RETROCOPERTINA
Stanchi dei soliti libri su Darwin? Ecco il primo libro contro Darwin! Un libro che vi racconterà quello che il vostroinsegnante di scienze probabilmente non vi ha mai detto. Lo sapevate che molte prove che sono state finora addotte a supporto della teoria darwiniana sono state accettate acriticamente da tutti gli scienziati evoluzionisti senza verificarne l'attendibilità?
Lo sapevate che i fossili non ci consentono di trarre alcuna conclusione certa sull'evoluzione delle specie?
Perché l'evoluzionismo non ha trovato finora applicazione nel campo della medicina?
E se il darwinismo fosse diventato una mera ideologia e strenuamente difeso proprio in quanto ideologia indiscutibile e da accettare quasi come verità di fede?
E se il disegno intelligente fosse molto di più che un'ipotesi utile agli uomini di fede?
E se fosse una teoria che riesce a spiegare le complessità del mondo vivente, anche a livello molecolare, meglio delle «mutazioni casuali» postulate dall' evoluzionismo?
INTRODUZIONE
Jonathan Wells, scienziato iconoclasta
QUESTA BRILLANTE GUIDA politicamente scorretta al darwinismo e al disegno intelligente di Jonathan Wells, ricercatore in biologia molecolare presso l'università di Berkeley, testimonia il crescente interesse intellettuale che le critiche all'evoluzionismo stanno suscitando negli Stati Uniti e in Europa. Wells, nato a New York nel 1942, è uno scienziato "iconoclasta" che non ha mai avuto paura di esporsi per le proprie idee, tanto che in gioventù si è fatto anche un anno e mezzo di galera per aver protestato contro la guerra del Vietnam. Nel 2002 aveva acquisito una certa notorietà nel mondo scientifico statunitense pubblicando un libro, The leons ofEvolution, nel quale denunciava l'approccio dogmatico e fideistico con cui il darwinismo viene insegnato nelle scuole, e metteva in luce le imprecisioni scientifiche, se non le vere e proprie frodi, che riempiono i più diffusi manuali di biologia1.
Le "icone" dell' evoluzione sono quelle immagini ormai classiche che da decenni continuano ad essere riproposte nei testi degli studenti per illustrare le "conquiste scientifiche" del darwinismo, come l'esperimento di Stanley Miller sull' origine della vita, l'albero della vita darwiniano, l'archaeopterix (il supposto anello di congiunzione tra i rettili e gli uccelli) e gli embrioni di Ernst Haeckel. La cosa sorprendente è che, malgrado la scienza ne abbia da tempo negato la validità, continuano ad essere riproposte come se nulla fosse. Per Wells queste scorrettezze intellettuali sono rappresentative dei metodi sleali che l'establishment evoluzionista è disposto ad adottare per difendere le proprie teorie.
La crisi scientifica del darwinismo
Il consenso crescente a favore della teoria dell' Intelligent Design è la conseguenza dei numerosi problemi che il darwinismo ortodosso ha accumulato nel corso degli anni, ai quali non sembra in grado di offrire risposte convincenti. Una volta eliminate tutte le sovrastrutture ideologiche e filosofiche, le certezze scientifiche del darwinismo risultano intatti scarse e di dubbio valore2.
Nessuno, infatti, ha mai osservato direttamente, in laboratorio e tanto meno in natura, le modalità con cui il caso, la selezione naturale o i condizionamenti ambientali abbiano dato origine alla vita o abbiano prodotto la macroevoluzione, cioè la trasformazione di una specie in un'altra. Se vogliamo rimanere ai fenomeni osservati, rispettando il metodo empirico canonizzato fin dai tempi di Galileo, l'abiogenesi (lo sviluppo della vita dalla materia inorganica, come postula l'evoluzionismo) è stata confutata dagli esperimenti di Francesco Redi, Lazzaro Spallanzani e, in maniera definitiva, di Louis Pasteur. Lunica cosa che si può constatare empiricamente è la microevoluzione, cioè quel cambiamento limitato dei viventi, all'interno di una stessa specie, di cui le regole della genetica mendeliana mostrano il funzionamento regolare e ordinato, e non certo casuale3.
