ARTICOLI DI TUTTO IL NEGOZIO

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ARTICOLI DI TUTTO IL NEGOZIO (249)

ARMENIA MISTERIOSA - Masis, la madre degli armeni


RETROCOPERTINA

Che cosa ne sapete, voi, di noi. Voi che vivete nelle vostre calde e accoglienti case! Voi, che i vostri figli hanno ogni sorta di cibo e di gioco. Voi, a cui gli abiti costosi non mancano mai. Non sapete il freddo che noi patiamo. Né capite il caldo, la sete e la fame. Si, la fame, quella vera, dove mangi l'erba, la sabbia, gli escrementi delle bestie, e dopo..., dopo...,mangi anche i fuoi figlioli morti.
A piccoli pezzi, crudi, con i crampi che ti corrodono le viscere, e le lacrime amare che ti scorrono a fiumi. Di ciò che pronammo, vedendo le nostre povere e misere madri violate, fustigate, bruciate vive, crocifisse, sventrate, annegate, fatte a pezzi con le asce, sgozzate con le sciabole, amputate delle loro callose e ruvide mani, gettate come spazzatura sulle letamaie curde, accecate con le lame incandescenti, seppellite ancor in vita nelle sabbie roventi dell'Anatolia!
Voi...! Non avete udito il nostro umile e silente lamento di figli di Masis. Cosa sapete, di ciò che le madri provarono nel vedere amputare le mani a migliaia di piccoli inermi, o nel vederli cospargere di petrolio ed ardere vivi come torce! Implorammo un Dio che non ci udì! Pregammo Nazioni che non si voltarono. Sperammo sin in ultimo che il tiepido vento della Grande Madre ci proteggesse! Ora… tutto è compiuto. Non vi è più alcun pianto, tra i massi dell’Ararat. Non vi è più il doce belare di agnelli, su Masis. Non strodon più le antiche mole di Gregord! Solo un profondo lontano vagito, che tra le rovine dei villaggi abbandonati, ti implora: Ricordaci. “Ricordati di chi e come eravamo, umili figli dell’Ararat! Lascia in eterno su Masis le antiche pietre dei nostri bei villaggi. Conserva nella sua Sacra terra le nostre cadide ossa. Affinchè esse testimonino in eterno al mondo la nostra memoria”.

PRESENTAZIONE

Azad Vartanian.
Un nome che rappresenta le due realtà di una stessa medaglia. Azad, la "libertà" ed il nome del Santo che seppe difenderla.
Il Monte Ararat con le sue doppie vette rappresenta similmente la stessa realtà: l'eterna voglia di libertà e al contempo l'eterna minaccia del ghiaccio che scende pian piano verso la valle, condannato dal sole ardente a sciogliersi in mezzo a polvere e fango.
La storia di una montagna che comincia con gli arbori dell'umanità, della vita animale sopravissuta; scampata al diluvio universale.
La montagna è là. Guarda e aspetta il ritorno di quella umanità, della vita alle sue pendici. E c'era una volta vita ed energia su quei declivi. Per un periodo, un disastro naturale li spopolò: il terribile terremoto del 1800.
Più tardi, di nuovo, la Montagna sacra tornò ad essere un deserto. Era il 1915, quando un popolo volle annullare un altro popolo. I monti Ararat ebbero la triste sorte di essere i testimoni atterriti di quei genocidi e massacri. Noè aveva immolato animali sacri al Dio creatore, per ringraziarlo di aver salvato il resto dell'umanità.
Nel 1915 un popolo immolava un altro popolo, ma per quale motivo?
Il lavoro di Azad si definisce nella lettura biblica: andare a cercare l'Arca di Noè, andare a cercare l'origine di tutta l'umanità senza distinzione di razza, fede, politica. È un'inchiesta sulle origini.
E l'ascesa all'Ararat - alle sue rocce e ai suoi ghiacciai - è allo stesso tempo un desiderio di conoscenza e di liberazione. Ripercorrere i secoli, il vissuto e la tragedia, l'affiizione di un popolo, pietrificata nelle rupi e nelle pareti della Montagna, nei sassi che le ingiustizie della Storia hanno mutato in lacrime, in ferite aperte, ma che solo la verità potrà contribuire a cicatrizzare. Il tragitto dell' autore diventa assieme esplorazione del luogo e della vita, un lungo parallelo che accosta la geografia, il sensibile, il fisico, alla storia. Come il corpo con l'anima. Vartanian ha saputo leggere l'anima, il pneuma, il respiro lacerato e violato, celato dietro i baratri impregnati di dolore.
Ma a cosa serve tutto questo per gli uormru di oggi? Dopo quasi cent'anni, riusciranno a vedere la propria immagine oppure continueranno ad immolare i propri simili sugli altari della discordia e dell'odio? O saranno ancora una volta incapaci di fermare la scia dei "lamenti novecenteschi", di cui le fosse comuni dell' Ararat rimangono plastiche testimonianze, silenziosi e tragici monumenti alle generazioni scomparse e a quelle mai nate, a quei "sangui" di Abele che non vedranno mai la luce?
Sono domande che lascio ai lettori.
L'impresa di Azad Vartanian apre uno spiraglio verso un presente ed un futuro più umano. Il legno che salvò l'uomo nel Diluvio universale, è il simbolo del Legno che redense l'uomo sul calvario. Ritornare alle origini è ritornare alla fonte della salvezza.

SOMMARIO

11 Introduzione
17 Una montagna unica
18 La regione dell' Ararat
20 L'ambiente circostante Masis
22 Le risorse naturali
25
La fauna della regione

28 La grande gola di Ahora
37 La zona glaciale
39 Carahunge "I sassi bucati" di Masis
41 Gli Hurriti e gli Urartei abitano Masis
45 I luoghi proibiti di Masis
47 Kereblag
48 Ardzap-Icog
50 Kazana
53 Ortulu
53 Ishak Pasha
56 Cevirmè
59 Ely
62 Madre di vita o madre di morte?
62 Gregord lo splendore di Masis
69 Una regione da sempre movimentata
70 I grandi massacri insanguinano Masis Il sultano Rosso
72 I giovani turchi: traditori di Masis
78 Il sangue di Masis: il genocidio dei suoi figli
83 Le colpe della Germania
87 Sull' Ararat continuano i massacri: le fosse comuni del piccolo Ararat
94 Un incontro indimenticabile
96 I Kurdi dell' Ararat
101 I bambini di Masis
103 La via normale alla cima
106 E l'Arca di Noè?
122 Note Finali
123 Ringraziamenti

125 Masis - Poesia di Azad Vartanian

127 Principali fonti di ricerca consultate

NOTE FINALI

Nel cercare di rendere fluida e concreta la grande mole di materiale raccolta negli anni, potrei avere omesso dei particolari storici importanti. Certamente ho dovuto evitare alcuni nomi di amici, alcuni curdi di origini armene, che nel corso degli anni mi hanno aiutato nella ricerca storica della verità, soprattutto in zone ad "alto rischio". La catalogazione dei villaggi armeni situati sulle pendici di Masis, e di ciò che resta di essi, è a buon punto, ed il libro ne espone una discreta rassegna, anche fotografica. Alcuni villaggi secondari, o praticamente scomparsi con il tempo, non sono qui elencati, anche a motivo del fatto che non è più possibile risalirne ai nomi.
Inoltre, molti luoghi dell' Ararat, in cui tutto era armeno, ed in cui vi sono innumerevoli resti ancora oggi, sono situati in zone irraggiungibili. La scoperta e la mappa tura delle fosse comuni ed i luoghi delle stragi hanno richiesto notevoli rischi, essendo molti luoghi situati in zone sotto la sorveglianza militare, o abitati da membri del PKK curdo! Questi sono alcuni dei motivi che per molti anni i cosiddetti "luoghi proibiti" dell' Ararat non erano stati documentati.
Il materiale fotografico ha lo scopo di rendere minimamente credibile che i luoghi degli eccidi, qui per la prima volta ben visibili e documentati dai resti umani e dalle costruzioni armene, sono effettivamente situati sulla montagna sacra agli armeni. L'archivio fotografico è molto ben fornito, ma non tutte le testimonianze potevano essere riprodotte in questo lavoro. Alcuni luoghi riprodotti in fotografie, soprattutto per ciò che concerne fosse comuni armene, sono già stati cancellati con l'ausilio di mezzi militari, ma ciò non toglie che essi siano stati ben mappati e documentati prima che ciò avvenisse! Altri luoghi sono in zone impervie e sconosciute alle autorità turche, e conservano ancora molto bene i segni degli eccidio Va aggiunto che molti luoghi "cancellati" dai mezzi militari, hanno riportato alla luce dopo anni i resti umani.
Questo è accaduto a causa di vari fattori, come le piogge abbondanti, le nevicate, e il lavoro di scavo degli animali selvatici. Si può dire che il premio, se così possiamo chiamarlo, di tanta ricerca, è stato il seguente: scoprire le prove e le testimonianze locali che il monte Ararat, il quale aveva dato simbolicamente 1'esistenza al popolo armeno nell'antichità, con il genocidio degli armeni del 1915-16, era anche divenuto la tomba di questa straordinaria civiltà cristiana antica, perlomeno in tali luoghi Sacri! Il tributo di morte, pagato dai circa duecentomila armeni della zona dell'Ararat, implora oggi, a noi tutti, un "riscatto" morale, anche se tardivo!
Questo lavoro, intende anche, in conclusione, fornire delle schiaccianti prove aggiuntive sulle stragi degli armeni, avvenute in luoghi inaccessibili e resi pericolosi da molti decenni a questa parte, a causa delle guerre intestine tra curdi e turchi, dalla mili tarizzazione della montagna, e dai sequestri da parte dei militanti del PKK curdo. Era il minimo che potessi fare per dare voce a migliaia di voci innocenti, che mi imploravano da luoghi impervi e da molto tempo! Per fare conoscere le loro storie anche atroci, e perché quelle migliaia di donne, vecchi e soprattutto bambini avessero in tale modo una seppur tardiva memoria e "sepoltura", anche se soltanto simbolica.
Perché mai più si possa ripetere ciò che accadde su Masis e nella Grande Armenia. Perché si possa tutti insieme operare, un giorno, turchi, armeni ed ogni popolo civile, affinché ove si accenda anche un solo focolaio di odio razziale o religioso, il fronte unito dei popoli soffi e spenga l'incendio al suo inizio! Possa il supremo Giudice ricordarsi di tali misere anime perite tra indicibili sofferenze, e dare ancor oggi memoria al mondo di ciò che accadde sul Grande Masis degli armeni! Ed ora, al termine di questa fatica che racchiude molti anni di ricerca, vorrei lasciarti, caro lettore con un monito: se nella tua vita avrai la fortuna di andare a vedere il Grande Ararat, mentre lo osserverai dalla pianura in tutta la sua imponenza, forse nelle tinte rosee di un tramonto, ricordati di chi lo abitò, e rifletti sui fiumi di sangue innocente che ne tinse i suoi fianchi in un tempo non lontano!

ECCO COME IN MODO GRANDIOSO, YeHoWaH
ANNULLERÀ TUTTA QUESTA SOFFERENZA!


Questo è uno dei tanti risultati del dominio umano governato da una creatura sovrumana perfida di nome Satana.
Ma con la sua grandemente varia sapienza, YeHoWaH annullerà tutto il male e le sofferenze che hanno patito questa e altre persone. Come: Mediante il suo Regno di 1000 anni! Il candidato premier di questo Governo, Gesù Cristo, riscusciterà tutte queste persone alle quali verrà data la possibilita, se ubbidiranno alle nuove disposisioni allora emanate da questo Governo, di poter vivere per sempre assieme ai sopravvissuti ad Harmaghedon. (Questo è il programma di governo di mille anni)

L'Editore di AZZURRA7 EDITRICE

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ARARAT SULLE TRACCE DELL'ARCA DI NOÈ - Uomini alla ricerca della più straordinaria scoperta della storia umana


PREMESSA

Tito tiso antoniaSi legge d'un fiato, come una favola bella e intrigante, questo libro che racconta le vicende di un gruppo di avventurosi sognatori alla ricerca di un mito.
Pazientemente e testardamente, essi cercano di rendere plausibile e tangibile una delle tradizioni fondanti della cultura occidentale, vogliono cioè verificare e "toccare con mano" la storia del diluvio universale, e della salvezza del genere umano ottenuta grazie alla costruzione della famosa arca di legno, dove si rifugiò Noè il patriarca con la sua famiglia, e salirono a coppie tutti gli animali del mondo.
Questi coraggiosi sono gli esploratori dell' Ararat. L'arca sarebbe approdata, dopo i lunghissimi giorni in cui navigava a caso, sballottata dalle acque che avevano ricoperto il mondo, sulla cima di questo mitico massiccio vulcanico, che è la montagna sacra degli armeni, la cima più alta di quel Caucaso dove molti studiosi pongono anche la località originaria del giardino dell'Eden.
Ma molti ostacoli si sono frapposti alloro cammino, e questo libro li racconta, con tutto l'ardente entusiasmo che deriva dalla forza di una testimonianza diretta, perché Tito De Luca, Roberto Tiso e i loro compagni hanno davvero più e più volte affrontato la grande montagna ed esplorato - in paziente ricerca - i suoi crepacci, i suoi ghiacciai, i suoi pianori, nella speranza di svelarne i segreti; e poi hanno stretto amicizie con i pastori curdi che conducono sulla montagna una vita durissima e ancora ricordano gli armeni scomparsi, travolti dalla catastrofe del 1915, e hanno setacciato il terreno - ma anche le biblioteche - alla ricerca di esili tracce.
Negli anni, hanno ricostruito meticolosamente questo antichissimo puzzle, e ora ce lo raccontano con disarmante semplicità. Il testo di Tito De Luca appare così al lettore non solo come il fresco resoconto di un viaggio appassionato alla ricerca dell'arca e delle prove materiali e storiche della narrazione contenuta nella Bibbia, ma anche come un sofferto itinerario iniziatico alla ricerca della verità e della voce di Dio che parla attraverso la solitudine e gli alti silenzi della montagna: sicché il faticoso percorso diventa un inno alla divinità che li abita, col cuore pieno di stupore e di riconoscenza.

Da sinistra: Tiso, Antonia Arslan e Tito De Luca.

