituato dagli esami strumentali e di laboratorio a osservare sempre meno i segni del paziente, non liquidi con maggior frequenza e leggerezza certi sintomi soggettivi dell'ammalato come fossero astratte inesattezze personali per essere prese in seria considerazione dall'indagine clinica. Perché se è vero che il simbolo non e mai così preciso come il segno di un sintomo obiettivo, tuttavia esso suggerisce una realtà più complessa, più coinvolgente, affascinante e profonda.
Il libro è aperto anche tutti quei pazienti cultori di questa disciplina che sentono l'esigenza di approfondire il proprio vissuto, nell'ambito della cura omeopatica unicista.

RETROCOPERTINA

L'intento di questo libro è di fornire una ulteriore possibilità interpretativa dei rimedi omeopatici attraverso alla simbologia. A questo fine l'autore utilizza la potenza significante della mitologia, della metafora e dell'analogia, senza mai perdere di vista le reali proprietà fisico-chimiche delle sostanze esaminate. Ciò che Dott. Cappello ci offre in con questo suo primo lavoro è un inedito e interessante approccio allo studio del sintomo come espressione simbolica, volto a interpretare il segno della malattia in una veduta d'insieme dell'ammalato e a scoprire la ricchezza tipologica delle manifestazioni simboliche che alcuni rimedi possiedono nella propria natura.

PREFAZIONE

IL SIMBOLO COME METAFORA TRA SEGNO E SINTOMO

"Ogni cosa è un simbolo: mentre si presenta nettamente, indica tutto il resto. In questa modalità io vedo una combinazione della più alta presunzione e della più alta modestia". (Sant'Agostino).

"Un 'idea, nel significato più alto di questa parola, si può comunicare soltanto mediante un simbolo". (Coleridge, "Biographia Literaria").

Conosco l'amico e collega LEVIO CAPPELLO da oltre un ventennio ed ero certo che prima o poi, in qualità di omeopata e psicosomatista, non avrebbe potuto resistere all'affascinante seduzione del mondo dei simboli. Era inevitabile, perché il linguaggio dei sintomi è per sua natura psicosomatico e quindi complesso e globale, come complessa e globale è l'omeopatia. Questa Materia Medica Simbolica è dunque il primo tentativo di interpretazione simbolica dei sintomi fisici, mentali e onirici più caratteristici di 21 rimedi omeopatici, secondo la visione di un medi- co esperto in omeopatia, agopuntura e medicina psicosomatica.

Se è vero che ogni forma ed espressione di linguaggio funge da portatrice e mediatrice di significati, anche il linguaggio dei simboli vive della tensione tra significante e significato. Ma vi è una differenza sostanziale: mentre le espressioni linguistiche, come ad esempio il vocabolo dell'oggetto di volta in volta inteso, sono soltanto attribuite, il simbolo lega insieme significante e significato in modo quasi totalizzante. Vi fu un tempo in cui - soprattutto nella visione mitico-magica del mondo - questo legame fu così intimo e serrato da equivalere quasi sempre a una ben precisa identità. Numerosi significati, da noi oggi percepiti e sentiti solo come simboli, erano all' origine concepiti direttamente come messaggi relativi a delle realtà ben precise; così in origine il Sole non era simbolo di luce divina ma era esso stesso un Dio; il serpente non era inizialmente l'immagine simbolica del maligno, ma era esso stesso maligno e cattivo. Si comprende pertanto come i confini tra l'immaginario, il mitico o il magico e il pensiero simbolico, raramente possono essere delineati con estrema precisione, soprattutto se consideriamo che il simbolo - come portatore di significati - possiede un'ambivalenza così fortemente marcata al punto da rappresentare significati opposti in una sola immagine simbolica. È' pertanto difficile tradurre l'ambivalenza di un simbolo in descrizioni coerenti; la ricchezza dell'immagine simbolica alla fine può rimanere intraducibile, salvo che per lo sguardo interiore. Questa dualità simbolica rappresenta infatti la difficoltà maggiore per tutti coloro che si occupano di simboli.