Il campo dove si gioca la partita decisiva è probabilmente quello della paleontologia. Se la teoria di Darwin fosse corretta, la terra dovrebbe essere stracolma di reperti fossili appartenenti a un numero incalcolabile di organismi intermedi tra una specie e l'altra. Tuttavia dopo 150 anni di ricerche non solo non sono stati ritrovati gli anelli intermedi tra una specie e l'altra, ma dai ritrovarnenti fossili risulta, al contrario, che le specie viventi siano apparse più o meno simultaneamente, già perfettamente formate, nella grande esplosione di vita del Cambriano, circa 540 milioni di anni fa4.
Tutte le supposte scoperte di forme transizionali intermedie (come il teschio di Piltdown, il "pitecantropo" di Giava, l'Uomo di Pechino, l'Uomo del Nebraska, l'archaeopterix o l'archaeoraptor) si sono rivelate ad un più attento esame come degli errori di valutazione, se non dei veri e propri falsi costruiti ad arte. Occorre dunque ammettere che, allo stato attuale, i fossili non si accordano con l'ipotesi evoluzionista5.
Lo studioso Marco Respinti ha notato un fatto curioso: un abate (Gregor Mendel) ha dimostrato l'infondatezza della casualità nella trasmissione dei caratteri ereditari; un altro abate (Lazzaro Spallanzani) ha demolito per primo l'ipotesi della "generazione spontanea" della vita; un medico profondamente cattolico (Louis Pasreur) ha smascherato la farsa dell'abiogenesi. I più eristallini e onesti indagatori del reale attraverso i canoni del metodo scientifico galileiano sono quindi tutti uomini di gran fede religiosa, mentre dalla parte dei darwinisti abbondano gli ideologi pressappochisti e talvolta anche i veri e propri truffatori, come il falsificatore Ernst Haeckel, lo scienziato stalinista Trofim Lysenko o, ai nostri giorni, 1'antropologo tedesco Reiner Protsch von Zieten, che per trent'anni ha manipolato i dati a nostra disposizione sull' uomo di Neandhertal6.
L'offensiva sferrata dal1'Intelligent Design contro il darwinismo, come osserva jonathan Wells, sembra dunque avere tutte le caratteristiche delle maggiori rivoluzioni scientifiche del passato. I sostenitori del darwinismo appaiono sulla difensiva, e il loro tentativo di rifiutare o di censurare il dibattito, anche ricorrendo alla via giudizi aria, è il segno più evidente delle loro difficoltà. Per lungo tempo l'establishment scientifico ha cercato di convincere il pubblico che l'unica opposizione all'evoluzionismo proviene dai creazionisti biblici. Il disegno intelligente, tuttavia, è una teoria nata nei laboratori scientifici e nelle università, non tra i fondamentalisti protestanti della Bible Beli, e la sua popolarità si sta estendendo anche fuori dagli Stati Uniti.
I darwinisti, moderni epicurei
L'attuale confronto tra il darwinismo e il disegno intelligente non è, ovviamente, un' asettica disputa scientifica, ma è parte di un più ampio conflitto metafisico tra due visioni contrapposte del mondo: quella materialistica o naturalistica, che nega l'esistenza del sovrannaturale, e quella teistica, secondo cui l'universo è creato e guidato da un'intelligenza superiore. Levoluzionismo, come ha spiegato il professor Roberto de Mattei, è infatti un insieme composto da un'ipotesi scientifica, conosciuta come "teoria dell' evoluzione" e da un sistema filosofico, che possiamo definire evoluzionismo in senso stretto per distinguerlo dalla teoria dell' evoluzione. Teoria scientifica e teoria filosofica formano due aspetti distinti di un unico complesso, che hanno bisogno l'uno dell'altro per sopravvivere, e si sorreggono a vicenda: "l'ipotesi scientifica, che non è mai stata dimostrata, si nutre del sistema filosofico; la tesi filosofica, per giustificarsi, si fonda a sua volta sulla presunta teoria scientifica"7.
