ARTICOLI DI TUTTO IL NEGOZIO

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ARTICOLI DI TUTTO IL NEGOZIO (249)

LA CRONOLOGIA PERSIANA E LA DURATA DELL'ESILIO BABILONESE DEGLI EBREI: 50 o 70 anni?

RETROCOPERTINA

Quanto durò l’esilio babilonese del popolo ebraico: 50 anni o 70 anni?

Il diario astronomico VAT 4956 indica che il 37° anno di Nabucodonosor fu il 568 a.E.V. e la tavola Strm Kambys indica il 7° anno di Cambise come corrispondente al 523 a.E.V. Questo però lascerebbe solamente circa 50 anni per l’esilio in Babilonia del popolo ebraico, laddove la Bibbia dice, con certezza, che Gerusalemme restò una distesa desolata per 70 anni. Una o due delle fonti, quindi, deve essere necessariamente errata. Ma quale? Lo scopo della presente opera è di gettare nuova luce sull’argomento.

Saranno evidenziati i seguenti soggetti:

La base per una cronologia relativa e per una assoluta;

Come si possa stabilire la veridicità di una cronologia assoluta;

I differenti resoconti cronologici nei tempi antichi;

Perché non ci si può fidare a priori della cronologia delle tavolette di Saros;

Come gli errori nelle fondamentali tavolette astronomiche inficiano l’intera cronologia
del mondo antico.

Viene presentato un nuovo schema cronologico dei regnanti di Persia

Si calcola che ci sia un anno extra per Bardiya fra Cambise e Dario I;

Ci fu una coreggenza fra Dario I e Serse, durata 11 anni;

Il regno di Artaserse I deve essere spostato indietro di dieci anni; infatti, regnò 51 anni e
non 41;

Si deve calcolare un anno extra fra i regni di Artaserse I e Dario II

INTRODUZIONE

Ho iniziato i miei studi sulla cronologia Neo Babilonese nel 1984, e ho continuato per alcuni anni a studiare le fonti e a raccogliere informazioni. Dopo un breve intervallo, ho preparato una piccola tesi sull’argomento, come parte del mio Mag. Art. Degree,1 a completamento della trattazione sul sistema verbale Ebraico. Negli ultimi sette anni, durante il semestre, nelle giornate del venerdì, un gruppo di insegnanti si radunava all’Università di Oslo per leggere testi Sumerici e Accadici. Per mezzo di queste riunioni, il mio interesse nei confronti dei documenti cuneiformi si è mantenuto vivo, e lo studio delle questioni cronologiche è continuato.
Quando ho iniziato la stesura del manoscritto di questo libro, la mia speranza era quella di essere in grado di presentare uno studio esauriente sulla Cronologia Assira, Babilonese, Persiana ed Egiziana, in rapporto con la cronologia Biblica. Man mano che il lavoro procedeva, mi sono reso conto che scrivere un libro su questo argomento, che analizzasse in profondità le questioni, richiedeva molto più lavoro di quello che avessi previsto.
Questo perché ci sono contraddizioni nei riguardi delle fonti, ed è importante esaminare se le discordanze riguardano le tavolette cuneiformi stesse, o se il problema è dovuto ad errori di lettura e stampa dei libri e periodici nei quali i dati sono stati pubblicati. L’analisi di importanti problemi di questo tipo, richiede molto lavoro. Un’altra ragione sta nella moltitudine dei dati cuneiformi che sono stati pubblicati, dati che provengono da diecimila tavolette. Un’altra ragione sta nel lento ritmo nella traduzione ed elaborazione del materiale cuneiforme riguardante la cronologia.
Tra il 1893 e il 1900 due grandi studiosi di quel tempo, T. G. Pinches e J. N. Strassmaier trascrissero un gran numero di testi astronomici, molto importanti per la realizzazione di una cronologia assoluta.2 Nei successivi 50 anni, solamente pochi studiosi hanno avuto accesso a questo materiale, e queste eccellenti tavolette ed i loro simboli, non furono pubblicati che prima del 1955, ma senza trascrizione e traduzione.3 Attualmente, quasi cinquanta anni più tardi, solo una parte di questo materiale è stato pubblicato con relativa trascrizione e traduzione.
Parallelamente agli studi cronologici, ho lavorato ad una tesi di dottorato riguardante il sistema verbale dell’Ebraico Classico. Per questo lavoro avevo a disposizione un tempo limitato così ho rimandato il manoscritto sulla cronologia, e il mio proposito era quello di continuare il lavoro sul manoscritto dopo che la tesi fosse completata. In ogni caso, la cronologia non è solo una sorda e noiosa materia accademica, ma in particolare la cronologia delle nazioni attorno all’antico Israele, che interagisce con la cronologia biblica, è stata oggetto di molte discussioni, come si può notare da qualsiasi ricerca su internet. Ho ricevuto molte osservazioni sul mio lavoro da diverse parti del mondo, e per questo, ho ritenuto opportuno pubblicare il primo di questi due volumi contenente un dibattito sulla durata dell’esilio Babilonese degli Ebrei, argomento principale, e sulla cronologia Persiana.
Nel libro sarà dimostrato che non vi è modo di riconciliare la cronologia della Bibbia con il moderno punto di vista della cronologia Babilonese e Assira. La cronologia Persiana, con due grandi adattamenti e alcuni più piccoli, si conforma alla Bibbia. Lo scopo del libro non è quello di raggiungere una definizione finale su quale cronologia sia corretta o sbagliata. Nessuno schema cronologico rappresenta la verità finale. Lo scopo è quello di discutere punti di vista universalmente accettati e presentare i dati il più possibile strutturati in modo da portare il lettore ad una personale conclusione.
Da quando ho iniziato gli studi cronologici, il mio punto di vista è in parte cambiato. Ho iniziato a credere che quando gli esperti stabiliscono una data sulla base di osservazioni astronomiche di una tavoletta cuneiforme e la tavoletta collega una certa data con un particolare anno di uno specifico re, allora c’è una cronologia assoluta indiscutibile. Credo anche che le date Giuliane siano generalmente e correttamente stabilite dai moderni astronomi sulla base delle osservazioni sulle tavolette cuneiformi ma sono più scettico riguardo il rapporto di queste date con gli anni regnanti di antichi re, in particolare prima del 400 A.E.V.
Il punto di vista moderno della cronologia riguardante il mondo antico, si rifà agli scritti di Claudio Tolomeo. Venticinque anni fa, il geofisico R.R. Newton sollevò obiezioni accusando Tolomeo di truffa, poiché quest’ultimo sosteneva di aver fatto osservazioni quando invece aveva inventato calcoli a ritroso nel tempo. La ragione principale per il contrario giudizio di Newton era che le “osservazioni” di Tolomeo si adattavano perfettamente alla teoria astronomica, ma si adattavano solo approssimativamente alla reale posizione dei corpi celesti, con errori particolarmente visibili. I dati disponibili suggeriscono che una situazione simile esisteva anche nello schema cronologico dei re di Tolomeo. Questo schema si adatta perfettamente allo schema teorico delle eclissi dei cicli4 di Saros e dei mesi intercalari, ma fissa solo approssimativamente i regni dei reali re Persiani, Babilonesi e Assiri, con errori specifici.
Molti studi sull’argomento sono orientati a favore della cronologia tradizionale; lo schema generale non è in discussione, e lo scopo degli studi spesso è quello di confermare la cronologia accettata. Questo studio è piuttosto orientato nella direzione opposta; nessuno sforzo sarà compiuto per accordarsi alla cronologia approvata. Sfido la cronologia universalmente accettata di Parker e Dubberstein (1956), tracciata faticosamente da Tolomeo, affermando, per esempio, che il 51% dei loro mesi intercalari, siano senza fondamento. In ogni caso, mi sforzo di rivedere la cronologia tradizionale in un modo giusto ed equilibrato. Attualmente, risulta un vantaggio per la comunità scientifica avere schemi cronologici stabiliti analizzati in modo critico.
Il campo di cui mi occupo è la cultura e il linguaggio Semitico ed un elemento a mio favore è che sono in grado di leggere e lavorare su documenti originali in Ebraico, Aramaico, Greco e Accadico. Un elemento a sfavore è che non sono né un esperto astronomo archeologo, né uno storico. Inoltre, come ogni esperto sa, se non si è preparati in un campo, è più probabile commettere errori. Perciò non vedo l’ora di confrontarmi con critici in modo costruttivo e con suggerimenti di studiosi competenti.5 Il mio punto di vista, comunque, è fondamentalmente linguistico. Non sfido le conclusioni riguardanti i dati che gli archeologi astronomi tracciano sulla base delle tavolette astronomiche; critico solo alcune delle loro applicazioni e la necessità di avere una iniziale conoscenza astrologica da parte mia, è minima. Presento una nuova cronologia, che chiamo “Cronologia di Oslo”, la quale è un’alternativa alla cronologia tradizionale. Ma questo è solo un contributo e non ha la presunzione di essere assoluto. La vera importanza della Cronologia di Oslo è che non determina “la sola, vera cronologia”, ma piuttosto dimostra che nemmeno la cronologia accettata, basata su P&D, rappresenta “la sola, vera cronologia”. Per questo possono essere fatte interpretazioni cronologiche alternative.

NOTE

1. Il Norwegian Magister Artium Degree si pone tra l’American MA e il PH. D degrees, sebbene sia più vicino al Ph. D degree.
2. Una “cronologia assoluta” è una cronologia in cui particolari anni di regno di re sono legati ad osservazioni astronomiche.
3. J. A. Sachs, Late Babylonian Astronomical and Related Texts copied by T. G. Pinches and J. N. Strassmaier, Brown University Studies, Volume XVIII, Providence: Rhode Island: Brown University Press, 1955
4. La parola Saros si riferisce al simbolo cuneiforme Babilonese shar 40 che significa 60x60=3600. Nella moderna astronomia significa un periodo di 223 mesi (18 anni e 11 giorni) di eclissi lunari. Le eclissi accadono con intervalli di 5 o 6 mesi, e dopo 18 anni un nuovo ciclo con eclissi simili a quelle del periodo previsto, si verificano nuovamente. Tale periodo di 18 anni è chiamato ciclo di Saros
5. In particolare sono interessato alle tavolette dove l’analisi indica errori nelle traslitterazioni o trascrizioni pubblicate.

ABSTRACT

Capitolo 1: presenta tre importanti testimonianze del mondo antico: la Bibbia e due tavolette astronomiche, la VAT 4956 e la Strm Kambys 400. Queste tre fonti si contraddicono l’una con l’altra, perciò, lo scopo di questo studio è di scoprire quale di queste testimonianze deve essere certa di fornire informazioni corrette. Il capitolo descrive la differenza tra una cronologia assoluta e relativa ed esamina i diversi problemi che possono ridurre la veridicità di uno schema cronologico.

Capitolo 2: analizza il problema principale per la realizzazione di una cronologia assoluta, basata su tavolette astronomiche in cui sono menzionati uno o più anni riferiti ai re citati. Probabilmente la maggior parte della posizione dei corpi celesti su queste tavolette, è calcolata piuttosto che osservata realmente. Il problema è: come ci si può fidare di queste tavolette se non si possono distinguere le “posizioni” che sono state calcolate da quelle che sono state osservate? Viene discussa l’interazione tra la cronologia assoluta e relativa, e viene mostrato che la cronologia relativa può essere usata per verificare la precisione della cronologia assoluta.

Capitolo 3: analizza le caratteristiche del Sumerico, Accadico ed Ebraico che possono contribuire ad una giusta o sbagliata lettura delle tavolette cuneiformi.

Capitolo 4: confronta i resoconti cronologici di Claudio Tolomeo, Giuseppe Flavio e altri antichi resoconti cronologici elencandone i loro aspetti. I sei passaggi Biblici dove viene menzionato l’esilio Babilonese di 70 anni, vengono qui discussi nel dettaglio. Viene mostrato che alcuni testi sostengono inequivocabilmente che Gerusalemme fosse una distesa desolata durante questi 70 anni. In questo modo, un esilio di circa 50 anni, suggerito dalla cronologia tradizionale, è in contrasto con la Bibbia.

Capitolo 5: analizza le tavolette di Saros, le quali, si pensa, che verifichino la cronologia tradizionale Persiana una volta per tutte. Ma è mostrato che l’informazione sulle tavolette di Saros a volte è in contrasto con le tavolette commerciali datate e astronomiche, così esiste una cronologia calcolata artificialmente che non può essere certa. Viene esaminata l’enorme analisi cronologica di Parker e Dubberstein, mostrando che circa la metà dei mesi intercalari che il lavoro elenca riguardanti l’Impero Persiano, mancano di sicuro fondamento, e che la loro cronologia deve essere rifiutata in alcune sue parti importanti.

Capitolo 6: considera i primi tre re dell’Impero Persiano, Ciro, Cambise, Dario I, e i tre usurpatori al trono, Bardiya, Nabucodonosor III e Nabucodonosor IV. La prova evidente è che Bardiya dominò 18 mesi tra Cambise e Dario I anziché 7 mesi come universalmente creduto. Questo significa che il regno di Dario I cominciò nel 521 e non nel 522 A.E.V. Questo indica che entrambe le cronologie, quella di Saros e quella tradizionale, basate su Tolomeo, sono sbagliate.

Capitolo 7: esamina molte prove che indicano che Serse fu co-reggente con suo padre, Dario I, per 11 anni. Le iscrizioni, un diverso uso di titoli che riguardano Serse, e allo stesso modo, nel modello dei mesi intercalari per i primi 11 anni di Serse e negli ultimi 11 anni di Dario I, sono a favore di una co-reggenza.

Capitolo 8: analizza il regno di Artaserse I. Quando la durata del regno di Dario I viene fatta avanzare di un anno ed il regno di Serse è spostato indietro di 11 anni, questo significa che il regno di Artaserse I è spostato indietro di 10 anni. Così, l’anno di accessione fu il 475 e il primo anno di regno fu il 474 A.E.V. Di conseguenza il regno di Artaserse I fu di 51 anni e non di 41 come comunemente creduto. Viene mostrato come le tavolette commerciali datate, sostengano questo punto di vista, e come ciò sia vero con le testimonianze Greche, in particolare riguardanti Temistocle. La prova dell’Elephantine si schiera a favore del regno più lungo. La fine del regno di Artaserse I è stabilita nel 424, data della cronologia tradizionale, o il 423.

Capitolo 9: analizza il regno di Dario II, il cui regno è spostato avanti di un anno al 423, dando spazio per Serse/Sogdiano tra Artaserse I e Dario II. Gli ultimi re Persiani vengono solo discussi velocemente, perché nel loro caso, il punto di vista della cronologia tradizionale è accettato.

Capitolo 10: unisce tutti gli elementi insieme. L’inizio dell’impero Persiano nel 539 e la sua fine nel 330 è accettata da entrambe, sia la cronologia tradizionale che la Cronologia di Oslo, ma la Cronologia di Oslo differisce in quattro punti: c’è un anno in più per Bardiya prima di Dario I, una co-reggenza di Dario I e Serse di 11 anni, 51 anni di regno per Artaserse I, e un anno in più tra Artaserse I e Dario II posto tra Serse II/Sogdiano. Le due cronologie sono comparate graficamente nella tabella 35 per l’intero Impero Persiano dove viene mostrato il modello dei mesi intercalari. Alla fine vengono presentate le conclusioni.

INDICE

Contenuti Introduzione
Ringraziamenti
Abstract

Capitolo 1 Fondamentali considerazioni cronologiche

Il bisogno di un approccio equilibrato

Prove contro evidenza

Le basi per realizzare una cronologia

La cronologia relativa e i suoi problemi

La cronologia assoluta e i suoi problemi

Fattori connessi con gli scriba e tavolette che possono causare errore

La visione degli osservatori

Il processo di scrittura dei dati

La grossolanità delle osservazioni

Il luogo delle osservazioni

La durata del mese

L’anno lunare contro l’anno solare

L’accettazione di uno schema “adattato”

Quale calendario fu usato?

Nessuna severità nell’accuratezza delle osservazioni

Il lavoro degli studiosi moderni

Capitolo 2: La prova al tornasole della cronologia Assoluta

Osservazione contro calcolo

L’interazione tra cronologia assoluta e relativa e “l’effetto domino”

“L’effetto domino” e i diari astronomici

“L’effetto domino” e le tavolette di Saros

Capitolo 3: Il linguaggio e la scrittura dei documenti originali

Simboli Sumerici e linguaggio

Simboli Accadici e linguaggio

Una possibile identificazione di Nimrod

I numeri Accadici

La lettura e la comprensione dell’Accadico da parte di studiosi moderni

La lettura delle tavolette può risultare inesatta

Possibili errori di lettura causati dalla pressione cronologica

I linguaggi Aramaico ed Ebraico ed i loro simboli

Numeri in Ebraico ed Aramaico

Questioni filologiche riguardanti il testo della Bibbia

Capitolo 4: I vecchi resoconti cronologici dei re Neo Babilonesi

Resoconti cronologici in lingua Greca

La Bibbia: 70 anni di schiavitù Babilonese

I 70 anni di desolazione della terra

Qual’era l’obiettivo di Geremia?