Il termine "Simbolo" dal latino syrnbolus e syrnbolurn significa "accostamento", "segno di riconoscimento". L'etimologia greca del sunbolon significa invece "mettere insieme, far coincidere". Infatti, presso gli antichi Greci il simbolo era il mezzo di riconoscimento, di controllo, costituito da ognuna delle due parti ottenute spezzando irregolarmente in due un oggetto, in modo tale che le due persone che possedevano ciascuna una metà dell'oggetto (anello o tavoletta) potessero riconoscersi e assicurarsi delle rispettive identità anche dopo molto tempo, ponendo insieme i due pezzi dell'oggetto. In senso più generico e figurato si intende per simbolo qualsiasi elemento, segno, gesto, oggetto, animale o persona atti a suscitare nella mente un'idea diversa da quella offerta dal suo immediato aspetto sensibile, ma capace di evocarla attraverso qualcuno degli aspetti che caratterizzano lo stesso elemento, il quale viene pertanto assunto a evocare in particolare entità astratte, di difficile espressione. Ecco perchè nell'esoterismo il simbolo è considerato come una porta attraverso cui gli esseri umani possono comunicare con il mondo immateriale, mettendoli in relazione con le radici incomunicabili della realtà.

Se la simbologia è la disciplina che studia i simboli e i loro valori, la semeiotica è la "scienza dei segni", la dottrina dei segni, del testo e dell'interazione tra testo e ricevente. Più anticamente la simbologia era la dottrina della conoscenza simbolica in generale, strettamente correlataalla gnoseologia. Solo più tardi la semiologia (o semeiotica) entrerà a far parte del corpus della medicina come interpretazione dei segni delle malattie. La parola "semeiotica" deriva infatti dal greco semeion che significa "segno" ed è la disciplina che studia - in ogni suo aspetto - i segnali utilizzati dagli uomini per comunicare tra loro, dai più evidenti come le parole, la scrittura, i numeri e i segni convenzionali, ai più celati o marginali. Parlavano già di segni PLATONE, ARISTOTELE, gli Stoici e SAN TOMMASO D'AQUINO.

Solo apparentemente il segno e il simbolo sono uguali. Mentre è vero che il segno e il simbolo sono simili in quanto entrambi indicano 'qualcos'altro' al di là di se stessi, il simbolo è l'elemento che "indica" o "rappresenta" anche un accostamento, un segno di riconoscimento che ci permette di far coincidere e mettere insieme nella nostra mente un'idea diversa da quella offerta dal suo immediato aspetto sensibile, ma capace di evocarla attraverso qualcuno degli aspetti che caratterizzano l'elemento stesso, il quale viene pertanto assunto a evocare particolari entità astratte di più difficile espressione. È anche vero che il 'qualcos'altro' che il simbolo 'indica' o 'rappresenta' pur essendo definito e specifico, può rappresentare e significare una grande varietà di cose in tempi e luoghi diversi. In altri termini, esso ci svela una relazione di rapporto uno a molti, mentre I'interpretazione del segno ci dà una relazione di uno a uno; come a dire che il segno sta al personale come il simbolo all'universale.