PREFAZIONE

Come dimostrare all'intera umanità che gli eventi descritti dalla Bibbia sono realmen­te accaduti? Come dimostrare che Dio esi­ste veramente, un Dio che ci vuole veramente bene più di quanto possiamo immaginare, mandando Suo Figlio sulla terra per informar­ci, riscattarci, invitando ci alla vera Vita? Sta scrit­to che il "nostro Salvatore, Dio, vuole che ogni sorta di uomini siano salvati e vengano all'ac­curata conoscenza della verità." (1 Timoteo 2:3) Bene, con queste cose in mente, cominciai a pensare come potevo dimostrare tutto questo in modo concreto, diciamo scientifico. Purtroppo la Bibbia nel sapere collettivo, è considerata un libro obsoleto, leggendario, solo come una serie di racconti storici.
Invece no, non è asso­lutamente così, poiché più la ricerca avanza, più ci si rende conto che la Bibbia è veritiera in ogni sua parte. Posso comprendere Darwin, se cominciò a metterla in discussione ai suoi tempi con quanto gli veniva insegnato, quanto vede­va e sapeva. Ma oggi con tutte le informazio­ni acquisite grazie alla scienza stessa, è nostro dovere rimettere in discussione molte cose. Il più grande evento descritto dalla Bibbia, sen­z'altro è il Diluvio di Noè. Anche gli scienziati riconoscono che in un momento ben preci­so della storia vi è stato un cataclisma. Ma quan­do e come? Mi chiesi: ma se il Diluvio è real­mente esistito, ciò significa che i resti dell' arca di Noè si dovrebbero ritrovare sul monte indi­cato dalla Bibbia cioè: l'Ararat.
Mi dissi: mostrare al mondo una prova concre­ta come questa, eliminerebbe una buona parte di ateismo, agnosticismo o quantomeno scetti­cismo. Darebbe una svolta a molte nostre con­vinzioni scientifiche e la Bibbia prenderebbe maggior credibilità.
Perciò mi diedi da fare ed ebbi modo di co­noscere l'ing. Angelo Palego, un instancabile predicatore e ricercatore. Condivisi con lui molti studi, mi approfondii sull'argomento "Arca ­Diluvio", e partecipai a varie spedizioni. Ange­lo scrisse due libri e fece ben 18 spedizioni sul­1'Ararat. Essendo io di Padova, mi diede modo di conoscere un suo amico e collaboratore, Tito De Luca di Belluno, un abile alpinista e buon conoscitore della montagna sotto i suoi vari aspetti, ma soprattutto un cristiano con una buona conoscenza biblica. Con Tito trovai un compagno, o meglio un fratello che oltre a por­tare avanti assieme un argomento spirituale, insegnò a me semplice escursionista, molte tec­niche alpinistiche. Con l'imponente montagna del Grande Ararat alta 5165 metri sono indi­spensabili entrambi i requisiti: spiritualità e alpi­nismo.
Pertanto con Tito, assieme al sostanziale aiuto di Angelo e altri collaboratori, avemmo modo di continuare molti studi gia fatti e di sviluppar­ne degli altri, scoprendo particolari molto importanti. Determinanti sono state le spedizio­ni che facemmo assieme sull' Ararat per capire meglio la morfologia della montagna e del ghiacciaio e avallare molte nostre tesi. Speriamo che con questo nostro modesto lavoro, di aiutare molte persone ad avvicinarsi alla Verità biblica, ma soprattutto invitare gli uomini di scienza a prendere in esame tutto ciò che gli viene presentato in questo libro. Que­sto naturalmente è un libro che si aggiunge a molti altri, per quanto concerne avvistamenti, testimonianze e prove sull' Arca e il Diluvio. Con una differenza, che noi stiamo presentando non solo racconti, ma prove concrete documentate e fotografate, le stesse che presentò il dotto Fer­nand Navarra prima di noi. Qui si tratta di travi di legno a oltre 4000 metri, di un legno che la sua provenienza è a centinaia di chilometri dal­l'Ararat! La geologia, la paleontologia, l'archeo­logia ecc, hanno il dovere di esaminare quanto gli è stato e gli stiamo presentando.
A differenza della superstizione la scienza è un tipo di sapere ottenuto tramite l'osservazione attenta delle cose e degli eventi. Per spiegare i fenomeni gli scien­ziati cercano connessioni logiche tra fatti osservati, e spesso queste connessioni portano a regole generali di causa ed effetto. Una caratteristica più importante della scienza, è che le sue conclusioni sono basate sull' evi­denza.
Ecco quanto sopra, è come si definisce la scien­za. Bene, noi con un metodo prettamente gali­leiano portiamo sul banco di lavoro delle travi di legno assieme a prove dimostrabili che un grande evento è accaduto non milioni, bensì poche migliaia di anni fa. Venga preso in esame con "osservazione attenta" perché le "nostre conclusioni sono basate sull'evidenza".


Vedi video spedizione di Claudio Scranz del 2 Dicembre 2002

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INDICE

17 Gli Armeni: antichi abitanti dell'Ararat
20 Le ricerche del francese Navarra
2I La spedizione dello Zar Nicola II del 1916
24 Gli avvistamenti dei pastori armeni
29 L'esplosione di Ahora del 1840
3I L'avvistamento di un militare americano
32 Altri avvistamenti dei resti dell'Arca
35 Le analisi del legno
39 L'avvistamento di Behling
43 Angelo Palego
46 I pericoli dell' Ararat
52 La nuova trave
55 Studi e calcoli sulla provenienza delle travi
64 Il Plateau dell'Heyelani è un cratere?
66 Avvistamenti in corrispondenza a terremoti
70 Esperienze personali
83 Studio dell' ebraico antico sull' Ararat
87 Prove dimostranti un diluvio planetario
99 Poesie
105 Ringraziamenti

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ANTICHITÀ GIUDAICHE - Giuseppe Flavio - Vol. I e II

moraldi

L'Autore LUIGI MORALDI (1915-2001), professore emerito di Lingue semitiche all'Università degli Studi di Pavia, considerato uno dei più importanti studiosi del Cristianesimo antico, è stato autore di contributi fondamentali sullo gnosticismo e sugli Apocrifi del Nuovo Testamento, nonché esegeta tra i più autorevoli dei manoscritti di Qumran. Ha curato numerosi volumi dei Classici delle Religioni editi da Utet.


GIUSEPPE FLAVIO

La prima edizione integrale 
in italiano delle Antichità Giudaiche
con 1'essenziale commento scientifico 
di Luigi Moraldi 


«Il migliore scrittore
che mai abbiano avuto gli ebrei,
il solo stimato dai romani e dai greci»
Voltaire, Dizionario filosofico

«Giuseppe Flavia è, per alcuni versi,
un nostro contemporaneo»
Luciano Canfora

Molte sono le motivazioni che possono spingere uno studioso a scrivere di storia. Tra queste, le ragioni, profondamente radicate, che mossero l'autore delle Antichità Giudaiche furono il bisogno di ordinare in uno scritto eventi ai quali egli prese personalmente parte e il fascino della grandezza di utili imprese rimaste neglette», Imprese ed eventi del passato da mettere in luce «a beneficio di tutti». Nato a Gerusalemme nel 37 d.C., Tito Flavio Giuseppe era figlio di una nobile famiglia di sacerdoti e ricevette un'educazione raffinata, che gli permise di assumere, negli anni della guerra giudaica, l'importante carica di governatore militare di Galilea. Dopo essere sopravvissuto, unico fra i ribelli, all'assedio della fortezza di Jotapata (nei pressi di Nazaret), fu condotto a Roma, dove divenne l'intellettuale di punta alla corte dell'imperatore Vespasiano guadagnandosi così, tra i contemporanei ebrei, la fama di traditore e apostata. Nelle Antichità Giudaiche, suo capolavoro e scritto più ambizioso, Giuseppe si cimenta nell'enorme impresa di presentare alla sua nuova patria romana le antiche vicende del suo popolo e della sua terra d'origine, a partire dalla creazione del mondo, per arrivare fino all'età della casata Giulio-Claudia e alle guerre combattute durante il regno di Nerone.

Gli ultimi dieci dei venti libri di cui è composta l'opera costituiscono una fonte irrinunciabile per far luce sugli eventi dell'antico Israele nelle età ellenistica e romana, che in molti casi Giuseppe è il solo storico a narrarci. Dalle eroiche vicende militari legate alla rivolta dei Maccabei. passando attraverso gli intrighi della dinastia di Erode, fino ad arrivare agli anni di tensione politica e di fermento religioso in cui vissero e predicarono Giovanni Battista e Gesù Cristo, le Antichità Giudaiche raccontano luoghi ed epoche che furono teatro di svolte epocali per la storia del mondo antico.

1 VOLUME (Presenrazione)

I primi dieci libri dei venti di cui è composta l'opera corrono paralleli alla narrazione biblica del Pentateuco e dei Libri Storici, e costituiscono un'irrinunciabile raccolta di materiale di confronto per lo studio della storia del canone vetero-testamentario. Dalla creazione del mondo secondo la Genesi fino alla cattività babilonese e alle profezie di Daniele a Babilonia, Giuseppe ripercorre il momento in cui il mito delle origini del mondo si fonde con la realtà storica dell'antico Israele.

2 VOLUME (Presenrazione)

Gli ultimi dieci dei venti libri di cui è composta l'opera costituiscono una fonte irrinunciabile per far luce sugli eventi dell'antico Israele nelle età ellenistica e romana, che in molti casi Giuseppe è il solo storico a narrarci. Dalle eroiche vicende militari legate alla rivolta dei Maccabei. passando attraverso gli intrighi della dinastia di Erode, fino ad arrivare agli anni di tensione politica e di fermento religioso in cui vissero e predicarono Giovanni Battista e Gesù Cristo, le Antichità Giudaiche raccontano luoghi ed epoche che furono teatro di svolte epocali per la storia del mondo antico.

Lato A - Copertina Vol. I

GIUSEPPE FLAVIO
ANTICHITÀ
GIUDAICHE
a cura di Luigi Moraldi

"Vedendoli così stranamente impazziti, Dio pensò di non doverli distruggere, visto che dall'eccidio dei primi non avevano ancora imparato a fare senno. Gettò in loro la discordia delle lingue, facendoli parlare lingue diverse, e tale varietà li rese l'un l'altro ìnìntellegìbìlì. Il luogo ove fabbricarono la torre adesso si chiama Babilonia per la confusione sorta nella parlata primitiva allora comprensibile a tutti; gli Ebrei infatti chiamano "babel" la confusione". (pag. 67)

volume primo

Lato A - Copertina Vol. II

GIUSEPPE FLAVIO
ANTICHITÀ
GIUDAICHE
a cura di Luigi Moraldi

"In quel tempo visse Gesù, uomo saggio, se pure uno lo può chiamare uomo; poiché egli compì opere sorprendenti, e fu maestro di persone che accoglievano con piacere la verità. Egli conquistò molti Giudei e molti Greci. Egli era il Cristo. Quando Pilato udì che dai principali nostri uomini era accusato, lo condannò alla croce. Coloro che fin da principio lo avevano amato non cessarono di aderire a lui. Nel terzo giorno, apparve loro nuovamente vivo: perché i profeti di Dio avevano profetato queste e innumeri altre cose meravigliose su di lui. E fino ad oggi non è venuta meno la tribù di coloro che da lui sono detti Cristiani". (pag. 1116 - 1117)

volume secondo

Dal Vol. II - Morte di Giacomo fratello carnale di Gesù Cristo (pag. 1246 - 1247)

Dinastia da Anano, martirio di Giacomo fratello di Gesù

IX, Venuto a conoscenza della morte di Festo, Cesare inviò Albino80 come procuratore della Giudea. Il re poi allontanò Giuseppe dal sommo sacerdozio e gli diede come successore nell'ufficio il flglio di Anano, il quala di chiamava anch'egli Anano | Del vecchio Anano81 si dice che fu estremamente felice; poiché ebbe cinque figli e tutti, dopo di lui, godettero di quell’ufficio per un lungo periodo, divenendo sommi sacerdoti di Dio; un fatto che non accadde mai ad alcuno dei nostri sommi sacerdoti. | Il più giovane Anano che, come abbiamo detto, designato al sommo sacerdozio, era una persona di indole franca e oltremodo adirata. Seguiva la scuola dei Sadducei, che, in verità, quando sedevano in giudizio erano più insensibili degli altri Giudei, come già82 accennato.

Con il carattere che aveva, Anano pensò di avere un’occasione favorevole alla morte di Festo mentre Albino era ancora in viaggi: così convocò i giudei del Sinedrio e introdusse davanti a loro un uomo di nome Giacomo83, fratello di Gesù, che era soprannominato Cristo, e serti altri, con l’accusa di avere trasgredito la legge, e li consegnò perché fossero lapidati. | Ma le persone più equanimi della città, considerate le più strette osservanti della legge si sentirono offese da questo fatto. Perciò inviarono segretamente (legati) dal re Agrippa supplicandolo di scrivere una lettera ad Anano che il suo primo passo non era corretto, e ordinando gli di desistere da ogni ulteriore azione.

Alcuni di loro andarono a incontrare Albino che era in cammino per Alessandria informandolo che Anano non aveva alcuna autorità a convocare il Sinedrio senza il suo assenso. | Convinto da queste parole, Albino inviò una lettera sdegnata ad Anano minacciandolo che ne avrebbe portato la pena dovuta. E il re Agrippa , a motivo delle sua azione depose Anano dal sommo pontificato che aveva da tre mesi, sostituendolo con Gesù figlio di Damneo.

 

83. Giacomo ... e certi altri: si tratta dei primi membri dell’incipiente comunità giudeo-cristiana; non vi sono dubbi sull’autenticità del testo: è il più antico inquadramento storico del martirio di Giacomo, spiega l’assenza del legato, e il suo sdegno per il grave atto compiuto: cfr. Atti 12:17; 15:13; 21:18; non solo, ma illumina la brevità delle parole di Luca, autore degli Atti degli Apostoli. Su Giacomo vedi anche L. MORALDI, Apocalissi gnostiche cit. pp. 34-61

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ANDATE … E PREDICATE - Riflessioni bibliche sul ministerio rivolte ad ogni credente

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L'Autore
LEADERSHIP MINISTRIES WORLDWIDE

 

RETROCOPERTINA:

"Andate... e predicate" è il risultato di un imponente lavoro di diversi pastori e ministri dell'Evangelo che servono il Signore in altre parti del mondo, sapientemente amalgamati da una regia editoriale interessata a fornire all'opera di Dio in Italia un ulteriore ausilio di studio dei diversi aspetti del servizio cristiano: quello che viene svolto sul pulpito, pubblicamente, e quello che avviene giù dal pulpito, nella vita personale e nelle relazioni con altri. Per ciascuna di queste parti l'insegnamento è sistematico, didascalico, diretto. Per questo non è un libro da leggere d'un fiato, ma è piuttosto una fonte di consultazione al servizio delle periodiche necessità di approfondimento degli aspetti di teologia e di pratica pastorale. Risulterà senz'altro utile a ogni ministro di Dio alla ricerca di un confronto con altri conservi e a quanti desiderino ricevere istruzione dalla Parola per viverla spiritualmente e concretamente, nella gioia di chi è al servizio del Signore dei signori.

PREFAZIONE

Caro conservo,
immagina un professionista o un uomo d'affari nell'ambito del mondo secolare che deve intervenire a una conferenza rivolgendosi a diverse centinaia di suoi colleghi. Nel corso della settimana lavorativa, quanto tempo dedicherà alla preparazione del suo discorso? due ore? cinque ore? dieci ore? Cosa farebbe se dovesse parlare allo stesso gruppo di
persone due o tre volte nel corso della stessa settimana? Quanto tempo sottrarrebbe ai doveri ordinari per preparare i due o tre discorsi diversi? E se invece dovesse fare di più che preparare e fare soltanto due o tre interventi? Cosa accadrebbe se dovesse prendersi cura e ministrare per ognuna delle duecento persone presenti alla conferenza quando ...
~ qualcuno si ammala o viene ricoverato in ospedale;
~ un membro della loro famiglia viene ricoverato in ospedale;
~ sorge un grave problema;
~ occorrono dei consigli;
~ quando si verifica un decesso;
~ quando si sposa un figlio;
~ quando si raduna un 'assemblea.

Inoltre,
~ cosa accadrebbe se il professionista dovesse presiedere la conferenza organizzandone i lavori, i comitati, gli orari, le risorse economiche, il programma e tutti gli altri aspetti che la caratterizzano e possono causare problemi?
~ cosa accadrebbe se il professionista dovesse visitare e raggiungere costantemente nuove persone invitandole a partecipare ed unirsi alla conferenza?
~ cosa accadrebbe se il professionista dovesse essere esaminato costantemente dai suoi colleghi diventando oggetto di critiche e lamentele, e causa di divisioni?
~ Molti professionisti si arrenderebbero, rinuncerebbero al lavoro e darebbero le dimissioni. Tuttavia, nel mondo secolare questo è il compito di ogni responsabile, anche se sembra umanamente impossibile! Per Dio, però, non è impossibile poiché il pastore è un suo ministro, un servo amato, scelto e chiamato per servire il suo prezioso popolo. Dio conosce ogni fremito del suo cuore ...
~ ogni gioia, soddisfazione, dolore, fardello, invocazione, lacrima e preoccupazione;
~ ogni prova e ogni tentazione da affrontare;
~ ogni persona che critica, ostacola e perseguita;
~ ogni dovere e istanza da evadere;
~ ogni sermone da preparare e annunciare con premura;
~ ogni fardello sopportato per la congregazione e i perduti del mondo;
~ ogni momento di delusione e scoraggiamento.

Dio sa tutto: conosce ogni necessità meglio di chiunque altro, e soprattutto desidera supplire ad esse garantendo ciò di cui si ha bisogno, in modo perfetto e completo attraverso la pienezza della sua presenza e provvidenza.