Le parole di Zaccaria

Un tentativo teologico di armonizzare la Bibbia

con la cronologia tradizionale

I due poli della cronologia Babilonese

Capitolo 5: La debolezza della cronologia tradizionale Persiana

Il ciclo di Saros e i mesi intercalari

Tentativi di stabilire i cicli di Saros prima del 747

Il significato delle tavolette di Saros

Le Tavolette di Saros non possono essere utilizzate per realizzare una cronologia assoluta

Problemi relativi all’uso delle Tavolette di Saros in rapporto ad una cronologia relativa

Quanti mesi intercalari sulle Tavolette teoriche di Saros, sono confermate da fonti indipendenti?

L’informazione delle Tavolette di Saros e il ciclo di 19 anni

Un serio problema legato alle tavolette commerciali datate

I mesi intercalari confermati

I mesi intercalari e le tavolette provenienti da Persepoli

La qualità dello studio realizzato da Parker e Dubberstein

Quantità contro qualità

Una selettiva gestione dei dati

Ciro

Cambise

Dario I

Quanti tra i mesi intercalari, a cui fanno riferimento P&D, hanno fondamento?

Mesi intercalari incerti sulle tavolette astronomiche

Mesi intercalari incerti sulle tavolette commerciali

Una sintesi delle prove

La critica di P&D

Conclusioni riguardanti il punto debole della cronologia di Tolomeo e delle Tavolette di Saros

Capitolo 6: Ciro, Cambise, Dario I, Bardiya e la cronologia iconoclasta

Ciro (II) – il primo re dell’Impero Persiano

Cambise, figlio di Ciro – secondo re di Persia

La natura della Strm Kambys 400

Dario I – il portatore di lance che salì al potere

L’iscrizione Behistun

Bardiya e le sue tavolette bucano la cronologia di Tolomeo

L’autenticità delle tavolette datate attribuite a Bardiya

Le tavolette datate applicate ai quattro re L’interpretazione delle tavolette datate

La prova riguardante Bardiya non è generalmente accettata

Nabucodonosor III e Nabucodonosor IV – sono esistiti?

Un’interpretazione delle possibili tavolette di Nabucodonosor III e Nabuconodors IV

Nabucodonosor III e Nabucodonosor IV sono esistiti?

Cosa dire riguardo gli altri re dal nome Nabucodonosor?

Considerazioni finali sulla successione al potere di Dario I


Capitolo 7: Il regno di Serse e la sua coreggenza con il padre Dario I

Le tavolette mostrano che il 36° anno di Dario non era l’anno di accessione di Serse

Iscrizioni e incisioni suggeriscono una co-reggenza

Una co-reggenza suggerita da un cambiamento nei titoli usati

Una verifica importante: i mesi intercalari coincidono con gli anni ipotizzati di una co-reggenza?

Conclusioni riguardo una possibile co-reggenza

Capitolo 8: Un punto di vista alternativo riguardo il regno di Artaserse I

Documenti commerciali e altre tavolette datate

Tavolette astronomiche collegate con il regno di Artaserse I

Alcune considerazioni sui principi di datazione

I diari astronomici

Alcune prove Greche

Alcune prove Egiziane

L’ informazione dei papiri duplicemente datati

Problemi con testo e datazione

Capitolo 9: Dario II e gli ultimi re dell’Impero Persiano

Le testimonianze astronomiche nel regno di Dario II

I dati di Venere

Congiunzione di Marte, Saturno e Luna

Osservazioni dei pianeti

La successione dei mesi intercalari da Artaserse I a Dario II

Capitolo 10: Una comparazione tra la Cronologia di Oslo e la Cronologia Tolemaica

Un’analisi dei modelli

La fonte artificiosa della cronologia Tolemaica

Volume II: Cronologia Assira, Babilonese, Egiziana

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LA CRISI. E POI?

RETROCOPERTINA

"Come siamo arrivati fino a questo punto? Sembrava che il mondo stesse procedendo per il verso giusto, La crescita economica era la più rapida della storia e tutto lasciava presagire che sarebbe continuata per molti decenni, grazie alla presenza disu scala mondiale - di abbondante risparmio e a progressi tecnologici straordinari. Ed ecco che, improvvisamente, siamo all'alba di una depressione planetaria, la più grave da 80 anni a questa parte. In apparenza nulla di grave, se non che alcune famiglie americane non sono più in grado di pagare i loro debito immobiliare. L'obiettivo del libro è quello di spiegare questo mistero nella maniera più semplice possibile e prevedere dove la crisi ci porterà, in modo da non ricascarci più".
In La crisi, e poi? Attali descrive tutte le fasi del crac, andando a indagare i precedenti storici e le ragioni socioeconomiche che hanno portato a questa situazione. Ma delinea pure i possibili scenari che a breve termine potranno verificarsi e le scelte che i governi occidentali possono ancora fare per evitare il tracollo totale.

INTRODUZIONE

Come siamo arrivati fino a questo punto? Sembrava che il mondo stesse procedendo per il verso giusto; pareva che la libertà politica e l'iniziativa individuale potessero sbocciare negli angoli più reconditi della Terra; la povertà iniziava a ridursi in Asia e in America Latina; la crescita economica del pianeta era la più rapida della storia e tutto lasciava presagire che sarebbe continuata per molti decenni, grazie a un forte aumento demografico, alla presenza di un abbondante risparmio e ai progressi tecnologici straordinari che permettevano inoltre di riorientarla verso uno sviluppo più duraturo.
Ed ecco che, improvvisamente, siamo all'alba di una depressione planetaria, la più grave da ottant' anni a questa parte.
In apparenza nulla di grave, se non che alcune famiglie americane non sono più in grado di pagare il loro debito immobiliare.
L'obiettivo del libro è quello di spiegare questo mistero nella maniera più semplice possibile e prevedere dove la crisi ci porterà, in modo da non ricascarci più. Per farlo, dovremo collocare gli eventi recenti nel loro contesto storico, demistificare i ragionamenti che suscitano panico, proporre una nuova lettura di questa crisi e di ciò che ci attende.
Ma poiché nulla si spiega con chiarezza se non enunciandolo brevemente, ecco allora una sintesi del contenuto del libro prima in poche righe, poi in una decina di pagine.
Iniziamo con la più breve: questa prima crisi finanziaria della globalizzazione si spiega in gran parre con l'incapacità della società americana di dare salari accettabili alle classi medie, spingendole a indebitarsi per finanziare l'acquisto della casa e causando una crescita del valore dei patrimoni e della produzione; le istituzioni finanziarie e gli "iniziati" che le animano si attribuiscono, senza alcun controllo delle banche centrali, dei governi o delle istituzioni internazionali, la maggior parte della ricchezza così prodotta, senza correre alcun rischio, grazie alla cartolarizzazione (CDO) e a una pseudo-assicurazione (CDS); ciò provoca, come conseguenza, una crescita dell'indebitamento che finisce per diventare intollerabile, provocando panico, perdita di fiducia e fuga da qualsiasi debito. Ecco cosa potrebbe riservar ci prossimamente una depressione planetaria, che però potrebbe essere il punto di partenza di una formidabile crescita armoniosa. Quest'ultima eventualità presupporrebbe però la riduzione reale degli indebitamenti e non, come invece si sta cominciando a fare, il loro trasferimento esclusivamente sui contribuenti. Essa esige soprattutto di riequilibrare su scala mondiale il potere dei mercati attraverso quello della democrazia. E inizialmente quello dei mercati finanziari tramite quello del diritto; quello degli "iniziati" tramite quello dei cittadini. C'è ancora tempo: si può evitare una valanga, non fermarla.
Tutto ciò si può riassumere anche solo in qualche pagina. L'umanità ha sempre attraversato crisi religiose, morali, politiche ed economiche. Da quando il capitalismo ha preso il potere, la crisi sembra essere una sua condizione naturale. Tuttavia, tutti sentiamo che è in atto una grossa crisi, che una grande depressione ci minaccia, come una brutta sorpresa in un mondo pieno di promesse; e ciascuno intuisce che, in una certa maniera, qualcosa di molto profondo, nel nostro modo di vita e nel nostro modo di pensare, sta confusamente cambiando.
A mio avviso, l'attuale crisi si spiega in modo semplice: se il mercato è il migliore meccanismo di ripartizione delle risorse rare, è però incapace di creare lo Stato di diritto di cui ha bisogno e la domanda necessaria al totale impiego dei mezzi di produzione. Affinché una società di mercato funzioni efficacemente, occorre allo stesso tempo che uno Stato di diritto garantisca il diritto alla proprietà, imponga il mantenimento della concorrenza, crei una domanda attraverso salari accettabili e commesse pubbliche; ciò presuppone un intervento politico, possibilmente democratico e non totalitario, nella ripartizione dei redditi e dei patrimoni. Ma non essendo riusciti a imporre questa migliore ripartizione dei redditi, abbiamo visto crescere, da vent'anni almeno, in particolare negli Stati Uniti, una domanda alimentata dall'indebitamento dei lavoratori dipendenti, garantito a sua volta dal valore dei beni comprati con questo stesso debito.
Per rendere tollerabile questo indebitamento, la banca centrale americana ha dovuto, dal 2001, abbassare i tassi d'interesse, fornendo così una nuova fonte d'arricchimento a chi sapeva come investire al meglio, indebitandosi. Infine, per difendersi dai rischi creati da questi debiti, le istituzioni finanziarie private e gli "iniziati" che le animano hanno scelto, per massimizzare i loro guadagni, di istituire meccanismi d'assicurazione molto complessi (come i CDS e i monolines) e meccanismi di cartolarizzazione ancora più complessi (come i CDO e gli ABs), di cui spiegherò più avanti il significato. Ciò permette di trasferire il rischio ad altre banche o istituzioni finanziarie di tutto il mondo e a investitori inconsapevoli. Anche in questo caso, senza alcun controllo. Al primo posto tra questi padroni dei mercati finanziari e dell'informazione ci sono gli Stati Uniti d'America. La Cina (con il suo risparmio intrappolato in buoni del Tesoro americano che non può rivendere senza far crollare il dollaro e distruggere la competitività nell' esportazione della sua industria) e l'Europa (con il suo risparmio intrappolato nelle sue banche con cartolarizzazioni e assicurazioni) finanziano entrambe un' America che sta vivendo sempre più al di sopra dei propri mezzi.
Questi rendimenti molto elevati e il trasferimento dei rischi sono stati largamente incoraggiati, a partire dal 1990, dai fondi di investimento (in azioni o speculativi), che hanno bisogno di profitti sempre più elevati, in virtù di un' avidità senza freno né limiti dei loro investitori, ma sono stati incoraggiati anche dai fondi pensione, di cui si sente l'esigenza man mano che la popolazione invecchia.
Poiché in questo periodo tutto va per il meglio in California e le prodezze tecnologiche americane su Internet continuano a stupire il mondo, nessuno si rende conto che una parte essenziale dei talenti e dei capitali è dirottata verso lo stesso sistema finanziario a scapito dell'industria e della ricerca.
Intuendo che questa situazione è destinata a finire, gli ideatori dei prodotti finanziari indirizzati ai prestatori e ai mutuatari (che fanno parte del gruppo che definisco degli "iniziati") aumentano i prelievi sulle ricchezze prodotte.
Dall'altra parte della scala sociale, le famiglie americane più povere o più indebitate, alle quali sono stati proposti nuovi prestiti immobiliari (i cosiddetti subprime, i prestiti "sotto la prima categoria"), hanno creduto di uscire dalla precarietà accettando il denaro che l'aumento del valore delle loro case permetteva di prendere in prestito, mentre le istituzioni che hanno emesso questi crediti li impacchettano in titoli per trasferire il rischio su altri risparmiatori. Dall'inverno del 2006 si sono trovati nell'impossibilità di pagare le scadenze di questi prestiti.
A partire dalla metà del 2007, senza che le agenzie di rating notassero qualcosa, senza che il Fondo Monetario Internazionale (FMI) dicesse nulla, e nemmeno i G8 ne parlassero, si inizia a dubitare degli attivi cartolarizzati.
Le banche americane, poi quelle svizzere, e dopo di nuovo quelle americane, poi le inglesi, belghe, tedesche e francesi scoprono, con l'aria di non saperne nulla, di avere nei loro bilanci questi titoli. E molti. Le agenzie federali americane responsabili del settore immobiliare, poi le compagnie di assicurazioni, quindi i risparmiatori vanno nel panico. Ciascuno vuole sbarazzarsi dei propri debiti. Numerosi paesi vedono fuggire i loro capitali; le banche di tutti i paesi sviluppati, preoccupate da ciò che di "tossico" può ancora trovarsi nei loro conti, bloccano il credito a molte imprese sane. Banche e paesi, che finora non avevano esitato a finanziare i deficit americani, cominciano a porsi delle domande.
All'inizio di settembre del 2008 si passa così dall'economia della fiducia al panico. Esplode una grave crisi finanziaria. È una buona occasione per scoprire che il sistema è in gran parte corrotto, che remunera generosamente chi lo controlla e lo valuta, e che distribuisce redditi indecenti ai responsabili di questi disastri.
Il timore continua a crescere. Ciascuno si protegge risparmiando ancora di più e rifiutando di assumersi altri rischi. I mercati interbancari si fermano. Come sempre, questo è il momento che i governi scelgono per dichiarare che tutto va bene! Totalmente lucidi, i cittadini ne desumono che la catastrofe è dietro l'angolo. E, convincendosi, la accelerano.
Il 3 ottobre 2008, il sistema finanziario mondiale sfiora il crollo, in mancanza di liquidità. Il 13 i governi del G8 annunciano la loro intenzione di fornire alle banche delle risorse che però non hanno. Dopo una formidabile carambola ideologica, banche e assicurazioni americane e inglesi vengono salvate da una sostanziale nazionalizzazione e dalla promessa di denaro pubblico inesistente. Il debito privato diventa un debito pubblico.
Tuttavia, nulla è stato risolto: la crisi è solo all'inizio; la recessione è già alle porte; la riduzione dei debiti sta accelerando; la depressione incombe. Se non si prenderanno radicali provvedimenti, verranno profondamente colpite le imprese, i consumatori, i lavoratori, i risparmiatori, i mutuatari, le città, le nazioni. Preoccupate del loro futuro, le banche, avendo visto liquefarsi i propri fondi, rifiuteranno prestiti a imprese perfettamente sane che falliranno. Dovranno inoltre ridurre i loro crediti o essere nazionalizzate. La Cina, che dopo il Giappone permette da anni agli Stati Uniti di "arrivare alla fine del mese", rimpatrierà gradualmente i suoi risparmi. Gli Stati Uniti non troveranno allora più nessuno che finanzi il loro debito, se non ricorrendo a una moratoria o all'inflazione, che rovineranno, sia l'una che l'altra, tutti coloro che detengono un patrimonio, e che faranno crollare il dollaro, già screditato dal debito estero americano.
Aleggia la minaccia di due, cinque, se non addirittura dieci anni di depressione: il tempo di ridurre a zero i debiti dei principali paesi occidentali. Questa depressione porterebbe con sé un crollo dei prezzi che neanche un grande rilancio attraverso massicce spese pubbliche basterebbe a rallentare.
La crisi finanziaria mondiale, diventata economica, si trasformerebbe allora in un'enorme crisi sociale e politica; centinaia di milioni di persone si troverebbero minacciate dalla disoccupazione; il regime politico stesso sarebbe criticato, respinto come incapace di gestire il "golem" dei mercati che avrà contribuito a creare. Poi arriverebbe, violenta, l'inflazione. Tutta l'ideologia delle nostre società individualiste e sleali sarebbe rimessa in discussione. E la democrazia con essa.
Se si vuole evitare che la Storia prenda questa piega terribile, bisogna capire che tutto ciò ha origine nello squilibrio tra il mercato e lo Stato di diritto: tale squilibrio riduce la domanda, la trasferisce sul debito e crea rendite finanziarie poderose, legali, extra-legali, illegali o criminali. Perfettamente coscienti dei rischi che lo sviluppo anarchico dei mercati fa correre al mondo, gli "iniziati" fanno di tutto per massimizzare i loro profitti, come dei ladri che si affrettano ad arraffare più oro possibile dalla cassa di una banca, rischiando il tutto per tutto negli ultimi secondi della rapina, poco prima che arrivi la polizia.
È venuto il momento di capire che i contribuenti pagano oggi i bonus dei banchieri che li hanno gettati in una simile situazione. Ma è venuto anche il momento di rendersi conto che questa crisi può rappresentare un'opportunità per il mondo intero, un ultimo avviso su tutti i pericoli di una globalizzazione anarchica e sprecona. È venuto il momento di convincerei che disponiamo dei mezzi umani, finanziari e tecnologici per far sì che questa crisi sia soltanto un incidente di percorso; che ne usciremo solo se l'informazione economica e finanziaria sarà equamente distribuita e disponibile per tutti e nello stesso momento; se i mercati finanziari, mondiali per natura, saranno regolamentati da uno Stato di diritto planetario; se cesseranno queste finanze-casinò; se il mestiere di banchiere ridiventerà modesto e noioso, ciò che non avrebbe mai dovuto smettere di essere; se sarà compiuto su scala mondiale un reale controllo dei rischi e delle esigenze di liquidità; se verrà fatta una revisione dei sistemi di retribuzione, una separazione tra attività dei mercati e attività bancarie e stabilito un obbligo per chi fa correre un rischio ad altri di accollarsi la sua parte; se si sapranno organizzare, su scala mondiale, grandi opere ecologicamente durature, come è stato fatto finora in alcuni paesi.
Purtroppo c'è da temere che quasi nulla di tutto ciò possa essere fatto tempestivamente.
E tuttavia, come la "crisi dei tulipani" ha potuto, nel 1637, aprire la via a centocinquanta anni di formidabile crescita dei Paesi Bassi, la crisi dei subprime, prima vera crisi della globalizzazione, potrebbe accelerare considerevolmente la presa di coscienza della necessità di realizzare, un giorno, una socializzazione della maggior parte delle funzioni monetarie, strumenti di sovranità, un accesso uguale per tutti alla conoscenza, una domanda mondiale stabile, un salario mondiale minimo, uno Stato di diritto mondiale, che porterà nel tempo a un governo mondiale.
Un secolo circa ci separa da questo scenario. E, probabilmente, anche un certo numero di crisi e guerre ...