Il confronto tra il teismo e il materialismo è in verità antichissimo, e risale agli albori della cultura occidentale. Secondo lo studioso americano Benjamin Wiker una delle prime e più compiute esposizioni della filosofia naturalista si può far risalire al greco Epicuro, nato nel 341 a. C. Oggi Epicuro viene ricordato solitamente come "il filosofo del piacere", mameno note sono la sua concezione del piacere e le ragioni per cui attribuì al piacere uno status così elevato.
Diversamente dagli edonisti contemporanei, per Epicuro il piacere non consisteva nel perseguimento sfrenato del godimento fisico, ma nella liberazione dall'inquietudine. Epicuro era convinto che le credenze in Dio e nell'aldilà, così legate all'idea di responsabilità e di giudizio morale, turbassero gli animi degli uomini e fossero incompatibili con la vita buona. Per Epicuro e i suoi seguaci un Dio che è attivamente coinvolto nelle vicende umane e che ci giudica nell'altra vita pone delle indebite restrizioni alla nostra vita presente, ci impone di modificare la nostra condotta quotidiana, e distrugge pertanto la nostra pace interiore e la nostra felicità. Per annullare queste fonti di preoccupazione Epicuro propose una visione meccanicistica e materialistica della natura, vista come un aggregato di entità materiali che operano secondo cieche leggi naturali. Dio e gli dei potrebbero anche esistere, ma non si interessano del mondo e non giocano alcun ruolo nelle vicende umane. Dato che gli uomini appartengono alla natura e consistono interamente in entità materiali, la morte non è altro che una dissoluzione dello stato materiale che annulla ogni sorta di coscienza della nostra esistenza. Il materialismo diventa così una sorta di cura terapeutica, che libera gli uomini dalla paura dell'aldilà. Tutto questo suona molto moderno e "scientifico"8.
La filosofia epicurea ebbe una grande diffusione a Roma nel primo secolo a. c., ed ebbe come suo massimo esponente il poeta latino Lucrezio, il quale anticipò in maniera impressionante le idee evoluzioniste di Darwin, seppur in forma letteraria e non scientifica. Nella sua opera De Rerum Natura, Lucrezio spiegò che le combinazioni casuali degli atomi eterni sono all'origine della diversità delle specie; che i "mostri" (Darwin li chiamerà "mostruosità") non sopravvivono perché non sono in grado di difendersi, di sostenersi e di procreare; che gli animali sopravvissuti sono necessariamente i più intelligenti, forti o coraggiosi; che gli animali meno adatti alla sopravvivenza vengono distrutti dalla natura, cioè si estinguono9.
La vittoria del Cristianesimo mise però in ombra, per parecchi secoli, il materialismo di Epicuro e Lucrezio. Il Cristianesimo, il principale rivale dell' epicureismo, fece infatti trionfare l'idea che Dio ha progettato l'ordine naturale, e che questo ordine naturale è la fonte dell' ordine morale. La riscoperta di Epicuro e Lucrezio durante il Rinascimento riaccese l'antica disputa, che si prolungò nel corso della rivoluzione scientifica del sedicesimo e diciassettesimo secolo. Nel diciannovesimo e ventesimo secolo, anche grazie alle fortuna delle idee di Darwin, in Occidente la filosofia materialista ha conquistato nuovamente il predominio nel mondo scientifico, e probabilmente anche nella società più in generale.
Darwinismo e cultura della morte
La conseguenza della vittoria culturale del naturalismo filosofico sul teismo è stata la diffusione di quella mentalità che Giovanni Paolo II ha definito, nell' enciclica Evangelium Vìtae, "cultura della morte". Questa cultura respinge l'idea cristiana della dignità assoluta e del valore infinito della persona in quanto unica, irripetibile e fatta a immagine del Creatore. Al suo posto vuole sostituirvi una concezione di individuo spersonalizzato: un essere materiale che è il risultato di forze naturali cieche e indifferenti. Il risultato di questa concezione dell'uomo è una cultura, dominante nell' attuale Occidente secolarizzato, che non solo ammette ma esalta e promuove l'aborto, il controllo delle nascite, l'eutanasia, l'eugenetica, gli esperimenti sugli embrioni umani, illibertinismo, il divorzio, la promiscuità e le perversioni sessuali, il consumo di droghe, la sfrenata ricerca edonistica del piacere, l' occultismo, l'esaltazione degli istinti più bestiali: e tutto questo non solo nelle leggi, ma anche nella letteratura, nella musica, nell' arte, nello spettacolo10.