L'argomento principale della pubblicazione è:
~ la Parola di Dio per il ministro;
~ cosa Dio ha da dire al ministro.

Il libro include la maggior parte (o tutti) i versetti biblici che si rivolgono direttamente al ministro, raggruppati in conformità agli argomenti trattati. La nostra preghiera quotidiana è che leggendo queste pagine udiate la voce di Dio attraverso la sua Parola. Essa annuncia il messaggio di cui avete bisogno nel momento opportuno:
~ Scoraggiamento dinanzi a Dio - Conforto.
~ Nuova consacrazione - Incoraggiamento.
~ Chiamata rinnovata - Pace.
~ Nuovi stimoli e visione - Forza.
~ Proposito e significato - Potenza.
~ Amore e comprensione - Certezza.
~ Correzione e istruzione - Sicurezza.
~ Restaurazione: ravvedimento - Vittoria e perdono.

Possa il nostro meraviglioso Signore benedirvi abbondantemente attraverso l'opera "Andate ... e predicate", sia nella vita privata quanto nel ministerio per Cristo. Possa il Signore usare questo libro per comunicarvi il messaggio di cui avete bisogno nel corso del servizio quotidiano che gli rendete! Consultatela spesso e il Signore supplirà a ogni vostra necessità usandovi oltre ogni aspettativa!

Un saluto cristiano,
Leadership Ministries Worldwide
e la Casa Editrice Hilkia

INDICE

Prefazione all'edizione italiana
Prefazione

PRIMA PARTE

1. IL MINISTERO
1. Scelti direttamente da Dio.
2. Scelti da Gesù Cristo.
3. Scelti dallo Spirito Santo di Dio.
4. Considerati fedeli e affidabili da Cristo.
5. Chiamati a essere ministri mediante il dono della grazia di Dio.
6. Chiamati a essere amministratori, servitori di Dio
7. Chiamati a essere ambasciatori di Cristo.

2. L'OBBIETTIVO DEL MINISTRO
1. Conoscere Dio.
2. Conoscere personalmente Cristo e la potenza della sua risurrezione.
3. Dimenticare il passato e proseguire il corso per ottenere il premio.
4. Porsi questo grande obbiettivo e perseguir/o.
5. Impegnarsi in una cosa in particolare, ossia nella coerenza per non dare motivo di scandalo in cosa alcuna. Dimostrare inoltre, di essere un vero ministro di Dio che rimane fedele in ogni esperienza della vita, in ogni prova e in ogni tentazione.
6. Ubbidire all'ordine supremo di Dio: essere fedeli.
7. Essere così fedele da abbandonarsi e consacrarsi completamente a Cristo.
8. Essere fedele sino alla fine della vita.

3. IL PROPOSITO DEL MINISTRO.
1. Essere un esempio della verità gloriosa che Dio salva i peccatori; essere un esempio vivente della misericordia di Dio.
2. Ammaestrare tutti i popoli.
3. Presentare ogni uomo perfetto in Cristo Gesù.
4. Essere un testimone del Signore Gesù Cristo. Egli venne sulla terra portando vita esuberante ed eterna; venne per salvare dalla schiavitù del peccato, della morte e dal giudizio futuro. Si è stati chiamati da Cristo per essere testimoni della sua salvezza.

4. LE RISORSE DEL MINISTRO.
1. La grazia e potenza di Cristo.
2. La presenza e potenza dello Spirito Santo.
3. La presenza e potenza di Dio.
4. La certezza assoluta della vittoria.
5. Un dono spirituale.
6. La fede.
7. L'amore di Cristo.
8. La speranza della risurrezione.

5. IL MANDATO E L'OPERA DEL MINISTRO
1. Esortare e guidare le persone ad adorare il Signore.
2. Ministrare e servire come Cristo.
3. Cercare i perduti come fece Cristo (si veda la sezione intitolata: "Essere un testimone di Cristo").
4. Lavorare per Dio immediatamente: le campagne sono mature e la missione è urgente.
5. Predicare la Parola di Dio correggendo, riprendendo ed esortando le persone (si veda il Capitolo 6, Il messaggio, la predicazione e l'insegnamento).
6. Istruire e radicare le persone in Gesù Cristo e nella Parola di Dio.
7. Edificare i credenti.
8. Aver cura dei credenti.
9. Vigilare sui credenti.
10. Guidare i credenti in una religione pura e immacolata.
11. Il. Svolgere l'opera di evangelista (si veda il punto 3: "Cercare i perduti").
12. Gestire con ordine l'amministrazione e organizzazione della Chiesa.
13. I nuclei familiari.
14. Edificare la Chiesa come un architetto savio.

6. IL MESSAGGIO, LA PREDICAZIONE E L'INSEGNAMENTO

A. IL MINISTRO E IL SUO MESSAGGIO
1. Attenersi alla sana dottrina, predicarla e insegnarla.
2. Predicare e insegnare la Parola di Dio, le Sacre Scritture.
3. Proclamare Gesù Cristo e Lui crocifisso.
4. Proclamare che Gesù Cristo fu sepolto e risorse dai morti.
5. Predicare e insegnare il regno di Dio e dei cieli.
6. Non falsificare la Parola di Dio.

B. IL MINISTRO, LA PREDICAZIONE E L'INSEGNAMENTO
1. Assicurarsi di mettere in pratica ciò che si predica e insegna.
2. Predicare il Vangelo con senso di urgenza.
3. Predicare nella potenza dello Spirito di Dio, non mediante le riflessioni e le idee persuasive degli uomini.
4. Predicare e insegnare per compiacere Dio, non gli uomini. Non addolcire il Vangelo o usare parole lusinghiere per assicurarsi approvazione.
5. Non vantarsi di sé stessi; gloriarsi solo della croce. Non cercare popolarità e riconoscimento mondano, né di fare una buona impressione e attirare l'attenzione su sé stessi.
6. Non predicare sé stessi, ma Cristo Gesù il Signore.
7. Essere coerenti e insegnare nel corso di un lungo periodo di tempo.

7. L'IMPEGNO CONTRO IL FALSO INSEGNAMENTO

A. IL MINISTRO E I FALSI MAESTRI
1. Vivere nella sincerità.
2. Credere, confessare e predicare che Gesù Cristo è venuto nella carne.
3. Credere e confessare che Gesù è il Cristo, il Messia, il Figlio di Dio.
4. Non apostatare dalla fede.
5. Guardarsi da quelli che resistono alla verità.
6. Guardarsi da coloro che rinnegano l'unico Dio e Signore Gesù Cristo.
7. Rifiutare uomini settari, maestri falsi.
8. Rifiutare quelli che non insegnano le parole di Cristo e la dottrina che è secondo pietà.

B. IL MINISTRO E GLI ALTRI VANGELI
1. Non sovvertire il Vangelo di Cristo né predicare qualsiasi altro vangelo.
2. Non introdurre nella chiesa dottrine deleterie neganti il Signore e la sua morte per l'uomo.
3. Non predicare un altro Gesù, ossia diverso da quello proclamato dalle Scritture e dagli Apostoli.

C. IL MINISTRO, LA DOTTRINA E L'INSEGNAMENTO FALSI
1. Non insegnare tradizioni, idee e comandamenti degli uomini come dottrina.
2. Non lasciarsi sviare da vari tipi di insegnamento, né predicare o insegnare favole, leggende, speculazioni, idee e dottrine false degli uomini.
3. Schivare le profane vacuità di parole e le opposizioni della scienza e della conoscenza false.
4. Guardarsi dall'insegnamento falso del mondo religioso e civile.
5. Non predicare idee e discussioni vane degli uomini, ovvero cose opinabili, ma proclamare l'amore, la fede e la necessità di avere una coscienza pura.

SECONDA PARTE

8. IL CAMMINO QUOTIDIANO DEL MINISTRO

A. IL MINISTRO E CRISTO
1. Assicurarsi che la propria fede in Cristo sia autentica.
2. Assicurarsi di essere una nuova creatura in Cristo Gesù.
3. Esaminare costantemente sé stesso, assicurandosi di perseverare nella fede, affinché non sia riprovato, considerato non idoneo o rifiutato.
4. Camminare costantemente con Cristo, cercando prima il regno di Dio e la sua giustizia.
5. Vivere una vita crocifissa in Cristo, di abnegazione e sacrificio.
6. Essere rinnovato interiormente giorno per giorno, e cambiato a immagine di Cristo.
7. Rivestirsi di tutta l'armatura di Dio ed essere forte in Cristo.

B. IL MINISTRO E LE SCRITTURE
1. Studiare ogni giorno le Scritture, essere ad esse sottomesso e proclamarle.
Memorizzare la Parola di Dio affinché dimori nel cuore.
Essere coerente nelle Scritture, studiarle e viverle.

C. IL MI ISTRO E LA PREGHIERA
1. Pregare ogni giorno come insegnò Cristo nel Padre Nostro.
2. Pregare ogni giorno per la Chiesa e per i credenti seguendo l'esempio paolino.
3. Pregare ogni giorno per il mondo intero.
4. Pregare ogni giorno affinché vi siano più operai.
5. Pregare con la consapevolezza di essere nella santa presenza del Signore.
6. Quando vi sono necessità speciali deve dedicare del tempo alla preghiera fervente.

9. LA VITA E IL COMPORTAMENTO PRIVATO

A. IL MINISTRO, IL SUO CORPO E LA SUA MENTE
1. Presentare la propria vita in sacrificio vivente a Dio.
2. Essere consapevole che il proprio corpo è il tempio dello Spirito Santo.
3. Vigilare sulla propria mente e i relativi pensieri.
4. Disciplinare e sottomettere il corpo a Cristo per non essere riprovato.
5. Esercitare il corpo sia spiritualmente che fisicamente.

B. IL MINISTRO E LA SUA CONDOTTA
1. Essere devoti.
2. Condurre una vita di separazione dal mondo.
3. Essere un uomo di Dio.
4. Essere fedele nelle tentazioni e nelle prove, indipendentemente da quanto siano dure.
5. Fuggire gli appetiti giovanili.
6. Evitare conversazioni profane e vuote; gli insegnamenti o le argomentazioni opinabili.
7. Sapere che negli ultimi giorni verranno tempi difficili e allontanarsi da persone egoiste e profane.

C. IL MINISTRO E IL SOSTEGNO ECONOMICO
1. Accettare il sostegno economico senza sentirsi in imbarazzo o in colpa, ma non ambire al lusso.
2. Non bramare ricchezze mondane.
3. Se necessario per predicare il Vangelo, bisogna avere un lavoro secolare.
4. Confidare in Dio affinché supplisca alle necessità economiche.

10. RELAZIONI INTERPERSONALI

A. IL MINISTRO E LA FAMIGLIA .
1. Camminare con spirito di sottomissione e amore insieme alla consorte.
2. Essere marito di una sola moglie.
3. Governare bene la famiglia.

B. IL MINISTRO E GLI ALTRI MINISTRI
1. Comprendere il valore dell'unità e uguaglianza in quanto collaboratori di Dio.
2. Lasciare che sia Dio a giudicare i sentimenti e l'operato altrui.
3. Accogliere e sostenere i missionari.
4. Non avviare precocemente un credente al ministero e vigilare sul comportamento.
5. Prima di dar luogo alle norme disciplinari bisogna assicurarsi della fondatezza delle accuse.

C. IL MINISTRO, L'OPPOSIZIONE, LA CRITICA E LA PERSECUZIONE
1. Predicare il Vangelo con la consapevolezza di vivere in un mondo antagonista.
2. Sapere che il mondo perseguiterà.
3. Quando si viene criticati, giudicati, calunniati, censurati e attaccati, bisogna confidare inDio.
4. Amare i propri nemici; tutti quelli che maledicono, odiano, perseguitano e
maltrattano.

D. Il MINISTRO E GLI INCREDULI
E. IL MINISTRO E GLI ALTRI CREDENTI

11. IL MINISTRO E LA SOFFERENZA
1. Fiducia in Dio.
2. Vincere le sofferenze, le "schegge nella carne", per amore di Cristo.
3. Trionfare su ogni sofferenza, prova e tentazione.

12. VITA ETERNA E PREMIO
1. Sicurezza nel Regno celeste di Dio.
2. La vita eterna.
3. Un corpo nuovo, trasformato, glorioso e incorruttibile.
4. La corona di giustizia.
5. La corona della vita.
6. La corona dell'incorruttibilità.
7. La corona della gloria.
8. La perfezione di tutte le cose.
9. Un'eredità eterna.

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AL DI LÀ DEI MULINI A VENTO -Crimini compiuti in nome di Dio


RETROCOPERTINA

Il libro analizza la metafora del combattimento contro i mulini a vento di Don Chisciotte. Egli vede costantemente nemici che esistono solo nella sua immaginazione. È storicamente attendibile il fatto che la Chiesa istituzione abbia continuamente ricercato i suoi 'mulini a vento' contro cui scagliarsi? Una paranoica, folle ricerca senza soluzione di continuità di nemici contro cui combattere: musulmani, cristiani, ebrei, eretici e minoranze religiose.
Intolleranza, fondamentalismo e assolutismo hanno portato la cristianità ad applicare nei secoli metodi coercitivi e lesivi dei diritti umani, nonché crimini compiuti in nome di Dio.
A questa onnipresente ricerca del nemico si ispirarono: le crociate, l'Inquisizione, la tortura , i roghi, la persecuzione degli eretici e l'antisemitismo. La pretesa 'giusta causa voluta da Dio' della Chiesa e dei papi, è stata sovente pretesto del desiderio di potere e giustificazione di ogni sorta di barbarie.
Il testo, oltre alla documentata ricerca storiografica dei grandi eventi epocali summenzionati, analizza le ricadute psico-sociologiche e confuta le tesi revisioniste.
Potranno mai i numerosi 'mea culpa' dei papi legittimare anche i silenzi in relazione all'Olocausto, gli scandali della pedofilia, il soffocamento dei diritti umani, i crimini passatie recenti?

Introduzione dell'autore

Il testo usa il linguaggio del saggio-argomentativo e si prefig­ge lo scopo di condurre il lettore con nessi logici e idee-guida che gravitano intorno a una tesi, alla valutazione del punto di vista del­lo scrittore. La tesi - che sarà più avanti illustrata - viene sostenu­ta:

- dall'esposizione di dati, fatti concreti e oggettivi di storiae di cronaca;
- dal costante ricorso alle opinioni e affermazioni di studiosi di livello internazionale;
- da correlazioni logiche e affermazioni coordinate secondo il rapporto di causa-effetto;
- e dal continuo riferimento a valori etici universali incon­trovertibili.

Oltre alle tesi sostenute, viene presa in considerazione l'antitesi e la sua confutazione, tipico della tecnica argomentati­va.
Al termine di ogni capitolo, troviamo la rubrica "Argomenti di riflessione e di analisi". Domande e argomenti che suscitano la riflessione e la partecipazione critica del lettore che può collegare logicamente i fatti tra loro, cogliere i messaggi espliciti e impliciti dell'esposto e confrontarsi con i pensieri e i valori positivi con­nessi anche a tematiche di attualità. Il testo è infine corredato da una serie di appendici contenenti informazioni specifiche di con­sultazione e approfondimenti.
Il criterio generale adottato nella stesura di ogni capitolo è stato quello di fare ricorso diretto alle fonti - testi, documenti o­riginali, saggi, fatti di cronaca - spesso citate integralmente o quasi, per dare al lettore un rapporto diretto, esaustivo e creativo con la documentazione e il suo stile.
Nella sua introduzione il libro analizza alcuni racconti dal romanzo del Don Chisciotte di Cervantes, con particolare riferi­mento al brano relativo al combattimento contro i mulini a vento che Don Chisciotte nella sua follia scambia per giganti. Egli vede costantemente nemici che esistono solo nella sua immaginazione. Questa metafora sarà il leit motiv del testo per sostenere questa tesi: È storicamente attendibile il fatto che la Chiesa-istituzione, abbia continuamente ricercato i suoi "mulini a vento" contro cui scagliarsi? Una paranoica, folle ricerca - senza soluzione di con­tinuità - di nemici contro cui combattere: musulmani, cristiani, ebrei, eretici, governi, minoranze religiose, ecc.
Un'incapacità ra­zionale ed emotiva di tolleranza, rigidità di pensiero e impossibi­lità ad accettare gli appartenenti ad un'altra estrazione ideologica e religiosa, hanno portato la cristianità ad applicare nei secoli me­todi coercitivi e lesivi dei diritti umani, nonché efferati crimini compiuti in nome di Dio.