INDICE

Introduzione 3

1. Le lezioni delle crisi passate 13

2. Come tutto è cominciato 37

Scarsezza della domanda, p. 38
Creazione della domanda con il debito, p. 40
La riduzione dei tassi, l'effetto leva e l'effetto ricchezza, p. 42
Ricerca sfrenata del risparmio: cartolarizzazione e derivati, p. 44
Vista la difficoltà di attirare capitali, gli assicuratori creano CDS e monolines, p. 47
Accecamento delle aziende di rating, p. 50
Esplosione del debito globale, p. 51
Coloro che avevano previsto la crisi, p. 51
Perché non li abbiamo ascoltati?, p. 54
L'affondamento del mercato dei subprime. Economia del panico, p. 56
Cronologia, p. 57


3. Il giorno in cui il capitalismo stava per scomparire 69

4. Le minacce prossime venture 87

Le nuove sfide del sistema finanziario, p. 89
La recessione, p. 93 - La depressione, p. 94
L'inflazione, p. 95
Il fallimento dei grandi paesi e il futuro del binomio "Cbimerica", p.97
Crisi dei cambi, p. 99
La crisi sociale, ideologica e politica, p. 101


5. La base teorica delle crisi e delle soluzioni: le contraddizioni tra le esigenze della democrazia e quelle dei mercati 103

Mercati, democrazia e "iniziati", p. 107
Slealtà e primato del finanziere, p. 109
Scomparsa dello Stato di diritto, p. 110
Trionfo del capitalismo finanziario, p. 112
Inizio della crisi finanziaria, p. 113
La soluzione: il riequilibrio del mercato con lo Stato di diritto, p. 114


6. Un programma d'urgenza 117

Rimettere ordine in tutte le economie nazionali, p. 119
Rafforzare la regolazione europea, p. 122
Mettere in atto un sistema normativo finanziario globale, p. 125
Una gestione internazionale, p. 127 - Grandi lavori planetari, p. 128


7. Ultimo avvertimento, promesse di futuro 131

Le prossime crisi finanziarie, p. 131
Gli altri pericoli: il futuro dei sistemi complessi globali, p. 134


Glossario 139

Schemi 143

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LA CONDANNA DEL MESSIA


RETROCOPERTINA

La ricerca sulla figura storica di Gesù ha conosciuto negli ultimi anni sviluppi impressionanti, producendo indubbiamente importanti novità, che hanno spesso raggiunto anche il grande pubblico. Grazie a una migliore conoscenza dell'ambiente giudaico si sono approfonditi i legami dell'ebreo Gesù con il giudaismo del tempo, si è ampliata la base documentaria della ricerca, si sono abbandonati pregiudizi confessionali tipici di prospettive esclusivamente teologiche. Eppure proprio i problemi squisitamente storici della ricerca su Gesù appaiono sovente poco considerati o affrontati in modo insoddisfacente.
Prendendo in esame gli studi più significativi apparsi negli ultimi anni sul Gesù storico, il saggio di Giorgio Jossa affronta due problematiche in particolare: la rivendicazione di Gesù di essere il Messia d'Israele e le ragioni storiche della sua condanna a morte, cercando di sfatare alcuni luoghi comuni che sembrano condizionare ancora ampiamente la ricerca.

INTRODUZIONE

Questo libro ha uno scopo specifico, di cui è opportuno dar conto subito al lettore. Sono ormai più di trenta anni che assistiamo alla ripresa di una ricerca scientifica vigorosa sul Gesù storico (spesso si sceglie come data di inizio il 1985, anno in cui uscì il libro di E.P. Sanders Jesus and Judaism, ma vedremo che Sanders è alle origini di un orientamento soltanto della ricerca; con egual diritto si potrebbe scegliere il 1973, quando apparve il Jesus tbe Jew di G. Vermes, il primo studioso probabilmente a insistere con tutto il rigore sul Gesù ebreo). E con un uso efficace dei mezzi di comunicazione i risultati di questa ricerca hanno anche ricevuto un'ampia diffusione. La ripresa però, ho scritto: non è infatti la prima volta che l'indagine storiografica si rivolge con così grande entusiasmo alla ricostruzione della figura storica di Gesù. Già in altre due occasioni si è avuta una fioritura particolarmente notevole di ricerche su questo tema. E ricordarle può essere utile per comprendere meglio novità e limiti dell'orientamento attuale.
Abitualmente1 si fa cominciare la prima serie di queste ricerche con la pubblicazione, da parte di G.E. Lessing, dei cosiddetti Frammenti dell'Anonimo di Wolfenbuttel, e in particolare con l'apparizione, nel 1778, del famoso settimo frammento di questo autore, che era in realtà H.S. Reimarus, intitolato Dello scopo di Gesù e dei suoi discepoli.2 E l'indicazione ha un solido fondamento. Anche se naturalmente Reimarus era stato preceduto da vari altri studiosi, fu lui infatti a porre in maniera chiarissima (e radicale) il problema della differenza che c'è tra la figura di Gesù come può essere ricostruita dalla scienza storica e l'immagine di Gesù che ci è presentata dai vangeli canonici. E fu lui anche a indicare con altrettanta chiarezza gli elementi che determinavano in maniera decisiva questa differenza. È vero, scriveva infatti Reimarus, che i vangeli (canonici) presentano Gesù come il redentore spirituale del mondo. Ma ci sono buoni motivi per ritenere che la loro presentazione non sia fedele. Gesù era infatti un ebreo che parlava ad altri ebrei. E per gli ebrei del tempo il regno di Dio promesso dalle Scritture non era una entità celeste, oltremondana, ma era il regno di Israele.
Quando perciò Gesù annunciava la venuta imminente del regno di Dio, coloro che lo ascoltavano non potevano pensare che alla restaurazione del regno di Israele. Questa restaurazione d'altra parte, secondo la tradizione, doveva essere opera di un discendente della famiglia di David. Quando perciò Gesù si proclamava Messia non poteva pensare egli stesso che al figlio di David che doveva liberare Israele dal dominio straniero. Questo spiega perfettamente l'esito tragico della vicenda di Gesù. Gesù infatti, dice Reimarus, ha cominciato col predicare in Galilea una morale di rifiuto della violenza e di amore del prossimo. Ma quando è giunto a Gerusalemme, entrando trionfalmente nella città santa, ha deposto la mitezza originaria e ha compiuto alcuni atti violenti, come la cacciata dei mercanti dal tempio, che lo hanno messo in duro conflitto con le autorità giudaiche. Queste perciò lo hanno arrestato e lo hanno consegnato al governatore romano, che lo ha messo a morte.
Che cosa però è avvenuto in seguito? Dopo un periodo di sbandamento dovuto al crollo delle loro speranze originarie i discepoli di Gesù hanno ripreso coraggio e, ricordando che nella Scrittura accanto alla promessa della venuta del figlio di David liberatore di Israele c'era un'altra promessa messianica relativa a un figlio dell'uomo di origine celeste, hanno trafugato il corpo di Gesù, hanno affermato che Dio lo aveva risuscitato dai morti e hanno proclamato che egli era il redentore spirituale del mondo.
È facile oggi sorridere della impostazione di Reimarus e in particolare di questa conclusione. Reimarus non era soltanto un razionalista che sosteneva una idea di religione puramente naturale (la sua opera era intitolata Apologia o difesa degli adoratori razionali di Dio), ma mancava di tutti quegli strumenti critici che l'esegesi neotestamentaria avrebbe elaborato in seguito. Gli sfuggiva in particolare il processo di formazione della tradizione evangelica. Ma la ricostruzione di Reimarus conteneva due elementi fondamentali a cui, sia pure con modalità sempre diverse, la ricerca sul Gesù storico non avrebbe potuto più rinunziare: il riconoscimento del carattere ebreo di Gesù quale elemento essenziale per comprenderne la predicazione e l'indicazione della svolta decisiva costituita dalla proclamazione da parte dei discepoli della sua risurrezione,
Reimarus non ebbe allievi. Le sue affermazioni erano troppo distanti dalla opinione comune che si aveva allora su Gesù e i vangeli. La ricerca su quello che sarebbe stato definito il Gesù storico prese anzi una direzione completamente diversa, quasi opposta. Nel 1835 un giovane teologo che insegnava a Tubinga, D.F. Strauss, pubblicò infatti una vita di Gesù3 che fece enorme scalpore. Il problema che tormentava Strauss era il rapporto che esiste tra il cristianesimo e la storia. Fino a che punto si può dire che il cristianesimo si fonda sulla storia? E fino a che punto si deve dire che i vangeli raccontano la storia di Gesù? Fino a poco tempo prima di lui secondo Strauss gli studiosi (che egli definisce soprannaturalisti) avevano trattato i vangeli nella tranquilla convinzione che essi narrassero la storia di un essere soprannaturale, divino. Ora invece che cosa fanno (sulla scia di Reimarus) gli studiosi razionalisti? Leggono i vangeli come se essi raccontassero la storia di un personaggio puramente umano. Divisi nell'interpretazione, soprannaturalisti e razionalisti hanno quindi un punto in comune: entrambi credono che i vangeli contengano storia, la storia di Gesù. Ed è questo per Strauss l'errore. I vangeli non vogliono raccontare la storia di Gesù. Vogliono invece esprimere, in linguaggio poetico (Strauss dice mitico), la fede che i discepoli hanno nella persona di Gesù. E per far questo i discepoli, essendo ebrei, hanno fatto ricorso alla Scrittura, rileggendo la vicenda storica di Gesù alla luce delle profezie messianiche della Scrittura. È così che è nata la storia messianica di Gesù che troviamo raccontata nei vangeli, tutta intessuta di riferimenti a quelle profezie. Il cristianesimo quindi non ha il suo fondamento più proprio nella storia di Gesù, ma nella fede dei discepoli. Il che tuttavia, tiene a precisare Strauss, non toglie nulla alla verità del cristianesimo. Vera è infatti la storia che diventa idea, o l'idea che si fa storia. Le affermazioni della religione cristiana, l'umanità di Dio, la divinità di Gesù, restano perciò verità eterne anche se non possono essere considerate come verità storiche.

Anche le affermazioni di Strauss sul carattere dei vangeli sarebbero diventate lentamente patrimonio comune della esegesi neotestamentaria. Ma le conclusioni dell'autore sul valore storico dei vangeli, al di là delle sue stesse convinzioni, sembrava dovessero costituire un enorme ostacolo sulla strada della ricerca del Gesù storico. Se i vangeli devono essere letti come la testimonianza della fede dei discepoli in Gesù, se essi non contengono perciò il racconto della storia del profeta di Nazaret, diventa terribilmente difficile ricostruire questa storia. Ma negli anni stessi in cui usciva il libro di Strauss l'esegesi neotestamentaria formulò alcune ipotesi sulla formazione dei vangeli che avrebbero rivoluzionato il loro studio e che avrebbero dato una spinta decisiva alla nascita della prima ondata di ricerche critiche sulla vita di Gesù. Nel 1835, l'anno stesso dell'apparizione del libro di Strauss, un filologo classico che stava curando una edizione critica dei vangeli, K. Lachmann, in base all'ordine del racconto contenuto nei vangeli, sostenne che il vangelo più antico non era quello di Matteo, come sempre aveva affermato la tradizione, ma quello di Marco.4 Rispetto a quello di Matteo (e a quello di Luca) l'ordine della materia conservato dal vangelo di Marco si rivelava secondo lui più vicino alla tradizione originaria da cui gli evangelisti attingevano. E tre anni dopo C.H. Weisse5 e c. G. Wilke6 fecero un passo ulteriore: anzitutto provarono in maniera estremamente convincente che il vangelo di Marco non era soltanto più antico di quelli di Matteo e di Luca, ma aveva costituito il modello a cui questi si erano costantemente riferiti. Ma sostennero anche che per la parte in cui Matteo e Luca non dipendevano da Marco, e nella quale mostravano tra loro una grandissima somiglianza, avevano utilizzato una seconda fonte, fatta essenzialmente di parole di Gesù. Era nata la cosiddetta ipotesi delle due fonti, ancora oggi seguita dalla stragrande maggioranza degli studiosi, secondo cui alla base della tradizione sinottica ci sarebbero il vangelo di Marco e una raccolta di detti (indicata comunemente in seguito come fonte Q).
Questa ipotesi non costituì soltanto una scoperta di enor- me valore per la indagine bIologica sui vangeli canonici, ma sembrò fornire anche lo strumento più idoneo per ribattere alle conclusioni storiche di Strauss. Fu essa senza dubbio l'elemento decisivo che portò alla nascita della prima ricerca sulla vita di Gesù. Alla base di tutta la tradizione evangelica venivano infatti poste due fonti molto antiche (la fonte Q in particolare sarebbe stata comunemente assegnata agli anni 50) che consentivano di dare un solido fondamento alle ricerche sul Gesù storico. Per la prima volta si riteneva anzi di possedere uno strumento adeguato per raggiungere, attraverso ma anche al di là dei vangeli canonici, la figura autentica di Gesù. Nel pieno di queste ricerche, nel 1863, uno dei più autorevoli studiosi del Nuovo Testamento, H.J. Holtzmann, fornendo la ragione del suo studio sui vangeli sinottici avrebbe infatti scritto: «Si tratta semplicemente di chiederei se sia ancora possibile tracciare la figura storica di colui al quale il cristianesimo non solo fa risalire il suo nome e la sua esistenza, ma della cui persona ha fatto altresì il centro della sua peculiare concezione religiosa, e se sia possibile ottenere ciò in un modo che risponda sufficientemente alle esigenze della più progredita scienza storico-critica; inoltre, se sia possibile ricavare, con l'impiego del solo legittimo mezzo di una consapevole critica storica, ciò che questo fondatore della nostra religione fu realmente, ossia l'immagine autentica e fedele della sua essenza; oppure se dobbiamo una volta per tutte rinunziare al raggiungimento di un tale traguardo».7
Questa prima stagione della ricerca sulla vita di Gesù costituisce un momento di grandissimo valore nella storia di questi studi. Il forte senso storico di cui quegli studiosi erano forniti ha consentito loro di raggiungere risultati notevolissimi e probabilmente non è stato più eguagliato in seguito.
Non si giustifica quindi il sostanziale oblio in cui essa è caduta nella ricerca attuale. Ad alcune delle conclusioni di quella ricerca continuerò io stesso ad attenermi. La citazione di Holtzmann ora riportata rivela però immediatamente il problema di fronte al quale furono posti i lettori (e si trovarono gli stessi autori) di questa prima ricerca sulla vita di Gesù. La figura di Gesù da loro ricostruita «col solo legittimo mezzo di una consapevole critica storica» era molto diversa da quella creduta e predicata dalle varie chiese cristiane. Qual era allora il vero Gesù, quello della ricerca storica o quello della predicazione ecclesiastica? L'affermazione di Holtzmann già fornisce la risposta. Quello che Gesù fu 'realmente', l"autentico' Gesù è quello ricostruito dalla scienza storica sulla base del vangelo di Marco e della fonte Q (in realtà soprattutto sulla base di Marco), non quello fornito dall'insegnamento ecclesiastico. Già in quanto storici, quali soprattutto volevano essere, questi autori tendevano quindi a contrapporre, e a sostituire, in quanto più vero, il Gesù storico al Cristo del dogma e della predicazione. Ma gli autori di questa ricerca non erano soltanto storici, erano anche teologi. Ed erano teologi 'liberali', fortemente polemici nei confronti della ortodossia ecclesiastica. Il 'movimento della vita di Gesù', come lo avrebbe chiamato il suo grande oppositore, M. Kahler, era nato interamente all'interno delle chiese cristiane (essenzialmente protestanti). Ed era nato in netta contrapposizione alla teologia e alla predicazione ecclesiastiche. La religiosità di questi autori tendeva a valorizzare gli aspetti etici della fede cristiana, mentre svalutava fortemente quelli dogmatici. Si ispirava sostanzialmente alle idee illuministiche di Goethe e di Kant. Nella predicazione di Gesù quello che interessava, in quanto valore religioso «eternamente valido», erano i contenuti morali, non le affermazioni dogmatiche, legate, si riteneva, in maniera «storicamente contingente» alla tradizione giudaica. Il ricorso stesso al contesto giudaico della predicazione di Gesù (il Gesù giudeo, non cristiano, di]. Wellhausen) finiva col perdere tutta la sua pregnanza di fronte a questa esigenza di valorizzare la rivoluzione morale contenuta in quella predicazione. I concetti di regno di Dio e di Messia, quando non venivano addirittura messi da parte, perdevano infatti il loro contenuto dogmatico, e in particolare escatologico, per essere interpretati soltanto nel loro valore etico. Il Gesù 'liberale' rischiava costantemente di essere visto soltanto come una grande figura di profeta, assertore della più alta moralità e fornito quindi di un valore esemplare. Gli storici liberali per la verità hanno più volte respinto l'accusa rivolta loro di voler sostituire, come fondamento autentico della fede cristiana, al Cristo del dogma e della predicazione un Gesù storico portatore soltanto di valori morali. Ma, al di là delle loro stesse intenzioni, era questo in sostanza l'esito complessivo di quella (pur grandiosa) ricerca sul Gesù storico. (Continua...)


