ARTICOLI DI TUTTO IL NEGOZIO

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ARTICOLI DI TUTTO IL NEGOZIO (249)

COLLANA 6 VOLUMI "STUDI SULLE SCRITTURE" di Charles Taze Russell

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L'Autore Charles Taze Russell (Pittsburgh, 16 febbraio 1852 – Pampa, 31 ottobre 1916) è stato un predicatore statunitense, considerato il fondatore degli Studenti biblici, movimento che nel 1931 prese il nome di Testimoni di Geova e primo presidente della Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania.

CHI ERA CHARLES TAZE RUSSELL? - Questa la sua storia!


COLLANA
"STUDI SULLE SCRITTURE"
6 VOLUMI
Charles Taze Russell


studi scritture 6 vol.-600

UN'OPERA CHE HA SCONVOLTO IL XX° SECOLO.

HA PORTANDO LA LUCE DELLA VERITÀ A TANTE PERSONE.


Ha fatto CONOSCERE
"L'ETERNO PROPOSTO"
che Y
eHoWaH ha formato su suo figlio Gesù Cristo
(vedi lo schema)

Costo dell'intera opera scontata:
€. 65,00 + €. 9,00 per la spediz.



PUOI CONOSCERE LO SPESSORE
DI QUESTE SEI OPERE!

 


Il-divin-piano-150


Il tempo e vicino-150

 

 


Venga il tuo Regno-150



La battaglia-150

 


Riconciliazione-150

 

La nuova creazione-150

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Chi ha pranzato con Abrahamo? - Storia delle apparizioni di Dio in forma umana nelle Scritture Ebraiche

RETROCOPERTINA

DIO SI PUÒ VEDERE?

Nei libri della Legge e dei Profeti sono frequenti le apparizioni di un personaggio definito a seconda delle volte “l’Angelo di Yehovah”, “uno simile al Figlio d’Uomo” o persino Dio stesso. La presenza di questa figura richiede un riesame approfondito delle tradizionali concezioni giudaico-cristiane.

Con semplicità e rigore analitico, Asher illustra la natura umana del Messia da una nuova ed importante prospettiva.
Dr. Michael L. Brown, presidente della FIRE Scool of Ministery

Attraverso un'emozionante viaggio dalla genesi all'Apocalisse, questo libro esamina il legame tra l'angelo del Signore del Vecchio Testamento e il Messia del Nuovo Testamento.
Jane Hansen Hoyt, presidente di Aglow International

Asher ha ricevuto dall'Altissimo una rivelazione piena d'amore per il popolo di Dio, sia giudeo che gentile...
Francis Frangipane, In Crist's os Image Training

È uno dei libri più profondi e coinvolgenti che abbia mai letto. Lo consiglio caldamente a tutti.
Mike Bickle, International House of Prayer, Kansas City

La vita e l'insegnamento di Ashes, mio carissimo amico da circa trent'anni, sono per me di continuo esempio incoraggiamento...
Paul Wilbur, Integrity Recording Artist

Un messaggio di crescente importanza affinché la Chiesa consideri la figura di Gesù (Yeshua)da un'ottica ebraica...
Don Finto, Pastore Emerito, Chiesa di Belmont

PREFAZIONE

C'è un personaggio ricorrente nei libri della Legge e dei Profeti. A volte viene definito "l'Angelo del Signore"; a volte Dio stesso; altre volte "uno simile al Figlio d'uomo"; spesso non ha neanche un nome. Cercare di capire l'identità di questa figura può sovvertire le nostre concezioni di fondo su Dio e il Messia.
Trovare un legame tra l'Angelo del Signore nel Tanakh (Scritture ebraiche) e la figura di Yeshua (Gesù) nel Nuovo Patto è impegnativo da un punto di vista sia ebraico che cristiano. Questo libro nasce per essere una sfida intellettuale su entrambi i fronti, un punto di incontro equilibrato ed imparziale fra il pensiero ebraico e quello cristiano.
L'intento principale di questo libro è quello di descrivere le apparizioni di Dio e la natura del Messia così come sono riportate nelle Scritture.
È questa la verità che vogliamo far emergere.
Il libro ha anche tre intenti secondari:

1. Approfondire le radici ebraiche della fede cristiana.
2. Fornire una descrizione di Gesù attraverso le Scritture ebraiche.
3. Dimostrare che la Bibbia è coerente dalla prima all'ultima pagina.

Le radici ebraiche
Sono cresciuto in una famiglia ebrea liberale e da giovane ho frequentato una sinagoga conservatrice. Durante gli anni del college mi ritrovai a cercare la verità spirituale, ma i frutti delle mie ricerche, insieme ai miei studi di psicologia, filosofia e letterature antiche ad Harvard, non riuscirono a soddisfare in nessun modo la mia sete di autenticità.
Provai ogni tipo di esperienza ed esperimento spirituale. L'unica cosa che non mi andava di prendere in considerazione era Gesù. Tuttavia, nello sforzo di essere fedele alla ricerca intrapresa, mi resi conto che almeno una volta avrei dovuto leggere i vangeli (pur partendo dal presupposto che non ci avrei trovato niente di così importante).
La prima volta che lessi i vangeli, nell 'inverno 1977-78, rimasi colpito dalla loro positività. La persona di Yeshua, la Sua vita e i Suoi insegnamenti ispiravano amore e timore reverenziale allo stesso tempo. Difficile non "innamorarsi" di una figura tanto carismatica.
La seconda volta in cui lessi i vangeli, nell'estate 1978, ebbi l'ennesima sorpresa: mi resi conto di quanto fossero "ebraici". Infatti, ebrei erano Yeshua e i suoi discepoli, compresi i personaggi di contorno; inoltre emergeva una concezione del regno di Dio mutuata interamente dai Profeti ebraici.
In seguito alla prima sorpresa, in quell'anno decisi di consacrare la mia vita al servizio di Yeshua. In seguito alla seconda sorpresa, invece, mi resi conto di appartenere a quello che viene comunemente chiamato "ebraismo messianico".
A quel punto approfondii non solo lo studio della Bibbia, ma anche quello della letteratura cristiana e dei testi rabbinici (a coronamento dei miei studi, nei primi anni '80 conseguii due lauree magistrali, una in Studi Ebraici presso la Baltimore Hebrew University, l'altra in Teologia presso il Messiah Biblical Institute).
Molte sono le questioni concernenti le radici ebraiche del cristianesimo. Una delle più interessanti è quella riguardante la figura dell' Angelo del Signore nella Torah (Legge) e nei Profeti. Il presente libro si propone di indagare su tali questioni.

Yeshua nel Tanakh
Il Nuovo Patto affascina soprattutto per un elemento: l'amore verso tutta l'umanità, ma in particolare verso il popolo ebreo. Non si tratta di razzismo; semplicemente, si conferma più volte la continuità del ruolo di Israele come nazione prescelta (per esempio, in Ro. 9-11). Yeshua piange su Gerusalemme (Lu. 19:41-44) e Saulo (l'apostolo Paolo) afferma di essere disposto a morire per gli Ebrei (Ro. 9:1-4).
Con la mia nuova fede in Yeshua, riscoprii anche l'amore per il mio popolo. Ero elettrizzato al pensiero di parlare alla mia famiglia della grazia di Dio e della vita eterna. Poiché molti ebrei accettano l'autorità del Tanakh ma non del Nuovo Patto, spesso si rende necessario citare solo il testo ebraico per spiegare loro il progetto divino di salvezza in Yeshua (i primi apostoli parlavano di Yeshua attraverso il Tanakh mentre erano in procinto di scrivere il Nuovo Patto).
Nel Tanakh vi sono molte meravigliose profezie sul Messia, spesso citate dagli apostoli all'inizio delle predicazioni: per esempio, in Atti 8, Filippo parla di Isaia 53 all' eunuco Etiope. La chiamata speciale di Dio sulla mia vita mi ha portato spesso a condividere la buona notizia della salvezza in lingua ebraica qui in Israele, in comunità di ebrei ortodossi. Ho capito che non bastava parlare solo delle profezie sul Messia. Il punto è questo: anche di fronte alla profezia più chiara e cristallina, chi non ha il cuore aperto potrà sempre dire di non condividere la nostra interpretazione.
Dopo un intenso periodo di studio e preghiera (oltre a una marea di dibattiti, conflitti ed esperienze personali) iniziai a vedere le cose in maniera diversa: non erano solamente profezie sul Messia, ma vere e proprie apparizioni del Messia nelle sembianze dell' Angelo del Signore. Il legame tra l' Angelo del Signore e il Messia è davvero illuminante, ed è proprio questa rivelazione dinamica che mi propongo di illustrare nel presente libro.

Coerenza delle Scritture
Tanti anni fa, il mio amico Dan Juster mi parlò del principio filosofico secondo il quale la verità deve essere coerente al suo interno, per cui se una dottrina si contraddice non può essere vera. Questo principio si applica alla filosofia, alla teologia, all'interpretazione biblica e al pensiero logico.
Yeshua ha dimostrato questo concetto dicendo di non essere venuto per abolire o contraddire quello che era scritto nella Legge e nei Profeti, ma per portarlo a compimento (Mt. 5:17-18), e perfmo l'apostolo Saulo non ha mai smesso di ripeterlo (At. 24:14; 26:22; 28:23).
Personalmente, credo che la Bibbia sia vera e attendibile, ed è perciò coerente dalla Genesi all' Apocalisse. Il primo libro biblico inizia con la creazione del cielo e della terra; l'ultimo termina con la creazione di nuovi cieli e di una nuova terra. Il progetto iniziale di Dio viene quindi portato a compimento. (I Rabbini dicono: "Per ultimo nei fatti, per primo nel pensiero." 'Inno dello Shabbat."" ;O; di R. Shlomo Halevy Alk:abets, XVI secolo').
Il regno di Dio è come un minuscolo seme che attraversa varie fasi per poi diventare un albero imponente che ricopre tutta la terra (Mt. 13:31-32; Mr. 4:26-28). Passa per diversi stadi, ma il suo sviluppo è costante dall'inizio alla fine.
Purtroppo, a causa delle storiche divisioni tra cristianesimo e giudaismo, preti e rabbini hanno innalzato solide mura teo- logiche aumentando il divario artificiale tra le due fasi del piano di Dio: la prima rivelata ad Israele, la seconda alla Chiesa. Duemila anni di discordia tra Israele e la Chiesa hanno creato una barriera che impedisce di comprendere la coerenza delle Scritture. Uno dei segreti per infrangerla risiede nel legame tra l'Angelo del Signore e Yeshua il Messia.
Le Scritture sono prive di contraddizioni, in quanto rispecchiano la natura di Dio e quella del Messia, la cui eternità dimostra la coerenza del testo biblico. Infatti Yeshua, filo conduttore delle Scritture, è lo stesso nel passato, nel presente e nel futuro (Eb. 13:8). La mia speranza è che questo libro, rivelando il ruolo essenziale dell' Angelo del Signore nella Legge e nei Profeti, aiuti a sostenere la coerenza delle Scritture dalla Legge di Mosè all' Apocalisse di Giovanni.
Spero che abbiate una buona lettura e che anche voi, come me, possiate trovare queste idee illuminanti.
Asher Intrater

INDICE

Prefazione: Dio Si Può Vedere?

PARTE PRIMA: I Patriarchi
Chi ha pranzato con Abrahamo?
Chi ha dato un calcio a Giacobbe?
Perché Yeshua è stato circonciso?

PARTE SECONDA: L'Esodo
L'Angelo di Yehovah
Chi ha scritto i Dieci Comandamenti
Yeshua e la Legge Morale

PARTE TERZA: La Conquista
Il Comandamento Supremo
Chi ha combattuto la Battaglia di Gerico?
Il possesso della terra

PARTE QUARTA: I Profeti
Chi è seduto su quel trono?
I miei occhi hanno visto il Re
Il Figlio dell'Uomo

PARTE QUINTA: La Rivelazione
Chi è l'Uomo di Fuoco?
La Rivelazione divina di Giovanni

RIASSUNTO: L'Uomo del Mistero

APPENDICE:
1. Elenco di riferimenti delle Apparizioni divine nelle Scritture Ebraiche
2. L'Angelo divino di Solomon Intrater
3. Yehovah e Yahweh
4. Yehovah e Yeshua
5. Osservare il Shabbat
6. La scaletta del Vangelo e della Legge
7. La Restaurazione di ogni cosa
8. Cielo e Terra
9. Prima della fondazione
10. Aspetto umano e glorificato
11. Divino e Davidico
12. Supporto accademico di Daniel C. Juster


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CHI GIUDICHERÀ GLI ANGELI - Angeli e demoni a confronto

foto non disponibile L'Autore Pierangelo Calvirani presenta la sua settima potente e istruttiva opera che è il risultato di una grandiosa ricerca su centinaia di opere divulgative di tutto lo scibile umano confrontate con la sapienza celeste della Bibbia. Si è specializzato nell'aprire al grande pubblico temi e argomenti di difficile accesso, poco conosciuti ma di grande attualità e rilevanza storica. Illumina tutti coloro che non vogliono cadere vittime della propaganda gracidante che offre illusioni, menzogne e morte. Le sue opere offrono una vera speranza!


RETROCOPERTINA

In diverse parti del pianeta un'incredibile serie di scoperte archeologiche ha portato alla luce reperti fossili tali da scuotere dalle fondamenta l'ipotesi evoluzionistica. Di cosa si tratta? Gli scavi archeologici nei vari continenti del mondo hanno fatto riemergere dal passato fossili di indubbia forma umana ma di dimensioni gigantesche.

    Esiste un passato raccontato da innumerevoli tradizioni, racconti, epopee, narrato dalle pietre di antiche sculture, da molti reperti fossili, un passato che emerge da centinaia di scoperte archeologiche, citato da moltissimi testi antichi, un passato di cui la Bibbia parla chiaramente. Ma incredibilmente questo passato viene ancora oggi censurato e definito come una favola e combattuto dalla cosidetta archeologia ufficiale.

    L'esistenza di una razza di giganti dotati di profonde conoscenze dei principi della fisica e della matematica spiega con grande chiarezza moltissimi misteri delle colossali costruzioni del passato, ma oggi si preferisce inventare ogni sorta di spiegazioni, anche le più assurde e fantasiose, piuttosto che considerare quelle che si mostrano come delle evidenze storiche. Questo é certamente inquietante oltre che inspiegabile.

   La recente pubblicazione del libro "Il cacciatore delle ossa dei Nefilim" del giornalista e ricercatore scientifico Armando Amari ha aggiunto un elemento importante al pensiero di coloro che credono che, in un tempo remoto, una razza di uomini giganteschi, alti fino a sette/otto metri e anche oltre, abbia abitato il pianeta Terra. In questa sua ultima opera Pierangelo Calvirani ha esaminato a fondo le testimonianze fossili presentate da Amari, al punto che questo suo nuovo libro può essere considerato un sequel de Il cacciatore delle ossa dei Nefilim.

    Ma la scoperta scientifica ancora più straordinaria presentata da Amari e giustamente ripresa ed enfatizzata da Calvirani riguarda l'identità dei padri biologici di questi giganti che la Bibbia chiama Nefilim, un'identità di natura genetica che esclude scientificamente un'origine terrestre. Si tratta di esseri extraterrestri di capacità super umane che non si sono estinti come i loro giganteschi figli, ma sono ancora oggi in vita e pienamente operanti nelle vicinanze della Terra.

    Secondo la Bibbia la loro natura è angelica, ma orientata al male e a danno del genere umano. La pericolosità di questi angelici extraterrestri è tale che non esistono armi umane per contrastare i loro piani criminali, ma solo l'Onnipotente Creatore è in grado di fermarli. Come e quando? La risposta è nelle pagine della Bibbia citate e commentate nel libro Chi giudicherà gli angeli? Angeli e demòni a confronto.


INDICE

Introduzione

L’analisi del massimo esperto sull’attuale crisi mondialee generale

Capitolo 1

Esistono gli angeli?

Capitolo 2

Presenze angeliche e manifestazioni demoniche

Capitolo 3

Un’antica presenza extraterrestre sulla Terra

Capitolo 4

Una verità terribile viene taciuta all’umanità

Capitolo 5

Un attacco demonico alla sovranità di Dio

Capitolo 6

La verità sui Nefilim

Capitolo 7

La trama demonica sull’umanità

Capitolo 8 

Le entità spirituali malvage confuse per extraterrestri

Capitolo 9

La fantascienza e il mito degli extraterrestri

Capitolo 10

Chi giudicherà gli angeli?

Capitolo 11

La clonazione dei Nefilim

Capitolo 12

Dove sono oggi Satana e i demòni?

Indice analitico

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CHI ERA JOSEPH FRANKLIN RUTHERFORD

Rutherford

J. F. RUTHERFORD
08.11.1869 - 08.01.1942

Una piccola parte della sua storia
al servizio di Y
eHoWaH 


Questo uomo coraggioso,
durante il periodo turbolento del "suono delle sette trombe", dal 1922 e.v. al 1928 e.v., YeHoWaH per mezzo di suo figlio Gesù Cristo, l'ha usato per svergognare la
"grande meretrice - Babilonia la Grande" e il sistema politico/sociale che Satana ha strutturato nei passati 6000 anni. Inoltre YeHoWaH gli ha infuso "potenza oltre ciò che è normale" per aiutare i suoi fratelli a fronteggiare l'attacco di Satana verso il neonato Regno di Dio, durante la seconda Guerra Mondiale.



Alcuni ricordi
di questo moderno
"IEU"


Rutherford fu un coraggioso combattente per la verità. Nacque da genitori battisti l’8 novembre 1869 a Morgan County, nel Missouri. Dalla sorella Ross, naturale sorella maggiore di Joseph Franklin Rutherford, A. D. Schroeder apprese questo: “Il loro padre era un devoto battista nel Missouri dove abitava la famiglia. Il suo fratello più giovane Joseph non poté mai accettare l’insegnamento battista dell’‘inferno di fuoco’. Questo diede luogo a molti accesi dibattiti nella famiglia prima ancora che udissero la verità. Suo fratello era sempre stato di ferme convinzioni con un profondo senso di giustizia. Da giovane voleva fare l’avvocato e il giudice. Il padre voleva che rimanesse nel podere anziché mandarlo a studiare legge all’università. Joseph dovette trovare un amico che gli prestasse il denaro, non solo per farsi sostituire nel podere di suo padre, ma anche per pagarsi gli studi di giurisprudenza”.
Joseph Rutherford si pagò la scuola da sé. Fra l’altro, divenne esperto stenografo, capacità molto utile in anni successivi per annotare rapidamente i suoi pensieri per articoli biblici e altro materiale. Mentre andava ancora a scuola, Joseph Rutherford divenne stenografo di corte. Questo gli permise di finir di pagare il suo corso e anche gli fece acquistare esperienza pratica. Dopo aver completato la sua istruzione accademica, Rutherford trascorse due anni sotto la tutela del giudice E. L. Edwards. A vent’anni, Joseph Rutherford fu nominato stenografo ufficiale per le corti della Quattordicesima Circoscrizione Giudiziaria del Missouri. Quando ebbe ventidue anni, fu ammesso al foro del Missouri. La sua autorizzazione a esercitare la professione legale in quello stato fu concessa il 5 maggio 1892, secondo l’archivio della Corte della Circoscrizione di Cooper. Rutherford cominciò a esercitare la professione legale a Boonville, nel Missouri, come avvocato difensore che dibatteva principalmente cause presso corti della giurisdizione originale per conto dello studio legale di Draffen e Wright.
J. F. Rutherford prestò servizio in seguito per quattro anni come pubblico ministero a Boonville, nel Missouri. Ancora più tardi divenne giudice speciale nello stesso Quattordicesimo Distretto Giudiziario del Missouri. In questo incarico, se il giudice regolare non era in grado di presiedere la corte, Rutherford ne prendeva il posto come giudice sostituto. Le registrazioni della corte confermano la sua nomina come giudice speciale in più di una occasione. Pertanto, divenne noto come il “giudice” Rutherford.
Hazelle ed Helen Krull ricordano di aver udito raccontare da J. F. Rutherford come in principio si interessò alla verità proclamata dai servitori di Geova. Esse ci narrano: “Durante una delle sue visite, il fratello Rutherford propose di fare una passeggiata in campagna al chiaro di luna. Mentre camminavamo, egli parlava, raccontando come aveva vissuto prima d’allora e come si interessò alla verità. Era stato allevato in un podere ma voleva studiare legge. Suo padre pensava di aver bisogno del suo aiuto nel podere ma infine acconsentì di lasciarlo andare se si pagava i propri studi e anche se pagava nel podere un aiutante che prendesse il suo posto. Durante le vacanze estive vendeva libri per mantenere il suo impegno. . . . Promise a se stesso che quando avrebbe esercitato la professione di avvocato, se qualcuno fosse mai venuto a vendere libri nel suo studio egli li avrebbe acquistati. Quel giorno giunse [nel 1894], ma alla persona che venne a far visita parlò il suo socio legale. Ella era una ‘colportrice’, la sorella Elizabeth Hettenbaugh, e presentava tre volumi dell’Aurora millenniale. Il suo socio non era interessato e mandò via lei [e la sua compagna colportrice, la sorella Beeler]. Il fratello Rutherford, affacciandosi dal suo studio privato, avendo sentito casualmente parlare di libri e ricordando la sua decisione, la richiamò, prese i libri e li mise a casa nella sua biblioteca e lì rimasero per un po’. Un giorno mentre era convalescente dopo una malattia aprì uno dei libri e cominciò a leggerlo. Quello fu il principio di un interesse che durò tutta la vita e di un’incessante devozione e servizio al suo Dio”.
Le adunanze degli studenti biblici non si tenevano nelle immediate vicinanze della casa di Rutherford. Comunque, Clarence B. Beaty dice: “Dal 1904 in poi, le adunanze si tenevano nella nostra casa. La sorella Rutherford e il giudice Rutherford vennero da Boonville, nel Missouri, per la Commemorazione [della morte di Cristo]. . . . Egli partecipò alla sua prima Commemorazione e fece agli amici il suo primo discorso da pellegrino nella nostra casa. Non avevano nessuno nella verità a Boonville eccetto se stessi”.
Ma come fu avviato J. F. Rutherford alla predicazione della buona notizia? Ebbene, A. H. Macmillan ne fu in gran parte responsabile. Macmillan conobbe Rutherford nel 1905 a Kansas City durante un viaggio con il fratello Russell attraverso gli Stati Uniti. Poco dopo il fratello Macmillan si fermò a visitare per un giorno o due il giudice Rutherford. Una conversazione fu tenuta fra loro in questo modo:
“Giudice, dovresti predicare qui la verità”.
“Io non sono un predicatore. Sono un avvocato”.
“Ecco, ora, giudice, ti mostrerò quello che puoi fare. Va e prendi una copia della Sacra Bibbia e trova un piccolo gruppo di persone, e insegna loro della vita, della morte e dell’aldilà. Mostra loro dove ricevemmo la vita, perché siamo venuti a trovarci nella condizione moritura e che cosa significa la morte. Prendi le Scritture come testimonianza, e quindi concludi dicendo: ‘Ho adempiuto tutto ciò che ho detto’, proprio come parleresti alla giuria in un processo, e concludi”.
“Questo non sembra molto difficile”.
Che cosa accadde dopo? Rutherford mise in pratica questo consiglio? Il fratello Macmillan riferì: “Un uomo di colore lavorava in un piccolo podere che stava accanto alla sua casa di città, presso la periferia urbana. C’erano circa quindici o venti persone di colore, ed egli vi andò per pronunciare loro un sermone su ‘La vita, la morte e l’aldilà’. Mentre egli parlava dicevano: ‘Sia lodato il Signore, giudice! Dove hai preso tutto questo?’ Egli ebbe molto successo. Quello fu il primo discorso biblico che tenne”.
Non molto tempo dopo, nel 1906, J. F. Rutherford simboleggiò la sua dedicazione a Geova Dio. Il fratello Macmillan scrisse: “Ebbi il privilegio di battezzarlo a Saint Paul, nel Minnesota. Fu una delle 144 persone che quel giorno battezzai personalmente in acqua. Quando egli divenne, dunque, presidente della Società, ne fui specialmente lieto”.
Nel 1907 Rutherford divenne consulente legale della Società Torre di Guardia, e prestò servizio nella sua sede principale di Pittsburgh. Ebbe il privilegio di interessarsi delle trattative quando, nel 1909, la Società trasferì la sua attività a Brooklyn, in New York. Per far questo, presentò domanda e fu ammesso al foro di New York, essendo riconosciuto come avvocato in quello stato. Il 24 maggio dello stesso anno, Rutherford fu ammesso a esercitare la professione forense dinanzi alla Corte Suprema degli Stati Uniti.
J. F. Rutherford pronunciò frequentemente discorsi come pellegrino, rappresentante viaggiante della Società Torre di Guardia. Fece estesamente viaggi come conferenziere biblico negli Stati Uniti, parlando su richiesta in molti college e università, e si rivolse inoltre a grandi uditori in tutta l’Europa. Rutherford visitò l’Egitto e la Palestina, e nel 1913, accompagnato da sua moglie, andò in Germania, dove parlò a uditori per un totale di 18.000 persone.