È a questa onnipresente, folle ricerca del "nemico" che si i­spirarono le guerre sanguinarie della cristianità: le crociate, l'Inquisizione, la persecuzione degli eretici, l' antisemitismo, ecc. La pretesa "giusta causa voluta da Dio" della Chiesa e dei papi, è stata sovente pretesto del desiderio di brama di potere e giustifi­cazione di ogni sorta di barbarie.
Nel testo, unitamente alla documentata ricerca storiografica dei grandi eventi epocali summenzionati, vi sono anche ampi set­tori di esposizione e di informazione di carattere psico­sociologico.
Argomentazioni riconducibili alla psicologia: motivazioni profonde dell'Inquisizione, proiezioni dell'immagine del "nemi­co", follia, paranoia, pedagogia della paura e terrorismo come re­ale scopo delle torture.
Tematiche riguardanti due sfere di indagini, quella sociologi­ca e quella di antropologia culturale: il connubio della religione con il potere, interessi politico-economici della Chiesa, la disu­guaglianza, la persecuzione del "diverso", del debole, della mino­ranza, gli individui come "attori sociali" soggetti all' influenza del conforrnÌsmo e dell"'omologazione", l'assunzione di ruolo e il "mentire sociale" di pirandelliana memoria, i comportamenti del­le masse, il contagio emozionale delle folle in relazione alle cro­ciate; comparazione e contrapposizione delle civiltà cristiana e i­slamica, l'ascesa di un nuovo awersario ideologico del sistema democratico, la religione come istituzione nella società e come espressione di potere, di assolutismo e fondamentalismo.
Psicologia, sociologia, antropologia culturale: discipline di­verse ma complementari che condividono campi di studi e stru­menti di ricerca che contribuiscono a definire un quadro integrato della storia vista non soltanto come un corso oggettivo di eventi attraverso il tempo o semplicemente come avvenimenti di inte­resse culturale costellati di suggestività e tensione, ma soprattutto storia, in quanto oggetto di interesse morale. Historia magistra vitae (storia m
aestra di vita) e monito, avvertimento per quanti ar­rogatisi del potere spirituale assoluto, hanno perpetrato "i metodi coercitivi e lesivi dei diritti umani" poi imitati e applicati dalle ideologie totalitarie del XX secolo!

A questo proposito è significativa l'affermazione fatta dallo storico e teologo di fama internazionale J.H. Ignaz von Doellinger "Il potere assoluto corrompe [in assoluto] chi lo possiede, e in tutta la storia possiamo trovarne testimonianza. Nel caso in cui si tratti di un potere spirituale che governi le coscienze degli uomini, il rischio diventa ancora maggiore, in quanto il possesso di un tale potere esercita un fascino pericoloso e porta contemporaneamente ad ingannare se stessi, poichè la sete di dominio quando diventa passione è molto facile da giustificare con il pretesto dello zelo per la salvezza altrui..."

INDICE

PREFAZIONE
INTRODUZIONE DELL'AUTORE

CAPITOLO I
Don Cbiseiotte della Mancia

Analisi testuale
Racconti dal testo
Critica letteraria di Auerbach
Argomenti di riflessione e di analisi

CAPITOLO Il
Erasmo da Rotterdam

Il personaggio e la sua formazione culturale
La traduzione del Nuovo Testamento in greco
Laus Stultitiae
Elogio della follia
Note dal Saggio di Ronald H. Bainton
Premesse e parti del testo
Etica e morale di Erasmo
Graziato, nonostante tutto.
Commento interpretativo all' "Elogio della Follia"
Argomenti di riflessione e di analisi


CAPITOLO III
Le Crociate

Note Introduttive
Storici e mistificazioni sulle Crociate
Premesse storico-ideologiche
"Il braccio armato" della Chiesa
Guerra Giusta?
La prima crociata
Gli eserciti della prima crociata
Orrori nell'assedio di Gerusalemme
Cronache ebraiche ed arabe
Il Regno di Gerusalemme e la sua caduta
Le successive crociate
Conclusioni
Argomenti di riflessione e di analisi

CAPITOLO IV
La crociata contro gli Albigesi

Una crociata sanguinosa
Dottrine e pratiche degli Albigesi o Catari
La crociata contro i Catari e la cultura provenza le
Che la strage cominci
Cronache del terrore
Argomenti di riflessione e di analisi


CAPITOLO V
La "Santa" Inquisizione - parte prima

Ragioni e ideologie più profonde dell'Inquisizione
Origine dell'Inquisizione
Cronistoria
Espansione e zone di influenza
L'Inquisizione medioevale
L'Inquisizione spagnola

Inquisizione romana. Congregazione del Sant'Uffizio
Tendenza revisionista dell'Inquisizione
I volenterosi carnefici del Papa
Cronaca dell 'Inquisizione spagnola in Sicilia (1487-1782)
Il trionfo della fede nella Palermo del Sant'Uffizio
Un fatto di cronaca
L'azione giudiziaria
Pratica criminale delle torture
Il "teatro" dell'Inquisizione
Gli "autos da fé" in Sicilia nei secoli XV-XVIII
Vittime dell'Inquisizione (e non solo), un numero esiguo?
Guerre di religione e riforma
Genocidio delle popolazioni indigene delle Americhe
Un male "a livello qualitativo"


CAPITOLO VI
La "Santa" Inquisizione - parte seconda

Tribunali e procedura
Pubblico inizio delle "attività" inquisitorie
L'inquisitio generalis in Trentino
L'interrogatorio degli imputati
La tortura
Istruzioni sulla "Questione"
Ulteriori sistemi di tortura dell'Inquisizione
Dentro la camera della tortura
Terrorismo come reale scopo della tortura
La confisca dei beni
Registri dell'inquisizione: nomi e voci di alcune vittime
Secoli di crimini impuniti
Argomenti di riflessione e di analisi

CAPITOLO VII
L'Indice dei libri proibiti

Breve cronistoria dell 'Indice
I vari indici: Paolino, Tridentino e Clementino
L'applicazione delle norme
Il XVII secolo: la censura continua.
Il XVIII secolo e il declino degli indici
La Bibbia nel XVI secolo proibita dalla Chiesa
Argomenti di riflessione e di analisi

CAPITOLO VIII
Eretici dissidenti e riformatori - parte prima

Cronistoria e definizione dell' eresia
Eresia: concetto adeguato?
I vescovi Agobardo di Lione e Claudio di Torino
Berengario di Tours
Pietro di Bruys e Enrico di Losanna
I Cluniacensi, i Patari e Arnaldo da Brescia
Pietro Valdo e il valdismo
Da Gioacchino da Fiore a frate Dolcino da Novara
I Templari
Beghine e Begardi (o Bizocchi)
Streghe ed eresia
L'olocausto delle donne
Analogie con i metodi e le logiche naziste
Le voci del "trattamento dell' anima"
Evoluzione e creazione dell'immagine del "nemico"
Michele Berti da Calci e Papa Giovanni XXII
Papi eretici e falli bili
"Il papa è infallibile?"
Wycliffe John (1324-1384) e i Lollardi
Hus Jan e gli Hussiti
Valla Lorenzo (1405-1457) La falsa donazione di Costantino

Girolamo Savonarola (1452-1498)
Pomponazzi Pietro
William Tyndale


CAPITOLO IX
Eretici dissidenti e riformatori - parte seconda

Martin Lutero e la Riforma protestante
La Taxa camarae
Eretici italiani
Pomponio de Algerio
Pietro Camesecchi
Lelio e Fausto Socini e il socinianesimo (unitarianismo)
Galileo Galilei
Isaac Newton
Newton: la ricerca della verità nella natura e nella Scrittura
Il vescovo Strossmayer e gli anti-infallibilisti
Argomenti di riflessione e di analisi


Appendice A - Il grande assordante silenzio
I silenzi sull'Olocausto
I campi di concentramento
I silenzi di Pio XII


Appendice B - I "mea culpa" del papa
La Chiesa chiede perdono: crociate, inquisizione,
mancata difesa dei diritti umani, ecc.
Le scuse di Wojtyla
Una raccolta di opinioni non allineate


Appendice C - Lo scandalo dei preti pedofili
Al di là dei mulini a vento

Contro i preti di Boston il dossier della vergogna
Lo scandalo USA scuote il Vaticano
La protesta: il Cardinale di Boston a Roma
Vaticano, un documento segreto per coprire i preti pedofili


Appendice D - "Portare la maschera"
"Mentire sociale e vedersi vivere" nell'arte di Pirandello
Così si entra in lista di attesa
Convenzioni sociali
Psicologia del conformismo


Appendice E - "Nemici" reali e immaginari
Il telescopio spaziale
Visione deformata della realtà
L'arte di vivere
Conflitti interiori, complessi
Psicologia, ragione, umanesimo
Il senso di colpa: liberarsi dai ricatti morali
Amare nonostante tutto
Rendersi e rendere liberi
Stop alle nevrosi
Accettare l'alterità
Ascoltare, l'arte dimenticata
Diventare responsabili
Il coraggio di smascherarsi


Appendice F - Un Nome "al di sopra di ogni altro nome"

INDICE ANALITICO


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A TAVOLA TRA LAGUNA E PO - Le ricette dello chef ANDREA CHIN


Ricetta-1-350

(Veneto)

ATAVOLATRA LAGUNA E PO


Lo
chef Andrea Chin

Andrea Chin


BIOGRAFIA

Andrea Chin nasce nella provincia di Venezia nel 1980.Appassionato fin da bambino alla cucina e alle tradizioni culinarie del territorio decide di intraprendere la carriera di cuoco spinto anche dalla devozione e l ‘amore con cui il nonno Pietro insegna le prime tecniche e ricette al nipote.
Così finito gli studi presso la scuola alberghiera di Castelfranco V.to comincia subito la sua esperienza lavorativa presso alcuni ristoranti . Esperienze che hanno aiutato ad affinare la tecnica e ad accrescere ulteriormente il rispetto nei confronti del “mangiar sano “, prediligendo i prodotti freschi e naturali che il territorio offre.

BIOGRAPHY

Andrea Chin was born in the province of Venice in 1980. Since he was a child he is appassionate to cooking and the local culinary traditions. He decided to pursue a career as a chef also motivated by the devotion and love which his grandfather Pietro teached the first techniques and recipes to his grandson.
So after the studies at the hotel school in Castelfranco V.to, immediately he begans working at some restaurants. This experiences have helped to refine the technique and to further enhance the respect for the “healthy eating”, preferring to use fresh and organic products that the area offers.

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INTRODUZIONE

Questo vuole essere non un semplice libro di ricette, ma un vero percorso attraverso i piatti , le tradizioni e il territorio che va da Venezia a Mantova attraverso il fiume Pò.
La gastronomia locale trova le sue origini già molti secoli indietro e trova lungo il suo percorso le influenze delle cucine asiatiche (grazie ai viaggi e i commerci di Marco Polo) caratterizzate dalle spezie e dalla cucina nordica (come ad esempio lo stoccafisso proveniente dalle isole Lofoten in Norvegia).
Da questi territori ne derivano alcuni prodotti di immenso valore gastronomico quale il radicchio di Treviso, i piselli di Peseggia e una vasta gamma di salumi e formaggi, vini e distillati ma soprattutto tradizioni, storie e amore nei confronti di una cucina sana e nutriente, tramandata da padre in figlio
Il viaggio comincia...

INTRODUCTION

This book is intended to be not just a collection of recipes, but also a culinary journey through the history and traditions of this fertile region that runs from Venice to Mantova through the River Po and its valley.The food of Lombardy has its origins back for many centuries and on the way it has evolved because of among others, Asian influences characterized by the introduction of spices following the trading routes initiated by Marco Polo, and even Nordic cuisine with the introduction of stockfish from the Lofoten Islands of Norway.The region of Lombardy and the Po valley is not only renowned for its wonderful products such as radicchio (sometimes called Italian chicory), peas from Peseggia, pumpkins from Mantua and a wide variety of cured meats, cheeses and wines, but also for its traditions, stories, and a love for good cooking handed down from father to son.The journey begins ...

 

INDICE/INDEX

ANTIPASTI

Moscardini in guazzetto / Octopus casserole
Capesante gratinate / Scallops gratin
Cozze alla cassopippa / Mussels "Cassopippa style"
Sarde in saor / Sarde "Saor style"
Tortini di formaggio con miele / Cheese patties with honey
I Bacari a Venezia / "The Bacari" of Venice

PRIMI PIATTI

Lasagne alla Bolognese / Lasagne Bolognese style
Crespelle al radicchio / Pancake with radish
Pasta e fagioli / Pasta and beans
Ravioli alla Mantovana / Ravioli pumpkin and amaretto
Melanzane alla Parmigiana / Eggplants "Parmigiana"
Salsa acciughe / Anchovy sauce
Salsa Bolognese / Bolognese sauce
Ragù d'anatra / Duck sauce
Sugo alla Busara / "Busara" sauce
Spaghetti neri con scampi / Black spaghetti with scampi
Crema di zucca / Cream of pumpkin

SECONDI PIATTI

Brasato all'Amarone / Beef stew Amarone
Cartoccio di pesce / Fish in foil
Fegato alla Venexiana / Liver Venexiana style
Cotoletta alla Bolognese / Veal Bolognese style
Petto d'anatra / Duck breast
Seppie col nero / Cuttlefish with ink
Filetto di Rombo / Fillet of turbot with potato croquettes
Involtino di branzino / Sea bass wrapped

DOLCI

Torta della nonna / Granny cake
Pannacotta / Pannacotta                                                                 
Sbrisolona / "Sbrisolona" cake                                                                     
Tiramisù / "Tiramisù" cake
Tortino al cioccolato / Hot chocolate mini
Salame di cioccolato / Chocolate salam                                                                       
Zaeti / "Zaeti" biscuits            

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A SUA IMMAGINE - Cristo, la sua divinità e la trinità - Analisi di una dottrina


RETROCOPERTINA

Come l'immagine di un puzzle, diventa chiara, quando l'insieme dei singoli pezzi vengono avvicinati l'uno accanto ali 'altro, così è la Bibbia, formata da espressioni incastonate all'interno di un concetto, che va esaminato alla luce dell' intero contesto, poiché ogni sua espressione, ogni parola ogni respiro d'essa, proviene dalla stessa Fonte ispiratrice, come parte di un unico progetto divino.
L'immagine di Cristo, è stata oggetto di travagliate controversie, spesso motivate da speculazioni millenarie, basate su parole e concetti, piuttosto che sull 'armonioso corpo delle Scritture.
Sulla base dei Testi ispirati, e alla luce del loro contesto immediato e globale, in questo libro viene tracciata l'identità del Gesù biblico, partendo dagli sviluppi che hanno portato all'affermazione della dottrina trinitaria, per finire con l'analisi dettagliata di aleuni passi Cristologici controversi.

PRESENTAZIONE

Carlo Siracusa, appassionato studioso di teologia biblica e ricercatore delle dottrine principali del Cristianesimo primitivo. Ha avuto il suo primo approccio con i Testi sacri, già sin dalla sua adolescenza.
Studi liceali; agente di commercio, imprenditore; ha sviluppato competenze nel campo dell'informatica, della comunicazione, riscattando il tempo per la sua principale passione: lo studio, la lettura, l'approfondimento delle Scritture, nelle quali si è immerso totalmente, dedicandovi molte ore al giorno.
Sollecitato dalla sostanziale differenza che si evince al confronto tra l'insegnamento delle religioni cristiane e quello del primitivo Cristianesimo, ha dedicato il suo tempo e le sue energie allo studio e all'approfondimento della letteratura apologetica, biblica e teologica, allo scopo di indagare sugli sviluppi storico-teologici che hanno prodotto un mutamento evolutivo nella dottrina cristiana d'origine.
Adesso, l'autore ha pensato di mettere insieme tutti i suoi appunti, i suoi studi e le riflessioni apologetiche scaturite dall'analisi biblica, realizzando così questa sua prima opera, che ha dedicato all'identificazione della figura di Cristo, e nella quale risponde a domande come:

• "Chi era realmente Gesù?"
• "In che senso Gesù e il Padre sono uno?"
• "Gesù è stato creato o generato da Dio?" .
• "Gesù fa parte di una Trinità?"
• "Quali sviluppi hanno portato all'affermazione della dottrina trinitaria?"