Nelle sue ultime più mostruose manifestazioni, l'eutanasia praticata in Olanda dai medici sui bambini, si nota come questa cultura consideri come "conquiste di civiltà" tutte quelle pratiche, come l'infanticidio, che erano invece tipiche delle antiche epoche pagane. Pur spacciandosi come "progressista", l'attuale cultura secolare sta riportando l'Occidente ai secoli oscuri, prima che iniziasse l'opera civilizzatrice della Chiesa tendente a screditare o ad abolire gli aspetti peggiori della cultura pagana. Naturalmente il ritorno delle culture pre-cristiane in Occidente non è avvenuto da un giorno all'altro, ma per gradi, grazie all'influsso di una serie di pensatori che hanno respinto l'eredità cristiana per abbracciare le cosmologie materialiste sorte nell' antica Grecia (particolarmente quelle atomistiche ed epicuree), riportate in auge nel periodo rinascimentale e attualmente dominanti in Occidente sotto le più scientifiche vesti del darwinismo evoluzionistico11.
Scorrendo il pensiero occidentale degli ultimi due secoli è possibile individuare i nomi più significativi degli "architetti della cultura della morte" che hanno contribuito a formare la mentalità secolarizzata di oggi: gli amorali adoratori della Volontà come Arthur Schopenauer, Max Stirner e Friedrich Nietzsche; gli evoluzionisti fautori dell' eugenetica come Charles Darwin, Francis Galton e Ernst Haeckel; gli edificatori di utopie totalitarie anticristiane come August Com te, Karl Marx e Friedrich Engels; gli esistenzialisti atei come jean- Paul Sartre, Simone de Beauvoir e Elisabeth Badinter; gli esaltatori del piacere come Sigmund Freud, Wilhelm Reich, Herbert Marcuse e Helen Gurley Brown; le femministe nemiche della famiglia e della procreazione come Margaret Sanger, Betty Friedan e Judith Jarvis Thomson (la più importante teorica dell'abortismo), i fautori della "liberazione" sessuale come Margaret Mead, Alfred Kinsey, Clarence Gamble e Alan Guttmacher; gli ambientalisti malthusiani come Dennis e Donella Meadows, Paul Ehrlich e Lester Brown; i dispensatori di morte come Derek Humphry (teorico del suicidio), Jack Kevorkian (il famoso dottor-rnorte responsabile di 130 casi di eutanasia dal 199 o al 1998) e Peter Singer (il filosofo animalista e darwinista morale sostenitore dell'infanticidio e della soppressione dei disabili)12.
Il dibattito fra il darwinismo e il progetto intelligente è dunque parte di un più ampio conflitto culturale tra coloro che ritengono che nella natura non vi sia alcun progetto morale intrinseco, e coloro che credono che nella natura vi sia un disegno, un ordine morale, che va rispettato. Perché se l'universo è quello descritto dai materialisti, allora l'uomo è interamente determinato dalla natura e quindi privo di libero arbitrio, la vita umana non ha alcun significato ultimo, e non esiste alcun fondamento assoluto del bene e del male. Nel xx secolo i nazionalsocialisti e i comunisti hanno esplicitamente incorporato il darwinismo all'intemo della loro ideologia proprio perché, degradando l'uomo al rango di un animale o, peggio, di un oggetto materiale sorto dalla fortuita combinazione di elementi chimici, erano liberi di annientarlo senza impacci d'ordine morale13.
Oggi, analogamente, i sostenitori della cultura della morte hanno bisogno di un universo che sia compatibile con i propri desideri, nel quale non può esserci posto per alcuna realtà spirituale o sovrannaturale. Per questa ragione non possono funzionare i tentativi di compromesso come il "teisrno evoluzionistico" sostenuto dai non pochi cattolici ostili alla teoria del disegno intelligente, secondo cui il principio di evoluzione e il principio di creazione convivono su due piani diversi perché il disegno di Dio si attuerebbe attraverso le leggi evoluzionistiche della natura14.