In semiologia, secondo il pensiero e la terminologia del pragmatista CH. S. PEIRCE (1839-1914) "Il simbolo significa il suo oggetto per mezzo di un'associazione d'idee", il simbolo è il segno il cui significante è in rapporto puramente convenzionale con la cosa significata, alla quale si collega in virtù di una regola costante, e in genere nota e accettata dai più (per esempio, la bilancia come simbolo di giustizia). Questa definizione di simbolo, seppur limitativa, fu accettata e condivisa da pragmatisti e filosofi analitici. Ma se il simbolo è "svelato" ecco che allora esso diventa segno, indicando, a qualcuno che lo sa interpretare come tale, ciò che sostituisce qualcosa. Il segno è dunque "qualcosa" attraverso la conoscenza del quale noi apprendiamo qualcosa di più. Esso infatti, a differenza del simbolo, è qualcosa di più "leggibile", più visibile o sensibile di un qualche cosa, di un fatto, di un evento, di una manifestazione o un fenomeno da cui possiamo trarre indizi, deduzioni e conoscenze. Il simbolo, infatti, è simbolo autentico solo nel caso in cui sia perenne e sconfinato per significato, quando presenti nel suo misterioso linguaggio, allusioni e suggestioni che esprimono sull'oggetto qualcosa di indefinibile, di inadeguato alla 'parola esteriore'. "La percezione del simbolo - scrive J. CHEVALIER - esclude un atteggiamento da semplice spettatore ed esige una partecipazione da attore".

In medicina il segno è diventato termine equivalente a sintomo obiettivo, spontaneo o provocato con particolari artifici o manualità ed è solitamente indicato col nome dell'autore che lo ha per la prima volta descritto o valorizzato ai fini diagnostici. Il sintomo soggettivo invece, è solitamente considerato di minore importanza in medicina convenzionale. Pertanto, nel linguaggio medico il segno è diventato il sintomo e quest'ultimo indica ciascuno dei fenomeni elementari con cui si manifesta lo stato di malattia. La sintomatologia diviene dunque il complesso dei sintomi di una malattia o di un gruppo di condizioni morbose. Non sempre però la manifestazione sintomatologica esprime una sindrome ben definita e non tutte le malattie si presentano inizialmente con sintomi evidenti e ben inquadrabili in una determinata sindrome. A parte i sintomi e le sindromi che sono già ben definite dalla semiologia medica convenzionale, sappiamo infatti che esistono molti sintomi variabili, instabili e complessi e che i sintomi dell 'ammalato rivelano spesso la sua peculiare sensibilità e reattività individuale. A queste considerazioni dobbiamo aggiungere il fatto che la comparsa di determinati sintomi rappresenta una delle precoci manifestazioni della malattia o del disagio esistenziale del paziente e che l'espressione degli stessi sintomi da parte del paziente non è sempre facile e chiara.

Talvolta è difficile scegliere e gerarchizzare per importanza i sintomi che sono più legati alle dinamiche-chiave del soggetto e comporre un quadro d'insieme che sia il più oggettivo possibile. Esistono inoltre malattie funzionali che sono ricche di sintomi talora marcati e spettacolari e vi sono malattie lesionali gravi come il cancro che inizialmente possono non manifestare alcun sintomo. Riguardo l'analisi, l'interpretazione e la gerarchizzazione dei segni in medicina, grandi sono le differenze tra la medicina omeopatica e quella convenzionale. Anche se mancano ancora vere e proprie valutazioni statistiche nella costruzione delle materie mediche, l'omeopatia ha suddiviso i sintomi statisticamente rilevanti in diversi gradi1 e portato al massimo livello la differenziazione dei sintomi oggettivi attribuendo un grande valore e significato all'espressione dei sintomi soggettivi.