L'autore non vanta titoli accademici. Per questa ragione ha preferito dar credito alle sue affermazioni, inserendo nei suoi scritti molte citazioni di autori esperti, competenti e titolati.
Il concetto Cristologico, sviluppato in questo libro, eli certo non troverà il favore eli tutti i suoi lettori, e darà sicuramente aelito a critiche e elisappunti. Tuttavia, resta il fatto che l'autore ha voluto estrapolare dai Vangeli, l'immagine eli Cristo così come appare agli occhi eli colui che, senza preconcetti e indottrinamenti, si accosta allo stuelio delle Scritture; un'immagine indubbiamente eliversa, rispetto a quella presentata dalle dottrine ufficiali della Cristianità.
L'autore conta eli presentare al pubblico quanto prima, le sue prossime opere, intitolate: "Nèfesh, un'indagine biblica sulla natura dell'uomo e sul concetto d'immortalità", e a seguire: "Maria, un'ebrea benedetta da Dio"

INTRODUZIONE

Esistono cose che alla natura razionale e mortale sono incomprensibili, a causa della loro grandezza e superiorità sull'uomo e dell'infinita trascendenza sulla nostra caduca condizione. Esse però diventano intellegibili per volontà di Dio in virtù della copiosa ed infinita grazia divina effusa sugli uomini per mezzo di Gesù Cristo - ministro di immensa grazia verso di noi - e dello Spirito cooperante. Essendo dunque impossibile alla natura umana il possesso della sapienza con cui tutto fu fatto (erutto» infatti, secondo Davide, «Dio fece nella sapienza»), da impossibile diventa possibile per mezzo del Signore ostro Gesù Cristo «che è stato fatto da Dio sapienza per noi, e giustizia e santificazione e redenzione». «Qual uomo infatti conoscerà il consiglio di Dio? O chi potrà intendere quel che il Signore vuole? Poiché ragionamenti dei mortali sono timidi ed incerte le nostre opinioni. Infatti il corpo corruttibile grava sull'anima e la terrestre dimora deprime la mente che ha molti pensieri. E con difficoltà consideriamo le cose della terra; ma quelle del cielo, chi le scoprirà?». Chi non direbbe infatti che è impossibile all'uomo investigare le cose del cielo? Tuttavia ciò che è impossibile non lo è più per l'infinita grazia di Dio: colui che fu rapito al terzo cielo, probabilmente scoprì quel che v'era nei tre cieli, per aver udito «ineffabili parole che non è concesso a uomo udire». Chi poi potrebbe affermare che è possibile all'uomo conoscere la mente di Dio? Ma anche questa grazia Dio concede per mezzo di Cristo [lacuna] non è più la volontà del loro Signore, quando Egli insegna la volontà di Colui che vuol essere il Signore e si trasforma in amico per coloro di cui era già prima il Signore. Ma come anche nessun uomo «conosce le cose dell'uomo all'infuori dello spirito dell'uomo che è in lui, così le cose di Dio nessuno conosce se non lo Spirito di Dio». Ma se nessuno conosce le cose di Dio se non lo Spirito di Dio, è impossibile all'uomo conoscere le cose di Dio. Ora considera come ciò sia possibile. «Noi però», dice Paolo, «abbiamo ricevuto non lo spirito del mondo, ma lo spirito che è da Dio affinché conosciamo le cose che ci sono state donate da Dio, anzi ne parliamo non in dotte parole di umana sapienza, ma come ammaestrati dallo Spirito»".1

Con queste parole, Origene sosteneva quanto fosse inaccessibile per l'uomo, avere la completa conoscenza di Dio e della Sua mente. Ma grazie alla Sua sconfinata misericordia, e per mezzo della sua Parola scritta e del suo Verbo divenuto carne, ha voluto farci dono della conoscenza, della sapienza e dell'intendimento, affinché fossimo in grado di comprendere "quale sia l'ampiezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità, e conoscere l'amore di Cristo che sorpassa ogni conoscenza". (Ef 3, 18-19)

A motivo del mistero che lo avvolge, Dio ha voluto parlarci di sé, e lo ha fatto inizialmente attraverso le Scritture, poi ha scelto di presentarsi all'uomo attraverso la sua immagine riflessa nel Figlio, il quale, ha rappresentato il Padre in modo ineccepibile, sì da renderlo visibile con gli occhi della fede.

«Ora ... ha parlato a noi, per mezzo del Figlio. Per mezzo di lui Dio ha creato l'universo, e ora lo ha stabilito come Signore di tutte le cose. Egli è lo specchio della gloria di Dio, l'immagine perfetta di ciò che Dio è».2

E' in Gesù che si riflette l'immagine della gloria di Dio; è attraverso lui che vediamo Dio riflesso come in uno specchio, "il fulgore del vangelo della gloria di Cristo, immagine di Dio".3 Cristo ha personificato in sé Colui che è invisibile, l'Onnipotente, e quale suo inviato e rappresentante, ha spiegato il Padre, facendo ne conoscere le eccelse qualità e la sua straordinaria personalità.

"lo sono nato e venuto nel mondo per essere un testimone della verità",4 disse Gesù. Sì, Cristo è venuto a direi "la Verità" intorno a Dio. Pertanto, chi vuole conoscere Dio, deve affidarsi al Figlio e alle Scritture, strumenti attraverso i quali Dio si è spiegato.

Una peculiarità della Bibbia è l'armonia contenuta tra i libri che la compongono. Benché siano stati scritti in epoche diverse, da parte di scrittori con cultura, istruzione e provenienza differenti, ciascun libro biblico, ciascun capitolo e ogni verso, fanno parte di un armonioso intreccio di 'trama e ordito' che forma quel tessuto che noi chiamiamo 'Sacra Scrittura'. Per comprenderla, non ci si può limitare ad osservare con sguardo miopie una sola parte del 'tessuto', trascurando ciò che segue e ciò che lo precede. E' l'insieme dei 'fili' che si incrociano e s'intersecano tra loro, che compongono l'intero 'tessuto'.
Così, non possiamo leggere un passo della Bibbia, cercando di afferrarne il senso, senza aver prima analizzato il suo contesto. "Tutta la Scrittura infatti è ispirata da Dio e utile per insegnare, convincere e correggere". (2 Tm 3, 16)


Proprio come l'immagine di un puzzle è resa inequivocabilmente chiara grazie all'insieme dei singoli pezzi avvicinati l'uno all'altro, allo stesso modo le Scritture vanno considerate alla luce di tutti gli elementi che compongono il contesto biblico, senza trascurarne alcuno.
I versetti biblici sono espressioni incastonate all'interno di un concetto, che a volte dura un solo capitolo, altre volte si estende a tutto il libro biblico, ma che va letto alla luce dell'intero contesto della Bibbia, poiché ogni espressione e ogni parola in essa contenuta proviene dalla stessa Fonte ispiratrice, e segue un filo conduttore, così che ogni respiro d'essa va contemplato come parte di un unico progetto divino.

"lo sono il Signore, non cambio", dice Dio di sè, attraverso il profeta Malachia (3, 6). Il Dio del NT è lo stesso Dio del VT. Egli è sempre l'Iddio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, l'Iddio dei patriarchi. Dio è Spirito (Gv 4, 24), e in quanto tale è un mistero inafferrabile, irraggiungibile per l'uomo mortale, che a stento ha imparato a conoscere se stesso, se pur con fatica immane. Dio dice: «I miei pensieri non sono come i vostri e le mie azioni sono diverse dalle vostre. I miei pensieri e i vostri, il mio modo di agire e il vostro sono distanti tra loro come il cielo è lontano dalla terra»5
La teologia ha fatto i suoi sforzi per semplificare all'uomo la comprensione di Dio, spiegando e interpretando ciò che le Scritture dicono intorno a Lui, ma in questo suo lavoro ha speculato troppo su espressioni e parole, preferendo una chiave interpretativa basata sulla tradizione, piuttosto che sulla logica contestuale. Avrebbe dovuto fare in modo che fosse Dio a spiegare Dio, invece dando spazio alla tradizione e alla speculazione, la teologia politico-filosofica ha fatto la sua parte nel rendere ancora più velata l'identià della Divinità, falsando quell'immagine di sè che Dio ha voluto che Cristo riflettesse.
Era compito della teologia rendere intelligibili quei concetti biblici a volte espressi con linguaggio ambiguo, spesso per le difficoltà traduttive e interpretative che si incontrano nel trasferire il senso delle parole ebraiche e greche, nelle nostre lingue moderne. Ma la teologia non ha saputo adempiere al suo scopo. Così, per l'uomo Dio è diventato un 'problema', e piuttosto che unire ha diviso, anzichè avvicinare ha allontanato, favorendo da una parte l'evoluzione dell'ateismo moderno, e dall'altra un concetto di Divinità misterico-trascendentale, distante dall'uomo e dai problemi dell'uomo.

NOTE

1. Origene, "La preghiera, capitolo 1

2. Ebr. 1,2-3

3. 2 Cor. 4,4

4. Gv 18,37

5. Is 55,8-9 - T1LC

INDICE

Presentazione
Introduzione

Sezione I - Sviluppi storici della teologia trinitaria

1. Le varie correnti di pensiero
2. I primi Padri della Chiesa
3. Concili Ecurnenici per l'affermazione della Trinità
4. Il Cristianesimo primitivo e il concetto trinitario
5. Origine della dottrina trinitaria
6. Una dottrina influenzata dalla filosofia

Sezione II - Esegesi Cristologica

1. Lo Spirito santo di Dio
2. In principio era la Parola
3. E la Parola era Dio
4. In forma di Dio
5. Un riscatto equivalente
6. Un prezzo pagato a Dio
7. Gesù e le tentazioni
8. La Parola era con Dio
9. Dio è il Padre
10. Il Padre è maggiore di me
11. Gesù, mediatore e sommo sacerdote
12. Il Dio di Gesù
13. lo e il Padre siamo uno
14. Gesù, capo delle schiere angeliche
15. I due Testimoni
16. Creato o Generato
17. Gesù e la preghiera
18. E voi, chi dite ch'io sia?
19. Attribuzioni che riguardano Dio e Gesù
Riferimenti bibliografici

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8 - PICCOLA ENCICLOPEDIA STORICA SUI TESTIMONI DI GEOVA - VOL. VIII - 1946 ÷ 1949

RETROCOPERTINA VIII° VOLUME

La storia contemporanea dei Testimoni di Geova in Italia, tra il 1946 e il 1970, può interamente prefigurarsi in autentici atti di: audacia, caparbia ed intrepida lotta per la conquista e la difesa della libertà religiosa nella nazione. Vale a dire, per il diritto stesso del libero esercizio della loro fede e della loro dottrina. Una lotta che inizia nell'immediatezza del 1948, coincidendo con la nascita della Costituzione repubblicana, dopo una lunga e triste parentesi, dal 1925 al 1943, di dure persecuzioni ad opera del regime fascista.

Negli anni seguirono il 1948, in un'Italia amministrata da governi a forte indirizzo clericale, abusi ed illeciti delle Istituzioni furono prassi quotidiana per i fedeli della Denominazione, i quali vissero in un clima poliziesco, se non addirittura persecutorio, nonostante la Carta Costituzionale garantisse loro certi diritti innegabili ed inalienabili.

Nel decennio 1950, fu messo in discussione in Italia, da parte delle Istituzioni, la libertà religiosa dei Testimoni di Geova, inoltre fu oggetto di controversia ai vertici dello Stato sulla liceità del diritto all'esercizio della fede e della dottrina. Ci furono così nei loro confronti delle durissime resistenze, si registrarono forti dissensi, aperte ostilità con vere vessazioni, queste, addirittura incoraggiate dagli organi centrali dello Stato, spinti ad agire in tal senso dall'intemperante clero cattolico.

A partire dal 1956-1957 la Corte Costituzionale, iniziò lentamente a dar respiro ai Testimoni di Geova, iniziando a cancellare il “residuo” della dittatura fascista, quando iniziò a chiarire e a riaffermare che, la Costituzione specificava in una serie di norme i diritti alla libertà quali quelli: di pensiero, di riunione, di stampa, di associazione, di circolazione sul territorio nazionale, libertà che, per anni, dal 1948, era stato in qualche modo negato ai Testimoni di Geova.

In questo volume e in quelli che seguiranno, saranno affrontati fino all'anno 1960, la storia della Denominazione, tracciata in quadro intenso di fatti ed eventi che, dal 1946 e al 1960, interessa anche l'affermazione ed il consolidamento dell'apparato organizzativo del Movimento, nella nazione.