Né può funzionare la netta separazione proposta da Stephen Jay Gould, secondo cui scienza e religione opererebbero in due campi distinti senza mai incontrarsi. Queste formule "ecumeniche" sono destinate a fallire per la ragione fondamentale che la visione morale dell'uomo dipende, in ultima analisi, dalla sua concezione dell'universo: un'etica materialista richiede necessariamente un universo materialista, mentre la fede in una legge naturale ed eterna scritta nel cuore dell'uomo richiede necessariamente l'esistenza di un universo razionale e progettato. Le guerre culturali sono dunque, in fin dei conti, guerre cosmologiche.
Perché il disegno intelligente è destinato a prevalere
La teoria del disegno intelligente è la riproposizione di un argomento molto antico, secondo cui l'esistenza di un progetto nell'universo può essere dedotto dalle evidenze fornite dalla natura. Oggi però, grazie ai moderni strumenti della tecnica, le evidenze della progettazione intelligente dell'universo sono diventate molto più numerose e palpabili. Mentre i teologi di un tempo avevano a disposizione solo i loro occhi nudi e la loro ragione, oggi i fautori della teoria del disegno intelligente possono andare ben oltre l'occhio nudo, e argomentare l'esistenza di un progetto nella natura sulla base dell' ordine incredibilmente complesso rivelato dai telescopi e dai microscopi moderni, come la stupefacente complessità del DNA o della struttura della cellula15.
Oppure, si pensi al principio antropico, secondo cui l'universo appare finemente regolato, in centinaia delle sue costanti, proprio per permettere la vita dell'uomo sulla terra. Gli scienziati si sono infatti resi conto con stupore che la vita può esistere solo grazie all' esistenza di un numero altissimo di condizioni ambientali interdipendenti. Se sul nostro pianeta il livello di ossigeno nell' atmosfera, la trasparenza atmosferica, la gravitazione lunare, il livello di diossido di carbonio, la gravità, la forza centrifuga, la rotazione terrestre, i livelli di vapore e centinaia di altre costanti fossero state solo leggermente diverse, un po' più alte o un po' più basse, la vita dell'uomo non sarebbe possibile. Lastrofisico Hugh Ross ha calcolato che la probabilità che tutte queste "costanti antropiche" siano contemporaneamente presenti in un unico pianeta dell'universo, anche supponendo un numero enorme di pianeti, è praticamente uguale a zero. Sembra quindi, come afferma il cosiddetto principio antropico, che la Terra sia un pianeta unico e che l'universo sia stato finemente regolato proprio per rendere possibile la vita umana16.
Quando la scienza indaga in profondità, nell'immensamente grande così come nell'immensamente piccolo, non trova la bruta semplicità che i materialisti si aspettavano, e che poteva essere spiegata con il caso, ma una complessità prima inimmaginabile. Più gli scienziati scoprono nuove forme di complessità, più si indeboliscono le probabilità statistiche a favore del caso, e più si rafforzano le probabilità statistiche dell' esistenza di un progetto. Per questa ragione, non c'è nulla che possa favorire di più il collasso del darwinismo che il progresso della scienza17.
GUGLIELMO PIOMBINI
NOTE
1. J. WELLS, !cons of Evolution: Why Much ofWhat We Teach About Evolution Is Wrong, Regnery, Washingron 2002.
2. Sulla crisi scientifica del paradigma darwiniano è importante il volume di M. DENTON, Evolution: A Theory in Crisis, Burnett, Londra 1985.