Alle antiche classificazioni dei sintomi si sono aggiunti i termini più moderni e più recentemente si è inserita - da parte di alcune scuole - l'interpretazione psicoanalitica dei sintomi omeopatici per lo studio del personoide. L'interpretazione in chiave psicoanalitica dei sintomi, talvolta utilizzata in omeopatia, può però rappresentare una trappola per il terapeuta poiché si rischia di assegnare significato e valenza simbolica ad un "segno" che simbolo non è, in quanto solo frutto dell'espressione tossico logica e patogenetica del rimedio sullo sperimentatore. Il rischio è dunque quello di assegnare valenza simbolica ad un segno che è sintomo di malattia o di natura sindromica. Pertanto, l'interpretazione psicoanalitica del sintomo-simbolo può essere fornita solo laddove la sua relazione con il pensiero della psicologia del profondo è particolarmente eclatante, anche se è ovvio che ogni interpretazione simbolica ha rilevanza psicoanalitica. Per non cadere in questa trappola, per navigare in questo mare magnum il Dottor Levio Cappello si è munito di bussola e sestante, ovvero della materia medica e del repertorio. Egli non interpreta soggettivamente e non decodifica i segni dell'ammalato solo secondo la psicologia del profondo, ma analizza i sintomi contenuti nel repertorio e nella materia medica, trovando in essi la chiave di lettura dell'espressione sintomatologica dell'ammalato; ne decodifica il linguaggio dei segni per risalire al simbolo che li comprenda e li unifichi entrambi come un denominatore comune. In questa duplice veste di decostruzionista che "smonta" il testo del repertorio per trovarvi elementi primari e significativi, e di ricercatore di tracce del soggetto enunciatore tali da guidare chi legge secondo una direzione ben precisa,l'Autore attua un processo di semiosi simbolica cercando di assegnare un senso compiuto a più segni significativi o significanti.

L'intento dell' Autore è dunque di fornire una diversa possibilità interpretativa dei rimedi omeopatici attraverso la potenza significante del simbolo, dell'analogia, della metafora e della mitologia, senza mai perdere di vista le reali proprietà fisico-chimiche delle sostanze. Ciò che il Dottor Cappello ci offre con questo suo primo lavoro è un inedito e interessante approccio allo studio del sintomo come espressione simbolica, volto a interpretare il segno della malattia in una veduta d'insieme dell'ammalato; a scoprire la ricchezza tipo logica delle manifestazioni simboliche che alcuni rimedi possiedono nella propria natura e che si riverberano nello sperimentatore secondo il codice analogico del Similia similibus curentur. Ci auguriamo che questo libro possa contribuire a far sì che il medico, già troppo abituato dagli esami di laboratorio e strumentali a osservare e prediligere sempre meno i segni del paziente, non liquidi con sempre maggior frequenza e leggerezza certi sintomi soggettivi dell'ammalato come fossero inesattezze preastratte o manifestazioni troppo personali per essere prese in seria considerazione dalla clinica quotidiana. Perché, se è vero che il simbolo non è mai così preciso come il segno, come il sintomo e la parola astratta, tuttavia esso suggerisce, certamente assai più di questi, una realtà più complessa, più coinvolgente, affascinante e profonda.

Genova, li 8 Aprile 2004
Prof. Dott. Fernando Piterà
Professore a contratto di Medicine Non Convenzionali e Tecniche Complementari - Facoltà di Medicina e Chirurgia Università degli Studi di Milano

NOTA

1. L'omeopatia ha portato al massimo livello la differenziazione dei sintomi distinguendoli in: abituali, accessori, acuti, altalenanti, alterni, anziani, aspecifici, caratteristici, casuali, causali, comuni, complessi, concomitanti, contrari, cronici, esterni, eziologici, fisici, frammentari, funzionali, generali, incrociati, individuali, iniziali, instabili, interni, larvati, latenti, lesionali, locali, localizzati, luesinici, mentali, miasmatici, migranti, morbosi, nuovi, obbiettivi, occasionali, organici, opposti, particolari, parziali, patogenetici, patognomonici, primitivi, principali, profondi, psicosomatici, psorici, rari, secondari, sicotici, simili, soggettivi, soppressi, specifici, superficiali, terminali, vaghi, variabili. l'Autore attua un processo di semiosi simbolica cercando di assegnare un senso compiuto a più segni significativi o significanti.