PRESENTAZIONE VIII° VOLUME


La storia contemporanea dei Testimoni di Geova in Italia, tra il 1946 e il 1970, può interamente prefigurarsi in autentici atti di: audacia, caparbia ed intrepida lotta per la conquista e la difesa della loro libertà religiosa nella nazione. Vale a dire, per il diritto stesso del libero esercizio della loro fede e della loro dottrina.
Una lotta che inizia nell'immediatezza del 1948, coincidendo con la fine della seconda guerra mondiale e la nascita della Costituzione repubblicana, dopo una lunga e tristissima parentesi, dal 1925 al 1943, di durissime persecuzioni ad opera del totalitario regime fascista.
Nei 24 anni che seguiranno il 1946, fino al 1970, in un'Italia amministrata da governi a forte indirizzo clericale e totalmente succubi di un clero indisponente; governi non laici, come dalla neo Repubblica Italiana ci si aspettava, governi dominati da intrighi politici e da molte inadempienze costituzionali, dove abusi ed illeciti era e fu, prassi quotidiana, si rese dura, proprio di un clima poliziesco, se non addirittura persecutorio, la vita ai fedeli della Denominazione: Testimoni di Geova, nonostante che, la Carta Costituzionale, garantisse loro certi diritti innegabili e inalienabili.
Ma, bisogna riconoscere anche che, lo Stato italiano, sorgeva nascendo, dalle ceneri del fascismo portandone quell’impronta etica ed ereditando tutte le sue leggi, tutti i suoi uomini, dislocati nei vari apparati istituzionali, centrali e non e, con questi, anche l’autorità costituita a cui spettava ora tutelare i cittadini e non vessarli e perseguirli nuovamente.
Tutti questi elementi istituzionali riciclati dal passato regime fascista, divennero ora membri di rilievo nello Stato democratico e repubblicano, posto operare a fianco di altre chiarissime figure antifasciste, ma quest’ultime tuttavia in minoranza.
Picc.Enc. Vol. 8 325Bisogna rilevare anche che, la maggioranza degli aderenti alla fede dei Testimoni di Geova, il buon 90% d’essi, nel periodo tra il 1946 e il 1970, erano per lo più appartenenti ad un ceto sociale umilissimo, soprattutto quello agricolo italiano, proprio dei contadini, gente umilissima, con nessun retroterra culturale, spesso analfabeti, tuttavia sensibili al fattore religioso, animanti da profonde motivazioni dottrinali come lo era stato per gli appartenenti dei movimenti ereticali del rinascimento.
Fu principalmente tra queste umilissime genti, tra questi onesti cittadini delle campagne italiane, partecipi ad una vita religiosa dipendente alla sola influenza
del prete, rappresentante ancora dell'oscurantismo clericale, il quale divenne localmente, dopo il 1948, una vera potenza sul piano politico e civile nella società italiana; a) politico: per quei voti destinati alla balena bianca che riusciva ad esigere, mungendo il proprio gregge; b) civile: bastava una segnalazione del parroco all'autorità politica locale, per decidere le sorti e l'avvenire del cittadino, troppo spesso legate ingerenze del lavoro. Quindi un clero despota che costituiva per molti cittadini un vero e proprio “Stato nello Stato”, di qui, alcune persone, disgustate dalle ingerenze nella vita privata e sociale, si diedero con zelo alla ricerca di una nuova più coerente fede religiosa, una nuova e più consona spiritualità, approdando di fatto nella dottrina e nella fede dei Testimoni di Geova.
Così, il clericalismo cattolico, al fine di conservare la sua influenza sulle masse popolari, dopo il 1948 diede vita a numerosissime istituzioni di carattere meramente terreno proponentesi fini esclusivamente secolari, dove si difese maggiormente i venali interessi terreni, con il vigore legislativo dello Stato democratico.
Il 18 aprile 1948, nelle prime elezioni politiche generali in Italia, la Democrazia Cristiana ottiene la maggioranza assoluta con l'intervento massiccio delle gerarchie ecclesiastiche. Ha inizio un lungo periodo di prevalenza dei democristiani al potere dello Stato, mantenuto spesso, è il caso di sottolinearlo,
con sistemi polizieschi.
Accade così che, nel decennio 1950-1960, fu messa in discussione in Italia da parte delle istituzioni statuali, la libertà religiosa dei Testimoni di Geova, inoltre fu oggetto di controversia ai vertici dello Stato sulla liceità del loro diritto all'esercizio della fede e della dottrina, proprio quando essi iniziarono a non essere più quattro gatti nella nazione, ma quando i fedeli alla Denominazione cominciarono a crescere numericamente in adesioni costanti, anno dopo anno.
Si ebbe così nei loro confronti delle dure resistenze, si registrarono forti dissensi, aperte ostilità con vessazioni poliziesche, addirittura queste, incoraggiato dagli organi centrali dello Stato, dagli apparati istituzionali spinti ad agire in tal senso dall'intemperante clero cattolico del momento.
La crescita dei Testimoni di Geova e il loro affermarsi, rappresentò per il clero cattolico diocesano, per i singoli parroci, ma anche per alcune curie d’Oltretevere, il pretesto, la causa scatenante per promuovere opposizione, contrastando e avversando con ogni mezzo non solo la dottrina, ma anche i singoli individui detentori della dottrina, ricorrendo, sovente, al “potere governativo” per tentare di azzittire e debellare la fede dei Testimoni di Geova, spesso avvalendosi di fermi di P.S. e/o carcerazioni, di sapore e stampo fascista, anche se praticate ed attuate ora, da una autorità dello Stato repubblicano.
Il destino della fede dei Testimoni di Geova in Italia tra il 1946 e il 1970, fu segnato spesso ed in senso negativo, proprio dalla politica dei vari governi del momento.
Il 23 gennaio 1956, ci fu la prima seduta della Corte Costituzionale, un frutto del processo legislativo esasperatamente lento, ciò dopo 9 anni dalla sua “istituzione”.
Il compito della Corte Costituzionale, era la trasformazione strutturale dello Stato, facendo capo alla Costituzione, dove trovavano riconoscimento le varie libertà, politiche, civili, sociali, religiose e i diritti di uguaglianza, affermati il 1° gennaio 1948, con l'entrata in vigore della Carta Costituzionale, quali diritti inviolabili, inderogabili dei principi su cui il nuovo Stato doveva sorgere.
A partire del 1956-1957 la Corte Costituzionale, iniziò lentamente a dar respiro ai Testimoni di Geova, in particolare, iniziando a cancellare il “residuo” della dittatura fascista, quando iniziò a chiarire, riaffermando che, la Costituzione specificava, in una serie di norme i “diritti alla libertà” quali quelli: di pensiero, di riunione, di stampa, di associazione, di circolazione sul territorio nazionale, libertà che, per anni, dal 1948, era stato in qualche modo, vessandoli, negato ai Testimoni di Geova.
Se fin qui ho riassunto sinteticamente cenni positivi delle attività della Corte Costituzionale, vedere ora, nel 2016, cosa è stato effettivamente realizzato dallo Stato costituzionale nei confronti dei Testimoni di Geova, comporta un discorso assai meno idilliaco.
A tutt'oggi, per i Testimoni di Geova, la Costituzione è ancora largamente inattuata, o per essere seri nello scrivere: attuata in modo da alterare notevolmente lo spirito, il fine, il dettato stesso voluto dai “padri costituenti”.
Malgrado l'insediamento della Corte Costituzionale, tra il 1956 e il 1963, a motivo di anni bui di governi di centro-destra, i diritti alla libertà di pensiero, di associazione, di riunione, di stampa, di religione, per i Testimoni di Geova, furono sistematicamente violati e duramente colpiti, ancora con metodi polizieschi apertamente applicati in virtù di articoli del Testo Unico della Leggi di P.S., provocatoriamente tenuti in vita.
Solo dopo l'anno 1965, si potè iniziare a contare su un maggior rispetto dei diritti costituzionali.
Il clerico-fascismo degli anni cinquanta e del primo quinquennio degli anni sessanta, fu sempre una minaccia reale e buona parte operante verso i Testimoni di Geova, poichè si configurava ancora in uno Stato, confessionale e cattolico, partendo dall'errato presupposto che in base all'art. 7 della Costituzione “la religione cattolica sia la religione dello Stato italiano”.
E, chi scrive, ricorda sulla propria pelle la sua condizione di “emarginato”, di “ghettizzato” da scolaro acattolico, studente poi, nella scuola pubblica italiana, il cui carattere laico, come stabilivano le norme costituzionali, fu ritenuta pura utopia, lo dico bene: “Fu pretesa dei governi clericali lasciare la Costituzione in un cassetto ad ammuffire”.
L’ultimo quinquennio che va dal 1965 al 1970, con prevalenza in Italia di governi non più monocolore, ma di centro “sinistra”, si sentì, come fu anche in altri Stati nel mondo, momenti di “vero” cambiamento e di profonde innovazioni sociali, culturali e politici.
Tra il 1966 e il 1970, per i Testimoni di Geova in Italia, ci furono momenti di vere opportunità favorevoli, per il loro culto, i tempi delle dure vessazioni stava lentamente cedendo il passo alle più serie e durature libertà.
In Italia, lo sviluppo in termini numerici dei Testimoni di Geova dopo il 1946, avvenne per gradi costanti, conoscendo importanti momenti per l'adesione alla fede. Fino all'anno 1945, non ci fu nessun rapporto ufficiale sull'evangelizzazione e sull'opera dei fedeli alla Denominazione in Italia. Lo si cominciò ad avere solo dall'anno 1946.
Dalle poche centinaia di testimoni nel 1946, si arrivò in un solo decennio, nel 1956, a 3.491 aderenti attivi, tutti evangelizzatori. Storico, fu l'anno 1950, quanto in Italia si superò per la prima volta i 1.000 evangelizzatori.
Maggiore fu la crescita nel decennio successivo, tra il 1957 e il 1967, quando il numero delle adesioni, in termini di evangelizzatori, superò abbondantemente le 7.800 unità e, in solo 3 anni, dopo il 1967, ci furono oltre 7.300 nuovi adesioni, per attestarsi nel rapporto ufficiale dell'anno 1970 a 18.636 evangelizzatori attivi in Italia.
Tra gli anni 1948 e 1960, ci fu un consolidamento dell'apparato organizzativo nonchè della dottrina professata dalla Denominazione. Ciò fu dovuto molto alla presenza di esperti confratelli missionari che, dagli Stati Uniti, vennero a promuovere l'evangelizzazione e il culto, in alcune regioni d'Italia.
Dal 1960, quindi, ci fu un'evoluzione continua per la fede dei Testimoni di Geova, che da semisconosciuta, predicata per lo più da umili contadini e, sviluppatesi inizialmente in questo ceto sociale, si andò affermando nella società medio-borghese italiana.
I Testimoni di Geova, tra il 1965 e il 1970, conobbero migliori condizioni in quanto a libertà e a diritti garantiti, merito questo dell'operatività della Corte Costituzionale, che apportò, come già scritto, un certo respiro alle varie fedi religiose in Italia, compresa quella dei Testimoni di Geova.
Ultimissimo rilievo doveroso fare, è sul versante del reperimento del materiale storiografico tra il 1946 e il 1970, lavoro di ricerca eseguito prevalentemente nell'ACS (Archivio Centrale dello Stato – Roma) e negli AS (Archivi di Stato) provinciali; nella BNC (Biblioteca Nazionale Centrale – Roma), BNC (Biblioteca Nazionale Centrale – Firenze) e in alcune altre biblioteche provinciali, nonchè in archivi privati.

Pace Emanuele
Montesilvano (PE), 17 gennaio 2016


INDICE VIII° VOLUME

Introduzione

Capitolo I
Evangelizzazione, casa Betel ed organizzazione
in Italia (1946)
Vannozzi Umberto - primavera 1946
Gruppi e TdG isolati visitati da U. Vannozzi
Gli italiani e la Repubblica - 2 giugno
Casa Betel - Il primo edificio di proprietà WTS in Italia
Costituzione “Società s.r.l. WTB&TS” in Italia – 28.06.1946
Statuto societario
I componenti della casa Betel
Fredianelli George, primo missionario dei TdG in Italia
ottobre 1946
Le nomine dei “Servitori”
Le adunanze
Sviluppi positivi dell’opera evangelica
Cartoline d’identità e testimonianza
Registrazione “rapporto di servizio”
Tabella registrazione “lavoro” del gruppo
La Sala del Regno
Scurti Bruno - primo caso di neutralità tra i Testimoni di Geova nel dopoguerra
Rapporto alla fratellanza mondiale - Annuario dei TdG 1947
Statistica 1945-1946
Note
Capitolo II
Missionari TdG in Italia (1947)
Breve excursus sulla nascita della Costituzione
Quattro nuovi Missionari
Nathan H. Knorr visita l’Italia - 11 maggio
12 maggio 1947
13 maggio 1947
14 maggio 1947
16 maggio 1947
Rapporto assemblea Milano - 16 maggio 1947
Sequestro stampa WTS-IBSA a Benevento - fine giugno 1947
Il responsabile della filiale WTS “notifica” l’esistenza dei Testimoni di Geova in Italia - 12 settembre 1947
Congresso di zona - Pescara 20-21 settembre 1947
La “prima” assemblea nel dopoguerra dei TdG - Congresso di zona Roseto degli Abruzzi (TE)
Congresso di zona - Torino 22-23 settembre 1947
Rapporto alla fratellanza mondiale - Annuario dei TdG 1948
Statistica 1946-1947
Note
Capitolo III
I Testimoni di Geova e lo Stato confessionale (1948)
I Testimoni di Geova sotto lo Stato confessionale
Attività dei TdG in Italia - Rapporto anno 1948
J’accuse del clero cattolico: sovvenzioni a missionari e a predicatori TdG
J’accuse del clero cattolico: sulla propaganda dei TdG
La “Sacra Congregazione del Concilio”: curia romana, sgomenta per il “proselitismo evangelico”
Congresso del “Circuito” Milano 22-23 maggio 1948
Alcuni rapporti delle autorità locali tra il 24-27 giugno 1948 sui gruppi di TdG di: Malo, Pietrelcina, Faenza, Milano, Berbenno di Valtellina e Torino
Il mortificante rapporto della Direzione Generale dei Culti sui TdG - 12 agosto 1948
Trasferimento della filiale WTS da Milano a Roma 1° Settembre 1948
Conferenza dei TdG a Catanzaro - 19 settembre 1948
Ceroni Errico, caso di “obiezione di coscienza al serv. militare” tra i TdG – 1948
Statistica 1947-1948
Note
Capitolo IV
Italia terra di evangelizzazione per i Testimoni di Geova (1949)
Accuse di “comunismo” rivolte dalle autorità dello Stato ai TdG
La condanna del Vaticano ai comunisti 1949
Accuse di “comunismo” del clero cattolico ai TdG
Attività dei TdG in Italia - Rapporto anno di servizio 1949
28 missionari dei TdG arrivano in Italia
Espulsi i missionari TdG dall’Italia
Ambasciata Usa a Roma e missionari TdG
Rapporti delle autorità sui missionari TdG
“Ricordi” dell’opera missionaria
Due “circoscrizioni” rapporto attività
Una migliore e più attenta Organizzazione
Alcuni cambiamenti organizzativi
Rapporto sui TdG in alcuni paesi dell’Abruzzo
Castrovillari (CS) - 10 ottobre 1949
Editoriale sui TdG in Italia - 16 Ottobre 1949
Teramo - 26 ottobre 19491
Chiusano di San Domenico (AV) - 29 novembre 1949
Congresso di zona Faenza, 8-9 gennaio
Congresso di zona Aosta, 1-3 aprile
Congresso di zona Pescara, 22-24 aprile
Incremento delle “Adunanza pubbliche”
Risoluzione del “dissenso scismatico”1947-1949
Statistica 1948-1949
Note
Appendici
Appendice al Capitolo I
N. 1: Rapporto assemblea Milano del 16 maggio 1947
Appendice al Capitolo III
N. 2: Lettera del vescovo di Teramo al clero e ai fedeli dopo la vittoria elettorale del 18 aprile 1948
N. 3: Relazione sul “Proselitismo protestante in Italia” della Sacra Congregazione del Concilio
N. 4: Rapporto della Dir. Gen. Dei Culti del 12.8.1948 sui Testimoni di Geova in Italia
N. 5: La prima perizia psichiatrica in Italia nei confronti di un obiettore di coscienza TdG eseguita dal Prof. Anselmo Sacerdote (1948)
Appendice al Capitolo IV
N. 6: La 12^ classe della Watch Tower Bible School di Gilead
__________
Congressi dei Testimoni di Geova in Italia 1947-1949
Statistica riepilogativa
Cronologia
Indice dei nomi
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7 - PICCOLA ENCICLOPEDIA STORICA SUI TESTIMONI DI GEOVA - VOL. VII- 1943 ÷ 1945

Picc.Encicl.TG-720

Pace Emanuele
nasce nel 1958 in una famiglia aderente già dal 1949, alla fede dei Testimoni di Geova. Abbandona gli studi superiori, all'età di 18 anni, per dedicarsi all'evangelizzazione a tempo pieno, quale Ministro di Culto dei Testimoni di Geova. Viene inviato ed assegnato a tale scopo, in alcuni paesi del meridione d'Italia. Oggi marito, padre e nonno, è impiegato presso un'ente pubblico.


RETROCOPERTINA VII° VOLUME

Tra il 1943 e il 1945 si verificò quello che, i fedeli alla Denominazione: Testimoni di Geova, avevano per anni “profetizzato” durante il ventennio, a costo di durissime persecuzioni, quando invitarono il regime e tutto il suo entourage a: “…ravvedersi dei loro atti ingiusti e dare gloria a Dio…”. I fatti avvenuti il 25 luglio 1943, condussero presto ai tragici eventi del 28 aprile 1945, ma anche ai lieti giorni del 2 maggio 1945, quando le armi in Italia cessarono di sparare.

Così, dal 1943, con le liberazioni dal carcere e dai luoghi di confino di molti fedeli della Denominazione, si iniziò lentamente, malgrado il forte disagio legato ai problemi della guerra civile ancora in corso nella nazione, a ricostruire quei collegamenti e quei rapporti tra la fratellanza nel paese. Un ruolo maggiore, nell'ottemperare a quest'opera pastorale non priva di rischi, fu dato, tra il 1943 e il 1944, da Fossati Agostino, il quale collaborando con l'ufficio Betel a Cernobbio, iniziò a visitare la fratellanza italiana tentando alla meno peggio di ristabilirne i contatti tra i fedeli, prevalentemente nel centro-nord dell'Italia.