NOTE

1 A partire dalla grande opera di A. Schweitzer, Storia della ricerca sulla vita di Gesù, tr. it., Brescia 1986 (la ediz. 1906,91984).
2 Vom ZweckeJ esu und seinen ] ùngern, tr. it. in H.S. Reimarus, I frammenti dell'Anonimo di Wolfenbiittel pubblicati da G.E. Lessing (a cura di F. Parente), Napoli 1977,349-534.
3 Das LebenJesu, kritisch bearbeitet I-Il, Tiibingen 1835-36.
4 De ordine narrationis in evangeliis synopticis: Theologische Studien und Kritiken 8 (I 8 35) 570- 590.
5 Die evangelische Gescbichte, kritisch und philosophisch bearbeitet I- II, Leipzig 1838.
6 Der Ur-Evangelist, oder exegetisch-kritische Untersuchung uber das Verwandtschaftverhaltnis der drei ersten Evangelien, Dresden-Leipzig 1838,
7 Die synoptischen Evanglien, 1863,I.

INDICE

9 Introduzione

Capitolo I
La pretesa messianica di Gesù
33 1. L'orientamento attuale della ricerca
49 2. L'attesa messianica dei giudei
60 3. Pretendenti messianici prima di Gesù?
73 4· Personaggi celesti di carattere messianico
81 5. Gli inizi della predicazione di Gesù
98 6. La pretesa messianica di Gesù

Capitolo 2
La condanna a morte di Gesù
115 1. Il contesto storico
132 2. La Galilea, Giuda e gli zeloti
150 3. Il conflitto di Gesù con i farisei
166 4. Farisei o capi dei farisei?
176 5. La critica di Gesù al tempio
188 6. I motivi della condanna

199 Indice delle fonti

202 Indice degli autori

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LA BIBBIA PRIMA DEL DOGMA - La Traduzione del Nuovo Mondo coma paradigma dell'ermeneutica biblica

RETROCOPERTINA

Traduzione ed esegesi sono indissolubilmente legate da un rapporto di interdipendenza: il dogma condiziona le scelte traduttive e la traduzione a sua volta fornisce il razionale su cui fondare il dogma. Questo saggio presenta la Traduzione del Nuovo Mondo con Riferimenti (TNM Rbi8-I) come paradigma, ossia come esempio di versione biblica in cui si è prestata particolare attenzione a tale condizionamento. I traduttori hanno fatto ogni sforzo per emancipare il testo dall'influenza dogmatica. Lungi dall'intenzione degli autori dimostrare che sia una traduzione perfetta o migliore di ogni altra disponibile, essi evidenziano, con competenza e rigore scientifico, come le critiche di cui la TNM è stata oggetto dalla prima edizione del 1950 (l'ultima revisione inglese è del 2013), siano ingiustificate e frutto di pregiudizio. Una sorte simile fu riservata ad altre traduzioni (es. Tyndale e Lutero) che, inizialmente esecrate, ora vengono esaltate come pregevoli esempi annoverati nella storia delle traduzioni bibliche.

PREFAZIONE

L'atto del tradurre lingue di origine antica in moderni linguaggi recettori è un compito arduo. Il classicista H.D.F. Kitto definisce appropriatamente la traduzione come «l'arte del possibile» e ciò in considerazione del fatto che la traduzione di parole da un linguaggio ad un altro comporta il rendere familiare, all'interno di un diverso contesto, un concetto ad esso estraneo. Kitto evidenzia la sfida del tradurre il termine greco polis in inglese. Tuttavia, la traduzione della Bibbia è ancora più difficoltosa a causa delle particolari esigenze connesse con la resa della Scrittura.
In primo luogo, un'efficace traduzione della Bibbia di solito richiede competenza nelle antiche lingue scritturali. Coloro che rendono l'Antico Testamento in un'altra lingua hanno bisogno di conoscere almeno l'ebraico antico e l'aramaico. Parimenti, i traduttori del Nuovo Testamento dovrebbero conoscere la Koiné greca e la letteratura che caratterizza questo particolare dialetto ellenico.
La conoscenza della cultura antica è un altro requisito necessario a chi traduce la scrittura antica: conoscere il quotidiano del vicino Oriente antico è una conditio sine qua non per il traduttore della Bibbia. Quali accorgimenti letterari venivano usati? Quali erano le comuni pratiche sociali? Tradurre appropriatamente comporta più della semplice familiarità con le parole. C'è ancora un'altra qualità che i traduttori devono possedere. I testi sono resi all'interno di contesti letterari, di conseguenza la prosa non dovrebbe essere trattata come se fosse poesia, e viceversa. Coloro che decidono di tradurre linguaggi originali in altri idiomi dovrebbero avere orecchio per le sfumature letterarie.
Sono stati compilati molti studi recenti sulla differenza tra aktionsart e aspetto (rappresentazione oggettiva e soggettiva delle azioni). Siamo consapevoli del ruolo che la moderna linguistica assume nella comprensione dei testi antichi. La Teoria degli atti linguistici, con la sottile distinzione fra locuzioni, illocuzioni e perlocuzioni è stata uno strumento integrato per il miglioramento della moderna analisi dei testi. Tuttavia, c'è una particolare sfida che il moderno traduttore biblico deve ancora affrontare.
Oltre ai problemi inerenti il linguaggio che devono affrontare tutti coloro che lavorano con i testi classici, lo specialista della Bibbia deve cercare di comunicare le idee dello scrittore in maniera fedele, oltre che chiara.
È una consuetudine rendere l'ebraico nepes in "anima". Tuttavia, i principali lessici moderni ci informano che è il contesto a determinare ciò che le parole (incluso nepes) denotano in un dato testo. I grammatici si riferiscono al significato contestualizzato di una parola come all'usus loquendi. Un traduttore biblico rimane fedele al significato originale di termini come nepes quando tali parole vengono tradotte in moderni idiomi recettori. Inoltre devono essere evitate le scelte traduttive fuorvianti, così come i pregiudizi, per quanto possibile. Naturalmente non può esserci comprensione senza presupposti, ma chi lavora con le lingue bibliche deve fare lo sforzo di mostrare una certa equidistanza. Nessuna meraviglia se la traduzione è «l'arte del possibile».
Sono stati scritti diversi studi in lingua inglese sulla Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture (TNM), e qualche lavoro è stato compilato anche in italiano. La Traduzione del Nuovo Mondo fu originariamente pubblicata in dieci volumi in un periodo di dieci anni (1950-1960).
Successivamente fu soggetta a revisioni ed ora la sua distribuzione ha superato le cento milioni di copie. Questa Traduzione ha generato numerose polemiche, in quanto si discosta in molti punti dalle letture bibliche tradizionali. Giovanni 1: 1 è l'esempio principale. In contrasto con la resa della KJV o della CEI che rendono con «la Parola era Dio», la TNM sceglie di rendere con «la Parola era un dio». Solo
questo ha provocato innumerevoli dibattiti sulla sua accuratezza e fedeltà al testo biblico, e ciò dimostra come un altro studio su questa Bibbia sia tutt'altro che superfluo.
Questo libro mostra familiarità con fonti rilevanti. Gli autori conoscono la differenza fra la linguistica, la teologia, la fllologia e il ruolo che ciascuna d'esse possiede nella traduzione delle Scritture, e hanno le competenze necessarie per una seria discussione sulla TNM. L'analisi condotta dimostra conoscenza dei problemi traduttivi e testuali che coinvolgono la TNM. Il focus di questo lavoro è 1'analisi del testo piuttosto che delle dottrine: è stato quindi mantenuto un approccio scientifico e credo vi siano tutti gli estremi per considerarlo una ricerca originale. Gli autori trattano questioni familiari analizzando, tra l'altro, il significato di stauròs, la resa di Giovanni 14: 14 e la presenza del Tetragramma.
Il lettore apprezzerà nondimeno la metodologia recente applicata a questi temi. Il tono accademico e lo stile di scrittura non apologetico si mostrano anch'essi gradevoli.
Consiglio vivamente lo studio di questo lavoro.

Edgar Foster
Ph.D. Theology and Religious Studies
Lenoir-Rhyne University


INTRODUZIONE

"Che dice, in realtà, la Scrittura?"1

La domanda che pose l'apostolo Paolo duemila anni fa assume oggi un senso del tutto nuovo, e certamente ancor più rilevante. Se infatti già il missionario Paolo nel suo ministero fu costretto ad usare delle traduzioni delle Sacre Scritture, o a tradurle personalmente, comprendiamo bene come oggi non sia solo la lingua a separarci dal messaggio in esse contenuto, ma un enorme divario culturale. Arcaici contesti sociali del tutto sconosciuti al nostro quotidiano, idiomi non più familiari e con una costruzione del pensiero estranea ai nostri schemi mentali, costringono il moderno lettore che si voglia accostare alla Parola di Dio, ad avvalersi delle Traduzioni bibliche, oggi disponibili in migliaia di versioni.
Grazie agli studiosi, abbiamo la possibilità di scegliere quella Traduzione che sentiamo essere più in sintonia con la nostra sensibilità religiosa.
A volte, però, potrebbe capitare che paragonando le differenti rese di un medesimo testo ci si chieda quale sia la traduzione migliore. Ma questo tipo di interrogativo ne nasconde un altro più complesso: cosa intendiamo per "migliore"?

Tradurre significa tradire

Sgombriamo subito il tavolo da possibili equivoci: qualsiasi resa dell'originale dovrebbe essere definita un suo "tradimento". La traduzione di un testo biblico è sempre una forma di interpretazione. Per quanto possa sembrare strano al non addetto ai lavori, le traduzioni non sono altro che la testimonianza di una determinata comprensione del testo.

Prima della fase traduttiva c'è sempre un processo di comprensione del testo. Durante questo processo di comprensione, a parte la padronanza della lingua originale, ciò che più influisce sul traduttore è la sua teologia. Il traduttore biblico ha spesso profonde convinzioni religiose che inevitabilmente finiscono, più o meno inconsapevolmente, con orientare il suo lavoro verso determinati orizzionti esegetici.

Non esistono traduzioni "neutrali", non esisteranno mai, non possono esistere. Ed è un bene che sia così. La pluralità delle letture è da riconoscersi come un valore e da considerarsi come una ricchezza. È chiaro però che vi sono dei limiti che il traduttore deve rispettare e delle regole metodologiche alle quali deve attenersi. La principale di queste regole è che il lettore moderno non dovrebbe mai essere allontanato dal messaggio che il testo intendeva originariamente veicolare. E questo, purtroppo, è accaduto e accade ancora. Accade ogni volta che il traduttore smette i panni del filologo per indossare quelli del teologo. Il "teologo" inteso alla Nietzsche, con la sua «incapacità alla filologia», incapacità «di saper interpretare i fatti senza falsarli»2 con anacronistiche proiezioni dottrinali. ...(CONTINUA)


NOTE

1 Rm 4:3 - NA27; «Che dice, in realtà, la Scrittura?» - NVB.
2 F. W. NIETZSCHE, L'Anticristo, RL Editore, Santarcangelo di Romagna 2010, p. 51.

INDICE

Abbreviazioni bibliche
Altre abbreviazioni
Prefazione
Ringraziamenti
Introduzione

I Caratteristiche tecniche
New World Translation of the Christian Greek Scriptures
La versione italiana con riferimenti (Rbi8- 1)
I criteri di traduzione

II Il nome divino nel Nuovo Testamento: un abuso?
Il nome di Dio neHe traduzioni italiane
Il nome divino nella Septuaginta (LXX)
Il nome divino nel Nuovo Testamento
Gesù come KYRIOS nel Nuovo Testamento
Criteri e coerenza del ripristino
Conclusioni

III Gesù come "Dio" nel Nuovo Testamento
Le attribuzioni di SEOç a Gesù nel Nuovo Testamento
Gesù come "Dio" nella traduzione e nell' esegesi
L'uso di "Dio/dio" nel monoteismo giudaico
Mediatori, agenti divini e cristologia
Il Logos giovanneo: "un dio"?

IV La preghiera a Gesù in Gv 14: 14
La problematica
I testi di riferimento
I manoscritti
Conclusioni

V Ruah Elohim e la "forza attiva"
Il computo delle ricorrenze
Genesi 1:2
Isaia 40:26 e Geremia 32:17
Conclusioni

VI Lo stauròs e il mos Romanorum
Introduzione al problema e scopo di questa ricerca
Breve revisione della letteratura recente
Il "rnos Romanorum" in fatto di crocifissione
Elenco e classificazione delle fonti primarie
Analisi delle fonti primarie
Conclusioni sulle fonti primarie
Conclusioni generali

Conclusione
Bibliografia

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LA BIBBIA NEL SUO CONTESTO

QUESTA OPERA È LA PRIMA DEL PIANO:


1. La Bibbia nel suo contesto
2. Bibbia e parola di Dio
3. Pentateuco e storiografia biblica
4. Libri profetici
5. Libri sapienziali e altri scritti
6. Vangeli sinottici e Atti degli Apostoli
7. Scritti paolini
8. Scritti giovannei e lettere apostoliche
9. Letteratura giudaica intertestamentaria
10. Letteratura ed esegesi cristiana antica


RETROCOPERTINA


Il volume primo dell'Introduzione allo studio della Bibbia fornisce tutti gli elementi storici e letterari indispensabili per un primo approccio agli scritti che compongono opere tanto eterogenee e distanti (per tempi e culture), quali sono la Bibbia ebraica e il Nuovo Testamento. A due parti storiche - dedicate la prima alla geografia e all'archeologia palestinesi fino all'età ellenistica, la seconda alla storia e alle istituzioni dell'Israele biblico e della Palestina giudaica - fanno seguito due parti letterarie e filologiche. Di queste, l'una ha per oggetto la Bibbia come fatto letterario, - l'altra il testo biblico: quello ebraico dell'Antico Testamento e quello greco del Nuovo Testamento (con le loro numerose versioni antiche). L'opera si conclude con un lungo capitolo sulle traduzioni della Bibbia in lingua italiana dal XIV secolo ai giorni nostri, steso appositamente per questa edizione. Per la sua forma sempre piana ed efficace, questa nuova Introduzione allo studio della Bibbia si propone non solo come manuale per le facoltà teologiche e ogni altro istituto di livello universitario, ma anche come opera di consultazione per chiunque desideri un'informazione di base aggiornata sui problemi cui si trova di fronte lo studio della Bibbia.