3. M. RESPINTI, Processo a Darwin. Un'inchiesta a tutto campo sul darwinismo per smascherare incongruenze, folsità e luoghi comuni, Piemme, Casale Monferrato 2007·
4. Come ha notato il medico e ricercatore Geoffrey Simons, «ci sono troppi anelli mancanti, scoperte non collegate, complessità anatomiche e funzionali, cambia- menti genetici inspiegabili e troppe coincidenze inesplicabili, perché l'evoluzione possa essere collocata tra le teorie scientifiche comprovate. Una marea enorme di anelli di congiunzione mancanti si sta abbattendo sulla spiaggia di Charles Darwin, ma alcuni dei residenti costieri non percepiscono il boato in arrivo» (G. SIMONS, Billions ofMissing Links, Harvest House, Eugene 2007, p. 273).
5. Una succinta esposizione dei falsi anelli di congiunzione che hanno caratterizzato la storia del darwinismo si trova in: J .-M. DE LA CROIX, Evoluzione darwiniana dell'uomo. Ipotesi vera o falsa?, Mirnep-Docete, Pessano 2004, pp. 53-66.
6. M. RESPINTI, Processo a Darwin, cit., p. 65.
7. R. DE MATTE!, "Serni-ariani di ieri e di oggi", «Radici Cristiane», n. 43, aprile 2009, p. 3.
8. B. WIKER, Moral Darwinist: How Wé Became Hedonist, InrerVarsiry Press, Downers Grove 2002.
9. Si legga specialmente il quinto libro di LUCREZIO, De Rerum Natura, Mondadori, Milano 20°7, nel quale il poeca latino sembra descrivere, molti secoli prima di Darwin, il meccanismo dell'evoluzione.
10. Sull'evoluzione culturale dell'Occidente merita una segnalazione il manoscritto non pubblicato di P. ZANOTTO, La metamorfosi del pensiero occidentale, 2009. Scrive Zanotto: «Com'è noto Darwin era un agnostico dichiarato e, senza dubbio, appare condivisibile l'entusiastica affermazione di Marx, secondo cui egli aveva inferto alla 'teologia' - per lo meno nel campo delle scienze naturali - un 'colpo mortale'. Erano queste le principali ragioni per cui l'ideologo del 'materialismo storico-dialettico' amava tanto il naturalista inglese, giudicando il suo libro importantissimo, in quanto gli serviva di base nelle scienze naturali per giustificare storicamente la sua teoria delle ricorrenti 'lotte fra classi'. Il tedesco ammirava a tal punto l'inglese che l'immagine favorita di se stesso coincideva con quella di una sorta di 'Darwin della sociologia' [ ... ]. Anche per il padre della selezione naturale, tuttavia, sembra ormai giunto il giorno del giudizio». La tesi del disegno intelligente, infatti, «sta raccogliendo un crescente numero di adepti e simpatizzanti fra qualificati intellettuali, inclusi alcuni scienziati», dato che «non occorre abbracciare il fondamentalismo cristiano e neppure condividere in toto le posizioni creazioniste [... ] per prendere le distanze dalla teoria dell'evoluzione » (pp. 18-19).
11. Si veda al riguardo B. WIKER, IO Books That Screwed Up The World. And 5 Others That Didn't Help, Regnery, Washington 2008, nel quale l'aurore recensisce quindici libri famosi che hanno allontanato l'Occidente dalle sue radici cristiane e umanistiche. Gli autori incriminati sono: Machiavelli, Cartesio, Hobbes, Rousseau, Marx, Mill, Darwin, Nietzsche, Lenin, Sanger, Hitler, Freud, Mead, Kin- sey, Friedan.
12. Si legga al riguardo D. DE MARCO, B. W1KER, Architects of the Culture o[ Deatb, Ignatius Press, San Francisco 2004.
13. Sul ruolo centrale che il darwinismo sociale ha giocato nell'ideologia nazista, si legga R. WE1KART, From Darwin to Hitler. Evolutionary Etbics, Eugenics, and Racism in Germany, Palgrave, New York 2004.