Varie furono le negative vicissitudini occorse nel 1943; tra le più infauste ricordo l'arresto nel mese di dicembre di Narciso Riet a Cernobbio, dove aveva eletto la propria residenza solo nel mese di agosto. O la chiusura dell'ufficio Betel a Cernobbio il 10 aprile 1944, perché fatto oggetto delle attenzioni dei fascisti e dei nazisti delle SS. Alla fine dell'anno 1944, venne arrestato dalle SS e deportato in Germania, anche il Fossati, il quale venne liberato solo nella primavera del 1945. Il lato positivo, lo si ebbe per la Denominazione e la fratellanza tutta, dal 18 luglio 1945 e maggiormente, dal 31 ottobre 1945, quando vennero inviate due importantissime circolari dalla WTB&TS che davano per la prima volta ai fedeli in Italia, disposizioni, norme e regole sull'effettiva Organizzazione dei Testimoni di Geova. In Italia, i fedeli non conoscevano l'assetto e la struttura dell'organizzazione religiosa dei Testimoni di Geova, né le sue norme e disposizioni interne; essi ignoravano del tutto e non sapevano in che consistesse l'autentica Organizzazione. La maggioranza dei fedeli vi si adeguò, altri no. Questo periodo fu certamente un momento interessante ma anche agitato per la storia del Movimento.

Nel novembre del 1945, con la visita in Svizzera del presidente della WTB&TS, Nathan H. Knorr, vennero adottati per l'Italia importantissimi provvedimenti per l'assetto amministrativo ed organizzativo, che si concretizzarono a partire già dall'anno 1946 con importanti misure, come ad esempio l'acquisto dell'edificio destinato a Casa Betel, a Milano, nella primavera di quell'anno e il successivo invio di missionari dagli Usa nel 1947. Ma, questa, è tutt'altra storia ancora da scrivere.

È stato utile ed interessante in questo Volume, inserire anche una Addenda, di 46 lettere scelte, riproposte in: “Momenti di vita cristiana. Dalle lettere dei Testimoni di Geova perseguitati in Italia tra il 1925 e il 1945” che risultano essere una vera chicca, nonché un importantissimo e notevolissimo tassello storiografico.

Con il VII Volume, si conclude quest'opera, certamente una faticosissima, gravosa ed onerosa ricostruzione storica iniziata dall'anno 1891 e protrattasi fino all'anno 1945 scritta e sintetizzata in oltre 3.000 pagine riproposte dalla: “Piccola Enciclopedia Storica sui Testimoni di Geova in Italia”. Tuttavia, la storia del Movimento e della Denominazione religiosa, non viene interrotta, ma prosegue. Essa sarà oggetto di un successivo approfondimento in un'altra serie di volumi, questi con il titolo: “I Testimoni di Geova in Italia nel periodo repubblicano”. Qui, per quest'opera, il compito dell'autore finisce, e lascia il posto alle legittime “passioni” di altri studiosi, i quali, spero e mi auspico, vorranno ricostruire ed approfondire maggiormente la storia della Denominazione in Italia, con un superiore impegno di studio, al mio profuso.

PRESENTAZIONE VII° VOLUME

L’autore, con questo suo lavoro, “Piccola Enciclopedia Storica sui Testimoni di Geova in Italia” ha voluto tracciare essenzialmente un percorso orientato verso un’unica precisa meta: dare riscontro, ampiezza e profondità, ai fatti che la cultura dell’uomo conserva sotto l’appello dell’antropologico e del tradizionale.

Picc.Enc.vol.7 325Tutta una materia, da sempre, per la quale bisogna lottare per attestarne la giusta e adeguata significazione. Lottare ieri, come oggi. E non si consideri questo mio dire un’esagerazione. La storia dei Testimoni di Geova è anche lotta contro sistemi totalitari per la libertà di culto e di religione e triste a dirsi anche contro chi il cristianesimo avrebbe dovuto professarlo.

Alcune vicende, anche se poco note, sulla persecuzione dei Testimoni di Geova sotto il regime fascista, presenti nell’archivio centrale dello stato, assumono un aspetto che non sorprende e inquieta. Dimostrano come l’uso strumentale e spregiudicato della disinformazione ha avuto ieri ed ha oggi, l’interesse a creare confusione influenzando negativamente le Autorità e a generare nell’opinione pubblica discriminazione e razzismo.

La ricerca dell’autore, più interessante e sulfurea, ci dà la possibilità di seguire una riflessione antropologica costruita per offrire una lettura organica della storia di questo gruppo religioso e dell’organizzazione sociale su cui è cresciuto.

Sulla base dell’indagine e della ricerca scrupolosa, il Pace ci dà uno strumento di lettura della diversità, individuale, sociale e cultuale di un gruppo, in origine piccolissimo, che ha saputo crearsi uno spazio non soltanto dove altri avevano fallito ma anche in territori vergini, dove gli autoctoni per la prima volta hanno potuto beneficiare del riscatto del Cristo.

La documentazione raccolta evidenzia la discriminazione e la persecuzione verso un gruppo che con spirito di abnegazione, in lungo e in largo ha fatto opera di proselitismo come mai nessuno aveva fatto dai tempi dell’apostolo Paolo. Un’opera d’istruzione e insegnamento che ha dato, in assoluto, il più alto tasso di accrescimento.

Questa Enciclopedia Storica, che può essere considerata punto di riferimento per ulteriori conoscenze, tratteggia delle novità storiche perlopiù sconosciute alle fonti ufficiali. Materiale inedito che risulta, alla luce di attente ricerche, d’importanza storiografica.

Analizzarne la natura e la storia vuol dire affrontare il problema della sua influenza sull’opinione pubblica. L’iniziale opera dei Testimoni di Geova non è stata mera illusione, semmai è da considerarsi una “rivoluzione” del cristianesimo che boccheggiava notevolmente sotto l’influsso della religione di Stato, “professata” dalla stragrande maggioranza degli italiani.

La Chiesa Cattolica ha agito come gruppo di pressione tendente a influenzare i poteri dello Stato, come ben evidenziato da Sergio Lariccia, Dottore in diritto canonico e Avvocato della Sacra Romana Rota in un suo studio sul pluralismo confessionale. Questa pressione, in parte palese, è stata esercitata non solo a danno dei Testimoni di Geova ma contro tutti i “protestanti” accusati di minare le convinzioni della Chiesa Cattolica, convinta di essere l’unica vera chiesa per ordinazione divina.

Lo smarrimento della vecchia religione, avrebbe dovuto lasciare spazio al diritto inalienabile della professione religiosa dei gruppi minori, nel ricordo di un’uguaglianza cristiana abbandonata, senza disagio dagli studiosi, dai teologi e dai giuristi i quali venendo meno alle loro riflessioni etico-religiose, decisero restare muti e ciechi. La storia sarebbe stata diversa e non sarebbe sfociata nelle sue fragili posizioni che ancora oggi sopravvivono.

Pertanto, leggendo il primo volume si rivisitano gli albori di una confessione religiosa in una società complessa come quella italiana che presentava grandi stratificazioni socio-religiose e poco orientata ad aperture che si affacciavano dal “nuovo mondo”.

Purtroppo va detto che la nuova proposta, inizialmente, di fatto, era debole, nonostante le buone intenzioni. Nel 1891, Charles Taze Russell, che soprintendeva all’attività mondiale di predicazione degli Studenti Biblici, visitò per la prima volta alcune città italiane. Egli stesso dovette ammettere che i risultati non erano stati esaltanti, e disse: “Non abbiamo visto nulla che ci incoraggi a sperare in qualche raccolta in Italia”.

Un approccio critico quello di Russell. Gli esiti, nel complesso, ebbe a scrivere, si rivelarono deludenti.

Partendo proprio da questa constatazione, il libro evidenzia l’assenza di un processo d’interazione tra la religione di appartenenza e quella di accoglienza, col forte rischio di sparizione.

Le cose cambiarono dopo la seconda guerra mondiale. Alcuni missionari dedicarono la loro attenzione alla “terra di vitelli”.

Le alte gerarchie vaticane chiesero al governo dell’epoca che fossero espulsi, come risulta da un carteggio rinvenuto negli archivi statali. Salvo rare eccezioni, i missionari dovettero lasciare il paese.

Nonostante gli ostacoli però, gli Studenti Biblici si resero visibili, conformi a quell’immagine che il “potere” della tradizione religiosa italiana non era disposta a concedere, tant’è che si ponevano l’accento e le loro diversità in forme sempre più decontestualizzate.

Il Pace, sulla scorta dell’ordine cronologico che ha voluto favorire nell’offrire quest’opera, stralci di documenti considerati “rari e introvabili”. Non si tratta di semplici citazioni ma di varie annotazioni sempre più particolareggiate, sempre più esito di attente e appassionate ricerche e catalogazioni che hanno richiesto anni di studi e impegno.

Gli attenti lettori, probabilmente vi troveranno alcune inevitabili ripetizioni concettuali pur se espressi in contesti diversi ma sempre col taglio fenomenologico. Inoltre l’autore ha mantenuto il più possibile intatte le citazioni per salvaguardarne il valore storico per evitare strumentalizzazioni da parte di revisionisti senza scrupoli.

Un’opera affidabile per il materiale contenuto che anche allo studioso non lascia sbavature o sbiadite pagine di un passato senza storia.

È chiaro dunque per tutto questo che per Emanuele Pace, il suo lavoro non è un’avventura o un capriccio, ma la realizzazione di un progetto capace di parlare e di farsi ascoltare.

Non sarà “una voce nel deserto” ma sarà un documento d’inestimabile valore utile soprattutto alle generazioni a venire.

Una cosa è certa, l’autore non si pone sullo “scranno del giudice”, ma un giudice che intende valutare attentamente le fonti, prima di acquisirle a piene mani. Una riprova, questa, di un Pace studioso oltre il limite del ricercatore/raccoglitore.

Dott. Christian E. Maccarone
Presidente del Centro Studi Storico-Sociali Siciliani
Tourcoing (F) 24 settembre 2012

INDICE VII° VOLUME

CAPITOLO XLIV
Neutralità cristiana ultima condanna ad un TdG per “obiezione di coscienza” nel periodo di guerra (1943)

Il principio della fine
L’obiezione di coscienza del TdG Di Felice Nicola
Note

CAPITOLO XLV
25 luglio 1943 prima della fine

Comincia la discussione
La votazione
La caduta di una “sacralità”
Note

CAPITOLO XLVI
Cernobbio una lenta riorganizzazione versola legalità (1943-1944)

Secondo periodo cernobbiese
La liberazione dei TdG 1943-1944
Cernobbio attività nell’ufficio WTS 1943
Pizzato Maria – Protti Albina, Modigliana agosto-dicembre 1943
Cernobbio fine dicembre 1943 - arresto di Riet Narciso
L’ufficio-betel 1944 e i viaggi di Fossati Agostino
L’arresto di Fossati Agostino
Chiuso l’ufficio-betel di Cernobbio – 10 aprile 1945
Note

CAPITOLO XLVII
Iniziative di stampa dei TdG pescaresi di opuscoli della WTS-IBSA (1944-1945)

Stampe WTS-IBSA edite a Pescara nel 1944-1945
TdG isolati in Italia tra il 1943 e il 1944
Cariche a Sindaco offerte ai TdG nel 1944
Una lenta riorganizzazione verso la legalità 1944-1945
Note

CAPITOLO XLVIII
Le basi dell'Organizzazione dei Testimoni di Geova in Italia (1945)

Le basi dell’Organizzazione dei TdG in Italia -1945
Riaperto l’ufficio-betel a Cernobbio, giugno-luglio 1945
18 luglio 1945 - Lettera-Circolare WTB&TS
Contatti tra i TdG nel 1945
31 ottobre 1945 - Circolare WTB&TS sulle basi organizzative dei TdG in Italia
Le reazioni dei TdG italiani alla circolare del 31 ottobre 1945
Statistica - Numeri dei TdG in Italia 1939-1945
Knorr Nathan Homer - Berna 1945
Note

CAPITOLO XLIX
Notizie alla fratellanza modiale nella Stampa WTB&TS (Yearbook 1946)

Annuario inglese 1946 pagina 149-151
Note

CAPITOLO L
La Stampa WTS-IBSA, in Italia (1943-1945)
Note

CAPITOLO LI
Conclusione

Addenda

MOMENTI DI VITA CRISTIANA
Dalle lettere dei Testimoni di Geova perseguitati in Italia tra il 1925 e il 1945

Introduzione
Lettere scelte:

Primo arresto - 22 settembre 1925
Lettera di servizio - 9 luglio 1925
2 novembre 1925
Distribuzione volantino: L’Ecclesiasticismo in istato d’accusa, 1925
Clero intemperante 1926
Lettere pastorali 1929
De Cecca Giovanni a Cuminetti Remigio - 11.11.1929
Italian Department WTB&TS, a Martino Casà - 26 giugno 1931
Evangelizzazione 1931-1932
Italian Department WTB&TS – a A.L. - 9 giugno 1934
Martinelli Marcello a Sbalchiero Girolamo - 15 agosto 1934
Lettera al clero – 28 gennaio 1935
Neutralità cristiana in D’Angelo Guerino - 1935-1936
Lettera ad un simpatizzante alla fede - 1935-1936
Teresina Vissani alla famiglia Paschetto - 1935-1936
Teresina Vissani a Alessandrina Griset - 4.5.1936
Il tuo zelo aumenta! - 4.7.1936
Lettera al figlio - 8.7.1936
Lettera al marito – 6.10.1936
Lettera dalla madre – 15.10.1936
Cuminetti Remigio a Sbalchiero Girolamo - 27.7.1937
Breve rapporto sul congresso avuto a Parigi nel 1937 - Lettera diCuminetti Remigio a Doria Salvatore - 27.10.1937
Martinelli Marcello a Sbalchiero Girolamo - 1°.2.1938
Sbalchiero Girolamo a Martinelli Marcello - 10.4.1938
Italian Department WTB&TS ad un interessato - 2.5.1938
Martinelli Marcello a Sbalchiero Girolamo - 27.5.1938

Pizzoferrato Vincenzo a Martinelli Marcello - 3.7.1938
Marcello Martinelli a Sbalchiero Girolamo - 18.8.1938
Breve carteggio epistolare intercorso fra De Cecca Giovanni e Paschetto Vittorio Giosuè…, 1934-1939
La supplica - 9 gennaio 1939
Sbalchiero Girolamo a Martinelli Marcello - 28 marzo 1939
Gianni Attilio, lettere dal confino, 1939-1940
Italian Department WTB&TS a Cavalluzzo Michele – 18.4.1939
Sbalchiero Girolamo a Martinelli Marcello (s.d. – primavera 1939)
Discorso funebre (s.d. – aprile 1939)
Il battesimo – 14.08.1939
Harbeck C. Martin– 6 settembre 1939
Di Marco Caterina a Protti Albina – 25.9.1939
Pizzato Maria M. a Protti Albina – 9.9.1939
Sorelle Bionaz a Protti Albina – 29.9.1939
Sbalchiero Girolamo a Pizzato Maria Maddalena - 13.11.1939
Alla fratellanza italiana – (s.d. gennaio 1940)5
La condanna – 25.4.1940
Rutimann Alfred a J. F. Rutherford – 8.8.1941
Gianni Attilio a D’Alimonte Antonio – 18.5.1943
Battisti Albino a Di Cenzo Mariantonia – 5.9.1945

Appendici

Appendice al Capitolo XLIV
N. 66: Tribunale Ter.le Militare - Sentenza Di Felice Nicola

Appendice al Capitolo XLVII
N. 67: “Il Sindaco” (giugno 1944-maggio 1945)

CRONOLOGIA

INDICE DEI NOMI

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6 - PICCOLA ENCICLOPEDIA STORICA SUI TESTIMONI DI GEOVA - VOL. VI - 1940 ÷ 1942

RETROCOPERTINA VI° VOLUME

Per comprendere fino a che punto sotto il regime fascista, le attività persecutorie nei confronti dei Testimoni di Geova si spinsero e raggiunsero il loro apice maggiore, occorre considerare da vicino cosa avvenne tra la fine del mese di gennaio e il mese di aprile 1940, quando si mise in moto la macchina “giudiziaria” del Tribunale Speciale per la difesa dello Stato, approntando un iter che si concluse con il processo dei fedeli della Denominazione e con il pronunciamento dell'ignobile sentenza n. 50, del 19 aprile.

Il VI volume affronta in modo approfondito gli eventi che si susseguirono durante questi mesi, dopo che l'Ovra n. 4 deferì i 26 fedeli al Tribunale Speciale e quello che avvenne successivamente, fino all'anno 1942.