ASPETTI DEL SUO CARATTERE

Gesù Cristo disse che tutti i suoi seguaci sarebbero stati “fratelli” e che ‘il più grande fra loro doveva essere loro ministro’. (Matt. 23:8-12) Quindi, nessun vero cristiano attribuisce a qualche conservo credente indebita importanza. Tuttavia, la Bibbia rivela gli aspetti del carattere di vari servitori di Dio. Mosè, per esempio, fu noto per la mansuetudine; Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, per il loro ardente entusiasmo. (Num. 12:3; Mar. 3:17; Luca 9:54) Poiché a Joseph F. Rutherford fu affidata nell’organizzazione terrestre di Dio molta responsabilità, è alquanto interessante notarne gli aspetti e le qualità.
“Rutherford aveva sempre manifestato profondo amore cristiano per i suoi associati”, disse A. H. Macmillan, “ed era molto di buon cuore; ma non era per natura della stessa disposizione gentile e calma di Russell. Era diretto ed esplicito e non nascondeva i suoi sentimenti. La sua schiettezza, anche quando parlava con benignità, era a volte mal compresa. Ma era presidente solo da poco tempo quando divenne evidente che il Signore aveva scelto per il lavoro da fare l’uomo che occorreva”.
Maggiore comprensione della personalità di Rutherford si ha apprendendo ciò che accadde nel vecchio Tabernacolo di Londra degli Studenti Biblici quando il 18 aprile 1924 vi pronunciò il suo discorso sulla Commemorazione. Su ciò, la sorella Heath, moglie del fratello William P. Heath, scrive: “Il Tabernacolo era una vecchia chiesa episcopaliana che la Società aveva acquistata a buon mercato, e veniva usato per le adunanze della domenica come usiamo oggi una Sala del Regno. . . . Il posto dell’oratore era in alto vicino al soffitto, a circa sei metri dal pavimento. Quando avrebbe parlato all’uditorio si sarebbe vista solo la testa. Forse per questa ragione il fratello Rutherford lo chiamò ‘abbeveratoio per cavalli’. Si rifiutò di parlare di lì. Infatti, sorprese i fratelli scendendo giù e tenendosi al loro livello”.
Quando il fratello Rutherford assunse in principio la presidenza della Società Torre di Guardia, c’era bisogno di coraggio, fedeltà e decisione. Egli manifestò tali qualità. Per esempio, Esther I. Morris ricorda un discorso che Rutherford fece come pellegrino davanti a un vasto uditorio in quello che allora era il più grande teatro di Boise, nell’Idaho. Ella afferma: “La sua denuncia contro la religione falsa suscitò l’ira di parecchi ecclesiastici locali, che cercarono di interromperlo e sfidarlo, ma il suo enfatico ‘Mettetevi a sedere! Io chiedo la protezione della legge!’ gli permise di continuare. Vennero studenti biblici delle città vicine e affittammo una sala e così tenemmo un piccolo congresso. Egli era molto enfatico nel far conoscere che questo messaggio e ministero non era una cosa piccola”.
Una riflessione piuttosto commovente sulla natura del fratello Rutherford è fatta da Anna Elsdon. Ricordando la sua giovinezza, ella scrive: “Facevamo molte conversazioni con il fratello Rutherford. In un’occasione parecchi di noi giovani ci radunammo e il fratello Rutherford venne da noi. Facemmo molte domande sulla scuola, sul saluto alla bandiera, ecc., ed egli ci parlò a lungo. Quando stava per dirci addio, strinse molto amorevolmente la mani di tutt’e cinque noi nelle sue due grosse mani e aveva le lagrime agli occhi. Egli era molto felice e commosso vedendo noi così giovani, che tuttavia parlavamo delle cose profonde della verità. Non l’ho mai dimenticato. Proprio come il fratello Russell era amorevole, così noi pure sentivamo l’amore di questo grande fratello Rutherford”.

AVANTI NELL’OPERA!

Il fratello Rutherford era deciso a proseguire l’opera di predicare il Regno. Per anni, sotto la guida dello spirito santo di Geova, gli studenti biblici avevano fatto una campagna rimarchevolmente estesa dichiarando la verità di Dio. Infatti, dal 1870 al 1913 avevano distribuito 228.255.719 trattati e opuscoli e 6.950.292 libri. Solo nel memorabile anno del 1914 i servitori di Geova pubblicarono 71.285.037 trattati e opuscoli e 992.845 libri. Gli anni 1915 e 1916 videro, comunque, una diminuzione nelle attività editoriali a causa dell’estendersi della prima guerra mondiale e della crisi nelle comunicazioni. Nel 1917, l’opera cominciò però a mostrare una tendenza ascendente. Perché?
Il nuovo presidente della Società riorganizzò prontamente l’ufficio della sede principale a Brooklyn. Per giunta, agì per ridare vita all’opera di campo. Questi cambiamenti, comunque, e i programmi che promosse erano quelli che erano stati iniziati da C. T. Russell. I rappresentanti pellegrini della Società furono aumentati da sessantanove a novantatré. Fu accelerata in occasionali domeniche la distribuzione di trattati gratuiti di fronte alle chiese e regolarmente di casa in casa. Fu pubblicato un nuovo trattato di quattro pagine, Il mensile degli studenti biblici, e nel solo 1917 se ne distribuirono 28.665.000 copie gratuite.
Fu anche affrettata una nuova attività che era stata iniziata prima della morte di C. T. Russell. Chiamata “opera pastorale”, essa precedette le visite ulteriori che ora sono fatte dai cristiani testimoni di Geova. Al tempo di Russell questa attività era limitata a circa 500 congregazioni che lo avevano volontariamente eletto come loro pastore. In una lettera a queste egli descrisse l’impresa come “un’importante opera di visite ulteriori possibile in relazione con gli indirizzi ricevuti alle adunanze pubbliche, alle proiezioni del DRAMMA, dagli elenchi dei colportori, ecc., persone che si suppone abbiano qualche interesse per gli argomenti religiosi e che sarebbero presumibilmente più o meno inclini a farsi condurre alla Verità”.
Nella congregazione le donne interessate a compiere quest’opera eleggevano una del loro numero perché prestasse servizio come tenente e un’altra come tesoriera-segretaria. Una città era divisa in sezioni di territorio, assegnate a singole sorelle che facevano visita a tutti quelli di cui erano stati forniti i nomi come di persone interessate. Quelle che facevano le visite davano in prestito i libri, che potevano essere letti e studiati da chi li prendeva a prestito. “Quindi nessuno aveva la scusa: ‘Non ho denaro’, poiché il prestito era gratuito”, osserva Esther I. Morris. A conclusione della visita si diceva al padrone di casa che nella zona si sarebbe presto fatto un discorso sulla carta del “Divin piano”, e quelli che manifestavano interesse erano incoraggiati ad assistere. In seguito si facevano visite ulteriori a quelli che avevano assistito nello sforzo di iniziare uno studio sul primo volume degli Studi sulle Scritture, intitolato “Il divin piano delle età”. Così il culmine del programma consisteva nel radunare le persone in “classi”, prima di udire i discorsi sulla carta e poi per divenire gruppi regolari chiamati “classi bereane”. — Atti 17:10, 11.
Altri passi furono compiuti dal nuovo presidente della Società, J. F. Rutherford, per ridare vita all’opera di predicazione. Il servizio di colportore fu esteso. Questo portò il totale da 373 a 461 colportori. Per assisterli, all’inizio del 1917 la Società cominciò a pubblicare un periodico chiamato “Bollettino”. Conteneva istruzioni periodiche sul servizio impartite dalla sede principale. Successivamente, dopo l’ottobre del 1922, il Bollettino fu disponibile mensilmente agli studenti biblici in genere. (Infine fu chiamato “Direttore”, quindi “Informatore” e in seguito “Ministero del Regno”). La sorella H. Gambill dice che, a suo tempo, “conteneva testimonianze preparate che noi chiamavamo ‘esposizioni’ e che eravamo incoraggiati a imparare a memoria per usarle nel servizio di campo. Mia cognata . . . mi seguiva dappertutto da una stanza all’altra cercando di apprendere esattamente ogni parola. Ella desiderava impararle proprio correttamente”. Riflettendo sul fatto che il Bollettino conteneva testimonianze preparate, Elizabeth Elrod dice: “Apprezzai questo, poiché non avevamo una disposizione, come l’abbiamo adesso, di una persona che ne accompagnasse un’altra per addestrarla e aiutarla a divenire un’efficace proclamatrice. Questo unificava il messaggio che si diffondeva”.
Mentre continuava la campagna di ringiovanimento, nel lontano 1917 furono compiuti altri passi dalla nuova amministrazione della Società. Per esempio, si tenne un certo numero di congressi regionali. Questi servivano a incoraggiare gli studenti biblici a proseguire la loro opera e a non stancarsi di fare il bene.
Proprio prima del 1914 C. T. Russell diede enfasi al programma dei discorsi pubblici. Ora era tempo di disporre che altri oratori qualificati rappresentassero dal podio pubblico la Società Torre di Guardia. Come si fece questo? Il programma seguiva la disposizione del V.D.M. Queste lettere erano al posto delle parole latine Verbi Dei Minister, che significano “Ministro della Parola di Dio”. Il programma consisteva di un questionario messo a disposizione sia degli uomini che delle donne associati con le congregazioni degli studenti biblici.
Ecco alcuni esempi di domande che si trovavano nel questionario del V.D.M. Potresti rispondere a esse correttamente? (1) Quale fu il primo atto creativo di Dio? (4) Qual è per i peccatori la divina pena del peccato? e chi sono i peccatori? (6) Di quale natura fu l’Uomo Cristo Gesù dall’infanzia alla morte? (7) Di quale natura è Gesù da quando risuscitò; e qual è la sua relazione ufficiale con Geova? (13) Quali saranno le ricompense o le benedizioni che saranno date al mondo del genere umano per essere stato ubbidiente al regno del Messia? (16) Ti sei convertito dal peccato per servire l’Iddio vivente? (17) Hai fatto una piena consacrazione della tua vita e di tutta la tua forza e del tuo talento al Signore e al suo servizio? (18) Hai simboleggiato questa consacrazione con l’immersione in acqua? (22) Credi di avere una sostanziale e permanente conoscenza della Bibbia che ti renderà più efficiente come servitore del Signore in tutto il resto della tua vita?
Quelli che sottoponevano le proprie risposte al reparto del V.D.M. della Società ricevevano una risposta che includeva “alcuni benevoli suggerimenti e accenni” rispetto alle loro risposte. Tra l’altro, si desiderava che alle domande gli individui rispondessero con le loro proprie parole.
Spiegando le cose un po’ di più, George E. Hannan scrive: “Queste domande dovevano servire come una guida per determinare quanto bene un individuo capiva le dottrine basilari della Bibbia. Ogni persona dedicata che otteneva un punteggio dell’85 per cento era considerata qualificata per insegnare. Tutti quei fratelli erano idonei per pronunciare discorsi pubblici e discorsi sulla carta. Queste domande incoraggiavano tutti quelli che erano associati con la Società a leggere i sei volumi degli Studi sulle Scritture, consultandone tutti i riferimenti scritturali”.
Avvenne così che, in qualità di nuovo presidente della Società Torre di Guardia, J. F. Rutherford compiva immediati passi per accelerare l’opera di predicare la buona notizia del regno di Dio. Ne seguirono benedizioni. L’anno 1917 vide un’accresciuta attività di campo alla lode di Geova Dio.

“NON SIATE PERPLESSI PER L’INCENDIO CHE VI È FRA VOI”

Comunque, entro l’organizzazione non tutti furono felici quando J. F. Rutherford venne eletto presidente. Infatti, a cominciare dall’inizio del 1917, parecchi individui cercarono ambiziosamente di afferrare il controllo amministrativo della Società. Non erano disposti a cooperare, e così cominciò un periodo di ardenti prove. Naturalmente, i cristiani si attendevano l’opposizione e la persecuzione da parte dei nemici mondani. Ma le prove che hanno origine entro la stessa organizzazione cristiana spesso non sono attese e sono più difficili da sopportare. Tuttavia, con l’aiuto divino tutte le difficoltà possono essere sopportate. Pietro disse ai conservi credenti: “Diletti, non siate perplessi per l’incendio che vi è fra voi, che vi accade per una prova, come se vi avvenisse una cosa strana. Al contrario, continuate a rallegrarvi, visto che siete partecipi delle sofferenze del Cristo”. — 1 Piet. 4:12, 13.
Geova e il suo “messaggero del patto”, Gesù Cristo, vennero nel 1918 E.V. a ispezionare il tempio spirituale. Il giudizio cominciò allora dalla “casa di Dio” ed ebbe inizio un periodo di raffinamento e purificazione. (Mal. 3:1-3; 1 Piet. 4:17) Accadde anche qualche altra cosa. Si presentarono uomini che manifestavano i segni di uno “schiavo malvagio” e cominciarono figurativamente a ‘battere’ i loro compagni di schiavitù. Gesù Cristo aveva predetto come tali individui sarebbero stati trattati. Nello stesso tempo mostrò che sarebbe stata evidente una classe dello “schiavo fedele e discreto”, che avrebbe dispensato cibo spirituale. — Matt. 24:45-51.
L’identità dello “schiavo fedele e discreto” o “servitore fedele e prudente” (Versione Riveduta), fu una questione che in quegli anni suscitò un bel po’ di preoccupazione. Molto tempo prima, nel 1881, C. T. Russell scrisse: “Crediamo che ogni membro di questo corpo di Cristo è impegnato, direttamente o indirettamente, nella benedetta opera di dare a suo tempo il vitto ai domestici della fede. ‘Qual è mai il servitore fedele e prudente che il padrone ha costituito sui domestici’ per dar loro il vitto a suo tempo? Non è quel ‘piccolo gregge’ di consacrati servitori che fedelmente adempiono i loro voti di consacrazione, il corpo di Cristo, e non dà l’intero corpo individualmente e collettivamente il vitto a suo tempo alla famiglia della fede, il grande gruppo dei credenti?”
Si comprese dunque che il “servitore” che Dio impiegava per dispensare cibo spirituale era una classe. Comunque, col passar del tempo, l’idea adottata da molti fu che C. T. Russell stesso fosse il “servitore fedele e prudente”. Questo portò alcuni nel laccio del culto della creatura. Ritennero che tutta la verità che Dio intendeva rivelare al suo popolo fosse stata presentata per mezzo del fratello Russell, che non potesse rivelarsi più nulla. Annie Poggensee scrive: “Questo fece fare una grande vagliatura di quelli che preferirono restare indietro con le opere di Russell”. Nel febbraio del 1927 questo pensiero erroneo che Russell stesso fosse il “servitore fedele e prudente” fu chiarito.
Poco dopo che il fratello Rutherford era divenuto presidente della Società Torre di Guardia, si formò una vera cospirazione. Fu piantato il seme della ribellione e la difficoltà quindi si sparse, come viene spiegato in seguito.
C. T. Russell aveva compreso il bisogno di mandare dalla sede principale qualcuno in Gran Bretagna per rafforzarvi gli studenti biblici dopo lo scoppio della prima guerra mondiale. Egli ebbe intenzione di mandare Paul S. L. Johnson, un Ebreo che aveva abbandonato il giudaismo ed era divenuto ministro luterano prima di acquistare conoscenza della verità di Dio. Johnson aveva prestato servizio come uno degli oratori viaggianti della Società ed era ben noto per la sua capacità. Per rispetto verso i desideri di Russell, il comitato esecutivo che prestò servizio per breve tempo prima dell’elezione a presidente di Rutherford mandò Johnson in Inghilterra, dandogli certi documenti che gli avrebbero facilitato l’ingresso in quel paese. Egli doveva apprendere tutto quello che era possibile sull’opera in Inghilterra e quindi fare alla Società un rapporto completo, ma non doveva fare nella sede britannica nessun cambiamento di personale. Comunque, sembrò che l’accoglienza che gli riservarono in Inghilterra nel novembre del 1916 alterasse il suo giudizio e da ultimo la sua ragione, “finché”, come dichiarò A. H. Macmillan, “giunse alla ridicola conclusione d’essere l’‘economo’ della parabola di Gesù sul denaro. In seguito pensò d’essere il sommo sacerdote del mondo”. Nei suoi discorsi agli studenti biblici in tutta l’Inghilterra, Johnson si rappresentò come il successore di Russell, sostenendo che il mantello del pastore Russell fosse caduto su di lui come il mantello (“veste ufficiale”) di Elia cadde su Eliseo. — 2 Re 2:11-14.
È evidente che le aspirazioni di Johnson si erano manifestate anche precedentemente, poiché Edythe Kessler ricorda: “Nel 1915 lasciai la Betel e, prima di partire per l’Arizona, visitai una coppia di vecchi amici che conoscevo da anni, e mentre ero lì accolsero un pellegrino chiamato P. S. L. Johnson. Satana mostrava già i suoi brutti metodi insidiosi per assumere il controllo, non importa in qual modo. Johnson disse: ‘Vorrei parlarti. Mettiamoci a sedere nella stanza di soggiorno’, il che facemmo. Egli cominciò dicendo: ‘Sorella, sappiamo che è possibile che il fratello Russell muoia da un momento all’altro, ma quando questo accade gli amici non devono aver timore. Io posso prenderne il posto e assumere subito la direttiva senza nessuna interruzione dell’opera’”.
Mentre era in Inghilterra, Johnson cercò di assumere il completo controllo dell’attività del campo britannico, tentando perfino, senza autorità, di mandar via certi componenti del personale della sede di Londra. Ne risultò una tale confusione che il sorvegliante di filiale si lamentò con il fratello Rutherford. A sua volta, Rutherford nominò a Londra una commissione di diversi fratelli che non erano componenti del personale della sede. Essi si riunirono, ascoltarono i fatti e li ponderarono e raccomandarono che Johnson fosse richiamato. Rutherford disse a Johnson di tornare. Invece di far questo, Johnson mandò lettere e cablogrammi accusando il comitato di pregiudizio, e cercando inoltre di giustificare la propria condotta. Cercando di rendere la sua presenza indispensabile in Gran Bretagna, egli si servì erratamente dei documenti che gli erano stati forniti dalla Società e ne confiscò i fondi depositati presso la banca di Londra. In seguito, per riprendere questo denaro, fu necessario adire le vie legali.
Infine Johnson tornò a New York, dove tentò persistentemente di persuadere J. F. Rutherford a rimandarlo in Inghilterra, ma senza risultato. Pensando che Rutherford non fosse l’uomo giusto per l’incarico, Johnson era certo di dover essere lui il presidente della Società. Cercò di esercitare influenza sul consiglio dei direttori. Facendo apparire che il fratello Rutherford non fosse idoneo come presidente, Johnson persuase quattro dei sette membri del consiglio a schierarsi dalla propria parte. I quattro si opposero al presidente, al vice-presidente e al segretario-tesoriere della Società, e i direttori dissidenti cercarono di privare il presidente del controllo amministrativo.
J. F. Rutherford tenne adunanze con gli oppositori e cercò di ragionare con loro. A. H. Macmillan dice che Rutherford “venne perfino da parecchi di noi e chiese: ‘Rassegnerò le dimissioni da presidente e lascerò che quegli oppositori assumano l’incarico?’ Tutti rispondemmo: ‘Fratello, il Signore ti ha messo dove sei, e rassegnare le dimissioni o smettere sarebbe una slealtà verso il Signore’. Per giunta, il personale dell’ufficio minacciò di andarsene se questi uomini avessero preso il controllo”.
In una prolungata sessione dell’adunanza annuale della Società del 1917, i quattro direttori dissidenti cercarono di presentare una risoluzione per emendare lo statuto della Società. Questo fu un disegno per porre l’autorità amministrativa nelle mani del consiglio dei direttori. Poiché questo era contrario sia alla disposizione dell’organizzazione in vigore durante la presidenza di Russell sia al desiderio degli azionisti, Rutherford dichiarò la mozione irregolare e il piano fu frustrato. In seguito l’opposizione si fece più ostinata, ma ci furono conseguenze che gli oppositori non si erano mai aspettate.