INDICE

Prefazione del Prof. Femando Piterà 9
Introduzione dell 'Autore 15

SOMMARIO DEGLI ARGOMENTI 31
CADMIUM METALLICUM 33
CADMIUM SULPHURATUM 39
CALCAREA CARBONICA 43
CARCINOSINUM 63
CHOCOLATE 73
COFFEA CRUDA 81
COFFEA TOSTA 89
CONIUM MACULATUM 93
CUPRUM METALLICUM 107
HYDROGENIUM 117
IODUM 125
KALIUM BICHROMICUM 133
LYSSINUM (HYDROPHOBINUM) 139
MEDORRHINUM 145
NATRUM CARBONICUM 153
PSORINUM 171
SELENIUM 183
SULPHUR 193
TELLURIUM 221
TUBERCOLINUM 227
ZINGIBER 239
CONCLUSIONE 243
FONTI ICONOGRAFICHE 245
INDICE DELLE ILLUSTRAZIONI 246
INDICE SINTETICO 247
BIBLIOGRAFIA 249

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IMPARARE FACILE - PUNJABI/ITALIANO - ITALIANO/PUNJABI

RETROCOPERTINA

Nell'era moderna e globalizzata è essenziale, a chi si sposta per lavoro o per turismo in un paese straniero, avere la certezza di essere capito almeno per le prime necessità. Il bisogno di dialogare, atto a fidelizzare rapporti economici o culturali, può determinare in maniera importante il successo dei propri specifici obiettivi.
Questa breve guida alle lingue Punjabi-Italiano dà la possibilità in modo semplice e accurato di imparare in pochissimo tempo il Punjabi, la lingua parlata da più di 85 milioni di indiani e capìta dall' 80% degli stessi nel mondo. Questa guida insegna senza difficili virtuosismi, le principali regole della lingua, usando un approccio diretto ai fonemi della stessa. A ragion veduta capiamo che chi si accosta ad una lingua così diversa dai fonemi latini ha sicuramente difficoltà non indifferenti. Per tale motivo ci siamo limitati a scrivere solo le regole fonetiche e grammaticali essenziali, le quali comunque consentono, se ben applicate, di riuscire a capire oltre 1'80% della lingua parlata.
Fiduciosi di aver fatto un lavoro essenziale volto all'apprendimento delle due lingue, vi ricordiamo che il tempo e molto esercizio saranno indispensabili per raggiungere questo fine.
Harjinder S. Hira - Alessandra Giacomelli

INDICE

PRIMA PARTE: pinjabi

Alfabeto 11

I suoni dell'afabeto in Punjabi 12
I suoni delle vocali in Punjabi 12
Numeri in italiano 14
Giorni della settimana 15
Mesi dell'anno 16
Pronomi e aggettivi possessivi 17
Complementi di termine 17
Natura 18
Apprezzamento 20
Le Calamità 21
Nomi dei vestiti 24
Nomi di animali 25
Nomi dei mestieri 27
Corpo umano 29
Malattie, medicinali, sanitari e altro 31
Dal dottore e in ospedale 39
Dal dentista 47
Conversazione dal medico e brevi frasi relative alla salute 49
Problemi di salute femminili 53
Igiene e cura della persona 55
Le parole basilari che si trovano in tutte le conversazioni 57
Nomi degli utensili da cucina, brevi frasi ed altro 61
Frasi relative alla cucina 64
I nomi dei gradi di parentela 66
Oggetti della Casa 67
Frasi relative alla casa 69
Colori 71
Direzioni 72
Cartelli e segnali 73
Indicazioni importanti e altro 75
Chiedere i prezzi e comprare 76
Spezie 77
Verdure 78
Frutta 79
Gli alimenti 80
Glossario per la questura 82
Conversazione in questura 86
Parole utili nel viaggio 88
In aeroporto 91
Conversazione in agenzia di viaggi 93
Conversazione in autobus 97
Conversazione durante un viaggio 99
Conversazione con un datore di lavoro 103
Conversazione in un negozio di alimentari 106
Quando
arriva un ospite 108

Conversazione alla biglietteria della stazione 111
Conversazione in Taxi 114
Conversazione a scuola 116
Lauto e la guida 118
Incidenti stradali 120
Alcuni verbi fra i più comuni nella forma infinita 124
I verbi più usati 131
Indicazioni importanti e altro 152
Contrari 154