PRESENTAZIONE DELL'OPERA

L'Introduzione allo studio della Bibbia, inaugurata da questo volume dedicato al contesto biblico, è nata come progetto durante il seminario triennale di cultura biblica tenuto da un gruppo di biblisti agli inizi degli anni ottanta nell'ambito delle riunioni annuali della Institucion San [eronimo para la lnuestigacion Biblica. In quelle sessioni di lavoro molti professori di Sacra Scrittura espressero la loro insoddisfazione per i manuali attualmente esistenti, i quali, benché soddisfacenti, non presentavano gran parte dei progressi della ricerca biblica degli ultimi venticinque anni né accoglievano tutti i risultati ricava bili dalla costituzione sulla Divina Rivelazione del concilio Vaticano II. Non va dimenticato che a quell'epoca si utilizzavano ancora manuali scritti negli anni sessanta. Questa costatazione c'indusse a discutere i fondamenti su cui elaborare l'opera di cui tutti avvertivamo la mancanza. Si domandava un sufficiente livello scientifico, l'assunzione dei risultati conseguiti dalla più recente ricerca biblica e teologica, un'esposizionea un tempo chiara, completa nei punti essenziali e orientativa per lo studente di Sacra Scrittura e per quanti desiderano accostarsi alla conoscenza della Bibbia. Era quindi necessario raccogliere i progressi della scienza biblica e gli orientamenti introdotti e suggeriti dal concilio Vaticano II.

Per l'organizzazione dell'opera venne nominato un consiglio di redazione, composto da cinque biblisti della Institucion San [eronimo, che subito dispose di modificare il nome in Asociacion Biblica Espaiiola - lnstitucion San [eronimo. Il consiglio, ancora attivo, è formato da José Manuel Sdnchez Caro (Pontificia Università di Salamanca), Julio Trebolle Barrera (Università Complutense), Rafael Aguirre Monasterio (Università di Deusto), Alfonso de la Fuente Addnez (Instituto San Ddmaso di Madrid) e Santiago Guijarro (Direttore della Casa de la Biblia). Costoro elaborarono il disegno iniziale, discusso nelle successive riunioni dell' Associazione Biblica Spagnola e da questa approvato nel I986. A tale progetto partecipano oggi una ventina di studiosi della Bibbia, tutti spagnoli, che rappresentano una vasta gamma di specialisti e docenti dei centri di ricerca spagnoli.
L'Introduzione allo studio della Bibbia è concepita come un esteso manuale, elaborato in otto maneggevoli volumi, ai quali se ne aggiungeranno due supplementari. Nostro intento è che possano servire da testo base nelle facoltà di teologia, nei seminari e in qualsiasi altra istituzione di livello universitario o equivalente in cui si seguano studi biblici. Auspichiama altresì un manuale sufficientemente leggibile e chiaro, un libro di consultazione per chiunque desideri un'informazione di base aggiornata sui problemi suscitati attualmente dallo studio della Bibbia in generale e da ognuno dei libri biblici in particolare.
I primi due volumi sono dedicati allo studio delle questioni generali poste dalla Bibbia; il primo riguarda problemi di tipo concreto, attinenti all'ambiente storico e letterario; il secondo affronta questioni più specificamente teologiche. Seguiranno tre volumi dedicati ai libri dell'Antico Testamento e altri tre a quelli del Nuovo Testamento. L'opera verrà completata da due supplementi, uno dedicato al mondo della letteratura giudaica intertestamentaria, l'altro alla letteratura cristiana connessa alla Bibbia.
Nell'elaborazione metodo logica si è preferito distinguere, quando possibile, un' esposizione organica dei risultati conseguiti dalla critica attuale dalla presentazione della storia della ricerca con i problemi che, come per ogni scienza viva, rimangono aperti. Si è pure fornita una bibliografia commentata, per sollecitare l'approfondimento dello studio.
La realizzazione del lavoro, come in genere accade per le opere a più mani, non è stata facile e, soprattutto, ha sofferto di alcuni ritardi imprevisti. Ma già oggi possiamo presentare l'inizio di un progetto che ci auguriamo sia un utile apporto alla scienza biblica e un abituale compagno per quanti si dedicano a questo studio per professione o, semplicemente, per interesse verso un libro che è e sarà sempre letto con passione.
Il consiglio di redazione, presentando con questo primo volume /'Introduzione allo studio della Bibbia, desidera rendere omaggio ai biblisti di ogni tempo, consapevole di collocarsi sulla strada già tracciata dai loro sforzi e dalle loro conquiste. Desidera, inoltre, ringraziare l'Associazione Biblica Spagnola, la quale ha inserito tra i suoi già numerosi progetti anche l'attuale, e l'Editorial Verbo Divino, che ha reso possibile con generosità, comprensione ed efficienza la realizzazione dell' opera.

PREMESSA AL VOLUME PRIMO

Il presente volume, primo dell'Introduzione allo studio della Bibbia, esamina tutti gli aspetti che favoriscono una migliore comprensione della Bibbia come libro umano. I suoi estesi capitoli intendono presentare l'ambito biblico generale, il «contesto» che rende possibile un primo approccio a questo libro, lontano da noi nel tempo e nella cultura. Questo
avvicinamento avviene per gradi successivi.
La prima parte introduce all' ambiente fisico in cui ebbe origine la Bibbia, offrendoci una breve e interessante presentazione della geografia e archeologia bibliche. Ne è autore il prof. Joaquin Gonzdlez Echegaray, direttore dell'Istituto di Ricerche Preistoriche (Santander-Chicago) e membro del consiglio della sezione archeologica dell'Istituto Biblico e Archeologico Spagnolo di Gerusalemme, noto specialista di archeologia preistorica spagnola e biblica e conoscitore diretto dei luoghi biblici, dove ha trascorso lunghi e frequenti periodi come archeologo. Si tratta di un contributo nuovo nell' ambito degli studi biblici spagnoli, a cui fino ad oggi praticamente mancavano una geografia e archeologia bibliche.
Nonostante non sia più che un compendio, è da sottolineare che si tratta di un lavoro originale, sviluppato con indubbia sensibilità biblica.
La seconda parte, più estesa, è dedicata allo studio della storia del popolo biblico, dalle origini fino alla seconda rivalta giudaica contro Roma, conclusasi nell' anno 135 d.C. Anche in questo caso il contributo è di particolare interesse. L'esposizione, necessariamente concisa, intende sottolineare i grandi momenti utili a inquadrare le pagine bibliche, senza tralasciare le principali questioni oggi discusse e altre letture che consentono di ampliare gli orizzonti della conoscenza. Sono autori di questa sezione il prof. [esus Asurmendi, docente all'Istituto Cattolico di Parigi, e il dotto Fiorentino Garda Martinez, attualmente impegnato presso !'Istituto di Qumran dell'Università di Groningen in Olanda.
La terza parte è un primo tentativo di collocare la Bibbia nell'ampio contesto della letteratura del suo tempo. In questo caso abbiamo potuto contare sulla breve ma preziosa collaborazione del prof Luis Alfonso Scbokel, del Pontificio Istituto Biblico di Roma, uno dei maestri che hanno aperto la via all'immenso e stimolante campo degli studi della Bibbia
come letteratura. Il suo contributo consiste nell'esaminare la Bibbia come fenomeno letterario. Le letterature contemporanee o che hanno influenzato l'A.T. e il N.T. sono succintamente descritte dai due storici sopra
menzionati, mentre il pro[. José Manuel Sdnchez Caro, della Pontificia Università di Salamanca, presenta un saggio in cui vengono descritti e classificati i più importanti generi letterari presenti negli scritti biblici.
L'ultima parte, che esamina la storia del testo biblico, offre un'introduzione alla complessa scienza, o arte, della critica testuale, accompagnata da una breve presentazione delle versioni bibliche. Anche in questo caso si tratta di un apporto originale alla critica testuale. L'autore, il prof. Julio Trebolle Barrera, dell'Università Complutense di Madrid, ha elaborato una pregevole per quanto sintetica trattazione, benché a volte, dato l'argomento illustrato, possa apparire arida a una prima lettura. Per quanto si riferisce alle versioni della Bibbia, con eccezione di quelle antiche, si è preferito dare maggiore spazio alla rassegna delle versioni italiane, con il contributo originale del prof. Bruno Chiesa, dell'Università di Pavia (parte che in questa edizione italiana sostituisce quella del prof [José Manuel Sdnchez Caro, dedicata alle versioni spagnole della Bibbia).
Si tratta, in breve, di un lavoro interdisciplinare - di qui l'intervento dei diversi autori -, proteso a delineare succintamente e con chiarezza il contesto del libro biblico. Un volume, insomma, in cui, per la prima volta, un gruppo di biblisti tratta importanti questioni offrendo una visione d'insieme che non ha precedenti negli attuali studi biblici.
Questa premessa non sarebbe completa se non menzionassimo l'importante contributo del dotto Lorenzo Amigo Espada, professore di Filologia Ebraica alla Facoltà Biblica Trilingue della Pontificia Università di
Salamanca. Il suo lavoro di revisione dei testi e i suoi preziosi suggerimenti hanno notevolmente migliorato il volume; a lui, quindi, i più sentiti ringraziamenti del consiglio di redazione. La nostra gratitudine va anche all'allieva di teologia della medesima Università, Maria José Ferndn- dez-Montes, che nell'ultima fase di elaborazione dell'opera ha efficacemente coadiuvato il professor José Manuel Sdnchez Caro, a cui si deve la forma definitiva del volume e la cura dei necessari collegamenti tra le varie parti. È doveroso, infine, ringraziare vivamente per la revisione finale, sempre puntuale e competente, il prof. Alfonso de la Fuente Addnez, che, oltre ad altri validi contributi, ha preparato l'originale per la stampa.
Voglia Dio che il lavoro di tante persone risulti utile e appassionante a quanti si avvicinano a quest' opera in cerca di un ausilio e di un orientamento per meglio comprendere quanto qui ci sta propriamente a cuore, la Bibbia.


INDICE

9 Presentazione dell'opera

11 Premessa al volume primo

Parte prima
GEOGRAFIA E ARCHEOLOGIA BIBLICHE

Capitolo I
17 La geografia biblica

Capitolo II
59 Archeologia biblica

Parte seconda
STORIA E ISTITUZIONI DEL POPOLO BIBLICO

103 Introduzione

Capitolo III
109 L'epoca premonarchica

Capitolo IV
126 La monarchia

Capitolo V
155 L'ultimo periodo della dinastia davidica

Capitolo VI
188 L'esilio e la restaurazione di Giuda sotto i persiani

Capitolo VII
206 La Palestina sotto la dominazione greca (333-167 a.c.)

Capitolo VIII
221 Restaurazione nazionale ed espansione asmonea (167-63 a.C.)

Capitolo IX
237 La Palestina sotto la dominazione romana (63-4 a.C.)

Capitolo X
251 Da Erode il Grande alla guerra contro Roma (4 a.c. - 66 d.C.)

Capitolo XI
267 Le guerre contro Roma (66-135 d.C.)

Capitolo XII
284 Il contesto religioso del Nuovo Testamento

Parte terza
BIBBIA E LETTERATURA

Capitolo XIII
315 La Bibbia come letteratura

Parte quarta
IL TESTO DELLA BIBBIA

Capitolo XIV
376 Lingue e scritture bibliche

Capitolo xv
394 Testo e critica testuale dell'Antico Testamento

Capitolo XVI
437 Testo e critica testuale del Nuovo Testamento

Capitolo XVII
464 Versioni dell'Antico e del Nuovo Testamento

513 Indice del volume

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LA BIBBIA HA LA RISPOSTA

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L'Autore
HENRY M. MORRYS - MARTYN L. CLARK


RETROCOPERTINA

La Casa Editrice Hilkia Inc. è stata fondata perché sentivo un peso che il Signore aveva messo nel mio cuore. Per molti anni, mi ero occupato della mia famiglia, del mio lavoro e di molto altro, e ben poco avevo potuto fare nel campo del Signore. Ogni volta che mi recavo 'presso una libreria cristiana, costatando il gran numero di libri cristiani esistenti in lingua inglese e francese, il mio pensiero andava al mondo evangelico italiano che non aveva una scelta così vasta. Un giorno, venuto a conoscenza dell'esistenza di floppy disk in inglese che contenevano la Bibbia e verificato che ancora una volta non esisteva nulla di simile in lingua italiana, sentii che dovevo fare qualcosa per i miei tanti fratelli italiani. Volli assicurarmi che ciò fosse nel programma di Dio per la mia vita e il Signore mi fece sentire che dovevo continuare in quella direzione.

Mi procurai un computer e uno scanner manuale e, durante il mio tempo libero, cominciai a scansionare la Bibbia. Fu un'impresa ardua, non solo perché potevo dedicarmi a questa attività soltanto dopo il mio lavoro, ma anche perché' a quel tempo non avevo nessuna conoscenza informatica e quindi dovevo contemporaneamente studiare i manuali d'istruzione. Con l'aiuto del Signore raggiunsi l'obiettivo. Riuscii a trasferire su supporti elettronici i testi della Bibbia della versione Diodati, Riveduta e Nuova Diodati e subito cominciai a divulgarli tramite l'aiuto di diversi fratelli. Con i responsabili de "La Buona Novella" di Brindisi presi degli accordi per la stesura e la compilazione di una chiave biblica che attualmente si può trovare presso tutte le librerie cristiane.

Da allora mi sono impegnato sempre di più in questo lavoro che mi appassiona tanto. Sono incoraggiato anche da molti credenti di ogni denominazione evangelica che mi contattano e ringraziano Dio per quanto stiamo facendo per la Sua gloria. Nonostante le varie difficoltà che spesso incontriamo stiamo andando avanti.

Attualmente, è possibile acquistare diversi volumi che questa casa editrice ha tradotto, stampato e pubblicato. Sul nostro sito web alla pagina puoi trovare indicazioni su di essi e se vuoi puoi ordinarli; senz'altro saranno di grande benedizione nella tua vita. Questa casa editrice si è prefissa, sin dall'inizio, di reinvestire in altre pubblicazioni il ricavato netto. Abbiamo diversi progetti sui quali stiamo lavorando e per noi è fondamentale la fiducia di quanti ci onorano con i loro acquisti, ai quali chiediamo non solo il forte sostegno spirituale della preghiera, ma anche di far conoscere ad altri credenti le nostre pubblicazioni.

Per lo staff della Casa Editrice Hilkia Inc.

  Presidente e Fondatore
      Antonio Consorte


INDICE

PREFAZIONE ALLA PRIMA EDIZIONE
PREFAZIONE ALLA SECONDA EDIZIONE
PREFAZIONE ALLA TERZA EDIZIONE
PREFAZIONE ALL'EDIZIONE ITALIANA

1. LA PAROLA DI DIO
1. Come sappiamo che la Bibbia è vera?
2. In che misura la Bibbia è ispirata?
3. La Bibbia è autorevole solo in merito a questioni religiose?
4. Come interpretiamo la Bibbia?
5. Dovremmo abbandonare la versione King James?

2. LA REALTÀ DI DIO
1. Come sappiamo che Dio esiste?
2. Come può Dio essere trino?
3. Cos'è lo Spirito Santo?
4. Cosa faceva Dio prima del principio?
5. Perché Dio creò l'universo?

3. GESU CRISTO
1. Gesù dovrebbe essere adorato come Dio?
2. Gesù era il Messia degli Ebrei?
3. Che aspetto aveva Gesù?
4. Gesù può aver peccato?
5. Gesù nacque davvero da una vergine?

4. L'OPERA DI CRISTO
1. Gesù era un rivoluzionario?
2. Com'è possibile che Gesù sia morto?
3. Chi crocifisse Gesù?
4. Come sappiamo che Cristo risuscitò dai morti?
5. Dov'è Gesù adesso?

5. LA VIA DELLA SALVEZZA
1. Cosa devo fare per essere salvato?
2. Cosa significa nascere di nuovo?
3. Come so di essere salvato?
4. Cristo deve essere accettato come Salvatore e Signore?
5. La fede è da sola sufficiente, o servono fede e opere?

6. LA BIBBIA E LA SCIENZA
1. La scienza moderna ha screditato la Bibbia?
2. I miracoli sono possibili?
3. Mosè scrisse la Genesi?
4. Da dove derivano le razze?
5. Cosa pensare del lungo giorno di Giosuè?
6. Giona fu davvero inghiottito da una balena?
7. C'è vita su altri pianeti?