“IL MISTERO COMPIUTO”

Durante la sua intera amministrazione come presidente della Società, il fratello Russell, insieme al vicepresidente e al segretario-tesoriere, aveva preso decisioni riguardo a nuove pubblicazioni. Come gruppo, il consiglio dei direttori non era stato consultato. Rutherford seguì la stessa norma. Quindi, con l’andar del tempo, i tre dirigenti della Società presero una decisione di lunga portata.
Charles Taze Russell aveva scritto sei volumi dell’Aurora millenniale, o Studi sulle Scritture, ma spesso aveva dichiarato di scrivere un settimo volume. “Quando ne troverò la chiave”, aveva detto, “scriverò il Settimo Volume; e se il Signore darà la chiave a qualcun altro, potrà scriverlo”. I dirigenti della Società disposero di far compilare da due studenti biblici, Clayton J. Woodworth e George H. Fisher, un libro composto di commentari su Rivelazione, Il Cantico di Salomone ed Ezechiele. I coredattori raccolsero il materiale dagli scritti del fratello Russell e questo fu pubblicato col titolo “Il mistero compiuto” quale settimo volume degli Studi sulle Scritture. Poiché conteneva in gran parte il pensiero e i commenti di C. T. Russell, fu definito “opera postuma del pastore Russell”.
Verso la metà del 1917 venne il tempo di presentare il nuovo libro. Quel significativo giorno fu il 17 luglio. “Io ero di servizio nella sala da pranzo [della Betel di Brooklyn] quando squillò il telefono”, dice Martin O. Bowin. “Ci stavamo preparando per il pasto di mezzogiorno. Ero il più vicino al telefono, quindi risposi. All’altro capo della linea era il fratello Rutherford. ‘Chi c’è lì con te?’ chiese. Risposi: ‘Louis’. Disse di venire subito nel suo studio, e ‘non occorre bussare’. Ci venne data una pila di libri, con l’ordine di metterne uno a ciascun posto e di farlo prima che arrivasse la famiglia per il pasto di mezzogiorno”. Subito la sala da pranzo si riempì dei componenti della famiglia Betel.
“Come al solito”, continua il fratello Bowin, “furono rese le grazie a Dio. Quindi cominciò! . . . Capeggiata da . . . P. S. L. Johnson, . . . cominciò questa dimostrazione contro il caro fratello Rutherford. Lanciando perverse accuse ad alta voce, camminavano avanti e indietro, fermandosi solo alla tavola del fratello Rutherford per agitare contro di lui i pugni chiusi e rivolgergli ulteriori critiche. . . . Tutto questo durò circa cinque ore. Quindi tutti si alzarono dalla tavola, sopra la quale erano ancora tutti i piatti e molto cibo intatto, perché fosse sparecchiata da fratelli con poca energia per farlo”.
Questo incidente rivelò che alcuni componenti della famiglia Betel simpatizzavano con gli oppositori. Se tale opposizione fosse continuata, alla fine avrebbe disgregato l’intera attività della Betel. Così J. F. Rutherford agì per correggere la situazione. Pur conoscendo pienamente la struttura legale della Società, Rutherford aveva consultato un eminente avvocato di società di Filadelfia, in Pennsylvania, riguardo alla situazione legale del consiglio dei direttori della Società. L’opinione scritta che ricevette rivelò che i quattro dissidenti non erano membri legali del consiglio. Perché no?
C. T. Russell aveva designato quegli uomini come direttori, ma lo statuto della Società richiedeva che i direttori fossero eletti dal voto degli azionisti. Rutherford aveva detto a Russell che i designati dovevano essere confermati dal voto nella seguente adunanza annuale, ma Russell non aveva mai compiuto quel passo. Così, solo i dirigenti che erano stati eletti all’adunanza annuale di Pittsburgh erano debitamente costituiti membri del consiglio. I quattro designati per l’incarico non erano membri legali del consiglio. Rutherford aveva saputo questo in tutto il periodo della difficoltà, ma non lo aveva menzionato, sperando che questi membri del consiglio smettessero di fare opposizione. In ogni modo, la loro attitudine mostrò che non erano qualificati per essere direttori. Giustamente Rutherford li congedò e nominò quattro nuovi membri del consiglio la cui nomina poté essere confermata alla successiva adunanza generale della Società, all’inizio del 1918.
Il fratello Rutherford non congedò sommariamente dall’organizzazione cristiana i precedenti direttori. Invece, offrì loro incarichi come pellegrini. Essi rifiutarono, lasciarono volontariamente la Betel e cominciarono a diffondere la loro opposizione con un’estesa campagna di discorsi e corrispondenza in tutti gli Stati Uniti, il Canada e l’Europa. Di conseguenza, dopo l’estate del 1917, molte congregazioni di studenti biblici si componevano di due fazioni, di quelli leali all’organizzazione di Geova e di altri che erano divenuti spiritualmente sonnacchiosi ed erano caduti vittime dei discorsi insidiosi degli oppositori. Questi ultimi non furono più disposti a collaborare e non si vollero impegnare nell’opera di predicare la buona notizia del regno di Dio.

FUTILI SFORZI PER ASSUMERE IL CONTROLLO

Il gruppo di oppositori che aveva di recente lasciato la Betel pensava di poter assumere il controllo del congresso degli studenti biblici che doveva tenersi nell’agosto del 1917 a Boston, nel Massachusetts. Mary Hannan, che assisté a quell’assemblea, narra: “Il fratello Rutherford fu desto a quello sforzo da parte loro e non diede loro l’opportunità di salire sul palco in nessun momento delle sessioni. Fece sempre il presidente”. Il congresso fu un completo successo alla lode di Geova, e gli oppositori non poterono interromperlo.
J. F. Rutherford sapeva che il 5 gennaio 1918 l’adunanza annuale della Società avrebbe dato ai dissidenti un’altra occasione di assumere il controllo. Egli era ragionevolmente sicuro che gli studenti biblici in genere non approvavano tale tentativo. Tuttavia, non avrebbero avuto nessuna opportunità di esprimersi all’elezione, poiché era una questione che riguardava solo i membri della Società legalmente costituita, la Watch Tower Bible and Tract Society. Così, che cosa poteva fare Rutherford? Poteva dare a tutti i dedicati servitori di Geova l’opportunità di esprimersi. Conformemente, La Torre di Guardia del 1° novembre 1917 suggerì che ciascuna congregazione partecipasse a un referendum. Il 15 dicembre, 813 congregazioni inviarono i loro voti e il sondaggio indicò che 10.869 degli 11.421 voti erano a favore di J. F. Rutherford come presidente della Società. Tra l’altro, il voto del referendum mostrò pure che tutti i fedeli membri del consiglio dei direttori, come questo fu ricostituito nel luglio del 1917, erano preferiti agli individui ribelli che pretendevano d’essere membri del consiglio.
All’adunanza annuale degli azionisti tenuta il sabato 5 gennaio 1918 i sette individui che ricevettero il più alto numero di voti furono J. F. Rutherford, C. H. Anderson, W. E. Van Amburgh, A. H. Macmillan, W. E. Spill, J. A. Bohnet e George H. Fisher. Nessuno degli oppositori riuscì a introdursi nel consiglio. I dirigenti della Società furono quindi eletti dai membri del consiglio debitamente scelti, ricevendo J. F. Rutherford tutti i voti dati per il presidente, Charles H. Anderson tutti quelli per il vicepresidente e W. E. Van Amburgh tutti i voti per il segretario-tesoriere. Perciò questi uomini furono debitamente eletti come dirigenti della Società. Il tentativo degli oppositori di assumere il controllo era stato completamente sventato.
Fedeli e oppositori erano ora oltre la riconciliazione. Il gruppo in opposizione formò un’organizzazione interamente separata capeggiata da un “Comitato di sette”. La separazione per certo fu completa il 26 marzo 1918 quando gli oppositori celebrarono la Commemorazione della morte di Cristo separatamente dalle congregazioni fedeli del popolo di Dio. L’unità di quelli che formavano il gruppo di opposizione fu, comunque, di breve durata, poiché al loro congresso nell’estate del 1918 sorsero contrasti e vi fu una divisione. P. S. L. Johnson organizzò un gruppo con sede a Filadelfia, in Pennsylvania, dove pubblicò The Present Truth and Herald of Christ’s Epiphany. (La verità presente e araldo dell’epifania di Cristo). Ivi rimase, definendosi “grande sommo sacerdote della terra” finché morì. Ulteriore dissenso dal 1918 in poi causò divisione, finché l’originale gruppo dissidente che si era separato dalla Società Torre di Guardia si disgregò in diverse sette scismatiche.
Molti che negli anni successivi alla morte di C. T. Russell si erano ritirati non fecero attiva opposizione ai loro precedenti associati cristiani. Alcuni tornarono, si pentirono delle loro azioni e si associarono di nuovo con il popolo di Dio. Questo fu un tempo di severe prove, come indica Mabel P. M. Philbrick affermando: “Il mio dolore fu grande allorché capii che il mio proprio padre e la mia matrigna alla quale volevo molto bene, che avevano avuto la speranza celeste, si andavano allontanando. Si compirono molti sforzi e si versarono molte lagrime finché io determinai la condotta da seguire, poiché sapevo bene che chi perdeva la propria corona non poteva attendere di vivere in nessun altro luogo. Il pensiero che avrebbero subìto la seconda morte era insopportabile. Tuttavia, un giorno nella preghiera Geova mi diede molto conforto allorché cominciai pienamente a desiderare che si facesse la sua volontà. All’improvviso cominciai a capire che il suo amore e la sua giustizia erano di gran lunga più grandi dei miei e che se egli non li considerava degni della vita, nemmeno io potevo tenermi stretta a loro, poiché mio padre e mia madre non erano diversi dal padre e dalla madre di qualsiasi altro. Da quel momento in poi ebbi pace mentale”.
Quelli che in quei giorni si separarono dai fedeli servitori di Geova non solo si divisero in sette, ma, nella maggioranza dei casi, il loro numero scemò e le loro attività non ebbero seguito o cessarono del tutto. Di sicuro non adempiono il comando che Gesù diede ai suoi seguaci di predicare la buona notizia in tutta la terra e di far discepoli. — Matt. 24:14; 28:19, 20.
Quanti abbandonarono il vero cristianesimo durante i critici anni del 1917 e del 1918? Un rapporto incompleto inerente a tutta la terra mostra che alla Commemorazione della morte di Gesù Cristo del 5 aprile 1917 i presenti furono 21.274. (A causa delle difficoltà che nel 1918 esistevano sia dentro l’organizzazione che fuori, le cifre dei presenti quell’anno non furono raccolte). Alla celebrazione della Commemorazione del 13 aprile 1919 un rapporto parziale indicò 17.961 presenti. Sebbene incomplete, queste cifre mostrano chiaramente che assai meno di 4.000 avevano smesso di camminare nel servizio di Dio con i loro precedenti associati.

CRISTIANI NEL CROGIUOLO

Negli anni dal 1917 al 1919 gli studenti biblici furono pure oggetto di cospirazione internazionale fomentata in particolar modo dal clero della cristianità. Il mistero compiuto, settimo volume degli Studi sulle Scritture, suscitò la loro ira clericale. Entro sette mesi dall’iniziale presentazione questa pubblicazione ebbe una divulgazione senza paralleli. Gli stampatori esterni della Società furono occupati nell’edizione di 850.000 copie. Alla fine del 1917 il libro era disponibile anche in svedese e francese, ed era in corso la traduzione in altre lingue.
Il 30 dicembre 1917 cominciò una distribuzione in grandi proporzioni di 10.000.000 di copie di una nuova edizione del volantino di quattro pagine del formato di una rivista Il mensile degli studenti biblici (inglese). Intitolato “La caduta di Babilonia” e con i sottotitoli “L’antica Babilonia fu un tipo — La Babilonia mistica l’antitipo — Perché la cristianità ora deve soffrire; il risultato finale”, conteneva brani del Settimo Volume, con riferimenti molto appropriati al clero. Nell’ultima pagina era stampata una caricatura che mostrava un muro crollante. Alcune pietre avevano parole come “Protestantesimo”, “Teoria del tormento eterno”, “Dottrina della Trinità”, “Successione apostolica” e “Purgatorio”. In base alle Scritture il volantino mostrava che in grande maggioranza i membri del clero “sono stati uomini infedeli, sleali, ingiusti” che più di ogni altra classe sulla terra sono responsabili della guerra che allora infuriava e della grande afflizione che l’avrebbe seguita. Come parte della campagna di distribuzione del volantino, erano estesamente annunciate conferenze pubbliche sullo stesso soggetto che si pronunciavano quel medesimo giorno.
Vi sarebbe piaciuto distribuire un volantino come quello? C. B. Tvedt ammette che ‘non dimenticherà mai quel particolare giorno’, e afferma: “Era una giornata freddissima, ma il messaggio che dovevo distribuire era di sicuro scottante. . . . Avevo un migliaio di questi fogli da mettere sotto la porta degli appartamenti e a volte da dare direttamente alle persone che avrei incontrate. Non posso negare che preferivo metterli sotto le porte, poiché capivo che questo era un messaggio infuocato e avrebbe dato luogo a ripercussioni esplosive”.
Verso la fine del 1917 e il principio del 1918 Il mistero compiuto si distribuiva in numero crescente. Adirato, il clero asserì falsamente che certe dichiarazioni di questo libro fossero di natura sediziosa. Erano decisi a “colpire” la Società Torre di Guardia e, come i capi religiosi giudei quando Gesù fu sulla terra, essi volevano che a far questo per loro fosse lo stato. (Si paragoni Matteo 27:1, 2, 20). Gli ecclesiastici sia cattolici che protestanti rappresentarono falsamente gli studenti biblici come al servizio del governo tedesco. Per esempio, riferendosi all’opera dell’Associazione Internazionale degli Studenti Biblici, ente legale del popolo di Dio, il dott. Case della Scuola Teologica dell’Università di Chicago pubblicò questa dichiarazione: “Ogni settimana si spendono duemila dollari per divulgare la loro dottrina. Da dove venga il denaro non si sa; ma c’è un forte sospetto che provenga da fonti tedesche. A mio giudizio, i fondi sarebbero un profittevole campo di investigazione governativa”.
“Questo, rafforzato da accuse simili di altri ecclesiastici nominali, evidentemente influì sull’azione di agenti del servizio segreto dell’esercito che presero i registri del tesoriere della Società”, disse La Torre di Guardia (inglese) del 15 aprile 1918. Essa proseguì: “Senza dubbio le autorità hanno pensato di trovare qualche prova per confermare l’accusa che la nostra Società lavori per gli interessi del governo tedesco. Naturalmente, i registri non rivelano nulla del genere. Tutto il denaro usato dalla nostra Società è offerto da quelli che si interessano esclusivamente della predicazione del Vangelo di Gesù Cristo e del suo regno”. La pubblicità fatta dai giornali di tutta la nazione sul sequestro dei registri della Società tendeva a suscitare sospetti.
Il 12 febbraio 1918 fu una data segnata per il popolo di Dio nel Canada. La Società Torre di Guardia fu allora messa al bando in tutto quel paese. Un dispaccio della pubblica stampa dichiarò: “Il segretario di stato, secondo i regolamenti per la censura della stampa, ha emanato l’ordine che proibisce nel Canada il possesso di parecchie pubblicazioni, fra cui è il libro pubblicato dall’Associazione Internazionale degli Studenti Biblici intitolato ‘Studi sulle Scritture — Il mistero compiuto’, in genere noto come pubblicazione postuma del pastore Russell. È pure proibita nel Canada la divulgazione del ‘Mensile degli Studenti Biblici’, pure stampato da questa Associazione nella sua sede di Brooklyn, in New York. Il possesso di qualsiasi libro proibito espone il possessore a un’ammenda non superiore a 5.000 dollari e a cinque anni di prigione”.
Perché fu emesso il bando? Il Tribune di Winnipeg, nel Manitoba, fece luce su ciò, dicendo: “Si asserisce che le pubblicazioni messe al bando contengano dichiarazioni sediziose e contrarie alla guerra. Brani di uno dei più recenti numeri del ‘Mensile degli studenti biblici’ furono denunciati dal pulpito alcune settimane fa dal rev. Charles G. Paterson, pastore della chiesa di S. Stefano. Il procuratore generale Johnson mandò a chiedere in seguito al rev. Paterson una copia della pubblicazione. Si crede che il diretto risultato sia l’ordine del censore”.
Non molto tempo dopo il bando di ispirazione clericale del Canada, divenne evidente la natura internazionale della cospirazione. Nel febbraio del 1918 il servizio segreto dell’esercito degli Stati Uniti della città di New York cominciò a investigare sulla sede della Società Torre di Guardia. Non solo era stato falsamente dichiarato che la Società fosse in contatto col nemico tedesco; era stato anche menzogneramente detto al governo degli Stati Uniti che la sede principale della Società a Brooklyn fosse un centro per trasmettere messaggi al regime tedesco. Infine la stampa pubblica riferì che agenti governativi si erano impadroniti di un apparecchio radio installato nella casa Betel e pronto per l’uso. Ma quali erano i fatti?
Nel 1915 fu data a C. T. Russell una piccola radio ricevente. Personalmente egli non se ne interessò troppo, ma fu messa un’antenna sul tetto della casa Betel e ad alcuni fratelli più giovani fu data l’opportunità di imparare a far funzionare l’apparecchio. Tuttavia, non avevano molto successo nel captare le trasmissioni. Quando gli Stati Uniti stavano per entrare in guerra si richiese che tutti gli apparecchi radio fossero smontati. Quindi l’antenna fu tolta e l’asta fu segata e usata per altri scopi, mentre l’apparecchio stesso fu accuratamente imballato e messo via nello studio artistico della Società. Non era stato affatto usato per più di due anni quando in una conversazione con un componente della famiglia Betel fu detto a due uomini del servizio segreto che c’era l’apparecchio radio. Essi furono accompagnati sul tetto e fu mostrato loro dov’era in precedenza. Quindi fu mostrato loro l’apparecchio stesso, tutto imballato. Dietro consenso, questi uomini lo portarono via perché non c’era modo di usarlo alla Betel. L’apparecchio era solo una radio ricevente, non trasmittente. Nella Betel non ci fu mai un apparecchio per la diffusione di messaggi. Era quindi impossibile trasmettere notizie in qualsiasi luogo.
Opposizioni e pressioni continuarono ad aumentare contro il popolo di Geova. Il 24 febbraio 1918 J. F. Rutherford pronunciò a Los Angeles, in California, una conferenza pubblica a un uditorio di 3.500 persone. La mattina dopo il Tribune di Los Angeles stampò sulla conferenza un articolo di un’intera pagina. Questo suscitò l’indignazione degli ecclesiastici locali. Il lunedì mattina l’associazione dei ministri tenne una riunione e mandò il suo presidente ai direttori del giornale, richiedendo di spiegare perché avevano pubblicato tante notizie sulla conferenza. Il giovedì seguente il servizio segreto dell’esercito si impossessò della sede degli studenti biblici di Los Angeles e prese anche molte pubblicazioni della Società.
Il lunedì 4 marzo 1918 ci fu a Scranton, in Pennsylvania, l’arresto di Clayton J. Woodworth (uno dei compilatori del Mistero compiuto) e di parecchi altri fratelli. Essi furono falsamente accusati di cospirazione e sottoposti a cauzione in attesa di comparire in giudizio a maggio. Per giunta, mentre dall’esterno aumentava rapidamente la pressione contro la Società, più di venti studenti biblici furono detenuti in campi dell’esercito e in prigioni militari perché era stata loro negata l’esenzione militare. Alcuni di essi furono processati dalla corte marziale e condannati a lunghi periodi di detenzione. Il 14 marzo 1918 il Dipartimento della Giustizia degli Stati Uniti definì la distribuzione del Mistero compiuto una violazione della legge sullo spionaggio.
Una controffensiva da parte del popolo di Dio era necessaria. Si doveva smascherare l’opposizione fomentata dal clero contro l’opera cristiana degli studenti biblici. Quindi, il 15 marzo 1918 la Società Torre di Guardia presentò un volantino di due pagine del formato di una rivista, Notizie del Regno N. 1. Aveva l’intrepida intestazione “Intolleranza religiosa — I seguaci del pastore Russell perseguitati perché dicono la verità al popolo — Il trattamento degli studenti biblici sa di ‘Medio Evo’”. Questo volantino smascherava in effetti la persecuzione di ispirazione clericale contro i cristiani testimoni di Geova in Germania, Canada e Stati Uniti. Se ne distribuirono milioni di copie.
È interessante che questo volantino diceva: “Riconosciamo che il governo degli Stati Uniti, essendo un’istituzione politica ed economica, ha, secondo la sua legge fondamentale, il potere e l’autorità di dichiarare guerra e di fare la leva dei suoi cittadini per il servizio militare. Noi non abbiamo nessuna intenzione di interferire in nessun modo con la leva o la guerra. Il fatto che alcuni dei nostri membri hanno cercato di valersi della protezione della legge è stato usato come un altro mezzo di persecuzione”.
Il volantino Notizie del Regno N. 2 fu pubblicato il 15 aprile 1918. La sua rimarchevole intestazione diceva: “‘Il mistero compiuto’ e perché soppresso”. Al sottotitolo “C’è lo zampino degli ecclesiastici”, questo volantino mostrava che il clero incoraggiava gli uffici governativi ad angariare la Società, fare arresti, opporsi al Mistero compiuto ed esercitare pressione sugli studenti biblici perché tagliassero certe pagine (247-253) da quel volume. Inoltre, il volantino spiegava perché gli ecclesiastici si opponevano ai servitori di Geova, ed esso ne chiariva la posizione riguardo alla guerra e anche la credenza sulla vera chiesa.
Fu messa in circolazione una petizione inerente alla distribuzione di queste Notizie del Regno. Indirizzata al presidente degli Stati Uniti, Wilson, essa diceva: “Noi, sottoscritti Americani, sosteniamo che ogni interferenza del clero nell’indipendente studio della Bibbia è intollerante, antiamericana e anticristiana; e qualsiasi tentativo di unire la chiesa e lo stato è radicalmente errato. Nell’interesse della libertà e della libertà religiosa, protestiamo solennemente contro la soppressione del Mistero compiuto, e rivolgiamo al governo la petizione di annullare ogni restrizione relativa al suo uso, affinché sia permesso al popolo di acquistare, vendere, avere e leggere questa pubblicazione per lo studio della Bibbia senza interferenza o molestia”.
Il 1° maggio 1918, solo sei settimane dopo la presentazione delle prime Notizie del Regno, fu distribuito il volantino Notizie del Regno N. 3, recante l’intestazione “Infuriano due grandi battaglie, certa la caduta dell’autocrazia” e il sottotitolo “La strategia satanica condannata al fallimento”. Questo numero parlava del Seme della Promessa contro il seme di Satana il Diavolo. (Gen. 3:15) Tracciava lo sviluppo dell’anticristo dalla sua nascita alle opere attuali del clero cattolico e protestante. Intrepidamente questo volantino mostrava come il Diavolo impiegava tali agenti nello sforzo di distruggere sulla terra il rimanente degli unti seguaci di Gesù Cristo.
Per distribuire i numeri delle Notizie del Regno che allora si stampavano ci voleva coraggio. Alcuni studenti biblici furono arrestati. A volte le provviste delle Notizie del Regno erano temporaneamente confiscate. Benché si trovassero in un crogiuolo di opposizione e persecuzione, i servitori di Geova si mantennero fedeli a Dio e continuarono a compiere la loro opera cristiana.