Domande di uso comune 156
Frasi comuni 164
Esclamazioni 168
Stagioni 169
Frasi relative alle stagioni 169
Meteorologia 171
Il tempo e suddivisioni 172
Frasi relative al tempo 174
Frasi relative a conversazioni telefoniche 175
Vocabolario 178
Segnaletica stradale 321

SECONDA PARTE: Italiano / Punjabi

Lalfabeto Punjabi 244
I suoni dell'alfabeto Punjabi corrispondenti ai suoni italiani 245
I suoni aggiuntivi 247
Giorni della settimana 248
Mesi dell'anno 249
Numeri in Punjabi 249
Convenevoli e indicazioni 252
Contrari 253
Domande di uso comune 255
Frasi comuni 257
Parole basilari che si trovano in tutte le conversazioni 258
Cibi 262
Vocabolario 264

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IL PRIMO CRISTIANESIMO - Rileggere il libro degli Atti


RETROCOPERTINA

Con gli Atti degli apostoli Luca affronta la questione - attualissima anche nei tempi di grandi cambiamenti in cui viviamo - dell'avvenire del cristianesimo.
Alla fine del I secolo d.C., infatti, la situazione dei cristiani - una miri ade di piccole comunità dagli orientamenti contraddittori - è tutt' altro che invidiabile: consumata la rottura con gli ebrei, essi vivono in un contesto sovraccarico di culti e religioni e sono oggetto di pesanti vessazioni romane.
Con il suo sguardo a un tempo da profeta, pastore e storico, Luca scommette sul cristianesimo e mira a ridare coraggio ai suoi lettori, convincendoli che il messaggio di Cristo non ha perso il suo valore.

PREFAZIONE

Si può ritenere il cristianesimo «sorprendente» pur rimanendo politicamente corretti?
Si può osare proclamarsi fieri dell'evangelo senza essere bollati di affiliazione a una setta?
Posso rallegrarmi di essere un cristiano senza passare per un integrali sta impaziente di veder bruciare all'inferno quelli che non sottoscrivono il mio credo?
In breve, è possibile parlare di un «cristianesimo sorprendente» senza farsi rinfacciare la lunga storia dei crimini commessi nel nome di Cristo?
lo vorrei provarci.
E ci provo seguendo una traccia vecchia di diciannove secoli. Intorno all' anno 80 della nostra era, un uomo - lo chiameremo Luca, senza sapere se questo sia stato davvero il suo nome - ha scritto la prima storia del cristianesimo. A quel tempo quello che più tardi sarà chiamato «cristianesimo» si riassume in una rniriade di piccole comunità. Una folla di gente perduta nell'immensità delle città e delle campagne dell'impero romano. Questi gruppuscoli più o meno oscuri - in effetti, piuttosto di più che di meno - vivevano all' ombra delle istituzioni religiose riconosciute e rispettate, i cui luoghi di culto erano sotto gli occhi di tutti: templi dedicati all'imperatore, santuari dei guaritori, sinagoghe ebraiche, templi consacrati a Zeus, Ermes, Artemide, Dioniso, Iside e così via.
A quel tempo, la cristianità era soltanto un gruppo non strutturato, una manciata di conventicole dagli orientamenti contraddittori. Si potevano trovare alla rinfusa il giudeo-cristianesimo di Giacomo legato a Israele, il cristianesimo di Pietro con estensioni missionarie, le chiese di Paolo aperte alla cultura greco-romana, le assemblee di Giovanni in conflitto con l'ebraismo, coloro che credevano nell' apocalisse i quali coltivavano l'odio per il potere politico romano, le consorterie gnostiche dalla spiritualità elitaria.
All'epoca, chi avrebbe scommesso un sesterzio sull' avvenire di questo start-up religioso? Luca l'ha fatto. Oggi, a distanza di tempo, facciamo fatica a misurare la straordinaria audacia del suo gesto. L'osare una tale scommessa sull' avvenire è un atto visionario. Significa vedere, al di là di un presente nebuloso, ciò che emergerà nel futuro. Luca ha la stoffa del profeta.
E tuttavia sorprende scoprire che Luca è uno storico. Egli non ha niente del personaggio divinatorio. Con cura e minuzia ha percorso in lungo e in largo la memoria del passato, i primi cinquant'anni del cristianesimo. Il risultato del suo lavoro di ricerca è un racconto scevro da condiscendenza sugli inizi del movimento di Gesù. Ciò nonostante, attraverso questo ritratto-verità, Luca fa capire ai cristiani suoi contemporanei che non devono vergognarsi delle loro origini. Mostra loro che sono gli anelli di una catena umana, bella, coraggiosa, degna, intellettualmente rispettabile, in una parola sorprendente.
Il suo messaggio ha, a mio parere, di che rinforzare il nostro cristianesimo stanco. Per le nostre chiese che medicano le ferite e rinserrano le truppe invecchiate, lo sguardo che l'autore degli Atti degli apostoli volge sul cristianesimo funge da tonico. Il suo testo riemerge dal passato più profondo, ma l'orizzonte che disegna parla del nostro futuro.