7. CREAZIONE ED EVOLUZIONE
1. Un Cristiano dovrebbe credere all'evoluzione?
2. Il racconto della creazione è letterale o allegorico?
3. L'evoluzione è un fatto scientifico?
4. L'evoluzione può conciliarsi con la Seconda Legge della termodinamica?
5. Quando è vissuto Adamo?
6. C'è un intervallo tra i primi due versetti della Genesi?
7. I giorni della Genesi possono corrispondere alle ere geologiche?

8. IL MONDO ANTICO
1. Quando ha avuto inizio il mondo?
2. Dove incontrò sua moglie Caino?
3. Com'è possibile che gli uomini vivessero tanto a lungo prima del diluvio?
4. Il diluvio fu un fenomeno circoscritto o universale?
5. Come fu possbile che tutti gli animali entrassero nell'arca?
6. Come sono giunti fino a noi tutti i fossili?
7. Da dove hanno avuto origine le nazioni?

9. PROBLEMI NELLA STORIA DELLA TERRA
1. Quali erano le specie create?
2. Perché Dio creò gli animali carnivori?
3. Com'è possibile che strutture geologiche complesse si siano formate in poche migliaia di anni?
4. Cosa pensare della teoria della deriva dei continenti?
5. Ci fu un'Era Glaciale?
6. Cosa fu e quando si ebbe l'Età della Pietra?
7. L'uomo sarà mai capace di creare la vita?

10. LA SANA DOTTRINA
1. Abbiamo bisogno di un nuovo Evangelo?
2. Alla fine gli uomini saranno tutti salvati?
3. La dottrina di Cristo è sufficiente?
4. Dio ha preordinato ogni cosa?
5. Può una persona salvata perdere la salvezza?
6. Le religioni sono fondamentalmente tutte uguali?

11. DOTTRINE CONTROVERSE
1. Perché Cristo doveva versare il suo sangue?
2. Cristo doveva davvero morire prima che Dio potesse perdonare il peccato?
3. Come si consegue la santificazione?
4. È possibile che un Cristiano raggiunga la perfezione senza peccato?
5. Come può Dio condannare coloro che non hanno mai udito l'Evangelo?
6. Gli uomini sono davvero tutti fratelli spirituali?

12. LA CHIESA
1. Qual è la vera chiesa?
2. Quali sette e denominazioni sono false chiese?
3. Un Cristiano dovrebbe lavorare in associazioni interdenominazionali?
4. Cosa sono i doni dello Spirito?
5. Quanto è importante il battesimo?
6. Perché mandare missionari in altre terre?
7. Quando i Cristiani dovrebbero collaborare ad attività interecclesiastiche?

13. DOMANDE SULLA CHIESA
1. Le chiese dovrebbero prevedere requisiti di ammissione?
2. Le chiese dovrebbero pagare le tasse?
3. Quale ruolo dovrebbe avere la musica nel culto Cristiano?
4. La chiesa può ancora raggiungere le città con l'Evangelo?
5. I membri di chiesa dovrebbero farsi causa l'un l'altro?
6. Come dovrebbero svolgersi i funerali Cristiani?

14. LA VITA IN CRISTO
1. Come posso conoscere la volontà di Dio?
2. Come si fa a riconoscere la chiamata di Dio?
3. Cosa significa essere ripieni dello Spirito?
4. Cos'è la vita di intima comunione?
5. Davvero Dio ascolta la preghiera?

15. PROBLEMI SPIRITUALI PERSONALI
1. Come si può imparare l'autocontrollo?
2. Come si può vincere la paura?
3. La depressione può essere superata attraverso la Bibbia?
4. C'è una cura all'ansia?
5. Come affrontare i dubbi?
6. Come si può crescere nella fede?
7. Qual è il vero concetto che il Cristiano deve avere di se stesso?

16. VITA CRISTIANA PRATICA
1. Come si fu a dire cosa è giusto e cosa è sbagliato?
2. Il fumo, il gioco d'azzardo ecc. sono sbagliati per un Cristiano?
3. Cristo diede la sua approvazione al bere vino?
4. Un Cristiano è libero di vivere come preferisce?
5. Un Cristiano sostiene la libertà di parola?
6. Dio richiede la decima oggi?
7. Un Cristiano che crede nella Bibbia recinge la mente?

17. PROBLEMI DI COMPORTAMENTO CRISTIANO
1. C'è uno standard Cristiano di decoro?

2. La nuova moralità è oggi ammissibile nella condotta cristiana?
3. Come si ottiene la vittoria sulla tentazione?
4. I Cristiani dovrebbe sostenere l'emancipazione femminile?
5. Come dovrebbe trascorrere il tempo libero un Cristiano?

18. PECCATO E PERDONO
1. Quando il peccato diventa imperdonabile?
2. Quanto sono gravi i peccati di omissione?
3. Cos'è "l'apostasia"?
4. I bambini possono andare a Cristo ed essere salvati?
5. Un Cristiano ha il diritto di giudicare gli altri?

19. IL CRISTIANO E I PROBLEMI SOCIALI
1. Come possiamo costruire un mondo di pace e sicurezza?
2. Esiste una risposta al problema dell'inquinamento?
3. Perché Dio permette che gli innocenti soffrano?
4. Perché la gente colta non crede nella Bibbia?
5. Quando riceve l'anima un neonato?
6. Cosa pensare del controllo delle nascite?

20. IL CRISTIANO E LE AUTORITÀ
1. Un Cristiano è tenuto a ubbidire alle autorità?
2. I Cristiani dovrebbero entrare in politica?
3. La pena capitale dovrebbe essere abolita?
4. Esistono "crimini senza vittime"?
5. Il matrimonio istituzionalizzato sta diventando obsoleto?

21. PERSONAGGI BIBLICI INCOMPRESI
1. Come ha potuto Abrahamo amare Isacco e tentare di ucciderlo?
2. Perché Dio avrebbe preferito Giacobbe a Esaù?
3. Quale fu il ruolo di Giovanni Battista?
4. Perché Giuseppe e Nicodemo seppellirono Gesù?
5. Perché Dio scelse gli Ebrei?

22. FESTE CRISTIANE
1. Il Natale è Cristiano?
2. Chi erano i tre magi e cos'era la stella?
3. Dovremmo avere dei propositi per l'anno nuovo?
4. Possiamo credere alla resurrezione malgrado la scienza?
5. Dovremmo osservare come giorno del Signore il sabato o la domenica?

23. IL MONDO DELLO SPIRITO
1. Perché Dio creò Satana?
2. La possessione demoniaca è un fenomeno ancora attuale?
3. Come può un Dio d'amore mandare gli uomini all'inferno?
4. Dov'è l'inferno?
5. Come sarà giudicato l'uomo nel giorno del giudizio?
6. Dov'è il paradiso?
7. Riconosceremo i nostri cari in paradiso?

24. OCCULTISMO E MISTICiSMO
1. Perché i movimenti occultisti sono così popolari oggi?
2. C'è della verità nell'astrologia?
3. Un Cristiano può credere nella reincarnazione?    
4. Il misticismo Cristiano è pericoloso?
5. Cosa dire dei gruppi di meditazione?
6. Qual è il significato di UFO, Bigfoot e del triangolo delle Bermuda?

25. AVVENIMENTI FUTURI
1. La fine del mondo è vicina?
2. Quali sono i segni del ritorno di Cristo?
3. Quali profezie devono ancora avverarsi prima della sua venuta?
4. Molti studiosi biblici non sono forse in disaccordo con la interpretazione profetica?
5. Il Comunismo è l' Anticristo?
6. Il mondo sarà distrutto da un olocausto nucleare?
7. Come trascorreremo l'eternità?

26. LA SITUAZIONE ATTUALE
1. Qual è il significato del movimento New Age?
2. Quale dovrebbe essere l'atteggiamento della Chiesa verso gli omo- sessuali?
3. L'epidemia di AIDS è il castigo di Dio contro il movimento di "liberazione gay"?
4. In quali circostanze i Cristiani possono divorziare e risposarsi?
5. I Cristiani possono aspettarsi guarigione fisica, prosperità e illuminazione spirituale?

ALTRE PUBBLICAZIONI DELLA CASA EDITRICE HILKIA

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LA BIBBIA DEI SETTANTA


RETROCOPERTINA

I Settanta sono la prima traduzione greca e al tempo stesso la prima interpretazione giudaica della Bibbia ebraica. Questa versione fu resa possibile dalla vitalità del giudaismo ellenistico e dal clima culturale che si era venuto a creare attorno alla celebre biblioteca di Alessandria.
Per un paradosso della storia, questa traduzione della Legge ebraica - completata dalle versioni dei Profeti e degli Scritti e da altri libri originali greci - divenne poi la Bibbia degli autori del Nuovo Testamento e dei Padri della chiesa fino ad assurgere a Bibbia ufficiale del cristianesimo, e fu a sua volta tradotta in altre lingue sia occidentali sia orientali.
Nel lavoro di Natalio Fernandez Marcos - in cui si prendono in esame anche le altre versioni greche antiche della Bibbia ebraica - si espongono in forma sistematica tutti gli aspetti del testo e della storia di quest'opera d'importanza capitale: dalle origini e dal contesto di lingua e di cultura che vide nascere i Settanta come opera letteraria dotata di una fisionomia e uno stile peculiari, ai rapporti con la Bibbia ebraica e alla ricezione dei Settanta nelle tradizioni giudaiche e cristiane.

PREMESSA

Esaurita la prima edizione dell'opera pubblicata nel 1979, mi è parso opportuno approntarne una seconda, riveduta e aggiornata. Tutti i campi dell'indagine biblica, ma specialmente la storia del testo, hanno subito profondi mutamenti in questo ventennio, in conseguenza dei nuovi dati forniti dai documenti di Qumran. Studi recenti sui LXX quale opera letteraria hanno inoltre contribuito a imprimere un notevole impulso allo studio delle versioni greche della Bibbia
Il sottotitolo di quest'opera in qualche modo riassume e anticipa il filo conduttore che ha presieduto alla sua elaborazione fungendo da criterio selettivo. Sono infatti consapevole da un lato che i LXX non sono una traduzione ma una «raccolta di traduzioni», e ritengo d'altro canto che un'introduzione di questo tipo debba comprendere le altre versioni della Bibbia in greco - alcune più note, altre conservate solo frammentariamente -, i cui autori tornarono sul testo ebraico con maggiore o minor fortuna, ma col preciso intento di trasmettere l'originale meglio dei predecessori. Tale attività di correzione e miglioramento della prima versione biblica, ossia i LXX, inizia l'indomani di questa traduzione, come si può supporre sulla base dei papiri giudaici conservati, e continua fino in epoca bizantina. Si potrebbe addirittura estendere questo processo sino alla pubblicazione del Pentateuco trilingue di Costantinopoli nel 1547. La storia peculiare del testo della Bibbia greca, che culmina nella produzione dell'Esapla di Origene, impedisce di separare questi due versanti di un medesimo canale di trasmissione.
È d'obbligo menzionare qui due opere classiche che hanno svolto un ruolo pionieristico in questo settore della ricerca: H.B. Swete, An Introduction to the Old Testament in Greek (1914), che contiene una miniera di informazioni e di sapere ben assimilato, ancora oggi imprescindibile come testo di consultazione, benché, com'è naturale, superata sotto molti aspetti, e S. Jellicoe, The Septuagint and Modern Study (I968), concepita come integrazione e aggiornamento della precedente. A queste occorre aggiungere la recente pubblicazione degli specialisti francesi M. Harl, G. Doriual, o. Munnich, La Bible grecque des Septante (1988). Le tre opere sono tenute presenti in questo lavoro, ragion per cui vi rinvio frequentemente per dati e aspetti della ricerca lì raccolti, per soffermarmi piuttosto su quei capitoli che presentano le acquisizioni o le questioni più dibattute degli ultimi anni. Una semplice occhiata al sommario consentirà di farsi un'idea delle tematiche e degli argomenti che, senza essere del tutto nuovi, sono affrontati da una prospettiva differente.
Non serve dire che questa introduzione non pretende d'essere completa, ma vuole anzi essere selettiva. Non vengono trattati sistematicamente settori importanti come la lingua dei LXX, i codici, i papiri e le edizioni principali della Bibbia greca, i problemi di ciascun libro in particolare, la storia della ricerca sui LXX. La maggior parte di questi aspetti è studiata approfonditamente nelle introduzioni di Swete, Jellicoe e Harl già menzionate. Le bibliografie specialistiche di S.P. Brock - C. T. Pritsch - S. Jellicoe e C. Dogniez possono peraltro servire da orientamento per gran parte di queste tematiche. Ho invece introdotto nell'ultimo capitolo una breve guida alle versioni secondarie, alcune delle quali - come la Vetus Latina o le traduzioni copte - di capitale importanza per la restituzione del testo dei LXX.
Si sarebbero anche potuti affrontare in forma più sistematica argomenti suggestivi come le tecniche di traduzione dei vari libri, le illustrazioni dei manoscritti o la Bibbia greca e l'informatica, ma volendo attenersi a un piano coerente e restare entro limiti ragionevoli, tra cui quello dell'estensione del volume, occorreva definire in qualche maniera le coordinate di questa introduzione. Vi hanno tuttavia trovato posto materie finora, a mio parere, non debitamente trattate, quali i testi doppi della Bibbia greca e il targumismo, le versioni giudaiche in greco medievale e neogreco, nonché diversi capitoli della parte quarta, come quelli sulle altre revisioni, sulle citazioni bibliche, sui commentari e sulle catenae. Ho inoltre ritenuto opportuno inserire in questa seconda edizione due capitoli nuovi, uno dedicato ai LXX e al testo ebraico, l'altro ai LXX e alla letteratura cristiana primitiva, vista la particolare attenzione di cui questi due temi sono stati oggetto nelle pubblicazioni più recenti.
Esprimo, in conclusione, la speranza che questo modesto contributo allo studio del testo greco della Bibbia non sia utile solo al ristretto e scelto gruppo dei septuagintisti, ma anche in generale ai biblisti, ai filologi e agli storici dell'antichità, nonché a tutti coloro che sono interessati a questa importante eredità della nostra cultura.

Desidero qui ringraziare Isabel Tejero, ricercatrice del Departamento de Filologia Biblica y de Oriente Antiguo dell'Instituto de Filologia del CSIC, per il lavoro di trascrizione informatica del testo della prima edizione di quest'opera.

N. Fernàndez Marco

INDICE

Premessa
Abbreviazioni e sigle

Parte prima
L'AMBITO LINGUISTICO E CULTURALE

Capitolo I
Il greco biblico

e il suo posto all'interno della koinè
1. Storia della ricerca
2. Il confronto con i papiri
3. La nuova prospettiva del bilinguismo
4. La lingua scientifica della prosa ellenistica
5. Conclusioni
Bibliografia

Capitolo 2
I LXX come traduzione

1. Un fenomeno senza precedenti
2. Varie tecniche di traduzione
3. La linguistica moderna e il processo di traduzione
Bibliografia

Parte seconda
LE ORIGINI DEI LXX

Capitolo 3
La Lettera di Aristea e altre fonti antiche

1. Gli ebrei di Alessandria
2. Descrizione e contenuto della Lettera di Aristea
3. Storicità della Lettera di Aristea
4. Data di composizione e fonti
5. Finalità della Lettera di Aristea
6. La Lettera di Aristea nella tradizione giudaica
7. Sviluppi della leggenda sull'origine dei LXX
8. Il completamento dei LXX
Bibliografìa

Capitolo 4
Interpretazioni moderne delle origini dei LXX

1. I LXX come targum greco (P. Kahle)
2. Origine alessandrina ma in età maccabaica (146 a.c. circa)
3. Origine palestinese
4. Origine liturgica
5. Teoria della trascrizione
6. Altre teorie
7. I proto-LXX
Bibliografia

Capitolo 5
I LXX e il testo ebraico

1. Due testi a confronto
2. Qumran e i LXX
3. L'uso dei LXX nella critica testuale ebraica
4. Critica testuale e critica letteraria
Bibliografia

Capitolo 6
I testi doppi della Bibbia greca e il targumismo

1. Introduzione
2. Testi doppi nei LXX
3. Il fenomeno del targumismo
Bibliografia

Parte terza
I LXX NELLA TRADIZIONE GIUDAICA

Capitolo 7
Aquila e i suoi predecessori

1. Testimonianze antiche
2. Fonti della versione di Aquila
3. Caratteristiche della trad uzione
4. Stato attuale della ricerca e prospettive
Bibliografia

Capitolo 8
Il traduttore Simmaco

1. Testimonianze antiche
2. Fonti per la versione di Simmaco
3. Caratteristiche
4. Stato attuale della ricerca e prospettive
Bibliografia

Capitolo 9
Teodozione e la revisione kaige

1. Testimonianze antiche
2. Fonti
3. Caratteristiche
4. Stato attuale della ricerca e prospettive
Bibliografìa

Capitolo 10
Altre versioni antiche

1. Quinta
2. Sesta
3. Settima
4. L'Ebreo
5. Il Siro
6. Il Samariticon
7. Il traduttore Giuseppe
Bibliografìa

Capitolo 11
Versioni giudaiche in greco medievale e neogreco

1. Testimonianze
2. Rapporto con le versioni giudaiche precedenti
Bibliografìa

Parte quarta
I LXX NELLA TRADIZIONE CRISTIANA

Capitolo 12
Tradizione e storia testuale

1. Introduzione
2. Trasmissione esterna
3. Trasmissione interna
4. Restituzione del testo
Bibliografìa

Capitolo 13
L'Esapla di Origene

1. Origene e la sua conoscenza dell'ebraico
2. L'Esapla
3. La quinta colonna esaplare e la seconda
Bibliografìa

Capitolo 14
La recensione di Luciano

1. Testimonianze antiche
2. Storia della ricerca
3. Caratteristiche
4. Stato attuale della ricerca: il protolucianeo
Bibliografìa

Capitolo 15
Recensione di Esichio o gruppo alessandrino di manoscritti?