COMMESSE ATROCITÀ

Mentre aumentava l’opposizione da parte del clero e dei laici, furono commesse atrocità contro i servitori di Geova. Facendo un rapporto parziale delle incredibili persecuzioni subìte dagli studenti biblici, una successiva pubblicazione della Società Torre di Guardia in parte diceva:
“Il 12 aprile 1918 a Medford, nell’Oregon, E. P. Taliaferro fu assalito dalla turba e cacciato dalla città per aver predicato il vangelo e George R. Maynard fu spogliato, coperto di vernice e cacciato dalla città per avere permesso nella sua casa uno studio biblico. . . .
“Il 17 aprile 1918 a Shawnee, nell’Oklahoma, G. N. Fenn, George M. Brown, L. S. Rogers, W. F. Glass, E. T. Grier e J. T. Tull furono messi in carcere. Durante la causa il pubblico ministero disse: ‘All’inferno la vostra Bibbia; dovreste essere all’inferno con la schiena spezzata; dovreste essere impiccati’. Quando G. F. Wilson, di Oklahoma City, tentò di agire come legale per la difesa, egli pure fu arrestato. A ciascuno fu inflitto il pagamento di un’ammenda di 55 dollari e delle spese; reato: distribuzione di letteratura protestante. Dopo il processo il giudice incoraggiò l’azione delle turbe, ma le turbe furono frustrate.
“Il 22 aprile 1918 a Kingsville, nel Texas, L. L. Davis e Daniel Toole furono inseguiti da una turba capeggiata dal sindaco e da un giudice della contea e in seguito presi e messi in carcere senza mandato di arresto. Davis fu costretto a lasciare il suo posto di lavoro. Nel maggio 1918 a Tecumseh, nell’Oklahoma, J. J. May fu preso e messo in carcere per tredici mesi in un istituto per malati di mente per ordine di un giudice, dopo essere stato minacciato e maltrattato. La sua famiglia non fu avvertita di ciò che gli era stato fatto. . . .
“Il 17 marzo 1918 a Grand Junction, nel Colorado, un’adunanza di studio biblico fu interrotta da una turba composta da sindaco, noti giornalisti e altri preminenti uomini d’affari. . . .
“Il 22 aprile 1918 a Wynnewood, nell’Oklahoma, Claud Watson fu prima messo in carcere e quindi deliberatamente ceduto a una turba composta da predicatori, uomini d’affari e alcuni altri che lo abbatterono, lo fecero frustare da un negro e, quando si fu in parte ripreso, lo fecero frustare di nuovo. Quindi gli versarono su tutto il corpo catrame e piume, strofinandogli il catrame sui capelli e sul cuoio capelluto. Il 29 aprile 1918 a Walnut Ridge, nell’Arkansas, W. B. Duncan, sessantunenne, Edward French, Charles Franke, il sig. Griffin e la sig.ra D. Van Hoesen furono messi in carcere. La turba irruppe nel carcere facendo uso del linguaggio più abietto e osceno, li frustarono, li coprirono di catrame e di piume e li cacciarono dalla città. Duncan fu costretto a camminare per quarantuno chilometri fino alla sua casa e si rimise a stento. Griffin fu praticamente accecato e alcuni mesi dopo morì come conseguenza dell’aggressione”.
Dopo tutti questi anni, T. H. Siebenlist ricorda bene ciò che accadde a suo padre a Shattuck, nell’Oklahoma. Egli scrive:
“Nel settembre del 1917 io cominciai a frequentare la scuola e tutto andò bene fin verso marzo quando si richiese che tutti gli scolari acquistassero uno spillo della Croce Rossa. Io portai la nota a mezzogiorno. Mio padre era al lavoro e mia madre a quel tempo sapeva leggere solo il tedesco. Comunque, il fratello Howlett, un fratello pellegrino, visitava la ‘classe’ e si occupò della questione. Non fu comprato nessuno spillo!
“Fu poco dopo ciò che gli agenti prelevarono mio padre dal lavoro e cercarono di fargli calpestare il libro Il mistero compiuto e salutare la bandiera, questo proprio nella via principale di Shattuck. Egli fu portato in carcere . . .
“Poco tempo dopo mio padre fu preso di nuovo e trattenuto per altri tre giorni. Questa volta gli diedero pochissimo da mangiare. Il suo rilascio fu questa volta un’altra storia. Verso mezzanotte tre uomini simularono un’‘irruzione’ nel carcere. Misero un sacco sulla testa di mio padre e lo fecero marciare a piedi nudi fino all’estremità ovest della città. Questo era un terreno scabroso e pieno di solani spinosi. Qui lo spogliarono fino alla cintola e lo frustarono con una frusta da calesse che aveva una punta metallica. Quindi gli misero addosso catrame caldo e piume e lo lasciarono per morto. Egli cercò di alzarsi e camminare e di trascinarsi intorno alla città verso sud-est. Quindi intendeva dirigersi a nord e verso casa. Ad ogni modo, un suo amico lo trovò e lo portò a casa. Quella notte io non lo vidi, ma per mia madre fu un colpo terribile, specialmente perché c’era un piccolo bambino in casa, e quando la nonna Siebenlist lo vide svenne. Mio fratello John era nato solo alcuni giorni prima che accadesse tutto questo. Comunque, mia madre sopportò molto bene tutta la tensione, non perdendo mai di vista il potere protettivo di Geova. . . .
“La nonna e la zia Katie, sorellastra di mio padre, cominciarono a curarlo per riportarlo in vita. Catrame e piume erano penetrati nella sua carne; usarono dunque grasso d’oca per guarire le ferite e gradualmente il catrame venne via. . . . Mio padre non vide mai le loro facce, ma riconobbe le loro voci e sapeva chi erano stati i suoi assalitori. Non lo disse mai loro. Infatti, a volte era difficile fargliene parlare. Tuttavia, si portò quelle cicatrici fino alla tomba”.

“CAUTI COME SERPENTI”

Il bando contro Il mistero compiuto e certe altre pubblicazioni cristiane pose i servitori di Geova in difficili circostanze. Dovevano tuttavia fare il lavoro che Dio aveva loro affidato ed essi lo compirono, mostrandosi “cauti come serpenti e innocenti come colombe”. (Matt. 10:16) Conformemente, a volte le pubblicazioni per lo studio biblico venivano nascoste in vari luoghi, forse in una soffitta, o in una fosse del carbone, sotto le tavole del pavimento o nei mobili.
Il fratello C. W. Miller ci narra questo: “Poiché in questo tempo la nostra casa era la locale sede degli studenti biblici, i fratelli venivano di notte in autocarro a portare letteratura e noi nascondevamo le scatole dei libri in un pollaio, mimetizzato con galline rosse di razza Rhode Island e foglie”.
Rammentando un incidente che avvenne in quei giorni, il fratello D. D. Reusch scrive: “A casa della famiglia Reed, i libri erano conservati fuori dalla vista, all’esterno nella parte posteriore della casa, e, mentre veniva la polizia, i Reed trattennero il fiato allorché si avvicinò al nascondiglio. Proprio allora cadde dal tetto una grande quantità di neve, coprendo completamente quel posto”.

“PROGETTA AFFANNO MEDIANTE DECRETO”

Secoli fa il salmista chiese: “Si alleerà con te il trono che causa avversità mentre progetta affanno mediante decreto?” (Sal. 94:20) I servitori di Geova ubbidiscono sempre a tutte le leggi delle nazioni che non sono in contrasto con le leggi di Dio. Ma, come ci sarebbe da attendere, quando c’è un conflitto tra le richieste dei semplici uomini e le leggi di Dio, i cristiani assumono l’atteggiamento apostolico di “ubbidire a Dio quale governante anziché agli uomini”. (Atti 5:29) A volte leggi buone sono applicate in modo errato nello sforzo di fermare la loro opera. In altri casi, i nemici riescono a far approvare decreti a danno del popolo di Dio.
La legge sul servizio militare obbligatorio fu approvata dal Congresso degli Stati Uniti il 15 giugno 1917. Imponeva la coscrizione degli uomini abili ma concedeva anche l’esenzione agli uomini che, a causa delle credenze religiose, non potevano prendere parte alla guerra. Da tutto il paese molti giovani scrissero alla Società Torre di Guardia chiedendo al giudice Rutherford quale condotta dovevano tenere. Riguardo a ciò egli in seguito disse: “Molti giovani del paese mi chiesero quale condotta dovevano tenere a questo riguardo. In ogni caso ai giovani che lo chiedevano davo consiglio in questo senso, cioè: ‘Se in coscienza non puoi prendere parte alla guerra, il Comma 3 della legge sul servizio militare obbligatorio stabilisce che tu presenti una domanda per l’esenzione. Ti dovresti far registrare e dovresti presentare una domanda di esenzione, spiegando la ragione, e il consiglio di leva trasmetterà la tua domanda’. Non diedi mai loro più che il consiglio di valersi della legge del Congresso. Insistei sempre che ogni cittadino doveva ubbidire alla legge del paese finché quella legge non era in contrasto con la legge di Dio”.
All’epoca della prima guerra mondiale venne alla luce una netta cospirazione contro i servitori di Geova. Per promuoverla, nel 1917 molti ecclesiastici tennero una conferenza a Filadelfia, in Pennsylvania. Lì nominarono un comitato perché andasse alla capitale della nazione, Washington, nel Distretto di Columbia, a insistere sulla revisione della legge sul servizio militare obbligatorio e della legge sullo spionaggio. Il comitato andò al Dipartimento della Giustizia. Su richiesta degli ecclesiastici, un membro del dipartimento, John Lord O’Brian, fu scelto per preparare un emendamento alla legge sullo spionaggio e farlo presentare al Senato degli Stati Uniti. Questo emendamento stabiliva che ogni reato commesso in violazione della legge sullo spionaggio doveva essere dibattuto da una corte militare e che ai colpevoli si doveva infliggere la pena di morte. Comunque, la proposta di legge non fu approvata.
Un provvedimento noto come “Emendamento France” fu presentato al tempo in cui il Congresso si accingeva a emendare la legge sullo spionaggio. Questo emendamento esentava dal provvedimento della legge qualsiasi persona che dichiarasse “ciò che è vero, con buoni motivi e per fini giustificabili”.
Comunque, il 4 maggio 1918 il senatore Overman fece inserire nel Congressional Record (4 maggio 1918, pagine 6052, 6053) un appunto del procuratore generale. In parte, esso dichiarava:
“L’opinione del servizio segreto dei militari è interamente contraria all’emendamento alla legge sullo spionaggio nel senso che il comma 3, I Titolo, non si applicherà a quelli che dichiareranno ‘ciò che è vero, con buoni motivi e per fini giustificabili’.
“L’esperienza insegna che un tale emendamento annullerebbe in notevole grado il valore della legge e farebbe di ogni processo un dibattito accademico su enigmi insolubili circa ciò che è vero. I motivi umani sono troppo complicati per essere discussi, e la parola ‘giustificabili’ è troppo elastica per essere di uso pratico. . . .
“Uno dei più pericolosi esempi di questa sorta di propaganda è il libro chiamato ‘Il mistero compiuto’, opera scritta con linguaggio estremamente religioso e distribuita in enorme numero. Il suo unico effetto è quello di indurre i soldati a screditare la nostra causa e a ispirare in patria un sentimento di resistenza alla leva.
“Le Notizie del Regno, di Brooklyn, stampano una petizione che chiede di abrogare le restrizioni sul ‘Mistero compiuto’ e su opere simili, ‘così che sia permesso al popolo di acquistare, vendere, avere e leggere questa pubblicazione per lo studio della Bibbia senza interferenza o molestia’. L’approvazione di questo emendamento riaprirebbe i nostri campi a questa velenosa influenza.
“L’Associazione Internazionale degli Studenti Biblici pretende di avere i motivi più religiosi, tuttavia abbiamo riscontrato che la sua sede principale è stata da molto tempo denunciata come il ritrovo di agenti tedeschi. . . .
“L’approvazione di questo emendamento indebolirebbe grandemente l’efficienza americana e non aiuterebbe altri che il nemico. In guerra contano i risultati, non i motivi, perciò la legge e i suoi esecutori dovrebbero preoccuparsi di procurare risultati desiderabili e impedire quelli pericolosi, lasciando i motivi alla misericordia dei giudici o alla prospettiva degli storici”.
Come conseguenza di questi sforzi del Dipartimento della Giustizia, l’emendata legge sullo spionaggio fu approvata il 16 maggio 1918 senza l’“Emendamento France”.

“SAPPIAMO COME PRENDERVI, E VI PRENDEREMO!”

Verso questo tempo, alcuni giovani associati agli studenti biblici ricevettero la chiamata per il servizio militare e, come obiettori di coscienza, furono mandati al Campo Upton di Long Island, in New York. Questo campo era al comando del generale James Franklin Bell. Egli visitò J. F. Rutherford nel suo ufficio e cercò di indurlo a dare istruzione a questi uomini perché facessero qualsiasi servizio Bell assegnasse loro, sia in marina che altrove. Rutherford si rifiutò. Il generale insisté e infine Rutherford scrisse una lettera che, in sostanza, diceva: “Ciascuno di voi deve decidere per proprio conto se desidera fare l’attivo servizio militare o no. Fate ciò che considerate sia vostro dovere e ciò che è giusto alla vista di Dio Onnipotente”. Questa lettera non soddisfece affatto Bell.
Alcuni giorni dopo, J. F. Rutherford e W. E. Van Amburgh visitarono il generale Bell nel Campo Upton. Bell, alla presenza del suo aiutante di campo e di Van Amburgh, parlò a Rutherford della conferenza degli ecclesiastici tenuta a Filadelfia. Menzionò la loro scelta di John Lord O’Brian per presentare la questione al Senato, perché si prendesse in considerazione una proposta di legge secondo cui tutti i casi contro la legge sullo spionaggio sarebbero stati dibattuti dinanzi a una corte militare, e la pena sarebbe stata la morte. Il generale Bell “mostrò considerevole ardore”, secondo Rutherford, che riferì: “Davanti a lui era sulla sua scrivania un mucchio di carte, e con l’indice egli batté su queste e, rivolgendosi a me, con vero risentimento disse: ‘Quella proposta di legge non è stata approvata, perché Wilson l’ha impedito; ma noi sappiamo come prendervi, e vi prenderemo!’ A questa dichiarazione io risposi: ‘Generale, saprà dove trovarmi’”.

COLPO MORTALE AI “DUE TESTIMONI”

Dopo i primi di ottobre del 1914, gli unti seguaci di Cristo proclamavano che i Tempi dei Gentili erano finiti e che le nazioni si avvicinavano alla loro distruzione in Armaghedon. (Luca 21:24; Riv. 16:14-16) Questi figurativi “due testimoni” dichiararono questo messaggio di cordoglio alle nazioni per 1.260 giorni, o per tre anni e mezzo (dal 4/5 ottobre 1914 al 26/27 marzo 1918). Quindi il bestiale sistema politico del Diavolo fece guerra contro i “due testimoni” di Dio, infine ‘uccidendoli’ in quanto alla loro tormentosa opera di profetizzare “vestiti di sacco”, con gran sollievo dei loro nemici religiosi, politici, militari e giudiziari. (Riv. 11:3-7; 13:1) Questa era la profezia, e fu adempiuta. Ma come?
Il 7 maggio 1918 la Corte Distrettuale degli Stati Uniti per il Distretto Orientale di New York emise un mandato di cattura per certi principali servitori della Società Torre di Guardia. Vi erano implicati il presidente J. F. Rutherford, il segretario-tesoriere W. E. Van Amburgh, Clayton J. Woodworth e George H. Fisher (i due compilatori del Mistero compiuto), F. H. Robison (componente del comitato di redazione de La Torre di Guardia), A. H. Macmillan, R. J. Martin e Giovanni DeCecca.
Proprio il giorno dopo, 8 maggio 1918, quelli di questo gruppo che erano alla Betel di Brooklyn furono arrestati. Infine furono tutti detenuti. Poco tempo dopo furono chiamati dinanzi alla Corte Federale sotto la presidenza del giudice Garvin. Tutti andavano incontro all’incriminazione precedentemente rinviata dal gran giurì, con l’accusa di “(1, 3) Reato di avere illegalmente, delittuosamente e volontariamente indotto e tentato di indurre all’insubordinazione, alla slealtà e al rifiuto del servizio nelle forze militari e navali degli Stati Uniti d’America, in, per mezzo e con personali sollecitazioni, lettere, discorsi pubblici, distribuzione e divulgazione pubblica in tutti gli Stati Uniti d’America di un certo libro chiamato ‘Settimo Volume — STUDI SULLE SCRITTURE — Il mistero compiuto’; e di aver distribuito e divulgato pubblicamente in tutti gli Stati Uniti certi articoli presentati in opuscoli chiamati ‘MENSILE DEGLI STUDENTI BIBLICI’, ‘LA TORRE DI GUARDIA’, ‘NOTIZIE DEL REGNO’ e altri opuscoli non nominati, eccetera; “(2, 4) Reato di avere illegalmente, delittuosamente e volontariamente ostacolato il reclutamento e l’iscrizione per il servizio di leva degli Stati Uniti quando gli Stati Uniti erano in guerra”.
Principalmente, l’incriminazione si basava su un paragrafo del Mistero compiuto. Esso diceva: “Nel Nuovo Testamento non si incoraggia in nessun luogo il patriottismo (un meschino odio contro altri popoli). In ogni luogo e sempre è proibito l’assassinio in ogni sua forma; eppure, sotto il manto del patriottismo i governi civili della terra esigono dagli uomini amanti della pace il sacrificio di se stessi e dei loro cari e il massacro dei loro simili, e lo acclamano come un compito richiesto dalle leggi del cielo”.