INDICE

Prefazione
1. Un atto di memoria
1.1 Il primo storico
1.2 Il grande choc dell' anno Settanta
1.3 Resi fragili dal divorzio religioso in corso
1.4 La sorpresa
1.5 E, malgrado tutto, la rottura
1.6 La differenza cristiana
1.7 Israele, prima di tutto

2. Una moltitudine di testimoni
2.1 L'era dell' assenza
2.2 L'umano e il divino si incontrano
2.3 Una Disneyland religiosa?
2.4 Due modi per dire Dio
2.5 Dio non ha altre parole al di fuori delle nostre
2.6 Una moltitudine di testimoni
2.7 A rischio dello Spirito santo
2.8 Chi è il protagonista?
2.9 Fierezza della Parola

3. Cronaca della risurrezione
3.1 Tutte le lingue del mondo
3.2 Democratizzazione dello Spirito
3.3 Lo Spirito, traccia di risurrezione
3.4 Gesù Cristo ti guarisce

3.5 La presenza nascosta della risurrezione
3.6 Una forza vitale attraverso la sconfitta
3.7 L'universalità,
3.8 Una commistione enigmatica
3.9 Condividere la stessa tavola

4. La faccia nascosta di Paolo
4.1 Molte divergenze
4.2 Luca è stato un compagno di Paolo?
4.3 Uno storico che scrive a distanza
4.4 Tramandare la memoria di Paolo
4.5 Nessun altro apostolo oltre i Dodici
4.6 L'importanza del tempo passato
4.7 Un Paolo sconosciuto
4.8 Come un angelo di Dio
4.9 Senza rinnegare la fede di Israele
4.10 Un Paolo dai tanti volti

5. L'evangelo e le religioni
5.1 Li hanno presi per dèi
5.2 Comprendere la religione degli altri
5.3 Di fronte agli intellettuali di Atene
5.4 Un discorso a doppia valenza
5.5 Non si può trovare Dio senza aver trovato il Cristo
5.6 Contro la manipolazione della religione
5.7 Un esorcismo sorprendente
5.8 Per non farsi incorporare
5.9 La collera degli orefici a Efeso

6. Storie di denaro
6.1 «Guai a voi ricchi»
6.2 Coesistenza sociale
6.3 Una comunione dei beni
6.4 Non c'è vergogna nel possedere
6.5 Dramma all'interno della chiesa
6.6 Un romanzo ad alta tensione
6.7 Quando la chiesa è in gioco
6.8 Hanno sbagliato a far finta
6.9 Un nuovo peccato originale

Conclusione
Bibliografia

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