Il 27 gennaio 1940 il Sostituto Procuratore Generale presso il Tribunale Speciale, trasmise gli atti processuali al Giudice Istruttore. Quest'ultimo il 2 febbraio compì un primo importantissimo atto e, successivamente, costituì la Commissione Istruttoria che, tra il 7 febbraio e il 9 marzo interrogò i 26 imputati, alcuni più volte.

Il 3 aprile il Giudice Istruttore a conclusione dell'iter, emise la sentenza istruttoria n. 25. Questa sentenza fu una brutta copia, della sentenza n. 50, che 17 giorni più tardi venne pronunciata dai giudici del Tribunale Speciale per la difesa dello Stato, nella seduta del 19 aprile. Mentre tra il 4 e il 6 aprile furono nominati dal Presidente del Tribunale Speciale i difensori di fiducia e i difensori d'ufficio degli imputati.

Il 19 aprile fu il giorno della celebrazione del processo per i 26 fedeli, processo che si svolse nella sola mattinata e che vide condannati tutti gli imputati a pene che variavano da 2 anni a 11 anni di reclusione, mentre per alcuni imputati, ci furono delle dure pene accessorie. Complessivamente le pene inflitte assommarono a 186 anni, mesi 1 e giorni 10 di reclusione.

Se il Tribunale Speciale inferse un durissimo colpo alla Denominazione colpendo maggiormente i fedeli responsabili dell'attività cultuale ed organizzativa, già alla fine di giugno 1940, per iniziativa della sede filiale WTS a Berna, si tentò con molta circospezione di riorganizzare quelle iniziative e riattivare l'opera clandestina, coordinate in questo periodo nella nazione dalla fedele Randa Anna Maria, moglie di Riet Narciso, residente nel paese di confine: Cernobbio. Interessante è conoscere i primi passi della riorganizzazione, in quello che definisco nello studio il primo periodo cernobbiese, che va dalla fine di giugno 1940 ad inizio febbraio 1942. Mentre per le vicende che interessano il secondo periodo cernobbiese, dal 1943 al 1944-1945, si rimanda al Volume VII.

Non si può non ricordare gli eventi accaduti oltreoceano, quando l'8 gennaio 1942 il secondo presidente della WTB&TS, Rutherford J. F., muore a San Diego, CA, e il 13 gennaio 1942 venne eletto alla carica di terzo presidente della WTB&TS, Knorr Nathan H., il quale negli anni svilupperà per la Denominazione una fede dalle esatte proporzioni che contraddistinse la formazione dottrinale dei Testimoni di Geova e il loro indiscusso successo numerico a livello mondiale.

A partire dalla fine dell'estate del 1943, con le scarcerazioni dei condannati dal Tribunale Speciale e la liberazione dei fedeli deportati al confino, l'opera evangelica e cultuale della Denominazione torna gradualmente a riattivarsi. In Italia inizialmente venne gestita da Cernobbio, poco dopo dalla città di Milano, in un crescendo positivo per adesioni alla dottrina, merito delle nuove iniziative e disposizioni volute ed attuate nel periodo knorriano.

PRESENTAZIONE VI° VOLUME

L’autore, con questo suo lavoro, “Piccola Enciclopedia Storica sui Testimoni di Geova in Italia” ha voluto tracciare essenzialmente un percorso orientato verso un’unica precisa meta: dare riscontro, ampiezza e profondità, ai fatti che la cultura dell’uomo conserva sotto l’appello dell’antropologico e del tradizionale.

Picc. Encicl.vol. 6 325Tutta una materia, da sempre, per la quale bisogna lottare per attestarne la giusta e adeguata significazione. Lottare ieri, come oggi. E non si consideri questo mio dire un’esagerazione. La storia dei Testimoni di Geova è anche lotta contro sistemi totalitari per la libertà di culto e di religione e triste a dirsi anche contro chi il cristianesimo avrebbe dovuto professarlo.

Alcune vicende, anche se poco note, sulla persecuzione dei Testimoni di Geova sotto il regime fascista, presenti nell’archivio centrale dello stato, assumono un aspetto che non sorprende e inquieta. Dimostrano come l’uso strumentale e spregiudicato della disinformazione ha avuto ieri ed ha oggi, l’interesse a creare confusione influenzando negativamente le Autorità e a generare nell’opinione pubblica discriminazione e razzismo.

La ricerca dell’autore, più interessante e sulfurea, ci dà la possibilità di seguire una riflessione antropologica costruita per offrire una lettura organica della storia di questo gruppo religioso e dell’organizzazione sociale su cui è cresciuto.

Sulla base dell’indagine e della ricerca scrupolosa, il Pace ci dà uno strumento di lettura della diversità, individuale, sociale e cultuale di un gruppo, in origine piccolissimo, che ha saputo crearsi uno spazio non soltanto dove altri avevano fallito ma anche in territori vergini, dove gli autoctoni per la prima volta hanno potuto beneficiare del riscatto del Cristo.

La documentazione raccolta evidenzia la discriminazione e la persecuzione verso un gruppo che con spirito di abnegazione, in lungo e in largo ha fatto opera di proselitismo come mai nessuno aveva fatto dai tempi dell’apostolo Paolo. Un’opera d’istruzione e insegnamento che ha dato, in assoluto, il più alto tasso di accrescimento.

Questa Enciclopedia Storica, che può essere considerata punto di riferimento per ulteriori conoscenze, tratteggia delle novità storiche perlopiù sconosciute alle fonti ufficiali. Materiale inedito che risulta, alla luce di attente ricerche, d’importanza storiografica.

Analizzarne la natura e la storia vuol dire affrontare il problema della sua influenza sull’opinione pubblica. L’iniziale opera dei Testimoni di Geova non è stata mera illusione, semmai è da considerarsi una “rivoluzione” del cristianesimo che boccheggiava notevolmente sotto l’influsso della religione di Stato, “professata” dalla stragrande maggioranza degli italiani.

La Chiesa Cattolica ha agito come gruppo di pressione tendente a influenzare i poteri dello Stato, come ben evidenziato da Sergio Lariccia, Dottore in diritto canonico e Avvocato della Sacra Romana Rota in un suo studio sul pluralismo confessionale. Questa pressione, in parte palese, è stata esercitata non solo a danno dei Testimoni di Geova ma contro tutti i “protestanti” accusati di minare le convinzioni della Chiesa Cattolica, convinta di essere l’unica vera chiesa per ordinazione divina.

Lo smarrimento della vecchia religione, avrebbe dovuto lasciare spazio al diritto inalienabile della professione religiosa dei gruppi minori, nel ricordo di un’uguaglianza cristiana abbandonata, senza disagio dagli studiosi, dai teologi e dai giuristi i quali venendo meno alle loro riflessioni etico-religiose, decisero restare muti e ciechi. La storia sarebbe stata diversa e non sarebbe sfociata nelle sue fragili posizioni che ancora oggi sopravvivono.

Pertanto, leggendo il primo volume si rivisitano gli albori di una confessione religiosa in una società complessa come quella italiana che presentava grandi stratificazioni socio-religiose e poco orientata ad aperture che si affacciavano dal “nuovo mondo”.

Purtroppo va detto che la nuova proposta, inizialmente, di fatto, era debole, nonostante le buone intenzioni. Nel 1891, Charles Taze Russell, che soprintendeva all’attività mondiale di predicazione degli Studenti Biblici, visitò per la prima volta alcune città italiane. Egli stesso dovette ammettere che i risultati non erano stati esaltanti, e disse: “Non abbiamo visto nulla che ci incoraggi a sperare in qualche raccolta in Italia”.

Un approccio critico quello di Russell. Gli esiti, nel complesso, ebbe a scrivere, si rivelarono deludenti.

Partendo proprio da questa constatazione, il libro evidenzia l’assenza di un processo d’interazione tra la religione di appartenenza e quella di accoglienza, col forte rischio di sparizione.

Le cose cambiarono dopo la seconda guerra mondiale. Alcuni missionari dedicarono la loro attenzione alla “terra di vitelli”.

Le alte gerarchie vaticane chiesero al governo dell’epoca che fossero espulsi, come risulta da un carteggio rinvenuto negli archivi statali. Salvo rare eccezioni, i missionari dovettero lasciare il paese.

Nonostante gli ostacoli però, gli Studenti Biblici si resero visibili, conformi a quell’immagine che il “potere” della tradizione religiosa italiana non era disposta a concedere, tant’è che si ponevano l’accento e le loro diversità in forme sempre più decontestualizzate.

Il Pace, sulla scorta dell’ordine cronologico che ha voluto favorire nell’offrire quest’opera, stralci di documenti considerati “rari e introvabili”. Non si tratta di semplici citazioni ma di varie annotazioni sempre più particolareggiate, sempre più esito di attente e appassionate ricerche e catalogazioni che hanno richiesto anni di studi e impegno.

Gli attenti lettori, probabilmente vi troveranno alcune inevitabili ripetizioni concettuali pur se espressi in contesti diversi ma sempre col taglio fenomenologico. Inoltre l’autore ha mantenuto il più possibile intatte le citazioni per salvaguardarne il valore storico per evitare strumentalizzazioni da parte di revisionisti senza scrupoli.

Un’opera affidabile per il materiale contenuto che anche allo studioso non lascia sbavature o sbiadite pagine di un passato senza storia.

È chiaro dunque per tutto questo che per Emanuele Pace, il suo lavoro non è un’avventura o un capriccio, ma la realizzazione di un progetto capace di parlare e di farsi ascoltare.

Non sarà “una voce nel deserto” ma sarà un documento d’inestimabile valore utile soprattutto alle generazioni a venire.

Una cosa è certa, l’autore non si pone sullo “scranno del giudice”, ma un giudice che intende valutare attentamente le fonti, prima di acquisirle a piene mani. Una riprova, questa, di un Pace studioso oltre il limite del ricercatore/raccoglitore.

Dott. Christian E. Maccarone
Presidente del Centro Studi Storico-Sociali Siciliani
Tourcoing (F) 24 settembre 2012

INDICE VI° VOLUME

CAPITOLO XXXVI
Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato - Istruttoria processuale per i Testimoni di Geova (27 gennaio - 3 aprile 1940)

27 gennaio 1940 - Iter giudiziario: l’autodafè ha inizio!
2 febbaio 1940: mandato di cattura
7 febbraio - 9 marzo 1940: la Commissione Istruttoria
Interrogatori degli imputati, nella fase istruttoria

Pizzato Maria Maddalena - Martinelli Marcello - Paschetto Vittorio Giosuè - Protti Geltrude Albina - Di Cenzo Mariantonia - Di Marco Caterina - Doria Salvatore - D’Ettorre Domenico - Bello Francesco - Di Giampaolo Francesco - Taroni Domenico - Neviconi Giuseppe - Pizzoferrato Vincenzo - Ricci Tommaso - Costantini Guido - Stefanon Narciso - Di Felice Gerardo - Giardinelli Veronino - Giovannoli Michele - Ercolino Tobia - Cavalluzzo Michele - D’Angelo Guerino - Liberatore Francescopaolo - Zortea Francesco - Predebon Romano - Sbalchiero Girolamo

18 marzo 1940 – decreto fissazione dell’Udienza
3 aprile 1940 – Sentenza n. 25, della Commissione Istruttoria
Il Carcere – Trauma nei primi mesi
Ancora sulle abiure
Note

CAPITOLO XXXVII
Il Tribunale Speciale giudica e condanna la fede dei Testimoni di Geova (19 Aprile 1940)

Il Tribunale Speciale fascista per la difesa dello Stato - Breve cenno storico
1° aprile 1940 – Il P.M. rinvia a giudizio i 26 TdG
4 aprile 1940 - Notifica Sentenza n. 25, della Comm. Istr.ai 26 imputati in carcere
I capi d’accusa – I reati
4 aprile 1940 – Nomina difensori di fiducia
6 aprile 1940 – Nomina difensori d’ufficio
Testi dell’accusa
Testi a discolpa
16 aprile 1940 – Traduzione dei detenuti
19 aprile 1940 – Il processo
19 aprile 1940 – Ricordi di alcuni imputati
Le foto degli imputati-condannati
Sentenza del TS n. 50 del 19 aprile 1940
Leggenda semplificata delle condanne
I TdG condannati per regione di appartenenza
L’esecuzione della pena
La notizia della condanna
1943 - Le scarcerazioni dei condannati
Note

CAPITOLO XXXVIII
Notizie alla fratellanza modiale nella Stampa WTB&TS(Yearbook 1941)

Annuario inglese 1941 pagina 180-185
Note

CAPITOLO XXXIX
Cernobbio, una “riorganizzazione” nella clandestinità (maggio-dicembre 1940)

Cernobbio (CO) - Il “primo” periodo cernobbiese 1940-1942
Randa Anna Maria coniugata Riet - Cernobbio 21 giugno 1940
Fossati Agostino, Ginevra - 13 gennaio 1940
Fossati Agostino, Torino - fine gennaio 1940
Fossati Agostino, Torino - gennaio 1941
Note

CAPITOLO XL
Ultimi arresti di Testimoni di Geova (dicembre 1940-maggio 1942)

Arresti anno 1940
Arresto anno 1941
Arresti anno 1942
Conclusione
Note

CAPITOLO XLI
Il carcere per i Testimoni di Geova (1940-1943)

Il Carcere
TdG e il carcere
I numeri di matricola dei TdG in carcere
Il vitto in carcere
Controversie su fede-coscienza tra i TdG in carcere
Aiuti tra fedeli TdG
Istanza di grazia dei parenti
Istanze di grazia dei detenuti TdG - Lo scontro “ideologico”
Richiesta liberazione condizionale nelle decisioni del Giudice di Sorveglianza e del Consiglio di Disciplina
Condono residuo della pena - grazia sovrana - Circolare Ministero Interno n. 46643 del 27.7.1943; Circolare Ministero Internon. 49216 del 14.8.1943
Autorizzazioni a corrispondere
L’acquisto di una Bibbia - Libri e periodici
Malattie e trasferimenti
Le visite dei familiari al detenuto
Ricordi del carcere 1939-1944
Dalle Cartelle Biografiche
Le scarcerazioni
Note

CAPITOLO XLII
Rutherford Joseph Franklin (8.1.1942)

Una breve biografia
Gli anni della crisi 1917-1919
La condanna 21.06.1918
Centralità organizzativa
Il carattere di Rutherford
Dalla penna del Giudice Rutherford
Rutherford e l’Italia
Il terzo presidente: Knorr Nathan Homer
Note

CAPITOLO XLIII
La Stampa WTS-IBSA, in Italia (1940-1942)

APPENDICI

Appendici

Appendice al Capitolo XXXVI

N. 49: Memoria scritta al Presidente del TS della Pizzato M. Maddalena
N. 50: Memoria scritta al Presidente del TS da Martinelli Marcello
N. 51: Memoria scritta al Presidente del TS da Paschetto Vittorio Giosuè
N. 52: Memoria scritta al Presidente del TS da Protti Geltrude Albina
N. 53: Memoria scritta al Presidente del TS da Doria S.
N. 54: Memoria scritta al Presidente del TS da Pizzoferrato Vincenzo
N. 55: Memoria scritta al Presidente del TS da Ricci T.
N. 56: Lettera di rifiuto a prestare servizio militare di D’Angelo Guerino
N. 57: La difesa dei Testimoni di Geova quando sono portati in corte per avere predicato l’evangelo del Regno
N. 58: Memoria scritta al Presidente del TS da Predebon R.
N. 59: Lettara della filiale WTB&TS di Berna da Sbalchiero G.
N. 60: Memoria scritta al Presidente del TS da Sbalchiero G.

Appendice al Capitolo XXXVII

N. 61: Memoria scritta al Presidente del TS da Di Giampaolo F. 395
N. 62: “Esame di testimonio senza giuramento” dell’Ispettore Ovra n. 4, Andriani Pasquale
N. 63: Corte d’Appello L’Aquila – Revisione speciale della sentenza n. 50/19.4.1940

Appendice al Capitolo XLI

N. 64: Lettera 11.8.1943 di Doria Salvatore
N. 65: Discorso funebre (1939)

CRONOLOGIA

INDICE DEI NOMI

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