I fratelli Rutherford, Van Amburgh, Macmillan e Martin andarono incontro a una seconda incriminazione per traffico col nemico, in base all’asserzione che i dirigenti della Società avevano mandato 500 dollari al direttore della filiale svizzera della Società a Zurigo. Ciascun fratello accusato fu trattenuto fino al pagamento della cauzione di 2.500 dollari per ciascuna accusa. Essi furono rilasciati dietro pagamento della cauzione e si presentarono dinanzi alla corte il 15 maggio 1918. Il processo fu fissato per il 3 giugno 1918 nella Corte distrettuale degli Stati Uniti per il Distretto Orientale di New York. I fratelli si dichiararono “non colpevoli” di entrambe le incriminazioni e si considerarono completamente innocenti di tutte le accuse.
Dato il sentimento manifestato nelle udienze preliminari, gli imputati presentarono deposizioni scritte e giurate in cui mostravano perché ritenevano che il giudice Garvin aveva pregiudizi contro di loro. A suo tempo, il giudice distrettuale degli Stati Uniti Harland B. Howe fu chiamato a presiedere il processo. Secondo A. H. Macmillan, sebbene gli imputati fossero inconsapevoli delle vedute di Howe, il governo era al corrente che egli “aveva speciale pregiudizio a favore dell’osservanza della legge e contro gli imputati accusati di averla violata”. Macmillan pure affermò: “Ma non fummo lasciati a lungo all’oscuro. Dalla prima riunione degli avvocati nelle aule giudiziarie prima dell’inizio del processo fu manifesta la sua animosità, ed egli indicò: ‘Darò a questi imputati tutto quello che si meritano’. Comunque, ora era troppo tardi perché i nostri avvocati presentassero una deposizione scritta e giurata circa il pregiudizio da parte del giudice”.
Macmillan disse che l’incriminazione come fu in origine dichiarata accusava gli imputati di aver fatto parte di una cospirazione in qualche tempo fra il 6 aprile 1917, quando gli Stati Uniti dichiararono guerra, e il 6 maggio 1918. Su richiesta il governo specificò che la data del presunto reato era fra il 15 giugno 1917 e il 6 maggio 1918.

SCENE NELL’AULA DELLA CORTE

Gli Stati Uniti erano in guerra. Un processo degli Studenti Biblici con l’accusa di sedizione richiamò quindi grande attenzione. Che dire del sentimento del pubblico? Era a favore di qualsiasi cosa promuovesse lo sforzo bellico. Fuori dell’aula della corte le bande suonavano e i soldati marciavano in giro nelle vicinanze della Sede della Divisione amministrativa di Brooklyn. Dentro l’aula della corte il processo si protrasse per quindici giorni, facendo accumulare una vera e propria montagna di testimonianze. Perché non entrare e vedere quello che accade?
A. H. Macmillan, uno degli imputati, ci aiuta a capire l’ambiente, poiché in seguito scrisse: “Durante il processo il governo disse che se una persona stava all’angolo della via e ripeteva il Pater noster con l’intenzione di scoraggiare gli uomini dall’arruolarsi nell’esercito, poteva essere mandato al penitenziario. Potete dunque vedere com’era facile interpretare le intenzioni. Essi pensavano di poter dire ciò che un’altra persona pensava, e agirono dunque contro di noi su tale base nonostante che attestassimo di non avere mai in nessun tempo cospirato di fare alcuna cosa per influire sulla leva e di non avere mai incoraggiato nessuno a farle resistenza. Tutto fu inutile. Certi capi religiosi della cristianità e i loro capi politici avevano deciso di prenderci. La procedura legale, con il consenso del giudice Howe, mirava al verdetto di colpevolezza, insistendo che il nostro motivo era non pertinente e che l’intenzione doveva dedursi dalle nostre azioni. Io fui ritenuto colpevole solo in base al fatto che avevo controfirmato un assegno, il cui scopo non poté essere determinato, e che avevo firmato una dichiarazione di fatto che fu letta dal fratello Rutherford a un’adunanza del consiglio. Anche allora non poterono provare che era la mia firma. L’ingiustizia di ciò ci aiutò in seguito nel nostro appello”.
A un certo punto, fu fatto giurare un ex dirigente della Società. Dopo aver guardato un documento che portava due firme, egli disse di riconoscere una come quella di W. E. Van Amburgh. Qui la Copia del Verbale dice:
“D. Le mostro il documento 31 perché lo identifichi, e le domando di guardare le due firme o supposte firme, di MacMillan e Va[n] Amburgh, e le chiedo prima in quanto a Van Amburgh, se a suo giudizio questa è una copia ciclostilata della sua firma. R. Penso di sì. La riconosco come tale.
“D. Quella del sig. MacMillan? R. Quella del sig. MacMillan non è così riconoscibile, ma penso che sia la sua firma”.
Riguardo alla difesa presentata da quelli che erano sotto processo, il fratello Macmillan in seguito scrisse:
“Dopo che il governo ebbe finito la sua argomentazione noi presentammo la nostra difesa. In sostanza mostrammo che la Società è un’organizzazione interamente religiosa; che i componenti accettano come princìpi del loro credo la sacra Bibbia come era spiegata da Charles Taze Russell; che C. T. Russell durante la sua vita scrisse e pubblicò sei volumi, Studi sulle Scritture, e già dall’inizio del 1896 promise il settimo volume che avrebbe trattato Ezechiele e Rivelazione; che sul suo letto di morte dichiarò che qualcun altro avrebbe scritto il settimo volume; che poco dopo la sua morte il comitato esecutivo della Società autorizzò C. J. Woodworth e George H. Fisher a scrivere e presentare il manoscritto perché fosse considerato senza nessuna promessa circa la pubblicazione; che il manoscritto su Rivelazione fu completato prima che gli Stati Uniti entrassero in guerra e che tutto il manoscritto sul libro intero (eccetto un capitolo sul Tempio) era nelle mani dello stampatore prima della promulgazione della Legge sullo Spionaggio; quindi, era impossibile che si facesse una cospirazione del genere in violazione della legge come asseriva l’accusa.
“Testimoniammo che non avevamo mai in nessun tempo fatto un complotto, un accordo o una cospirazione per compiere alcuna cosa riguardo alla leva o per interferire con il governo nel proseguimento della guerra, né avevamo alcun pensiero di farlo; che non avevamo mai avuto nessuna intenzione di interferire in nessuna maniera con la guerra; che la nostra opera era interamente religiosa e in nessun modo politica; che non avevamo sollecitato i componenti e non avevamo mai consigliato o incoraggiato nessuno a resistere alla leva; che le lettere scritte erano indirizzate a quelli che sapevamo erano dedicati cristiani che secondo la legge avevano diritto ai consigli; che non eravamo contrari a che la nazione andasse in guerra, me che come dedicati cristiani non potevamo impegnarci in un combattimento mortale”.
Ma non tutto ciò che si disse e si fece in quel processo fu aperto e chiaro. Macmillan in seguito riferì: “Alcuni dei nostri che assistevano al processo in seguito mi dissero che uno degli avvocati del governo era uscito nel corridoio, dove parlò a bassa voce con alcuni di quelli che avevano condotto l’opposizione entro la Società. Essi dissero: ‘Non lasciate andare quell’individuo [Macmillan]; è il peggiore del gruppo. Farà continuare le cose se non lo prendete con gli altri’”. Ricordate che in questo tempo uomini ambiziosi avevano cercato di assumere il controllo della Società Torre di Guardia. Non c’è da meravigliarsi se Rutherford in seguito avvertì i fratelli che erano stati lasciati alla Betel in incarichi di responsabilità: “Ci è stato riferito che sette i quali si sono opposti alla Società e alla sua opera durante l’anno passato hanno assistito al processo e hanno aiutato i nostri accusatori. Vi avvertiamo, diletti, di guardarvi dagli insidiosi sforzi di alcuni di loro di adularvi ora nel tentativo di impossessarsi della Società”.
Infine, dopo il lungo processo, giunse l’atteso giorno della decisione. Il 20 giugno 1918, verso le ore 17, la causa passò alla giuria. J. F. Rutherford in seguito ricordò: “La giuria esitò a lungo prima di emettere il verdetto. Infine il giudice Howe mandò loro parola che dovevano emettere un verdetto di ‘colpevolezza’, come ci disse in seguito uno dei giurati”. Dopo circa quattro ore e mezzo di deliberazione, alle 21,40 la giuria tornò con il verdetto: “Colpevoli”.
La sentenza fu emessa il 21 giugno. L’aula della corte era piena. Quando fu chiesto se avevamo qualche cosa da dire, gli imputati non risposero. Quindi ci fu la sentenza del giudice Howe. Adiratamente egli disse: “La propaganda religiosa che viene svolta da questi uomini è più dannosa di una divisione di soldati tedeschi. Non solo hanno messo in dubbio i funzionari legislativi del governo e il servizio segreto dell’esercito ma hanno denunciato i ministri di tutte le chiese. La loro punizione dovrebbe essere severa”.
Lo fu. Sette degli imputati furono condannati a ottanta anni nel penitenziario (venti anni per ciascuno dei quattro capi d’accusa, da scontare simultaneamente). La sentenza per Giovanni DeCecca fu differita, ma infine egli ricevette quarant’anni, o dieci anni per ciascuno degli stessi quattro capi d’accusa. Gli imputati dovevano scontare le loro condanne nel penitenziario statunitense di Atlanta, in Georgia.
Il processo era durato quindici giorni. Le testimonianze scritte erano state voluminose e i procedimenti spesso ingiusti. Infatti, fu dimostrato in seguito che il processo conteneva oltre 125 errori. Solo alcuni di questi furono necessari alla Corte d’Appello per condannare infine l’intera procedura come ingiusta.
“Andai e soffrii per tutto il tempo con i fratelli mentre erano sottoposti a questa ingiusta prova”, commenta James Gwin Zea, che fu presente come osservatore. Egli continua: “Mi sembra ancora di vedere il giudice che rifiuta al fratello Rutherford l’opportunità di difendersi. ‘La Bibbia non c’entra in questa corte’, fu il suo commento. Quella sera stetti col fratello M. A. Howlett nella Betel e verso le ventidue giunse la notizia che erano stati condannati. La sentenza su di loro fu emessa il giorno dopo”.
Nonostante che fossero stati ingiustamente dichiarati colpevoli e che fossero state loro inflitte severe condanne, il fratello Rutherford e i suoi associati furono impavidi. È interessante che il Tribune di New York del 22 giugno 1918 riferì: “Joseph F. Rutherford e sei altri ‘Russelliani’, colpevoli di aver violato la Legge sullo Spionaggio, sono stati condannati ieri a 20 anni nel penitenziario di Atlanta dalla sentenza del giudice Howe. ‘Questo è il giorno più felice della mia vita’, disse il sig. Rutherford mentre usciva dal tribunale per andare nel carcere, ‘scontare la punizione terrena per amore della propria credenza religiosa è uno dei più grandi privilegi che un uomo possa avere’. Una delle più strane dimostrazioni che l’ufficio del maresciallo della Corte Federale di Brooklyn abbia mai vista fu fatta dalle famiglie e dagli intimi amici dei condannati subito dopo che i prigionieri erano stati condotti nella sala del Gran Giurì. L’intero gruppo fece risuonare nel vecchio edificio il motivo ‘Benedetto il legame che ci unisce’. ‘È tutta volontà di Dio’, si dissero l’un l’altro con facce quasi raggianti. ‘Qualche giorno il mondo saprà ciò che tutto questo significa. Frattanto mostriamo gratitudine per la grazia di Dio che ci ha sostenuti in tutte le nostre prove, e attendiamo il grande Giorno che deve venire’”.
Mentre la causa era in appello, due volte i fratelli cercarono di ottenere la libertà provvisoria su cauzione ma incontrarono l’opposizione, prima del giudice Howe e in seguito del giudice Martin T. Manton. Nel frattempo, furono dapprima tenuti nel carcere di Raymond Street in Brooklyn, “la più sudicia buca in cui io sia mai entrato”, secondo A. H. Macmillan. Clayton J. Woodworth giocosamente lo chiamò “Hotel de Raymondie”. Quella spiacevole permanenza di una settimana fu seguita da un’altra settimana trascorsa nella prigione della città di Long Island. Infine, il quattro luglio, giorno dell’indipendenza degli Stati Uniti, gli uomini ingiustamente condannati furono inviati in treno al penitenziario di Atlanta, in Georgia.

Annuario 1976 - pag . 79 a 107

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CHARLES TAZE RUSSELL: BIOGRAFIA DEI SUOI ULTIMI GIORNI

C.T.Russell
CHARLE
S TAZE RUSSELL
Biografia dei suoi ultimi giorni

L'Autore Charles Taze Russell (Pittsburgh, 16 febbraio 1852 – Pampa, 31 ottobre 1916) è stato un predicatore statunitense, considerato il fondatore degli Studenti biblici, movimento che nel 1931 prese il nome di Testimoni di Geova e primo presidente della Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania.



COMMENTO

dell’AZZURRA7 EDITRICE

Abbiamo avuto la possibilità di riscrivere questo numero speciale della Torre di Guardia del 1° Dicembre 1916, dove vengono raccontati gli ultimi mesi di vita di C. T. Russell. Grazie ai suoi collaboratori, che hanno scritto questi racconti, abbiamo così potuto conoscere i pensieri, le azioni e i comportamenti del Pastore.

Solo dopo questa lettura, abbiamo capito perché YHWH e suo figlio Gesù Cristo lo hanno “attirato” e benedetto per riorganizzare l’opera prima della mietitura, affinchè altri potessero andare incontro allo sposo nell’anno 1914 e.v. Abbiamo inoltre capito perché è morto a 64 anni: si è letteralmente consumato per servire YHWH e suo figlio Gesù Cristo!

Anche nel I° secolo è successo qualcosa di simile con l’apostolo Paolo; quando Gesù Cristo in persona, “attira” il persecutore Saulo di Tarso (Paolo), allo scopo di farlo divenire “apostolo delle nazioni”. Durante la sua “ignoranza”, fece soffrire molti cristiani, ma quando Gesù lo chiamò, si rese conto di “quante cose debba soffrire per il mio nome”.

YHWH ha fatto scrivere: “Sarà in quei giorni che dieci uomini da tutte le lingue delle nazioni afferreranno, sì, realmente afferreranno per il lembo un uomo che è un giudeo, dicendo: “Certamente verremo con voi, poiché abbiamo udito [che] Dio è con voi” (Zacc. 8:23)

Chi oggi può contraddire questa dichiarazione? (Is. 43:9)


INDICE

Questa rivista e la sua sacra missione
Le scritture ci insegnano chiaramente
La morte di Charles T. Russell
Un numero commemorativo
Bibbie della Torre di Guardia
The watch tower and herald of Christ's presence- Biografia
I suoi insegnamenti
La sua opera
L'opera di mietitura
Volontà e testamento di Charles Taze Russell
Un comitato editoriale di cinque
Comitato editoriale della Torre di Guardia di Sion
Istruzioni per il funerale
La mia eredità di amore
Le funzioni funebri
La disposizione floreale
Discorso della funzione mattutina di A. H. Macmillan - New York
Discorsi della funzione pomeridiana-ultimi giorni del Pastore Russell di Menta Sturgeon New York
Difficoltà lungo la strada
Smarrimento della borsa da viaggio del Fratello Russell
Esperienze a Dallas
Ultimo pasto del Fratello Russell
Il suo ultimo discorso
Verso la California
Trattenuti a Del Rio
Verso Los Angeles
Ultimo discorso del Fratello Russell alla Chiesa
Mantenete questo spirito fra voi
Incomincia il viaggio di ritorno
Preparativi per la morte
Il settimo volume
La morte si avvicina
Le ultime ore
Morte del Fratello Russell
Uno dei grandi uomini di Dio di W. E. Van Amburg New York
Uno dei grandi uomini di Dio di W. E. Van Amburg – N. Y.
Rapporto tra il Pastore Russell e i Pellegrini di Paul S. L.
Johnson – Columbus
Dio per primo - se stesso per l'ultimo di G. C. Driscoll
Forse più che nel passato
Felici voi quando gli uomini vi biasimeranno di Frank.
W. Manton – Toronto
Dolore e gioia insieme di J. T. D. Pyles – Washington,
District of Columbia
“Anche se morto - parla ancora” di C. A. Wise – Indianapolis
Dobbiamo cooperare lealmente del Dr. L. W. Jones – Chicago
Ha lasciato il deposito pieno. Di Ingram Margeson – Boston
Ha plasmato il pensiero di milioni di A.I. Ritchie – N. Y.
Ci ha aperto gli occhi dell'intendimento del fratello
C. J. Woodworth – Scranton
Ha rappresentato tutto ciò che era più nobile, santo, migliore di D. Kihlgren – Massachusetts
Rinnovo della Consacrazione ogni giorno del Dr. E. A. Mccoshc–Detroit
Seppelliamo il nostro dolore nel servizio di C. B. Shull
Ci rallegriamo per la vittoria del nostro Pastore di E. W.
V. Kuehn –Toledo
Discorso della funzione serale di J. F. Rutherford
Ricerca del Pastore Russell per trovare la Verità
La sua ricerca è ricompensata
Le sue ultime ore
Sermone del P. Russell: “Il mattino viene e anche la notte”
Presto sorgerà il sole del Regno
Meravigliosi sprazzi di luce
L'alba è iniziata nel 1874
Adempimento della profezia in ogni luogo
Aumento del malcontento in tutto il mondo
L'oscura notte si sta già stabilendo
Il Messia “farà ogni cosa nuova”
Personalità del Pastore Russell
La presenza del Signore
Un tributo personale al Pastore
Esortazione alla fedeltà
Ultime scene a New York e Pittsburgh
Lettere che esprimono simpatia e lealtà
A fianco della tomba
Regolarmente eletto Pastore per 34 anni
Lettere di dimissioni dal Comitato Editoriale
Più fragrante del profumo più intenso
Abbiamo fiducia nella disposizione del Signore
Il dolore lascia il posto alla gioia
Parole di conforto e allegrezza
Siate forti nella fede
Implorando la guida celeste per l'opera
Fiducia nei rappresentanti della Società
Impegno di leale appoggio
Preghiere per sapienza, coraggio, grazia
Fulmine nell'anima della Chiesa
Esprimiamo fiducia
Promessa di appoggio incondizionata
Garanzie di cooperazione
Desideriamo di cuore continuare a sostenervi
La fede si è riaffermata
Rinnovata determinazione a mantenerci saldi
Cos'altro può dire?
Questionario del V. D. M.
Un cartello indicatore di direzione ai crocevia
Occorre piangere per noi stessi
Riconoscenti per il privilegio di cooperare
Vedremo presto la sua faccia
Preghiere per l'opera fino alla fine
Ci rendiamo conto del bisogno di stare ora più vicini
Avanzeremo con vigore
Desideriamo ancora più ardentemente il Regno
Il più grande studioso della Bibbia nei nostri giorni
L'opera deve essere tenuta viva
Stiamo spalla a spalla
Le parole non riescono ad esprimere

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CERCANDO DIO NELL'UNIVERSO - Un grande astronomo tra scienza e fede


RETROCOPERTINA

"Questo libro - intelligente, provocatorio, e rispettoso dei differenti punti di vista - mostra come uno scienziato contemporaneo possa sostenere sia l'evoluzione sia il disegno intelligente, e offre, più in generale, un terreno favorevole all'incontro fra scienza e religione."
Alan Lightman, fisico e saggista

"Scrivendo in uno stile accessibile, costellato di interessanti aneddoti storici, Owen Gingerich ricorre sia alla propria competenza in materia di astronomia e di storia dell'astronomia sia alle proprie intuizioni di credente cristiano per fornire una spiegazione, estremamente convincente, del ruolo del genere umano nel cosmo."
John Polkinghorne, fisico e saggista

"Owen Gingerich illustra quanto siano esigue le probabilità che in seguito al Big Bang potesse formarsi un pianeta idoneo ad ospitare la vita e che su questo pianeta si sviluppassero forme di vita intelligenti. Le riflessione di Gingerich (da cristiano liberale) sul significato teologico di tutto ciò sono sensibili e profonde. Una lettura estremamente affascinante."
Hilary putman, folosofo

"Un'opera provvidenziale e importante, grazie alla quale Gingerich offre un ampio e autorevole resoconto del nostro ininterrotto processo di presa di coscienza e di comprensione nei confronti dell'universo a cui apparteniamo."
Frank rhodes, preside emerito, Cornell University

PREFAZIONE di Peter J. Gomes

Durante i trenta e rotti anni del mio incarico a Harvard, ho avuto il piacere di ricoprire il ruolo di coordinatore delle William Belden Noble Lectures. Fondata da Nannie Yulee Noble allo scopo di sostenere una serie di conferenze universitarie aperte al pubblico, concernenti il rapporto tra la religione cristiana e le questioni al momento più scottanti, tale istituzione risale agli ultimi anni del XIX secolo; da allora questa docenza ha visto alcuni fra i più notevoli pensa tori del mondo, spesso ecclesiastici e teologi, occuparsi di tematiche di estrema importanza.
Negli anni, tuttavia, alcune delle lezioni più significative sono state tenute da laici esperti nei loro rispettivi campi, il più illustre dei quali - nella prima decade della docenza - fu l'ex presidente Theodore Roosevelt. Più di recente sono intervenuti personaggi politici come i senatori Eugene McCarthy e Mark Hatfield; Alan Paton, scrittore e riformatore sociale sudafricano; lo psichiatra Armand Nicholi, che tenne una lezione su Freud e Clive Staples Lewis; lo scienziato Francis S. Collins, direttore del National Human Genome Research Institute; e il commentatore televisivo Timothy Johnson.
In realtà, non era nostra consuetudine proporre a un membro del corpo insegnante di Harvard di tenere le Noble Lectures - il professor Harvey Cox, qualche anno fa, aveva rappresentato in questo senso un'eccezione, ma nell'estendere l'invito al professor Owen Gingerich sapevo che ci saremmo trovati di fronte a una seria e affascinante presentazione di una delle più urgenti questioni dei nostri giorni, quella cioè del rapporto tra scienza e religione. Quel che segue ne è il felice risultato.
Alla Memorial Church di Harvard, il professor Gingerieh parlò per tre sere di fronte a un ampio pubblico di studenti, docenti ed esperti della materia; a Harvard, del resto, egli gode di un certo prestigio, avendo rivestito a lungo la carica di professore di astronomia e di storia della scienza, durante la quale tenne numerosi çorsi estremamente apprezzati. Vista la considerazione in cui Gingerich è tenuto come studioso della vita e dell'opera di Copernico, e conoscendo la sua sorprendente capacità di suscitare nei profani intellettualmente curiosi un notevole interesse verso i grandi temi dell'astronomia, non vi era dubbio alcuno che il suo pubblico lo reputasse a tutti gli effetti una delle figure più prestigiose dell'università. Era invece meno noto il fatto che il professor Gingerich fosse anche un devoto mennonita, per il quale fede e scienza non erano mai entrate in conflitto.
Tutti, in ogni caso, si aspettavano che nell'acceso dibattito concernente i concetti di creazionismo e di Disegno Intelligente e il presunto scontro culturale tra scienza e religione, Gingerich avrebbe avuto da dire qualcosa di interessante e provocatorio.
Nel riportare in questo libro le sue Noble Lectures, niente del brillante incontro con tali idee fra loro in conflitto è andato perduto, e il fatto che ora in molti possano accedere al penetrante discorso di Gingerich è una grande fortuna. Attingendo a un'ampia esperienza e a una profonda cultura, e armato di un understatement spesso disarmante laddove altri lanciano giudizi categorici, Gingerich contribuisce a rendere le questioni trattate talmente chiare che ci scopriamo alla fine del dibattito a pronunciare il massimo complimento accademico: «Perché non ci avevo pensato?».
A qualcuno, l'umiltà intellettuale con cui Gingerich affronta il tema potrebbe sembrare persino esagerata: nel suo discorso, infatti, né gli scienziati «senza dio» né i devoti creazionisti troveranno di che alimentare i loro attacchi. Ma Gingerich in realtà è tutt'altro che insicuro, né la sua umiltà è da interpretarsi come il timore di dire qualcosa. Consapevole di quanto sia serio il suo compito, egli mantiene piuttosto un atteggiamento di grande modestia. Ed è modesto nel senso in cui lo era Albert Einstein, da lui spesso citato. Proprio quest'ultimo disse: «Le esperienze sensibili sono il soggetto dato. Ma la teoria che le interpreterà è opera umana; [...] mai interamente conclusiva, sempre soggetta a problemi e dubbi». Parlando dei limiti della scienza, un concetto familiare agli scienziati puri ma estraneo a coloro che della scienza si servono per altri scopi, Gingerich nel prologo osserva:

Nel creare la sua brillante raffigurazione della natura, la scienza si muove all'interno di una struttura prestabilita. Mentre la realtà si spinge molto più a fondo. Gli scienziati lavorano con la fisica, ma (forse senza volerlo) possiedono un sistema di credenze più vasto: la metafisica, un termine che letteralmente significa «oltre la fisica».