1. Testimonianze antiche
2. Storia della ricerca
3. Recensione di Esichio o revisione alessandrina?
Bibliografìa

Capitolo 16
Altre revisioni

1. Revisioni preesaplari
2. Revisioni paraesaplari
Bibliografìa

Capitolo 17
La tradizione indiretta: le citazioni bibliche

1. I LXX negli storici giudaico-ellenistici
2. I LXX negli scritti apocrifì e pseudepigrafì
3. I LXX in Filone e Flavio Giuseppe
4. I LXX nel Nuovo Testamento, nei Padri apostolici e negli apologeti
5. I LXX in iscrizioni e pa piri
6. Le citazioni dei Padri e i LXX
Bibliografìa

Capitolo 18
Aporie e commentari biblici

1. Aporie bibliche
2. Commentari
Bibliografìa

Capitolo 19
Letteratura catenaria

1. Formazione del genere letterario
2. Aspetto formale dei manoscritti catenari
3. Contenuto testuale delle catenae
4. Metodologia nello studio delle catenae
5. Manoscritti catenari in biblioteche spagnole
Bibliografìa

Parte quinta
I LXX E LE ORIGINI CRISTIANE

Capitolo 20
La religione dei LXX e l'ellenismo

1. Introduzione
2. L'ellenizzazione degli ebrei
3. L'ellenizzazione dei LXX
4. L'ellenizzazione formale degli scritti sapienziali
Bibliografìa

Capitolo 2I
I LXX e il Nuovo Testamento

1. Introduzione
2. Le citazioni dell'Antico Testamento nel Nuovo
3. Altre aree d'influenza
Bibliografia

Capitolo 22
I LXX e la letteratura cristiana antica

1. La Bibbia dei Padri
2. I LXX e il greco dei cristiani
3. I LXX tradotti
Bibliografia

Glossario

Indice analitico
Indice dei passi citati
Indice degli autori moderni

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L'UNIVERSO SAPIENTE - Dall'atomo a Dio

RETROCOPERTINA

Le speculazioni metafisiche dello scienziato Schroeder riflettono una notevole dose di umiltà, qualità assai rara nel mondo della divulgazione."
PUBLlSHERS WEEKLY

"L'universo sapiente parla di scienza e religione, superando cliché e stereotipi di cui scienziati e religiosi sembrano non saper fare a meno."
THE WASHlNGTON POST

"Questo libro merita di essere letto, soprattutto da coloro che subiscono il fascino delle armonie che si celano nell'universo."
BOOKLlST

PROLOGO: NOI SIAMO L'UNIVERSO CHE VIVE

Una sola coscienza, un'intelligenza che tutto avvolge, pervade l'universo. Le ricerche scientifiche, quelle che investigano la natura subatomica della materia, quelle che esplorano la complessità molecolare della biologia e quelle che indagano il rapporto cervello/mente, ci hanno portato sulla soglia di una folgorante rivelazione: tutto ciò che esiste è espressione di questa intelligenza. Nei laboratori la sperimentiamo come informazione che prima si articola a livello fisico come energia e poi si condensa sotto forma di materia.
Ogni particella, ogni essere, dall' atomo all' essere umano, sembra contenere al suo interno un livello di informazione, di intelligenza consapevole. li dilemma che intendo affrontare in questo libro è: da dove proviene questa intelligenza?
Non vi è traccia della sua origine nelle leggi di natura che regolano l'interazione tra le particelle elementari che costituiscono la materia. L'informazione sembra qualcosa di scontato, senza una causa apparente, come se fosse un aspetto intrinseco della natura.
L'idea che all'origine dell'esistenza vi possa essere un elemento non fisico come l'informazione o l'intelligenza non sminuisce in alcun modo gli aspetti fisici delle nostre vite. li rifiuto dei piaceri e della meraviglia del nostro corpo sarebbe un'interpretazione tristemente scorretta della natura dell'esistenza.
Le conquiste della scienza basata sul materialismo ci hanno fornito comodità, hanno inventato farmaci salvavita, hanno mandato l'uomo sulla luna. La frase «non di solo pane vive l'uomo» (Dt. 8,3) tanto spesso citata, ci dice che due sono gli aspetti cruciali della nostra vita: uno è il pane, cioè il soddisfacimento dei bisogni fisici, e l'altro è un'intelligenza universale che sta alla base di tutto. Non c'è competizione tra il livello spirituale e quello materiale: sono complementari, si "completano" come suggerisce la radice di questa parola.
Quando riusciamo a guardare oltre la cortina fumogena che talvolta ci convince dell'esistenza del solo mondo fisico, quando tocchiamo quella consapevolezza, lo sentiamo con certezza: un' ondata di emozioni gioiose pervade il nostro io. Questa risposta emotiva, potremmo chiamarla esperienza religiosa, è presente in tutte le culture che hanno attraversato il corso della storia. Ci dice che siamo giunti a casa: abbiamo scoperto il fondamento dell'esistenza. Tutti prima o poi l'hanno provata, forse ammirando uno splendido tramonto, un' opera d'arte o forse ascoltando le parole della persona amata. Il livello fisico e quello metafisico sono diventati uno.
Se solo avessimo il coraggio, la chiameremmo esperienza spirituale, persino divina. Ma c'è una certa riluttanza a usare questa parola. «Ascolta la Forza» è una frase accettabile sullo schermo cinematografico, ma se lo sceneggiatore di Guerre stellari avesse scritto «Ascolta Dio» il cinema si sarebbe svuotato in un lampo. La riluttanza non sorprende, se si considerano le bizzarre pretese che in tutte le epoche, e soprattutto nella nostra, sono state erroneamente riferite a Dio. Un rapido esame rivela che quelle pretese si basano sulle aspettative nei confronti del Dio ipotetico (e spesso frainteso) della Bibbia che abbiamo imparato a conoscere da bambini. Ovviamente, quando valutiamo quella conoscenza con le nostre sofisticate menti di adulti, ci sembra inevitabilmente ingenua.
La teologia ritiene da sempre che tutto ciò che esiste sia la manifestazione di un'intelligenza trascendentale, che a sua volta si manifesta attraverso una coscienza universale. Se a intelligenza sostituiamo la parola informazione, la teologia comincia ad assumere le sembianze della fisica quantistica. La scienza stessa ha riscoperto la convergenza tra 1'aspetto fisico e quello spirituale.
Se è vero che l'unità è alla base della realtà fisica, è del tutto naturale che le persone cerchino quell'unità. Purtroppo nel flusso caotico dei nostri impegni quotidiani spesso ci perdiamo e non riusciamo più a comprendere che quell'unità potrebbe davvero esistere. Oggi il nostro mondo privato sembra espandersi alla stessa velocità con cui si è espanso l'universo dal momento della sua creazione. Le scoperte scientifiche che favoriscono il continuo nomadismo della mente si susseguono con una rapidità tale da superare di gran lunga la capacità di adattamento delle nostre culture. Le nuove tecnologie prendono il posto degli antichi legami culturali e in questo modo disperdono tradizioni che in precedenza davano stabilità alla società.
Nei paesi in via di sviluppo coloro che vengono considerati i più poveri tra i poveri sono i senza terra. In un certo senso noi siamo diventati nomadi senza terra, privati delle nostre radici anche se nuotiamo nella ricchezza. Commerciamo in simboli. A parte gli artisti e l'uno per cento della popolazione che si dedica all' agricoltura, la maggior parte di noi non ha alcuna relazione con il prodotto finale del suo lavoro. Compriamo e vendiamo azioni di aziende che fabbricano prodotti a malapena conosciuti. Pratichiamo il commercio del simbolo supremo, il denaro. Il denaro non ha un valore intrinseco. Può promettere sicurezza, piacere e persino libertà, ma non può soddisfare il desiderio insaziabile di obiettivi spesso irraggiungibili. Abbiamo barattato la storia con la tenue speranza di una libertà svincolata dalla tradizione.
Penetrare fino alla coscienza in cui siamo immersr richiede capacità che trascendono le nostre intuizioni. Le sorprendenti e spesso incredibilmente illogiche scoperte della fisica e della biologia degli ultimi decenni ci hanno fornito strumenti che ci consentono una comprensione scientifica delle fondamenta metafisiche su cui poggia il nostro mondo. Allo stesso tempo, ci permettono di penetrare l'aspetto spirituale dei fatti scientifici empirici. Per comprendere le meraviglie della natura non è necessario sottrarsi alla sua maestosità. Comprendendo l'intricata complessità dell'esistenza, ne sperimentiamo la natura unitaria sia attraverso la rivelazione che la ragione.
Non si vuole qui suggerire una vita da eremiti.Isolati dal resto del mondo. li risveglio dell'interesse per la meditazione, per le religioni orientali e per la cabala indica una ricerca quasi disperata delle nostre radici spirituali. Radici che è più facile trovare nel normale percorso della nostra vita da adulti piuttosto che tra le mura di un convento. Questo libro vuole mostrare la grandiosità dell' esistenza nella quotidianità della nostra vita.
Ognuno di noi è una parte dell'universo che cerca se stesso. Ci dibattiamo tra un mondo che ci appare totalmente materiale e un impulso che talvolta ci spinge verso le emozioni e persino la spiritualità. Considerare a priori quei sentimenti di amore, gioia e spiritualità una funzione ereditata dai nostri antenati nel corso dell' evoluzione impedisce il più grande piacere della vita: la piena consapevolezza attraverso l'esperienza dell'universo metafisica.
Nelle pagine che seguono, mentre affronteremo il viaggio tra le più recenti scoperte delle meraviglie del cosmo, della vita e infine del rapporto cervello/mente, vi chiedo una sola cosa: usate questi fatti per riconsiderare le vostre opinioni in merito alle origini, all' evoluzione e all' essenza di questo mondo meraviglioso in cui viviamo.

INDICE

Prologo: noi siamo l'universo che vive

1. li mistero dell' esistenza
2. Fisica e metafisica
3. I meccanismi dell'universo
4. L'organizzazione delle cellule della vita
5. La meiosi e la costruzione di un essere umano
6. I nervi: la rete informatica della natura
7. Il cervello dietro la mente
8. L'immagine nella nostra mente
9. Pensare il pensiero
10. Illusioni

Epilogo: tracce di un universo bizzarro

Appendice A - DNA/RNA: costruzione di una proteina

Appendice B - La mitosi e la costruzione di una cellula

Appendice C - I muscoli: molecole in movimento

Ringraziamenti

Indice analitico

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L'OMEOPATIA IN ONCOLOGIA - Accompagnamento e cura del malato oncologico (07 Medicina naturale)

RETROCOPERTINA

Questo manuale è di grande importanza, innanzitutto per il valore indiscusso di Dario Spinedi a livello europeo e per l’unicità della sua esperienza clinica nel campo dell’applicazione e ausilio delle cure omeopatiche in oncologia.

L’opera ha una doppia linea tematica. La principale traccia le linee guida e la strategia d’intervento sui tumori, attraverso l’esposizione commentata di numerosi casi clinici con relativo follow up. La seconda area di interesse è una “summa” del pensiero omeopatico di Jost Kunzli, che riassume cioè il punto di vista del grande omeopata svizzero riguardo a tutti i problemi metodologici dell’omeopatia, realizzando quel trattato teorico-pratico che lo stesso Kunzli non era riuscito a fare durante la sua vita.

Si tratta quindi di un testo di grande interesse rivolto innanzitutto a medici omeopatici classici, non solo quelli specificatamente interessati all’intervento sul cancro, e anche i medici e operatori sanitari che si occupano di terapia del cancro.

Il testo offre, inoltre , una quantità di spunti interessanti su tutte le problematiche di maggiore attualità nel campo omeopatico.

INTRODUZIONE

Questo libro nasce dall' esigenza di far conoscere a medici, personale curante e pazienti le possibilità dell' omeopatia classica nella cura delle malattie tumorali.
La mia trentennale esperienza ambulatoriale, ma soprattutto gli ultimi 10 anni nella Clinica Santa Croce, in un reparto dove abbiamo curato, con un' équipe di 7 medici, prevalentemente pazienti oncologici, ha evidenziato le grandi potenzialità dell' omeopatia nella cura di queste malattie.
Alcuni di questi casi sono stati presentati all'interno di seminari e sono perciò esposti in modo molto dettagliato per poter dimostrare il procedere pratico nel lavoro quotidiano, altri saranno riferiti in modo più sommario.
Le colonne portanti dell' omeopatia sono:

I. La teoria dell' omeopatia, rappresentata dai seguenti testi di riferimento:
- Organon, VI edizione di S.c. Hahnemann
- Il primo volume delle Malattie Croniche di S.c. Hahnemann
- Lezioni di filosofia omeopatica di J.T. Kent

II. La materia medica

III. Il Repertorio

IV. Lo studio di casistiche di autori affidabili

Questo libro terrà conto di questi aspetti fondamentali e avremo modo di esercitare
continuamente le conoscenze:
1. della teoria,
2. della materia medica,
3. del Repertorio,
4. di molti casi clinici.

Se si dovesse trascurare anche solo uno di questi aspetti, la qualità del nostro lavoro
ne soffrirebbe.
Verranno presentati nove casi - curati dall'autore - in modo esteso, grazie ai quali si
cercherà di dimostrare il procedere pratico e le difficoltà che si incontrano nel corso
della cura.
Ogni caso comprende un'anamnesi completa, l'analisi dell'anamnesi, il follow up, una
sintesi riassuntiva con gli insegnamenti tratti dallo stesso e lezioni teoriche fondamentali per la comprensione dei singoli casi e per l'accompagnamento del paziente.
L'opera servirà dunque per l'approfondimento e lo studio del medico omeopatico interessato alla cura dei malati oncologici ma conterrà anche le conoscenze fondamentali necessarie nella cura delle malattie croniche.
Sin da ora, voglio riassumere i temi che verranno trattati:

1. dopo il primo caso parlerò "Della prognosi fatta dopo l'osservazione alla reazione del rimedio somministrato" ("Le 12 osservazioni di Kent", con particolare riferimento ai casi oncologici):1
2. dopo il secondo caso parlerò delle "dinamizzazioni Q" in modo estensivo, perché queste dinamizzazioni "Q o LM" sono importantissime nella clinica della cura dei tumori;
3. dopo il terzo caso mi soffermerò sul tema della "Sicosi", perché ritengo che la conoscenza dei miasmi a livelloclinico sia della massima importanza per la comprensione della dinamica della cura;
4. dopo il quarto caso parlerò dell'importanza dell'uso di Phosphorus nella cura delle malattie tumorali;
5. dopo il quinto caso mi soffermerò sull'importanza dell'intervento "organotropico" e sulle peculiarità dell' anamnesi nei casi tumorali;
6. anche dopo il sesto caso verrà esaminata l'importanza dell'intervento organotropico e il suo rapporto con la cura "costituzionale";
7. dopo il settimo caso esamineremo l'importanza della raccolta della totalità dei sintomi e il ruolo dei grandi policresti nella cura dei tumori;
8. l'ottavo caso fornirà l'occasione di ritornare sul tema estremamente importante (fondamentale) del rapporto fra "organotropia" e "totalità dei sintomi";
9. Il nono caso farà riflettere sul binomio chemioterapia-omeopatia.