14. Il professor Roberto de Marrei ha giustamente paragonato gli attuali cattolici filo-evoluzionisti ai "serni-ariani" del quarto secolo d.C. Il Concilio di Nicea del 325 d.C. aveva condannato l'arianesimo, che sosteneva la natura esclusivamente umana di Cristo, affermandone la duplice natura divina e umana. In questa disputa sorse un terzo partito, quello dei semi-ariani, che accusavano i "niceni" di essere troppo rigidi e (diremmo oggi) di mancare di "spirito di dialogo" verso gli ariani. Lo stesso San'Atanasio, grande difensore dell'ortodossia cattolica, venne duramente contestato e perseguitato dai suoi stessi confratelli. Successivamente il semi-arianesimo scomparve come dottrina teologica, ma sopravvisse come atteggiamento psicologico di compromesso e di negoziazione con i nemici della Chiesa. «Oggi», scrive de Mattei, «i semi-ariani sono i cattolici filo-evoluzionisti che cercano di conciliare il Cristianesimo con la teoria dell' evoluzione. I semi-ariani del IV secolo negoziavano con l'imperatore romano d'Oriente; i semi-ariani dei nostri giorni negoziano con il potere politico e mediatico contemporaneo» (R. DE MATTEI, "Semiariani di ieri e di oggi", «Radici Cristiane», n. 43, aprile 2009, pp. 2-3).
15. Al riguardo è fondamentale il concetto di "complessità irriducibile" elaborato dal biologo molecolare Michael Behe per descrivere quei meccanismi il cui funzionamento dipende dall'interazione di molte parti, e che non funzionerebbero per nulla se solo una di queste parti mancasse. Questi sistemi non possono formarsi per lenta evoluzione perché nelle fasi intermedie non servirebbero a niente, ma devono necessariamente essere progettati e assemblati tutti in una volta, come solo l'intelligenza sa fare. Behe rileva che l'attento studio degli organismi a livello molecolare rivela l'esistenza di numerose macchine "irriducibilmente complesse", i cui processi di formazione non sono stati ancora spiegati in maniera plausibile dalla teoria evoluzionista. Di Behe si può leggere in italiano M. BEHE, La scatola nera di Darunn, Alfa & Omega, Caltanissetta 2007.
16. H. ROSS, "Why I Believe in Divine Crearion", in N. GEISLER, P. HOFFMAN (ed.), Why I Am a Cbristian: Leading Thinkers Explain Why They Believe, Baker, Gran Rapids 2001, cap. 8.
17. Per chiarire i rapporti tra scienza, religione e progetto intelligente, il matematico William Dembsky ha fatto notare che l'individuazione degli indizi di un intervento intelligente è un'attività comunissima nei campi più disparati: si pensi all'archeologia, quando occorre stabilire se un oggetto ritrovato sia o meno un manufatto; al programma SETI per intercettare segni di intelligenza extraterrestre provenienti dal cosmo; alle investigazioni legali, per stabilire se un determinato evento è stato causato da un fatto naturale o da un' azione dolosa e intelligente; ai brevetti, dove occorre stabilire se si è verifìcata un'irnitazione deliberata o dovuta al caso; all'analisi della falsifìcazione dei dati; alla crittografìa e alla decifrazione dei codici segreti. In genere, davanti a un algoritmo informatico, un geroglifìco, un utensile o un disegno sulle pareti di una caverna, l'uomo riesce a individuare in maniera intuitiva la causa intelligente dal tipo di informazione che vi è contenuta. Llntelligent Design propone un metodo scientifico per scoprire, in maniera rigorosa e matematica, questi segni d'intelligenza nelle cose. A tal fine, Dembsky ha elaborato un "filtro" capace di identificare statisticamente in via generale se un determinato risultato è prodotto dall'intelligenza o dal caso. Lintelligenza lascia infatti dietro di sé la sua firma, quando l'informazione è complessa (cioè non riproducibile fortuitamente) e specifica (cioè corrispondente a un certo schema o modello indipendente). Nella definizione di Dembski, il progetto intelligente è La scienza che studia i segni dell'intelligenza. Ciò che rende questa scienza così controversa è il fatto che intende applicare le sue acquisizioni anche alla biologia, sfidando il veto evoluzionista. Vi sono infatti moltissimi sistemi del mondo naturale che gli evoluzionisti attribuiscono al caso, come l'origine e l'evoluzione della vita, che sono in verità così altamente improbabili da passare il severo filtro statistico proposto da Dembski, e rientrare necessariamente tra quelli progettati da un'intelligenza. Ogni persona sana di mente guardando i volti dei presidenti americani scolpiti sul monte Rushmore li attribuirebbe a una causa intelligente e non all'erosione naturale. Ma allora, se è logico vedere l'intelligenza all'opera in una scultura, come non vederla in un corpo umano infinitamente più complesso? Di Dembski si può leggere in italiano w. DEMBSKI, Intelligent Design. Il ponte fra scienza e teologia, Alfa & Omega, Caltanissetta 2007.