Pur discutendo dunque di quello che chiama un «arazzo scientifico del mondo fisico», Gingerich sottolinea subito come gli scienziati «si confrontino anche con la struttura meta-fisica al cui interno è possibile interpretare l'universo».

Quanto al Disegno Intelligente, egli ritiene che presentandolo come un'alternativa alle spiegazioni naturalistiche offerte dalla scienza - che non richiedono esplicitamente la mano di Dio - [...] venga frainteso. E che, di per sé - prosegue, - il fatto che all'interno della sua struttura la scienza non possa funzionare altrimenti non significa necessariamente che l'universo sia privo di un dio.

Ascoltare le parole di Gingerich, uomo di fede e di scienza, rende verosimile l'idea che questi due grandi modi di pensiero non debbano per forza ritrovarsi in conflitto l'uno con l'altro, a meno che una delle due controparti sia nei confronti dell'altra avida, invidiosa o male informata. Questo libro, come le conferenze a cui esso deve la sua esistenza, affronta con chiarezza e capacità di persuasione alcune delle più controverse questioni dei nostri giorni, e laddove di risposte chiare non ve ne siano, Gingerich non ha la presunzione di fornime. Il capitolo conclusivo è intitolato «Domande senza risposta»: come a suggerirci che in questo pellegrinaggio di cuore e di mente il viaggio è sempre in fieri, la meta ancora da raggiungere. E come fu fortunato Dante a trovare in Virgilio la sua guida, accompagnati da Owen Gingerich noi lo siamo altrettanto.


INDICE

5 Ringraziamenti
7 Prefazione di Peter J. Gomes

CERCANDO DIO NELL'UNIVERSO
13 Prologo e pellegrinaggio
21 1. La mediocrità è una buona idea?
51 2. Osa uno scienziato credere nel disegno?
87 3. Domande senza risposta
119 Epilogo
127 Bibliografia
133 Indice dei nomi

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CARO FIGLIO - I consigli di un padre ai propri figli su come affrontare le gioie e i dolori della vita

RETROCOPERTINA

Ogni genitore cerca di trasmettere ai propri figli dei consigli basati sulla propria esperienza, dimenticando spesso di farlo con premura, passione e amore.
D'altro canto, spesso i figli faticano a recepire le parole degli adulti ritenendole a torto estranee alla loro vita.
In questo libro - già pubblicato con il titolo Ricordati di ... - i Williams, genitori adottivi di più di diciannove figli di diverse nazionalità, condividono venti storie semplici ma significative rispetto alle problematiche, alle gioie e alle responsabilità insite nella crescita. Le loro vicende si rivelano un ottimo spunto di riflessione per tutti i genitori.

RINGRAZIAMENTI

Sono profondamente riconoscente a tutte le persone che, con il loro sostegno e aiuto, hanno reso possibile la realizzazione di questo libro.
Un ringraziamento speciale va ad Alex Martins, Bob Vander Weide e Rich DeVos degli Orlando Magie. È stato un grande onore per me collaborare con mia figlia Karyn alla stesura di questo libro. Oltre ad essere molto orgoglioso di lei, sono rimasto assai colpito dalla sua abilità nella scrittura.
Grazie anche a Peggy Matthews Rose per l'enorme contributo nel dare forma al manoscritto. Tanto di cappello a quattro preziosi collaboratori: la mia assistente Latria Leak, il mio fidato e insostituibile collega Andrew Herdliska, a Fran Thomas, superbo
dattilografo, e al consigliere di sempre, Ken Hussar.
Grazie di cuore al mio amico Peter Vegso e ai suoi collaboratori della Health Communications, Inc. Grazie a tutti voi per aver creduto nel nostro progetto e per averci offerto il sostegno e i mezzi per condividerlo con i lettori.
E per finire i miei ringraziamenti e la mia riconoscenza vanno alla mia splendida famiglia, la vera spina dorsale della mia esistenza.

PAT WILLIAMS

Peter Vegso, questo libro ha messo le ali in un giorno di dicembre del 2007, ed io sarò per sempre in debito con te. Non dimenticherò mai la tua reazione dopo aver ascoltato la mia canzone Taking You with Me, quando dicesti: «Ogni padre in America dovrebbe ascoltarla». Anch'io ne ero convinta, e ti ringrazio per avermi dato la possibilità di realizzare il mio sogno.
All'incredibile team della Health Communications, Inc., un grazie di cuore per non aver mai smesso di credere in questo progetto e per averlo seguito con professionalità dall'inizio alla fine.
Alla nostra straordinaria scrittrice Peggy Matthews Rose: mi hai sbalordita con la tua capacità di trasformare le parole in immagini bellissime. Grazie al tuo spirito dolce e gentile, lavorare a questo libro è stata una gioia.
Un sincero ringraziamento a due amici speciali, Kristen Vasgaard e Curt Harding, per aver condiviso il nostro entusiasmo e aver contribuito a perfezionare questa opera.
Vorrei ringraziare Tim Fink e il SESAC per avermi accolta nella loro «famiglia» e avermi aiutata a dare una spinta alla mia carriera a Nashville. Sarà un viaggio divertente!
A Dale Matthews, Stacey Wilbur e al team della Brentwood Benson Publishing: grazie per avermi aperto la porta a opportunità che solo qualche anno fa per me erano un sogno.
Alla più bella famiglia del mondo: grazie per il vostro amore. C'è e sempre ci sarà un po' di tutti voi in me.
All'uomo che ha fatto sbocciare la donna che ho sempre voluto essere: Brian White. Hai avuto il coraggio di credere in me sin dall'inizio e sei stato instancabile nell'incoraggi armi. Grazie per aver compreso i miei sogni e aver messo loro le ali.
E per finire al mio impareggiabile padre: sono onorata di essere tua figlia. Quando Dio ha deciso di unirci, sapeva che saremmo stati una coppia perfetta, e lavorare a questo libro con te è stata l'emozione più grande della mia vita. Grazie per aver investito così tanta energia nell'insegnarmi queste importanti lezioni di vita. Se oggi sono ciò che sono lo devo a te.

KARYN WILLIAMS

INTRODUZIONE: IL BIGLIETTO

Le lezioni di vita più importanti che ho appreso sono quelle che mio padre non ha mai cercato di insegnarmi direttamente.
Lui le ha semplicemente vissute.
ROSS HIRSCHMANN

Non temere la vita. Pensa che la vita valga la pena di essere vissuta, e il tuo pensiero ti aiuterà a creare il fatto.
HENRY JAMES

Qualsiasi cosa otteniamo e chiunque siamo, pesiamo sulle loro spalle.

TIM RUSSERT, in uno scritto sulla figura del padre
in Big Russ and Me


In una calda sera di luglio del 2007, io e mio padre, Pat Williams, dirigente degli Orlando Magie, andammo a cenare al McCormick & Schmick, un ristorante di Orlando. Ma non fu 1'eccellente menu a base di pesce a rendere quella serata memorabile. Piuttosto il fatto che la mia auto fosse carica all'inverosimile, perché il mattino dopo sarei partita per Nashville, Tennessee. Era arrivato il momento di seguire il mio sogno ... il sogno di una carriera come musicista country e gospel.
Cosciente che il giorno in cui avrei lasciato la mia famiglia e la comunità nella quale ero vissuta si avvicinava velocemente, avevo trascorso gli ultimi mesi a riflettere sugli anni vissuti con il mio straordinario padre. Aveva dedicato tutta la sua esistenza agli altri e ai suoi diciannove figli (sì, avete capito bene). E così, un giorno mi misi a tavolino e stilai un elenco di tutte le cose che avevo imparato da lui nel corso degli anni. Come le frasi udite così tante volte da poterle ripetere a memoria con lui: «Mettete la cintura di sicurezza!
Godetevi la vita! Siate buoni con gli altri!». Tanto che mi venne in mente che era più o meno tutto quello che un essere umano ha bisogno di sapere nella vita. Non so che cosa mi spinse a fare quell'elenco, ma nell'istante stesso in cui iniziai a scrivere, dentro di me seppi che Dio aveva un progetto ben preciso per tutta quella saggezza distillata. Non vi è mai capitato di
scrivere qualcosa che ritenevate speciale, senza però sapere esattamente perché o che cosa ne avreste fatto?
Be', io preparai il mio elenco e lo misi da parte, fiduciosa che si sarebbe presentato il momento in cui mi sarebbe tornato utile. Il giorno della partenza si avvicinava ed io mi scervellai per trovare il regalo «di addio» perfetto per mio padre. Non c'era nulla che sembrasse all'altezza dell'occasione. Poi mi rammentai dell' elenco scritto mesi prima. Che cosa poteva esserci di più perfetto? Acquistai un biglietto bianco e con le lacrime agli occhi mi accinsi a scrivere.
Quella sera, al ristorante, lo diedi a mio padre. Non appena lo aprì e iniziò a leggere, vidi tutte le emozioni avvicendarsi su quel viso tanto familiare. «Papà», incominciai, ma fu tutto quello che riuscii a dire prima che si aprissero le cateratte. Nel biglietto lo ringraziavo per tutto quello che mi aveva dato, poi indicavo le lezioni più importanti che avrei ricordato per il resto dei miei giorni. «Sono sempre stata così orgogliosa di essere tua figlia», concludevo. «Ora è tempo che sia io a rendere orgoglioso te!».
Quando ebbe terminato di leggere, il personale del ristorante si affrettò a portare secchi e stracci per asciugare fiumi di lacrime. Non ho ancora avuto figli, ma riesco a immaginare ciò che deve aver provato e pensato in quel momento. Tutti questi anni di insegnamenti, di consigli, di sostegno, di continui incoraggiamenti finalmente vengono ripagati! Sì! Ce l'ha fatta! Ce l'ha fatta davvero! La prova era proprio lì, tra le sue mani.
Rimanemmo in silenzio per un po', godendo ci gli ultimi momenti insieme. Poi lo sentii esclamare: «Karyn ... ma questo è un libro!». lo intendevo dargli semplicemente un biglietto ... non scrivere un libro! Ma quando glielo sentii dire, mi resi conto che lo scopo speciale di quell' elenco era proprio questo: che tu, giovane lettore, possa raccogliere le stesse ricompense che io ho raccolto, e che voi, madri e padri, possiate rendervi conto che anche se i fatti sembrano dimostrare il contrario, i vostri figli stanno davvero imparando dalle vostre parole e dal vostro esempio. Quando alla fine lasceranno il nido, rimarrete stupiti nello scoprire tutto quello che serberanno nel cuore della vita vissuta con voi.
Quando si è giovani si è convinti di avere tutte le risposte e che i genitori non sappiano nulla. Ma ciò che leggerete nelle pagine seguenti è la conclusione cui è arrivata una figlia: che forse suo padre sapesse ciò di cui parlava. Nei miei trent'anni di vita ho fatto molte esperienze. Ho vissuto gioie incredibili e dolori inesprimibili, grandi trionfi e stagioni di insuccessi. E mio padre è sempre rimasto accanto a me, guidandomi con dolcezza nella mia crescita. Ha camminato con me, tenendo mi per mano, e mi ha sorretto nei momenti in cui ho incespicato. Ha riversato in me tutto ciò che aveva, e sono grata di questa opportunità di «ricambiarlo» e di trasmettere le lezioni importanti che mi hanno fatto diventare la donna che sono oggi.
Papà sarebbe il primo a dirvi che queste lezioni - a iniziare dalle prime tre gemme menzionate prima - non sono farina del suo sacco. Ma avendo superato più e più volte la prova del tempo, sono da considerarsi inossidabili. Indipendentemente da quale sia il vostro ruolo in questo momento - se genitore o figlio - in queste lezioni c'è qualcosa che tutti potranno «ricordare» per sempre.

INDICE

Ringraziamenti
Introduzione: il biglietto

Capitolo 1
Allaccia la cintura di sicurezza

Capitolo 2
Godi ti la vita

Capitolo 3
Sii buono con gli altri

Capitolo 4
Non ci sono giorni di riposo

Capitolo 5
Abbi cura del tuo corpo

Capitolo 6
Esercita la mente

Capitolo 7
Abbi il coraggio di vivere alla grande

Capitolo 8
La vita consiste nel «collezionare persone»

Capitolo 9
Là fuori non ci sono giganti

Capitolo 10
Ci penserà il mondo a sistemare

Capitolo 11
Prendi la decisione giusta

Capitolo 12
Sei leader o subordinato?

Capitolo 13
Non bisogna mai smettere di migliorare se stessi

Capitolo 14
Non spendere denaro fino a trent anni

Capitolo 15
Scegli con attenzione le amicizie ... perché diventerai come gli amici che frequenti

Capitolo 16
Ecco come pratichiamo il principio di non arrendersi mai

Capitolo 17
Non ci sono garanzie che andrai sempre d'accordo con la tua famiglia

Capitolo 18
Lui/lei ti rende una persona migliore?

Capitolo 19
Sei l'uomo o la donna che vuoi essere

Capitolo 20
Rimani vicino al Signore

Un ultimo pensiero da parte di Karyn

Nota sugli autori

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BIOGRAFIA Dott. Alvan Lamson e Unitaresimo: Storia e Dottrina

RETROCOPERTINA

Contenuto:
Biografia del Rev. Dott. Alvan Lamson.

L'Unitarianismo (Storia e Dottrina. Tra cui un riassunto della vita di: Michele Serveto, John Milton, Isaac Newton (Newton: Un eretico simulatore?) e molti altri).

Sermoni del Rev. Dott. Alvan Lamson.
1 - Colui che è più grande di Salomone. (Lo straordinario contrasto esistente tra l'uomo spirituale e il celeste, Gesù e Salomone).

2 - Le piccole volpi che guastano le vigne. (La nostra infelicità nasce spesso da piccoli difetti in noi stessi. Ci rendiamo miserabili per piccole cose, e spesso consentiamo a queste piccole cose di turbarci. I piccoli peccati sono quelli contro cui abbiamo particolare bisogno di guardarci. "Chi disprezza le piccole cose, perirà a poco a poco").

3 - Siate sempre allegri! (Come possiamo rallegrarci e gioire sempre, in mezzo a tutte le rattristanti visioni e fatti tristi di questa nostra vita mortale? Non è forse contrario alla nostra natura e impossibile? Anzi, non è il dolore, un sentimento cristiano? Non era Gesù stesso un "uomo del dolore"? Da dove deve mai fiorire la nostra gioia?).

4 - Il peccato non è attribuibile alla mancanza di luce. ("Se non ascoltano Mosè e i profeti, non si lasceranno persuadere neppure se uno dei morti risuscita". (Luca 16:31) Che gli uomini non siano migliori, non è da attribuire alla mancanza di conoscenza o alla mancanza di prove su un'esistenza futura, ma ad altre cause).

5 - Il trionfo della croce nella domenica di Pasqua. (Senza la risurrezione l'obbrobrio della croce sarebbe rimasto. Non sarebbe mai diventata il simbolo della fede e della speranza. Come strumento di morte, essa non li avrebbe mai ispirati e spronati, ma semmai sarebbe avvenuto l'esatto contrario. Essa è diventata dunque un simbolo di vita solo grazie alla risurrezione).

PREFAZIONE

Chi era Alvan Lamson e perché tradurre e pubblicare una sua biografia a 150 anni esatti dalla sua morte? Il motivo è che il Rev. Alvan Lamson è l’autore di un libro stupendo per il suo valore storico, recentemente pubblicato dall’Azzurra7 Editrice con il titolo: La Dottrina della Chiesa dei primi tre secoli. Tutti coloro che amano la persona di Gesù, il più grande e importante uomo della storia, certamente ameranno quest’opera di grande spessore sia per la competenza del suo autore che per l’argomento trattato.

Con la presente opera, intendiamo coprire una lacuna per il lettore italiano che non conosce l’autore della suddetta opera. Il Rev. Dott. Alvan Lamson, un unitariano e quindi antitrinitario americano del XIX secolo, è presentato nel presente volume che è stato ulteriormente arricchito con un suo articolo sull’unitarianismo e con la traduzione di alcuni suoi sermoni scelti di valore. Pur non condividendo ogni sua posizione dottrinale, pensiamo che quest’opera sia di grandissimo valore per lo studio storico e consultativo.

Nell’aver realizzato quest’opera confidiamo di aver fatto cosa gradita a parecchie migliaia di lettori italiani. Un ringraziamento particolare va fatto alla Casa Editrice Azzurra7 che ha creduto nel valore di quest’opera, e grazie alla quale essa è oggi disponibile.
Il curatore e traduttore

INDICE

Fotografie e documenti

Prefazione

Biografia


L’Unitarianismo

Dottrina

Storia

Statistiche

Foto dei principali unitariani

Giorgio Biandrata

Matteo Gribaldi Moffa

Michele Serveto

John Milton

Isaac Newton

Newton: Un eretico simulatore?

Ferenc Dávid

Fausto Sozzini (Socini)

Giovanni Valentino Gentile

Sermoni

Colui che è più grande di Salomone

Le piccole volpi che guastano le vigne

Siate sempre allegri!

Peccato non attribuibile alla mancanza di luce

Il trionfo della croce nella domenica di Pasqua

L’opera principale di Alvan Lamson

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BIBBIA E STORIA


RETROCOPERTINA

Come gli scritti biblici si situano nella storia? Quale significato avevano in origine le parole, le situazioni, le immagini che vi si trovano? Che cosa insegnano sull'uomo religioso dei tempi greco-romani? E, d'altra parte, come può lo storico chiarire il testo biblico con gli strumenti che gli sono peculiari e insieme affinare la propria percezione dei tempi e dei luoghi che ne videro la redazione?
Abbracciando i quattro secoli delimitati dall'Ecclesiastico (111 sec. a.C) e l'Apocalisse di Giovanni (I sec. d.C.), il saggio di Marie-Françoise Baslez, storica dell'antichità greca e romana, mostra che cosa fosse allora la Bibbia, quale contenuto e quali forme essa avesse, che cosa rappresentò il tempio di Gerusalemme, che cosa significasse il monoteismo rispetto allo stato greco e l'impero romano nel quadro delle trasformazioni politiche, economiche, sociali della Giudea.
L'opera è una miniera di annotazioni marginali spesso trascurate, che contribuiscono a delineare i contorni di un'identità giudaica e anche cristiana in cerca d'affermazione di fronte all'ellenismo ambiente.