Importanti riferimenti di natura teorico-pratica saranno inseriti nei commenti dopo ogni singolo caso, anche di altri autori che presenterò nel corso del libro a scopo illustrativo.
Verranno presentati anche casi di altri medici omeopati che hanno lavorato in un modo diverso dal nostro, per poter ampliare il quadro e dare il maggior numero di approcci possibili alla cura dei tumori.
Lo stile di lavoro dei singoli medici era influenzato da numerosi fattori, quali:

1. il contesto storico in cui lavoravano

2. il contesto sociale
3. i progressi della medicina

Ad esempio, il dottor E. Schlegel (medico tedesco vissuto attorno al 1920 curava molti casi di tumori solo con l'omeopatia perché chemio e radio terapia non esistevano ancora e la tecnica chirurgica era ancora abbastanza primitiva se paragonata alle tecniche moderne. Vedremo perciò che il suo approccio fu organo tropico, prescrivendo rimedi che hanno un effetto diretto sul tumore.
Lo stesso vale per il dottor E. Carleton (un medico omeopatico statunitense) contemporaneo di Kent (che era anche chirurgo), che prescriveva i suoi rimedi sempre secondo la legge del simile partendo dai sintomi più urgenti, passando poi a dei rimedi organotropici per avvicinarsi pian piano alla prescrizione del rimedio profondo o costituzionale.
Anche i dottori Radhey Shyam Pareek e Alok Pareek di Agra in India che visitano 100-200 pazienti al giorno devono procedere in questo modo, prescrivendo dapprima per i sintomi più urgenti e man mano i rimedi indicati con effetto antitumorale per poi prescrivere dei rimedi più profondi o dei nosodi.
Il dottor Horst Barthel (un medico tedesco allievo di Pierre Schmidt e [ost Kunzli) lavora con il Repertorio, ma è guidato nella cura dei casi tumorali dalla conoscenza di quei rimedi che hanno un effetto provato dalla lunga esperienza clinica sul tumore. La sua peculiarità è di somministrare delle alte dinamizzazioni (XM, CM).
Nella Clinica Santa Croce ci siamo confrontati con molti pazienti che hanno già ricevuto chemio e radioterapia e perciò abbiamo spesso dovuto, in un primo tempo, antidotare l'effetto di queste "malattie iatrogene" per poi somministrare, sempre sulla base del Repertorio e delle conoscenze ereditate dai maestri del passato, i rimedi che sembrano più indicati.
Come si vede l'omeopatia può in ogni caso offrire il suo aiuto.
Lo studio del lavoro dei diversi autori e le riflessioni per la comprensione del loro approccio saranno di grande aiuto per avere a disposizione un'ampia gamma di possibilità terapeutiche e poter scegliere in ogni singolo caso il miglior modo di procedere.
Sono molto grato a questi autori che mi hanno permesso di comprendere meglio le innumerevoli osservazioni fatte in questi dieci anni di clinica.
In modo particolare, sono grato al collega dottor [ens Wurstet che lavora con noi nella Clinica Santa Croce e mi ha permesso di tradurre alcuni dei casi che ha pubblicato nel suo libro Die homoopaìhische Behandiung und Heilung von Krebs und metastasierter Tumoren ("La cura omeopatica e la guarigione del cancro e dei tumori con metastasi").
Senza le conoscenze dei principi dell'omeopatia classica ricevute dal mio maestro dottor Iost Kunzli von Fimelsberg, allievo e medico personale del dottor Pierre Schmidt di Ginevra, non avremmo potuto svolgere questo lavoro.
Questo libro inizierà perciò con una Laudatio che ho esposto subito dopo la sua morte presso la Società dei medici omeopatici della Germania.
In questo testo vedremo che il suo lavoro, come il nostro, è stato influenzato in gran parte dal pensiero di Hahnemann, Kent e Schmidt.
Gli autori che più ci hanno ispirato per la cura dei tumori sono stati: A.H. Grimmer, E. Schlegel, E. Carleton, H. Barthel, J.H. Clarke, [.C, Burnett, E. [ones e molti altri ancora. Negli ultimi anni l'incontro con i medici R.S. Pareek e A. Pareek, padre e figlio, di Agra in India, che vantano una grandissima esperienza clinica nella cura delle malattie tumorali, sta arricchendo le nostre conoscenze soprattutto per quel che concerne l'applicazione dei rimedi ad azione organotropica. Cercherò di far riferimento a questi medici omeopati nella discussione dei singoli casi.
L'integrazione del lavoro dei Pareek in questo libro vuole mostrare con la massima chiarezza l'importanza dell'approccio organotropico all'interno della visione globale del paziente. Sono molto grato a questi medici che mi hanno permesso di inserire grandi parti del loro libro scritto in lingua tedesca: Krebs heilbar durcn Homoopathie ("La guarigione del cancro con l'omeopatia").
Il nostro lavoro - basato in gran parte sulla prescrizione dei grandi policresti - vuol essere arricchito dal prezioso lavoro di quei medici che hanno un approccio inizialmente organotropico, poi costituzionale o miasmatico.
Non vorrei dimenticare però i numerosi pazienti che abbiamo trattato e che non sono guariti, e questo per diversi motivi.
Prima di tutto perché si potrebbero alimentare speranze irrealistiche nelle possibilità della medicina omeopatica. Lo dico senza voler minimamente sminuire l'importanza e il grande beneficio di questa medicina nella cura dei tumori, ma semplicemente per ristabilire delle aspettative realistiche. Quando la malattia tumorale ha oltrepassato un certo limite non si può più guarire il paziente, ma "solo" accompagnarlo.
Questa frontiera, tuttavia, cambia per ogni singolo paziente e non si può mai sapere se il malato ce la farà o no, perciò bisogna essere molto cauti con le prognosi.
In secondo luogo, perché ogni paziente ci ha arricchiti con la sua umanità e ci ha permesso di approfondire la conoscenza dei nostri mezzi per aiutare gli altri sempre meglio. Per far coraggio ai colleghi che nei loro ambulatori devono far fronte a grandi difficoltà nella cura dei pazienti gravi che spesso devono accompagnare fino alla morte. Condividere le stesse "pene" a volte aiuta a continuare.
Infine per chi è credente per poter accompagnare con le nostre preghiere queste persone che hanno oltrepassato il confine che ci separa dall'invisibile nel loro percorso verso l'aldilà.
Vorrei concludere questa introduzione ringraziando mia moglie Maria e la mia famiglia che mi sono sempre stati vicini.
Ringrazio di cuore anche i miei colleghi in particolar modo la dottoressa Annemarie Keller, che fin dall'inizio ha contribuito allo sviluppo del progetto della Clinica Santa Croce, il dottor [ens Wurster, il dottor Pau l Muttathukunnel, il dottor Simone Lurati, il dottor Malchow Holger, il dottor Thomas Waibel, il dottor Miklos Takacs, la dottoressa Bettina Marcus, il dottor Philipp Lehrke, la dottoressa Martina Hartmann, la dottoressa Sara Bellotti, la dottoressa Raffaella Ortelli, la dottoressa Barbara Esposito che hanno messo a disposizione le loro energie e la loro umanità per aiutare molti pazienti.
Grazie ai colleghi Paolo Campanella, Mauro Zambelli per il loro sostegno morale e per il loro amore per l'omeopatia.
Grazie soprattutto al Signore, creatore misericordioso di questo meraviglioso universo, per aver mi dato il privilegio di far splendere una scintilla del Suo amore infinito.
Orselina, 25 dicembre 2010

NOTA

1. J.T. Kent, Lezioni di filosofia omeopatica, RED, Como 1986.

INDICE


Premessa dei dottori Pareek

Introduzione

Laudatio pronunciata in occasione della morte di Jost Kiinzli v. Fimmelsberg M.D

Parte prima - Capitoli teorici necessari per l'elaborazione dell'anamnesi e per sviluppare un piano di cura

Capitolo 1 - L'anamnesi
Casistica - Cancro al seno del dottor E. Schlegel
Casistica - Cancro gastrico del dottor R.C Bowie

Capitolo 2 - La raccolta e la gerarchia dei sintomi
a) I sintomi ai sensi del par. 153 dell' Organon
Casistica -1. Tumore mammario di Emil Schlegel (1901)
2. Tumore mammario di Emil Schlegel (1900)
Materia medica - Hydrastis canadensis dei dottori Pareek di Agra
Casistica - Caso di cancro al pancreas curato con Hydrastis nella Clinica Santa Croce
Casistica - Adenocarcinoma al pancreas con metastasi linfonodali.
Caso del dottor Paul Muttathukunnel
Il valore dei sintomi nella scelta del rimedio
I sintomi mentali
I sintomi generali
I sintomi miasmatici
L'importanza dei sintomi miasmatici clinici per la pratica quotidiana

Capitolo 3 - La repertorizzazione e le strategie curative
a) Le precancerosi e gli stati precancerosi
b) Pazienti tumorali curati con la medicina classica o allopatica ove non si trova più traccia di tumore
Casistica - Carcinoma embrionale del testicolo e sarcoma mediastinali: del dottor Horst Barthel
c) Pazienti tumorali che si presentano da noi con gli effetti collaterali da chemio o radioterapia
Reazioni avverse alla chemioterapia
Effetti negativi da radioterapia
Materia medica - X-Ray dei dottori Pareek di Agra
Componimento di Grimmer Arthur su Radium Bromatum e Phosphorus
Casistica - Testo di C.V.S. Chorea, "Hornoeopathy and cancer", sugli effetti da raggi
d) Pazienti con tumori in stadio avanzato con sintomi legati alla malattia tumorale
Casistica - Cancro gastrico di Edmund Carleton
Casistica - Cancro al seno metastatizzante dei dottori Thomas Waibel e Josef Grieshaber
e) Pazienti con tumori in stadio molto avanzato che non presentano un quadro sintomatico preciso
Casistica - Cancro alla vescica urinaria dei dottori Pareek di Agra
Materia medica - Annotazioni dei dottori Pareek concernenti Conium
Materia medica - Annotazioni del dottor Ramakrishnan concernenti Conium
Casistica - Cancro alla tiroide con metastasi cervicali del dottor Ramakrishnan
Casistica - Cancro al seno del dottor RamakrishnanCasistica - Cancro allo stomaco del dottor Ramakrishna
Casistica - Cancro alla prostata del dottor Ramakrishnan
Casistica - Precancerosi prostatiche del dottor Ramakrishnan
Casistica - Tumore maligno del testicolo sinistro a cellule embrionali, stadio III b. Caso del dottor Malchow Holger
Casistica - Astroblastoma operato e irradiato dei dottori Pareek
Casistica - Basalioma all'occhio sinistro dei dottori Pareek
Casistica - Cancro orale dei dottori Pareek di Agra
Casistica - Cancro della lingua esulcerato dei dottori Pareek
Materia medica - Rimedi per il cancro della lingua
Casistica - Cancro della lingua dopo operazione e irradiazione. Un caso del dottori Pareek

Capitolo 4 - Il dosaggio e il piano di cura
a) La scala centesimale di Kent
b) Le dinamizzazioni Q
c) Il dosaggio secondo Carleton, Pareek, Schlegel
Il piano di cura
Materia medica - Condurango dei dottori Pareek
Casistica - Un caso di cancro al seno del dottor W.M. Gallupe
Le malattie del seno: classificazione clinica
Materia medica - Rimedi che hanno un' affinità per il cancro al seno
Caso clinico - Cancro al seno dei dottori Pareek

Capitolo 5 - Il controllo del decorso
"Il trattamento omeopatico dei tumori" del dottor Stockebrand senior
L'anamnesi
I rimedi per la cura dei tumori
Casi clinici
Cancro al seno
Cancro gastrico
Cancro al seno
Cancro gastrico
Sarcoma osseo
Casistiche di E. Schlegel

Parte seconda - Casi clinici

Capitolo 1 - Sarcoma di Ewing della spalla sinistra, istologicamente altamente maligno (Spinedi)
Casistica - Sarcoma di Ewing del dottor Paul Muttathukunnel
Casistica - Sarcoma al ginocchio con metastasi polmonari del dottor Horst Barthel
Casistica - Osteosarcoma della tibia destra del dottor Malchow Holger
Primo componimento - La "Scala di Kent" e la "Seconda prescrizione"

Capitolo 2 - Teratoma sacrale maligno con metastasi epatiche e polmonari multiple (Spinedi)
Secondo componimento - Le dinamizzazioni "Q" o "Quinquamillesimali"

Capitolo 3 - Sarcoma uterino inoperabile (Spinedi)
Casistica del dottor E. Carleton - Cancro all'utero
Materia medica - Kreosotum dei dottori Pareek
Materia medica - Rimedi per il cancro gastrico dei dottori Pareek
Materia medica - Ornithogallum umbellatum dei dottori Pareek
Materia medica - Aurum muriaticum natronatum del dottor Ramakrishnan
Terzo componimento - La "sicosi"
Casistica del dottor Horst Barthel - Carcinoma della vescica
Casistica - Recidiva di cancro ovarico metastatizzante del dottor Wurster Jens
Casistica - Carcinoma ovarico Borderline stadio III C - Recidiva del dottor Paul Muttathukunnel
"Observational Study Over 42 Cases of Equine Sarcoid" - Sarcoidi in equini curati con l'omeopatia di Marco Zanetti e Andrea Brancalion
Casistica - Melanoma anorettale dei dottori Pareek (stato post-operatorio)
Casistica veterinaria del dottor Mauro Dodesino - Caso 1 - Carcinoma al seno in cane
Casistica veterinaria - Caso 2 - Carcinoma epatico in cane
Casistica veterinaria - Caso 3 - Polipi rettali in un cane
Casistica veterinaria - Caso 4 - Carcinoma al seno in un cane
Casistica veterinaria - Caso 5 - Adenoma alle ghiandole perianali in cane
Casistica veterinaria - Caso 6 - Epitelioma sul labbro superiore in cane

Capitolo 4 - Cancro epatico inoperabile in un bambino di 1 anno (Spinedi)
Quarto componimento - Il ruolo del "Phosphorus" nella cura dei tumori
Casistica - Carcinoma del seno metastatizzante del dottor Horst Barthel
Piccola statistica di B. C. Woodburry di Boston
Casistica - Carcinoma al colon del dottor Simone Lurati
Casistica - Cancro gastrico del dottor Horst Barthel
Casistica - Carcinoma alla vescica biliare dei dottori Pareek
Materia medica - Rimedi organotropici del fegato dei dottori Pareek

Capitolo 5 - Cancro mammario metastatizzante (Spinedi)
Casistica - Cancro al seno di E. Schlegel

Casistica - Un caso di cancro curato da Horst Barthel con alte dinamizzazioni
Quinto componimento - La terapia organotropica
Casistica - Cancro alla prostata (Spinedi)
Misurazione delle cellule tumorali nel sangue
Casistica - Melanoma metastatizzante Clark del dottor Wurster Jens
Casistiche di melanomi curati dal dottor Horst Barthel
Casistica - Cancro alla prostata operato del dottor Wurster Jens

Capitolo 6 - Metastasi ascellare di un tumore primario occulto in una giovane donna gravida (Spinedi)
Materia medica - Phytolacca
Casistica - Carcinoma al seno dei dottori Pareek
Materia medica - Rimedi per il cancro al seno dei dottori Pareek
Calendula dei dottori Pareek
Casistica - Profilassi omeopatica nel cancro al seno dei dottori Pareek
Materia medica di Phytolacca

Capitolo 7 - Linfoma Non-Hodgkin (Spinedi)
Casistica - Cancro della vescica del dottor Horst Barthel
Materia medica - Cistus canadensis dei dottori Pareek
Materia medica - Scrophularia nodosa dei dottori Pareek
Casistica - Cancro a cellule epiteliali dei dottori Pareek
Casistica - Linfoma Non-Hodgkin del dottor Horst Barthel

Capitolo 8 - Cancro ovarico metastatizzante (Spinedi)
Casistica - Cancro al seno del dottor E. Carleton
Casistica - Cancro ovarico dei dottori Pareek
Materia medica - Lapis albus
Materia medica - Apocynum cannabinum
Casistica - Epatite C con insufficienza renale cronica dei dottori Pareek
Materia medica - Serum anguillae dei dottori Pareek

Capitolo 9 - Cancro al seno metastatizzato al fegato (Spinedi)
Casistica - Cancro al seno metastatizzante (Spinedi)
Casistica - Rabdomyosarcoma, recidiva (Spinedi)
Sesto componimento - L'omeopatia e la terapia allopatica parallele
Casistica - Cancro al seno con metastasi multiple del dottor Wurster J
Settimo componimento - Ruolo del Phosphorus nella cura del cancro
La terapia del dolore
Casistica - Cancro al pancreas 1 (Spinedi)
Casistica - Cancro al pancreas 2 (Spinedi)
Casistica - Cancro intestinale con ileo meccanico (Spinedi)
Materia medica - Cadmium sulfuricum dottor Pareek
Casistica - Cancro al nasofaringe con metastasi del dottor Wurster Jens
Materia medica - L'uso di Carcinosinum-in oncologia

Conclusione

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