INDICE
Prefazione di Guglielmo Piombini
1 Guerre e dicerie
Evoluzione
Darwinismo
La creazione
Il disegno intelligente
La guerra delle parole
2. Cosa dicono davvero i reperti fossili
L'albero della vita darwiniano
L'esplosione del Cambriano
Storia di una balena
Favole della buona notte
Vuoi provocare una rissa da bar?
3. Perché non ti sei "evoluto" nell'utero di tua madre
La prova più forte di Darwin
Come piegare i fatti della natura
Il darwinismo non spiega le differenze tra gli embrioni
Arriva in soccorso la biologia evolutiva dello sviluppo?
Una mosca è una mosca
4. Cosa ci dicono le molecole dei nostri antenati?
Filogenesi molecolare
Storia di una balena, parte seconda
Siamo parenti degli insetti o dei vermi?
Sradicando l'albero della vita
Leggere le viscere dei polli
5. Il fondamentale anello mancante
La pistola fumante dell' evoluzione
La speciazione come programma di ricerca
Presunti esempi di speciazione osservata
Microevoluzione e macroevoluzione
Un lungo bluff
6. Non è nemmeno una teoria
Controversie sui libri di testo
Prove deludenti
Scienza per consenso
Filosofia materialistica applicata?
Troppo buono per il darwinismo
7. Senza Darwin non ci sarebbe stato internet?
Agricoltura e genetica
Medicina
La scoperta degli antibiotici
Resistenza agli antibiotici
Nulla ha senso in biologia?
Come prendersi indebitamente dei meriti
8. La rivoluzione del disegno intelligente
Le inferenze del progetto
Non esistono pasti gratis
La pericolosa idea di Dembski
Scimmie che scrivono Shakespeare a macchina
9. Il segreto della vita
La molecola del DNA
Il messaggio del DNA
Le origini dell'informazione biologica
La revisione dei colleghi
Circolo vizioso numero 23
10. La scatola nera di Darwin
Irriducibile complessità
Vista e coagulazione
Il flagello batterico
Che Mosca è questa?
11. Che mondo meraviglioso
Il cosmo finemente regolato
Il nostro pianeta privilegiato
Il disegno intelligente allo Smithsonian
È il paradiso?
12 Il disegno intelligente è scienza?
Che cos'è la scienza?
Naturalismo metodologico
Criteri sociologici e psicologici
La scienza del disegno intelligente
Ma è vero?
13Insegnare o non insegnare?
La storia di due insegnanti
Insegnare la controversia
Insegna il disegno intelligente, ma insegnalo male
Kansas e Ohio
Addentrandosi nell' evoluzione
14. Il darwinismo e i conservatori
Conservatori contro il disegno intelligente
Conservatorismo darwiniano?
Darwinismo e valori sociali
È l'economia, stupido!
Al cuore della questione
15 La guerra del darwinismo alla tradizione cristiana
La tradizione cristiana
Darwinismo contro Cristianesimo
Arrendersi ai termini di Darwin
Il cattolicesimo
Il riconoscimento della religione
16 Lysenkismo americano
Come la vedono i darwinisti
Cosa fu illysenkismo sovietico
Denuncia o licenziamento?
I veri lysenkisti sono pregati di alzarsi in piedi
Mettere fuori legge le critiche al darwinismo
17 Una rivoluzione scientifica
La struttura delle rivoluzioni scientifiche
Perché il darwinismo perderà
Smodatamente finanziate?
Il disegno intelligente come programma di ricerca scientifica
Perché il disegno intelligente vincerà