PREMESSA

La Bibbia non è un libro come gli altri. Per tutti appartiene alla letteratura sacra, per i credenti è un libro ispirato: racchiude la storia santa di un popolo, il popolo ebraico, e racconta le origini di una religione, il cristianesimo. La nuova fede, fondata in Gesù Cristo, vuoi essere l'erede delle sacre Scritture che il Cristo ha portato a compimento. Nella terminologia greca degli ultimi secoli avanti Cristo, pertanto, i biblia (i «libri») sono anzitutto i testi giudaici, ancor prima che il canone cristiano, fissato nel II secolo d.C., usasse il termine biblion («il libro») per il complesso dell'Antico e del Nuovo Testamento.
La divisione fra Antico e Nuovo Testamento all'interno della Bibbia cristiana crea le premesse per la sua interpretazione e ne condiziona spesso l'approccio storico. La storia delle origini del cristianesimo si fonda sui testi del Nuovo Testamento collocati nel contesto dell'impero romano; la storia d'Israele, quella dei patriarchi e dei re, si rilegge alla luce dell'archeologia e dell'antropologia del Vicino Oriente. È rimasta invece a lungo sacrificata la storia del giudaismo ellenistico, dalla conquista di Alessandro, nel IV secolo a. c., fino alla distruzione del tempio a opera dei romani, poiché la maggior parte dei testi datati in tale periodo sono stati esclusi dalla Bibbia ebraica. I manoscritti del Mar Morto, e più generalmente la letteratura intertestamentaria, hanno invece rivelato in tempi recenti che questo ricco patrimonio letterario costituisce il sostrato della religione rabbinica. Durante quattro secoli i giudei «ellenisti» hanno tessuto il filo rosso di una storia movimentata, che inizia con la guerra santa condotta dai Maccabei contro il potere greco e finisce col martirio di Stefano, prima vera prova per la chiesa, o con le difficoltà incontrate da Paolo.
Sia per chi cerca nella Bibbia elementi di storia sia per chi invece vuole ispirarsi alla sua spiritualità, è essenziale raccogliere l'invito a incontrare dall'interno gli uomini della Bibbia. L'obiettivo è di inquadrare autori e lettori per ridare alle parole, alle situazioni e alle immagini da loro usate, il senso che avevano all'epoca.
Intento di questo saggio è dunque di condurre un'indagine in un quadro storico che prescinda dalla tradizionale divisione della Bibbia fra Antico e Nuovo Testamento, cercando di rispettare un'unità storica precisa: quella di una cultura, di un ambiente, di un periodo. La traduzione della Bibbia in greco apre in effetti un varco culturale e linguistico e si iscrive in uno spazio ricco di continuità al di là delle vicissitudini politiche: lo spazio dell'Oriente greco-romano. Comincia allora un tempo di incontro e confronto: il tempo dell'occidentalizzazione del mondo semitico, il tempo della dispersione dei giudei nel Mediterraneo.
La diaspora non appare soltanto nel Nuovo Testamento come sfondo della predicazione apostolica; essa traspare anche nei libri cosiddetti «deuterocanonici» o «apocrifi» della tradizione cristiana - il libro della Sapienza ad esempio. Ciò che oggi chiamiamo «la» Bibbia è in realtà una collezione di opere di contenuto vario, all'interno della quale l'ordine dei libri riconosciuti cambia secondo le comunità che li adottano sin dall'antichità. La scoperta dei manoscritti del Mar Morto è stata di capitale importanza, perché ci ha rivelato una Bibbia «plurale». I limiti e le esigenze dei canoni non esistevano nel periodo ellenistico e, di conseguenza, non devono condizionare lo storico che userà legittimamente l'intero materiale biblico disponibile.
Dopo il ritorno dall'esilio Israele ha perso ogni indipendenza, è diventato uno stato-tempio protetto, come tanti altri nei regni greci e nell'impero romano. Il libro della Legge, reputato ispirato, viene messo alla prova nel contesto di uno stato e di una civiltà di stranieri che non con- dividono questa particolare concezione di un dio trascendente.

DALLA PALESTINA AL MEDITERRANEO

Il passaggio della Giudea da una sfera culturale all'altra, cioè dal mondo orientale al Mediterraneo, non è stato meno significativo della perdita dell'indipendenza. In epoca persiana (VI-IV sec. a.C) la Giudea faceva parte di un impero orientale di cui costituiva una delle province marittime più remote. La prima diaspora ebraica toccò allora esclusivamente il Vicino Oriente, dall'Egitto a Babilonia.
La conquista di Alessandro Magno nel 332 a. C. e l'elleruzzazione dell'Oriente non modificarono in modo sensibile l'assetto politico della Giudea: il conquistatore non ebbe fra l'altro né il tempo né i mezzi per procedere a una riforma amministrativa. La Giudea, che non aveva opposto alcuna resistenza, conservò un'autonomia di fatto; sparì tuttavia la figura del governatore civile, e questo rafforzò il potere teocratico del tempio, facendo al contempo del sommo sacerdote, al pari di un re, l'unico interlocutore del potere greco.
Fra il IV e il I sec. a. C. la Giudea divenne sempre più importante nella storia internazionale per la sua posizione strategica. I due regni principali sorti dall'impero di Alessandro Magno - l'impero dei Seleucidi,nel Vicino e Medio Oriente, e quello dei Tolemei in Egitto - si affrontarono incessantemente in Siria-Palestina, regione situata al confine fra i due imperi. La comunità giudaica della Giudea fu sottomessa ai Tolemei, a partire dal 3 ° 5 e poi durante tutto il III secolo, per passare in seguito sotto il dominio dei Seleucidi, dopo il 198.
Fu in quel contesto che si sviluppò un'opposizione religiosa e nazionalista, guidata dai Maccabei (169-152). La loro guerra contro i Seleucidi rimise in discussione il modello di vita greco, diffuso dal potere regale e adottato da alcuni giudei, i cosiddetti «ellenisti». In quelle circostanze vennero a galla le profonde spaccature interne della società giudaica e fu ulteriormente potenziato il ruolo del tempio, consentendo così alla famiglia dei Maccabei di mantenersi al potere fino al 37 a. C. Lo stato chiamato «asmoneo» (dal nome originario di questa famiglia) divenne di fatto, nel I03, una regalità sacerdotale, che paradossalmente non smise di ellenizzarsi.
Nel 63 i giudei di Palestina furono assoggettati al dominio romano. Pompeo, presa la Siria, dovette affrontare gli Asmonei: mise Gerusalemme sotto assedio e penetrò nel tempio, ultimo bastione della resistenza. L'integrazione dello stato giudaico nel sistema delle province romane fu tuttavia progressiva: per due generazioni, prima con un sommo sacerdote asmoneo, poi con l'idumeo Erode (40-4 a.Ci), al quale Roma riconobbe il titolo di re, la Giudea conservò la propria autonomia. Giudeo di religione, ma non di origine (apparteneva infatti a un popolo nomade convertito), Erode portò il processo di ellenizzazione al suo apogeo. E fu quello il momento in cui nacque Gesù Cristo.
L'inefficienza dei successori di Erode costrinse poi Roma a ricorrere all' amministrazione diretta: in Giudea, a partire dal 6 d. c., in Galilea e in Samaria dal 37. I discendenti di Erode divennero semplici «tetrarchi»: tutti tranne Erode Agrippa I, al quale furono restituiti il titolo e i possedimenti del nonno fra il 40 e il 44, quando si affermava la chiesa di Gerusalemme. Pilato (26-36) è il più famoso di questi prefetti-procuratori romani, incaricati di mantenere l'ordine e di riscuotere le tasse. La presenza intermittente di truppe romane a Gerusalemme diede luogo a una serie sempre maggiore di provocazioni e suscitò numerose rivolte, mentre nel paese si sviluppava un movimento di protesta sociale che sfociò poi nella grande rivolta del 66-70. L'assedio di Gerusalemme, iniziato da Vespasiano, fu portato a termine da Tito. Il tempio questa volta fu distrutto e le istituzioni sacerdotali abolite. Il giudaismo perdeva così il suo principale punto di riferimento in materia di identità, proprio nel momento in cui si creava, nella diaspora, la prima rete di chiese cristiane.
La diaspora ha sempre rappresentato un'altra dimensione della storiadel giudaismo. Il movimento di emigrazione ebbe inizio nell'VIII secolo e fu in una prima fase diretto verso l'Egitto; prima ancora dell'esilio a Babilonia alcuni ebrei si erano insediati in Mesopotamia e in seguito si spinsero fino ai confini del regno seleucide, poi fino a quelli dell'impero romano. In epoca ellenistica le comunità giudaiche più numerose e più vivaci si trovavano in Egitto (sono del resto quelle che conosciamo meglio). A partire dal regno di Augusto l'emigrazione si estese a tutto il bacino del Mediterraneo, anche se le fonti storiche privilegiano le comunità di Roma e dell'Asia Minore (l'attuale Turchia), il che fornisce un ottimo quadro per lo studio del Nuovo Testamento.
Se l'impero romano lasciò la sua impronta in Oriente, il greco fungeva però da lingua della cultura e dell'amministrazione. Tutte le élites, compresi i notabili giudei, continuarono a vivere alla greca, riproducendo il modello della polis ellenica. Il potere soprattutto conservò un carattere sacro e personalizzato: Roma instaurava legami con i popoli sottomessi attraverso il culto dei sovrani. Espressione della cultura greca, usato dai re ellenistici e in seguito dagli imperatori romani, il culto del sovrano divenne così l'ostacolo maggiore al monoteismo, nonostante l'innegabile tolleranza da parte dello stato.

STORIA E STORIA SANTA

I rapporti della Bibbia con la storia sono sempre stati tesi, persino conflittuali; col tempo hanno tuttavia subito una certa evoluzione. La storia santa, per definizione, rifiutava ogni confronto con la documentazione esterna, per il fatto stesso che considerava il libro come il risultato di una dettatura divina che poteva essere solamente oggetto di parafrasi. Per reazione a questa situazione una storia delle religioni «indipendente», o per lo meno con la pretesa di esserlo, si è costituita nel XIX secolo. Essa mise in evidenza la struttura mitica e allegorica dei racconti biblici, riducendo così la Bibbia a una dimensione simbolica. In una simile prospettiva tutto può essere oggetto di paragone e quindi relativizzato. In seguito ci si è accontentati di inserire il racconto biblico in uno scenario storico accuratamente ricostituito, ricorrendo spesso al metodo della giustapposizione, senza interrogarsi sufficientemente sullo statuto e sulla funzione del testo. Un dialogo tuttavia è stato aperto. Il successo dell'archeologia biblica, così come l'approccio pluridisciplinare al mondo della Bibbia, si radicano nella convinzione, teologicamente fondata, che il libro non è il frutto di una dettatura divina, ma piuttosto di un'ispirazione messa per iscritto da alcuni uomini per i loro contemporanei. Gli studi esegetici odierni inseriscono quindi i testi nel loro ambiente, il cosiddetto Sitz im Leben. Attualmente ogni storico guarda agli uomini piuttosto che ai fatti. Per la Bibbia il problema risiede nel fatto che gli uomini vengono cercati soprattutto al di fuori del libro, facendo uso delle risorse dell' archeologia, dei documenti e degli storici antichi. Solo in questo modo il quadro risulta completo, vivace, coerente, il che rende ancora più sensibili le lacune e le varianti del testo nel momento in cui ci si confronta nuovamente con esso. Nessun libro biblico infatti fornisce un racconto esaustivo: nemmeno gli Atti degli Apostoli offrono un racconto completo della missione di Paolo. Ma allora perché non cercare piuttosto gli uomini così come sono nel libro?
La Bibbia si addentra nell'immenso campo della creazione culturale popolare e l'interesse generale per i testi apocalittici ne è la prova. Il materiale letterario che la compone è così ricco che ci fornisce una serie di nomi e di situazioni suscettibili di essere studiati in una prospettiva antropologica: è il caso dell'uomo profetico che compare nel Nuovo Testamento e che contribuisce a definire un'identità dietro al nome di «apostolo-profeta». Lo storico dell'antichità rimane altresì affascinato dal processo di affermazione dell'ego nella sua verità più profonda, così come emerge attraverso gli schizzi autobiografici, dal Siracide a Paolo, anche se spesso traducono una situazione di crisi e un grido di indignazione. Al momento, nello studio dei libri ellenistici e del Nuovo Testamento, la storia archeologica cede il passo alla storia testuale e all'uso di metodi e di modelli ispirati alle scienze sociali.
Lo storico ha del resto l'obbligo di ricostruire i fatti, persino i più sottili. La tendenza attuale è di filtrare il racconto biblico per ritrovare l'evento allo stato grezzo, spogliato di tutti gli sviluppi della storia santa che appartengono all'interpretazione teologica. In particolare i nomi del- la Bibbia sono stati a poco a poco caricati di significati, attraverso un gioco di etimologie e di personiiicazioni consueto nel pensiero antico, com'è il caso del termine nazareno oppure del nome di Giuda iscariota. Lo storico deve risalire al senso originario delle parole, come, per esempio, proselito o cristiano, che vengono ora usate con varie sfumature e che sono state invece inventate in un contesto preciso.
Consapevoli di ciò, è legittimo ridurre la storia biblica a un nucleo di eventi? La Bibbia sovradimensiona talmente gli eventi che risulta impraticabile per lo storico ricorrere alle nozioni di vero e di falso secondo i criteri tradizionali. Si afferma spesso che il fatto biblico è un «[atto di fede». Diremmo più volentieri che esso si colloca fra l'attualità immediata e un intento teologico che appartiene a una specifica cultura biblica che pervade tutto il libro sacro. Gesù Cristo non poté nascere durante il censimento di Quirinio se è nato sotto il regno di Erode: risulta impossibile conciliare questi due dati. Il vangelo però non dice il falso: usa e sposta un evento - che ha colpito i contemporanei - in funzione del signifìcato teologico che gli viene attribuito alla luce del fatto che la torà contestava i censimenti. L'evento appare anche come un riferimento all'attualità per porre il cristianesimo di fronte a Roma, in quanto le reazioni al censimento di Quirinio avevano visto opporsi i soggetti sottomessi all'autorità romana e quelli ribelli.
La verità storica che troviamo nella Bibbia dipende quindi dalle domande che formuliamo. La menzione del censimento non fornisce la data di nascita di Gesù, ma aiuta a capire come lo storico antico usi la dimensione cronologica: ricorre ai sincronismi per dare all'evento un signifìcato maggiore, senza cercare a tutti i costi la precisione cronologica. L'informazione contenuta nel vangelo presenta inoltre un autentico interesse storico per quel che riguarda la macchina amministrativa dell'impero, che Augusto aveva da poco istituito.
Per cercare gli uomini della Bibbia occorre dunque trovare i giusti quesiti, che riguardano, fra l'altro, più il contesto locale che quello dell'impero, nonostante la vocazione universale della religione cristiana e di un certo giudaismo. Non bisogna proiettare nel passato, su realtà più antiche, l'importanza della chiesa che si verifìca soltanto dal IV secolo in poi. Si dimentica troppo spesso che i giudei rappresentavano soltanto un piccolo popolo, mentre i primi cristiani sono gruppi modesti, molto sparsi, la cui visibilità a Roma e nelle grandi città è discutibile. L'utilizzo dell' evento memorabile, attraverso un gioco di sincronismi, era un riflesso della storiografìa locale: per collocare nel tempo la predica del Battista, il redattore mette sullo stesso piano l'imperatore romano e un oscuro monarca di Abilene, completamente sconosciuto. In altre parole la scala della Bibbia non è mai quella della storia. Lo storico deve, ad esempio, rivalutare, dal punto di vista dello stato greco, l'importanza storica della rivolta dei Maccabei e l'atteggiamento dell'amministrazione romana di fronte alle persecuzioni.
Per definire i giusti quesiti, occorre disporre di buoni strumenti. Il terreno dell'indagine storica si amplia costantemente, anche per l'antichità e per gli studi biblici. Fra i temi selezionati in questo libro alcuni sono scontati, altri meno. Proporremo un confronto con una serie di documenti contemporanei di primaria importanza, come quelli di Qumran, per studiare un gruppo religioso dall'interno, con l'aiuto di modelli antropologici largamente diffusi nel mondo greco-romano e orientale, come il profetismo. Molta attenzione è stata rivolta alle diverse realtà geografiche e al valore simbolico dello spazio per studiare l'ambiente galileo, la solitudine del deserto oppure i viaggi apostolici. L'accento è stato posto sui problemi della lingua e della comunicazione, cruciali nel contesto dell'Oriente romano, per analizzare l'evento della pentecoste non solo come un'esperienza mistica, ma anche come una realtà all'interno dell'impero.
Infine è indispensabile valutare l'inserimento dei testi, dei loro autori e lettori nell'ambiente circostante, per capire meglio le differenze religiose che esprimono. Quasi tutti i testi della Bibbia greca presentano un carattere polemico: polemica aperta nei libri dei Maccabei, nel!' Apocalisse, nella maggior parte delle lettere paoline, presentazione selettiva e orientata nei vangeli ... Gli autori biblici hanno talvolta una buona conoscenza delle realtà del tempo, anche se, nel caso dei libri di Ester e Daniele, le proiettano nel passato: le varianti e le evoluzioni contribuiscono a disegnare l'uomo religioso nelle sue varie manifestazioni, un uomo religioso che si colloca fra la religione e lo stato in quanto espressione di una cultura.

Dedico amichevolmente questo libro a tutti coloro che hanno aderito al mio progetto e hanno contribuito al suo sviluppo attraverso i loro quesiti e le loro ricerche personali, agli amici dell'Institut d'Études Sémitiques, a Pierre Bordreuil e Françoise Briquel-Chatonnet, al seminario «Religioni e società dell'antichità» dell'École Normale Supérieure di Parigi e agli studenti di storia dell'Università di Rennes 2.
Parigi, agosto I998.


INDICE

9 Premessa
10 Dalla Palestina al Mediterraneo
12 Storia e storia santa
17 Abbreviazioni e sigle

Capitolo I
19 La Bibbia greca
19 L'avventura della traduzione
22 La curiosità dei greci
24 I lettori della Bibbia in greco
25 Le implicazioni religiose del bilinguismo
28 Le collezioni bibliche e la nozione di Bibbia
29 Una letteratura doppia per un mondo doppio
31 Il romanzo di edificazione di un emigrato
33 La sapienza di un notabile di Gerusalemme
34 Gli inizi del pietismo mistico
35 Una società in mutazione alle prese con la diffidenza
37 Il saggio e il re. Lezione di precarietà politica
38 Il sacerdozio, principio vitale del giudaismo
39 Letteratura duplice e proselitismo: un neologismo discusso

Capitolo 2
42 Fra tempio e stato greco
44 L'episodio di Eliodoro (180): una rivolta fiscale
46 Questione fiscale e lotta tra fazioni
47 «Giudaismo» ed «ellenismo»
49 Le divisioni sociali
52 Il 15 Kislev (8 dicembre) del 167: giorno della profanazione del tempio
53 Autoritarismo regio e libertà religiosa
56 La degiudaizzazione
57 Le premesse dell'antisemitismo
58 «Giuda Maccabeo si ritira nel deserto per vivere come gli animali selvaggi»
62 «Ardenti di zelo per la legge»: la prova iniziatica di Modein
64 «Tutti furono circoncisi»: il diritto del suolo
64 Il compromesso del sabato
65 «Per il nostro popolo e per il luogo santo»: l'azione militare dei Maccabei
67 Alcimo, sommo sacerdote: «Un sacerdote della stirpe di Aronne è venuto con le truppe»
68 «Re Demetrio al fratello Gionata»: l'ora del compromesso politico

Capitolo 3
72 La storia, il potere e l'altro
72 Apocalisse e senso della storia
74 Il buono e il cattivo sovrano: modello e contromodello del potere
77 Daniele nella fossa dei leoni: un'ordalia alla corte del re
78 La tentazione del potere: i giudei di corte
80 Giudei di potere e perdita di identità
82 L'idolatria o il culto dell'immagine del re
84 «Diventare giudeo significa rovesciare gli idoli»: una concezione estensiva dell'idolatria
86 Essere giudeo significa avere gli stessi parametri d'identità
88 Il modello di un giudaismo missionario e la realtà della politica asmonea in Palestina
91 Uno sguardo sugli altri: Roma e l'immagine della libertà
94 Identità giudaica e parentela greca
97 I kittim, ecco il nemico
98 Acculturazione e resistenza religiosa nella diaspora
100 Lo statuto dei giudei nella diaspora: l'antisemitismo alessandrino

Capitolo 4
103 Qurnran, specchio della storia e della religiosità giudaiche
105 Fra città e deserto
106 L'esperienza del deserto nel giudaismo
109 Aspetti archeologici
110 Un deposito di libri nel deserto
112 Lo specchio di una società erudita e poliglotta
114 Separatezza ed esoterismo: le regole ideali di una comunità messianica
115 Separatezza e osservanza: il magistero della legge
116 Separatezza e povertà
118 I perseguitati: le ragioni storiche della separatezza
121 Lo specchio delle sette
123 Separatezza e anticonformismo
125 Separatezza e ideale comunitario
126 Qumran, fulcro storico dell'essenismo?
128 Il senso della storia

Capitolo 5
131 L'ambiente di Gesù
131 Il «distretto dei gotim»: uno spazio fra due mondi
134 Nazareno o nazoreo?
136 «Un profeta non è disprezzato che nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua»
138 La casa di Cafarnao
139 Le città dei miracoli: Cafarnao, Betsaida, Corazin
140 Il gruppo dei galilei
141 I Dodici. Indagine sociologica
143 Simone lo «Zelota. e Giuda «Iscariota - erano degli attivisti?
145 Pescatori ed esattori
147 Il particolarismo galileo
148 Sei galileo?
151 Percorrendo la via del mare: fra Damasco e Tiro

Capitolo 6
155 Dal Cristo a Gesù: la storia in retrospettiva
157 I racconti evangelici e la storia
160 «All'epoca del censimento»: un evento ricostruito
161 Risalire nel tempo per appropriarsene: le genealogie
163 Lo spazio-tempo dei vangeli
164 Storia e nascite miracolose
165 La figura storica di Gesù: un battista
168 La figura del maestro
170 Il taumaturgo: i vangeli fra segno ed evento
172 Il miracolo, specchio della società
173 Esorcismi e guarigioni. La medicina sacra
176 Il processo di Gesù: una testimonianza
177 Il processo giudaico: un'impossibilità
180 La crocifissione, «la più deplorevole delle morti»

Capitolo 7
185 Ispirazione e comunicazione nella chiesa della pentecoste
186 L'esperienza mistica della pentecoste: una riattualizzazione dell'evento del Sinai
187 Le lingue di fuoco: un riflesso della sensibilità religiosa contemporanea
188 Il dono delle lingue: profetismo e comunicazione
191 Gli aspetti storici del problema linguistico
192 L'orizzonte di una missione ispirata
196 La seconda pentecoste: il profetismo e la parola liberata
199 Gli altri carismi apostolici
201 La prevalenza del visionario sul taumaturgo
203 Profeti e visionari
204 Profeti e falsi profeti: un problema di attualità
207 Un profetismo contestatario a colpi di tornei
211 Il nome, marchio del profeta

Capitolo 8
213 La chiesa di Gerusalemme
213 Il caso di Stefano: una questione fra giudei
217 Un'attualità in fermento
218 La reazione di Erode Agrippa I: l'esecuzione di Giacomo e l'arresto di Pietro
219 La morte di Giacomo, fratello del Cristo, nel 62, e le difficoltà del cristianesimo giudaico
221 Il ruolo della famiglia d·i Anna e i sadducei
223 L'impossibile progetto di un cristianesimo giudaico: una lezione della storia?
227 La conversione al giudaismo
229 Il contesto storico locale: gli episodi di Cesarea e di Antiochia
231 Il problema dei divieti alimentari
233 La circoncisione
235 Questione di fede o questione di cultura

Capitolo 9
238 Penetrazione e diffusione nel mondo greco
240 L'illusione di una traiettoria impeccabile
241 L'apostolato dei confini
242 Paolo e l'introduzione del cristianesimo in Grecia
244 «Così da Gerusalemme e dintorni fino all'Illiria»: i peripli apostolici
245 Pietro, l'apostolo dei giudei della diaspora
246 Sovrapposizioni e concorrenza: la libertà degli apostoli
249 Il silenzio degli Atti
251 Tra centro e confini. Geografia agiografica e pragmatismo romano
254 L'apostolo: figura letteraria e realtà sociali
256 Essere apostolo: una vocazione
258 Signore di rango e notabili del luogo: le condizioni locali della penetrazione
261 «Ciascuno rimanga nella condizione in cui era quando fu chiamato»
262 «La chiesa di una casata»: l'importanza del nucleo familiare
264 L'identificazione della chiesa
267 Le prime tensioni

Capitolo 10
271 Problemi di integrazione e crisi d'identità
271 La prova della sinagoga
274 Giudei e falsi giudei della seconda generazione. Due missioni concorrenti?
275 La prova della strada
278 L'urto tra fazioni
279 Concorrenza religiosa
280 Balaam di Pergamo e il problema dell'integrazione sociale
281 Gezabele di Tiatira: controversie sul ruolo delle donne nella chiesa
283 I nicolaiti di Efeso e di Pergamo
285 Nicolaiti, psichici, gnostici: le prime tappe dell'eresia
287 Gli impostori
288 Dietro la maschera dell'impostura: un conflitto di autorità
290 Smascherare i falsi profeti
293 I maghi o il colmo dell'impostura
294 Il rischio di confusione fra le varie pratiche

Capitolo 11
297 I cristiani e il potere
298 Le tribolazioni di Paolo nelle città: testimonianze autobiografiche
300 L'inizio della caccia ai cristiani nelle chiese paoline d'Asia
301 Le prove delle chiese di Pietro
303 Le tribolazioni del visionario dell'Apocalisse
304 Il ritorno escatologico di Nerone: il radica mento nelle credenze popolari
305 Domiziano, il secondo persecutore dei cristiani?
307 Il colmo dell'idolatria: la critica di una nuova sensibilità religiosa
310 L'apostolo messo sotto accusa negli Atti degli Apostoli
311 La libertà religiosa nelle città
314 Le condizioni dell'intervento romano
317 Accuse giudaiche e nulla di fatto romano: un'interpretazione restrittiva del delitto religioso
320 Essere cristiano era un crimine? e da quando?
323 Un'associazione «a delinquere»? I cristiani di Roma e l'incendio del 64
324 L'individuazione dei cristiani a Roma
325 Un'associazione dai mezzi criminali? Le condanne di diritto comune
326 Da testimone a martire
330 Conclusioni dello storico
335 Bibliografia ragionata
369 Fonti
375 Indice dei nomi di luogo
379 Indice dei nomi di persona
383 Indice delle carte geografiche

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BIBBIA E PAROLA DI DIO - INDICE




Indice del volume

Sommario

Abbreviazioni e sigle

Introduzione

1. Cos'è la Bibbia per il credente
2. Qualche osservazione storica
3. Alla ricerca di un principio unificante
4. Introduzione allo studio della Bibbia
5. Complementi termino logici
a) I nomi della Bibbia
b) Numero e suddivisioni dei libri della Bibbia
6. Bibliografia generale

Parte prima
LA BIBBIA, PAROLA DI DIO Antonio Maria Artola

Capitolo I
Bibbia e parola di Dio

I. La parola di Dio nell'Antico Testamento
1. Efficacia della parola e origine divina
2. Principali forme della parola di Dio nell' Antico Testamento
a) L'oracolo profetico
b) La parola normativa
c) La storia
d) La creazione
e) La sapienza
3. Parola pronunciata, parola trasmessa, parola scritta
4. Verità, rivelazione, norma, come proprietà della parola

II. La parola di Dio nel Nuovo Testamento
1. La Scrittura dell'Antico Testamento
a)Da «i libri» a «Ìa Scrittura»
b)L'Antico Testamento come parola di Dio viva e attuale
2. Il messaggio cristiano come parola di Dio
a) Parola di Dio, parola del Signore, parola
b) Cristo come parola di Dio
3. La Scrittura dell'Antico Testamento come parola di Dio

III. Santità della Scrittura e parola di Dio
1. «libri santi»
2. Consacrazione e parola di Dio
3. La Scrittura come parola di Dio
4. La parola di Dio nella proclamazione liturgica
5. Riepilogo

IV. Bibliografia commentata

Parte seconda
IL CANONE DELLA BIBBIA - José Manuel Sdnchez Caro

Capitolo II
Il canone biblico

I. Impostazione della problematica
1. Chiarimenti terminologici
a) Sacra Scrittura
b) Canone, norma, normatività
c) Libri canonici, deuterocanonici e apocrifi
2. La letteratura canonica delle religioni del libro
3. Il canone biblico tra ebrei, protestanti e ortodossi
4. I libri canonici nella chiesa cattolica
5. Lo studio teologico del canone

II. Il. Formazione di una coscienza canonica nella Scrittura
1. Nascita e sviluppo di una coscienza canonica nell' Antico Testamento
2. Nascita e sviluppo di una coscienza canonica nel Nuovo Testamento
3. Tentativo di visione d'insieme

Capitolo III
La formazione del canone biblico

I. La formazione del canone dell'Antico Testamento
1. Il canone della Bibbia ebraica
2. Il canone cristiano dell'Antico Testamento

II. La formazione del canone del Nuovo Testamento
1. Primi dati: il periodo apostolico
2. La tradizione subapostolica fino al 150 circa
3. La decisiva seconda metà del secolo n
4. Il canone del Nuovo Testamento nei secoli III e IV
5. Fattori che contribuirono all'elaborazione del canone del Nuovo Testamento

Capitolo IV
Riflessione teologica sul canone

I. Il problema teologico del canone
1. La fondazione del canone nella teologia protestante
a) Il contenuto evangelico del Nuovo Testamento
b) L'autopistia della Scrittura
c) L'autorità della chiesa apostolica
d) Alcune osservazioni critiche
2. Il contributo della teologia orientale
3. Tentativi cattolici di fondazione teologica del canone
4. Criteri del canone e fondamento teologico
a) Cristo, il punto di riferimento
b) I criteri di canonicità
c) L'apostolicità come criterio articolante
d) La Scrittura e lo Spirito
e) Il canone della Scrittura e la chiesa
f) Conclusione

II. Questioni aperte
1. Esistenza di altri libri sacri non canonici?
2. Valore dei libri apocrifi
3. Relazione fra canone biblico e testo canonico
4. Il canone come contesto ermeneutico
5. Una questione metodologica

III. Appunti per una storia della ricerca
1. Il canone dell'Antico Testamento
a) Le discussioni nel XVI secolo e l'ipotesi tradizionale
b) Nuovo consenso nel XIX secolo
c) La ricerca storica attuale
d) Nuove linee d'indagine
2. Il canone del Nuovo Testamento
a) Le discussioni del XVI secolo
b) La ricerca protestante fino alla metà del xx secolo
c) La ricerca cattolica fino al xx secolo
d) Orizzonti della ricerca attuale

IV. Bibliografia commentata

Parte terza
L'ISPIRAZIONE BIBLICA Antonio Maria Artola

Capitolo V
La Bibbia come libro di fede

I. Genesi dell' Antico Testamento
1. L'evento fondante
a)L'evento e la sua rivelazione
b) La parola del patto e della legge
c) Efficacia delle parole fondanti
2. Dalle parole fondanti ai nuclei ispirati
3. L'Antico Testamento come parola di fede
a) Il carismatico della parola
b) Lo Spirito ispiratore
4. L'Antico Testamento come Scrittura ispirata

II. Formazione del Nuovo Testamento
1. La rivelazione del Padre in Gesù
2. La parola di fede agli albori del cristianesimo
a) La tradizione apostolica
b) Lo Spirito di Gesù
3. La Scrittura ispirata del Nuovo Testamento

III. L'autotestimonianza biblica
1. Significato e portata dell'autoreferenza biblica
2. Autoreferenza e ispirazione
3. Autoreferenza e verifica biblica
4. Autoreferenza e autopistia
5. Riepilogo

Capitolo VI
Il dogma dell'ispirazione

I. La dottrina dei concili
1. Dalle origini al Vaticano I
2. Il concilio Vaticano I
3. Dal Vaticano I al Vaticano II
4. La Dei Verbum

II. L'aspetto vincolante dell'insegnamento conciliare

Capitolo VII
La natura dell'ispirazione

I. La Scrittura nei disegni di Dio
1. La decisione divina di comporre la Scrittura
2. L'elezione degli autori ispirati
3. Le proprietà della futura Scrittura
4. L'attribuzione della Scrittura a Dio
5. La Trinità all'origine della Scrittura

II. Lo Spirito ispiratore
1. Il momento della rivelazione
2. Il momento dell'espressione
a) Genesi della parola ispirata
b) Peculiarità del linguaggio di fede
3. Espressione di fede e consacrazione della parola

III. La Scrittura ispirata
1. La tradizione ispirata
a) Il linguaggio di fede primordiale
b) La parola sapienziale
2. L'opera ispirata
a) La Scrittura
b) Il testo
c) La traduzione
3. La lettura ispirata
4. L'ispirazione biblica

IV. Questioni aperte
1. Indole comunitaria dell'ispirazione
2. Chi degli autori era ispirato?
3. Un testo di origine merarnente umana può divenire Scrittura?
a) Le citazioni bibliche
b) L'appropriazione di uno scritto intero
4. Ispirazione biblica nel tempo della chiesa

Capitolo VIII
La teologia dell'ispirazione nel corso dei secoli

I. La rivelazione profetica
1. La mantica ellenistica
2. La patristica
3. I maestri arabi ed ebrei del Medioevo
4. Il sistema scolastico
a) La profezia
b) L'ispirazione
c) La causa strumentale

II. Dalla rivelazione all'ispirazione
1. L'interesse per il libro ispirato
2. Il dettato divino
3. L'ispirazione reale
4. Dal XVI secolo al Vaticano II
a) I successori di Lessius
b) L'ispirazione come carisma d'inerranza
c) La Bibbia come fenomeno di linguaggio
d) Alcuni apporti protestanti
e) Prospettive

Capitolo IX
La verità della Bibbia

I. La verità della Bibbia come problema
1. Modelli diversi di verità
a) La verità in Grecia e nel mondo semitico
b) La verità cristiana
2. I conflitti con la verità della Bibbia
a) Lo scandalo cristiano
b) La verità della Bibbia fino al XVI secolo
c) I conflitti tra la Bibbia e la scienza nell'Evo Moderno
d) L'intervento di Leone XIII
e) I «generi letterari»
f) La Bibbia, libro per la salvezza

II. Natura della verità biblica
1. Il complesso mondo della verità
2. La verità della Bibbia secondo la Dei Verbum

III. Verità della Scrittura e scienza biblica
1. Senso e verità degli enunciati biblici
2. Verità biblica e verificazione
3. Livelli della verità biblica

IV. Questioni aperte
1. Ispirazione e verità della Bibbia
2. Verità e canone
3. Il soggetto della verità biblica
4. I gradi di affermazione biblica
5. La natura propria della verità biblica

V. Bibliografia commentata


Parte quarta
ERMENEUTICA BIBLICA E METODOLOGIA ESEGETICA José Manuel Sdnchez Caro

Capitolo X
L'interpretazione della Sacra Scrittura fino al xx secolo

I. Chiarimento termino logico
1. Ermeneutica
2. Esegesi
3. Interpretare, senso, verità
4. Attualità, attualizzazione, attuazione

II. L'interpretazione della Sacra Scrittura nella Bibbia stessa
1. La reinterpretazione dell' Antico Testamento al suo interno
2. La prima esegesi dell'Antico Testamento
3. L'interpretazione dell' Antico Testamento alla luce del Nuovo
4. La reinterpretazione del Nuovo Testamento al suo interno
III. L'interpretazione biblica dei Padri della chiesa

1. I primi due secoli
2. La scuola di Alessandria
3. L'esègesi antiochena
4. L'interpretazione della Bibbia in Occidente
5. Decadenza dell'esegesi patristica

IV. L'interpretazione biblica nel Medioevo
1. La lectio divina
2. La Bibbia nella scuola
3. L'allegoria: i quattro sensi
4. Bibbia e interpretazione della storia
5. La lectio scholastica

V. Rinascimento e riforma
1. L'Umanesimo
2. La riforma protestante
3. Trento e l'esegesi postridentina

VI. Razionalismo, Illuminismo e critica storica
1. Il razionalismo del XVII secolo
2. Bibbia e Illuminismo nel XVIII secolo
3. Il XIX secolo e la critica storica

VII. Dall'analisi dei generi al problema ermeneutico

VIII. Orientamenti bibliografici

Capitolo XI
Il problema ermeneutico e le scienze umane

I. Ermeneutica esistenziale
1. I precedenti filosofici
2. L'interpretazione esistenziale di R. Bultmann
3. La «nuova ermeneutica»

II. Ermeneutica storico-politica
1. Recupero della storia e dimensione politica
2. Bibbia e sociologia
a) I precursori
b) Il metodo sociologico
c) L' «esegesi sociologica» in senso stretto
d) L'esegesi socio-storica
e) Note critiche
3. Ermeneutica biblica nella teologia della liberazione
a) Caratteristiche generali
b) Gli autori
c) Riflessione critica

III. Ermeneutica e scienze umane
1. L'analisi strutturale o semiotica
2. P. Ricoeur: interpretazione dei simboli e mondo del testo
3. Psicanalisi e interpretazione dei testi biblici
4. Altre letture e metodi interpretativi
a) L'analisi stilistica
b) nL'analisi retorica
c) La lettura femminista della Bibbia

IV. Orientamenti bibliografici

Capitolo XII
L'ermeneutica cattolica della Bibbia

I. Orientamenti recenti del magistero della chiesa
1. Antecedenti del concilio Vaticano n
2. L'elaborazione della costituzione Dei Verbum

II. Ermeneutica della Bibbia: parola di Dio in linguaggio umano
1. Il punto di partenza: l'indole umano-divina della Scrittura
2. Il principio ermeneutico dell'intenzione dell'autore
3. Generi letterari e altri metodi
a) I generi letterari
b) I metodi storico-critici
c) Il contributo delle scienze umane
4. Un metodo di lavoro

III. Ermeneutica della Bibbia: la lettura «nello Spirito»
1. Il testo conciliare e i suoi precedenti
a) Un lungo cammino
b) Il testo definitivo
c) Il principio della lettura «nello Spirito»
3. Significato del principio,
1. Lo Spirito nel quale fu scritta
a) Prime osservazioni di Mons. Edelby
b) La Scrittura e la chiesa
c) Conseguenze ermeneutiche
4. Significato del principio,

II. Lo Spirito nel quale dev'essere letta e interpretata
5. Contenuto e unità di tutta la Scrittura
a) Contesto religioso e culturale dei libri biblici
b) Contenuto e unità della Bibbia nella riflessione patristica
c) Leggere la Scrittura nell'unica storia della salvezza
d) La prospettiva canonica
e) L'insieme letterario
6. La tradizione viva di tutta la chiesa
a) La tradizione e lo Spirito
b) Tradizione e Spirito secondo i Padri della chiesa
c) La tradizione come epiclesi della storia della salvezza
d) Tradizione e riflessione ermeneutica attuale
7. L'analogia della fede
a) Origine e significato di una formula
b) Il senso del mistero
c) L' «orizzonte» ermeneutico
8. Bibbia e magistero della chiesa
a) Scrittura, tradizione e magistero nel contesto della chiesa
b) La Sacra Scrittura affidata alla chiesa
c) Il ministero magisteriale
d) Modi diversi d'interpretare autenticamente la Scrittura
e) Il servizio dell'interprete e il magistero

IV. Ermeneutica biblica: attualizzazione della Scrittura
1. La problematica del senso cristiano dell' Antico Testamento
a) La lettura dell' Antico Testamento nella chiesa
b) La teoria dei sensi biblici
2. L'attualizzazione della Scrittura
a) Punto di partenza: la costituzione Dei Verbum
b) Riflessione ermeneutica

V. Questioni aperte

VI. Orientamenti bibliografici

Capitolo XIII
Metodologia biblica esegetica

I. Il testo
1. Testo e lettura del testo
a) Il testo, struttura e storia
b) Lettura sincronica, diacronica e attualizzante
2. Lettura del testo e metodologia esegetica

II. La fase preparatoria del testo
1. Fissazione del testo. La critica testuale
2. Strutturazione di superficie
a) Delimitazione di una pericope
b) Attenzione al contesto
c) Articolazione del testo
d) Lettura riflessiva
3. Traduzione e uso di traduzioni
a) La difficoltà di tradurre
b) Traduzione per equivalenza formale
c) Traduzione per equivalenza dinamica

III. La lettura sincronica del testo
1. Analisi morfologico-sintattica
a) Studio lessicale
b) Forme e funzioni
2. Analisi stilistica
3. Analisi semantica e semiotica
a) Analisi semantica del lessico
b) Analisi semantica di un testo
c) Analisi semiotica di un testo

IV. La lettura diacronica del testo
1. Critica letteraria
a) Finalità
b) Procedimenti
2. Analisi dei generi
a) Forme e generi letterari
b) Determinazione dei generi e delle forme letterarie
c) La situazione vitale
3. Analisi delle tradizioni
a) Trasmissione delle tradizioni
b) Tradizioni nell'Antico e nel Nuovo Testamento
c) Applicazione del metodo
4. Analisi della composizione
a) Redazione e redattori
b) Il metodo
c) Applicazione del metodo
5. Altri metodi complementari
V. L'interpretazione storica
1. La questione della storicità
2. Lettura storica dell'Antico Testamento
3. Lettura storica del Nuovo Testamento

VI. La lettura ermeneutica
1. Attualità e attualizzazione
2. L'interpretazione attuale della Scrittura
a) Comprensione del contenuto del testo
b) Comunicazione di quanto compreso
3. Attualizzazione del testo biblico
a) Dialogo con il testo
b) L'attenzione al testo
c) Il lettore e il suo pre-testo
d) Il contesto della lettura
e) Luoghi e metodi

VII. Strumenti per l'esegesi
1. Bibliografia sugli strumenti
2. Fonti bibliografiche
3. Edizioni della Bibbia
4. Lessici
5. Sinossi dei vangeli
6. Grammatiche
7. Concordanze
8. Dizionari ed enciclopedie
9. Apocrifi
10. Altri sussidi

Capitolo XIV
La Bibbia nella vita della chiesa

I. Bibbia e liturgia
1. La proclamazione della parola
2. Omelia e interpretazione della Scrittura
II. Sacra Scrittura e teologia
1. Note storiche
a) Il modello ermeneutico biblico e patristico
b) Il modello ermeneutico dogmatico e la frattura tra Bibbia e teologia
2. La Scrittura, anima della teologia secondo il Vaticano II
a) Antecedenti della costituzione Dei Verbum
b) La costituzione Dei Verbum
3. Un modello ermeneutico integratore

III. Bibbia e ministero della parola
1. La predicazione
2. La catechesi

IV. La lettura della Bibbia
1. La lettura della Bibbia nella chiesa
a) Una pratica raccomandata
b) Tempo di limitazioni
c) Un libro di nuovo aperto a tutti
2. La lettura della Bibbia in comunità e nei gruppi
a) Vantaggi, difficoltà e tipi di lettura comunitaria
b) Fattori da tenere in considerazione
c) La lettura integrista della Bibbia
d) Corsi e gruppi biblici popolari
3. La lettura spirituale della Bibbia
a) Quadro generale
b) La lettura spirituale della Bibbia
c) La lectio divina

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